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Autore: esmeralda92    24/02/2011    3 recensioni
rivisitazione dei primi tredici episodi della prima stagione di Merlin.. scrivendo scene, immaginate da me, di cui magari negli episodi si fa solo accenno. l'idea mi è venuta in mente questo pomeriggio mentre guardavo il primo eisodio della prima stagione e pensavo alla mia unica e inimitabile AG che oggi doveva sostenere un esame. per te, tesoro.. andrà tutto bene. Lady Fra ;)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
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Chapter Two

Idiota, idiota e ancora idiota!! ecco cos'era Merlin! Un qualificatissimo idiota. Pensò il regale asino entrando in camera e sbattendo la porta. Merlin lo aveva lasciato andare prima quella sera. Non voleva che combinasse altri disastri. Erano già successe abbastanza disgrazie quel giorno. Era stata una giornata iniziata male e finita ancora peggio.

Tanto per iniziare si era presentato con due ore di ritardo, quel mattino e lui aveva dovuto aspettare due ore nel letto i comodi del suo “valletto personale” come lo aveva definito suo padre. Poi, come se non bastasse, aveva svolto i suoi semplici compiti a rilento, tanto che persino un bradipo, una tartaruga o una lumaca sarebbero stati più veloci di lui. Aveva riguadagnato un po' di punti durante l'allenamento. Non si era accasciato al primo colpo come invece avevano fatto molti altri servitori più robusti e svegli di lui. A cena era stato un vero disastro. Sembrava che non riuscisse a tenere un oggetto in mano. Ed era così distratto.. Dal canto suo doveva ammettere che l'aveva fatto lavorare molto, ma era comunque meglio che quella sera il principe facesse da sé.


Quella mattina infatti..


Arthur si era svegliato da sé. Il che non era affatto positivo perché quando capitava significava che era tardi. Si alzò dal letto e si diresse verso le pesanti tende di velluto rosse e le scostò. Come aveva pensato. Il sole era già sorto. E da un po' anche. Si mise seduto sul letto aspettando con impazienza l'arrivo del suo servitore. E guardando la porta con uno sguardo omicida. Oh! Lo avrebbe sentito.. non l'avrebbe fatta passare liscia!

Verso le nove sentì dei passi veloci e rumorosi lungo il corridoio dirigersi verso la sua stanza. Come poteva non riconoscerlo? Faceva talmente chiasso che persino un sordo sarebbe riuscito a sentirlo. Poi lo vide entrare nella sua stanza senza neanche bussare. E Arthur lo guardò freddo mentre Merlin non si rendeva ancora conto che lui era sveglio. “Buongiorno Merlin. Non ti hanno insegnato che si bussa prima di entrare?- a Merlin venne un coccolone e e fece un balzo.

“Non fatelo mai più, mi avete fatto prendere un colpo.”
“Cos'è che non dovrei fare più?” fece alzandosi dal letto. E avvicinandosi a lui. Merlin distolse lo sguardo.

“Come mai.. siete già sveglio? Non dovrei.. svegliarvi io.”

“Infatti. DOVRESTI. Si da il caso però che questa mattina io mi sia svegliato da me, perché il mio servitore non è venuto a svolgere il suo dovere.”

“Sì effettivamente sono arrivato un po' in ritardo.”

“Un po'?! Dei Merlin hai una minima concezione del tempo?! Ti sei presentato con quasi tre ore di ritardo!”

“E voi siete stato nel letto ad aspettarmi tutto questo tempo? Non facevate prima a fare da voi, dato che siete già riuscito a svegliarvi da solo e fare calcoli di prima mattina DA SOLO, mio signore?-

Allora proprio non capisci, Merlin! Credi che ti stessi aspettando per cortesia, per fare quattro chiacchiere? Se avessi voluto la compagnia di qualcuno non avrei cercato di certo la tua! E se avessi voluto fare da me di certo non mi sarei tenuto un servitore idiota e inutile come te.”

