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Autore: sophie_85    26/02/2011    29 recensioni
[...]“La sua pozione merita di essere valutata come tutte le altre! Mi rivolgerò alla McGranitt, o al Preside se necessario.”
Nell’aula, tra i pochi studenti rimasti, si era creato un silenzio innaturale, e tutti passavano lo sguardo, completamente basiti, da Hermione a Piton, che si fissavano con astio. Il professore però improvvisamente cambiò espressione, e con voce melliflua propose “Bene, visto che è così convinta della validità della pozione del signor Potter, non avrà niente in contrario a provarla personalmente, giusto?”[...]
Da questo nascerà una giornata un po' particolare per Hermione e successivamente per Draco :) Buona lettura!
6° classificata al 'Primo contest fotografico' di Walnut;
11° classificata su 40 partecipanti al 'Solo un colpo - 24 Ore Contest' di jaybree88
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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tutta
Tutta colpa di una pozione
di Sophie_85





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“Sto seriamente pensando di abbandonare Pozioni.” disse Harry con aria lugubre, mentre lui, Ron e Hermione si dirigevano verso l’aula di Piton.
“Non dire assurdità, Harry. Lo sai benissimo che se abbandonassi Pozioni non potresti mai diventare un Auror, senza contare che è una materia fondamentale per qualsiasi mago!” Hermione sembrava semplicemente scandalizzata dall’idea, ma Ron, dall’altro lato di Harry, replicò “Però non puoi dargli tutti i torti, Hermione. Piton non fa che rendergli la vita impossibile… Penso che neanche Tiger e Goyle messi insieme possano vantare un rendimento scarso come quello di Harry in Pozioni.”
Entrarono nell’aula come sempre lugubre e sistemarono i calderoni al solito posto in fondo, iniziando a mettere gli ingredienti e le bilance sul tavolo. Harry sospirò pesantemente. “Persino Neville a volte è riuscito a prendere voti migliori dei miei. Basta, se prendo un’altra ‘T’ giuro che mollo. Almeno posso privare Piton della gioia di umiliarmi pubblicamente ogni giorno di più.”
Sapeva che Harry non diceva sul serio, ma aveva un’aria così rassegnata che Hermione si preoccupò; gli prese entrambe le mani stringendole con forza e, guardandolo fisso negli occhi, disse “Non devi neanche minimamente pensarci! Non puoi buttare i tuoi sogni all’aria solo perché Piton si diverte a fare il bullo con te! Tu potresti diventare un buon pozionista, se solo volessi.” Harry provò a protestare, ma Hermione non glielo permise: “Non sto dicendo bugie. L’unico tuo problema è che ti deconcentri troppo facilmente e questa materia richiede una attenzione estrema. Se ti impegni senza distrarti, sono sicura che riusciresti ad ottenere una buona pozione.”
“Io non ne sono così sicuro.”
“Io sì. Lo sai che non ti mentirei mai su questo genere di cose.” Il sorriso incoraggiante di Hermione sembrò trasmettergli un po’ di fiducia. “Cerca di concentrarti il più possibile oggi, senza dar retta a Piton e senza iniziare a pensare al Quidditch, o a Tu-Sai-Chi, o a qualsiasi altra cosa. Sono sicura che riuscirai a farcela senza problemi. E ti dirò di più. Se non ci riesci, prometto che ti farò copiare il prossimo tema di Pozioni.”
Harry la guardò sbalordito “Non ci credo! Sei sicura di sentirti bene, Hermione?”
La ragazza si apprestò a precisare “Guarda che se non ti impegni, non se ne fa niente, eh! Ti tengo d’occhio!”
Ron, dopo essersi ripreso dalla proposta sconvolgente di Hermione, protestò senza ritegno: “Ehi, però non è giusto! Anche io vado male a Pozioni, e se vuoi posso buttarti giù una bella lista di altre materie in cui zoppico! A me che spetta?”
Hermione alzò gli occhi al cielo sorridendo, ma l’arrivo di Piton, seguito dal suo mantello nero svolazzante, interruppe ogni possibile discussione.
“Basta chiacchiere, e leggete accuratamente gli ingredienti sulla lavagna.” Con un pigro gesto di bacchetta, il professore fece comparire le istruzioni. Mentre tutti iniziavano ad armeggiare con i propri ingredienti, cominciò a camminare tra i banchi come un grosso, inquietante, corvo nero. Quando arrivò all’altezza di Harry, aggiunse: “Vedete di non fare pasticci, la pozione di oggi è abbastanza complessa, non vorrei essere costretto a distribuire più ‘T’ del solito…”
Vedendo Harry schiacciare con un po’ troppa energia le sue Lumache Cornute, Hermione gli disse, muovendo solo le labbra: “Concentrati”, e si mise a lavorare anche lei alla propria pozione. Ogni tanto osservava Harry di sottecchi, che finalmente sembrava aver trovato la giusta concentrazione, e fu molto compiaciuta quando a fine lezione vide che la pozione dell’amico aveva quasi la stessa identica sfumatura di arancione della sua, solo un po’ più scura. Lo stesso sentimento non era condiviso da Piton, che squadrò piuttosto infastidito il risultato degli impegni di Harry, senza potergli fare uno dei suoi soliti commenti velenosi. “Versate le pozioni nelle fiale e posatele ben etichettate sulla mia scrivania per la verifica. I risultati li avrete la prossima settimana.”
Hermione si avvicinò a Harry saltellando. “Hai visto che avevo ragione?! E’ venuta bene! Certo, è un po’ scura, non prenderai ‘Eccezionale’ come me, ma sono sicura che merita almeno un ’Oltre ogni previsione’!”
“Vuol dire che il tema da copiare lo darai a me?” borbottò Ron, guardando la sua pozione, di un intenso rosso scuro, che stava iniziando a raggrumarsi sul fondo. “Sempre meglio di quella di Neville, comunque.” Fece un cenno con la testa, indicando la pozione verde acido che il ragazzo si stava affrettando a consegnare. Proprio mentre si dirigeva verso la cattedra però, Neville inciampò su una borsa lasciata a terra. Fu una frazione di secondo: Harry scattò verso Neville, afferrandolo per un braccio e evitando che cadesse proprio dentro il calderone borbottante di Seamus, e la fiala con la pozione disegnò una parabola in aria, attraversando tutta l’aula e atterrando esattamente sopra la pila di fogli sulla scrivania di Piton, che presero fuoco all’istante.
“Cosa diavolo state combinando!” Piton sembrava furioso, mentre con un getto d’acqua spegneva i documenti, ormai rovinati. “Paciock! Potter! Quelli erano i documenti di autorizzazione per la produzione della scorta di Veritaserum del Preside! Ora avrò di nuovo almeno una decina di pratiche da sbrigare in più questa sera. Ci metterò delle ore per ricompilarle tutte, ed è tutta colpa vostra!”
“Ma professore, Neville stava…”
“Niente ‘ma’, Potter!” la sua faccia da infuriata, passò ad un ghigno spiacevole. “Credo proprio che dovrò recuperare il tempo che mi avete sottratto dalla correzione delle vostre pozioni… congratulazioni, lei e il signor Paciock avete appena guadagnato la vostra ennesima ‘T’.”
Harry lo guardò sbigottito.
Hermione, fuori di sé dalla rabbia, non riuscì a trattenersi e scattò: “Non è giusto! Harry ha solo evitato che Neville si facesse male seriamente. In fondo sono solo pratiche!”
Piton si voltò verso di lei, alzando un sopraciglio: “Si da il caso che fossero pratiche particolarmente importanti. Ad ogni modo non mi sembra che qualcuno abbia chiesto la sua opinione, signorina Granger, ma ovviamente già conosciamo la sua completa incapacità di mantenere il silenzio.”
Hermione arrossì, ma strinse i pugni lungo i fianchi e replicò. “E’ stato un incidente! Potrebbe semplicemente fargliele ricompilare. Harry non merita una ‘T’!”
“Cinque punti in meno per Grifondoro!” Piton pareva piuttosto infastidito, ma Hermione sembrava non volesse mollare.
“La sua pozione merita di essere valutata come tutte le altre! Mi rivolgerò alla McGranitt, o al Preside se necessario.”
Nell’aula, tra i pochi studenti rimasti, si era creato un silenzio innaturale, e tutti passavano lo sguardo, completamente basiti, da Hermione a Piton, che si fissavano con astio. Il professore però improvvisamente cambiò espressione, e con voce melliflua propose “Bene, visto che è così convinta della validità della pozione del signor Potter, non avrà niente in contrario a provarla personalmente, giusto?”
“Hermione, no!” gridò Harry, mentre Ron, al suo fianco, assumeva una lieve sfumatura di verde.
Hermione, anche se sembrò vacillare un attimo, alzò il mento e fece un cenno affermativo con la testa.  “Bene, allora si presenti nel mio ufficio prima di cena, e porti con sé il necessario per dimostrami l’efficacia della pozione di Potter.”
Mentre stavano per lasciare l’aula, aggiunse “Ah, e altri cinque punti in meno. Per la sua insolenza.”

