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Autore: ka_chan87    09/01/2006    8 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, cari lettori! Sì, lo so, avete ragione, avreste tutto il diritto di linciarmi… non mi sono fatta viva per una intera settimana… chiedo umilmente perdono ma ho avuto alcuni problemi e impegni nonché una sorta di blocco creativo che, ormai, mi accompagna già da un po’. Ma mi sono impegnata ed ecco qua un altro capitolo – con la speranza che sia decente…!
Come avete passato le feste? Io mi sono ritrovata oggi a scuola che avevo appena cominciato a godermele, queste vacanze! ç____ç Che tristezza infinita!
Comunque, lasciando da parte il resto, ringrazio tutti coloro che hanno letto e commentato il capitolo precedente e in particolare, per chi ha commentato: Topomouse; Vale_chAn; raska81; Honey; Lila; Lorimhar (Ehm, allora… mi hai scritto un papiro! E un papiro decisamente magnifico! ^^ Allora… innanzitutto sono contenta che il mio discorso sulla Magia non ti abbia deluso… sinceramente temevo molto il tuo giudizio visto che sei esperto in materia mentre io no…. Ma mi fa piacere che la mia fantasia ti abbia soddisfatto e continui ancora a farlo! Per quel che riguarda il fatto che Inuyasha stia ‘scoprendo ’ sempre di più Kagome… hai ragione. Ho, effettivamente, creato una situazione che è completamente l’opposto del manga dove si sa vita, morte e miracoli di Inuyasha mentre di Kagome non si sa praticamente nulla – o, almeno, questo è come la penso io…. Una domanda che mi sono sempre fatta e che continuo tuttora a farmi… ma il padre di Kagome? Possibile che la sensei Takahashi non abbia mai pensato di raccontare qualcosa anche della mia adorata Kagome? Mah… - E, in un certo, senso, ho voluto prendere una sorta di ‘rivincita ’ qui, nella fic. Ma comunque, stai tranquillo, di cose ne devono ancora accadere…!); Elychan; Hikari_Takahishi_87 (Allora… da dove cominciare? Bè, innanzitutto devo sottolineare il fatto che non pretendo – e non sono – di essere una esperta di Magia – magari, se ha tempo, può farmi da maestro Lorimhar! ^^ - e che tutto ciò che ho scritto è frutto della mia immaginazione influenzata da elementari conoscenze dell’argomento. So bene che i cinque elementi da me elencati non coincidono pienamente con quelli delle razze dei Draghi… ma qui si parla di altro. La Magia che appartiene ai Majutsushi, nella mia concezione, è diversa rispetto a quella posseduta dai Draghi, la quale sicuramente più antica e, volendo, anche più potente. Io stessa ho riflettuto a lungo sul fatto se dovessi mettere o no il Metallo ma poi o deciso di fare così. Mi sono resa conto dopo che, però, in effetti, il Metallo mi sarebbe servito… e questo per un motivo preciso che si ricollega al fatto di aver inserito, come quinto elemento, il Legno. La ‘tradizione ’ vuole che gli elementi per eccellenza, diciamo quelli ‘standard ’, siano Acqua, Fuoco, Vento e Terra. Ma nelle filosofie orientali, la storia è diversa. Secondo queste ultime esistono cinque elementi che sono: Acqua, Fuoco, Terra, Legno e Metallo. Effettivamente ho fatto un mischione di cose ma il fatto è che volevo che gli elementi appartenenti alla Magia Umana si discostassero leggermente da quelli dei Draghi. Spero di non aver ‘deluso ’ nessuno con quello che ho scritto ma, ripeto, non era mia intenzione fornire una precisa, scientifica e inopinabile descrizione della Magia visto che molto di ciò che ho detto è frutto della mia immaginazione).
Fiuuu… ce l’ho fatta. Bè, direi che non c’è molto altro da dire per cui vi saluto e vi lascio al capitolo!
Vi ringrazio però anche per gli auguri di un buon 2006! Speriamo bene! ^^

17° CAPITOLO “LA SPERANZA NELLA RASSEGNAZIONE”

Kagome si svegliò, quella mattina, decisamente tardi.
Forse per le intense ore di allenamento, forse per l’ansia della prova che l’aspettava il giorno dopo o, più semplicemente, per la stanchezza che si era accumulata durante quei giorni, aveva passato una notte di sonno profondo e lungo.
Infastidita da un raggio di sole che le illuminava dispettosamente il volto, la ragazza aprì un occhio, per poi richiuderlo subito dopo, accecata dalla luce.
Si mise a pancia in su, sbuffando leggermente, tenendo ancora gli occhi chiusi.
Ma poi si costrinse ad aprirli, ritrovandosi a fissare perciò il drappeggio scuro del suo letto a baldacchino.
Non essendo abituata a dormire per così tante ore, si sentiva decisamente intontita.
Si issò sulle esili braccia, mettendosi seduta, appoggiando la schiena ai grandi e morbidi cuscini che invadevano il letto.
Sorprendendosi di se stessa, si ritrovò a pensare che non aveva voglia di fare nulla.
Ma nel pensare ciò sgranò gli occhi. E gli allenamenti?!? Perché Miroku non l’aveva svegliata?
Senza nemmeno badare al suo aspetto né al fatto che aveva ancora addosso solo la semplice e sottile camicia da notte di seta si fiondò verso la porta, aprendola bruscamente.
Nel fare questo, si ritrovò davanti a una Sango decisamente allibita e sorpresa, ancora con il braccio alzato, nel gesto di bussare. Evidentemente era venuta da lei per accertarsi che andasse tutto bene, visto che non era ancora scesa.
“Kagome… stai bene?” le domandò, guardandola leggermente stupita. Non aveva mai visto la ragazza in quello stato… con i capelli arruffati e il viso ancora adombrato dai residui del sonno.
Sorrise impercettibilmente… quella ragazza era così carina!
