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Autore: Franky91    27/02/2011    4 recensioni
Kagome e Inuyasha... incontrarsi ancora oppure separati per sempre?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il desiderio di entrambi

 

La sfera dei quattro spiriti è stata ricomposta, ora è scomparsa.

Era solo questo il compito che dovevo assolvere nell’epoca Sengoku? Non c’era altro?

Allora perché, se la mia missione è finita, mi sento così strana?

Lo sapevo fin dall’inizio che non avrei mai potuto vivere accanto ai miei amici in quell’epoca, allora perché sono  così triste?

Il pozzo si è richiuso per sempre, oramai sono passati tre anni da quando quella bella parte della mia vita è finita.

Vorrei rivederlo solo un’ultima volta.

Ripenso a quando si intrufolava nella mia stanza, stringerlo un’ultima volta e poi rassegnarmi che non potrò mai avere la vita che avevo sognato insieme ad Inuyasha.

All’inizio pensavo che fosse prepotente, arrogante, una grandissima testa calda, alla fine, lungo tutto il percorso per cercare i frammenti della sfera, ho capito che era lui l’unica persona, o per meglio dire mezzo demone che avrei amato fino alla fine dei miei giorni.

Adesso che ero così tanto vicina a raggiungere una piccolissima parte della mia felicità, il pozzo ha smesso di essere il nostro collegamento, proprio adesso che avevo completamente compreso di essere innamorata di Inuyasha, la mia vita è tornata a quando non sapevo della sua esistenza.

Cerco di continuare con la mia vita, ma è difficile, mi manca da morire quel suo dolce sguardo dorato, i suoi lucenti capelli color della luna che ogni volta che mi abbracciava mi solleticavano. In altre parole mi manca tutto di lui, quella sua aria strafottente, il suo sorriso ….

Sono tre anni che non torno nell’epoca Sengoku, tre anni che il Pozzo Mangiaossa non funziona più da tramite, passo molti dei miei pomeriggi qui, in questo tempio che lo contiene, spero che un giorno riprenda a funzionare.

Prego, prego di vederlo solo un’ultima volta, poi cercherò si rifarmi una vita senza di lui.

Ogni tanto immagino di sentire la sua voce, poi mi sveglio in lacrime, so che è solo un sogno però mi illudo che sia reale, talmente è grande la nostalgia che ho di lui.

Anche sentendo fortemente la sua mancanza, sono riuscita a completare gli studi, ho preso il diploma, esco ogni tanto con gli amici, mi diverto, ma c’è sempre dentro di me, quella parte del  mio cuore che mi ricorda la sua esistenza, si chiede che cosa stia facendo in questo preciso istante, immagina di poter tornare da lui, Sango, Miroku e tutte quelle persone che ho imparato a conoscere e a voler bene durante i viaggi per trovare i frammenti della sfera.

Alla fine, grazie al loro aiuto e il loro sostegno, ho portato a termine la mia missione, ma il prezzo da pagare è stato troppo alto; dover rinunciare a loro e soprattutto ad Inuyasha è stato un dolore fisico oltre che emotivo.

Adesso sono qui, appoggiata a questo pozzo chiuso a rimpiangere quello che ho perso tre anni fa, a cercare di organizzare la mia vita senza Inuyasha, senza i miei amici ….

“Voglio rivederti Inuyasha”, sussurro flebilmente.

Rimango così, in silenzio a pensare al grande amore della mia vita che adesso ho perduto per sempre, solo perché una sfera ha creduto che fosse giusto così. Rimango in quella posizione per un po’, alla fine si è fatta sera e sento mia madre che mi chiama per la cena. Con molta  fatica mi alzo e rientro in casa, non mi guardo alle spalle, tanto il mio sussurro non sarà stato sentito da nessuno, e nessuno mi può aiutare.

 

Kagome Higurashi, una ragazza che ha appena finito le superiori, ripensa alle sue avventure al fianco del mezzo demone  Inuyasha, alla ricerca dei frammenti della sfera dei quattro spiriti.

Le sue avventure sono bruscamente terminate quando la sfera è stata ricomposta ed ha obbligato la ragazza ad esprimere un desiderio, il desiderio è stato espresso, ma alla scomparsa del gioiello, il pozzo che le permetteva di raggiungere l’epoca Sengoku, si è misteriosamente chiuso, non permettendo più a Kagome di rivedere il suo adorato mezzo demone e i suoi amici.

Ciò di cui la ragazza non si è accorta quando ha sussurrato quella frase è che il pozzo ha accolto il suo desiderio, solo perché proveniva dal profondo del suo cuore.

Nessuno si è accorto dell’impercettibile cambiamento che ha coinvolto il pozzo.

Nell’epoca Sengoku, intanto, Sango e Miroku erano convolati a nozze e lei aspettava il loro terzo figlio che sarebbe nato a breve. L’ambiente che si viveva era dei più sereni, ma il giovane mezzo demone era l’unico che non riusciva a rallegrarsi, tanta era la mancanza che provava per quella ragazza uscita fuori dal pozzo improvvisamente tanto tempo fa.