*

“E’ tutta colpa mia.” Harry piluccava il cibo nel suo piatto, mentre Ron accanto a lui stava letteralmente divorando una coscia di pollo, lanciando però ogni tanto occhiate in direzione dell’entrata.
“Nof abbaffertfi!” Finì di masticare e poi ripeté: “Non abbatterti, vedrai che si riprenderà presto. E poi non è mica colpa tua se Piton ha deciso di tenere le sue pratiche in aula, alla portata della sbadataggine di Neville.” Inforchettò con convinzione qualche patata e poi con occhi sognanti, agitando la forchetta, aggiunse “Soprattutto nessuno avrebbe potuto immaginare la reazione di Hermione. Certo, bisogna ammettere che è stata fantastica! Quanto vorrei avere anche io il coraggio di rispondere a Piton per le rime in quel modo. Ma non dirle che l’ho detto, altrimenti non la finisce più.” E si ficcò la patata in bocca, mentre un vago rossore si diffuse in zona orecchie.
“Sì, però ha rischiato di avvelenarsi per farlo! La pozione non aveva un brutto aspetto, ma neanche io mi azzarderei mai a provarne una fatta da me!” Alzò gli occhi giusto in tempo per vedere Ginny prendere posto di fronte a lui, ma Ron l’anticipò nel chiederle: “Sei passata in infermeria? Come sta?”
Ginny scosse la testa. “Ci sono stata, ma stava riposando e Madama Chips non mi ha fatto rimanere. Però ha detto che è solo una leggera intossicazione e che entro domani pomeriggio sarà come nuova. Sembrava abbastanza tranquilla mentre dormiva.”
Ron parve un poco più rilassato e Harry tirò un respiro di sollievo; più tranquillo, riprese a mangiare la sua cena, borbottando a mezza bocca pesanti epiteti contro Piton.






