Anime & Manga > D.Gray Man
Segui la storia  |       
Autore: Bethan Flynn    25/02/2011    2 recensioni
-Hoshi, che cos’è?- sussurrò di nuovo il ragazzo, avvicinandosi a lei.
Gli sorrise, ma in quel sorriso non c’era gioia, e neppure odio.
C’erano paura, dolore, disperazione.
-E’ quello che potrei diventare io- mormorò solamente –la Caduta-.
Non tutti gli esperimenti sui non compatibili sono falliti.
Una ragazza è sopravvissuta.
E solo a lei spetta scegliere se la vita che le è rimasta sia la dannazione o la salvezza.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Ma voi prendete sempre il treno in questo modo?- Allen ansimava, sdraiato sul tetto della carrozza che sfrecciava nella luce mattutina.
Appena fecero il loro ingresso, la croce che portavano sugli abiti fece loro da lasciapassare: gli assegnarono subito uno scompartimento.
Hoshi lesse svogliatamente il fascicolo riguardante la missione, poi lo gettò sul sedile e si trincerò dietro al solito silenzio, guardando fuori dal finestrino, incurante delle chiacchiere degli altri esorcisti.
Non aveva praticamente chiuso occhio, si sentiva ancor più nervosa e irritabile del solito, e come se non bastasse le faceva pure un freddo cane.
Pensò agli akuma che probabilmente avrebbero trovato: se fossero serviti a scaricarla di quella tensione, sarebbe stata ben felice di farne fuori a centinaia.
Represse un ghigno al pensiero dell’azione della sua innocence.
Sua.
Represse lo sbuffo che le saliva alle labbra.
Come se lei l’avesse mai voluta, quella cosa innestata dentro al corpo, pensò.
-Signorina Hoshi, non avete una bella cera. Volete mangiare qualcosa?- Toma, il finder, le porse un pezzo di pane, ma la ragazza scosse la testa in segno di diniego e tornò a guardare fuori il paesaggio ormai reso netto dai raggi del sole.
-Sto bene, grazie- mormorò dopo un po’ con un sospiro. Era inutile essere sgarbate all’ennesima potenza con quel poveretto. Probabilmente non si immaginava neppure ciò che lo aspettava, oppure lo sapeva ma non aveva niente da perdere, magari aveva perso l’intera sua famiglia in quella guerra assurda, magari pensava che quelle battaglie fossero giuste e gli esorcisti fossero eroi.
Tutte balle, ma nessuno gliel’aveva mai detto.
Come nessuno aveva mai avvertito lei.
-Forse dovresti mangiare- la voce forzatamente gentile di Allen le provocò un moto di stizza. Non avercela con i finder era una cosa, essere gentile con gli esorcisti era tutto un altro paio di maniche. Era per colpa loro che lei si trovava lì.
-Ho detto che non ho fame. Lasciami in pace- sbottò secca senza neppure girarsi, col tono più tetro di cui era capace.
Sentì su di sé gli sguardi risentiti dell’albino e del finder, e quello lievemente sorpreso del giapponese: grazie al cielo una persona che non si scandalizzava per la sua scortesia.
In ogni caso, questo non voleva certo dire che se lo sarebbe fatto amico. Non c’era possibilità di contatto fra quei soldati convinti di essere scelti da Dio e lei, che di un dio non voleva neppure sentir parlare. Lei era stata scelta dalla voglia che gli uomini avevano di emulare quel Dio la cui esistenza non era neppure certa.
