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Autore: Ellens    27/02/2011    3 recensioni
Juliet Sunders non ha paura di nessuno: si caccia nei guai, se li va a cercare come suo unico divertimento, ne è attratta tanto quanto un'ape è attratta dal suo stesso miele.
Chase Turner la odia: lei tende a rovinargli la vita giorno per giorno, per il semplice fatto che l'odio è reciproco.
Passano il tempo a minacciarsi, squarciarsi gomme e umiliarsi a vicenda, giusto per imporsi a far capire chi è che comanda alla Bellflower High School.
Due tipi così non possono che continuare ad odiarsi, o no?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic - Liam, Liam, Liam

 

- Liam, Liam, Liam. Credo che non smetterò mai di stimarti- Juls guardò le foto che Liam le tendeva con gli occhi che quasi le luccicavano.

L'immagine di un Chase Turner poco fedele spiccava nitida e compromettente; anzi che essere avvinghiato come una piovra alla sua deliziosa Spencer, il ragazzo appariva decisamente divertito fra le braccia di una certa Penelope Montgomery, tutt'altro che casta nel suo vestito/francobollo.

Il che, ovviamente, non andava bene.

O meglio, non andava bene a lui: perchè a Juls, tre giorni dopo la visitina dal preside, quelle fotografie sembravano poco meno di una manna dal cielo. Un miracolo, un qualcosa che l'avrebbe fatta scoppiare di felicità.

Aveva fatto centro, la cara Sunders, e ora bisognava che ritirasse il premio che le spettava.

- E' stato facile: Turner è abbastanza stupido, se la baciava amabilmente in un giardino poco distante da casa sua- rispose il ragazzo, non nascondendo l'orgoglio.

Era carino, pensò Juls.

Baker, intendeva, era carino. Ma niente di che, alla fine dei conti; e poi le stava troppo simpatico perchè nascesse qualcosa capace di finire tra le lenzuola di un letto.

- Sì, sulla stupidità di Turner nessuno avrà da ridire- disse lei, continuando a sfogliare le fotografie- Le hai anche sul computer, vero?-

- Certo-

- Bene, mettimele su una penna, per favore. Queste qui- le sventolò- le terrò io, per sicurezza-

- Che ne farai? Delle foto sulla penna, intendo- Liam la guardò di sottecchi, mentre trasferiva tutto su una nuova cartella. Quella ragazza era inquietante, oltre che subdola.

- Oh, credo che qualcuno le dovrebbe vedere- buttò lei lì, sfoderando un sorriso tutt'altro che rassicurante.

- Hai intenzione di ricattarlo?- lui alzò un sopracciglio: Turner poteva anche essere stupido, ma ricattarlo non sarebbe stata una buona idea. le braccia e le mani gli funzionavano bene e di certo non si sarebbe fatto problemi a rinchiudere Juliet nello sgabuzzino del bidello.

- Oh, no. Non sarebbe molto divertente- sorrise ancora, poi afferrò la penna che Baker le tendeva e se la squagliò, mentre la campanella della terza ora suonava, ricordando agli studenti che era ora di una pausa.

Juls, dal canto suo, il tempo per un break proprio non lo aveva: doveva fare in fretta, e l'aula d'informatica era dall'altra parte dell'edificio.

Camminava veloce tra la miriade di ragazzi che, naturalmente, si scansavano. Juliet Sunders, effettivamente, non aveva mai avuto problemi nella questione dello spintonarsi tra i corridoi.

La gente, al vederla, si scansava a prescindere, chi per la diffidenza, chi perchè aveva qualche conto in sospeso con lei; la cosa strana, forse, era che non le dava alcun fastidio. odiava tutta quella massa di persone senza personalità, o per lo meno palle, che non facevano altro che comprarsi qualche maglietta nuova alla settimana, spendere i soldi di papà e sprecare l'acqua: più si teneva alla larga da gente simile, meglio avrebbe vissuto.

