Ciao a tutti cari lettori
da NaruXHina e dal suo periodo magico!
Mi va davvero tutto bene
per ora: buoni esami, una ragazza, inizio a capirci qualcosa di Photoshop, un
articolo della settimana su nonciclopedia (“Dialetto napoletano”, correte a
leggere! XD)… Se solo questa fanfic avesse più commenti potrei davvero dire che
mi va tutto benissimo… =(
So che ci siete anche se
non vi fate sentire, ma, almeno per quanto riguarda EFP, sono tre capitoli che
non ricevo commenti e la cosa mi intristisce un po’ T__T
La storia forse sta
risultando noiosa? Sotto le aspettative? Spero qualcuno mi faccia sapere…
Intanto, eccovi il nuovo capitolo ricco di movimento e azione che ho sfornato
per voi! Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Lionel si spiattellò a
terra dinanzi al suo insoddisfatto capo: “Chiedo perdono!”
Oberon, salvatolo da
Natsu, l’aveva raggiunto in fretta e subito l’aveva sottoposto ad un
inevitabile rimprovero.
“Come ti è saltato in mente di assecondare Evelyn nella sua pazza trovata? La
tua birbonata poteva costarti caro. Potrebbe costarci caro.”
“Pensavo che dopotutto
fossero solo gatti…”
“Solo gatti? Dopo quel teppista con la sciarpa ha fatto tutto quel casino sul
suo gatto tu sei andato a rapirne un altro?”
“Sigh! Sono così affamato
di dispiacere, credimi Oberon…”
Anche perché gli era
tornata in mente la scatoletta di sardine rimasta nelle zampe di quello sbafone
blu coi baffetti!
“Almeno prima potevamo
dire di avere un qualche tipo di ostaggio, ora nemmeno quelli. Come avete fatto
a lasciarveli scappare così?”
“Non potevamo prevedere…
Che potevamo fare?”
“Combattere magari? Siete
maghi, no?” suggerì il biondo con tutta l’ovvietà del mondo.
“……”
Il cicciottello arrossì:
“Ehm, Evelyn era troppo scioccata per reagire. Quanto a me…”
“Non sei mai stato un cuor
di leone, lo so… Lasciamo perdere.”
Lionel chinò ancora la
testa, non per scusarsi, ma per il semplice peso di quelle parole. Cos’era
peggio? Che il tuo capo ti rimproveri, o che smetta di farlo facendoti capire
che non pensa di potersi aspettare poi molto da te?
Lo sventolare delle tende
alle spalle del biondo gli annunciarono il silenzioso arrivo di Sybille, e
anche Lionel interruppe il filo dei suoi foschi pensieri per ascoltarla.
“Non sono riuscito a
catturarle: Gazille le ha protette.”
Nonostante la reazione in
apparenza blanda a quell’ulteriore notizia storta, anche Oberon ora cominciava
a spazientirsi.
“Il nostro inganno è
svelato. Non abbiamo nessuna garanzia, nessun ostaggio, nemmeno un gatto…”
disse rifilando un’occhiata storta a Lionel che tornò velocemente col muso per
terra.
“In tutto questo neanche
sappiamo che fine abbiano fatto Henry e Evelyn.”
Sybille si inchinò
rispettosamente: “Sono costernata, Oberon… credo… Un po’ mi dispiace in fondo,
ma del resto…”
“Lo so, lo so…”
Fintanto che Henry aveva
ancora della pozione con sé non si preoccupava molto di lui, anche se avrebbe
preferito comunque avere il suo compagno più fidato accanto a sé in quel
momento; la situazione stava precipitando.
<< Di questo passo non ce ne verrà nulla di
buono. Bisogna agire. >>
“Mi occuperò io
personalmente di questi rompiscatole. Sybille, tu cerca di trovare Henry ed
Evelyn e se potete, cercate di evitare altri scontri.”
“Va bene.”
Oberon fece per uscire
dalla stanza e Lionel si rimise in piedi: “Ehi, e io?”
Il biondo restò a pensarci
come colto da una domanda difficile: “Tu… Fatti uno spuntino. E cerca di non
metterti nei guai, mi raccomando.”
“……”
Sybille sparì subito dopo,
lasciandolo tutto solo.
Sospirò amaramente. In
altre occasioni avrebbe adorato ricevere quell’ordine, ma di fatto significava
che Oberon e il gruppo non avevano bisogno di lui; e Lionel cominciò subito ad
avvertire le sue merende pesargli nelle tasche, ansiose di consolarlo.
<< Sigh… Ho fatto arrabbiare Evelyn e ho deluso
Oberon a distanza di pochissimo… Che giornata storta… Ed ora eccomi qui, senza nulla da fare e con un sacco di cose da
mangiare, di questo passo non riuscirò mai a dimagrire. >>
Si sedette a gambe
incrociate sul pavimento e cominciò a toglier via l’incarto a un panino
imbottito: per quanto poco gratificanti, erano sempre ordini quelli di Oberon…
<< No, un momento! >>
Il pingue damerino
realizzò qualcosa che allontanò rapidamente il cibo dalla sua bocca, e che gli
diede la forza di rialzarsi: << Io
ce l’ho qualcosa da fare! Ce l’ho una missione! Evelyn rivuole i suoi gattini e
io le ho detto che li avrei trovati, no? Oberon mi ha lasciato qui a riscaldarmi
le mandibole, ma non vuol dire che sia una cosa negativa! Di fatto posso fare
quello che voglio! >>
Ripensò al viso di Evelyn
quando le aveva portato Lily e all’occhiataccia con cui l’aveva trafitto mentre
umilmente si proponeva di rimediare al suo involontario ma tremendo sbaglio. Se
alla compagnia al momento non serviva, peggio per loro: far contenta Evelyn
contava anche di più!
<< Ritroverò Happy e Charle e mi riscatterò ai
suoi occhi! È vero, non sono mai stato un cuor di leone, e preferisco fuggire
davanti i nemici… ma per lei uno sforzo posso farlo! Devo farlo! >>
Così pensando non ci fu
più lui tutto solo in una stanza senza nulla di fare, ma il suo abbandonato
panino.
Dopo che Lily era stato
rapito sotto i suoi occhi, Levi, malgrado il brutto colpo, non si era persa
d’animo. Aveva subito cominciato ad ispezionare i vari candelabri lungo il
corridoio, trovandone finalmente uno funzionante.
Purtroppo non aveva idea
di in quale direzione il rapitore fosse fuggito, e, guarda caso, aveva scelto
quella opposta. Stava girando per i corridoi celati già da un po’, indecisa se
restarci o uscire appena possibile; non sapeva con precisione dove sarebbe potuta
uscire, e c’era sempre il rischio di incontrare dei nemici e ritrovarsi ad
affrontarli tutti da sola. Ora però sola non era più per fortuna.