Kagome ha cambiato Inuyasha, lo ha reso migliore, gli ha insegnato ad accettare quel lato umano della sua personalità che prima detestava, gli insegnato a voler bene, a farsi degli amici. Quegli stessi amici che si sono accorti del cambiamento avvenuto in lui, quando ha accompagnato Kagome nel suo mondo e alla fine è ritornato da solo. Si vede la tristezza nel suo sguardo quando ripensa a lei.

Inuyasha, ignaro che tutti sapevano che cosa faceva ogni tre giorni, si diresse verso il pozzo, si era sigillato, non gli permetteva più di raggiungere quella ragazza che lo aveva cambiato così tanto, migliorandogliela.

Giunto al pozzo, il mezzo demone si sedette e cominciò a pensare a tutti i momenti che aveva passato con Kagome, le litigate, i momenti felici, quel dolce bacio che si erano scambiati prima che la sfera esaudisse il desiderio della ragazza …. Lei gli aveva insegnato tanto, a piangere, a sorridere … Dio quanto le mancava, quei tre anni era stati proprio difficili.

“Vorrei poterla vedere ancora una sola volta, una sola e poi la lascerei andare, se questo fosse il destino che ci è stato predestinato”, sussurrò Inuyasha, osservando il cielo limpido e punteggiato di stelle.

Come era solito fare quando andava lì, Inuyasha si calò nel pozzo, convinto che anche questa volta sarebbe rimasto al suo interno, fino a quando non avesse deciso di uscire. Stavolta non fu come egli era abituato a fare, era come una magia, il pozzo aveva ricominciato a funzionare, ed in pochi attimi, il mezzo demone si ritrovò nel futuro, nell’epoca di Kagome.

Era indeciso se uscire o rimanere lì per un po’, respirando quel dolce profumo che gli era mancato talmente tanto, che sentirlo di nuovo gli fece venire le lacrime agli occhi.

Inuyasha si trovava nel pozzo, quando Kagome, finito di mangiare annunciò che andava a dormire.

“Notte, baci”, disse la ragazza rivolta alla madre, al fratello e al nonno.

“Ma a quest’ora? Non è ancora presto?”, fece notare sua madre.

“Si mamma, sono particolarmente stanca e voglio andare a letto prima. Notte.”, ribadì Kagome.

Giunta in camera sua, chiuse la porta e socchiusa la finestra, si infilò il pigiama e sii mise sotto le coperte. Pensare ad Inuyasha le metteva sempre una tale malinconia che si sentiva sfibrata e stanca. Non riusciva a chiudere occhio, ripensava al mezzo demone, immaginandoselo a fianco che le accarezzava i capelli. Infine tra le lacrime trovò un po’ di sonno e chiuse gli occhi, solo per andare in una dimensione in cui era sicura che lei ed Inuyasha sarebbero potuti stare insieme. Nei sogni.

Intanto Inuyasha era uscito dal pozzo e guardava il grande albero, che ancora aveva sul tronco il segno del suo lungo sonno. Sapeva che se fosse entrato dalla porta di casa, Sota, il fratello di Kagome, gli sarebbe saltato addosso e lui non sarebbe riuscito a raggiungere la camera della ragazza, così avviatosi attraverso il cortile, spiccò un balzo e si ritrovò sul balcone che dava sulla finestra di Kagome. Il suo olfatto era sviluppato e sentì odore di lacrime, le sue lacrime.

Kagome si era addormentata. Sognava ciò che il pozzo le impediva di raggiungere, sognava il suo unico amore, non potendo immaginare che lui si trovasse proprio davanti la sua finestra.

Inuyasha notando  la finestra socchiusa, facendo il minimo rumore, la fece scivolare sul binario e si intrufolò nella stanza di Kagome, quel gesto gli ricordava molto quando lo faceva tanto tempo prima, solo per metterle fretta per cercare i frammenti della sfera.

Adesso lo faceva solo per il suo senso di solitudine.

Spinse via il vetro e si introdusse nella stanza, richiuse la finestra per come l’aveva trovata e si guardò intorno. Principalmente non era cambiato nulla, solo il letto che era stato sostituito da uno più grande. Osservò a lungo il letto, sul quale era distesa Kagome, sentiva il suo respiro regolare. Molto lentamente si avvicinò al letto, vi si sedette accanto e cominciò ad accarezzare i suoi lucenti capelli color ebano.

Kagome immersa nel sonno, percepiva quel lieve contatto che la sfiorava, credeva che fosse tutto un sogno, talmente erano tante le volte che aveva sognato la mano di Inuyasha compiere quel gesto. Non voleva svegliarsi, ma farlo fu inevitabile. Piano aprì gli occhi, i quali si abituarono all’oscurità, sentiva qualcuno accanto a sé che bisbigliava.