Lei era il frutto della presunzione umana.
Il progressivo rallentare del treno e la coscienza di essere finalmente arrivati la riscossero da quei pensieri.
Scesero, trovandosi in una stazione deserta e spazzata da una brezza gelida.
Hoshi si incamminò passivamente dietro gli altri, nascondendo il volto nel cappuccio.
Ad un tratto, la radio sulle spalle di Toma diede segni di vita: gli altri finder chiamavano aiuto, c’era un akuma, poi la comunicazione si interruppe di botto con uno sfrigolio. Il gruppetto arrivò velocemente all’entrata della città: una porta arcuata, divelta e incastonata in un cerchio di mura distrutto qua e là.
-Muoviamoci, forza- disse d’improvviso la ragazza, rimboccandosi le maniche e precedendo gli altri attraverso l’arco di pietra. I braccialetti-amuleto le scintillarono ai polsi, mentre si metteva in contatto con l’innocence.
Arrivarono sul luogo dov’erano i finder e videro la scena da un’altura: gli uomini erano assediati da un akuma che non somigliava a nessuno di quelli che Kanda e Allen avevano visto fino a quel momento, ma lei ne aveva visti eccome.
-Un livello due- mormorò. Gli altri si girarono a guardarla, sorpresi, ma Hoshi non fece una piega e continuò.
-Hanno un ego, e sono decisamente più potenti degli altri- disse piano –state attenti a non farvi ammazzare, perché io non vi aiuterò- continuò con un ghigno sarcastico –non sono qui per fare da balia a nessuno-
-Guarda che nessuno debba fare da balia a te, piuttosto, novellina- gli occhi neri della ragazza si strinsero, ma il suo volto non mutò in altro modo l’espressione neutra che teneva di solito, come se non avesse neppure sentito le parole del moro.
-Avete proprio un modo spiacevole di parlare, voi due- sbottò Allen, lanciandosi contro l’akuma.
-Non mi accomunare a nessuno di voi, se ti è cara la vita, esorcista- sibilò Hoshi sfrecciandogli accanto e correndo verso la barriera.
Doveva disattivarla e portare via quella roba prima che l’akuma si pappasse quel ragazzino ingenuo, pensò mentre un boato le suggeriva che la battaglia era iniziata.
Quando finalmente riuscì a demolire l’ultimo talisman, si trovò davanti una ragazza con lunghi capelli biondi che fuoriuscivano da una fasciatura che le copriva metà testa e che arrivava quasi agli occhi, metallici.
Dietro di lei stava un uomo deforme, avvolto in un mantello logoro.
Loro avevano l’innocence.
-Forza, consegnatecela- Kanda era apparso di fianco a lei.
-Aspettate- balbettò l’uomo –io sono vecchio, non mi rimane molto da vivere. Lasciateci insieme fino alla fine, poi potrete prendervela-
-Non possiamo. Non abbiamo tempo- mormorò Hoshi fissando il vuoto. Quella scena le faceva stranamente stringere lo stomaco, riportandole alla memoria ricordi dolorosi che lei avrebbe voluto tenere sopiti nella tomba di gelo che aveva costruito.
Improvvisamente il pavimento sotto di loro cedette con uno schianto, facendoli precipitare sempre più a fondo.