“Che… che ore sono? Perché non mi avete svegliata? E dov’è Miroku? E l’allenamento?” domandò tutto d’un fiato, sotto lo sguardo divertito dell’amica
“Calmati, calmati Kagome! Per oggi è tutto sospeso, dai entriamo altrimenti ti prenderai un malanno così!” le disse ridendo il Cavaliere, facendole notare, con quelle parole, il suo stato. Arrossì vistosamente al pensiero che stava per andarsene in giro mezza nuda.
Sango la spinse leggermente da dietro, entrando così nella camera della ragazza.
“Prima di tutto, qui ci vuole un bel bagno, così ti schiarirai completamente le idee” continuò la Cacciatrice, sempre ridacchiando.
Kagome annuì semplicemente e le due si diressero verso il grande bagno dell’appartamento.

“Ti senti meglio?” le domandò alcuni minuti dopo Sango, mentre le lavava delicatamente i lunghi capelli neri
“Sì, grazie. Scusa per questo episodio a dir poco imbarazzante” la giovane miko sentì ridere affettuosamente l’amica dietro di sé, finendo per arrossire. Aveva fatto proprio una pessima figura.
“Non ti preoccupare! Solo mi ha sorpreso vederti così agitata! Di solito sei sempre così calma e riflessiva!” sentendo l’amica tacere, le si avvicinò, guardandola in faccia
“Guarda che non ti devi mica vergognare! Non c’è niente di male nell’essere se stessi!” e le rivolse un ampio sorriso.
Dopo averle finito di lavare i capelli, Kagome uscì dalla vasca, coprendosi con un grande telo porsole da Sango.
Ritornate nella camera da letto della miko, la ragazza del Nord cominciò a spazzolarle e ad asciugarle i lunghi capelli ebano, facendo rilassare notevolmente Kagome, felice, ma anche imbarazzata da tutte le attenzioni della sua prima vera amica.
“Sango?” la chiamò, poi
“Sì?” le rispose da dietro l’altra, guardandola attraverso lo specchio che avevano davanti
“Bè… ecco… insomma, io e te… siamo amiche?” le chiese timidamente. Il Cavaliere smise per un attimo di spazzolarle i capelli e la guardò con un gran sorriso
“Certo che lo siamo, che domande!!” le rispose, appoggiandole tutte e due le mani sulle spalle
“Grazie” le disse, allora, Kagome. Era davvero felice “Ah, Sango…”
“Dimmi…”
“Scusami… per questi giorni. Non mi sono fatta vedere nemmeno una volta, se non da Miroku…. Mi sono comportata ingiustamente, soprattutto con te. È che…”
“Avevi bisogno di stare sola. Lo so, ti capisco, non c’è bisogno che ti scusi. Solo che… bè, sì, forse ero un po’ preoccupata ma almeno con te c’era Miroku, per cui mi sentivo tranquilla…”
“Già, Miroku…” . Sango vide l’amica sorridere timidamente nel pronunciare il nome del ragazzo
“Come vanno le cose tra voi due?” le chiese, sorridendo nel vederla arrossire leggermente
“Bè… bene, direi. O, almeno, questo è quello che penso io… non so se Miroku, invece…”
“Tranquilla. È a dir poco entusiasta di te! Appena si fa il tuo nome gli si illuminano gl’ occhi!”
“Da- davvero?!” domandò, rossa in volto, Kagome, girandosi verso l’amica
“Davvero! Ti fa piacere?”
“Certo!! – disse, più che entusiasta, per poi arrossire furiosamente subito dopo… non era da lei farsi vedere così euforica per qualcosa… - Bè, sì, ecco… sono contenta che per lui non sono un peso…”
“No, tranquilla. Comunque dovresti dirgliele queste cose…”
“Come potrei? Insomma… io…”
“Gli vuoi bene?” le domandò dolcemente la ragazza del Nord, chinandosi leggermente, per trovarsi col volto di fronte a quello dell’amica
“Sì… io… mi vergogno a dirlo e forse è anche stupido ma… lo considero quasi come un fratello…”
“Non te ne devi vergognare, è molto bello che tu provi questo e sono dell’idea che dovresti dirglielo”
“Ma come posso dirgli una cosa del genere? E se ridesse di me? Se si sentisse in imbarazzo? Non lo voglio mettere in difficoltà…”.
Sango guardò la ragazza, a testa china, con attenzione. Nonappena l’avevano vista la prima volta non avrebbe mai immaginato che proprio lei, proprio Kagome, in realtà, avesse così tante insicurezze e paure. Forse quella maschera di freddezza che aveva portato per così tanto tempo, invece di renderla forte… l’aveva soltanto resa più vulnerabile a ciò che la circondava.
Aveva cercato sempre di evitare quasi ogni tipo di legame… era ovvio che ora si trovasse in difficoltà.
Le posò una mano su una spalla, attirando il suo sguardo
“Kagome… so che hai paura ma… se non cominci ad affrontarli, questi tuoi timori, non potrai mai ricostruirti una vita. Non puoi sempre sfuggire a ciò che la vita ti porta davanti… non è giusto per te… come non è giusto per gli altri”
“Per… gli altri?” domandò incerta Kagome, confusa da quelle parole
“Sì, per gli altri. Se continuerai a chiuderti a riccio davanti a ogni cosa priverai anche le persone che ti circondano di poter godere, gioire dello starti accanto. Non vuoi essere felice anche tu?” le chiese, infine, guardandola con affetto.
“…Sì…” rispose flebile l’altra, annuendo
“Bene, allora cerca di fare del tuo meglio. Ricordati che in te non ci sono solo debolezze… hai affrontato, passato momenti che pochi altri, al tuo posto, sarebbero riusciti a superare. Devi continuare a lottare, per te, per tua nonna e per i tuoi defunti genitori. E poi, adesso, ci siamo anche noi con te, non dimenticarlo” e le sorrise. Kagome la fissò con gli occhi sgranati e, senza pensarci, le si gettò tra le braccia mentre alcune lacrime solcavano le sue guance
“Grazie, grazie Sango” le disse mentre l’altra le accarezzava i lunghi capelli
“Forza ora! – esclamò il Cavaliere, staccandola da lei e guardandola allegra – Devi ancora finire di prepararti! Così andiamo a pranzare insieme agli altri, va bene?”