Inuyasha mentre compiva quel gesto, aveva cominciato a sussurrare: “Mi sei mancata da morire, non so come ho resistito questi lunghi tre anni senza vederti, senza sentire il suo dolce profumo, senza accarezzarti i capelli, proprio come sto facendo in questo momento. Mi sentivo perso, solo; si ho cercato di andare avanti, aiuto Miroku, però senza di te non mi sento completo …”, la voce di Inuyasha si era fatta molto più debole, stava per cedere alle braccia di Morfeo, adesso poteva davvero abbandonarsi a quel sonno che si era quasi del tutto negato in quei tre anni, adesso avrebbe ceduto, solo perché era con colei che gli aveva stregato il cuore.

Kagome si stava svegliando, quella voce, quanto tempo che non la sentiva così nitida e chiara, così tanto vicina a sé da poter percepire la presenza del mezzo demone. Spalancò gli occhi e guardò a lato del letto, vi era la figura di Inuyasha, appoggiato al letto che piano la accarezzava. Avrebbe voluto saltare di gioia, era proprio lì,, non lo stava sognando.

Molto lentamente, per non spaventarlo, si mise a sedere sul materasso.

“Inuyasha?”, bisbigliò nell’oscurità.

Inuyasha sentendosi chiamare, sollevò la testa e i suoi occhi dorati si incontrarono con uno sguardo color cioccolata fusa, quello sguardo così caldo ed intenso che gli era mancato tantissimo.

“Ka … Kagome? Oh scusa, non volevo svegliarti …”, disse debolmente il mezzo demone.

“Ma … ma come sei arrivato qui?”, Kagome era al culmine della felicità. “Il pozzo, il pozzo era chiuso … non capisco …”, non sapeva che cosa dire, e cose da dire ne aveva dopo tre anni.

“Calmati. Il pozzo funziona di nuovo. Non so come sia accaduto, ero dentro il pozzo, quando improvvisamente ho sentito il tuo odore … oh mio Dio, come mi sei mancata …”, disse Inuyasha, sollevandosi e attirando Kagome contro il suo petto. La ragazza aveva ricominciato a piangere.

“Inu … Inuyasha … non mi sembra vero che tu sia qui … mi sembra di averti sognato così intensamente che ti sei materializzato davanti a me …”, disse Kagome continuando a piangere contro il petto del demone.

Era davvero lì, la stringeva tra le braccia, finalmente si sentiva completo come non gli succedeva da tempo, però, volgendo lo sguardo alla finestra si accorse che tra breve il villaggio si sarebbe svegliato, e se Miroku non lo trovava sarebbero stati guai. Già con tre figli era davvero insopportabile.

“Kagome, ascolta, io adesso devo andare … fra un po’ quel pazzo di Miroku si sveglierà, e se non mi vede arrivare, riuscirà a svegliare tutto il villaggio. Però …”, cominciò a dire Inuyasha.

“No, no perché? Sono tre anni che non ci vediamo e adesso te ne vai?”, Kagome si sentiva disperata dopo quelle parole. “Non puoi lasciarmi così, non puoi …”.

“Kagome, potresti tornare con me …”, disse l’hanyou.

Lo sguardo di Kagome si  era fatto vitreo, e ora come glielo diceva che doveva partire?

“Kagome? Perché non parli? Che ti prende?”, Inuyasha era visibilmente preoccupato. “Parlami  … Tornerò, ma dimmi qualcosa. Kagome?”, la ragazza non parlava, cercava le parole per dire all’amore della sua vita che si trasferiva lontano, ma non esistevano.

“Inuyasha  …”, iniziò lei, “devo dirti una cosa, ma è difficile …. Domani … domani io … parto”, l’aveva detto ma il peso dal suo cuore era aumentato.

“Ka … Kagome … ma che stai dicendo. Partire?”, l’hanyou stava perdendo il controllo di sé, ora che l’aveva ritrovata il destino li separava di  nuovo, non era giusto.

Kagome era come entrata in uno stato di incoscienza da cui non riusciva ad uscire. Erano passati anni da quando si erano visti l’ultima volta e adesso che si erano ritrovati, rimaneva loro solo un giorno insieme.    La vita era ingiusta!

Kagome non riusciva a parlare e Inuyasha non sapeva cosa fare per svegliarla dal suo stato di incoscienza, senza rifletterci un minuto di più, la baciò.

Quel bacio che avevano entrambi aspettato da quando il pozzo si era chiuso.

Kagome sentiva le labbra di Inuyasha sulle sue, erano morbide, delicate; come se avesse ricevuto una scossa, ricambiò quel bacio che aveva tante volte immaginato, con le lacrime agli occhi, approfondì quel tenero bacio, che forse sarebbe stato l’ultimo.

Inuyasha sentì che Kagome stava cominciando a reagire, la strinse più forte a sé, non voleva lasciarla andare, voleva portarla via con sé.

Il bacio stava diventando più profondo di quanto entrambi si sarebbero aspettati, ma non volevano interromperlo, era la loro occasione per confessare i loro sentimenti, il loro reciproco amore.

  
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