Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: DarkSun    26/02/2011    0 recensioni
Un neon che funziona ad intermittenza, una fredda serata di Amburgo e una panchina di una vecchia stazione ferroviaria abbandonata. Cosa porta Bill Kaulitz in un posto del genere?Beh,una cosa è certa: la sua vita non sarà mai più la stessa.-
“ Mi dispiace di averti tolto l’ispirazione”- disse poi sinceramente, indicando con un movimento della mano il foglietto che avevo lasciato da parte.
“ Oh no, non l’hai fatto, tranquilla”- le risposi io, serafico.
“ Hai mai guidato una moto?”- chiese lei all’improvviso. Io rimasi pietrificato, capendo cosa mi avrebbe proposto.
“ No e non credo che faccia per me”- dissi sulla difensiva.
“ Bene, allora credo che ti insegnerò”- si alzò dalla panchina, mostrando di aver ignorato la seconda parte della mia frase.
“ Ma…Lena!”- cercai di richiamarla, mentre lei proseguiva spedita per uscire dalla stazione.
A quel punto feci una piccola corsetta per raggiungerla e lei sorrise, come sempre.
Dunque, è la prima FF che pubblico e per me è una sfida, perchè devo riuscire a finirla. Spero che vi piaccia e che mi darete un parere sulle vostre prime impressioni =)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era ora di tornare a casa. Quando rientrai, Tom era in salotto, a fare zapping frenetico con il telecomando, chiaramente interessato a tutto fuorchè alla televisione.

“ Dove sei stato?”- mi chiese, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla tv.

“ Ho incontrato una”- gli risposi, facendogli il verso. Ogni volta che glielo chiedevo io, mi rispondeva allo stesso modo.

Spense definitivamente il televisore e si alzò dal divano, avanzando verso di me e puntandomi un dito contro: “ Io invece ho parlato a Georg e Gustav di quello che vuoi fare”- lo disse così, senza troppa enfasi, e ciò mi lasciava intendere come l’avessero presa. Ovviamente male, come avrebbero potuto fare altrimenti?

Mi voltò le spalle e se ne andò in camera sua, sbattendo la porta. Mi incamminai verso il corridoio che portava alla mia, quando lui uscì di nuovo : “ Ah, per domani abbiamo indetto una conferenza, così potrai dire al mondo che vuoi mettere fine ai Tokio Hotel”-

Poi fece retro front e si sbattè la porta alle spalle ancora più forte di prima.

Entrai nella mia camera: avevo bisogno di una doccia. Lasciai i miei vestiti in giro per la stanza e feci scorrere l’acqua, sperando che potesse lavarmi la coscienza, che sentivo inspiegabilmente sporca.

Lo faccio per il nostro bene.

 

 

 

La notte non fu per niente tranquilla. Mi svegliai di soprassalto alle 4:00 del mattino, avevo fatto uno strano sogno: stavo inseguendo qualcuno, ma appena ero arrivato a prenderlo, questo svaniva, come se fosse fatto…d’aria? In ogni caso, mi aveva angosciato e impedito di dormire, insieme alla paura per la conferenza. I nostri fans. Riuscivo solo a pensare che li avremmo delusi, ma si erano verificati episodi troppo gravi: avevano picchiato nostra madre, avevano avvicinato me con un coltellino, avevano mandato insistenti minacce via lettere e via telefono.  Lo avevamo detto alla polizia e li avevano rintracciati, gli stalker. Tom era pronto a dargli quello che si meritavano, ma ormai erano nelle mani della giustizia, sulla via del processo e del carcere. Ma io credevo che sarebbe potuto verificarsi ancora ed ero preoccupato principalmente per i miei cari. E a quel punto, la musica e tutto il resto passavano in secondo piano. Immerso in questi pensieri, mi lavai e mi vestii, quando erano solo le 6:00. Non avevo idea a che ora fosse la conferenza, ma mi dissi che non poteva essere prima delle 10:00, considerando gli orari consueti delle nostre precedenti. Uscii senza far rumore, per evitare di svegliare Tom e di dovergli dare spiegazioni. La macchina percorreva automaticamente il tragitto per arrivare alla vecchia stazione. Non sapevo perché andassi lì, di altre riflessioni non avevo bisogno. Ma forse ero convinto di trovarci Lena, anche se non capivo perché il mio cuore palpitava più forte se pensavo a lei, alle cose che mi aveva detto.  Invece lei non c’era, assente come il sole coperto dalle nubi. Mi sentivo così vuoto e colpevole.

