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Autore: Aerith1992    24/02/2011    3 recensioni
Aluan nel caos, un Imperatore malvagio, un compagno d'armi con manie di eroismo. Riuscirà Arthur, cercato dallo stesso Imperatore, a salvare il suo fratellino Peter? Potenti nemici e nuovi alleati si profilano ad un poco sereno orizzonte...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland, Russia/Ivan Braginski
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 11 - Bivio

 

Alfred osservò sconsolato per l’ennesima volta il punto in cui Arthur era scomparso il giorno precedente. Ora che il mago non era più con lui, nonostante fosse sopracciglione, orgoglioso, scontroso, burbero, irritabile, a volte addirittura isterico, Alfred si era accorto di come gli mancasse la sua compagnia, non solo perché al momento si sentiva solo, ma anche per le sue qualità. Arthur sapeva ascoltare (quando Alfred non diceva stupidaggini, il che, come aveva detto spesso Arthur, era una rarità) e sapeva dare ottimi consigli, conosceva tantissime cose e riusciva a trovare soluzioni utili a piccoli problemi che si presentavano. Come quando aveva deciso di cancellare le loro tracce, richiamando dietro di loro una corrente di vento che spostasse la neve. Una era però l’abilità del mago che in quel luogo e in quel momento Alfred gli invidiava: la capacità di orientarsi. Anche se non lo avrebbe ammesso.

Sì, perché doveva essere ormai la terza volta che passava di lì. Aveva girato in tondo per tutta la mattinata senza risultato. Ma Alfred non era tipo da arrendersi, così, dopo una breve pausa, si rimise in piedi e riprese a camminare. Presto o tardi avrebbe trovato una strada battuta, e da lì sarebbe stato più semplice trovare qualcuno a cui chiedere che via avrebbe dovuto prendere. Tanto nessun pazzo furioso gli stava dando la caccia,  non importava se qualcuno si fosse accorto di lui. Però doveva fare in fretta. Arthur si era fidato di lui, e Alfred sarebbe stato all’altezza delle sue aspettative. Doveva raggiungerlo prima che gli facessero qualsiasi cosa, e non sarebbe stato uno stupido bosco o foresta a spaventarlo!

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Non appena Arthur aprì gli occhi, si sorprese di sentire sotto di se né il duro pavimento di una cella né lo scomodo terreno, ma un comodo materasso. Chissà, forse tutto quello che gli era successo era stato solo un sogno, ed era ora di svegliarsi per andare a lavorare… O meglio ancora, Ivan non aveva mai occupato il Regno e dato la caccia ai maghi. Però sentiva dolore al polso e al resto del suo corpo, quindi ciò che era accaduto con Natalia era reale. Dove diamine era allora? Arthur fissò il soffitto di legno, prima che giungesse alle sue orecchie il ritmico respiro di qualcuno che dormiva. Girò il volto nella sua direzione, pronto, o almeno così sperava, a un possibile attacco. Su un letto poco lontano alla sua destra dormiva un uomo dai capelli marroni e il volto olivastro, insieme a un gattino. Arthur vide che erano in una stanzetta piuttosto piccola con una minuscola finestra e le pareti bianche, i letti erano appoggiati ai muri laterali opposti l'uno all'altro. La porta di legno scuro si aprì, lasciando entrare nella stanza un ometto dai corti capelli neri e gli occhi profondi e scuri, che osservarono prontamente Arthur sveglio. Il mago cercò di mettersi a sedere, agitato, ma il nuovo arrivato lo fermò. -Non si muova così velocemente, le sue ferite non si sono ancora chiuse- -Dove mi trovo?- chiese Arthur, dopo aver obbedito, stupito da quanto tremasse la sua voce. L'altro sorrise. -Si trova nel Quartier Generale della Resistenza. Io sono Kiku, quello che sta dormendo é Heracles-

Solo in quel momento Arthur si accorse di aver trattenuto il fiato e sospirò, ora tranquillo. -Arthur. Mi chiamo Arthur- rispose. -Come sono arrivato qui?- -Abbiamo saputo che Natalia era andata a combattere contro un mago, ma era troppo tardi per provare a raggiungerla, cosí l'abbiamo aspettata. Sapevamo dove sarebbe ricomparsa, così l'abbiamo presa di sorpresa. Era stanca, non é stato difficile batterla, e ti abbiamo preso da lei- Arthur trasalì. Sapevano della sua identità, avevano informazioni importanti, c'era da fidarsi? Di fronte a lui Kiku sorrise ancora una volta in un modo emblematico. -Alla punta del letto c'é un cambio per te e del cibo se desideri rifocillarti. Quando avrai finito, i capi vorrebbero parlarti. Se c'é qualche problema, sono appena fuori di qui- disse, prima di svegliare Heracles e di uscire insieme all'uomo dalla stanza.