“Grazie mio signore.” aveva affermato il moro con aria irriverente. Dei.. quel ragazzo aveva una capacità di fargli perdere le staffe in una maniera incredibile!

“Ah! Lasciamo perdere, è meglio!” e detto ciò mangiò la colazione e si fece aiutare da Merlin a vestirsi. E poi era iniziata la giornata..


che si era rivelata un vero disastro. Tranne per l'allenamento. Si era dimostrato davvero coraggioso. Aveva fatto bene a chiamarlo “idiota coraggioso” la volta del secondo incontro. Sorrise al ricordo. Già.. Merlin era il suo servitore idiota e coraggioso. Ma forse era meglio non dirglielo. Ripensando ancora una volta agli eventi della giornata Arthur giunse alla conclusione che lui, il futuro re di Camelot, aveva fatto da balia al proprio servitore. Cosa inaudita, mai accaduta a lui. Solitamente al primo errore Arthur li licenziava. Invece con Merlin era accaduto l'esatto contrario. Ma al pensiero sorrise invece di arrabbiarsi ancora di più, come forse si sarebbe aspettato.

Basta, doveva riposare, fece mentre si cambiava per andare a dormire. Il giorno dopo sarebbe iniziato il torneo. E lui avrebbe dovuto reggere sulle proprie spalle una duplice tensione: in primo luogo c'era la tensione per gli scontri, che creavano sempre e comunque un minimo di tensione; in secondo luogo c'era suo padre: gli procurava più tensione degli scontri stessi. Sì perché suo padre voleva che lui lo rendesse orgoglioso, tenesse alto l'onore dei Pendragon. Perché doveva dimostrare al suo popolo che era in grado di guidarlo, di comandarlo. Di essere il futuro re di Camelot. Niente di nuovo.. erano sempre gli stessi discorsi che si sentiva ripetere da quasi ventun anni. Tuttavia non riusciva a farci l'abitudine. E ogni volta che che sentiva suo padre pronunciare quei discorsi, sentiva un macigno che lo opprimeva e sembrava quasi fossero detti come per dirgli che poteva fare molto di più. Che non era sufficiente ciò che faceva. Fortunatamente c'era Morgana che cercava di stargli vicino anche se ogni volta affermava di non riuscire a comprendere questa mentalità tanto stupida di Uther. E poi ora aveva Merlin. Sul quale sfogarsi. Non era un atteggiamento corretto, però anche lui se le tirava dietro!

Si infilò sotto le coperte e soffiò sulla fiamma della candela. E poco dopo si addormentò.


                                                                                                                                             ***


Quel pomeriggio quando l'aveva cacciato via, si era sentito solo. E ora lo si sentiva ancora di più. Merlin se ne era appena andato. Poche ore prima lo aveva licenziato, gli aveva dato come ultimo ordine di sparire dalla sua vista. E lui l'aveva fatto. Poi era tornato la sera. Per chiedergli di non combattere contro Valiant, perché era un duello impari. Arthur lo sapeva benissimo. Ma non poteva permettere che suo padre e l'intera corte reale credessero che le accuse mosse contro il cavaliere erano state rivolte per codardia, perché non era così. In cuor suo Arthur sapeva che ciò che Merlin aveva giurato quella sera, nella camera del principe, guardandolo negli occhi, a così stretto contatto, era la verità. Ma Uther non aveva voluto credergli. Perché la parola di un servitore non conta niente contro quella di un cavaliere, secondo quel codice stupidissimo che vigeva. Aveva creduto di sapere la verità. Si era fidato di Merlin.. e quale era il risultato? Era stato umiliato davanti all'intera corte. Era stato fatto passare per codardo. Era stato costretto a ritirare le accuse dal momento che il testimone che avrebbe dovuto confermare la versione dei fatti, era morto.