Capitolo 2

Con passi felpati, Grattastinchi seguì il topo che ormai aveva puntato da un po', senza fare il minimo rumore, arrivando fin quasi ai sotterranei. Si acquattò per spiccare il balzo finale che gli avrebbe permesso di concludere l'agguato alla sua ignara preda: i suoi attentissimi occhi arancioni erano fissi sul bersaglio, concentratissimi su ogni minimo movimento della sua cena. Alla fine scattò, intrappolando il povero topolino tra le zampe. Stava per sferrare il colpo finale quando dei passi rimbombarono lungo il corridoio; Grattastinchi alzò la testa per identificare la fonte del rumore e poi, come si fosse improvvisamente svegliato, tornò a riportare la sua attenzione sul topo. Approfittando di quell’attimo di distrazione, la sua vittima affondò i dentini affilati nella zampa, riuscendo a conquistarsi una inaspettata libertà.
"Guarda che scemo quel gatto, Draco! Se l'è fatte dare da un topolino indifeso! Non deve essere molto intelligente."
"Già..." rispose il ragazzo, avvicinandosi all'animale che intanto aveva iniziato a soffiare contro i due Serpeverde. "Ma non dovrebbe sorprenderti più di tanto, visto che la sua padrona è una Grifondoro." Agitò la bacchetta e Grattastinchi si ritrovò buffamente a penzoloni, come se una mano invisibile lo tenesse sollevato per la collottola. "Se non sbaglio, questo è il gatto della Granger." e ridacchiò al suo tentativo di graffiarlo.
"No, non si sbaglia. Quello è proprio il gatto della signorina Granger. Spero che la ferita che ha alla zampa non sia dovuta a lei, signor Malfoy." Piton si avvicinò e prese in braccio l’animale per esaminarlo. “Non è che avevate intenzione di rapirlo?”
“No, professore!” Negò Pansy con più convinzione di Draco, che mostrò solo per un secondo la sua delusione. “E non siamo stati noi a ferirlo. Stavamo finendo di controllare i corridoi quando lo abbiamo visto mentre si faceva mordere da un topo. Deve essersi distratto a causa nostra.”
Piton lanciò un’occhiata al gatto rannicchiato tra le sue braccia, intento a leccarsi la zampa ferita. Poi con uno strano ghigno, si rivolse a Draco. “Deve essere rimasto chiuso fuori dai dormitori di Grifondoro. La Granger è in infermeria, quindi dubito che verrà a cercarlo, e io ho delle pratiche urgenti da sbrigare e non ho tempo per badare a un gatto.” Si avvicinò e mise con malagrazia l’animale tra le braccia di Draco. “Quindi direi che lo affido a lei. Lo riporterà in seguito alla signorina Granger, o potrà lasciarlo davanti ai dormitori dei Grifondoro, se preferisce.”
Malfoy guardò, con un misto di stupore e insofferenza, prima il suo professore, poi Grattastinchi, che aveva ricominciato ad agitarsi tra le sue braccia.  “Io?! Ma perché!? Non può rimanere in giro per il castello? Perché devo occuparmi del gatto della Granger se lei non è in grado di prendersene cura?”
Piton sembrava sempre più soddisfatto della soluzione. “Visto il freddo che fa questa sera, penso che non sia il caso di lasciarlo fuori, tanto più con una zampa ferita. E visto lo stato della signorina Parkinson, credo che rimanga solo lei. Questo è tutto.”
“Ma…” Draco si girò verso la compagna, accorgendosi solo ora che stava starnutendo a più riprese: molto probabilmente era allergica al pelo dell’animale. Rassegnato, alla fine si arrese, facendo un cenno con la testa e cercando di trattenere il gatto che nel frattempo aveva incominciato ad agitarsi sempre più. Piton gli diede le spalle, avviandosi verso il suo ufficio. “Bene. E mi raccomando, lo riporti in buone condizioni. Buonanotte.”
Una volta sparito il professore, Draco agitò la bacchetta contro Grattastinchi: “Pietrificus Totalus! Almeno così la pianti di cercare di staccarmi un braccio. Andiamo Pansy.” E insieme si diressero verso il dormitorio, con la ragazza che continuava a starnutire a ogni piè sospinto e il gatto tra le braccia di Draco, ora rigido come una statua di marmo.   

*

Nella Sala Comune non c’era più nessuno e dopo aver finito ormai anche il tema di Trasfigurazione, Draco lanciò l’ennesima occhiata verso Grattastinchi, ancora immobile. Chiuse di scatto il libro e si avvicinò alla poltrona sulla quale l’aveva posato, accovacciandosi per poterlo guardare dritto negli occhi. “Ok, gattaccio. Non so perché ce l’hai tanto con me, ma ti propongo un patto: io ti libero, ma tu devi comportarti bene senza cercare di graffiarmi o altro, altrimenti ti immobilizzo per tutta la notte, intesi? Certo che hai un muso proprio brutto.”
Sospirò passandosi una mano tra i capelli “Per Merlino, ora mi metto anche a parlare con i gatti.” Si alzò e tirò fuori la bacchetta “Vediamo se ci siamo capiti.” Ruotò il polso, pronunciando il contro incantesimo.
Grattastinchi improvvisamente si mosse, e dopo essersi stiracchiato inarcando la schiena, iniziò a fissare Draco senza mostrare alcun segno di ostilità apparente.
“Bene, sembra che abbiamo raggiunto una tregua; adesso mangia qualcosa. Non posso credere che ti sei fatto mordere da un topo...”
Prese un piattino con del latte e lo mise a terra. Grattastinchi si avvicinò diffidente, e iniziò ad annusarlo. Poi, con cautela, assaggiò il latte e alla fine iniziò a mangiare con foga. Draco gli fece una breve carezza dietro l’orecchio, passando la mano nel manto soffice. “Sei uno strano gatto. Hai il muso schiacciato, le zampe storte, non sei assolutamente di razza, ma devo ammettere che hai davvero un bel pelo.” Con un ghigno, aggiunse “Scommetto che la Granger ti è molto affezionata… magari potrei casualmente dimenticarmi di consegnarti domani e farla penare un po’! In fondo Piton non ha specificato quando avrei dovuto riportarti.” Visto che il gatto aveva finito di mangiare, fece svanire il piatto e si diresse verso i dormitori. “Bene, è ora di andare a dormire. Vieni, che qui sotto una volta spento il fuoco farà freddo come nei i corridoi.”
Dopo un attimo di titubanza, Grattastinchi lo precedette lungo le scale che portavano al piano di sopra, zoppicando appena. “Allora non sei stupido come sembri…” disse Draco ghignando.
Una volta arrivati nella camera, un russare sordo fece capire che gli altri ragazzi già stavano dormendo profondamente. Grattastinchi si andò a nascondere sotto uno dei bauli, mentre Draco, una volta infilatosi i pantaloni del pigiama, si mise a letto, tirando le tende del letto a baldacchino.
Durante la notte però, un insolito peso sui piedi e un lieve tremore lo svegliarono: Grattastinchi era balzato sul suo letto in cerca di calore e tremava dal freddo. Draco scostò le coperte, battendo la mano sul materasso appena scoperto per invitare il gatto ad avvicinarsi, ma Grattastinchi per tutta risposta, si voltò dall’altra parte mostrandogli fieramente la coda. Lì per lì, Draco si rimise a dormire con un’alzata di spalle ma poi, sentendo che il gatto continuava a tremare, prese la bacchetta e spazientito sussurrò “Accio stupido gatto.” Grattastinchi cercò di contrastare l’incantesimo aggrappandosi con le unghie al piumone, ma alla fine dovette soccombere, in una nuvola di piume, al potere della magia, finendo accanto a Draco, sotto le coperte. ”Sei più testardo della tua padrona. Per quanto mi riguarda potresti anche morire assiderato lì fuori, ma proprio non ce la faccio a dormire con una stupida palla di pelo vibrante sui piedi, quindi sta buono, prima che me ne penta e ti sbatta fuori.” e gli girò le spalle. Dopo qualche istante di immobilità Draco lo sentì muoversi in tondo e alla fine raggomitolarsi contro la sua schiena.