Lei e i tre exsheed
proseguirono cercando di allontanarsi il più possibile, arrivando fin
nell’altra ala, e solo allora uscirono fuori dalla parete per trovare infine
rifugio in una stanza rettangolare.
“Qui saremo al sicuro.”
disse Lily.
“Come mai così convinto?”
domandò Levi, sedendosi per terra a riposare insieme a Charle ed Happy.
“Questa stanza ha le
pareti completamente spoglie: niente candelabri, quadri, fori o fessure nei
muri, dai quali non credo rischieremo brutte sorprese. Inoltre c’è un'unica
porta dalla quale uscire o entrare. Le possibilità che ci colgano di sorpresa
sono pochissime.”
Per maggiore sicurezza
però, tutti badavano di non avvicinarsi troppo ai muri.
Approfittando di quel
momento di calma, Levi aprì la sua sacca, spargendo sul pavimento i vari fogli
che aveva arrotolato e raccolto girando nelle stanze del piano superiore. I
gatti si avvicinarono tutti con curiosità.
“Non so quanto questa
stanza possa essere sicura, ma voglio approfittarne.”
“Cosa fai?” domandò Charle
mentre la ragazza inforcava gli occhiali e sfoderava la sua penna magica.
“Voglio decifrare questi
fogli che ho raccolto. È un incantesimo criptante molto complesso, ma non mi
tirerò indietro: magari troveremo informazioni interessanti.”
“Incrociamo le dita
allora.”
“Forza Levi, siamo tutti
con te!”
Li ringraziò con un
sorriso e subito chinò il capo. Non sarebbe stato facile cavar fuori da
quell’ammasso confusionario di lettere e segni dei periodi di senso compiuto.
Almeno avrebbe avuto l’occasione di provare i suoi nuovi occhiali “8 X”, che
aumentavano la sua velocità di lettura di ben otto volte.
“Charle, Happy, mentre
Levi lavora sarà meglio che montiamo di guardia.”
Ma i suoi due simili gli
fecero capire dalle loro espressioni di non essere molto d’accordo.
“Che c’è?”
“Ecco, io veramente vorrei
andare a cercare Natsu…”
“Wendy sarà certamente
preoccupata e anch’io sono preoccupata per lei.”
Lily scosse il capo
marziale: “Non se ne parla! Capisco il vostro stato d’animo, ma come vi viene
in mente di andarvene in giro da soli dopo che vi hanno rapito già una volta?
Siete degli imprudenti.”
Levi alzò lo sguardo e
sollevò gli occhiali sopra la testa: “Suvvia Lily, prima potevano coglierci
impreparati, ora sappiamo che possiamo aspettarci degli agguati. Natsu,
Gazille, Gray, Lucy e Wendy vanno trovati e avvisati di quello che avete
scoperto.”
La conoscenza del nemico è
il primo passo verso la sua sconfitta dopotutto.
Lily non fu contento di
vedere Levi schierarsi con Happy e Charle: “Forse si, ma…”
“Ci terremo lontani dalle
pareti e baderemo di fare attenzione.” disse Charle.
“Non ci faremo acchiappare di nuovo!” -fece Happy balzando avanti- “E poi Lily
tu sei più forte di noi: proteggeresti Levi molto meglio.”
Lily incrociò le braccia:
“Fa comodo non sapersi trasformare in possente guerriero exsheed, vero? Bel
modo di scaricarmi tutto il lavoro, Happy!”
Charle sbuffò e poi scrutò
Lily negli occhi con fare imperativo: “Lasciaci andare, ok?” disse scandendo
ogni parola.
“Non sapete dove possono
essere. Se vi mettete a gironzolare là fuori sarete entrambi in pericolo.”
Davanti a
quell’inoppugnabile argomento, Happy smorzò l’impeto e rifletté un istante.
“Allora vado solo io.”
“Che cosa?!”
“Te la trovo io Wendy!
Così non ti metterai in pericolo anche tu.” la rassicurò Happy con un sorriso.
“Non ho bisogno di te a
proteggermi.”
“Non ne ho dubbi.” –disse
Happy ripensando a con quanta grinta si era opposta prima allo sbarramento di
Lily- “Ma permettimi di farlo lo stesso, per favore.”
“……”
Alle solite. Quante volte
doveva fargli capire che non le interessava minimamente per fargli smettere di
fare sciocchezze solo per far colpo? Eccolo lì, ancora una volta, a guardarlo
con quei suoi occhioni, davanti ai quali cresceva in lei la voglia di
accontentare i suoi capricci di eroismo. Sarà perché il modo in cui la stava
guardando ora aveva quello stesso ardore che già aveva visto ad Edolas, quella
stessa volontà incedibile di proteggerla.
“… D’accordo.”
“Tieni!”
“Uh?”
Le porse una scatola di
sardine ancora mezza piena.
“Ma non sei mai sprovvisto
tu?”
“Il servizio faceva pena,
ma il pesce era buonissimo, così le ho prese!”
Lionel era scappato via
così in fretta da essersi dimenticato l’arma con la quale aveva cercato di
strangolarlo! Probabilmente il suo stomaco se ne stava già pentendo.
Charle sbuffò e accettò la
scatola anche se non aveva fame.
Lily guardò Levi, la quale
annuì: “… E va bene, vai, cerca solo di non farti notare.”
“Aye! Agli ordini! Troverò
in un baleno Wendy e Natsu e li riporterò qui!”
Ad ali spiegate corse ad
adempiere all’impegno preso.
La gattina, rimasta
imbambolata con le sardine in mano, si avvicinò riflettendo a Levi che nel
frattempo era tornata al lavoro.
“Posso… aiutarti in qualche modo, Levi?”
“Forse si: cerchia con questo pastello tutte le vocali che trovi.”
Lily intanto stazionava
attento vicino la porta: “Io sarò qui a fuori di guardia a controllare che
tutto sia tranquillo, per qualunque cosa chiamatemi.
<< Wendy… Se anche Happy non riesce a trovarti
spero tu sia ugualmente al sicuro. Non vedo l’ora di riaverti vicino… >>
L’ansia di Charle era più
che naturale. In realtà però non c’era da preoccuparsi troppo per Wendy, quanto
piuttosto per Gazille. Era lui che in quel momento aveva urgentemente bisogno
di soccorso!
I suoi tentativi di
isolare la mente risultavano vani. Il dragon slayer di metallo camminava
leggermente curvo in avanti, circondato, senza un secondo di tregua, dalle voci
delle sue protette.
