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Autore: Lachesis    27/02/2011    2 recensioni
STORIA SOSPESA.
Le vennero in mente le parole di Gaia al telefono.
«Prova a vedere il lato positivo! È comunque un inizio!»
Se poteva considerarsi tale… Aveva già timore di ciò che avrebbe potuto – e dovuto – leggere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’appassionato di aforismi

 

 

 

 

 

 

 

 

Mercoledì 12 gennaio 2011,

ore 11.16

 

 

 

 

 

 

 

 

«Bianca! Bianca, aspetta!»

La ragazza si fermò, sentendosi chiamare, mentre attraversava il cortile pieno di giovani come lei, stremati per l’esame scritto di Matematica appena terminato. In mezzo a tutte quelle persone, cercò di vedere chi l’aveva pregata di fermarsi, finché non si sentì afferrare per un braccio.

Era Pietro, seguito da altri tre ragazzi, un biondo e due mori.

Arrivò trafelato e con il fiatone, indice che aveva corso per raggiungerla.

«Per fortuna sono riuscito a beccarti!»

«Ciao!» salutò Bianca, rivolgendosi anche agli altri.

«E’ un successone!» esclamò il suo caporedattore.

Lei lo guardò interrogativa. «Cosa?»

«Come ‘Cosa’?! Ma la tua rubrica, ovvio!»

«… Davvero?» chiese incredula.

«Sì, non so se hai già controllato la casella di posta, ma possiamo dirti che in redazione ci avranno recapitato almeno una ventina di lettere, in soli due giorni dalla nuova uscita!»

«Cazzo, Pietro, ti brillano gli occhi! – lo scherzò uno dei ragazzi, quello moro con gli occhiali, porgendole la mano destra - «Ah, piacere di conoscerti, Bianca, io sono Nino; alla prima riunione non abbiamo avuto occasione di presentarci, mi occupo della sezione sullo sport.»

Lei lo riconobbe: era uno dei redattori del giornalino.

«Piacere mio. E voi invece siete…?» domandò, rivolgendosi agli altri due.

Il biondo fu il primo a rispondere, facendo persino un inchino e facendole quasi un baciamano. «Enzo Salvetti al suo servizio, madame!»

L’altro ragazzo moro scosse la testa. «Il solito Casanova. Non preoccuparti, Bianca, è un farfallone ma è innocuo. Io sono Carlo»

«Non sorprenderti se ci proverà anche con te, lo fa con tutte» disse Nino.

«Già, forse è meglio che gli stai alla larga, Bianca», concordo Pietro.

Il diretto interessato arrossì di imbarazzo. «Ma… ma…! Come mi state presentando?! Sembro un maniaco, cavolo!»

Bianca scoppiò a ridere, alla vista di quel teatrino. «Ragazzi, siete uno spasso. Fate sempre così?»

Enzo alzò le mani. «No!»

Carlo scosse la testa. «Mah»

Pietro annuì. «Certe volte…»

Nino sospirò. «Sì, sempre.»

Bianca rise ancora. «Quindi? Io a chi dovrei credere?»

«A me! Perché sono il tuo capo! – rispose Pietro – Comunque, Bianca, il prossimo numero uscirà tra due settimane, verso il venticinque gennaio e devi assolutamente preparare la rubrica entro il venti; pensi di farcela?»

«Sì, ho ancora uno scritto dopodomani ed un altro martedì prossimo, quindi avrò due giorni di tempo dopo.»

«Ottimo!»

Enzo diede una gomitata a Pietro. «Poverina, è piena di esami e tu la sfrutti così? – non gli diede nemmeno il tempo di rispondere, rivolgendosi a Bianca – Cara morettina, se hai bisogno di rilassarti, puoi contare su di me!»

«ENZO!» lo richiamarono gli altri.

«Che ho detto ora?!»

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 

 

 

Mercoledì 12 gennaio 2011,

ore 13.05

L’amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce.” (*)

 

 

 

 

 

 

 

 

«Uffa! Perché tocca sempre a te conoscere dei bei ragazzi?!»

«Non erano dei modelli di Abercrombie, Gaia»

«Sì, ma erano lo stesso dei bei ragazzi, stando a quanto mi hai riferito!»