Capitolo 3

Un rumore forte e un vociare sommesso strapparono Draco dal sonno profondo in cui si trovava. Infastidito, diede le spalle alla tenda del letto a baldacchino, che qualcuno passando aveva lievemente aperto, trovando riparo dal filo di luce che ne filtrava.
Cercando di riprendere sonno, si sistemò meglio il cuscino sotto la testa, ma un altro tonfo anticipò la voce di Theodore Nott che richiamava uno dei compagni di stanza. “Gregory, smettila di far baccano! Lascia perdere, ci penseranno gli elfi domestici.”
A quel punto Draco aprì del tutto gli occhi, irritato da tutto quel baccano, pronto a uscire dal letto sbraitando, ma quello che vide lo lasciò impietrito: il raggio di sole che era riuscito a farsi spazio nell’oscurità creata dalle tende, si posava sul viso di una ragazza che dormiva su un fianco con aria rilassata, la bocca semidischiusa e una nuvola di capelli ricci e crespi tutto intorno; la ragazza arricciò il naso, come infastidita da qualcosa, e improvvisamente aprì gli occhi incontrando lo sguardo allibito di Draco.
“Granger!? Ma che diavolo…!”
Hermione iniziò a toccarsi il viso e a guardarsi le braccia e le mani come a controllare che fosse tutto in ordine, realizzando solo in quel momento di aver riacquisito una forma umana.
“Draco, tutto a posto?” era la voce di Theodore che doveva aver sentito l’esclamazione del ragazzo.
Sia a lui che a lei si riempirono gli occhi di orrore e Hermione si nascose sotto le coperte, cercando di rannicchiarsi il più possibile contro la schiena di Draco.
Lui intanto si era messo su un fianco rivolto verso la tenda e, ancora un po’ frastornato, rispose: “Niente… niente. Solo un incubo.”
Theodore aprì del tutto la tenda. “E da quando in qua ti sogni Hermione Granger?”
“Non sono affari tuoi! Piuttosto, che ore sono? Perché state facendo tutto questo rumore?”
“Gregory si è staccato un bottone della camicia e, non chiedermi come ci è riuscito, dopo averne presa un’altra per sbaglio ha sigillato tutti i bauli e gli armadi del dormitorio. Stava cercando di riaprirli con la forza, ma non ha avuto molto successo.” Scosse la testa, poi aggiunse “Gli altri sono già scesi in Sala Grande, vieni con me? Comunque sono le nove.”
“Sono ancora le nove? Allora penso che dormirò un altro po’.” Poi aggiunse come a giustificarsi. “Oggi ho gli allenamenti di Quidditch.”    
Theodore lanciò un’occhiata alla strana posizione dell’amico prima di congedarsi. “Ok… Ci vediamo dopo, allora.” E se ne andò, lasciando il dormitorio.
Nello stesso istante in cui sentì lo scatto che indicava la chiusura della porta, Draco uscì come una furia dal letto, sigillò la porta con la sua bacchetta e successivamente la puntò contro Hermione. “Tu…!”
La ragazza si tirò su, stando attenta a tenere le lenzuola ben in alto a mo’ di scudo, e abbozzò un sorriso poco convinto “Ehm… posso spiegare…”
“Come diavolo sei finita nel mio letto?! Che diavolo ci fai qui?!”
“E’ una lunga storia…”
“E allora inizia a parlare, prima che ti faccia ricrescere un bel paio di denti da castoro!”
Hermione iniziò ad alzare la voce a sua volta “Se mi dessi modo di spiegare invece di puntarmi la bacchetta contro, avresti tutte le risposte che cerchi!” Si fissarono negli occhi per un lungo istante e poi Draco abbassò la mano. Hermione tirò un sospiro di sollievo, ma nel farlo rilassò la presa sul lenzuolo che scivolò scoprendole una spalla.
“Ma tu sei NUDA?!” La ragazza si affrettò a riavvolgersi nel lenzuolo diventando viola mentre Draco scoppiò improvvisamente in una fragorosa risata. “Non mi dire che la sola e unica So-Tutto-Io, la più fiera delle Grifondoro, si è intrufolata nel mio letto per sedurre me!” Nel dire quelle parole si era avvicinato al viso di lei, con aria beffarda, sollevandole il mento. Hermione, completamente scandalizzata all’idea, si avvolse nel lenzuolo, scese dal letto e andò a raggomitolarsi su una poltroncina dall’altro capo della stanza, il più lontano possibile da lui. “Neanche nelle tue più recondite fantasie ci proverei con una vipera come te, Malfoy! Sono qui assolutamente contro la mia volontà! E’ tutta colpa di Piton se mi trovo in questa assurda situazione! Non ti è sembrato strano che chiedesse a TE di occuparti del MIO gatto? Lo ha fatto per punirmi.” E gli raccontò brevemente quello che era successo in mattinata.
Dopo aver sentito il racconto, Draco disse “Quindi vorresti farmi credere che ieri sera tu hai preso le sembianze del tuo gatto, ed era lui invece quello in infermeria?”
