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Autore: Evil91    27/02/2011    3 recensioni
"Così era questo che rimaneva?
Una tomba su cui piangere mentre ancora il sangue scorreva?"

Perchè anche Marco può mostrare i suoi sentimenti di fronte alla morte delle persone a lui care.
Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marco
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Risorgere dalle proprie ceneri.

 
 
Così era questo che rimaneva?
Una tomba su cui piangere mentre ancora il sangue scorreva?

 
Un urlo soffocato e sofferente di chi non ce la fa più; di chi ha perso la strada, di chi non sa più in cosa credere e di chi non ha più niente in cui credere.
Sono questi i tuoi pensieri, vero? È questo che pensi, mentre guardi le tombe di tuo padre e tuo fratello, vero Marco?
Perché tu, il comandante della prima flotta di Barbabianca, di fronte alla morte dei tuoi cari hai perso la bussola, non sai più cosa pensare e cosa sperare. Perché tu, la fenice, per una volta temi di non riuscire a risorgere dalle tue ceneri. Perché tu non sei morto, ma sei rimasto a raccogliere i resti bruciando lentamente nel tuo stesso fuoco. Sospiri mentre una folata di vento caldo ti scompiglia i capelli, timido, quasi volesse porgere anche lui l’ultimo saluto al Re dei mari e a suo figlio.
È così che finisce la storia di nuovo, vero Marco?
Sei di nuovo solo a leccarti le ferite e a cucire il tuo cuore nel tentativo di farlo smettere di sanguinare. Perché anche i pirati hanno un cuore, vero? Dopotutto siete tutti umani no?
Marines e pirati, figli dello stesso mare.
Ma allora perché il più delle volte siete voi pirati che vedete i vostri cari cadere? E perché voi che dovreste essere i cattivi avete ancora la forza di sognare e di credere in qualcosa di utopico da raggiungere con tutte le vostre forze e quelli che invece dovrebbero essere i buoni non fanno altro che stroncare i vostri sogni con qualsiasi mezzo lecito o non che sia?
Ma perché ti stai facendo prendere da queste domande, Marco?
Perché ti lasci cadere a terra e stringi i pugni, mentre le guance si bagnano di gocce d’acqua salata che non possono farti più male di quel che già provi.
Rialzati Marco!
Alzati e combatti, combatti per quello in cui credi, per quello a cui tieni.
Alzati Marco, alzati e risorgi dalle ceneri proprio come la Fenice. Ma tu non ti senti una Fenice, vero? Tu vorresti solo essere un uomo qualunque per non dover sentire tutto quel dolore. Tu vorresti non risorgere.
Perché tu non sai più in cosa credere, ma perché?
I tuoi fratelli sono vicino a te, sono i compagni di questo tuo dolore; come te hanno perso un fratello, di nuovo, e il padre e per cosa poi? Per una stupida sete di potere e ingiustizia che il mondo reclama.
Ma perché, allora, senti il lusso di considerare il tuo dolore più profondo –diverso?- da quello dei tuoi stessi fratelli?
Perché tu ti senti diverso da loro, vero?
Tu senti il diritto di sfogare il tuo dolore, tu senti quasi il dovere di lasciarti andare per una volta, vero?
Perché sei stanco di portare quella maschera di freddezza che ti distingue, di mantenere quella calma che hai sempre; anche nelle situazioni peggiori.
Perché oggi non riesci a tenere tutto sotto controllo, oggi non hai le forze per nascondere i tuoi sentimenti, non sei forte come sempre.
Una mano sulla tua spalla ti riscuote dai tuoi pensieri e immediatamente spalanchi gli occhi mentre il cuore fa una capriola, speranzoso, ma la mente lo rimette al suo posto urlando un “Impossibile!”.
Quella stretta paterna non la sentirai più, non sentirai più quella risata e quella sensazione di calore invaderti il corpo e non ci saranno più litigi e riappacificazioni con boccali di sakè, non ci sarà più quella gioia e quell’orgoglio nel vedere qualcuno cadere per mano vostra.
Perché loro non ci sono più.
Senti il tuo nome sussurrato con dolcezza, non avevi mai creduto di poter sentire la dolcezza nella voce di un uomo, ma in quegli anni ti eri ricreduto ed ora, nel momento in cui pensavi di averla persa per sempre, quella ti si ripresenta attraverso una persona che non avevi mai sopportato e che in quel momento era l’unica partecipe della tua sofferenza mal celata.
Alzi lentamente lo sguardo solo per trovare quello di lui che ti fissa serio, rispettoso, del tuo dolore e senza accennare a un sorriso di comprensione: comprende benissimo che non lo sopporteresti.
Sai che i tuoi fratelli ti stanno aspettando, sai che in quel momento si stanno tutti chiedendo cosa sia successo al loro comandante, al loro fratello, a Marco la Fenice.
Tuttavia non ti interessa, tu non vuoi essere lì, non vuoi avere quelle responsabilità che ti sono piombate sulle spalle; tu vuoi solamente svegliarti da quell’incubo.
La mano che ti appare davanti il volto è un chiaro invito ad accettare l’aiuto che ti viene posto. Anche i più grandi hanno bisogno di essere aiutati qualche volta e solo i più forti sono in grado di accettare l’aiuto che gli viene posto.
Quindi torna te stesso, Marco, asciuga quei piccoli rivoli freddi sulle guance e ritrova la calma, o almeno mascherala perché non tutto è perduto e c’è chi tiene a te e ti attende impaziente.
Quindi rialzati!
“I tuoi fratelli ti aspettano.”
Afferri la mano deciso e ti rialzi risoluto puntando i tuoi occhi in quelli del tuo improbabile salvatore, sapendo perfettamente di non far trasparire nulla, ma che proprio quello è un segno di gratitudine verso l’altro pirata.
Tuo padre e tuo fratello non ci sono più, ma tu sì e così ci sono gli altri tuoi fratelli e tu sai cosa succederà d’ora in poi.
Non permetterai più che il sangue della tua famiglia venga sparso.
Il sorriso fiero e sbarazzino sulle labbra dell’altro ti fa capire che i tuoi pensieri hanno ricevuto la sua totale approvazione e nonostante un tempo non te ne importasse niente in quel momento diventa la tua ancora di salvezza.
Scruti per l’ultima volta le tombe dei tuoi cari di fronte a te, mentre senti il fuoco riscaldarti le vene e sorridi nostalgico di una promessa appena sussurrata.
Quello è il tuo ultimo saluto a parte della tua famiglia, quel sorriso è l’inizio di una nuova promessa che sei intenzionato a mantenere.
Il tuo sguardo si sofferma sull’antico mantello che porta ancora la forza di chi lo indossava e poi vaghi su quello strambo cappello, che più volte avevi utilizzato per i tuoi giochi infantili, mentre sul tuo volto ricompare l’ombra della nostalgia e del dolore che ancora non sei riuscito a domare.
Quando ti rigiri verso i tuoi fratelli ogni traccia di emozione è sparita dal tuo viso per lasciare il posto alla solita calma eterea.
Marco la Fenice è risorto.
  
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