“E poi ho usato il mio
soffio di drago e ho respinto quelle armi a stella! Sono stata fantastica! Non
l’avresti mai detto per una della mia età, vero? Sono piccola ma sono anche
forte, non è vero?”
Gazille annuì
distrattamente con un mormorio a bocca chiusa.
Lucy, che quelle buffe
armi a stella se le era viste venire contro spinte proprio da lei ribatté
subito: “Tipico dei piccoletti volersi fare grandi! Ti ricordo che a momenti
col tuo soffio mi stavi uccidendo!”
“Sei tu che stavi dove non
dovevi!”
<< Che rompiscatole! Quasi quasi era meglio se
lasciavo le mettessero ko prima di salvarle! >>
“Gazille, tesoro mio, non
vuoi sapere di come ho evocato meravigliosamente Scorpio?”
“Non è durato un minuto…”
“Zitta, piccola biscia! È stato solo sfortunato! E attenta a come parli di lui,
se la sua ragazza si arrabbia sei finita!”
“Almeno quando io combatto
lo faccio da me, non chiamo altri in aiuto.”
“Argh! Come ti permetti?!
Ci vuole tanto potere magico per gestire gli spiriti stellari, tu non ci
riusciresti mai! Io sono una maga fortissima con degli spiriti fortissimi,
perché dovrei starti a sentire? Umpf!”
Il suo spirito più potente,
ancora una volta non richiesto, apparve come chiamato in causa: “Lucy, ma
perché non hai evocato me? Voglio dire, Scorpio è forte, ma io sono il più
forte, lo dicono tutti!”
<< Ecco che ne arriva un altro…
>> se non altro, pensò poi Gazille, in questo modo distoglieva
l’attenzione da lui… Almeno quella di Lucy, l’altra stava ancora tenendogli il
braccio come stessero passeggiando romanticamente nel parco!
“Tsk! Se non ti ho evocato
è perché sapevo che ti saresti messo a fare lo scemo con me.”
“Ma è ovvio!” –disse Loki-
“Sei costretta ad amare lui anziché me! Senza offesa, Gazille.”
“Figurati.”
“Io non sono costretta:
semplicemente Gazille è molto meglio di te!”
“Ma lui non è il tuo tipo!
Io lo sono! Tutto quello che c’è stato tra di noi dove lo metti?!”
“A cuccia…” e tirò fuori
la sua chiave per farlo sparire.
“NOOOOoooo…”
Gazille staccatosi con
delicatezza Wendy dal braccio si voltò verso la biondina: “Quel tipo non ha
tutti i torti: è un figo, siete molto legati e lui è uno che le donne le sa
trattare. Perché non lo prendi in considerazione?”
“No! No! No e no! Io non voglio lui, voglio solo te, il mio Gazillino d’acciaio
adorato!”
“Bah! Ma che ho di tanto
speciale, si può sapere?
Lucy gli si gettò tra le
braccia, e Gazille la prese in braccio al volo: “Oh, Gazille, pensavo non me
l’avresti mai chiesto!” disse carezzandogli i capelli.
<< Sigh! Perché lei si e io no? Anch’io voglio
essere presa in braccio da Gazille! Sono più piccola e leggera, faticherebbe di
meno! >>
Gazille la scaricò a
terra, intanto aveva già cominciato a tessere le sue lodi: “L’uomo perfetto per
me ha finalmente un nome: Gazille Reitfox! Perché? Perché sei così forte,
muscoloso, rude, maschio! Cosa c’è di più virile di un uomo di ferro che si
nutre di ferro? Alla gilda non c’è nessun’altro come te! Sei unico e speciale!
Hai un passato burrascoso alle spalle poi, come dimenticarlo?”
Lucy continuò a decantarlo,
saltellandogli intorno: “Alle donne piacciono tanto i tipi “cattivi”! E chi è
più cattivello di te? Con quella chioma, quei vestiti trasgressivi…”
<< Trasgressivi? >>
“E quei piercing sono
così… ribelli! Mi fanno impazzire!”
Loki le riapparve accanto:
“Vuoi dire che se mi faccio anch’io mettere delle ferraglie in faccia tornerò a
piacerti?”
<< Quando mai le sei piaciuto? >>
pensò il dragon slayer.
Lucy lo squadrò obliqua:
“Al massimo ti cederò a Wendy, così avrà anche lei il suo Gazille e smetterà di
scocciare me e il mio adorato.”
Wendy non approvò: “Io non
voglio un Gazille finto che si mette gli occhiali da fighetto, voglio quello
vero!”
Loki tornò nel firmamento
con un “Sigh…”
Gazille ne aveva
approfittato per distanziarle di qualche passo, ma quelle due lo raggiunsero
subito. Non c’era scampo!
<< Se almeno ci fosse qualche altro nemico da
affrontare piuttosto che queste due fanatiche! >>
“Natsuuu… Grayyyy…
Qualcunooooo?” sussurrava Happy ogni
volta che faceva capolino in una stanza.
“È difficile cercare gli
altri chiamandoli a bassa voce, quasi non mi sento nemmeno io…”
Lily però aveva detto di non farsi notare e se poi lo catturavano di nuovo sai
che scenata quando l’avrebbe rivisto!
<< Devo trovare Wendy e riportarla da Charle,
così non sarà più preoccupata. Anche se io vorrei trovare Natsu… >>
Happy svoltò,
affacciandosi prima sull’angolo, su un lungo corridoio che ben poco aveva di
che risultargli più familiare di altri, spogli com’erano.
Lo attraversò più veloce
che poteva, badando bene di stare giusto al centro, il più lontano possibile
dalle pareti. Se anche gli avessero teso un agguato, agile com’era gli sarebbe
riuscito più facile sgusciare via.
Ogni tanto, per maggiore
sicurezza, rivolgeva comunque una rapida occhiatina a destra e a sinistra, passando
così in rassegna candelabri fortunatamente immobili, strappi nella tappezzeria,
macchie d’umidità, cornici di quadri vuote, Natsu che sbavava per terra in
preda a un attacco da allergia ai trasporti…
“?!?!?”
Happy innestò subito la
retromarcia! Non si era sbagliato! Era proprio Natsu, steso a terra in un
incavo della parete che altro non era che quella malefica stanza mobile,
intenta a torturarlo senza pietà!
“NATSU!”
Sentendo la sua voce, quell’essere molliccio provò ad articolare dei suoni: “Haaaaappyyyy…”
“Ma come hai fatto a
finire lì dentro?” gridò il gatto alato, rabbrividendo per lo stato in cui
versava!
“Happyyyy… aiutamiiii…”
“Resisti, Natsu! Ora ti tiro fuori io!”