“Esattamente. Guarda!” Gli mostrò la mano, dove era presente un piccolo ma profondo taglio. “Questo è il segno che mi ha lasciato quel maledetto topo! Oddio, non posso credere che stavo per mangiare un topo!” fece una buffa smorfia di disgusto “In realtà la pozione di scambio non era perfetta, quindi non sono riuscita ad acquisire le piene caratteristiche di un gatto, come la capacità di cacciare o di avere la stessa resistenza al freddo che hanno gli animali. E’ per questo che Piton mi stava cercando, non voleva che mi facessi del male. Ma quando ha trovato voi, non gli è sembrato vero di affidarmi a te. Probabilmente sapeva anche che mi sarei risvegliata senza i miei vestiti. Harry deve aver messo troppo sciroppo di elleboro.”
Sul viso di Draco si delineò un ghigno antipatico. “Aspetta, aspetta, fammi capire bene: tu avresti assaggiato una pozione preparata da Potter?! Allora dev’essere vero che Grifondoro è la casa dei coraggiosi oltre ad essere quella degli idioti!”
“Ah, ah. Smettila di ridere e cerchiamo una soluzione. Come faccio ad andarmene di qui?”
“Beh, quella è la porta. Vai dove più ti aggrada, non mi interessa.”
“E secondo te posso attraversare la sala Comune dei Serpeverde così, senza alcuna difficoltà?!”
“E secondo te questo è un problema mio?” gli rispose beffardo lui “Per tua informazione, non me ne frega niente di te. Eppure dopo anni di insulti dovresti averlo intuito. Io vado a fare colazione.” Stava per raggiungere la porta, ma lei gli bloccò la strada. “Certo che è un problema anche tuo.”
“E in che modo, scusami?” gli rispose ghignando.
Hermione si morse il labbro inferiore, in difficoltà, ma poi con decisione disse: “Se non mi dai una mano, uscirò di qui con solo il lenzuolo addosso, farò chiamare la McGranitt e le dirò che mi hai rapita per farmi un brutto scherzo.”
“Ma Piton sa cosa è successo.”
“Ma Piton in teoria non può costringere gli studenti a provare le proprie pozioni su loro stessi, quindi sono abbastanza sicura che cercherà di restarne fuori il più possibile.”
Draco la guardò per un lungo istante, poi si riavvicinò alla porta “Correrò il rischio.”
Hermione si mise goffamente di nuovo in mezzo, cercando di non far cadere il lenzuolo. “Ok, forse non crederanno al rapimento, però…” titubò un attimo, poi continuò con maggior convinzione “Potrei sempre dire che abbiamo passato la notte insieme. Finiresti in guai seri.”
“Finiremmo in guai seri, vorrai dire! Non faresti mai una cosa del genere, lo so bene. Rischieresti gravi ripercussioni anche tu e la tua brillante carriera scolastica. Senza contare che nessuno crederebbe mai che tra noi due ci sia alcun tipo di relazione!”
“Vero, ma come spiegheresti che sono riuscita ad entrare nel vostro dormitorio senza che qualcuno mi abbia aiutata? E come spiegheresti il fatto che potrei ripetere quello che ti sei detto con Nott se non fossi stata nel tuo stesso letto questa mattina? E soprattutto, come giustificheresti il fatto che sono nuda?” Mentre sul viso di Hermione si stava delineando un sorrisetto divertito, Draco si incupiva sempre di più. Così continuò. “E’ vero, ci perderei anche io. Ma se non mi aiuti, ci perdo in ogni caso.”
Alla fine Draco capitolò. “Ho capito, ho capito, maledetta! Che cosa hai in mente?”
Hermione tirò mentalmente un enorme sospiro di sollievo: a costo di rimanere lì fino alla fine dell’anno, non avrebbe mai fatto credere per nessun motivo al mondo di essere in qualche modo compromessa con Draco Malfoy.
“Devo trovare un modo per uscire di qui senza che nessuno mi veda… E soprattutto trovare dei vestiti.”
Draco ci pensò su un attimo, poi disse “Forse mi è venuta un’idea.”
Andò nel bagno a cambiarsi, e quando tornò le mostrò la manica della divisa che era praticamente ridotta a brandelli. “Si può sapere che diavolo è successo alla mia giacca?”
“Avevo una irrefrenabile necessità di farmi le unghie…”
“Sì, e scommetto che è stato solo per puro caso che hai usato la mia divisa come tiragraffi.” Sentendola ridacchiare, le lanciò un’occhiataccia prima di dirigersi verso la porta. “Aspettami qui.” Vedendo la faccia di Hermione aggiunse “Non preoccuparti, tornerò. Non posso permettermi di rovinare la mia reputazione con una come te.” Prese la camicia di Goyle, abbandonata sul letto, e gliela tirò gettandole un’occhiata beffarda. “Intanto metti questa. Sempre meglio di un lenzuolo.” Aprì la porta e uscì, sigillandosela alle spalle.
Hermione, che sembrava la bizzarra imitazione di una mummia per quanto si era avvolta nel lenzuolo, guardò impotente la porta chiusa, stringendo tra le mani la camicia di Goyle e pregando il cielo che fidarsi del suo peggior nemico non fosse stato un enorme errore.