«Ok, ti racconto un aneddoto: l’altro giorno in stazione ero sul binario ad aspettare il treno e mi sono seduta su una panchina libera. Nei miei sogni arriva sempre lui, un giovane affascinante che si siede accanto a me, che con una scusa mi rivolge la parola per conoscermi, magari parlando del tempo, chiedendomi l’ora… E invece no! È arrivata una donna sui quarantacinque anni e, nonostante fossi impegnata a leggere un libro, mi ha interrotto cominciando a discutere dei ritardi dei vari treni, che secondo le statistiche sei su dieci in Italia sono in ritardo e bla bla bla… Tu invece finisci un esame che probabilmente sarà andato alla grande, e cosa ti accade? Il cielo ti premia per i tuoi studi e le tue fatiche inviandoti non uno, non due, non tre ma ben quattro ragazzi che volevano parlarti e conoscerti! E dire che ingegneria dovrebbe essere il paradiso, in questo senso… Invece metà dei maschi sono impegnati a giocare sul cellulare, sul computer, sulla Settimana Enigmistica Una piccolissima parte prende appunti, molti dormono sempre anche in piedi, e tutti, dico tutti – anzi dai siamo buone – il novantanove per cento di loro sono dei pervertiti! Scherzano, fanno battute sceme e disturbano la lezione… Sono dei bambini! E a me ne basterebbe uno, acciderbolina

 

Gaia frequentava Ingegneria Informatica, a dieci minuti di filobus dalla facoltà di economia, vicino all’ospedale civile.

Era la sua migliore amica dal liceo, compagna di mille avventure e soprattutto figuracce compiute insieme, per cui ridevano ancora certe volte raccontandosele.

Il mercoledì a pranzo era tutto per loro: i loro orari delle lezioni erano completamente diversi ma avevano cercato di conciliarli almeno per una pausa a settimana da passare insieme; certe volte poi Gaia andava a seguire qualche lezione da Bianca, o viceversa.

Gaia faceva avanti e indietro con il pullman, da un paese più vicino a Brescia rispetto a Cividate; ogni tanto restava anche a dormire nell’appartamento di Bianca, e le due passavano le serate uscendo e chiacchierando, o guardando qualche puntata di telefilm che appassionava entrambe.

Quella volta si erano accordate di incontrarsi nel bar dell’università in San Faustino, di fronte alla segreteria degli studenti; preparavano dei primi piatti buonissimi, sempre diversi a seconda del giorno.

 

Una volta che cominciava a parlare, Gaia si trasformava in una macchinetta, sembrava che avesse in corpo una carica infinita, delle batterie inesauribili; gesticolava con le mani e si attorcigliava i riccioli corti color miele sulle dita.

Non era affatto noiosa, anzi, qualche volta era spassosissima, eppure finiti i suoi discorsi si preoccupava spesso di averla tediata, e le rassicurazioni di Bianca non bastavano.

Le aveva detto di come aveva conosciuto quei tre nuovi simpatici ragazzi, e lei era partita in quarta commentando, aggiungendo particolari sulla sua vita universitaria. Bianca sapeva che, per quanto all’apparenza di quel discorso Gaia sembrasse stressata dalla sua facoltà, la sua amica fosse contenta della scelta e, sotto sotto, anche delle compagnie che frequentava là. Ovviamente aveva ancora qualche dubbio sul suo futuro, ma ciò era assolutamente normale.

 

«Insomma, Bianchetta mia!»

Quanto odiava quel soprannome! Le ricordava troppo la scolorina (**).

«Hai chiesto il numero ad almeno uno di quei bei maschietti?»

Bianca scosse la testa.

«No? Come ‘No’?! Ma non ti ho insegnato proprio niente io allora! Ascolta, un giorno vengo da te e faccio io una figuraccia, tanto chissà quando mi rivedono…»

«Ma va, la tua è tutta una scusa per conoscerli, dì la verità, Gaia!»

«Ouch, beccata!» Scoppiarono a ridere entrambe.

 

Finito di mangiare, Bianca tirò fuori dalla borsa a tracolla il portatile.

«Guardiamo se sono già usciti i risultati dell’esame…»

«Quello che hai fatto stamattina?»

«Già.»

«Guarda, se il tuo professore è come il mio di informatica, allora puoi stare fresca: avremo l’esame il trentuno e da tempo ci ha detto che ci vorranno mesi prima che lui possa correggere tutte le prove e darci i risultati… Tanto il prossimo appello per la sua materia è a luglio, quindi saperlo presto o tardi non ci cambierà la vita, secondo lui.» Gaia sbuffò.

