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Autore: dark_witch    24/02/2011    2 recensioni
Lavorando proprio davanti al Cinema Odeon a Londra e non poter andare a vedere la premiere di "Le cronache di Narnia: il principe Caspian" come la prendereste? e se poi la serata si trasformasse come per magia? [Il rating potrà subire variazioni]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nuovo capitolo!! Le cose cominciano a farsi intriganti e la nostra protagonista si sentirà sempre come in una delle sue fantasie. Anche se spesso la realtà è molto meglio della fantasia e in questo caso Sofia lo capirà.
Lasciamo perdere che con Ben Barnes uno si perderebbe pure per le fogne di Londra, però le fogne non sono adatte per una Fanfic romantica! (ok l'idea delle fogne è simpatica, poteva uscirmi prima? magari non veniva fuori questo capitolo...)
Come sempre ringrazio chi segue questa storia, chi la legge silenziosamente ma soprattutto chi mi lascia qualche commento.
Grazie, grazie, grazie!
E ora vi lascio al capitolo che è meglio! :)

Cap. 4
"The Heart Of England"

Con la mia tazza di caffè bollente tra le mani, osservo il cielo grigio londinese. Steve mi ha dato l'intera settimana di riposo, perché, a quanto pare, i giornalisti non mollano il bar. Il trillo del cellulare mi riporta la realtà, scorgo il nome sul display e rapidamente un sorriso mi appare sulle labbra.
- Che succede? Il Principe sente già la mia mancanza?
Sorrido, allargando la bocca. Dall'altra parte del telefono Ben inizia a borbottare qualcosa. Brutto segno.
- Affacciati alla finestra sulla strada e vedi che sorpresa ti stanno facendo!
Appena mi dice queste parole, sono già scattata alla finestra opposta della casa. La apro e mi sporgo leggermente. Non posso credere ai miei occhi. Una decina di giornalisti sono accalcati al mio portone di casa.
- Perfetto! E io adesso cosa dovrei fare?
Richiudo la finestra e mi getto sull'enorme letto vicino.
- Non sei l'unica. Si sono appostati anche davanti a casa mia. Sono riuscito a scappare dall'ingresso secondario. Ti aspetto alla chiesa all'angolo. Quella rossa.
- E come credi riesca a raggiungerti? Qui non ci sono uscite secondarie!
- Sono sicuro che ti inventerai qualcosa!
E riattacca. Poco prima che potessi mandarlo a quel paese. Ora come faccio? Mi alzo in fretta dal letto e mi vesto. Allaccio la seconda converse e prima di uscire mi infilo dei guanti di pelle. Ancora non capisco come mai io abbia dei guanti di pelle. Scuoto la testa ed esco di casa. Finisco al primo piano e suono alla signora Potter. Una vecchina con un cagnolino odioso. Di quelli che abbiano a qualsiasi cosa, anche al vento. Appena mi apre la porta, mi squadra da capo a piedi. Non le sono mai andata a genio e ancora non riesco a capacitarmene. Le chiedo aiuto, e se è possibile, passare dal suo balcone. Mi guarda ancora più allibita, ma acconsente. Mi accompagna al balcone e mentre sta per richiudere la finestra mi dice:                                                                                                                  
-Non voglio assistere alla tua rovinosa caduta. Se ti succederà qualcosa sappi che io non ti conosco!    
E mi lascia lì. In balia del mio assurdo piano: sfracellarmi sui tetti dei palazzi.
Mi arrampico sulla ringhiera, porto la gamba sinistra dalla parte opposta e poi la destra. Sono pronta per saltare sui tetti dei garage. Abbiamo un ingresso sul cortile che porta ai garage, ma è posto difronte all'ingresso principale. Mi vedrebbero tutti. L'unico modo per scappare sono i tetti.
Chiudo gli occhi e mi preparo al salto. Non molto alto, ma per una che non lo ha mai fatto è sempre una strana sensazione. In pochi secondi mi ritrovo a correre sui garage. Arrivo dalla parte opposta e mi trovo davanti ad un altro palazzo. Non ci sono vie di fuga. E adesso?
Inizio a correre sulla destra e mi ritrovo dallo sfascia carrozze. Un piccolo muretto delimita l'area e all'interno 4 dobermann a fare da guardia. Raccolgo le forze e cerco di non precipitare, mettendo il piede destro in fila dopo il sinistro. Braccia allargate per mantenere l'equilibrio. Reminiscenze dell'ora di educazione fisica. Ma a scuola avevamo un bel tappeto a proteggerci e non camminavo ad un'altezza di oltre un metro. Respiro profondamente e continuo nell'impresa. Riesco ad arrivare dalla parte opposta senza troppi problemi, se si escludono i quattro cani che hanno continuato ad abbaiarmi seguendomi da terra. Appena raggiungo l'obiettivo mi fermo a guardare da che parte poter passare. Un palazzo sulla destra e difronte una casa ad un piano solo. Bè Sofia, rimboccati le maniche e fa che quel palazzo sia tuo! Mi arrampico, perché ovviamente, il palazzo sul quale salire, è più alto del muretto dello sfascia carrozze. Una liscia no eh? Riesco ad appoggiare una converse su un chiodo sporgente, sperando che non si stacchi da un momento all'altro. Molto velocemente raggiungo il tetto e in pochi minuti mi ritrovo a correre nuovamente. Riesco ad arrivare alla strada finalmente, cercando di non sfracellarmi all'ultimo momento, puntello un piede alla ringhiera del cancello che delimita l'abitazione. Un ultimo sforzo e mi ritrovo a terra. La chiesa è qui vicino, infilo le mani in tasca e la raggiungo. Ben scende dalla macchina. Fortunatamente non una limousine o una Ferrari ma una “semplice” BMW.