Entrò nell'aula d'informatica trovandola fortunatamente vuota.

Sospiro di sollievo.

Il professor Miller aveva la bella abitudine di spiegare una volta al mese spagnolo in aula informatica, facendo vedere ai suoi alunni filmati in lingua madre direttamente dai computer.

Per essere sicuro che i suoi alunni non andassero su internet o robe varie, aveva deciso che tutti i computer dell'aula dovevano essere collegati al suo,  il che significava che se lui avesse cambiato la schermata del desktop, tutti i computer nell'aula l'avrebbero a loro volta cambiata con la stessa.

Juls infilò la chiavetta e scelse nella cartella la foto più compromettente. Quella in cui turner era praticamente sopra la cara Penny sarebbe andata più che bene.

Inviò l'immagine a tutti i computer, attendendo che anche questi cambiassero sfondo; due secondi dopo, le mani di Turner sulle tette della Montgomery spiccavano scandalose da ogni dove.

Juls, dopo aver conservato la chiavetta nella tasca dei jeans, passò a mettere in stand-by ogni schermo, infine si sedette al suo banco, decisamente soddisfatta di se stessa, attendendo l'arrivo dei compagni.

Cinque minuti dopo, la figura di Alice sbucò da dietro la porta.

- Hai fatto?- chiese, sedendosi accanto all'amica. Lei, sin troppo felice, accese il monitor di un computer e le mostrò l'opera, sorridendo a trentadue denti.

- Cazzo, se non ti fa fuori oggi, potresti considerarti immune dalla morte- sussurrò, decisamente scandalizzata.

Il vociare dei ragazzi e il suono della campanella spinsero Juls a spegnere nuovamente il monitor, mentre il professor Miller entrava in classe, seguito dagli studenti.

Quando tutti furono seduti ai loro posti, l'uomo sulla quarantina li salutò - Buonos días, chicos. Hoy vamos a ver una nueva pelicula. Sentaos*- disse, rivolgendosi agli ultimi arrivati che ancora s'aggiravano per l'aula.

Gli occhi del professore squadrarono tutti i suoi alunni, finché non si posarono su quelli di Juls, che sostenne lo sguardo, come al suo solito.

- Sunders, non mi fido a lasciarti in ultima fila. Ti voglio qui, al primo banco- decise infine, un po' riluttante. Al primo banco sedeva Turner,alquanto contrariato.

- Professore- tentò Chase- vicino a Sunders non credo sia una buona idea: l'ultima volta siamo finiti dal preside-

- Niente storie, Turner. Bisogna fare amicizia con il prossimo-

- Professore, ci conosciamo da cinque anni, non crede che avremmo già dovuto aver fatto amicizia?-

- Turner, si rimedia- concluse Miller.

- Ma professore- tentò ancora una volta il ragazzo, quasi implorandolo: non aveva alcuna intenzione di stare vicino a quella piaga.

Juls, tutt'altro che infastidita, si era accomodata accanto al suo nemico giurato, sorridendogli.

- Come te la passi, Chase?- gli chiese, sfoderando un'aria innocente.

- Male, Sunders, sento puzza di stronza-

- Allora non ti sei lavato, stamattina-

Mentre Chase stava per ribattere, i computer di tutta l'aula s'accesero, dando alla luce ciò che Juls aveva "partorito": da ogni angolo dell'aula, Turner spuntava in posizioni per niente consone all'ambiente.

Il ragazzo boccheggiò un attimo, mentre il professor Miller s'alzò, indeciso se imbarazzarsi o incazzarsi fortemente.

- Che storia è questa?- chiese, mentre un brusio andava crescendo sempre più.

Qualcuno rideva, qualcuno sghignazzava senza ritegno, ma la persona che più attirò l'attenzione non fu Turner, bensì Spencer Golness, la cara e vecchia cornuta.

S'alzo pallida e mezza barcollante, puntando un dito verso il suo imminente ex ragazzo.

