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Autore: Quintessence    25/02/2011    6 recensioni
Com’è essere bellissima?
Com’è vivere all’ombra degli sguardi di tristezza e compassione –Perché il tuo ragazzo scopa con cento altre?
Com’è non mangiare dolci?
Com’è passare nei corridoi e mandare un bacio a un ragazzo e tutti fischiano?
Com’è essere la ragazza di Sirius Black?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Non importa come mi chiamo. Non importa se ho delle idee. Se ascolto musica Rock. Se mi piace il Rosso o il Verde. Se adoro la pizza con il salame piccante. Non importa a nessuno.
 
Io sono solo una faccia. Io sono quella da lasciar passare. Io sono solo un pezzo di personalità. Sono quella fortunata. Sono quella che non interessa a nessuno per quello che ha dentro, ma solo per come cammina, solo per come si atteggia, solo per come si trucca. Sono quella che tutti indicano e apostrofano. Sono la ragazza di Sirius Black.
 
Quando sei come me devi fare un’attenzione maniacale a tutto quello che ti sta intorno. Devi vivere nella costante consapevolezza che tutti, ma proprio tutti –e tutte soprattutto– ti stanno guardando. Ho imparato a camminare ancheggiando. E’ stato terribile. Ho avuto crisi di pianto ogni notte sentendomi ridicola al mattino. Ho imparato a truccarmi, arrossendo come fossi un pagliaccio. Ho imparato a ridere nei momenti giusti, a tacere quasi sempre. A tenere un tono di voce non troppo basso né troppo alto. Ho imparato a non rendermi ridicola. Ho imparato ad essere sempre al centro dell’attenzione senza che si rida di me. Ho imparato a portare i tacchi. I tacchi maledetti. Li ho odiati, oh, quanto. Oggi li porto anche dodici. Mi avete sentito, cazzo. Ho imparato ad essere la perfezione. La ragazza da esibizione. La gente in gruppo si apre per cedermi il passo.
 
E come credete che sia?
Quando sei come me non puoi sbagliare oppure hai cento dita puntate addosso. Quando sei una ragazza famosa, quando sei una ragazza popolare perché legata al ragazzo più popolare del momento, sei in prigione. La prigione degli elogi da parte delle ragazze, dei complimenti da parte dei ragazzi. La prigione dell’invidia da chi vorrebbe stare al tuo posto. La prigione della perfezione. Se non sei abbastanza brava, diventi pazza.
 
E come credete che sia?
Quando sei la ragazza di uno che non ti ama. Che non gliene importa più dei lacci delle sue scarpe, di te. Che sta con te solo perché una volta ogni due giorni ha bisogno di infilarlo in qualche buco, e non è così bravo da rimorchiarne così tante. Che a tutte, a turno, dice “la lascerò per te”. Ma poi non lo fa.
Perché naturalmente io sono qui per lui. Non lo lascerò di certo, no? Perché dovrei mollare la parte dorata della prigione per finire nella polvere?
 
E come credete che sia?
Quando sei costretta a rinunciare a tutto. A dire di no sempre. Budino al cioccolato? No. Tiramisù? No. Uscita serale con ragazzi? No. Avere amiche brutte? No. Non truccarti la mattina se non hai voglia? No. Non cancellare le occhiaie se piangi soffocando tutto nel cuscino –Perché il tuo ragazzo ha appena finito di scopare nella stanza accanto–? Vietato.
 
Com’è essere bellissima?
Com’è vivere all’ombra degli sguardi di tristezza e compassione –Perché il tuo ragazzo scopa con cento altre?
Com’è non mangiare dolci?
Com’è passare nei corridoi e mandare un bacio a un ragazzo e tutti fischiano?
Com’è essere la ragazza di Sirius Black?
 
Io un nome non ce l’ho più.
 
Ci siamo messi insieme perché sono la migliore a farlo. Non me ne vergogno. La maggior parte delle persone reputa assolutamente sconvolgente questa rivelazione, io no. Me ne sono innamorata in un settembre squallido, quando ancora era pieno di brufoli e con i denti storti, perché mi ha regalato un fiore. Abbiamo passeggiato mano nella mano sul lago, finché non è diventato bello. Abbiamo fatto l’amore dappertutto. Io sono l’unica che sa come soddisfarlo veramente. La sua tattica con le altre è sempre e solo una. Lui dice che mi mollerà. E tutte ci credono. Ci credono di essere diverse. Ci credono di essere più importanti. Io sorrido e guardo. E alla fine, scopano e poi torna da me.
 
E io torno a camminare a testa alta, fra i commenti velenosi.
Mai sentito parlare della volpe e l’uva?
 
Vivo nella prigione che lui mi ha costruito intorno, dicendo che mi ama, senza sapere che io so quello che fa. Io so che mi tradisce. So che non mi ama. So che sono parole. So che è solo sesso senza cuore. Ma lui non sa quello che so.
 
A me sta bene così.
 
Passo nei corridoi e sfioro le sue labbra in pubblico graffiando con le unghie sui vetri delle troie che mi guardano e sanno che non potranno mai farlo.
Io cammino a testa alta. Loro devono abbassare lo sguardo.
Perché io, Lui, me lo sono guadagnato. Con le rinunce. Con il sangue. Con le unghie. Con il vomito. Con i tacchi. Con le anche. Con tutta me stessa.
Quando passo, la gente mi apre la strada. I ragazzi vorrebbero me, non loro. Io scuoto la testa e sorrido, perché nessuno sa con chi è stato a letto ieri. È stato a letto con qualcuna, una a caso di loro, ditemi un nome, non ha importanza.
Jenny, Jody, Lily, Mandy, Taylor.
 
Sono ancora io quella senza un nome.
Sono ancora io quella che indicano, e apostrofano.
Sono ancora io la ragazza di Sirius Black.
   
 
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