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Autore: Nyappy    24/02/2011    3 recensioni
Mer'n è un'Errante, una tatuatrice che vaga per le regioni del Bahtikka assieme alla sorella Lee'a, che una maledizione ha trasformato in un cane.
Quando iniziano a sparire delle ragazze, Mer'n è quasi sicura che la sorella rimarrà sempre vicina a lei, scodinzolando placidamente.
Quindi, ovviamente, viene rapita, e a Mer'n non resta che andare alla sua ricerca, in un mondo dove la magia non è nascosta e le foreste sono dotate di volontà propria.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mer’n amava il mare.
Non erano stupende le sensazioni che donava quell’immensità, quell’assoluto?
Poteva essere calmo o agitato, sereno o tempestoso, brumoso o un blu così intenso da ferire gli occhi. E quella dolce brezza mattutina che le scompigliava i capelli mossi?
Si, Mer’n adorava il mare.
Apprezzava particolarmente i porti, vivaci, pieni di gente e… lucrosi.
I maggiori clienti di Mer’n erano infatti i frequentatori di porti per eccellenza, i marinai.

Con i suoi abiti colorati e stravaganti e il cane sempre con sé era una dei tanti erranti di quelle regioni, e si definiva con orgoglio un’artista.
Eppure la Gilda dei Pittori non le andava molto a genio, la scultura era faticosa, l’architettura qualcosa solo bello da vedere… figlia di vagabondi, Mer’n aveva trovato arte nel corpo stesso.
Era una tatuatrice, e con la sua lama incideva sui corpi imprese, voti, speranze o semplici decorazioni; per la sua bella mano e l’approccio molto schietto era abbastanza conosciuta nelle regioni bagnate dal mare Bahtikka.
Cosa poteva essere più bello del diventare arte?
Nonostante fosse pronta a battersi per difendere le proprie opinioni, Mer’n sapeva che le sue idee erano piuttosto di parte. La gente comune evitava le persone tatuate, solitamente selvaggi, marinai, circensi o peggio… stregoni.

-Ehi Mer’n!-
Narai era un giovane marinaio parecchio fortunato che nonostante l’età e l’inesperienza aveva viaggiato molto, e amava raccontare a Mer’n le meraviglie esotiche che l’affascinavano.
-Naar! Da quant’è che sei tornato da Farun?-
-Ieri!-, rispose il giovane uomo tirando scherzosamente la ciocca più lunga dei capelli di Mer’n.
-Ma sono sfinito, è tutto il giorno che ti cerco, e dato che mi hanno dato un congedo piuttosto lungo pensavo di andare avanti con il nostro progetto.-, aggiunse chinandosi per accarezzare il cane della donna.
Quello di tatuatrice era un lavoro parecchio particolare.
Prima di tutto, aveva molto contatto pelle-pelle, e se non veniva presa sul serio per la sua età, era senz’altro la sua lama a farle giustizia.
Secondo, ogni volta che si ritrovava a parlare con qualcuno che aveva tatuato lo trovava diverso, cambiato. Una cicatrice in più, un nuovo tic verbale, tutto questo l’affascinava.
Terzo, aveva un ampio giro di conoscenze, seppur superficiali. Conosceva davvero molte persone, e quando lavorava incoraggiava i clienti a parlare per distrarli dalla lama sottile che incideva la loro carne e le polveri colorate che bruciavano.
Tra tutti i racconti che sentiva i suoi preferiti erano sicuramente quelli di Narai, che le riferiva di paesaggi fantastici e giungle inospitali, principesse bellissime che scorgeva di sfuggita e gioielli favolosi, il tutto con un attenzione ai dettagli che Mer’n adorava.
-Oggi che pezzo facciamo?-
Quello di Mer’n e Narai era un progetto ambizioso: voleva che tutta la schiena fosse un tripudio di colori e soggetti. Il disegno completo che avevano deciso mesi prima era stato diviso in pezzi e ormai ne mancavano pochi. Mer’n aveva addirittura imparato a scrivere per tatuare il verso di una ballata sulla scapola dell’uomo.
-Sotto il collo, il sole con le nuvole.-, le disse preparandosi a soffrire.
Mer’n si rimboccò le maniche della camicia e tirò fuori dalla borsa il grande foglio con il disegno.
I suoi occhi nocciola indugiarono sul collo nudo di Narai, e con l’unghia dell’indice tracciò una nuvola che copriva un grande sole, accanto alle fronde dell’albero tatuato vicino.
-Quello di oggi farà particolarmente male, credo.-, l’avvertì estraendo dal suo astuccio la lama e controllando che il cane sotto il tavolino fosse ancora lì.
-Su, non essere così negati…GWAH!-

