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Autore: itsasiaJ    28/02/2011    5 recensioni
Ed eccoci di nuovo qui con il seguito di "Ricomincio Da Te"...è sempre la stessa storia ma qualcosa è cambiato...ma sarà davvero solo qualcosa?? Joe e Wendy potranno diventare una coppia normale?? Se vi ho incuriosite entrate e leggete...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'Autrice: purtroppo sto male e non riesco a scrivere più di tanto,spero vi piaccia,un bacio, scusate ancora buona lettura.

Capitolo Diciotto.
La pioggia batteva forte sulla finestra,il fastidioso ticchettio diventava più incessante ogni minuto che trascorreva in quella grigia mattinata di pioggia a Los Angeles,una delle poche. Joe si voltò verso la finestra della camera da letto,attorcigliando il lenzuolo bianco,e sbuffò,poi si voltò alla radiosveglia sul comodino per osservare l’ora. Erano le otto e mezza di mattina,ma l’assenza del sole trasformava tutto in piatto e grigio momento della giornata indefinito. Con il gomito sfiorò la schiena nuda di Wendy che dormiva accanto a lui nel grande letto matrimoniale,si voltò verso di lei e con le dita le accarezzò la pelle chiara del braccio,facendola sistemare intorno al lenzuolo.
-Joseph Adam Jonas lo so che mi stai fissando. Finiscila,sei fastidioso-
Sussurrò Wendy ancora addormentata e con gli occhi chiusi. Percepì la risata di Joe e le sue labbra sfiorarle una spalla.
-Sei un angelo quando dormi-
-Perché quando sono sveglia cosa sono?-
Gli domandò alzando le braccia e aprendo finalmente gli occhi.
-Direi un diavolo. Calcolando anche stanotte si,direi un diavolo-
Wendy lo colpì sul petto e si sistemò il lenzuolo fino al collo,sbadigliando.
-Sei fastidioso quando mi fissi e quando parli. Sei fastidioso Joe,accettalo-
-Me ne farò una ragione. E comunque ti prego,non facciamo più sesso sul pavimento,mi fa ancora male la schiena. Non è stata una buona idea-
-Ti pesava aspettare di raggiungere il letto. Se mi viene la cervicale me la paghi Jonas,che sia chiaro-
Joe scoppiò a ridere e le morse una spalla,facendola arrossire.
-Uh,piove. E io che volevo uscire a fare una passeggiata con Alexis prima di portarla da tua madre-
-Perché devi portarla da mamma?-
Le chiese Joe poggiando la testa sul cuscino e tirandola verso di se con il braccio.
-Perché il mio ragazzo oggi pomeriggio non è a casa,e io devo studiare. Ho un esame,se non lo sai-
-Quindi preferisci qualche vecchio bisbetico morto di cui uno stupido libro parla piuttosto che stare con me?-
Wendy scoppiò a ridere.
-Stare con te mi aiuterà a diplomarmi?-
Joe scosse la testa.
-No,però ti diverti-
-Allora il divertimento lo lasceremo per quando sarò diplomata-
La ragazza fece per alzarsi la Joe la strattonò di nuovo per il braccio,facendola riallungare accanto a lui. Lei scoppiò a ridere e gli baciò il naso.
-Me lo dai un buongiorno come si deve?-
Le domandò mettendosi sopra di lei e baciandole la pancia,per poi salire lentamente fino al seno e mordicchiarle il capezzolo.
-Joe,non di prima mattina e dopo avermi fatto raggiungere due orgasmi stanotte. E’ stato … Wow,ma per poco non svenivo-
-E io che volevo impegnarmi per aumentarli-
Wendy sorrise e mise le mani sulle sue spalle.
-Joseph,c’e nostra figlia nella stanza qui davanti che potrebbe svegliarsi da un momento all’altro-
-Appunto,potrebbe. Possiamo fare una cosa veloce-
Le sussurrò entrando lentamente nel suo corpo e facendola sussultare.
-Una cosa veloce brutto frocio-
-Io ho detto possiamo fare una cosa veloce,non era sicuro. Non è colpa mia se travisi le parole-
Wendy si morse il labbro e face uscire un gemito soffocato.
-Non farmi fare troppo rumore,c’e nostra fig … -
Joe cominciò a spingere dentro di lei e le strinse le gambe.
-Chiariamo una cosa. Adesso che ho iniziato,non ti lascio alzare nemmeno se piange Alexis-
Le sussurrò aumentando i movimenti e segnandole il contorno delle labbra con la lingua. Wendy annuì e gli morse il mento.