Arthur si vestì lentamente, notando come le ferite dello scontro fossero state medicate con attenzione. Il polso soprattutto era stato bloccato da due pezzi di legno levigati e una fascia bianca pulita. Arthur ringraziò mentalmente il fatto che fosse stato lasciato da solo. Non potendo usare la mano destra, per mangiare si dovette adeguare con la sinistra, con risultati per Arthur umilianti. Più di una volta infatti rischiò di tirarsi addosso il cibo, facendolo fortunatamente finire nella sua ciotola. Una volta pronto, uscì dalla stanza, dove Kiku lo stava aspettando. -Ti accompagno- disse. Lo guidò verso una stanza più grande, nella quale uomini di tutti i tipi lo osservarono, mettendolo in soggezione. Un biondo dall'aria vivace (per non dire stupida secondo Arthur) lo salutò allegramente, mentre il ragazzo accanto a lui lo fissò con una espressione apatica, come se della sua presenza non gliene potesse importare di meno. Heracles, l'uomo di prima, era addormentato profondamente su una panca. Un altro con i capelli biondi lunghi fino alla spalla e gli occhi verdi e una enorme balestra in mano gli lanciò un'occhiataccia da far accapponare la pelle al diavolo in persona. Poco più in là, un altro biondino stava discutendo animatamente con una donna che lo osservò con uno sguardo felice. Gli sorrise persino, e Arthur si sentì arrossire. Accanto a lui, Kiku sembrava non meno imbarazzato di lui in quel temporaneo compito di cicerone affidatogli dai fantomatici capi che nella fantasia di Arthur iniziavano a somigliare a due troll imbizzarriti. Tremò appena quando Kiku si fermò davanti a una porta di legno scuro dall'aspetto inquietante. Arthur si guardò sospettoso intorno. Come quei tipi, soprattutto quello con la balestra, non sembravano fidarsi di lui, così Arthur non si fidava di loro. Ma non sembrava esserci alcun pericolo, con l'ovvia eccezione del tipo con la balestra, così si decise ad entrare.

Ciò che trovò nella stanza non poteva essere più lontano da ciò che Arthur si era immaginato, definibile con un unico termine: caos. Un ragazzo più piccolo di lui con uno strano ciuffo saltellava intorno al tavolo lanciando di tanto in tanto dei "Vee~", mentre uno praticamente identico a lui, se non per l'espressione corrucciata e il ciuffo a destra, esclamava imprecazioni di vario tipo all'indirizzo di un uomo che... Che Arthur aveva già visto da qualche parte, e che lo fissava stupito a sua volta. -Arthur!- esclamò, senza dare peso agli insulti che continuavano ad arrivare. -Antonio?- chiese Arthur esitante. L'altro sorrise in risposta. Non si era sbagliato: davanti a lui si trovava l'amico nemico d'infanzia Antonio Carriedo cresciuto in un bell'uomo dalla carnagione olivastra e un fisico invidiabile. Da una porta sul retro della stanza entrò un altro uomo dai capelli biondi raccolti in un codino e gli occhi azzurri dicendo -Cos'é tutto questo rumore? Mi stavate cercando?- , che Arthur riconobbe immediatamente. -Francis- ringhiò. Quello parve notarlo solo in quel momento e lo guardò con aria sconcertata. -Arthur? Sei proprio tu? Quanto tempo!- disse avvicinandosi a lui a braccia aperte. Arthur gli scoccò un'occhiataccia, che stava a significare "se mi tocchi ti uccido". Francis si finse oltraggiato. -Ma come Arthur, non vuoi salutare un tuo vecchio amico?- -Non se sono sicuro che questo "amico", come lo chiami tu, voglia solo palparmi- rispose il mago. Antonio dietro di loro rise, mentre i due ragazzi sicuramente gemelli li osservavano, uno con l'espressione allegra e tranquilla, l'altro palesemente sospettoso. -Allora sei tu il mago che Natalia voleva così disperatamente catturare!- esclamò Antonio -Pensavamo che eri stato tra i primi a sparire preso da Ivan!- -Direi proprio di no- rispose Arthur ancora una volta con un ringhio, profondamente irritato, ma Antonio sembrò non accorgersene. Intanto Francis si era avvicinato a lui, con l'evidente intento di palparlo, ma con un leggero e veloce movimento della mano lo fece cadere. -Non ci provare più, o ti accadrà di peggio che finire a terra, rana- disse Arthur con un tono ostile. -Non mi aspettavo proprio voi due a capo della Resistenza-  -L'abbiamo fondata noi- disse Antonio, perdendo parte del suo sorriso -Non appena Ivan ha preso il potere ha subito provveduto a eliminare i parenti dell'Imperatore, soprattutto i suoi Eredi, ma io e Francis, con l'aiuto di un amico, li abbiamo nascosti appena in tempo, vero Lovi?- chiese in tono giocoso al gemello con i capelli più scuri, che rispose sottovoce -Taci bastardo- Per tutta risposta Antonio tentò di abbracciarlo dicendo -Dai Lovi, lo so che sei imbarazzato!- -Non é vero, bastardo!- L'altro gemello intervenne, mentre Antonio tentava di afferrare Lovino -Ve, dobbiamo essergli grati, ci hanno salvati appena in tempo!- -Feli, sei così carino!- esclamò Antonio con Lovino stretto tra le braccia.