L’atterraggio non era stato granchè, ma sarebbe anche potuto andare, se solo quel giapponese acido non le fosse caduto addosso.
-Spostati- ringhiò lei, scansandolo bruscamente. Aveva preso una bella botta alla schiena, e dovette respirare a fondo un paio di volte prima di recuperare l’uso dei polmoni.
-Dove sono andati quei due?- Kanda si alzò in piedi, seguito subito dalla ragazza.
-Sono scappati- sbottò lei –andiamo, forza- iniziò a correre per quello che sembrava un labirinto di corridoi, imponendosi di non far caso al dolore per la caduta.
Ad un tratto, Toma sbucò di fronte a loro –grazie al cielo- esclamò sollevato –temevo di avervi perduti! Dov’è il signor Walker?- Hoshi fece un verso scocciato –quell’idiota si stava facendo ammazzare senza alcun ritegno. Perlomeno terrà occupato l’akuma finchè noi non troviamo quella bambola e la facciamo fuori- il finder ebbe il buonsenso di non replicare e li seguì mentre si rimettevano a correre.
Hoshi sentì l’innocence al suo interno premere per venire fuori e dovette fermarsi di schianto, cercando di reprimere l’invocazione.
-Ma che cavolo…- sussurrò. Non le succedeva mai, se non quando era molto vicina ad un akuma. Eppure lì non ce n’erano, erano solo lei, Kanda, e…
Si girò di scatto –spostati, quello è l’akuma!- gridò, ma fu troppo lenta.
Il nemico si era già trasformato, colpendo il giapponese in modo così violento da fargli sfondare una serie di pareti.
“Innocence. Specchio della Notte” fra le mani di Hoshi si materializzò uno specchio rotondo, con una cornice argentea ed elaborata, al cui interno si scorgeva solo la più completa oscurità.
Kanda, nel frattempo, non dava segni di vita, crollato addosso all’ennesima parete.
-Ehi, akuma- ringhiò la ragazza, mettendosi fra lui e il moro –giochiamo un po’, vuoi?- sentì il metallo dei bracciali bruciarle attorno ai polsi, ma era un dolore sopportabile, rispetto a quello che sentiva prima.
-Primo riflesso. Polvere- dal centro dell’arma uscì un vortice di sabbia bianca, accecante, luminosa, che avvolse l’akuma completamente. Quello iniziò a strillare.
-Stattene buono per un momento- sbottò lei, girandosi verso il giapponese.
Respirava.
Grazie al cielo, non avrebbe dovuto beccarsi una sfuriata perché aveva lasciato morire uno dei preziosi soldati dell’Ordine, pensò.
Vide la polvere sgretolarsi lentamente.
-Ok, adesso fatti un bel viaggetto, akuma- mormorò, mentre si preparava ad effettuare la seconda invocazione.
-Sono Allen, fermati!- la ragazza fissò la massa bianca scettica –mi vuoi prendere in giro?- sibilò avvicinandosi cautamente.
Una enorme mano bianca ruppe la barriera.
Hoshi saltò indietro: era la sinistra. Non era l’akuma. Ma com’era possibile?
Disattivò l’evocazione e dissolse la polvere, rivelando un Allen sconvolto e ferito.
-Quel bastardo si è sostituito a Toma, poi mi ha messo addosso la sua pelle ed è fuggito- ringhiò l’albino.
La ragazza si diede della stupida per non averci fatto caso.
-Stavo badando a quello lì, sembrava morto- disse seccamente a mo’ di scusa, girandosi verso il giapponese collassato a terra.
Allen scosse la testa –fa niente. Forza, dobbiamo trovare quell’innocence- disse. Hoshi annuì –prendi Toma- mormorò, poi si caricò Kanda sulle spalle e se lo trascinò dietro, nonostante pesasse davvero tanto.
Camminarono in silenzio per qualche minuto.
Hoshi rifletteva, del tutto indifferente alla concitazione della battaglia: perché quei ragazzi erano così disposti a farsi ammazzare per l’innocence? Cos’era per loro quella che lei vedeva come una costrizione?
Forse non avevano provato quel dolore, pensò.
Forse non sapevano cosa voleva dire per lei sincronizzarsi. Le sarebbe piaciuto pensare che ci fosse qualcuno che lo sapesse, ma era una speranza vana.
Lei era l’unica.
-Tutto bene?- la voce dell’albino la riscosse e si rese conto di zoppicare vistosamente sotto il peso di Kanda. Scosse la testa –abbiamo fatto un bel volo. Niente di grave, passerà- ansimò.
-Forse dovremmo fer…- insistette lui, ma la ragazza lo fulminò con lo sguardo.
-Non serve che vi preoccupiate per me. E’ quanto di più ipocrita possiate fare- sibilò, aggiustandosi meglio il ragazzo sulle spalle –non ho bisogno di aiuto. Troviamo quella maledetta bambola, stacchiamole la spina e facciamo fuori il vecchio. Tanto ha poco da vivere- sbottò. Allen rimase zitto, pensando sempre di più a quanto poco sopportasse lei e il tipo mezzo morto che stava trasportando.
Sbucarono in una grande sala, di cui non riuscivano quasi a vedere la fine.