“Sì!” le rispose Kagome, con un leggero sorriso sulle labbra.

Dopo diversi minuti, le due si stavano dirigendo verso la taverna del primo piano sotterraneo.
“Uff… potevi anche lasciarli sciolti, per una volta!” esclamò Sango, guardando con un certo dispiacere, da dietro, i lunghi capelli ebano di Kagome raccolti nella solita coda
“Sono più comoda così” le rispose semplicemente l’altra, voltandosi a guardare l’amica e sorridendole appena
“Mmh, però devi promettermi che, per un giorno, li lascerai sciolti!”
“Va bene, va bene!” le sentì dire Sango che sorrise nel sentirla ridacchiare.
Insieme, le due si affacciarono all’entrata della taverna e quasi immediatamente vennero notate da Miroku che, seduto con il volto rivolto verso l’entrata, le salutò allegramente per poi avvicinarsi loro
“Buongiorno mie care fanciulle!” disse allegro, guardandole sorridente
“Mi fa piacere che oggi tu ti unisca a noi, Kagome” la ragazza annuì, accompagnata da un leggero rossore. Sango sorrise nel guardarla e decise che quello era il momento in cui l’amica dovesse parlare col cugino
“Bene, io intanto mi vado a sedere, vi aspettiamo!” e prima che Kagome potesse fermarla, la ragazza si era già diretta verso il tavolo in cui vi erano anche Inuyasha e Shippo.
“Scusa per questa mattina… - cominciò titubante Kagome guardando di sottecchi il cugino – Non so come mai ma mi sono svegliata tardi…”
“Non ti devi preoccupare! – la interruppe Miroku – Tanto per oggi era tutto sospeso, come ti avrà certamente detto Sango…”
“Sì… solo che… bè, è che non ti ho nemmeno avvertito e…”
“Ma Kagome, di che ti preoccupi! Ho mandato Sango apposta per vedere se era tutto a posto, ma questo solo perché non ti avevamo vista ancora in giro… ma avevamo immaginato che fossi stanca per gli allenamenti e che fossi preoccupata anche… bè, per domani”
“Ah, tuo padre ve lo ha detto?” gli chiese, atona
“Sì…”
“Ci… ci sarai anche tu… domani?” gli chiese
“Sì… ma se non vuoi, dico a mio padre che-”
“No, no, voglio che tu ci sia!! E, anche gli altri, ovviamente…” e di nuovo si ritrovò ad arrossire. Miroku sorrise dolcemente nel guardarla
“Grazie, mi fa piacere esserti accanto in un momento così importante…” le disse, mentre lei riposava lo sguardo verso i suoi occhi blu mare
“Mi- Miroku… - lo richiamò – Ecco… forse ti potrà imbarazzare ma bè… ecco, i- io sono molto contenta del… sì, del nostro ‘rapporto ’”
“Oh, ma anche io!! Non sai quanto sono felice di averti qui, per me sei come una sorella, ormai!”. Kagome restò interdetta da quelle parole dette con così tanta semplicità… e dire che lei stava facendo una fatica assurda!
“Grazie… anche io ti considero come un fratello” e entrambi si sorrisero a vicenda, Miroku in particolare poté ammirare lo sguardo dolce della cugina. L’abbracciò affettuosamente, scompigliandole giocosamente i capelli.
Poi si staccarono e insieme raggiunsero il resto della compagnia.
“Toh! Guarda chi si vede…. Allora non sei rimasta vittima di uno dei tuoi stessi incantesimi!” immediatamente Kagome venne accolta da una delle solite battutine sarcastiche di Inuyasha
“No, per tua sfortuna sono viva e vegeta!” ribatté lei, guardandolo con un sorrisetto divertito al quale l’ Hanyou rispose con uno uguale.
“Dì la verità Inuyasha… ti mancavano i battibecchi con Kagome, eh?!” gli disse malizioso Miroku e il mezzo- demone si ritrovò puntati addosso tre sguardi di certo non rassicuranti
“D- dannati smettetela di stare lì a fissarmi! E tu Miroku piantala di dire idiozie!!” sbraitò Inuyasha, con le gote leggermente arrossate.
E da lì, come sempre, cominciò un’animata discussione – completamente inutile e senza senso – della quale Kagome fu spettatrice.
Da inizialmente perplessa e basita, la ragazza si ritrovò a ridere di cuore, cosa che non faceva da tanto.
Gli altri quattro si bloccarono e rimasero a fissarla, quasi ammirando il sorriso stupendo della miko.
Questa, sentendosi osservata, li guardò a sua volta, cercando di smettere di ridere, lievemente imbarazzata
“Ehm, scusatemi è che… siete così buffi!” e, non riuscendo a trattenersi ricominciò a ridere, contagiando anche il resto della compagnia – tranne Inuyasha che sbotto con un “Feh!” – che, a sua volta, cominciò a ridacchiare.
“È bello vederti serena” le disse poi Miroku mentre anche lei si accomodava vicino a Sango.
“È bello esserlo… dopo tanto tempo…” rispose lei, accennando un dolcissimo sorriso. Inuyasha la fissò quasi sorpreso… non credeva che avrebbe mai potuto vedere un’espressione simile proprio su di lei.
“Ehi, Inuyasha, ti sei imbambolato?!?” la voce di Miroku lo fece trasalire e, puntualmente, i suoi occhi blu mare, con quel solito luccichio ambiguo, lo scrutarono facendolo imbarazzare.
“Miroku, accidenti, smettila di fissarmi!! Sei davvero irritante!!” fortunatamente, proprio in quel momento, arrivò Doroty per prendere le loro ordinazione che, quindi, riuscì a bloccare sul nascere una nuova assurda discussione.
Così i cinque ripresero a chiacchierare allegramente, in attesa di pranzare.
Finalmente erano di nuovo tutti insieme.

[…]

Osservare, dall’alto, la maestosa distesa di vie e case che si diramava in un enorme circolo quale era Eldoras le provocava sempre una strana emozione.
