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Autore: Tomi Dark angel    26/02/2011    3 recensioni
"Al mondo esistono migliaia di malattie. Si ammala il cuore, l’anima, il corpo. Ma la mente? Quella non si può guarire, e quando contrae il morbo della follia, non c’è modo di ripiegare sul passato." Hermione Granger, Harry Potter, una donna vestita di bianco e l'ultimo rintocco della ragione perduta. Spero che vi piaccia!!!
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Al mondo esistono migliaia di malattie. Si ammala il cuore, l’anima, il corpo. Ma la mente? Quella non si può guarire, e quando contrae il morbo della follia, non c’è modo di ripiegare sul passato.

Hermione Granger si ammalò pochi giorni dopo la sconfitta di Voldemort. All’inizio sembrava quasi naturale, pacifica nel suo serafico silenzio che sapeva tuttavia di macabro avvertimento. Guardava il vuoto con vacuo interesse, dondolandosi lentamente sul posto. Il seme insano era già installato in lei, e solo una persona avvertì e ignorò il pericolo.

Allora, Harry Potter era troppo impegnato a ricostruire il mondo dalle macerie di una battaglia per pensare a lei. L’aveva dimenticata? Forse, ma Hermione non ci pensava quasi più. Qualcosa aveva attirato il suo interesse da qualche tempo. Dapprima semplice ombra, schiarita poi dai rintocchi silenziosi del cupo pendolo del destino. Una donna vestita di bianco, bellissima, sorridente. Le tendeva una mano, invitandola al bianco perpetuo che l’attorniava. Hermione ne era attratta, e in qualche modo quel candido drappo di vestigia lunare la faceva sentire bene, sana. Ma lei non era pazza. O sì?

 

Tic tac, tic tac……………………………….

 

-Hermione?- disse una voce, rompendo il silenzioso idillio della torre di Astronomia. 

Qualcuno si era ricordato di lei? Qualcuno chi?

Non lo sai, Hermione?

Chi è Hermione?

Nessuno in particolare, vero? Solo una pazza.

Ah… chi è pazza?

Non tu.

E allora chi?

-Hermione.-

Qualcuno si avvicinò cautamente, si sedette accanto alla ragazza che in silenzio contemplava quella bianca donna che solo lei poteva vedere.

 

Tic tac, tic tac…………………………………………………………….

 

Due occhi di smeraldo la fissarono preoccupati, notando in lei gli insani marchi di un biglietto di sola andata per l’inferno. Occhiaie, volto sciupato, sorriso vago di chi non capisce nemmeno se è giorno o notte.

Chi è questo ragazzo? Lo conosco?

Quale ragazzo?

Lui.

Lui chi?

-Hermione, che ti prende? Sei strana ultimamente…- mormorò Harry. Lei non reagì, ma sorrise più ampiamente… più follemente.

Follia? Non sono folle, vero?

No, non lo sei. O forse sì.

Ah… è grave?

Non molto, cara.

 

Tic tac, tic tac……………………………………………………………………….

 

Hermione fece ondeggiare il capo a ritmo di una musica silenziosa. Seguiva la danza ipnotica del vento, anche se questo non soffiava quel giorno. Per lei c’era.

-Non è bellissima?- disse lei all’improvviso, la voce roca di desiderio represso. Harry capì che non era la sua amica a parlare. Rabbrividì, spaventato.

-Cosa?-

-La donna vestita di bianco.-

-Quale donna?-

Già, quale donna? Non ci sono donne, qui.

 

Tic tac, tic tac…………………………………………………………….

 

Un orologio rintoccava i secondi, i secondi seguivano i minuti, i minuti scivolavano via in ore perdute. Il tempo passava, Hermione poteva sentirne l’alito frettoloso sul collo. Guardò ancora una volta la signora in bianco, e si accorse che quella stringeva nella mano destra un piccolo orologio da taschino. Lo fece ondeggiare lentamente, toccandone il vetro con un’unghia lunga e quasi affilata. Era ora.

Fai presto.

Dove andiamo?