Atterrò e accorse:
agguantò il suo amico per la collottola e lo trascinò fuori dallo stanzino,
lasciandosi dietro una scia di bava! Non appena però i piedi di Natsu tornarono
sul pavimento del corridoio, la debolezza svanì dalle sue draconiche membra, e
agguantato l’amico balzò in piedi stringendolo forte!
“HAPPY!”
“NATSU!”
“Sono così contento di rivederti
tutto intero, ah ah! Grazie per avermi salvato!”
“Nessuna stanza da trasporto ti farà del male senza fare i conti con me!”
gongolò lui stringendosi alla sua sciarpa.
“E poi la signorina
gentile mi ha anche dato un vestitino nuovo, di un bellissimo colore. Anche se
credo lo regalerò a Charle.”
“Accidenti, Happy, e io
che mi sono preoccupato! Cibo, carezze, vestitini… Se tutti i rapimenti fossero
così mi farei rapire anch’io… Tranne per i vestitini.”
Natsu ed Happy procedevano
nuovamente fianco a fianco, l’uno a piedi, con le mani dietro la testa, l’altro
in volo. Il prossimo passo sarebbe stato riunirsi con gli altri, in particolare
con Gray, che doveva essere ancora da quelle parti dopo che il rosa l’aveva
piantato in asso per correre dietro quel ciccione, ma soprattutto con Wendy.
Happy non dimenticava
l’implicita promessa fatta a Charle di farla ricongiungere con l’amica.
Purtroppo nemmeno Natsu l’aveva vista, anche se lui si era subito detto pronto
ad aiutarlo (aggiungendoci un mignolino alzato in segno di intesa!).
“Quindi da come ho capito,
qui intorno ci sono cinque tizi, tra cui quell’Oberon, che stanno cercando
ognuno qualcosa?”
“Così ha detto la
signorina Evelyn a Lily. Secondo te che significa?”
“In questa casa l’unica
cosa interessante sono le pozioni.” –disse Natsu dandosi arie da investigatore-
“E qui le pozioni riguardano soprattutto i sentimenti e le emozioni.”
Ripensò a Gray che si
scompisciava a terra senza motivo…
“Eh eh eh!”
Che ridicolo! Forse poteva
rubacchiare qualche pozioncina anche lui per fargli degli scherzi una volta
tornati a casa!
“Ma certo! Ad esempio
prima c’era un tipo strambo, non faceva che parlare a scatti e tremare, ma poi
quando beveva una pozione diventata tutto calmo e rilassato.”
“Ma se ha già la pozione
che gli serve cosa vuole allora? Evelyn ha detto che non vedono l’ora di
trovare la formula dell’Incanto Cupidus.”
“Si, lo sapevo, ho
incontrato Oberon di persona che ce l’ha detto” -Natsu ridacchiò- “Forse sono a
corto di ragazze!”
“È quello che ho pensato
anch’io! Lily però non è tanto d’accordo.”
“Vorranno venderla a chi
non ce l’ha per fare un sacco di soldi!”
“Tu la compreresti?”
“Bleah! Che me ne faccio? Forse
il ciccione potrebbe essere più interessato. Anche se gli consiglierei
piuttosto una pozione dimagrante, ih ih!”
“Ma dimagrire non è una
emozione, Natsu.”
“Oh, è vero… E l’ultimo
invece chi è? Che pozione vuole?”
“Boh, non l’ho mai visto…”
Stettero un secondo in
silenzio.
“Che strani che sono
questi nostri avversari.”
“Eh?”
“Insomma, le emozioni le hanno tutti dentro, non capisco perché cercarle fuori.”
<< Sono
qui perché ho promesso loro di aiutarli. >>
<< Il potere di gestire le emozioni, proprie e
altrui. Il potere di compensare alle proprie mancanze. Di essere chi
desideriamo essere nel profondo del cuore. >>
In quelle parole aveva sentito
una folle ambizione, ma anche intravisto una nota di tristezza.
“Non vedo l’ora di
affrontarli, ma mi piacerebbe anche scoprire chi sono in realtà.”
Tornò il silenzio. Si
sentivano solo l’eco dei passi del dragon slayer e quello del battito d’ali
dell’exsheed.
“Natsu, sei riuscito a
scoprire qualcosa anche tu?”
“Certo che si, qualcosa di
molto interessante.”
“Davvero? Tipo?”
“Tipo che qui da qualche parte c’è una cucina.”
“Wow! Dopo la cerchiamo?”
“Perché, no?”
“Aye!”
Levi rimescolò la penna
nel calamaio come fosse un cucchiaio in una tazza di latte, dopodiché la
sollevò sul foglio che Charle provvedeva a tenere ben steso. La ragazza fece
gocciolare la punta intinta d’inchiostro ai quattro angoli del foglio, e assistettero
allora al successo della procedura, scoperta non subito e non senza difficoltà.
“Ecco!” –fece Levi
indicando il via vai grafico sotto i loro occhi- “Le lettere tornano al loro
posto e della loro grandezza originale.”
Non era stata un’impresa
facile, anche per una maga esperta nel decifrare come Levi: aveva tentato vari
metodi di decifrazione, sia logica che magica, prima di riuscire a trarne dei
risultati.
Senza aspettare che le
lettere e i punti finissero di disporsi, la ragazza riunì i tutti i fogli che
avevano raccolto in una risma sotto quello su cui avevano appena operato, e il
processo di riordinamento si estese a ciascuno di essi.
“Complimenti Levi!”
“Andiamo, in fondo è
proprio per questo che il master mi ha raccomandata per la missione.”
“Brava lo stesso.” incalzò Charle facendola arrossire.
Levi si disfò di
contentezza e imbarazzo ritornando con professionalità ai fogli che aveva tra
le mani: “Ci vorrà un po’ di tempo prima che tutti i fogli siano risistemati.
Ma forse si può già cominciare a leggere qualcosa.”
Incrociò le dita: non
erano che carte raccogliticce, che potevano come non potevano essere loro di
qualche utilità, ma sperar non nuoce!
“Mi fai vedere?” chiese Charle alzandosi in punta di piedi cercando di
sbirciare.
“Posso vedere anch’io?”
Non era la voce di Lily!
Col cuore in gola, le due
scattarono in piedi e fecero un passo indietro.
“Suvvia, mica faccio così
paura.” fece Oberon mostrando il bel sorriso lucente, senza fare un altro passo
avanti per il momento.
Quel biondino dall’aspetto
affascinante e dai modi educati era il primo nemico che Levi aveva occasione di
incontrare. Raccolse con uno scatto la sua sacca, senza arrischiarsi a
distogliere ulteriormente lo sguardo dal mago dai capelli dorati per
raccogliere il resto delle cose che aveva sparpagliato a terra durante la
decifrazione. Ripose velocemente i fogli all’interno di essa e stringendo i
pugni per farsi coraggio fronteggiò quell’improvvisa e garbata minaccia.