Capitolo 4

Passarono più di venti minuti prima che Draco facesse ritorno al suo dormitorio, vestito di tutto punto con la sua divisa da Quidditch verde-argento e una scatola lunga e sottile sotto il braccio.
“Era ora che arrivassi! Temevo non venissi più…” Hermione era al centro della stanza, con i piedi nudi affondati nella moquette verde scuro; addosso, la camicia di Goyle le stava enorme: le maniche quasi le coprivano le mani, e il tessuto le arrivava poco sopra la metà coscia, lasciandole scoperta una bella porzione di gambe; la luce della finestra contro la stoffa, lasciava intuire appena la sua silhouette. Si portò alla bocca la mano ferita, leccandola piano, esattamente come aveva fatto la sera prima nelle sue sembianze feline. “Che c’è?” chiese poi Hermione, leggermente innervosita.
Solo in quel momento Draco si accorse di aver seguito quel gesto con lo sguardo e che ora la stava fissando. Chiuse la porta alle sue spalle, forse con un po’ troppa energia e poi, schiarendosi la voce, disse: “Ho trovato il modo di farti uscire di qui.” E le indicò la scatola che aveva con sé. “E’ la custodia della mia scopa, oggi ho gli allenamenti di Quidditch. La lavanderia è proprio dietro gli spogliatoi, se non sbaglio, così potrai prendere una divisa e non dovrò più sopportare la tua fastidiosa vicinanza.” Hermione aprì il contenitore e dentro ci trovò un piccolo stanzino. “Muoviti. Non so quanto durerà, non padroneggio benissimo questo incantesimo.”
“Se mi prestassi la tua bacchet-“
Ma Draco non le fece neanche finire la frase. “Scordatelo! Non te la farei toccare neanche se avessi un paio di guanti. Me la faresti diventare impura.” Hermione lo guardò malissimo prima di entrare nel contenitore, e il ragazzo le chiuse il coperchio dietro senza troppi complimenti.
Dopo varie peripezie, Draco riuscì a far levitare la custodia con Hermione dentro fino al corridoio in cui si trovavano gli spogliatoi.
“Finalmente! Iniziava a diventare piuttosto angusto lì dentro!”
“Bene, grazie a Merlino è finita questa pagliacciata.” Draco stava per entrare negli spogliatoi, ma Hermione lo trattenne per la manica. “Ehi! Ancora non mi hai detto dov’è la lavanderia.”
“Dovrebbe essere uno di quei quadri lì in fondo.” Replicò lui con un’alzata di spalle.
“Come, dovrebbe?! Vieni ad aiutarmi!” Sbuffando, la seguì. “Guarda se è quell’acquerello lì in basso.”
“Perché io? Credi di esserti fatta l’elfo domestico personale?”
“Dai, io non posso abbassarmi conciata così.” Si tirò i lembi della camicia per cercare di coprirsi un po’ di più, e Draco l’apostrofò subito sarcasticamente. “Non preoccuparti, sembri mia nonna in camicia da notte, e anche se ti si vedesse qualcosa ti assicurò che chiunque si volterebbe dall’altra parte.”
Hermione stava per rispondergli altrettanto velenosamente quando sentì un rumore dall’altra parte del corridoio. Entrambi fecero silenzio all’istante e quando sentirono delle voci avvicinarsi, la ragazza trascinò Draco dentro lo spogliatoio, chiudendosi la porta alle spalle facendo meno rumore possibile. La stanza era in penombra e loro si rintanarono nell’angolo più nascosto: “ È Weasley, no? Perché ti nascondi?”
“Non posso farmi vedere in tua compagnia! Come gli spiego che ho passato per sbaglio la notte con te?! Mezza nuda, per giunta!”
“Completamente nuda, vorrai dire. Oddio, non mi ci far pensare che mi viene il vomito.”
“Stai zitto! Che credi, che per me sia stato bello?!”
“Come minimo dovresti sentirti onorata.” Si scambiarono un' occhiataccia, ma il rumore della maniglia mise fine ad ogni velleità.
La voce di Hermione si fece talmente sottile da diventare quasi impercettibile: “E adesso?!”
“Nasconditi nella custodia.”
“L’abbiamo lasciata fuori!”
“Allora vorrà dire che è arrivata l’ora di porre fine a questa buffonata. Magari sarà anche divertente far credere a quello sfigato di Weasley che me la faccio con la sua amichetta.”
Ma mentre Draco bisbigliava, Hermione guardandosi intorno si rese conto della loro posizione, e le venne in mente un’idea. “Se tu rimani in questo punto, probabilmente Ron non riuscirà a vedermi.”
“Sì, ma dubito che sia tanto idiota da non capire che c’è un’altra persona, a meno che non creda che io abbia quattro gambe, e sicuramente verrebbe ad impicciarsi.”
Il rumore dei passi di Ron iniziò a rimbombare negli spogliatoi.
Hermione si morse il labbro inferiore, distogliendo lo sguardo. “Non se fossimo occupati…”
“Occupati? Occupati a fare cosa?”
I passi si facevano più vicini. Hermione alzò lo sguardo eloquentemente, anche se titubante e incontrò quello di Draco che iniziò a scuotere la testa. “No! Tu sei pazza! Non ci penso neanche!”
“Demelza, sei tu?” la voce di Ron era pericolosamente vicina, i due ragazzi ormai erano in trappola. Draco stava per girarsi ed affrontare Ron, ma Hermione fu più veloce: con il terrore negli occhi per la paura di farsi scoprire dall’amico, afferrò Draco per la divisa e gli disse a denti stretti: “Sta’ zitto e cerca di essere convincente”, prima di baciarlo con decisione. Dopo l’impatto iniziale un po’ rude, le loro labbra iniziarono a cercare un contatto più delicato, e Hermione si ritrovò a schiudere le sue, mentre un brivido l'attraversava. Lui la strinse a sé, premendole la mano contro la schiena, sentendo la pelle calda sotto il sottile strato di stoffa, mentre lei gli affondò le mani tra i capelli, gemendo. Non si resero conto del goffo: “Scusatemi…” pronunciato da Ron, né del rumore della porta che li lasciava di nuovo soli, in una realtà dove le emozioni così intense e così inaspettate di quel bacio avevano come cancellato il normale scorrere del tempo.
Quando si separarono, entrambi sembravano completamente sconvolti. Hermione diventò rossa come un pomodoro, mentre, con lo sguardo ovunque tranne che su Draco, iniziò a balbettare “Ron se n’è andato. Qui-quindi io posso andare tranquillamente in lavanderia!” Provò ad alzare lo sguardo verso di lui, ma visto che continuava a tenere gli occhi fissi su di lei senza dire una parola, Hermione distolse subito i suoi, arrossendo ancora di più. “A-allora io vado… Sì…” E lasciò lo spogliatoio quasi correndo.

