- Liam, Liam, Liam. Credo
che non smetterò mai di stimarti- Juls guardò le foto che Liam le
tendeva con gli occhi che quasi le luccicavano.
L'immagine di un Chase
Turner poco fedele spiccava nitida e compromettente; anzi che essere
avvinghiato come una piovra alla sua deliziosa Spencer, il ragazzo appariva
decisamente divertito fra le braccia di una certa Penelope Montgomery,
tutt'altro che casta nel suo vestito/francobollo.
Il che, ovviamente, non
andava bene.
O meglio, non andava bene
a lui: perchè a Juls, tre giorni dopo la visitina dal preside, quelle
fotografie sembravano poco meno di una manna dal cielo. Un miracolo, un
qualcosa che l'avrebbe fatta scoppiare di felicità.
Aveva fatto centro, la
cara Sunders, e ora bisognava che ritirasse il premio che le spettava.
- E' stato facile: Turner
è abbastanza stupido, se la baciava amabilmente in un giardino poco
distante da casa sua- rispose il ragazzo, non nascondendo l'orgoglio.
Era carino, pensò
Juls.
Baker, intendeva, era
carino. Ma niente di che, alla fine dei conti; e poi le stava troppo simpatico
perchè nascesse qualcosa capace di finire tra le lenzuola di un letto.
- Sì, sulla
stupidità di Turner nessuno avrà da ridire- disse lei,
continuando a sfogliare le fotografie- Le hai anche sul computer, vero?-
- Certo-
- Bene, mettimele su una
penna, per favore. Queste qui- le sventolò- le terrò io, per
sicurezza-
- Che ne farai? Delle foto
sulla penna, intendo- Liam la guardò di sottecchi, mentre trasferiva
tutto su una nuova cartella. Quella ragazza era inquietante, oltre che subdola.
- Oh, credo che qualcuno
le dovrebbe vedere- buttò lei lì, sfoderando un sorriso
tutt'altro che rassicurante.
- Hai intenzione di
ricattarlo?- lui alzò un sopracciglio: Turner poteva anche essere
stupido, ma ricattarlo non sarebbe stata una buona idea. le braccia e le mani
gli funzionavano bene e di certo non si sarebbe fatto problemi a rinchiudere
Juliet nello sgabuzzino del bidello.
- Oh, no.
Non sarebbe molto divertente- sorrise ancora, poi afferrò la penna che
Baker le tendeva e se la squagliò, mentre la campanella della terza ora
suonava, ricordando agli studenti che era ora di una pausa.
Juls, dal canto suo, il
tempo per un break proprio non lo aveva: doveva fare in fretta, e l'aula
d'informatica era dall'altra parte dell'edificio.
Camminava veloce tra la
miriade di ragazzi che, naturalmente, si scansavano. Juliet Sunders,
effettivamente, non aveva mai avuto problemi nella questione dello spintonarsi
tra i corridoi.
La gente, al vederla, si
scansava a prescindere, chi per la diffidenza, chi perchè aveva qualche
conto in sospeso con lei; la cosa strana, forse, era che non le dava alcun
fastidio. odiava tutta quella massa di persone senza personalità, o per
lo meno palle, che non facevano altro che comprarsi qualche maglietta nuova
alla settimana, spendere i soldi di papà e sprecare l'acqua: più
si teneva alla larga da gente simile, meglio avrebbe vissuto.
Entrò nell'aula
d'informatica trovandola fortunatamente vuota.
Sospiro di sollievo.
Il professor Miller aveva
la bella abitudine di spiegare una volta al mese spagnolo in aula informatica,
facendo vedere ai suoi alunni filmati in lingua madre direttamente dai
computer.
Per essere sicuro che i
suoi alunni non andassero su internet o robe varie, aveva deciso che tutti i
computer dell'aula dovevano essere collegati al suo, il che significava che se lui avesse
cambiato la schermata del desktop, tutti i computer nell'aula l'avrebbero a
loro volta cambiata con la stessa.