Forse era il suo sangue, il sangue degli Higurashi che le scorreva nelle vene ad avere quel tipo di reazioni.
Inspirò a fondo, beandosi della brezza notturna che, dall’alto della sua postazione si sentiva maggiormente, cercando di tenere a bada i capelli ribelli i quali, legati nella coda, lottavano per poter essere trasportati liberamente dal vento.
I suoi occhi argentei osservarono il panorama di quella distesa di piccole luci che illuminavano ogni via, ogni casa della capitale della Terra Centrale.
Dall’isola di Arlem alla Terra Centrale. Ne aveva fatta di strada.
Se non si fossero trovati in un momento di emergenza come quello, non ci avrebbe pensato due volte a mettersi uno zaino in spalle e partire per vedere, scoprire i misteri di quella magnifica terra.
Sospirò nel pensarci. Era solo un sogno ad occhi aperti, come quello di diventare Cavaliere.
Sospirò di nuovo. A quell’ora doveva essere a letto a dormire proprio in vista di quello che l’aspettava il giorno dopo.
Quel pomeriggio, dopo aver pranzato insieme a Miroku e gli altri, era rimasta con loro ed era quasi riuscita, per alcune ore, a non pensare alla Cerimonia del Destino.
Poi, quando si era ritrovata da sola, quella sera, quel pensiero era tornato a serrarla nella sua morsa di angoscia e irrequietezza.
Perciò, non riuscendo a trovare concilio nel sonno, si era alzata e prima di ritrovarsi adesso in uno dei tanti parapetti del Palazzo, era tornata a far visita alla stanza che custodiva il ritratto della sua famiglia con la speranza di ottenere un po’ di serenità… e, in un certo senso, c’era riuscita.
Ed ora era lì, ad ammirare quella che era la SUA patria, la sua terra d’origine.
Non poté fare a meno di pensare di essere orgogliosa di questo… in fondo quella era pur sempre la terra dei Draghi… solo questo, dal suo punto di vista, era motivo di vanto.
Peccato che lei si sarebbe potuta vantare solo di questo….
“Cough, cough” i suoi pensieri vennero interrotti da un tossicchiare che attirò la sua attenzione.
“Possibile che ti ritrovo sempre dappertutto?” disse Kagome, senza voltarsi, conoscendo già l’identità del suo interlocutore
“Evidentemente abbiamo le stesse idee…” rispose la voce con un tono chiaramente sarcastico
“No, non credo proprio…” ribatté la ragazza, con lo stesso tono, voltandosi finalmente verso la fonte della voce che, nel frattempo, le si era avvicinata
“Che ci fai qui, a quest’ora, Inuyasha?” gli chiese, infine, Kagome con un mezzo sorriso di sfida.
Lui non le rispose subito ma si avvicinò al parapetto, rimanendo qualche momento in completo silenzio nell’ammirare, come lei pochi istanti prima, la maestosità della città.
“Potrei farti la stessa domanda…” le disse, poi, girandosi e appoggiandosi con la schiena al parapetto e guardandola con il suo solito sorrisetto saccente.
“Non sapevo che dovessi rendere conto a te di tutto ciò che faccio” ribatté in risposta la ragazza
“Mmh… potrebbe essere un’idea…” bofonchiò Inuyasha, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Kagome
“Non pensarci nemmeno… non ti darei una simile soddisfazione nemmeno in un milione di anni…!” si affrettò a dirgli lei, sempre guardandolo storto
“Feh! Capirai! Sai cosa me ne può importare di cosa fai!” sbottò lui con il suo tipico modo di fare arrogante
“Non riuscivo a dormire, va bene?!?” gli disse irritata lei, guardandolo furente. Poi distolse il suo sguardo argentato per volgerlo alla città sotto di loro.
“Nemmeno io…” disse Inuyasha, guardando verso l’alto, ammirando la luna.
Rimasero in silenzio per diversi minuti, come in contemplazione.
“Per domani… sì, insomma… sei preoccupata?” le chiese poi il mezzo- demone, guardandola. Lei sospirò… sapeva che, alla fine, le avrebbe fatto una domanda del genere.
“Sì” rispose di getto. L’Hanyou rimase leggermente disorientato da quella risposta… non si aspettava che Kagome ammettesse una cosa del genere.
La guardò serio. Doveva essere preoccupata veramente….
“È buffo…” continuò poi lei
“Cosa c’è di buffo, scusa?” la interruppe brusco Inuyasha.
“Bè… preoccuparsi quando non si possono cambiare le cose, quando sai già quale sarà l’esito di ciò che ti aspetta… è buffo, no? Ma, soprattutto… è inutile…” disse, mentre il tono quasi allegro con cui aveva iniziato a parlare si era trasformato in un tono profondamente amareggiato.
“Senti… da quando ti conosco di sciocchezze ne hai dette tante ma questa è la più grossa! – sbottò irritato Inuyasha, guadagnandosi, intanto, uno sguardo di pura sorpresa da parte della ragazza – Saresti davvero una stupida se non ti preoccupassi o se non avessi qualche tipo di timore! Solo gli idioti non hanno paura di fronte alle cose nuove! Non diventerai un Cavaliere? Non importa! Il Governatore non lo è e mi sembra che in questi anni abbia fatto un ottimo lavoro lo stesso!”
“Sì ma…”
“Ma cosa?!? Mi stai facendo incavolare, lo sai?!?” urlò lui, guardandola tra l’irritato e il severo. Kagome tacque per poi abbassare lo sguardo.
Lei… doveva avere paura?
“Sai… a parole saresti anche bravo… se poi tu seguissi i tuoi stessi consigli…” gli disse poi lei, guardandolo divertita
“Che… che vorresti insinuare, scusa?!” sbottò lui, accigliato e guardandola bieco
“Niente, niente!” ridacchiò Kagome… ma non era un riso di scherno… solo una tranquilla risata. Inuyasha la guardò sorpreso per poi arrossire leggermente… quella ragazza era assurda.