*

“Professore, posso chiederle perché ha convocato anche lui?”
“Mi sembra ovvio, signorina Granger. Non si aspetterà che io creda ciecamente alla sua parola. Mi serve un testimone, è per questo che l’ho affidata alle cure del signor Malfoy ieri sera, visto che ha avuto la splendida idea di lasciare da sola l’infermeria e io ero impegnato con alcune pratiche a cui, lei sa benissimo, è stato dato fuoco.” Gli rispose il professore con un ghigno sarcastico.
Era da poco passata l’ora di cena e Hermione e Draco erano stati convocati da Piton per avere una relazione sugli effetti della pozione di Harry.
Dopo aver sentito il racconto dettagliato di Hermione, Piton le chiese “E’ sicura che non si sia dimenticata nulla?” la fissò come se fosse stato in grado di leggerle nel pensiero, ma Hermione non fece una piega e ribadì “E’ tutto.”
In realtà la ragazza aveva omesso la questione ‘vestiti’, ma visto che Draco non aveva dato cenno di volerla contraddire, continuò senza farne riferimento. Probabilmente anche a lui risultava scomoda quella parte del racconto.
“E va bene. Vorrà dire che questa volta sarò costretto a mettere a Potter un ‘Accettabile’. Ma gli dica di non farci l’abitudine… A meno che lei non si impegni a provare tutte le sue prossime pozioni.” Hermione digrignò i denti perché sapeva che la pozione dell’amico valeva almeno un ‘Oltre ogni previsione’, ma preferì non tirare oltre la corda.

Una volta congedati, Draco e Hermione si ritrovarono faccia a faccia nel corridoio deserto. Dopo un lungo sguardo, lui fece per andarsene, ma lei lo richiamò, senza saper bene neanche cosa dire.
“Malfoy… volevo ringraziarti per non aver accennato alla faccenda dei vestiti. Sarebbe stato piuttosto imbarazzante se ci avesse chiesto dei chiarimenti su cosa è successo dopo.”
Draco si girò con le mani in tasca e un espressione beffarda. “Perché, dopo è successo qualcosa?”
Superato l’attimo di incredulità, Hermione si gonfiò di rabbia. “No, hai ragione, non è successo niente. E anche se fosse, sarebbe stato comunque orribile, quindi meglio che non sia successo niente.”
Gli occhi di Draco si incupirono. “Orribile, eh?” sibilò minaccioso, avvicinandosi.
Hermione alzò il mento, orgogliosa, mentre lui era sempre più vicino. “Sì, orribile.” Si fissarono intensamente e quando lui fu a pochi centimetri, le afferrò con rabbia il polso e il cuore di lei iniziò a battere all’impazzata. “Non è successo niente, per fortuna. E come potrebbe?” Lui con l’altra mano le scosto i capelli dal collo, accarezzandola piano. “Sei irritante e insopportabilmente saccente, sempre pronta a mettere i puntini sulle ‘i’ e a sbandierare in giro i tuoi stupidi valori.” Si abbassò per aspirare l’odore della sua pelle.
“E tu sei infido, arrogante, viziato, snob, meschino e vanesio…” la voce di Hermione era poco più di un sussurro. Draco aveva rialzato la testa, e ora era a pochi centimetri dalla sua bocca. Quando parlò, sentì il suo fiato caldo lambirle le labbra.
“Senza dimenticare che io sono un Malfoy e tu una Mezzosangue… non potrebbe MAI succedere niente.” Dopo essersi fissati dritto negli occhi per un tempo indefinito, le lasciò andare il polso.
“Va’ a letto, Granger.” Girò sui tacchi e se ne andò, lasciandola sola, con il cuore che sembrava volerle esplodere nel petto.

Quando tornò nel dormitorio, trovò un pacchetto e un bigliettino di poche righe posati sul suo letto.


Sta decisamente meglio a te che a Gregory, devo darti atto almeno di questo.
D.



Aprì con un mezzo sorriso il pacchetto, sapendo già che il contenuto sarebbe stato una camicia di almeno tre taglie in più della sua e, quando sentì tra le mani la stoffa leggera, fu come avvertire di nuovo il tocco della mano calda di Draco sulla sua schiena mentre si scambiavano quel bacio così impensato. Era completamente sconvolta dal fatto di aver provato sensazioni tanto intense proprio con Draco Malfoy e solo per un attimo, per un brevissimo attimo, si chiese come sarebbe stato stare insieme a lui. Probabilmente il giorno dopo sarebbero tornati ad essere i nemici di sempre, ma sarebbero stati consapevoli che quel ‘niente’ che avevano condiviso, avrebbe lasciato per sempre un marchio indelebile nella loro anima.