“Dov’è Lily?” riuscì a
dire.
“Tranquilla, non gli ho
fatto molto male, si riprenderà.”
L’exsheed nero, contuso,
indolenzito e appoggiato ad una parete era ancora cosciente, ma ritornava,
ansante e sconfitto, alla sua forma minuta.
Charle e Levi avevano i
nervi a fior di pelle. Era il momento di tirar fuori le unghie, ma un po’ lo
shock dell’attacco inaspettato, un po’ il pensiero che Lily era stato sconfitto
le scombussolavano e immobilizzavano.
“Innanzitutto lasciamelo
dire, tu coi capelli azzurri sei stata veramente strepitosa a riuscire a
scoprire come decriptare le carte del nonno.”
<< Nonno? >>
“Forse avrei dovuto tenere
d’occhio te sin dall’inizio.”
“Che facciamo?” domandò
con un sussurro Charle, abbozzando uno sguardo minaccioso verso di lui.
Oberon si decise allora a
farsi avanti: “Non vi preoccupate, io non picchio le ragazze. Voglio solo
quelle carte che dite di aver decifrato. Se me le darete, prometto di lasciarvi
in pace.”
<< Questo tipo non sembra come gli altri due.
Dev’essere quell’Oberon di cui ha accennato Evelyn, il loro capo… L’unica
uscita da questa stanza è la porta e tra noi e lei c’è lui. >> -pensava
velocemente la exsheed- << Se Levi
non tira fuori un asso dalla manica è finita… >>
Le loro carte. Non le
avevano ancora lette, ma nello stallo in cui si ritrovavano sia loro di Fairy
Tail che quei nemici, potevano rappresentare finalmente una chance per orientare
le loro ricerche. Se gliele avesse consegnate sarebbero state salve, ma se ciò
che entrambi cercavano fosse stato proprio su di esse?
Oberon tese la mano.
Levi aggrottò le ciglia.
Le tornò in mente Gazille, che finora non era riuscita ad aiutare in nessun
modo se non resistendo chissà come all’Incanto Cupidus. Ora per lui aveva una
speranza, o quantomeno un’illusione. Non si sarebbe lasciata piegare! Lui non
l’avrebbe fatto!
“SEGUIMI CHARLE!” gridò, e
l’altra le obbedì automaticamente, correndo insieme a lei verso la parete
dietro di loro.
Levi mise mano alla penna
e scrisse nell’aria dinanzi a sé la parola: “DOOR”
Sul cammino delle due,
dove prima vi era un solido muro apparve un arco, un passaggio, nel quale si
gettarono in corsa, purtroppo già con Oberon alle costole, e che si richiuse
solo subito dopo che anch’esso l’ebbe adoperato.
“FERME! HO DETTO CHE NON
VOGLIO FARVI DEL MALE!”
Levi stringeva forte la
sacca contenente le carte, determinata a difenderla, ma sentì il suo gesto
farsi inutile avvertendolo guadagnare terreno. Fu allora che si sentì i piedi
sollevati da terra e la velocità aumentare; Charle stava usando l’Aera per
trasportarla, e la velocità di fuga della exsheed era sorprendente.
“Voglio solo quelle carte!
Mi appartengono!” continuava ad urlare Oberon dietro di loro, che pensavano unicamente
a correre, non importava in che direzione.
“Charle rallenta!” gridò
Levi, e la gattina ancora una volta si fidò.
Levi scrisse di nuovo la
parola “Door”, stavolta sul muro alla loro destra e Charle subito vi si buttò.
Levi sperava, cambiando bruscamente di direzione, di staccarlo abbastanza da
far sì che il passaggio magico generato dalla sua magia si richiudesse alle sue
spalle, ma Oberon lanciatosi in avanti come un felino riuscì a spuntarla di
nuovo, rialzandosi poi con una capriola e riprendendo la corsa.
Di male in peggio erano
finite in un'altra stanza, sul fondo della quale Levi dovette ripetere
l’incantesimo per generare un uscita, perdendo così altro tempo e riducendo il
loro vantaggio. La maga cerco di pensare, di farsi venire un’idea, qualunque
idea, non importava se azzardata: quando la situazione peggiora a volte sono
proprio le trovate improvvise a salvarti. Fu così che Levi scrisse di nuovo,
stavolta però verso il basso, generando così un ampio spiraglio circolare nel
pavimento, nel quale Charle si gettò in picchiata.
STUMP!
Charle riaprì gli occhi;
il fatto di aver urtato qualcosa inizialmente le fece temere che presto il loro
inseguitore le avrebbe raggiunte, ma poi non poté essere che felice vedendo di
chi si trattava.
“WENDY!”
“CHARLE!”
Per l’urto la bambina era
capitombolata a terra, ma le bastò riveder la sua candida amichetta che smise
di chiedersi cosa fosse successo, pensando unicamente ad abbracciarla forte.
“Ero così in pensiero!”
“Charle, so che ti avevano
catturato, ho avuto tantalo IH!”
“Uh?”
Charle buttò un occhiata
per capire perché nel bel mezzo di quel loro commovente momento lei si fosse
improvvisamente irrigidita.
E vide che anche Levi, col
loro piombare dall’alto all’improvviso, era finita addosso a qualcuno. Questa
infatti nel rialzarsi vide che poggiava le mani sul petto di Gazille, che per
la botta aveva steso di lungo a terra sulla schiena.
Questi scrollò il capo per
riprendersi e sbigottito si trovò di fronte i suoi occhioni castani a fissarlo.
“… Ehilà!” sdrammatizzò lui aggiungendoci un ghigno.
Colta da imbarazzo Levi
gli si tolse subito di dosso: “Scusami, non volevo…”
Sentì piombarsi addosso una
pesante cappa che la fece rabbrividire.
Si girò: c’erano Lucy e
Wendy, in piedi, che la fissavano circondate da un’aura oscura!
Intanto Charle, due passi
più in là, era ricaduta in depressione: “Mi ha snobbato di nuovo per lui…
Finalmente ci riabbracciamo e lei mi snobba! Sigh!”
“Ehm… ciao! Sono contenta
di sapere che siete salve!”
“AVEVAMO RAGIONE SU DI TE, LEVI!”
“SEI UN’IMBROGLIONA!”
Levi si chiese se forse
non fosse stato meglio lasciarsi acchiappare piuttosto che finire lì, in quel
preciso momento, su quel preciso dragon slayer.
“Ma no! N-non è come
pensate!”
“Ah, si? E allora perché sbuchi dal soffitto e finisci guarda caso proprio
addosso a Gazille? Allora?” domandò Lucy, che pareva pronta ad attaccarla!