“Te lo ripeto… tu sei decisamente strana!” borbottò, sempre col le gote leggermente arrossate mentre la risata della ragazza si disperdeva tra le folate di vento che animavano quella notte tranquilla….

[…]

Si riguardò allo specchio. Quello era il grande giorno.
Nonostante le velate insistenze del Governatore, Kagome si era vestita come suo solito… forse era giusto un po’ più elegante rispetto agli altri giorni. Già il fatto di essere bollata come ‘la Principessa ’ non le andava molto a genio… se poi doveva sottolinearlo con il suo modo di vestire, si sarebbe rinchiusa nelle sue stanze, buttando via la chiave.
Legò stretti i capelli ebano nella usuale coda e rimase a fissare i suoi occhi argentei, vedendoli pieni di ansia.
- Devi stare calma, Kagome – si disse – Tanto sai già come andrà… agitarsi non ha senso.
Poi le rivennero in mente le parole dettele quella notte da Inuyasha… sorrise leggermente nel ricordarlo imbarazzato, con le guance arrossate… com’era buffo!
I suoi pensieri vennero interrotti dal bussare alla sua porta… immaginava già chi fosse.
“Buongiorno Miroku” disse, aprendo l’ingresso e ritrovandosi di fronte il cugino con un’aria decisamente tesa, anche se cercava di non darlo a vedere.
“Buongiorno!” le rispose, accennando un sorriso.
“Non c’è bisogno che cerchi di nascondere la tua agitazione… “ gli disse lei, sorridendo appena
“Ah… te ne sei accorta, eh?” rispose lui, amareggiato
“Sì, ma non ti devi preoccupare…” lo rincuorò lei, cercando di sembrare rilassata.
“Andiamo?” gli chiese, poi
“Certamente” e il cugino la invitò a uscire, seguendola
“Ci sei solo tu?” domandò Kagome, guardandosi intorno
“Sì… gli altri ci aspettano davanti alla Sala del Destino
“Capisco…” e i due proseguirono silenziosamente verso la torre in cui si trovava la Sala… non c’era bisogno di parlare, in quel momento.
Dopo diversi minuti raggiunsero la torre, e davanti le enormi porte che sigillavano la Sala del Destino vi trovarono Inuyasha, Sango, Kouga e Shippo.
“Buongiorno a tutti!” li salutò allegro Miroku mentre Kagome accennò un saluto con una mano, accompagnato da un sorriso leggermente tirato.
“Stranamente sei stato puntuale…” osservò Inuyasha, riferendosi al Cavaliere dal codino
“Convengo con Inuyasha – si aggiunse Kouga – Almeno qualche volta sai rispettare gli orari”
“Da quando in qua andate d’accordo voi due?!” chiese accigliato Miroku, guardandoli male.
“Ciao Kagome…” mentre i tre ragazzi bisticciavano come loro solito, Sango si era avvicinata all’amica guardandola apprensiva
“Ciao Sango… su, cos’è quella faccia?” le chiese con un sorriso
“Bè, ecco…”
“Non ti preoccupare, va tutto bene…” cercò di rincuorarla la miko
“Sei sicura?” insistette l’altra
“Sicurissima!” esclamò Kagome con un largo sorriso a illuminarle il volto… ma Sango si accorse perfettamente dell’ombra di angoscia dipinta sul viso dell’amica… ma non volle insistere col torturarla di domande perciò sorrise anche lei e le due si avvicinarono agli altri tre.
“Kagome, Kagome!”
“Oh, ciao Shippo! È da un po’ che non ci vediamo noi due, vero?” gli chiese affettuosamente la ragazza, prendendolo tra le sue braccia e accarezzandogli la testa ramata
“Feh! Non dovresti viziarlo così, quel moccioso!” sbottò Inuyasha, guardando male il cucciolo di Youkai
“Io non sono un moccioso!” ribatté accigliato il demone volpe
“Aah, non farci caso Shippo…. Inuyasha è solo invidioso perché, anche se sei ancora piccolo, sei più intelligente di lui!” disse, come se niente fosse, Kagome al piccolo Youkai, guardandolo sorridente
“Come ti permetti dannata?!?” sbraitò il mezzo- demone, fulminandola con lo sguardo
“Vedo che, come al solito, siete pieni di energie ragazzi!” una voce alle loro spalle attirò la loro attenzione. Era il Ministro Mendion accompagnato dal Governatore
“Buongiorno a tutti…” li salutò quello, soffermando il suo sguardo sulla cugina. Kagome ricambiò lo sguardo e posando a terra Shippo, si avvicinò al nobile Takehiko, andandolo a salutare
“Buongiorno Takehiko” gli disse, sorridendogli
“Buongiorno anche a te” e il Governatore non poté fare a meno di ricambiare il sorriso.
“Sei pronta?” le chiese, poi
“Sì, anzi prima ci sbrighiamo, meglio è” gli rispose la cugina, con sguardo sicuro
“Bene, Miroku! Puoi aprire la Sala del Destino” il ragazzo, senza aprire bocca, si avvicinò alla grandi porte della Sala che, dopo poco, si aprirono davanti a loro.
Uno dopo l’altro, i membri del gruppo entrarono nella stanza. Kagome per alcuni istanti stette ferma, titubante, con lo sguardo fisso e preoccupato sulla Sala quando sentì una mano sulla sua spalla scuoterla lievemente
“Andrà tutto bene” la ragazza incontrò un paio di occhi azzurro cielo
“Sì, grazie Kouga” e, preceduta dal Demone, anche l’erede degli Higurashi, finalmente, fece il suo ingresso nella Sala del Destino.
Come gli altri suoi compagni prima di lei, anche Kagome rimase meravigliata della bellezza della stanza, rimanendo senza fiato.
Lo stupore, poi, si trasformò in agitazione quando il suo sguardo si posò su quell’unico uovo posato sull’altare al centro della Sala.