Fine








Sophie' space
Ciao a tutti! Prima di tutto, voglio precisare che questa fanfiction era stata già pubblicata una settimana fa e siccome colei che l'ha scritta è una MENTECATTA, nel tentativo di riunirla in una one-shot invece della originaria divisione in capitoli, l'ha cancellata per errore... -.- Chiedo umilmente SCUSA alle quattro ragazze che avevano già lasciato una recensione e alle quali sono riuscita a risalire tramite i messaggi inviati di risposta: Fabi_, herm83, adirtywinter e TomFeltonLove. Scusatemi per la mia sbadataggine, vi ringrazio ancora per aver trovato il tempo di lasciare un messaggio alla mia storia.
Per quanto riguarda la fanfiction, posso dire che è nata come idea per partecipare al concorso di Walnut. Tutta la storia è stata creata per inserire la foto che c'era stata data per il contest (quella sotto il titolo). Non è una Dramione impegnativa come 'Missione', per chi di voi l'ha letta, ma spero di essere in ogni caso riuscita a strapparmi un sorriso :) Se qualcuno la volesse continuare, mi contatti senza problemi.
Un abbraccio,

Sophie

Un grazie speciale alla mia splendida beta, Fabi_  :* e a Roxy efp per aver segnalato la mia storia nel gruppo facebook 'Hpeace&Love' :)



Potete trovare la mia pagina su fb qui: http://www.facebook.com/pages/Sophie_85/297003163686205 dove inserirò eventuali nuove storie e chiacchiericci vari ^_^



Storia classificata 6° al 'Primo contest fotografico' di Walnut

-Pacchetto:

- prompt: Pratiche da sbrigare
- citazione: << Sono ancora le nove? >>

- foto (ragazza sdraiata sul letto che dorme su un fianco)
 
Valutazione
-Grammatica: 6.05/10
-Stile e Lessico: 9.50/10
-Originalità: 5/5
-IC: 10/10
-Attinenza alla foto: 10/10
-Gradimento personale: 10/10
-Punti Bonus ( Se ci sono ): 5/5
-Totale: 55.55/60

Salve Soph - se ti posso chiamare così -
ringrazio anche te per aver partecipato al mio contest - la cosa mi ha reso felice, sappilo.
Devo ammetterlo: la tua storia mi è piaciuta molto! E' una commedia che - pur essendo lunga 12 pagine - scorre in maniera perfetta, sublime. Non ci sono intoppi,
parti troppo pesanti o "fuori posto". E' divertente, simpatica e spiritosa; e l'ho apprezzata molto :)
La foto è stata interpretata in maniera eccellente, l'IC è buono, la storia è originale e mi è piaciuta molto; difatti puoi vederlo da sola nei punteggi altissimi. Sullo stile
ti ho dovuto togliere qualche punto per alcuni punti dove avrei preferito trovare altre parole e per una ripetizione.
Ti sarà saltato all'occhio però la voce "grammatica". Ti avverto: puoi iniziare a scappare perché ti sto venendo a cercare.
Purtroppo il giudizio si è abbassato parecchio per gli errori che ho riscontrato nella storia: è vero, era lunga, ma sono sicura che con una riletta ne avresti evitati molti;
come ad esempio "ne" al posto di "né" o nell'occhi" al posto di "negli occhi" - errore che ho riscontrato due volte. Mi raccomando, si apostrofa una parola solo quando
c'è la "i" davanti - e altri, molti di svista, credo; visto che nella prima parte della storia non c'è quasi nessun errore, e nelle altre voci la storia ha punteggio pieno :)
Detto questo ti ringrazio ancora una volta per aver partecipato e ti faccio nuovamente i complimenti. Ottimo lavoro, W.
P.S: Comunque sia, verrò a cercarti lo stesso.






Storia classificata 11° su 40 al 'Solo un colpo - 24 Ore Contest' di  Jaybree88
Vincitrice del premio speciale 'Premio Hogwarts'


Grammatica: 9.40/10 Ottima.Ho dovuto tener conto di quattropiccoli errori di battitura, o distrazione:“affondo” al posto di affondò,  “intorno; Laragazza”, qui hai confuso ilpunto col punto e virgola, hai scritto “vistiti” alposto di vestiti, e ti sei scordatal’apostrofoin “un occhiataccia”.

Stile e lessico: 9.25/10 Latua scrittura si legge con piacere e leggerezza; ho apprezzato molto ildettaglio con cui hai ritratto ogni singola situazione. Ho trovato unpo’strana questa frase: “Rischieresti gravi ripercussioni anchetu e la tuabrillante carriera scolastica”, meglio usare una secondapersona plurale,secondo me. Ho notato che anche tu non sei riuscita ad evitare alcunefrasicliché nella descrizione del bacio: il mondo che scomparealla vista dellacoppia, e soprattutto la frase incriminata: “furonoattraversati come da unascossa elettrica” – va a finire semprecosì?

Caratterizzazione deipersonaggi: 10/10 Un racconto così dettagliato inogni particolare nonpoteva avere dei personaggi mal costruiti; persino ai secondari (Ron,Harry, maanche Piton) hai donato abbastanza dettagli da renderli credibili, enonpiatti. Ero scettica su Draco e Hermione; sono sempre scettica quandosi parladi Draco e Hermione insieme, ma haisuperato la prova a pieni voti – i tuoi due protagonisticonservano ancora lecaratteristiche adatte a renderli plausibili, anche insieme.

Sviluppo trama e originalità:9.75/10 Leggo molte fanfiction in campo amoroso –leggo molte idee cliché,leggo molte idee strampalate. La costruzione della trama nella tuastoria non èbanale, non è scontata per niente.Dalla pozione di Harry, fino all’intervento, disgraziato,di Piton, i bauli tutti sigillati in camera di Draco –ogni piccola azione serve a condurre lì, ma il lettore nonse ne accorge,finché non ci arriva. La casualitàdell’arrivo di Ron, proprio in quel momento,e il bacio necessario a coprirli è una trovata unpo’ da telefilm poliziescoall’italiana – ti costa un pochino; ma tutto ilresto scivola che è unameraviglia!

Gradimento personale: 10/10 Oh. My. God. Cosa hai fatto? Potrei anche iniziare a tollerarel’idea delleDramioni dopo aver letto la tua storia – ma per fortuna, asoddisfare il miobisogno di amore/odio ci pensano Lizzie e Darcy, e James e Lily. Seiriuscita afarmi capire che un’interazione tra i due non ècosì impossibile come misembrava; quando Hermione trova la camicia hosorriso con lei. E’ da pazzi!

Motivazione premio speciale: Perché con la tua lezione di Pozioni son tornata tra le pagine di zia Jo, davvero a Hogwarts, anche se solo per qualche paragrafo.

Totale: 48.40
   
 
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