-E quanto ci hai messo!
Mi dice mentre mi spinge dentro la macchina. Non faccio in tempo nemmeno a rispondergli che mi ritrovo accomodata sui sedili della sua auto.
-Per tua informazione, sono dovuta passare sui tetti per arrivare fino a qui! Ho incrociato le dita tutto il tempo, perché mi sbucassero le ragnatele dai polsi!
Lui mi guarda spalancando gli occhi.
-E' tutto vero! Ho evitato che 4 cani mi sbranassero, che mi sfracellassi arrampicandomi su un tetto e che una vecchina mi infilzasse con un coltello per essere qui! Il tutto zampettando, non proprio allegramente, per i tetti del quartiere.
-Tu vuoi dirmi che hai fatto Spiderman in versione femminile?
-Meglio mio caro, molto meglio se consideri che lui alla fine qualche potere ce l'ha! Io sembravo una gatta obesa che cerca di saltare come una gazzella. Un disastro cosmico! Una specie di Catwoman più in versione Danny De Vito che Halle Berry! Ma alla fine ce l'ho fatta e ancora non ho ben capito come!
Lui spalanca la bocca e inizia a ridere. Da quanto ride riesco a vedere le lacrime scendergli dagli occhi e io rimango spiazzata. La mia non voleva essere una battuta ma una constatazione di quello che ho dovuto fare. Della mia non agilità e che, nonostante questo, sono arrivata sana e salva alla meta. Si porta una mano alla bocca e con l'altra cerca il mio braccio. Io sono sempre più arrabbiata mentre lui se la spassa. Appena raggiunge il mio corpo lo scaccio con una mano.
-Cioè spiegami un po', io sono qui a raccontarti cosa ho dovuto fare e tu mi ridi allegramente in faccia? Sai che non era obbligo che ti raggiungessi vero? Potevo starmene rinchiusa in casa tutto il giorno e invece ho saltellato sui tetti per raggiungerti. Bella riconoscenza!
Metto un finto broncio, sporgendo un po' troppo il labbro inferiore.
-Hai ragione, scusami! Ma ti ho immaginata a zompettare sui tetti e devi ammetterlo non è un'immagine molto seria!
Scoppio a ridere. Ha perfettamente ragione e in più ho pregato per tutto il tempo che nessuno mi vedesse perché: uno avrei dovuto spiegare la situazione, due mi avrebbero potuto denunciare come possibile ladro e tre mi sarei finalmente dovuta scavare una fossa bella profonda dalla quale non uscire più.
Mette in moto e ci dirigiamo fuori Londra, almeno sarà difficile per i giornalisti, rintracciarci.