“È stato un caso, lo
giuro!”
Gazille sbuffò: “Ti aiuto
a rialzarti.”
“AAAAAAAAHH!” –urlarono le
due fangirl- “LO STA MONOPOLIZZANDO!”
“No! Vi prego, non fatevi
strane idee!”
“Bah, lasciale stare,
piuttosto, si può sapere che stavate facendo?”
“Scappavamo…” rispose lei senza pensarci troppo.
“Da chi?”
Il primo a rispondergli fu
il soffitto da cui Levi e Charle erano venute fuori, riapertosi ancora
fragorosamente in un piccolo e controllato crollo.
“Da me.”
Alzarono tutti gli occhi. Oberon,
comparendo sulla breccia in una nuvola di polveri, stavolta si presentava loro
ben più minaccioso, e con la sottile spada fuori dal fodero, ben in vista nella
sua mano destra. Nessun sorriso, né vero, né falso, né rassicurante, né di
scherno. I suoi occhi li puntavano con la serietà di chi è stufo di giocare.
Anche perché lo avevano
costretto a fare un buco tra primo e secondo piano; in quanto futuro padrone di
quel luogo ciò lo infastidiva e a ragione.
Balzò giù, atterrando in
piedi a qualche passo da loro.
Dal canto suo Gazille non
ci pensò un secondo a frapporsi tra lui e le ragazze, col braccio trasformato
in spada. Levi, Lucy, Wendy e Charle erano riunite dietro le sue spalle, e
fissavano anche loro l’avversario.
“Chi è quel brutto ceffo?”
chiese Wendy stringendosi a Gazille.
“Beh, “brutto” non direi…”
disse Charle tanto per dire.
“Non sarà mai bello come
Gazille però, ih ih!” disse Lucy carezzandogli i capelli, senza che questi si
muovesse di un millimetro.
“Ci rincontriamo, Gazille.
Con tanto di seguito vedo.”
“Se hai intenzione di
prendertela con Gazille sappi che caschi male!” -gli levò contro il pugno Lucy-
“Lui non teme nessuno e ti ridurrà in poltiglia.”
“Deve aver rapito lui la
mia povera Charle! Fagliela vedere, Gazille”
“Avrei preferito rivederti
da solo ad essere sincero…”
Charle si avvicinò al
drago di metallo: “Lo conosci già?”
“Ho già avuto questo dispiacere. È il capo dei nostri “concorrenti”, oltre che
il nipote del mago Oliver.”
“Oh, bene!” –fece Charle-
“Visto che sei parente mi permetto di esprimere le mie lamentele sui vostri
prodotti di famiglia! Guarda la mia amica Wendy: per colpa tua desidera una
relazione con un uomo molto più vecchio di lei!”
“Ehi! Non esageriamo con
questa storia della differenza d’età!” sbraitò il non poi così “vecchio”
Gazille.
“Wendy è troppo giovane,
dorme ancora con i peluche!”
“Charle! Non mettermi in
imbarazzo!” si fece piccolissima Wendy sentendosi addosso gli occhi di Levi e
Lucy, quest’ultima crudelmente divertita.
“E tu vorresti stare con
lui? Fai prima pratica con qualche tuo pupazzetto.”
“Non può assolutamente
avere già un ragazzo, invece già pensa a sposarsi!”
“Mia cara signorina
l’amore non ha confini di alcun genere, nemmeno d’età.”
Wendy arrossì e strinse
forte il suo amato: “Ah, che belle parole!”
“La vedi? Falla subito
tornare sana di mente, romanticone dei miei stivali!”
“Spiacente, non sono in
grado di dissolvere il capolavoro di mio nonno. Se tiene tanto alla sua
amichetta convinca Gazille a cedere al potere e alla dolcezza dei suoi
sentimenti, magari scoprirebbero entrambi una nuova felicità insieme.”
“EHI, E IO?!” pianse
amaramente Lucy, tagliata fuori dal bel discorso di quel cupido biondo. Levi
provò a metterle una mano sulla spalla, ma la biondina la respinse con un
sibilo.
Gazille tagliò corto:
“Piantiamola ora coi discorsi inutili, specie i tuoi, dispensario di frasi da
ciccolattino! Non sono interessato alla felicità che dici; io mi basto da me.”
“Umpf! Con certa gente è
impossibile esporre il mio punto di vista. Meriteresti di restare solo a vita e
di rimpiangerlo quando sarai vecchio.”
Se c’era una cosa in quel
tipo che lo faceva uscire fuori dai gangheri ancora più del fatto li stesse combattendo
era quella sua sfacciata convinzione di essere nel giusto; chi si credeva di
essere, un paladino dell’amore? Se gli piaceva tanto se lo tenesse! Non poteva
imporgli alcunché, nemmeno il sentimento più bello del mondo. E malgrado la
rabbia che riusciva ad esprimere, quel biondo sembrava proprio non riuscire a capire!
“Gazille!”
“Uh?” chiamandolo, Levi
fermò il suo ribollire.
“Sono riuscita a decifrare
l’incantesimo che rendeva illeggibili tutte le carte riguardanti le pozioni.”
“In gamba come sempre, eh
Levi?” ridacchiò lui, voltandosi leggermente per vederla.
Levi rispose con un
sorrisetto, contenta di cominciare a rivelarsi utile per lui.
“Ascolta Gazille,
piantiamola di giocare a nascondino e acchiapparello.Tu e io cerchiamo la
stessa cosa, e forse la tua amica sa come avvicinarcisi.”
Levi riprese a sussurrare
al metallico: “Non ho ancora avuto il tempo di leggerli, ma sono riuscita a
decifrare alcuni fogli, forse hanno degli indizi su come arrivare al
laboratorio. Purtroppo ci ha scoperte e ha cercato di prenderli. Lily ha provato
a fermarlo, ma è stato battuto…”
“……”
Gazille continuava a controllare con un occhio Oberon e con l’altro le prestava
attenzione.
Oberon allungò il braccio
verso di loro: “Dì alla tua amichetta di consegnarmi i fogli che ha nella sacca,
e di insegnarmi il metodo per decifrare l’incantesimo occultante. Quando
troverò il laboratorio, visto che ci tieni tanto, toglierò l’Incanto Cupidus da
quelle due, così saremo contenti tutti. Uno come te non merita l’Incanto
Cupidus, lo ribadisco.”
“Sembra una buona
offerta…” mormorò al suo orecchio Charle.
“Pensaci pure.” concesse
il biondo, rinfoderando nuovamente la spada.