E nonostante l'avesse cacciato in malo modo, Merlin quella sera era tornato. Preoccupandosi per lui. Cercando di convincerlo a ritirarsi, sostenendo che non aveva senso accettare una sfida di cui si sapeva già quale sarebbe stato l'esito. Arthur era d'accordo, ma non presentarsi il giorno dopo sarebbe equivalso a confermare ciò che Valiant sosteneva, ovvero che aveva agito per codardia. Non poteva permettere che avesse ragione. Sia perché non sopportava l'idea di dargli ragione, sia perché non sopportava il fatto che girasse intorno a Morgana. Non gli piaceva quel tipo. E il fatto che fosse interessato a Morgana lo infastidiva. Non poteva toccarla. Non doveva neanche osare sfiorarla o pensarlo. Morgana non faceva per lui. O meglio.. era lui a non fare per lei. Si meritava molto di più di quel grezzo, falso, bruto cavaliere. E il giorno dopo avrebbe ristabilito l'ordine. Valiant sarebbe stato sconfitto nella competizione, suo padre e la corte avrebbero cambiato opinione sul suo conto e Morgana si sarebbe tolta dalla testa Valiant. Ottima idea. Doveva riuscire a sconfiggerlo,doveva. Anche se il duello era impari. Lui era un Pendragon e per quanto sarebbe stato difficile lottare contro la magia, ce l'avrebbe fatta.


                                                                                                                                ***


Ce l'aveva fatta. I serpenti erano usciti dallo scudo, tutti avevano visto che le accuse erano vere e Valiant era morto. Non che gli fosse dispiaciuto. Anzi. Tanto se non l'avesse fatto lui durante il duello, l'avrebbe fatto suo padre giustiziandolo dal momento che aveva fatto uso di stregoneria a Camelot, essendo questa vietata. Aveva accorciato i tempi. E aveva accompagnato Morgana alla festa. Alla faccia di valiant. E ora anche Morgana si era ricreduta. “ha dimostrato di non essere un campione” eh già. Già. Era tutto tornato alla normalità quando poi aveva affermato di averlo salvato. Lei?! È vero, l'aiuto gli era tornato utile, ma affermare di averlo addirittura salvarlo.. era troppo. Di sicuro gli sarebbe venuto in mente qualcos'altro.

Ma ciò che più gli dava soddisfazione era lo stato vedere i serpenti prendere vita. Perché anche se aveva dubitato di Merlin dopo ciò che era successo, gli era stato dimostrato quanto si fosse sbagliato a licenziare il “valletto personale” che Uther gli aveva assegnato. E quella volta ne era stato felice. Aveva capito che di lui si poteva fidare. Il che era assai raro. E poi, licenziare Merlin era stato un grandissimo errore. Per prima cosa perché trovare un altro servitore idiota come lui era difficile e di certo lui non aveva alcuna intenzione di sprecare il suo preziosissimo tempo a cercane uno; e anche perché le sue risposte irriverenti erano estremamente divertenti e lo mettevano di buon umore.

Stava per andare a letto quando sentì i passi rumorosi di Merlin per il corridoio. E sorrise. Lo vide entrare senza bussare.

“Cosa c'è, Merlino?” fece sorridendo con arroganza. “Sei così impaziente di vedermi da venire nelle mie stanze la sera?” Merlin chinò il capo cercando di nascondere l'imbarazzo. Arthur sorrise. Gli piaceva metterlo in difficoltà.

“N-no in realtà io.. ero venuto per ringraziarvi.” il nobile sorrise ancora.

“Per cosa?”
“Per aver cambiato idea riguardo.. il mio licenziamento.” il biondo lo guardò per qualche secondo. Poi alzò le spalle.

“Ti ho già detto perché l'ho fatto. Devo ripeterti tutti i compiti che hai da svolgere?”

“No. Grazie. Me li ricordo.” Arthur sorrise.

“Beh, se non altro hai buona memoria.” sussurrò avvicinandosi.

“Immagino.. di avervi disturbato quindi.. vado..”

“A domani. E vedi di essere puntuale.” fece per poi dirigersi verso il letto e infilarsi sotto le coperte. Merlin uscì.


  
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