-Lo sai che la gravidanza ti ha resa più figa-
Disse Joseph accelerando il respiro e accarezzandole i fianchi.
-Tu sei rimasto … sempre il soli … To stronzo-
Wendy sentiva il piacere invaderla come brividi lungo tutto il corpo e procurarle la pelle d’oca,tremava al contatto con la pelle calda di Joe e  intrecciò i suoi capelli neri attorno alle dita. Si guardarono un attimo negli occhi e Joseph le sfiorò il naso,poi la baciò appassionatamente cercando di placare il rumore del suo respiro. Si staccarono di poco e la ragazza inarcò la schiena quando Joe le morse di nuovo il capezzolo.
-Lo sai che se … i tutto suda … to?-
-Anche tu pic … cola-
Rispose dandole le ultime spinte. Wendy sbarrò gli occhi e cominciò ad urlare,ormai Joe conosceva perfettamente ogni suo punto più sensibile,tutto giocava a suo favore. Sentì invaderla un grande calore e lasciò uscire dei piccoli gemiti di piacere,poi unì le braccia dietro il collo di Joe.
-E con questo siamo a quota tre,e io sono decisamente morta-
Gli disse ansimando a con ancora Joe dentro di lei.
-Posso rimanere così?-
-Ti stai divertendo?-
Joseph scoppiò a ridere e annuì.
-Vogliamo rimanere così per tutta la giornata?-
Gli chiese cercando di mantenere un’espressione seria e incrociando le braccia,Joe sorrise di nuovo,poi le diede un’altra piccola spinta e uscì dal suo corpo. Wendy gli coprì la bocca con una mano cercando di attenuare il suo respiro accelerato e gli fece segno di stare in silenzio mettendo il dito indice davanti le labbra. Il pianto di Alexis rimbombava per tutta la stanza.
-Che intelligente che è nostra figlia. Ha aspettato che papà e mamma finissero,è pazzesco-
Wendy sorrise e dopo avergli mordicchiato il labbro inferiore si alzò dal letto e si infilò una vestaglia in raso di colore verde che aveva nel cassetto. Corse nella camera di fronte dove la piccola agitava le mani nell’aria e continuava a piangere,anche se in modo più attenuato. Si affacciò sulle sbarre in legno e le accarezzò una manina,poi la prese in braccio e le baciò la fronte teneramente.
-Hai fame piccola?-
Ormai Wendy era abituata a parlarle pur sapendo che non le avrebbe ancora risposto,infatti Alexis si limitò a stringerle il naso con la mano e a socchiudere le labbra,smettendo di piangere.
-Ma lo sai che sei la bambina più buona del mondo?Piangi solo la mattina-
Le sussurrò Wendy prendendo il ciuccio in lattice da dentro il lettino e infilandolo delicatamente tra le sue labbra,poi continuò a premerlo con due dita fino a quando non fu sicura che Alexis non lo avrebbe lasciato cadere. Iniziò a cullarla muovendo il busto e si arrestò solamente quando vide Joe poggiato sullo stipite della porta.
-Siete le donne più belle del mondo-
Esclamò avvicinandosi alla ragazza a accarezzando la testa di Alexis.
-Ehi,hai sentito che ha detto papà?Che siamo le più belle del mondo- Disse sfiorando il naso della piccola –Da quando sei qui?-
-Abbastanza per vedere le vostre belle chiacchierate-
Rispose Joe. Wendy sorrise e gli diede in braccio Alexis,poi si avviò verso il fasciatoio e cominciò a sistemarlo spostando i vari oggetti,in modo da poterle cambiare il pannolino.
-Le sto scrivendo una ninna nanna. E’ ancora in fase di costruzione,ma non è male-
Disse Joe dopo un momento di silenzio passato ad ascoltare le gocce di pioggia che diventano sempre più fievoli e deboli. Lei gli sorrise e gli fece segno di poggiare la piccola sul morbido piano in spugna rivestito in plastica. Mentre Wendy apriva la nuova scatola di pannolini,Joe le baciò un piedino e le accarezzo la gamba,poi strappò l’oggetto dalle mani della ragazza e fece segno di voler provare lui.
-Sicuro?-
Joe sorrise.
-Dovrò pur imparare prima o poi no?-
-Sei stato tu a dirmi che l’avresti fasciata in un rotolo di carta igienica se non te se la fossi cavata con il pannolone-
-E tu ci hai creduto?Che fa,perde colpi signorina Taylor?