Gazille si voltò e scrutò
le ragazze, o meglio, l’unica il cui parere potesse interessarle. Levi non
apriva bocca se non per respirare, ma nei suoi occhi gli parve di leggere del
rimorso. Lei e Charle se l’erano vista brutta per proteggere quel loro piccolo
passo avanti, ed ora stava a lui decidere se rendere vano tutto ciò accettando
quel pur ragionevole patto.
Ma che valore poteva
avere? Quel tipo non si era limitato a dargli sui nervi da quando si erano
incontrati: aveva cercato di ingannarli con quella storia degli ostaggi per
strappar loro una tregua, per poi mandare quella tipa in maschera ad attaccare
Lucy e Wendy per prenderle in ostaggio sul serio, aveva fatto del male al suo
amico Lily, aveva inseguito Levi e Charle, e chissà quei suoi compari che altro
avevano combinato, o che stavano combinando proprio in quel momento.
Ricordò il momento in cui
lui, Natsu e Gray si era lasciati ripromettendosi di non cedere. Nessuno cerca
guai con Fairy Tail senza trovarli.
“Levi, corri via.” ordinò
a bassa voce.
“Come?!”
“Corri via! Vai nell’altra
ala della villa e trova Natsu e Gray; con loro sarete al sicuro e potrete
andare a cercare il laboratorio.”
“Tu vuoi…”
“Esatto, lo trattengo io!”
Compito che avrebbe svolto
con smodato piacere!
Levi cercò di ribattere ma
non trovò le parole lì per lì. Anche le altre tre avevano porto gli orecchi per
sentire, e due di loro non erano affatto contente di quel piano.
“Io non ti lascio qui,
Gazille! Combatterò al tuo fianco!” disse Lucy.
“Anch’io! Sono piccola ma ti darò tutto l’aiuto che posso per dimostrarti il
mio amore!”
“Nemmeno per sogno,
smammate!”
“Ma Gazille…” fecero le due in coro.
Gazille strinse i denti
guardando al cielo; poi gli venne un’idea.
Si girò, rivolgendo loro uno sguardo da rubacuori e tirando fuori una voce da
play boy: “Dovete farlo, pupe: per me.”
“AGLI ORDINI!” risposero
le due con le mani giunte e gli occhi a cuoricino.
Gazille incrociò lo
sguardo di Levi ridacchiando divertito, ma questa continuava a guardarlo
preoccupata.
“Levi, mi fido di te, ce
la puoi fare; hai anche loro tre a darti una mano.”
“… Gazille…”
“La tua risposta?” li interruppe lo spazientito Oberon, portando la mano al
fodero.
“Andate!”
Levi fissò nella sua mente
le parole che le aveva detto, affinché la riempissero della sua forza e del suo
coraggio che tanto ammirava.
<< Levi, mi fido di te. >>
“ANDIAMO!”
Lucy, Wendy e Charle
corsero e volarono subito dietro di lei.
“Nemmeno per sogno!” gridò
Oberon che se l’era aspettato.
Scattò in avanti e fu ben
più veloce dei riflessi di Gazille, che prima ancora di mettersi in guardia si
vide superato.
<< Accidenti! >>
Ma anche Levi si era
premunita. Senza interrompere la corsa, si girò e scrisse.
“SOLID SCRIPT: WALL!”
Un muro magico di colore
grigio chiaro apparve tra il suo gruppetto e il biondo, frapponendosi per tutta
l’ampiezza e l’altezza di quel corridoio. Oberon fu costretto a fermarsi,
mentre al di là di esso, il gruppetto tutto in rosa dava fondo a tutte le sue
energie per allontanarsi sempre di più.
Oberon ne prese atto. Si
limitò ad una smorfia seccata; non c’era tempo per arrabbiarsi o cercare di
sfondare quella barriera con un nemico ansioso alle spalle.
“Finalmente soli,
ghihihihi!”
“Umpf!”
Oberon sollevò l’esile
lama, rivolgendo la punta contro di lui con aria altera. Soffiò via una ciocca
di capelli dagli occhi e con movenze fluide si sgranchì collo e polso
roteandoli, preparandoli alla battaglia.
Gazille mostrò il petto
spavaldo: un pugno d’acciaio nella mano sinistra, una lama molto più ampia,
lunga e pesante della sua alla fine del braccio destro.
“Tu lo sai che ci sono
altri quattro in questa magione pronti a prendersi cura delle tue amichette?”
“Per il momento mi occupo di te, poi corro da loro.”
“Sarebbe stato meglio se
avessi accettato.”
“La fiducia si conquista,
e tu hai fatto del male al mio gatto!”
“Siete proprio fissati con questi gatti voialtri…”
Gazille e Oberon non
restarono ad esaminarsi che pochi attimi, poi si caricarono. A metà della
distanza che li separava, le loro spade vennero a contatto una prima volta, cui
seguirono molte altre.
Dal primo scambio di
colpi, il Fairy Tail capì subito che l’avversario aveva uno stile di
combattimento totalmente diverso dal suo.
<< Sa che la mia spada è più potente e quando
para fa in modo che scivoli sulla sua in modo da disperdere la forza. Questo
tipo è bravo nella scherma; e con quello stecchino può attaccare anche molto
velocemente. >>
Gazille tentò un affondo,
ma Oberon scansò di lato e tentò una stoccata, che lui riuscì a respingere
facendo tornare il braccio-spada a proteggerlo. I movimenti di Gazille erano
ampi e potenti, e le dimensioni dell’arma incutevano timore, ciononostante, lo
spadaccino rispondeva alla sua prorompente forza con un’abilità straordinaria.
Gazille fece roteare il
braccio dietro la testa e poi in basso davanti a sé, puntando alle sue gambe.
Oberon rispose saltando. Ora Gazille era scoperto, e con due rapidi passi gli
arrivò abbastanza vicino da rifilargli una stoccata. Il dragon slayer si scansò
leggermente di istinto e venne colpito di striscio tra la spalla destra e il
collo. Senza avvertire nulla.
Oberon fece un passo
indietro e si fermò.
Gazille si guardò il punto
colpito con noncuranza e poi gli rise in faccia.
“Sei fatto tutto di
metallo. Dovevo immaginarmelo.”
“Avanti, colpiscimi pure
tutte le volte che vuoi: con quello stuzzicadenti mi fai un baffo.”
“Credi di intimorirmi?”
Oberon portò una mano in
una tasca interna del pastrano andando a prendere una fiala. Tolse il tappo di
sughero e sparse il liquido grigiastro che conteneva lungo tutta la lama.
“Devi sapere che io sono
un combattente molto… versatile.”
Gazille inarcò un
sopracciglio, immaginando una pozione in grado di rendere la sua spada più grande.
Invece le dimensioni restarono le stesse, ciò che ora cambiava era che la lama
appariva stranamente sfocata, e cosa ancora più strana, emetteva un forte
rumore, simile ad un risucchio. La stessa aria intorno alla lama si muoveva
vorticosamente intorno ad essa, distorcendo le immagini.