«Beh, non ha tutti i torti… - la sua amica la guardò male – Toh! Sul sito c’è scritto che le votazioni verranno esposte entro stasera alle 18.30; le soluzioni degli esercizi invece sono già disponibili…»

Si mise a frugare nel giubbotto, estraendo da una tasca un foglietto piegato in quattro.

«Ecco! Vediamo un po’…» disse, iniziando a confrontare i dati.

«Dai! Su! Commenta!» continuava ad esclamare curiosa Gaia.

«È andata bene, i dati sono tutti uguali a parte un segno…»

«Wow, questo vuol dire almeno 29 cara!» gioì l’amica.

«Infatti, anche se quel segno già mi rode…! Aspetta che do un’occhiata anche all’indirizzo della rubrica…»

«Qualche altra mail incredibilmente stupida?»

«Sì, probabile… Anche se negli ultimi tempi ne arrivano anche di più serie… No, ancora lui!» sbottò Bianca.

«Chi? Cosa?»

 

Bianca spostò il portatile di fronte all’amica.

Sullo schermo aveva visualizzato una mail, speditale il giorno prima.

 

 

Da:  < anonymous_xyz @hotmail.it (***)>

A: < caraalba@econews.it >

Oggetto:L'effetto sorpresa è l'essenza del racconto.”Jeffery Deaver

 

Ho saputo che stai avendo successo con questa rubrica.

E dire che pensavo sarebbe stata un’epic fail!

 

Mi è piaciuta la prima risposta, forse leggermente prevedibile…

Dai, prova a sorprendermi la volta prossima! ;)

 

 

 

«È sempre lo stesso che mi dicevi la scorsa settimana?» domandò Gaia.

«Sì, o almeno credo…  È proprio fissato con le citazioni» osservò Bianca.

«Il che non è male, finalmente un uomo che sappia qualcosa che non siano playstation, sport e donne famose!»

«Beh, su quello hai ragione… Ma mi mette su un nervoso! – disse con veemenza – “Leggermente prevedibile… Ma come si permette?! Ci abbiamo lavorato su un pomeriggio intero! E poi guarda l’indirizzo mail: è anonimo, quindi non vuole farsi riconoscere in nessun modo… »

«Uhm, io ancora sono incapace, però magari posso chiedere a qualcuno del mio corso se conosce qualche programmino per rintracciare un po’ di informazioncine…»

«L’ho sempre detto che voi vi state preparando per diventare hacker!»

«No, è un luogo comune della gente, informatica non vuol dire hacker per forza… Forse qualche conoscenza basilare sì, però» concluse Gaia, facendole una linguaccia.

«Ecco, vedi! Comunque lascia stare, non c’è bisogno… Cosa dici, meglio che lo ignoro o gli rispondo?»

Gaia rifletté due secondi. «Uhm… Ci sono! Chiedi se è una ragazza o un ragazzo: nel primo caso, smetti di risponderle; nel secondo, continua!»

Bianca scosse la testa, sorridendo. «Non avevo dubbi che avresti risposto così…»

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 

 

 

Venerdì 21 gennaio 2011,

ore 21.25

 

 

 

 

 

 

 

 

Mancava ancora poco più di una settimana ai cosiddetti ‘giorni della merla’, famosi per essere i più freddi dell’anno secondo la tradizione; eppure, con il riscaldamento acceso in casa, il pigiamone di pile ed una coperta, sdraiata sul divano con il portatile, Bianca non riusciva nemmeno ad immaginare che potesse fare ancora più freddo.

La riscaldava tuttavia – nel senso di rincuorarla – il fatto che avesse già quasi finito la prima sessione d’esami, in netto anticipo rispetto alla fine ufficiale, a metà febbraio: era stata una faticaccia studiare tutte le materie per superare i primi appelli, praticamente le vacanze di Natale non le aveva vissute, se non per quei due giorni di festa quasi obbligatori.

Eppure la soddisfazione ora era grande: le rimaneva un singolo orale, da svolgersi il 26 gennaio, poi sarebbe stata ufficialmente libera fino all’inizio delle lezioni del secondo semestre, il 16 febbraio. Ovvero, venti giorni di puro relax.

Controllò il televideo: non avrebbero trasmesso niente di interessante.

Un po’ come sempre, considerò. Ogni tanto seguiva qualche fiction o vedeva un film, altrimenti la televisione restava spenta e lei godeva della compagnia di un buon libro.