Nel mezzo, la bambola e il vecchio, soli.
-Oh, finalmente- ringhiò Hoshi, mollando Kanda a terra senza troppe cerimonie e dirigendosi a passo spedito verso i due.
-Non possiamo più aspettare. Devo prendere l’innocence, a costo di uccidervi entrambi- disse ferma, guardandoli.
La bambola saltò in piedi, afferrando una colonna diroccata e facendo per scaraventargliela addosso.
-Baratro- mormorò Hoshi, e lo specchio si materializzò istantaneamente fra lei e la colonna, gigantesco, inghiottendola senza lasciarne traccia per poi tornare a dimensioni normali.
-Se non vuoi fare la stessa fine, consegnami l’innocence- mormorò minacciosa –adesso- voleva andar via da quel posto, si odiava per la sofferenza che stava causando, ma non poteva fare a meno di smettere di pensare che a lei nessuno aveva concesso una scelta.
La vita era crudele, e non era mai completamente in mano a chi la possedeva.
Allen si parò davanti a loro, fissandola truce –aspettiamo. Non c’è bisogno di prenderla subito-
La ragazza lo guardò irritata –scusa? Nel caso tu te ne fossi scordato, c’è un livello due che ci sta dando la caccia- disse sarcastica, ma quello non si mosse.
-Non voglio vedere una cosa del genere- disse.
La spada di Kanda spuntò da dietro l’orecchio della ragazza, puntata contro Allen –se non ti sposti, ammazzo anche te- sibilò il giapponese, che a malapena si reggeva in piedi.
-Fallo. Mi sacrificherò io per loro- gli occhi grigi di Allen li guardarono entrambi. Hoshi scrollò le spalle.
-Benissimo, aspetteremo finchè il vecchio non tira le cuoia- si sedette pesantemente a terra –che aspetti, Yu Kanda? Riposati finchè puoi, fra poco avremo visite- mormorò, sentendo l’innocence sempre più irrequieta.
-Gsor..?- la voce strozzata della bambola diede conferma alla sua premonizione, mentre il vecchio dietro di lei si trasformava nell’akuma, il volto distorto da un ghigno beffardo.
-Freeeegati, esorcisti!- cantilenò.
-Era lei ad avere l’innocence!- Hoshi scattò in piedi e si mise in guardia –maledizione, finchè la tiene non posso assorbirlo- sbottò.
Allen scattò verso l’akuma, il braccio che assumeva pian piano un’altra forma, simile ad un cannone.
-Ma che…- la ragazza lo fissò sbalordita.
-Si sta evolvendo. Probabilmente è una reazione dovuta alla rabbia- disse secco Kanda.
-Idiota. Non ce la farà mai in quel modo- la ragazza evocò lo specchio.
-Terzo riflesso. Lama- mormorò. Infilò una mano nell’oscurità e ne estrasse una katana dal manico argenteo e dalla lama nera come il carbone, come il centro dello specchio che scomparve non appena la punta ne fu estratta.
Schizzò verso la battaglia, dove Allen stava bombardando l’akuma di proiettili che però non riuscivano a scalfirne la pelle di sabbia.
-Recupera l’innocence! Al resto ci penso io!- Hoshi saltò su una colonna, ma l’albino non diede segno di averla sentita.
-Al diavolo! Stupido idiota!- sbottò, gettandosi sull’akuma e tagliandogli l’estremità che reggeva il cuore della bambola.
-Maledettaaaaaaa!- quello si rigirò, pronto a colpirla, e Hoshi vide che non ce l’avrebbe mai fatta a parare in tempo. Chiuse gli occhi, ma il colpo non venne, sostituito invece da un mugolio di dolore.
Davanti a sé, Kanda crollò a terra, colpito a una spalla.
-Ma che diavolo fai?!- strillò lei avvicinandosi, ma il giapponese la respinse bruscamente –forza, finiscilo. Quello là non può farcela- ansimò.
Hoshi lo guardò per un istante, poi annuì e evocò lo specchio, lanciandolo fra l’akuma e Allen.
-Baratro- l’arma si allargò, e il nemico fu acchiappato dal vortice che lo trascinò in quella densa oscurità, urlando furiosamente finchè non ne fu assorbito.
Hoshi cadde a terra in ginocchio, ansimando e tenendosi i polsi: vi erano profonde bruciature dove il metallo toccava la pelle, e sentiva come se il cuore le fosse stretto in una morsa.
Cessò l’evocazione, ma continuò a sentirsi sfinita.
Allen fu subito da loro. Gli porse il cuore della bambola senza una parola, l’innocence che risplendeva debolmente: la odiò più che mai. Non era causa che di dolore.
-Fanne ciò che vuoi- mormorò brusca, poi afferrò un braccio di Kanda, incurante delle sue proteste.
-Senti, io e te dobbiamo curarci, quindi non rompere. Chiaro? Altrimenti ti lascio qui- sbottò sfinita.
Non l’avrebbe lasciato lì, ma solo perché l’aveva salvata. Altrimenti, un pensierino ce l’avrebbe fatto eccome.
Non degnò Allen di ulteriori occhiate, se erano conciati a quel modo la colpa era solo sua e della sua gentilezza suicida.
Una volta usciti, sentirono la bambola cantare.