L’uovo del Drago Supremo, il Drago d’Oro. Questo, a differenza delle altre uova delle restanti cinque specie, era molto più grande; il guscio era perfettamente liscio, screziato di venature nere e dorate le quali rilucevano e brillavano grazie al fascio di luce che, dall’alto, lo investiva completamente.
“Benvenuta nella Sala del Destino, Kagome. Qui, oggi, si deciderà del tuo futuro” disse, solenne, il Governatore, facendole segno di avvicinarsi. La ragazza gli si accostò, tenendo lo sguardo fisso sull’uovo.
“Sai già quello che devi fare, vero?” le chiese Takehiko, guardandola dolcemente. Kagome si limitò ad annuire, con sguardo serio.
Respirò profondamente, chiudendo gli occhi, come per raccogliere le energie. Poi, di scatto, riaprì gli occhi e, decisa, si avvicinò all’altare.
Il Governatore, dietro di lei, la guardò sconsolato… sapeva già, purtroppo, quale sarebbe stato l’esito di quella Cerimonia….
Kagome, lentamente, si avvicinò all’altare, aggirandolo, in modo tale da ritrovarsi con il volto rivolto al resto del gruppo.
Mantenendo lo sguardo sulla superficie screziata dell’uovo, cominciò a salire i tre gradini sul quale vi era l’altare.
Tu- tum, tu- tum….
Un palpito.
Tu- tum, tu- tum.
Un altro.
Tu- tum, tu- tum.
Un altro ancora.
Ora si trovava di fronte all’enorme uovo, mentre quei palpiti le martellavano nella testa e il respiro le si accelerava.
Dando per scontato che quelle strane palpitazioni derivassero dal suo cuore agitato, guardò fissa l’uovo, rendendosi conto, definitivamente, dell’inutilità di quella Cerimonia.
Sorrise sarcasticamente, sul punto di voltare le spalle e andarsene quando una specie di scossa le attraversò la mente, mozzandole il respiro.
Guardò l’uovo con gli occhi sgranati… no, doveva essere stata la sua immaginazione.
Stava nuovamente per rinunciare quando un’altra, potentissima scossa sconvolse il suo animo, bloccandole ogni movimento e impedendole di realizzare qualche pensiero.
- Kagome… - una voce, remota, impalpabile ma profonda le attraversò la mente immobile
- Kagome… - la chiamò ancora, come per assicurarsi che fosse veramente lei
- Kagome…- e con quest’ultimo richiamo la mente della ragazza fu attraversata da un’altra scossa che, però, la fece come risvegliare
- Sono qui… - disse lei, senza pensare. A quelle parole la coscienza che l’aveva invasa ebbe come un tremito.
Stupita come coloro che, davanti a lei, stavano assistendo alla scena, se non di più, vide l’uovo fremere violentemente mentre diverse crepe percorrevano la sua superficie liscia.
Quasi con un moto frenetico, l’uovo cominciò a spaccarsi sotto gli occhi increduli di Kagome che, quasi con la stessa frenesia, aspettava impaziente che quella barriera si rompesse definitivamente.
Davanti a lei stava la creatura più antica e maestosa esistente sulla terra… il Drago Supremo.
Una figura nero pece si contorceva sotto il suo sguardo mentre, con un ultimo sforzo, si liberava dell’ultimo pezzo di guscio.
Le ali strette contro il corpo gli coprivano la piccola testa e un leggero tremito lo pervadeva.
Poi, improvvisamente, la creatura aprì violentemente le ali, mostrandosi in tutta la sua maestosità fin da subito.
Due occhi di un color oro profondissimo e lucente, incatenarono quelli argentei di Kagome che venne inghiottita da quello sguardo.
Le gambe le cedettero, e si ritrovò in ginocchio davanti all’altare, mantenendo fissi i suoi occhi su quelli del Drago.
Questo si avvicinò lentamente al suo viso senza mai smettere di guardare la ragazza
- Dopo vent’anni… finalmente sei giunta da me… Kagome – le disse quello. Lei lo guardò senza riuscire nemmeno a respirare. Poi copiose lacrime cominciarono a scorrere sulle sue guance mentre un largo sorriso di pura gioia le si dipingeva sul volto.
Lui… Lui stava aspettando lei. Aveva aspettato tutto quel tempo… solo per lei.
Il Drago le si avvicinò ulteriormente fino a che, col muso, arrivò a toccarle la fronte.
Entrambi vennero percorsi da un’intensa scossa accompagnata da una luce che, per pochissimi secondi, li avvolse.
Quando la creatura si staccò dalla ragazza, sulla fronte di quest’ultima si vide un simbolo nero… il simbolo del Cavaliere Supremo.
Kagome, di getto, prese tra le braccia il Drago, piangendo per la gioia.
“Non… non ci posso credere…” disse Takehiko guardando la creatura stretta tra le braccia della cugina.
Il resto della compagnia era incredula quanto lui… ma tutti non poterono fare a meno che sorridere di cuore, felici per la loro amica.
Questa, sempre piangendo, si alzò in piedi col lo sguardo rivolto a loro, mostrando felice il meraviglioso Drago che aveva tra le braccia.
Drago e Cavaliere si erano finalmente trovati.

“Nonostante tutto questo abbia dell’incredibile… il vostro Drago è in ottima salute! È un perfetto Drago d’Oro maschio… complimenti!”
“Vi ringrazio dottore” nonappena fu terminata la Cerimonia del Destino, Kagome, accompagnata dal resto della compagnia, si era diretta verso l’ambulatorio per far visitare la creatura appena nata.
La gioia che provava era già tanta, ma crebbe ancora di più nel saperlo in buona salute.
Ammirò il Drago che a malapena riusciva a tenere tra le sue braccia, data la stazza, e rimase affascinata dal colore delle sue squame che, seppur di un nero pece scurissimo, sembrava brillassero di mille e più sfumature.
Per non parlare di quegli occhi dorati di una tale intensità che quasi parevano irreali.
Non era mai stata così felice in vita sua. Dopo tanto tempo, anche lei aveva trovato il suo posto.
Kagome uscì dal piccolo ambulatorio, fuori dal quale l’aspettavano Inuyasha e gli altri.