Aveva già preparato e risposto alle domande per la rubrica, avendo ricevuto persino il consenso di Pietro che non aveva cambiato quasi niente.

A proposito della rubrica e a proposito di consigli.

Non aveva ancora seguito quello di Gaia.

Afferrò il portatile che aveva appoggiato sul tavolino di fronte al divano e se lo mise sulle gambe.

La tentazione di rispondere al misterioso anonimo direttamente la settimana prima era stata forte; complice un po’ la contentezza per l’esame superato brillantemente – maledetto in ogni caso quel segno – un po’ per via delle prove ancora da effettuare, aveva lasciato perdere e non aveva più risposto.

Quella sera però l’appassionato di aforismi era tornato a stuzzicarla.

 

 

Da:  < anonymous_xyz @hotmail.it >

A: < caraalba@econews.it >

Oggetto: Offesa…?

 

Mi aspettavo una risposta l’ultima volta, cara Alba!

Non ti sarai offesa…?

 

Non ti fidare di chi ti ha offeso.” – Proverbio italiano

 

 

Bianca si era fermata cinque minuti a ponderare bene cosa scrivere.

Poi aveva deciso di lasciar fare all’istinto.

 

 

Da:  < caraalba@econews.it >

A: < anonymous_xyz @hotmail.it >

Oggetto:

 

Buonasera, a te che ti diverti a mandare e-mail per sfottermi.

Scusami se non ho trovato il tempo di risponderti e ti ho deluso – o delusa?, qualcuno ha di meglio da fare che intasare le caselle di posta altrui.

 

 

Aveva schiacciato il tasto di invio appena finito di digitare l’ultima parola, senza nemmeno rileggere.

Vediamo un po’ se hai la sfrontatezza di scrivermi tu, una risposta.

Risposta che non si fece attendere: mezz’ora dopo, il portatile emise un bip all’apparire, sul monitor, di una finestrella che diceva “1 nuovo messaggio nella Posta in arrivo”.

 

 

Da:  < anonymous_xyz @hotmail.it >

A: < caraalba@econews.it >

Oggetto: :-)

 

Chiedere è lecito, rispondere è cortesia.”

 

Wow, una risposta! Grazie!

Ma rispondi a tutti quelli che ti scrivono o gli altri li ignori?

Oppure è solo una mia esclusiva… Potrei esserne onorato, Dear!

 

Volevo dirti che le risposte dell’ultima uscita sono migliorate, sai?

 

PS: tre messaggini e li consideri “intasare le caselle di posta”?

 

 

Meglio fingere di non aver mai ricevuto neanche una parola o rispondergli per le rime?

Il formicolio delle sue mani era troppo forte per poter essere ignorato, e la faccina sorridente come oggetto del messaggio parecchio canzonatoria.

 

 

Da:  < caraalba@econews.it >

A: < anonymous_xyz @hotmail.it >

Oggetto: RE: :-)

 

Anche a te proprio il sarcasmo non manca,

mister “appassionato di citazioni”.

 

PS: sì, se stressi.

 

 

 ---

 

 

Da:  < anonymous_xyz @hotmail.it >

A: < caraalba@econews.it >

Oggetto: RE: RE: :-)

 

Ammettilo: non sono bellissime? ;-)

 

PS: io non stresso, cosa dici?!

 

 

---

 

 

Da:  < caraalba@econews.it >

A: < anonymous_xyz @hotmail.it >

Oggetto: RE: RE: RE: :-)

 

Tanto per citarti un proverbio, “Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace.”

 

 

---

 

 

Da:  < anonymous_xyz @hotmail.it >

A: < caraalba@econews.it >

Oggetto: RE: RE: :-)

 

Touché (anche se non credo proprio che non ti piacciano gli aforismi).

 

 

 

Bianca si mise le mani nei capelli.

Quel tizio l’avrebbe fatta impazzire.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

(*) – Francesco Bacone;

(**) – la scolorina è il bianchetto o correttore;

(***) – come negli scorsi capitoli, gli indirizzi mail sono del tutto inventati.

 

 

Mi dispiace avervi fatto attendere così tanto per questo capitolo, spero almeno ne sia valsa la pena e via sia piaciuto!

Grazie a tutti coloro che recensiscono, a chi ha inserito la storia nelle seguite e grazie anche ai lettori silenziosi ;)

 

A presto!

 

 

 

 

   
 
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