Allora i due gemelli erano gli Eredi, pensò Arthur osservandoli attentamente. Da piccolo li aveva visti solo una volta di sfuggita, ma era praticamente certo che uno di loro era una bambina! Ora che lo ricordava, avevano anche allora quegli strani ciuffi. Dietro di lui, Arthur sentì Francis avvicinarsi, e si voltò nella sua direzione con uno sguardo assassino. Francis alzò le mani, ma parlò come se niente fosse -Abbiamo radunato qui tutte le famiglie dei maghi scomparsi e chiunque è nemico di Ivan. Per i maghi, non abbiamo potuto fare niente- -Come avete avuto le informazioni su Natalia e su di me?- chiese Arthur, osservando i due ragazzi. Con un ghigno gli risposero -Abbiamo un informatore, ovvio- -Un nostro amico, conosciuto nei bassifondi della capitale insieme al fratello, Ludwig. È entrato senza alcun problema nelle grazie di Ivan- Arthur non poté non sospirare. Chissà che razza di tipo doveva essere, perché Antonio e Francis avessero una così alta opinione di lui, senza contare che veniva dai bassifondi. -Ve, Lud è un ragazzo così simpatico! Dovresti conoscerlo!- esclamò Feliciano allegramente, mentre Lovino, ancora incastrato fra le braccia di Antonio, mormorava qualcosa terribilmente simile a “mangia patate”

-A proposito di informatore, siamo venuti a sapere che ti stavi dirigendo proprio verso il Palazzo Bianco quando sei stato attaccato… Cosa ti porta nella tana del lupo? Mi stavi cercando forse?- disse Francis in tono allusivo, alzando le sopracciglia curate. -Certamente no, stupida rana! Sono qui per riprendermi mio fratello- -Hai un fratello?- chiese Antonio perplesso. Arthur alzò gli occhi al cielo. -Sì, Peter. Sono riusciti a catturarlo, approfittando della mia assenza e del fatto che i suoi poteri non si sono sviluppati- -Mi ricorda qualcuno...- disse Antonio con un ghigno divertito. Arthur sospirò rimpiangendo amaramente di aver fatto involontariamente sapere ai due che i suoi poteri non volevano risvegliarsi: la loro mancanza era palese. Tranne quella volta che aveva fatto saltare la porta. Che soddisfazione era stata per Arthur quella! -Allora Arthur che ne dici di aiutarci a ridare il potere agli Eredi? Così potresti riavere Peter ed essere libero- disse Francis puntando i suoi occhi celesti in quelli verdi di Arthur.

Non gli avrebbe mai detto che sarebbe voluto entrare nella Resistenza già anni prima, e finse di pensarci un po' su. In verità era ben consapevole che da solo non avrebbe mai potuto farcela da solo contro Ivan. Inoltre, Francis e Antonio potevano essere una fonte di utili informazioni. A parte la compagnia di vecchi nemici, non aveva niente da perderci. Anche Francis sembrava averlo capito, per cui lo guardava con un sorriso soddisfatto.

-Allora?- -Accetto- rispose Arthur. Feliciano, che era stato miracolosamente zitto per tutto quel tempo, saltò con un'esclamazione di gioia, Antonio aveva stretto Lovino e sorrise illuminando l’intera stanza, Lovino smise di imprecare, Francis si ravviò i capelli con un gesto soddisfatto. -Stasera vino per tutti!- esclamò allegro. -Non dire stupidaggini, Francis. Sangria per tutti- disse Antonio. -Non berrò mai quella roba lì. Ho detto e lo ripeto, VINO!- -SANGRIA!- -VINO!-

Arthur alzò gli occhi al cielo, iniziando già a pentirsi della scelta appena fatta. Feliciano gli si avvicinò saltellante e gli prese il braccio. -Ve, vieni con me, ti presento tutti gli altri!- disse con un caldo e spensierato sorriso. -Starai bene con noi, vedrai!-

Arthur sperava davvero di non doverne dubitare in seguito. Ci fosse stato anche Alfred… Certamente il ragazzo si sarebbe divertito un mondo insieme a quel branco di idioti.

 

 

 

***

Salve a tutti! Siccome mi sento buona salto la partaccia del tipo "poche visite, poche recensioni", di cui anche io mi sono stufata. Ergo, vado subito al dunque.

La mia mente ha sfornato questo capitolo così velocemente! Un paio di giorni dalla pubblicazione del capitolo scorso ed era già pronto! Quindi ringrazio la mia carissima mente (e ignoro lo spaventoso brufolo che mi è uscito ç_ç)

Niente più combattimenti per un po'! Sono sicura che sarete tutti contenti (io lo sono =7=), e ho colto questo capitolo per presentarvi un po' di personaggi. Ah, l'ultimo "branco di idioti" è un qualcosa di cui mi sento immotivatamente orgogliosa. Boh. Sarà che amo ruolare Arthur. (Magari è perché ti senti me, ma anche tu sei un'idiota! Taci Arthur! è_è)

Bene, bene. Io mi ascolto i Queen e Michael Bublè facendo finta che non mi interessino le vostre recensioni. I ringraziamenti sono sempre quelli, non mi va nemmeno di scriverli, quindi scusatemi e addio e_e

  
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