Questi la videro uscire con un largo sorriso sulle labbra e ancora increduli per quello che era accaduto le si avvicinarono informandosi sulla salute del cucciolo.
- Accidenti che baccano che fanno i tuoi amici! Ma come biasimarli… una bellezza come me è chiaro che susciti queste reazioni! – la piccola creatura, nonostante fosse ‘venuta al mondo ’ che da pochi minuti, già possedeva una sciolta parlantina, cosa che fece ridere Kagome.
- Siamo un po’ vanitosi o sbaglio? – gli domandò, ridacchiando, la ragazza
- Senti, ho aspettato questo momento per vent’anni, è giusto che io riceva le mie meritate attenzioni! – detto questo, contemporaneamente, afferrò le menti di tutti i membri del gruppo i quali avvertirono chiaramente la sua presenza
- Sono molto contento di fare la conoscenza di tutti voi. Spero diventeremo amici… dopo vent’anni di ‘prigionia ’ mi sembra il minimo! – disse loro allegro, mentre gli altri lo guardavano con un misto di sorpresa e commozione. Il Drago Supremo aveva dato loro il permesso di poter comunicare con lui già da quel momento.
Miroku e gli altri si inchinarono rispettosamente di fronte a Kagome e al suo Drago, ringraziando quest’ultimo con dei larghi sorrisi.
- Che bello, che bello! Credo che mi divertirò un sacco! - disse entusiasta il Drago. Tutti i presenti sorrisero divertiti… il nuovo venuto mostrava chiaramente un’indole molto esuberante!
“Kagome…” il nobile Takehiko si avvicinò alla cugina, guardandola dolcemente e sinceramente felice per come erano andate le cose
“Ti confesso che non mi aspettavo assolutamente un risultato simile. Per la prima volta, dopo secoli, dopo l’alleanza tra i Draghi e il nostro popolo… la vostra unione ha davvero dell’incredibile. Ma questo dimostra solamente quanti misteri possa riservare ciò che circonda i Draghi… comunque, sono davvero felice per te” e l’abbracciò affettuosamente, carezzando anche la creatura che apprezzò.
“Grazie… ma non solo a te… a tutti voi. Avete fatto tantissimo per me, fin dalla prima volta in cui siamo incontrati. Sinceramente anche io – e forse più di tutti voi – credevo, ero sicura che non avrei mai superato questa prova… però, anche questa volta, ho avuto la fortuna, il destino dalla mia parte. Ma non sarei riuscita ad arrivare a questo punto senza il vostro appoggio. Perciò… grazie, grazie per tutto” disse Kagome, inchinandosi di fronte a tutti loro che la guardarono sbalorditi.
“Ti prego… alzati Kagome” le disse Miroku, avvicinatosele “Non hai niente di cui ringraziarci. Siamo tuoi amici, ti staremo sempre accanto” e l’abbracciò forte, contento del fatto che, adesso, anche la cugina avrebbe avuto la possibilità di avere qualcuno con cui condividere appieno le proprie sofferenze ma anche le proprie gioie.
Come per lui Varandir era stata la salvezza… forse il piccolo Drago lo sarebbe stata anche per lei.
“Bè, ora non resta altro che farti vedere i tuoi nuovi alloggi…. Ci pensi tu Miroku? Scusaci, Kagome, ma io e Mendion abbiamo alcune cose di cui occuparci…”
“Non c’è problema e grazie di tutto” disse la ragazza, salutando i due con un largo sorriso. Il Governatore e il Ministro si congedarono dal resto del gruppo che li guardò andare via.
“Bene, allora… ci avviamo?” chiese allegro Miroku, voltandosi a guardare i suoi compagni. Kagome annuì vigorosamente e tutti insieme si diressero verso il primo piano sotterraneo.
Il piccolo Drago si guardava intorno attento, assorbendo qualsiasi odore, qualsiasi colore.
La ragazza non gli staccò gli occhi di dosso per un solo momento anche se, come lui, si guardava intorno come se vedesse tutto ciò che la circondava per la prima volta.
L’appartamento del Cavaliere Supremo era il più grande e, come quello di Inuyasha, era quello da cui era possibile raggiungere direttamente sia l’esterno sia l’appartamento del proprio Drago.
“Eccoci qui” disse allegro Miroku, di fronte a una massiccia porta in legno scuro lucidissimo, rifinita da intelaiature bronzee che andavano a formare lo stesso simbolo che, ora, Kagome aveva impresso sulla fronte “Ecco la tua chiave” aggiunse poi, porgendo a Kagome una massiccia chiave argentea.
La ragazza la prese in mano e senza indugiare oltre la infilò nella toppa della porta che, immediatamente, si aprì.
Tutto il gruppo fece ingresso nell’enorme appartamento che, come gli altri, era arredato di tutto punto e molto confortevole.
Seppure fosse leggermente più piccolo, aveva tutto quello che Kagome aveva trovato negli appartamenti in cui aveva soggiornato fino quel giorno.
Un ampio soggiorno – che faceva anche da salotto - , uno modesto studio con, però, una grande libreria colma di tomi, uno spazioso bagno e un’altrettanto grande camera da letto con anche un giaciglio per il piccolo Drago.
“Perfetto…” sussurrò Kagome, guardandosi intorno
“Ti piace?” le domandò Miroku
“Tantissimo!”
“Bene… ah, ecco – disse mentre si avvicinava a una porta situata in fondo al soggiorno – Da qui si raggiunge l’esterno. Invece nella camera da letto c’è un’altra porta che conduce all’appartamento del tuo Drago”
“Ho capito, ti ringrazio” gli disse sorridendo la ragazza mentre posava a terra il Drago che cominciò a perlustrare frenetico la sua temporanea dimora. Le sue squame dal colore della notte risaltavano tra i colori sgargianti della camera.
Kagome e tutti gli altri lo guardarono inteneriti mentre annusava minuziosamente tutto ciò che gli stava intorno.