Juls infilò la
chiavetta e scelse nella cartella la foto più compromettente. Quella in
cui turner era praticamente sopra la cara Penny sarebbe andata più che
bene.
Inviò l'immagine a
tutti i computer, attendendo che anche questi cambiassero sfondo; due secondi
dopo, le mani di Turner sulle tette della Montgomery spiccavano scandalose da
ogni dove.
Juls, dopo aver conservato
la chiavetta nella tasca dei jeans, passò a mettere in stand-by ogni schermo, infine si sedette al suo banco,
decisamente soddisfatta di se stessa, attendendo l'arrivo dei compagni.
Cinque minuti dopo, la
figura di Alice sbucò da dietro la porta.
- Hai fatto?- chiese,
sedendosi accanto all'amica. Lei, sin troppo felice, accese il monitor di un
computer e le mostrò l'opera, sorridendo a trentadue denti.
- Cazzo, se non ti fa
fuori oggi, potresti considerarti immune dalla morte- sussurrò,
decisamente scandalizzata.
Il vociare dei ragazzi e
il suono della campanella spinsero Juls a spegnere nuovamente il monitor,
mentre il professor Miller entrava in classe, seguito dagli studenti.
Quando tutti furono seduti
ai loro posti, l'uomo sulla quarantina li salutò - Buonos
días, chicos. Hoy
vamos a ver una nueva pelicula. Sentaos*- disse,
rivolgendosi agli ultimi arrivati che ancora s'aggiravano per l'aula.
Gli occhi del
professore squadrarono tutti i suoi alunni, finché non si posarono su
quelli di Juls, che sostenne lo sguardo, come al suo solito.
- Sunders, non
mi fido a lasciarti in ultima fila. Ti voglio qui, al primo banco- decise
infine, un po' riluttante. Al primo banco sedeva Turner,alquanto contrariato.
- Professore-
tentò Chase- vicino a Sunders non credo sia una buona idea: l'ultima
volta siamo finiti dal preside-
- Niente
storie, Turner. Bisogna fare amicizia con il prossimo-
- Professore,
ci conosciamo da cinque anni, non crede che avremmo già dovuto aver
fatto amicizia?-
- Turner, si rimedia-
concluse Miller.
- Ma professore-
tentò ancora una volta il ragazzo, quasi implorandolo: non aveva alcuna
intenzione di stare vicino a quella piaga.
Juls, tutt'altro che
infastidita, si era accomodata accanto al suo nemico giurato, sorridendogli.
- Come te la passi,
Chase?- gli chiese, sfoderando un'aria innocente.
- Male, Sunders, sento
puzza di stronza-
- Allora non ti sei
lavato, stamattina-
Mentre Chase stava per
ribattere, i computer di tutta l'aula s'accesero, dando alla luce ciò
che Juls aveva "partorito": da ogni angolo dell'aula, Turner spuntava
in posizioni per niente consone all'ambiente.
Il ragazzo
boccheggiò un attimo, mentre il professor Miller s'alzò, indeciso
se imbarazzarsi o incazzarsi fortemente.
- Che storia è
questa?- chiese, mentre un brusio andava crescendo sempre più.
Qualcuno rideva, qualcuno
sghignazzava senza ritegno, ma la persona che più attirò
l'attenzione non fu Turner, bensì Spencer Golness, la cara e vecchia
cornuta.
S'alzo pallida e mezza
barcollante, puntando un dito verso il suo imminente ex ragazzo.
- Sei uno stronzo!- gracchiò,
mentre le lacrime spingevano visibilmente per sgorgar fuori e scivolare
giù per le guance.
Juls si voltò verso
Turner, gli mise una mano sulla spalla e sussurrò - Ehi, ma quella non
è Spencer-
La ragazza in questione,
intanto, era uscita dall'aula biascicando qualcosa sul gabinetto e sul voler restare
sola.
