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Autore: Jingzi    27/02/2011    0 recensioni
I Madgames. Fonte di sostentamento per alcune famiglie,di rovina per moltissime altre. La regola principale era sopravvivere,il che non era facile, dato che si veniva letteralmente abbandonati in una città deserta,insieme ad altre centinaia di ragazzi,con il solo e unico scopo di rimanere l’ultimo vivo.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’altoparlante della piazza gracchiava il solito annuncio. Haaru,un ragazzo alto,dai capelli neri come l’ebano e gli occhi ancora più scuri,lo ascoltò per l’ennesima volta:

-sono aperte le iscrizioni per i Madgames. Si ricorda che i moduli di iscrizione saranno validi fino alla fine del mese. -

I Madgames. Fonte di sostentamento per alcune famiglie,di rovina per moltissime altre. La regola principale era sopravvivere,il che non era facile, dato che si veniva letteralmente abbandonati in una città deserta insieme ad altre centinaia di ragazzi,con il solo e unico scopo di rimanere l’ultimo vivo. Ma se si vinceva,si portava a casa un premio in denaro,pari alla metà della rendita delle iscrizioni. E dato che un’iscrizione in media costava sul centinaio di crediti,il premio finale era davvero alto.  Per parteciparvi però,bisognava soddisfare un requisito: avere tra i sedici e i diciotto anni,e bisognava avere con sé un arma. Haaru aveva intenzione di parteciparvi,anche se suo padre aveva cercato in tutti i modi di convincerlo a non entrare.

Suo padre. Il grande Moonu So Niizo. Vincitore dei Madgames di quarant’anni prima. Era stato l’unico ad aver portato con se solo una catena come arma. Con quell’insieme di anelli metallici aveva fatto miracoli,vincendo,ed essendo l’unico a farlo per due anni consecutivi. Queste due vittorie avevano permesso alla sua famiglia di vivere piuttosto bene sul piano economico,ma non su quello morale: era infatti spesso tormentato da incubi in cui rivedeva il volto dei suoi avversari che aveva dovuto uccidere. Per questo aveva tentato di dissuaderlo,facendogli vedere quanto fosse violento quel gioco,che gioco non si poteva chiamare,ma non ci era riuscito. Allora lo aveva allenato più che poteva e meglio che poteva.

Haaru si sentiva sicuro. Aveva risparmiato per sei anni per permettersi di pagare il modulo di iscrizione ai Madgames. Quando finalmente glielo consegnarono era fuori di sé. Compilò il modulo per filo e per segno,scrivendo nome,cognome,sesso,età,indirizzo,arma. Arma;come avrebbe potuto definire la sua “arma”?

Circa due anni prima,quando suo padre aveva ormai rinunciato a dissuaderlo da farlo iscrivere ai Madgames,Haaru si ritrovò a pensare con quale arma avrebbe potuto combattere: in fondo,era figlio di Moonu,il grande campione,non poteva usare un arma normale. Alla fine optò per una falce. Una falce che però voleva costruire lui. Per fortuna suo zio lavorava in una ferramenta e aveva a disposizione una vecchia fucina. Si fece aiutare da lui per costruire quell’arma atipica:un manico lungo poco meno di due metri e la lama,che si allungava per una decina di centimetri dal manico,scendeva parallela per una lunghezza pari a circa metà dello stesso ed era larga all’origine circa trenta centimetri,per poi restringersi verso la fine. Haaru fece molta fatica per imparare ad usarla e si ferì con la lama in titanio molte volte,ma doveva continuare ad allenarsi se voleva essere pronto.

Dopo circa due settimane dalla spedizione del modulo di iscrizione,gli agenti addetti al prelievo dei Madgamer (così venivano chiamati i giocatori in termini burocratici) si presentarono a casa di Moonu. Haaru li vide attraversare il grande cancello della loro casa ed avvicinarsi alla porta. Suo padre gli si avvicinò

-sei proprio sicuro,Haaru? Puoi ancora tirarti indietro…-
-Papà,non voglio tirarmi indietro,e poi scusa,mi avresti allenato per niente,no?-
Moonu sorrise. E già;suo figlio era deciso,determinato. Come lo era stata sua madre.                       

Gli agenti bussarono. Moonu  socchiuse la porta e disse loro:–arriva,sta prendendo l’arma.-
Si accorse che uno dei due agenti lo fissava. Probabilmente lo aveva riconosciuto,anche se da quando aveva diciott’anni era cambiato parecchio. Decise di non dire niente,era già troppo in pena per suo figlio. Quando Haaru uscì dalla porta con l’enorme fagotto sulla schiena,che non era altro che la sua arma avvolta in un panno,il primo agente lo bloccò. Haaru lo guardò con un espressione interrogativa. L’uomo che fino ad allora aveva fissato suo padre si riscosse e prelevò un taccuino dalla sua tasca dei pantaloni,poi enunciò,con voce annoiata- Haaru So Niizo,di anni sedici,arma:falce.- Haaru allora fece scivolare il panno dalla lama e mostrò l’arma. Il tizio che lo aveva bloccato storse la bocca-e questa ti sembra una falce?—si,l’ho costruita io.- il tizio guardò suo padre,diede un ultimo sguardo alla lama e poi annunciò- sei iscritto ai Madgames,che si svolgeranno fra due giorni. Sei pregato di venire con noi per essere scortato presso l’arena.- Haaru ricoprì la sua arma e poi guardò suo padre. Era preoccupato,glielo si leggeva negli occhi.
-papà,non ti preoccupare,tornerò a casa tutto intero. Sono pur sempre il figlio del grande Moonu So Niizo,no?-
Suo padre lo guardò:-stai attento Haaru,e ricordati quello che ti ho insegnato. Ah,un’ultima cosa- sussurrò -ho apportato una piccola modifica alla tua arma,si attiverà solo quando sarà necessario. Buona fortuna,e torna vincitore!- concluse. Ora Haaru era davvero pronto.

  
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