- Accidenti… direi che starò proprio bene! Il mio Cavaliere è uno schianto e questo posto non è affatto male! – esclamò decisamente soddisfatta la creatura mentre Miroku e gli altri scoppiavano a ridere a differenza di Kagome che era arrossita per quel complimento detto con così tanta naturalità.
“Ehi piccoletto lo sai che sei proprio una forza?” ridacchiò Miroku, accucciandoglisi di fronte e carezzandolo divertito
“Concordo!” si aggiunse Kouga avvicinandosi ai due e facendo giocare il piccolo Drago “Anche se mi sembra un po’ irrispettoso chiamarlo ‘piccoletto ’!” disse poi, guardando Miroku
- Oh, non c’è problema… tanto tra pochi mesi sarò io a chiamarvi ‘piccoletti ’! – si vantò la creatura facendoli ridere ancora di più
“Ma tu sentilo!” si aggregò anche Inuyasha, ghignando
“Kagome, sono così contenta per te!” disse, nel frattempo, Sango, avvicinatasi all’amica e abbracciatola affettuosamente
“Grazie, Sango. Anche io sono davvero contenta…” disse la miko, guardando sorridente il suo piccolo Drago che giocava attorniato dai tre ragazzi
“Ma credo che loro siano anche più contenti di me! Sembrano dei bambini che hanno trovato un giocattolo nuovo!” ridacchiò Kagome, guardandoli
“Già! Anche Inuyasha sembra davvero entusiasta!”. La miko posò lo sguardo sul mezzo- demone e sul suo viso si dipinse un sorriso nel vederlo comportarsi in modo così affettuoso – per quanto Inuyasha potesse essere affettuoso… - col suo Drago.
“Credo che il tuo Slyfer avrà qualche problema con questo teppistello!” ridacchiò Miroku, riferendosi al Drago nero
- Già, già! Devo vedere gli altri Draghi! Tu Miroku hai una femmina, vero?! – domandò eccitato la creatura, con un tono quasi malizioso.
Miroku lo guardò per qualche istante poi i suoi occhi cominciarono a luccicare
“Oh, tu sei la luce dei miei occhi!” disse, commosso, prendendolo tra le braccia “Kagome, ti spiace se diventa il mio Drago? Varandir sarebbe contenta di fare cambio!” esclamò
“E se lo dice pure da solo…!” borbottò Kouga
“Non credo sia una buona idea, Miroku…” cercò di calmarlo Kagome
“Peccato…” piagnucolò il cugino, riposando a terra il Drago
- Mi spiace… mi stai simpatico ma preferisco avere una bella ragazza come Cavaliere! Non ho mica aspettato tutto questo tempo per niente! – disse seriamente la creatura. Tutti gli altri posarono lo sguardo su Kagome che era arrossita violentemente e risero divertiti.
Inuyasha la guardò intensamente… rispetto alla sera prima aveva un viso decisamente più rilassato
“Ehi, piccoletto, stai attento perché credo che tu abbia un rivale in amore!” esclamò appositamente ad alta voce Miroku, riferendosi chiaramente al mezzo- demone che non si era accorto di essere rimasto a fissare la ragazza
“Eh?!? Ma che cavolo stai dicendo razza di idiota?!?!” sbraitò questo, completamente rosso in viso, come Kagome, del resto
- Assì? – disse il Drago, avvicinandosi a Inuyasha con sguardo indagatore – Allora sappi che dovrai sudare per riuscire a portarmela via! – lo avvisò, serio
“Ma si può sapere che state dicendo?!?! Figurati se mi potrebbe interessare una megera come quella!!” sbraitò il mezzo- demone con foga senza accorgersi dell’aura minacciosa che circondava la ragazza tirata in ballo
“Come… come ti permetti razza di cretino?!? Sono io che non potrei mai accettare la corte di un Hanyou idiota come te!!” br> “Ahi, ahi… adesso ricominciano…!” ridacchiò Miroku accompagnato da Sango mentre Kouga guardava male Inuyasha.
Il piccolo Drago, invece, senza fare una piega, si era accoccolato sopra alcuni cuscini, chiudendo gli occhi e decidendo di farsi un riposino nonostante gli urli di Kagome e Inuyasha.
Adesso la compagnia era al completo.

FINE 17° CAPITOLO.

Finalmente è giunto il mio bellissimo Drago d’Oro – stavo per farmi scappare il nome eheheh…! Non vedo l’ora di chiamarlo per nome….
Anche se, come per gli ultimi capitoli che ho pubblicato, ho fatto un po’ di fatica a scriverlo, devo dire che sono molto contenta di questo cap.
Nonostante io ami tutti i Draghi presenti in questa fanfiction, non posso non dire che quest’ultimo è uno dei miei preferiti… in questo capitolo ho potuto scrivere poco di lui ma io che ce l’ho nella mia testa… è favoloso! Che carino! *__*
Spero che piacerà anche a voi… ci tengo particolarmente e spero piacerà anche il nome che, come ho detto anche tempo fa, insieme a quello Harliem, l’avevo già deciso questa estate e non lo cambierò (anche perché mi piace molto! ^^). Perciò spero sarà anche di vostro gusto ^^ .
Per il resto direi che Kagome sta venendo fuori, eh? Piano, piano anche lei si sta sciogliendo e poi adesso che è arrivato anche questo piccoletto tutto nero direi che ci sarà da divertirsi!
Bè, che altro dire… mi scuso ancora per questa settimana di assenza ma, come ho già detto, ho avuto alcuni problemi – oltre che a questo blocco creativo… -__- … Spero di riuscire a pubblicare ogni lunedì, come sempre… ma se questo non dovesse accadere vi prego di avere pazienza… adesso che poi ricomincia pure la scuola spero di avere il tempo per fare tutto anche perché, in effetti, la storia si sta ‘ingrandendo ’ e quindi devo prestarci maggiore attenzione ( anche perché la voglio almeno decente!).
Quindi io direi che vi saluto sperando che il prossimo appuntamento sia sempre lunedì! ^^’
Vi auguro una buona settimana,
baci,
ka_chan

  
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