---

-Voi siete pazienti gravi, guaribili in cinque mesi!- protestò il dottore, ma Hoshi gli lanciò un’occhiataccia da dietro il cappuccio.
-Cinque mesi sono troppi. C’è chi non li ha- disse noncurante, facendogli un cenno con la mano e incamminandosi dietro a Kanda.
-Che cosa sei, tu?- gli chiese dopo un po’. Quello non rispose.
Hoshi ne era rimasta incuriosita, suo malgrado: aveva subito ferite gravissime, era stato colpito dagli akuma e nonostante tutto nello spazio di tre giorni si era completamente ripreso.
-Potrei farti la stessa domanda, novellina- fece acido, accennando ai suoi polsi con un cenno del capo.
La ragazza ghignò –direi che potremmo farci entrambi gli affari nostri, Yu Kanda- disse, tirandosi giù le maniche.
-Solo Kanda- sbottò lui.
-Allora io sono Hoshi, e non “novellina”- replicò lei impassibile, sancendo tacitamente una neutralità.
Strano, pensò.
Quello che stavano facendo, poteva essere definito come “chiacchierare”? Sbuffò al solo pensiero: quella missione era veramente stata una palla al piede, ed un’assurda perdita di tempo.
Quando sarebbero tornati all’Ordine, avrebbe chiesto di mandarla in missione da sola. Molto meglio, pensò, poter agire come le pareva.
-Oh? Che ci fanno qui pazienti guaribili in cinque mesi?-
-Sono venuti a dirti che se ne tornano a casa, con o senza innocence. Qui puoi pensarci anche da solo, ormai- disse Hoshi, fissandolo. Allen le rimandò uno sguardo sperduto, che si spalancò ancora di più quando il canto che proveniva dall’interno della struttura cessò improvvisamente.
Nonostante l’istinto le suggerisse di andarsene da lì, Hoshi aspettò finchè l’albino non ritornò con l’innocence e con un’espressione così triste in viso che non se la sentì di infierire ulteriormente.
Anzi, contrariamente a ogni previsione gli andò vicino, prendendogli l’innocence dalle mani e infilandola in una borsa –non a tutti viene data una scelta, Allen Walker- mormorò, battendogli una mano sulla spalla. Poi si incamminò verso la stazione senza dire più niente per tutto il viaggio, sentendosi addosso lo sguardo stupito di quelle iridi chiare.



Note dell'Autrice:

Eccomi qua ^__^
Mi sento molto simile a Hoshi in questo periodo, credo di avere la sua stessa aura omicida che mi aleggia intorno. La gente mi evita °w°
Ad ogni modo, eccovi la prima missione e un assaggio dell'innocence di Hoshi che ovviamente non esaurisce qui la sua funzione... con una cosa del genere ci si può sbizzarrire alla grande, lo vedrete XD
Forse qualcuno dei lettori più attenti avrà già capito qualcosa su Hoshi e la sua innocence, però il tusso sarà rivelato nel prossimo capitolo, perchè sennò questo veniva troppo lungo u.u
Adoro farla rispondere male a tutti. Mi sento realizzata, dopo due OC al limite della sdolcinatezza XD
Rispondiamo ai commenti e smettiamo di farneticare:

Sherly: si, lo studio del Romanticismo tedesco sta influenzando questa fanfiction in modo drammatico. Nel punto che sto scrivendo ora poi sembra di leggere Tieck .__.
Non lo so, mi sta appassionando questa cosa. Dopo oggi poi, la mia sete di sangue è alle stelle ò__ò figurati (parentesi che non c'entra un cavolo con la ff) che l'hanno avvertita a distanza persone che non c'entravano niente XD

Kamm: uh, che bello *__* una new entry ^__^ sono felice che Hoshi ti piaccia :3 è piuttosto intrattabile all'inizio, e quando incontra Lavi... beh, lo leggerai XD di sicuro non gliele manda a dire!

Scusate per la brevità ma devo scappare a studiare un piano malefico u.u
Al prossimo capitolo!!

Recensite T_T sennò come cavolo miglioro io?!

Un bacio a tutti quelli che leggono/seguono ^__^

Bethan
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: Bethan Flynn