Turner, infine, la
ciliegina della torta, più che dispiaciuto sembrava scioccato.
- No, perchè non
sembra proprio Spencer, sai?- rincarò la dose.
Il ragazzo
s'allontanò - Sei stata tu?-
Lei spalancò gli
occhi - Io? Ma no! Ma ti pare?!-
Il professore
tossicchiò - Bueno, chicos...
No sé que decir...-
Turner saltò su,
indicandola - Professor Miller, è stata lei!- Juls trattenne una risata.
Lo sguardo del professore
corse sul viso della ragazza, indagatore - Sunders, sei stata tu?-
- Professore, ma le pare!
Non saprei neanche come fare! Turner vuole infangare la mia reputazione-
saltò su anche lei, a sua volta.
- Professore, ma non si
aspetterà mica che lo ammetta- ribattè
Chase.
Lo sguardo di Miller, come
quello degli altri studenti, vagava dal ragazzo alla ragazza - Turner, hai le
prove?- poi si fece molto più serio - E' una cosa decisamente grave,
Turner, non possiamo accusare una ragazza in questo modo-
- Ma professore, è
stata sicuramente lei-
- Professore, io non credo
proprio-
Juls lanciò un
attimo lo sguardo alla porta: da dietro la lastra di vetro, poteva chiaramente
intravedere Baker, che si era appostato secondo il piano: Miller, da lì
a poco, avrebbe detto la frase magica e lei, uscendo dall'aula, avrebbe dato
uno spintone a Liam, facendo casualmente scivolare la chiavetta nella sua
tasca.
Miller osservò
ancora i due ragazzi, alla fine cedette - Ragazzi, credo proprio che dovreste
parlarne col preside-
Due a zero per Sunders.
Quando Juliet uscì
dall'ufficio del preside, quel giovedì mattina si prospettava ancora
lungo e decisamente vuoto.
Aveva sperato che Wilson
le rifilasse qualche punizione, o che comunque avesse la voglia di tenerle
testa, ma la situazione si era subito calmata: l'ometto basso e tarchiato li
aveva rimandati in classe dicendo che non aveva tempo da perdere con
sciocchezze tali.
Un po' delusa, Juls
s'incamminò verso la mensa, sapendo che da lì a poco sarebbe
suonata la campanella di fine mattinata.
- Sunders, questa me la
paghi- Turner la raggiunse, mantenendo il suo passo.
- Cosa, per la precisione,
Turner?-
- Lo sai benissimo,
stupida. Cosa credi- e qui la fermò, tenendola per un braccio- eh? cosa
credi? Pensi di essere intoccabile perchè fai la dura? Pensi che se il
preside Wilson non sa tenerti testa, allora io starò qui a osservarti
mentre mi rovini l'esistenza girandomi i pollici e lasciandoti fare? Eh?-
Juls ostentò
un'aria pensierosa - Sì, era pressappoco quello il mio piano-
- E cosa ti fa credere che
non sarò io a rovinarti la giornata, domani?-
Juls lo guardò
dritto negli occhi, come solo lei sapeva fare. Non aveva mai distolto lo
sguardo da qualcuno, aveva sempre fissato tutti con la stessa faccia tosta con
cui era venuta al mondo, che neanche sua madre era riuscita a farle togliere -
Perchè qualunque cosa tu farai, Turner, non sarà mai abbastanza.
Credi che tutti questi anni mi abbiano resa una dura all'apparenza, ma fragile
e sensibile dentro? Credi che io sia uno stupido personaggio da film?- continuò
a guardarlo negli occhi- Se io sono così, Turner, avrò le mie
buone ragioni. Se io faccio la dura, è perchè sono dura, e non mi scalfirò di
certo per qualche tuo stupido dispetto. Ci vuole più di un Chase Turner
per farmi del male- e, detto questo, gli mostrò le spalle, andandosene a
lunghi passi.