 Passeggiai un po’ sui binari e anche se sapevo che nessun treno sarebbe passato di lì, avevo un po’ di inutile timore. Come quando hai paura del buio: sai che i mostri non esistono, ma non ti senti ugualmente a tuo agio. Restai seduto sui binari per un bel po’, ad osservare le nuvole che man mano si diradavano e un po’ di luce che finalmente faceva capolino nel cielo grigio- azzurro. Mi scaldò il cuore. Era il momento di andare via, così tornai al parcheggio, accesi il motore della mia Audi e sfrecciai verso casa. Rientrato, trovai un bigliettino di Tom sul quale aveva scritto che ci saremmo visti agli studi Universal, nella sala adibita alle conferenze. Spesso avevamo annunciato lì varie cose: gli album, i concerti…E adesso avrei avuto il coraggio di dire che era finita?

 

 

I giornalisti erano già in sala, Tom, Georg e Gustav avevano preso le distanze da me. Davvero non riuscivo a capirli: volevano ancora essere minacciati in tal modo? Rischiare tanto? No, non glielo avrei permesso: erano i miei amici e mio fratello e dopo, passato il rancore, mi avrebbero ringraziato. C’era anche David, che mi guardava comprensivo: non me lo sarei aspettato da lui, eppure mi capiva, vedeva le brutture che si nascondevano nella vita da star e non riusciva a biasimarmi davvero perché avevo reagito così alla goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Entrammo nella sala anche noi: i flash consueti, accecanti, molesti.

Ci sedemmo, mi preparai alla ovvia domanda.

“ Allora, cosa volete annunciare ai vostri fans oggi? Sono tutti trepidanti!”

Osservai la giornalista che mi fece la domanda ed era anche pronta a registrare l’audio di ciò che avrei detto. Scrutai anche gli altri presenti e poi vidi un volto…conosciuto? Pensai di essere pazzo,  ma c’era Lena che mi guardava seria. Che fosse una giornalista? Non l’avrei creduto possibile, era troppo giovane…Come era entrata?

“ Beh”- mi trovai ad esordire, con la gola riarsa- “ Volevo annunciare che siamo arrivati ad un punto della nostra carriera in cui…”- non riuscivo a staccare lo sguardo da quello di Lena , sentivo lo sguardo interrogativo di Tom puntato su di me, insieme a quello dei nostri compagni di band . Respirai profondamente. Che cosa stavo dicendo? – “ In cui abbiamo bisogno di una svolta…musicale”- in sala si sentiva trapelare la curiosità dei giornalisti e la confusione di David e degli altri tre Tokio Hotel : “ Abbiamo quasi pronto del nuovo materiale e lo faremo uscire presto, con un nuovo sound, anche se siamo sempre noi”- Cosa mi stavo inventando? Giurai di aver visto Lena sorridermi, mentre venivamo sommersi di altre domande e la conferenza finiva. Ci alzammo per uscire e Lena era sparita, svanita nel nulla, come era arrivata.

“ Si può sapere che diavolo ti prende? Prima dici che vuoi sciogliere la band, poi che abbiamo nuove canzoni per un nuovo album!”- mi sbraitò contro Gustav, che non riusciva più a trattenersi.

Non sapevo che giustificazione trovare, del resto neppure i sapevo perché lo avevo fatto.

“ Io…volevo che facessimo almeno un altro tour per dire addio…beh, per dire addio ai nostri fans”- cercai di essere il più convincente possibile.

“ Guarda che noi non siamo disposti a vivere in base ai tuoi cambiamenti d’umore. Hai già sconvolto abbastanza le nostre vite. Sai una cosa? Tu non sei più il Bill di una volta”- mi disse Georg, furioso.

“ Ma ti sei dimenticato di quello che ci hanno fatto? Maledizione, Hagen, non lo sto facendo solo per me! Non è un capriccio da star!”

“ Quella storia è finita,Bill. Sai perfettamente cosa significa la musica per tutti noi, te compreso, ma ti ostini a non ammetterlo”

Mi superarono e mi lasciarono solo. Sapevo che Tom provava quello che provavo io, ma per lui il passato era passato: bisognava guardare al futuro. Ma quale futuro, quando certi avvenimenti potrebbero verificarsi di nuovo?

In quel momento mi raggiunse David, che disse soltanto: “ Facciamo questo album”

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: Ce l’ho fatta xD Ecco il secondo capitolo. I primi capitoli di ogni storia sono quelli di assestamento, quindi potrebbero non risultare molto avvincenti, ma devo contestualizzare al meglio questi personaggi per riuscire a dare forma e vita alla storia nei capitoli futuri. Bill è davvero confuso e ha agito in maniera inaspettata. Cosa succederà in seguito? Spero che avrete voglia di scoprirlo insieme a me =) p.s. Ho ingigantito di proposito la questione già grave delle stalker, per scopi puramente inerenti al racconto.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: DarkSun