 - Sei uno stronzo!- gracchiò, mentre le lacrime spingevano visibilmente per sgorgar fuori e scivolare giù per le guance.

Juls si voltò verso Turner, gli mise una mano sulla spalla e sussurrò - Ehi, ma quella non è Spencer-

La ragazza in questione, intanto, era uscita dall'aula biascicando qualcosa sul gabinetto e sul voler restare sola.

Turner, infine, la ciliegina della torta, più che dispiaciuto sembrava scioccato.

- No, perchè non sembra proprio Spencer, sai?- rincarò la dose.

Il ragazzo s'allontanò - Sei stata tu?-

Lei spalancò gli occhi - Io? Ma no! Ma ti pare?!-

Il professore tossicchiò - Bueno, chicos... No sé que decir...-

Turner saltò su, indicandola - Professor Miller, è stata lei!- Juls trattenne una risata.

Lo sguardo del professore corse sul viso della ragazza, indagatore - Sunders, sei stata tu?-

- Professore, ma le pare! Non saprei neanche come fare! Turner vuole infangare la mia reputazione- saltò su anche lei, a sua volta.

- Professore, ma non si aspetterà mica che lo ammetta- ribattè Chase.

Lo sguardo di Miller, come quello degli altri studenti, vagava dal ragazzo alla ragazza - Turner, hai le prove?- poi si fece molto più serio - E' una cosa decisamente grave, Turner, non possiamo accusare una ragazza in questo modo-

- Ma professore, è stata sicuramente lei-

- Professore, io non credo proprio-

Juls lanciò un attimo lo sguardo alla porta: da dietro la lastra di vetro, poteva chiaramente intravedere Baker, che si era appostato secondo il piano: Miller, da lì a poco, avrebbe detto la frase magica e lei, uscendo dall'aula, avrebbe dato uno spintone a Liam, facendo casualmente scivolare la chiavetta nella sua tasca.

Miller osservò ancora i due ragazzi, alla fine cedette - Ragazzi, credo proprio che dovreste parlarne col preside-

Due a zero per Sunders.

 

 

Quando Juliet uscì dall'ufficio del preside, quel giovedì mattina si prospettava ancora lungo e decisamente vuoto.

Aveva sperato che Wilson le rifilasse qualche punizione, o che comunque avesse la voglia di tenerle testa, ma la situazione si era subito calmata: l'ometto basso e tarchiato li aveva rimandati in classe dicendo che non aveva tempo da perdere con sciocchezze tali.

Un po' delusa, Juls s'incamminò verso la mensa, sapendo che da lì a poco sarebbe suonata la campanella di fine mattinata.

- Sunders, questa me la paghi- Turner la raggiunse, mantenendo il suo passo.

- Cosa, per la precisione, Turner?-

- Lo sai benissimo, stupida. Cosa credi- e qui la fermò, tenendola per un braccio- eh? cosa credi? Pensi di essere intoccabile perchè fai la dura? Pensi che se il preside Wilson non sa tenerti testa, allora io starò qui a osservarti mentre mi rovini l'esistenza girandomi i pollici e lasciandoti fare? Eh?-

Juls ostentò un'aria pensierosa - Sì, era pressappoco quello il mio piano-

- E cosa ti fa credere che non sarò io a rovinarti la giornata, domani?-

Juls lo guardò dritto negli occhi, come solo lei sapeva fare. Non aveva mai distolto lo sguardo da qualcuno, aveva sempre fissato tutti con la stessa faccia tosta con cui era venuta al mondo, che neanche sua madre era riuscita a farle togliere - Perchè qualunque cosa tu farai, Turner, non sarà mai abbastanza. Credi che tutti questi anni mi abbiano resa una dura all'apparenza, ma fragile e sensibile dentro? Credi che io sia uno stupido personaggio da film?- continuò a guardarlo negli occhi- Se io sono così, Turner, avrò le mie buone ragioni. Se io faccio la dura, è perchè sono dura, e non mi scalfirò di certo per qualche tuo stupido dispetto. Ci vuole più di un Chase Turner per farmi del male- e, detto questo, gli mostrò le spalle, andandosene a lunghi passi.

