Il
segno, è arbitrario.
Non importa di cosa si tratti. Di un paio di decolté di
pelle lucida o del
senso del vivere. Tutti i segni, sono arbitrari.
Dunque se io, da questa parte del mondo, penso che un semaforo rosso
significhi
inequivocabilmente che devo fermarmi, dall’altra parte del
mondo, forse, c’è
qualcuno che ha appena ingranato la prima –che per lui
è la badguhrt, ma poco
importa – e aspetta solo
che quel maledetto semaforo diventi rosso, per poter andare.
Tutto questo, è spaventoso e allo stesso tempo rassicurante.
Se il segno è arbitrario e tutto può essere
segno, allora tutto può essere
arbitrario.
Non esistono bello o brutto, non esistono giusto o sbagliato, non
esistono
maschio e femmina, non esiste forte e debole. Tutte le categorie su cui
si
fonda il nostro essere uomini e donne nel mondo, semplicemente crollano.
Non esiste, giusto o sbagliato.
Il
problema, adesso, è sopravvivere.
Esplode tutto lì attorno, serve un posto riparato,
è necessario scappare.
Le strade della città sembrano tutte uguali, tutte
arancioni, fumose, tutte
esplosive, tutte caotiche. E’ la tua città eppure
non capisci dove ti trovi.
Vola un foglietto, lo segui con lo sguardo, si posa ai tuoi piedi.
Leggi che il
latte sarà in offerta sino a lunedì e che due
pacchi di pasta potrai pagarli
sino al 40% in meno, sempre ammesso che tu possegga la CardPlus dei
supermercati “Iper”. Se alzassi gli occhi, vedresti
ruzzolare via il braccio
dell’uomo che è appena saltato per aria,
così decidi di non farlo. Ti aggrappi
alla parentesi di vita normale che resiste in quel volantino.
Il 40% in meno è davvero un gran risparmio, dovrai farla
questa card, prima o
poi.
Io sono un fratello
rivoluzionario. Io credo nei principi della Rivoluzione. Io giuro
fedeltà agli
altri fratelli e alla causa della Rivoluzione. Possa io morire, se mai
rinnegherò la Rivoluzione.
Va bene, girati. Il tuo nome adesso è Kam. Mai a
nessuno dovrai dire il tuo
vero nome. Mai nessuno ti conoscerà con altro nome. Il tuo
compito, Kam, è
contribuire alla causa della Rivoluzione. Sai sparare Kam?
Se non sai sparare, ti verrà insegnato. Sei giovane, Kam, e
sono sicuro che
potrai diventare una grande risorsa per la causa della Rivoluzione.
Ecco il tuo
fucile, la tua divisa, la tua borsa, la tua borraccia.
I prossimi giorni li passerai qui nel campo con gli altri giovani
arruolati.
Verrete addestrati e poi vi trasferiremo in città.
E’ lì che c’è più
bisogno di
voi, Kam. Quei bastardi stanno radendo al suolo le nostre belle
città. Il tuo
compito, Kam, è di farli smettere. Dobbiamo combatterli,
Kam, e riprenderci il
Paese.
Signore, quando potrò scrivere a mia madre?
Kam, credevo di essermi spiegato prima. Tu non hai una madre! Tu non sei più tu, figliolo! Tu sei solo Kam e Kam è appena nato, qui, in questa stanza, proprio davanti ai miei occhi! L’unica fottutissima madre che conoscerai d’ora in poi sono io figliolo!
Mi scusi, signore.
Va bene, Kam, va bene. Io ti capisco, sono stato anch’io un giovinetto impaurito davanti alle grida di un superiore. Ma appena uscirai da questa stanza, non ti sarà concessa alcuna debolezza. Non puoi fare errori. Un errore potrebbe causare la morte tua o di uno degli altri fratelli rivoluzionari. Un errore potrebbe portare al fallimento la nostra amata Rivoluzione. Kam, voglio che tu sia pronto a tutto. Quando indossiamo quell’uniforme dobbiamo gettare via i nostri nomi e le nostre vite. Adesso, figliolo, per te esisterà solo la Rivoluzione.