Dopo più di un'ora di viaggio chiedo a Ben dove mi sta portando.
 -Semplice a Cotswolds!
Certo semplicissimo! E dove diavolo è? Cerco sulla cartina che ha in macchina questo posto, ma non lo trovo.
-Non lo troverai mai sulla cartina! Non è un paese o una città, ma un'intera zona, chiamata anche The Heart Of England. Praticamente è un'area che racchiude vari paesini e villaggi ma ricchissima di bellezze naturali. Vedrai che non ne rimarrai delusa.
A quelle parole già mi brillano gli occhi. Immagino già paesini sperduti costruiti con qualche strana pietra. Superiamo anche Oxford e ci ritroviamo nella più completa natura. Il cartello che scorgo dopo poco dice Bibury. Lasciamo la macchina in un piccolo spiazzo e iniziamo a camminare. Alle spalle abbiamo lasciato Londra e le nuvole per ritrovare qui qualche debole raggio di sole. Appena raggiungiamo il paese rimango sconvolta dalla bellezza. Sembra di entrare nel mondo delle favole. Piccole case grigie con tetti spioventi. Bisogna vederle per capire la bellezza del posto. Tutto circondato da un piccolo fiume a da tantissimo verde. Sembra che in questo luogo il tempo si sia fermato per poter mantenere intatta la bellezza di questo villaggio. Il silenzio ci circonda e io non posso fare a meno di correre avanti per toccare letteralmente con mano quelle case. Per rendermi conto che non sono frutto della mia immaginazione. Talmente mi sembra di essere in un mondo immaginario che non mi sorprenderei se spuntassero addirittura fatine, gnomi ed elfi. Ben, poco più dietro di me, mi osserva e sorride, scuotendo la testa.
-Basta così poco per renderti felice?
Esattamente. Sì, non mi interessano mazzi di rose, gioielli, cuccioli. Mi basta scoprire posti nuovi, bere una buona tazza di caffè o cioccolata calda, accoccolarmi vicino al caminetto acceso, trovare una persona che mi apprezzi per quella che sono. Quindi direi proprio che mi basta poco per essere felice. Annuisco da lontano continuando a precedere Ben. Mi avvicino al piccolo fiume e mi distendo nell'erba verde. Chiudo gli occhi per abbandonarmi completamente a quel posto. Ben mi raggiunge poco dopo. Si siede al mio fianco appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
-Se potessi, starei qui per sempre.
Dico continuando a tenere gli occhi chiusi e permettendo al lieve venticello di scompigliarmi i capelli.
-E chi ce lo vieta?
La voce di Ben mi raggiunge poco dopo. Appena riapro gli occhi, ritrovo i suoi molto vicini ai miei. Mi metto seduta sull'erba, intenta ad osservare l'acqua del ruscello che delicatamente si infrange su delle piccole rocce.
-Nessuno! Ma io ho una settimana di vacanza, non so se tu hai impegni...
Dico alquanto imbarazzata. Mentre sta per rispondermi allunga il braccio sinistro e mi sposta dolcemente una ciocca di capelli che mi sta coprendo gli occhi. Arrossisco.
-Non ho impegni al momento. La premiere di Londra era l'ultimo obbligo. Ora sono libero, quindi possiamo rimanere qui.
E mi rivolge un meraviglioso sorriso che mi lascia interdetta. Sposto immediatamente lo sguardo, per non fargli scorgere le mie guance diventate rosse. Mi prende per mano e si alza.
-Allora dovremmo andare a trovare un albergo o ci toccherà dormire in macchina!
Mi dice mentre mi aiuta ad alzarmi. Una volta in piedi non molla la presa sulla mia mano. Tento di non far risultare debole la mia voce, dal groppo che improvvisamente mi si è formato in gola.
-Oppure potremmo dormire all'aperto come i boy-scout!
Dico non molto convinta delle mie ultime parole. Lui per risposta alza un sopracciglio.
-Non credo sia una buona idea! Ho visto un cottage che affitta le camere dove abbiamo lasciato la macchina, potremmo provare lì.
Acconsento con un cenno della testa e ritorniamo sul sentiero. Ci incamminiamo verso l'auto sempre tenendoci per mano. Il primo impatto emozionante, piano piano, lascia il posto ad una strana serenità, ad una pace interiore che non avevo mai provato fino a questo momento.