Appena girò nel corridoio numero 33, Liam Baker le si parò davanti - Ehi, Sunders, è vero quello che hai detto a Turner? Del fatto che hai le tue buone ragioni per fare la dura... Sei passata come la tormentata di turno- disse tutto d'un fiato, mentre entrava in mensa con lei.

Juls si voltò, sorridendogli amichevole - Ovviamente no, Liam, era per far scena. Faccio la stronza perchè sono nata così, e mi diverte, ecco tutto. Ma almeno ho esercitato le mie doti teatrali, non trovi?-

Liam ridacchiò un po', poi lei si fermò -  Ehi, Baker, ma che fai? Origli?-

 

 

All'uscita da scuola, Alice prese a tormentarsi una ciocca di capelli dorati, girandosela attorno alle dita, passandosela dietro l'orecchio destro, riprendendo a girarsela intorno alle dita.

- Alice, vieni con me, ho elemosinato un passaggio in macchina da un amico-

Alice la guardò spalancando gli occhi, poi sbottò- Grazie a Dio, Juls. Pensavo ti avessero sbattuto in aula punizioni: non ti sei fatta più sentire da stamattina, non sapevo come rintracciarti-

- Be', saresti potuta venire in aula punizioni, no?-

- No, non fanno entrare più nessuno che non sia in punizione da quando McFloyd e Ginger si sono azzuffati in corridoio: tecnicamente Ginger era in punizione, e McFloyd lo è andato a cercare apposta per attaccar briga- spiegò Alice.

- Ah, non lo sapevo. Comunque sia, sali in macchina- le disse, indicando un'auto rossa che le aspettava pochi metri più in là.

- Chi è? Non è tuo, vero?- chiese Alice.

- Oh, no. Papà si rifiuta di comprarmi un'altra macchina, dopo che sono andata a sbattere contro un camion, il mese scorso- le ricordò Juls - E' di Liam Baker-

- Il tipo fissato con le foto?-

- Esattamente-

- Come dovrei considerarlo? Intendo, è un amico o... altro?- la ragazza si guardò intorno, come se sperasse che nessuno la sentisse.

- E' un amico, Alice. E da oggi sarà anche amico tuo- ridacchiò Juls.

La ragazza scrollò le spalle, entrando nell'autovettura e sedendosi sul sedile posteriore.

- Piacere, Alice Powell- disse, facendo un cenno con la mano.

- Liam Baker-

- Il fotografo?- chiese una seconda volta, quasi per assicurarsi.

- Sì, e tu sei la migliore amica?- lui le sorrise dallo specchietto retrovisore.

- Sì- gli sorrise lei, a sua volta.

- Basta flirtare con la mia amica, Baker, scarrozzaci a casa- Juls sprofondò nel sedile accanto a quello dell'amica.

- Quindi- riprese Alice, poco dopo- ora sei del gruppo-

Baker continuò a fissarla dal retrovisore, scrollando le spalle - Se la vogliamo mettere così-

Juls s'appoggiò allo schienale- Alza la musica, Baker- disse, mentre un sorriso le si apriva sul volto.

 

 

 

* buon giorno, ragazzi, oggi vedremo un nuovo film (per chi non lo sapesse, ma credo si capisca xD)

 

Salve, gente!

Avevo il capitolo mezzo pronto, e contando che la prossima settimana iniziano un po' di verifiche massacranti, ho pensato proprio che postare sarebbe stato più che giusto.

ringrazio le 3 persone che hanno messo la storia tra le preferite, e le 8 che l'hanno inserita tra le seguite.

Siete sempre tanto buoni *_*

Inoltre, ringrazio le fantastiche 3 persone che hanno recensito la storia :D

Spero che anche questo capitolo vi piacerà

Un bacio

 

 

~Ellens

 

   
 
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