Appena girò nel
corridoio numero 33, Liam Baker le si parò davanti - Ehi, Sunders,
è vero quello che hai detto a Turner? Del fatto che hai le tue buone
ragioni per fare la dura... Sei passata come la tormentata di turno- disse tutto
d'un fiato, mentre entrava in mensa con lei.
Juls si voltò,
sorridendogli amichevole - Ovviamente no, Liam, era per far scena. Faccio la
stronza perchè sono nata così, e mi diverte, ecco tutto. Ma
almeno ho esercitato le mie doti teatrali, non trovi?-
Liam ridacchiò un
po', poi lei si fermò - Ehi,
Baker, ma che fai? Origli?-
All'uscita da scuola,
Alice prese a tormentarsi una ciocca di capelli dorati, girandosela attorno
alle dita, passandosela dietro l'orecchio destro, riprendendo a girarsela
intorno alle dita.
- Alice, vieni con me, ho
elemosinato un passaggio in macchina da un amico-
Alice la guardò
spalancando gli occhi, poi sbottò- Grazie a Dio, Juls. Pensavo ti
avessero sbattuto in aula punizioni: non ti sei fatta più sentire da
stamattina, non sapevo come rintracciarti-
- Be',
saresti potuta venire in aula punizioni, no?-
- No, non fanno entrare
più nessuno che non sia in punizione da quando McFloyd e Ginger si sono
azzuffati in corridoio: tecnicamente Ginger era in punizione, e McFloyd lo
è andato a cercare apposta per attaccar briga- spiegò Alice.
- Ah, non lo sapevo.
Comunque sia, sali in macchina- le disse, indicando un'auto rossa che le
aspettava pochi metri più in là.
- Chi è? Non
è tuo, vero?- chiese Alice.
- Oh, no.
Papà si rifiuta di comprarmi un'altra macchina, dopo che sono andata a
sbattere contro un camion, il mese scorso- le ricordò Juls - E' di Liam
Baker-
- Il tipo fissato con le
foto?-
- Esattamente-
- Come dovrei
considerarlo? Intendo, è un amico o... altro?- la ragazza si
guardò intorno, come se sperasse che nessuno la sentisse.
- E' un amico, Alice. E da
oggi sarà anche amico tuo- ridacchiò Juls.
La ragazza scrollò
le spalle, entrando nell'autovettura e sedendosi sul sedile posteriore.
- Piacere, Alice Powell- disse,
facendo un cenno con la mano.
- Liam Baker-
- Il fotografo?- chiese
una seconda volta, quasi per assicurarsi.
- Sì, e tu sei la
migliore amica?- lui le sorrise dallo specchietto retrovisore.
- Sì- gli sorrise
lei, a sua volta.
- Basta flirtare con la
mia amica, Baker, scarrozzaci a casa- Juls sprofondò nel sedile accanto
a quello dell'amica.
- Quindi- riprese Alice,
poco dopo- ora sei del gruppo-
Baker continuò a
fissarla dal retrovisore, scrollando le spalle - Se la vogliamo mettere
così-
Juls s'appoggiò
allo schienale- Alza la musica, Baker- disse, mentre un sorriso le si apriva
sul volto.
* buon
giorno, ragazzi, oggi vedremo un nuovo film (per chi non lo sapesse, ma credo
si capisca xD)
Salve, gente!
Avevo il capitolo mezzo pronto, e
contando che la prossima settimana iniziano un po' di verifiche massacranti, ho
pensato proprio che postare sarebbe stato più che giusto.
ringrazio le 3 persone che hanno
messo la storia tra le preferite, e le 8 che l'hanno inserita tra le seguite.
Siete sempre tanto buoni *_*
Inoltre, ringrazio le fantastiche
3 persone che hanno recensito la storia :D
Spero che anche questo capitolo vi
piacerà
Un bacio
~Ellens