Appena entriamo nel cottage, veniamo accolti da una simpatica donnina. Avrà più o meno settant'anni. L'edificio è costruito esattamente come le case del villaggio. Tetti spioventi e tutti colorati di grigio. Quando Ben apre la bocca per parlare, viene interrotto dalla donna.
-Ma che bella coppia di ragazzi! Questo posto è ideale per gli innamorati!
Ok, rettifico, questa donnina nonostante la sua età, non ci ha preso per niente. Coppia? Ma magari! Ecco la mia testa che ricomincia a fantasticare, ma prima che io possa fermarla interviene Ben.
-Grazie mille signora! Avremmo bisogno di due camere, non è che può aiutarci?
-Due giovani ragazzi che portano avanti le vecchie tradizioni! Non credevo esistessero ancora dei ragazzi come voi! Oggi vanno tutti subito al sodo, mentre voi volete aspettare, ecco il perché delle due camere! Bravi!
-No, signora non è come crede...
Cerco di intervenire cercando di smorzare la felicità della donna che mi guarda sorpresa e sorridente.
-Tranquilla cara, non c'è niente di cui vergognarsi! E' così bello che rispettiate ancora le vecchie tradizioni! Però mi spiace abbiamo a disposizione solo il cottage grande, una specie di suite. Potrete tranquillamente dormire separati, ma sotto lo stesso tetto! È un problema per voi?
Io e Ben dormire sotto lo stesso tetto? Separati solo da una porta? Sono davvero nel mondo delle favole e non me ne ero accorta. Per non risultare troppo contenta poso gli occhi su Ben che sta già pagando la stanza. Come sempre mi sono fatta trascinare dalle mie fantasie e non ho seguito quello che mi stava accadendo intorno. Grande Sofia!
La donnina ci saluta mentre un ragazzo ci accompagna alla nostra camera. Trascino i piedi come fanno i bambini. Chissà ora cosa penserà Ben della sottoscritta! Pala, qui urge una pala per scavarmi la fossa!
Quando entriamo nella stanza rimango senza fiato. Non è molto grande, ma è davvero stupenda. Non mi meraviglio che i neo sposi vogliano venire qui per i loro viaggi di nozze. Poi prendo una piccola rincorsa e mi butto sull'enorme letto. Fatto a baldacchino, ma non un baldacchino normale, ma completamente di legno. Come se avessero usato i rami di un albero per costruirlo. Sul letto ci sono una decina di cuscini rossi. Ai piedi del letto un bel divano bianco e un tavolino di cristallo. Sulla parete opposta del letto un'enorme finestra che dà sull'intero villaggio. E il bagno completamente decorato di marmo rosa.
Ok, c'è troppo rosa e rosso in questa stanza e non va bene. Sono i colori dell'amore e uniti alle mie fantasie, potrei rischiare di non uscire viva da questa stanza. Probabilmente infarto. Anzi sicuramente infarto. Ben si appoggia ad una balaustra del letto, mi guarda.
-Ok, ora che abbiamo trovato l'albergo, forse dovremmo anche comprarci qualche cambio di abiti!
-Sì, hai ragione. Andiamo a cercare qualche negozio ok?
-Ci sto, ma stavolta pago io! Non ho intenzione di sfruttarti, anche se tu sei pur sempre un principe!
Tiro fuori una linguaccia e mi avvicino a Ben.
-Tu non mi stai sfruttando! E hai mai sentito parlare di un principe che fa pagare il conto alla sua principessa?
INFARTO, INFARTO, INFARTO! Si salvi chi può!
-E allora, dato che io non sono una principessa convenzionale, facciamo a metà!
E allungo la mano destra per stringere il patto. Lui la guarda dondolando la testa e poi l'afferra con la sua.
-Affare fatto! E ora principessa scendi dal letto e andiamo a fare shopping!
-Sei sicuro di essere reale Ben?
Non mi risponde, mi sorride solamente e mi riprende per mano accompagnandomi fuori dalla nostra camera.





*Questa è una foto di Bibury, un paesino che si trova all'interno della Cotswolds*




   
 
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