“Pronto?”
Gazille strinse i denti ed
attaccò, e questa volta Oberon non si fece scrupolo a parare di piena forza.
Nel punto in cui le due lame cozzarono si produsse uno stridore acutissimo e
scintille rosse sprizzarono in ogni direzione.
“Ma che diavolo…”
Il dragon slayer si vide attaccato. Non se l’era aspettato: credeva che con la
sua forza bruta sarebbe stato lui a condurre le danze in uno scontro contro una
lama tanto esile. Ora invece era lui a doversi parare e a indietreggiare.
Gazille sollevò il braccio
e colpì dall’alto verso il basso, producendo una gran lunga crepa nel
pavimento, senza riuscire a colpirlo. Si rese conto di non fare in tempo a
tornare in guardia prima di un nuovo attacco, ma aveva ancora le scaglie su cui
fare affidamento.
Alla nuova stoccata,
Gazille rispose trasformandosi in un grigio uomo corazzato, una impenetrabile
difesa vivente.
Prese il colpo nello
stesso punto del precedente, ma stavolta un dolore lancinante lo indusse ad
allontanarsi alla svelta. Il forte rumore sfrigolante aveva coperto il suo
gemito.
Si guardò e vide che le
scaglie sopra la spalla destra erano state come consumate e divelte e perdeva
sangue.
Guardò la spada di Oberon
e capì: roteava! L’intera lama, dall’elsa alla punta, girava su sé stessa a
velocità vorticosa!
“Il potere di penetrazione
di questa lama è abbastanza per la tua pelle sembra!”
Gazille si leccò via il
sangue dalla spalla: “Tsk! A quanto pare sei un avversario tosto.”
“Tu non hai visto ancora
nulla!”
Alzò la spada e tirò un
fendente a vuoto: Gazille si vide arrivare contro una specie di onda d’urto,
come una mezzaluna tagliente che nel tragitto verso di lui frantumava le
mattonelle del pavimento!
Si lanciò a sinistra
scansando, per poi lanciarsi di nuovo a destra evitando una seconda onda
tagliente. Punto nell’orgoglio, Gazille volle a tutti i costi tornare
all’attacco e si lanciò contro di lui.
Si vide arrivare contro
una nuova mezzaluna tagliente alla quale oppose il suo possente braccio-spada,
riuscendo così a dissiparla.
“Prendi questo!”
Ancora una volta le lame
cozzarono. Il dragon slayer sembrò in vantaggio: il suo peso stava costringendo
Oberon ad abbassare il braccio.
!!!
La risata del biondo di
mescolò al suono di un trapano che stava scavando, inesorabile, verso il centro
della lama.
Gazille ritrasformò il braccio
e fece un balzo all’indietro. Per fortuna il taglio sul braccio destronon era
profondo, ma restava il fatto che quella punta rotante aveva avuto ragione del
metallo del suo corpo.
“Cominci a perdere la tua
spavalderia, vero?”
“……”
Stavolta entrambe le
braccia di Gazille divennero due lunghe spade nere, con la lama larga due
braccia.
Gazille attaccò con
rinnovata furia, una furia che, malgrado la pericolosità della spada che gli si
contrapponeva, lasciò bruciare, spingendo fino a soppiantarlo. Oberon riusciva
a fermare i suoi attacchi, ma con difficoltà, anche perché ora aveva due lame a
cui pensare: ogni volta che si scontravano sprizzavano scintille, ma il dragone
non dava alcun segno di accusare.
<< Mi limiterò a scaricare tutta la mia forza
in colpi secchi. Non cascherò di nuovo nella stessa trappola: se il contatto
con la tua lama rotante non è troppo prolungato, il mio metallo resiste!
>>
<< Che energia e che resistenza! Sarà davvero
un semplice essere umano? >>
Gazille gridò, e anche il
sempre controllato Oberon stavolta lanciò il suo urlo di battaglia, e alle loro
voci risposero di nuovo un forte stridore, e scintille di fuoco accecanti i
loro volti.
Il rumore dei suoi passi,
giunta la sua corsa nella sala grande dell’ala sinistra, aumentò e si fece
riecheggiante, per poi lentamente spegnersi del tutto: l’aveva ormai raggiunto,
anzi, si era lasciato raggiungere.
“Finalmente hai smesso di
scappare.” disse Gray Fullbuster, avvicinandosi all’esile figura che solitaria
si stagliava con aria fragile in quell’immenso spazio vuoto, come un ramoscello
pronto a spezzarsi.
“S-se sei così determinato
a-ad intralciarci allora… allora mi costringi a farmi avanti.”
Il nervosetto si voltò:
era leggermente ingobbito, come avesse freddo e cercasse di rannicchiarsi per
non disperdere il suo calore, la sua energia, le sue forze. Sfregava tra loro
le mani, e lo osservava coi suoi occhietti azzurri, piccoli ma pieni di vita,
capaci di mettere soggezione nonostante l’apparenza debole dell’insieme: come
un animale ferito messo all’angolo, ma pronto a lottare, a dare il tutto per
tutto.
“T-troverai pane per i
tuoi denti! T-ti pentirai di averci infastidito!”
Mostrò cosa aveva tra le
mani: una delle sue boccette. La stappò e la bevve tutta d’un fiato, scagliando
poi la boccetta nel camino ad alcuni metri alla sua sinistra, dove andò in
frantumi fumosamente.
Gray lo vide ispirare
profondamente e riaggiustarsi gli scuri capelli sudaticci tirandoseli all’indietro:
davanti a lui ora vi era un nemico completamente differente.
“Il mio nome è Henry
Shakeill, al tuo servizio!”
Gli eventi si accavallano,
le battaglie si accendono, i nemici non sono più tanto misteriosi, e la strada verso
il laboratorio e i suoi segreti sta per essere disvelata!
Gazille ha un avversario
tosto di fronte a sé, ed anche per Gray è giunto il momento di combattere: ce
la faranno? Auguriamo loro buona fortuna… ed anche al caro Lionel, dai, non mi
dite non vi è simpatico! XD
Se avete visto del Gazille
X Levi in questo capitolo… potreste aver visto giusto XD
Chiudo avvisando che
ricominciano i corsi all’università, e che il mio tempo si ridurrà
drasticamente… Cercherò comunque, se possibile, di mantenere questa cadenza di
aggiornamenti “più o meno” settimanale. Alla prossima!
(Nota: Il cognome di Henry
si legge “Shékill” … Qualcuno ha idea di a chi mi sono ispirato? Chissà se
qualcuno di voi se ne accorge ^__^)
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!