Quello che le aveva raccontato Narai, più loquace e dolorante che mai, l’aveva lasciata un po’ inquieta: nelle regioni a sud ed ovest del Bahtikka stavano sparendo persone in modo sistematico, ed erano tutte ragazze sotto i quindici anni.
All’inizio a Ganthar, la prima città colpita, si era pensato ad un maniaco omicida, ma poi anche nelle altre regioni si stavano verificando quelle sparizioni, in più città contemporaneamente.
Una banda? Eppure in giro non si vedevano più brutti ceffi del solito, e le giovani sparivano all’improvviso: entravano in camera e non ne uscivano più, aiutavano la madre a fare spese ed un battito di ciglia dopo erano sparite.
-Non potrebbe essere opera di uno stregone?-, Mer’n era sicura di aver sentito di un vecchio mago dell’est che i divertiva a fare giochetti simili, anni prima.
-Si, è la conclusione più ovvia.-, le aveva confermato Narai.
Ma perché un mago doveva interessarsi a delle quindicenni quando poteva evocare bambole di carne e sangue con i suoi poteri?
-Gli stregoni del sud hanno subito fatto sapere che erano estranei alla faccenda, come quelli dell’est.-
-E gli stregoni della regione ad ovest-, aggiunse Mer’n, - sono in guerra, dubito abbiano il tempo di rapire ragazze, no? E qui a nord i Raccoglierbe sono isolati nei loro villaggi e non sanno nemmeno che esistono altre regioni.-
-Sei preoccupata per Lee’a?-, chiese Narai sofferente.
Mer’n interruppe per un attimo il suo lavoro, dando un’altra occhiata al cane sotto il tavolo.
-Non è ancora tornata normale. E sta ingrassando, quella pigrona.-
In tutta risposta il cane abbassò le orecchie, leccandosi placidamente il naso.
Lee’a, il grosso cane che viaggiava con Mer’n da un paio di mesi poco tempo prima era stata Lee’a la sorella minore.
Quella sciocca aveva insultato un mago dalla luna storta e questo le aveva lanciato contro una maledizione, rifiutandosi di cedere alle suppliche di Mer’n e scioglierla.
Aveva provato di tutto lei per far tornare la sorella normale, ma nulla, nessuno sembrava essere in grado d’aiutarla.
-Vai da un Custode, solo loro potrebbero aiutarti.-, le aveva consigliato un vecchietto.
I Custodi, gli stregoni a capo dei continenti… facile nominarli, impossibile trovarli.
Nel frattempo Lee’a come cane era cambiata totalmente: prima pestifera ed insolente, ora pigra e dormigliona.
-Giusto, tra un po’ dovrebbe compiere quindici anni anche lei.-, Mer’n riprese l’affilata lama in mano per continuare il suo lavoro su Narai.
Lee’a sbuffò, mentre l’uomo cercò di rassicurarla: -Ora è un cane, no? Dovrebbe essere al sicuro. AHI… e poi in questa regione devono ancora iniziare a sparire.-

Quella notte il sonno di Mer’n fu parecchio disturbato.
Come ogni notte abbracciava Lee’a, alla quale non piaceva dormire sola, eppure qualcosa non andava.
-Ah!-, si svegliò all’improvviso, sdraiata in modo scomposto sul pavimento di pietra della cappella, sola.
Lee’a era scomparsa.

Storia ispirata al contest "L'Harem e... il Pagliaccio" indetto da Elys

Mi sono finalmente decisa a pubblicarla :) è una storia di sei capitoli che avevo scritto per il contest. Poi ovviamente da brava scema mi ero segnata la data di consegna sbagliata e non ho potuto partecipare xD
Il limite di 9.000 parole mi aveva fatto tagliare parecchio, ma conto di arricchire e completare i capitoli man mano che li post. Dato che è già scritta, gli aggiornamenti saranno frequenti.
E' un esperimento, come un po' tutte le mie originali, quindi mi piacerebbe davvero sapere che ne pensate :D
Nyappy
   
 
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