Via. Questo corpo non ti serve più. Ai pazzi non serve.

Pazzi? Sono pazza?

No.

E perché devo andarmene?

Chi ti siede accanto?

Nessuno.

Non conosci quel ragazzo? Beh, se non sai chi è, allora perché restare?

 

Tic tac, tic tac……………………………………………………………….

 

-Harry… sono pazza, secondo te?- chiese Hermione con pacata armonia. Sembrava una bambina mentre con gli occhi sbarrati lo fissava in quieta attesa. Harry tremò. Non riconobbe più la ragione negli occhi dell’amica, e ne ebbe paura.

-Io… no, non lo sei.- rispose dubbioso, ma Hermione capì che c’era dello sbagliato in quelle parole. Sapevano di marcio, come lei.

-Capisco… quindi, sono pazza.-

-No! Non ho detto questo!-

-Devo andare.-

Hermione si alzò lentamente in piedi. Gli tremavano le gambe, e la stanchezza inquinava un viso altrimenti giovane e pieno di tempo tutto da vivere. Ma Harry capì che non era la vita ad attendere quella creatura maledetta da Dio. Aveva battuto Voldemort, ma un altro male si sarebbe portato via la sua Hermione, e stavolta lui non poteva impedirlo. Non volle chinare il capo.

-Dove vai? Non ti lascio andare via da sola!-

-Sono pazza.-

-Non lo sei, dannazione!-

Ah, no? Mente.

Che significa mentire?

Di cosa stai parlando?

… niente.

 

Tic tac, tic tac………………………………………………………………..

 

L’ultimo rintocco prima della fine. L’ultimo gesto del boia che abbassa la leva per azionare la ghigliottina. Hermione fu la vittima, quella volta. Mente insana in corpo sano, abbandonò scientemente l’autonomia di rispondere ad un corpo. Tutto qui, davvero.

Spiccò una corsa verso Harry con le ultime forze che le restavano. All’ultimo momento, deviò e spiccò un salto verso la follia, verso la signora vestita di bianco.

 

Don, don, don……………………………………………………………..

 

Finalmente, la lancetta toccò l’ora della fine. Hermione non avvertì lo schianto sul terreno, né l’urlo agghiacciato di quello che una volta era un amico, un fratello… un amore. Dimenticò tutto. Perché? Perché vedere Ginny con lui le aveva fatto male. E a lei il dolore non era mai piaciuto. Perciò, era bastato scegliere di abbandonare la ragione. Possono farlo tutti, ma non tutti concludono irrazionalmente una vita andata a male. Lei sì.

Lo schianto col terreno, cupo e fragoroso, poi una mano bianca, tesa da una donna candidamente vestita. L’orologio che stringeva si trasformò in una falce con su inciso il simbolo dei Doni Della Morte. Era quella l’apoteosi della fine.

Quale fine? Sono morta?

Perché dovresti esserlo?

Non lo so.

Non sei mai esistita, come puoi morire?

Ah… allora non sono nessuno?

Per tua scelta. Per dimenticare il tradimento.

Tradimento? Di chi?

Non ricevette mai risposta. A culminare la domanda, bastarono due immensi occhi verdi, colmi di lacrime adamantine.

Arma a doppio taglio è la follia. Dolce, pacifica, mortale ingannatrice. Essa conduce alla via delle ossa spezzate, come spezzato sarà ogni ricordo di una vita che ti ha dato tutto e niente. Attenti alla scelta che fate, ragazzi miei. Io, ad esempio… non credo di essere mai stata qualcuno. Non sono pazza, vero? No. Oppure sì?

 

Angolo dell’autrice:

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah XD orrore! Ok, avete tutti i diritti di picchiarmi, questa storia fa altamente pena. Scrivete pure gli insulti che volete, oppure vi do l’indirizzo per compiere un omicidio XDXDXD beh, che dire? Spero che almeno un po’ questa fan fiction vi abbia incuriosito (si nasconde). A presto, e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! Buona Domenica a tutti!!!!!!!!!!!!!

Tomi Dark Angel

  
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