La ragazza scoppiò a ridere e si fermò ad osservare Joe e la cura con cui si occupava di sua figlia,pareva avesse tra le mani un piccolo bambolotto di ceramica da proteggere ad ogni costo,l’accarezzava,le sfiorava il naso e riuscì a cambiarla senza il suo aiuto. Sembravano ormai gesti quotidiani e quasi meccanici per lui.
-Guardala come si diverte-
Esclamò cercando di infilarle il body rosa nonostante Alexis agitasse le gambe nell’aria come a volerle evitare di sottostare di nuovo agli abiti.
-Credo sia contenta che ci sia anche tu a cambiarla-
-Ehi,le canto la ninna nanna la sera e fino ad ora non si è mai lamentata-
Disse Joe scoppiando a ridere e baciando Wendy sulle labbra.
-Scendiamo a mangiare,il sesso mette fame-
-Hai qualcosa per il mal di schiena?-
Urlò Joe con Alexis in braccio mentre si dirigeva verso le scale.

Nick versò i cereali nella tazza,la cucina era completamente vuota e le luci spente,ogni sedia perfettamente sistemata intorno il tavolo lo faceva sorridere. Fuori continuava a piovere,l’ambiente era grigio come ogni oggetto che vi era all’interno,si voltò verso la finestra ad osservare le fragili goccioline che scorrevano sul vetro e tornò ad infilare il cucchiaio nella tazza. Aveva la mattinata libera e non sapeva cosa farsene del tempo,forse la cosa più divertente era tamburellare le dita sul tavolo al ritmo della pioggia. Il display del cellulare si illuminò improvvisamente,la sua foto con in mano la mazza da Softball e la tuta bianca dei Road Dogs prese il posto che fino a poco prima era stato dello schermo nero. Era un messaggio. “Un saluto da New York” Scriveva Ronnie. Lo sfondo bianco del testo sembrava aver illuminato il tavolo e la scatola del latte accanto alla tazza,come sembrava aver illuminato la mattinata di Nicholas. Premette il tasto per la chiamata,e attese che Ronnie rispondesse d’ovunque fosse in quel momento,in qualsiasi luogo della grande mela.
-Pronto?Nick?-
La ragazza rispose subito,probabilmente aveva ancora il cellulare tra le mani.
-No. La fata madrina-
Disse Nick cercando di mantenere la sua voce il più seria possibile.
-Oh,adesso Nicholas si parta a letto anche la fata madrina?Scommetto che stasera ha un appuntamento con nonna papera-
-E’ possibile,ho sempre avuto un debole per le torte-
Continuò il ragazzo.
-Buongiorno Nicholas-
-Buongiorno Veronica-
-Cosa fai?-
Nick sospirò.
-Mi sto divertendo. No,non è vero,mi giro i pollici,non ho molto da fare quando a Los Angeles piove-
-Qui a New York c’e il sole-
-Oh,grazie per avermelo detto,magari passo in mattinata-
Ronnie scoppiò a ridere.
-Dove sei?Sui libri?-
-No,sono in giro per Manhattan con uno Starbucks in mano e una comoda tutta addosso. Ho visto un ragazzo che suonava la chitarra per strada e ho pensato a te. Così ti ho scritto il messaggio-
Nicholas rise e scosse la testa.
-Devo essere contento del fatto che mi hai pensato guardando un deficiente che per strada suonava la chitarra?-
-Non proprio,era abbastanza squallido-
-Grazie-
-Ma ti pare. E tu perchè mi hai chiamato?-
Domandò Ronnie sorridente.
-Perché altrimenti mi sarei ridotto a parlare con la scatola del latte-
-Ah-
-E perché avevo voglia di sentirti,ovviamente-
Ronnie si morse il labbro e fece un sospiro.
-Come sta Alexis?-
-Credo bene,ma con un padre come Joe,non posso dire niente con certezza-
-Povera bambina. Ha un padre come Joe e uno zio come te,non mio stupirei se scappasse di casa appena realizzerà la situazione-
-Hai da fare quando torni a Los Angeles?-
Le domandò Nicholas senza prendere fiato.
-Forse. Dipende dal motivo per cui me lo hai chiesto-
-Ho una pila di calzini da stirare-
-Stai scherzando?-
-Veramente volevo chiederti di uscire-
-Preferivo i calzini-
-Perchè?-
Nick poggiò i gomiti sul tavolo e rallentò il respiro.
-Perché ti conosco. Possiamo riparlarne quando torno?-
-Come vuoi. Ci vediamo-
Nick riattaccò la chiamata e ricominciò a infilare il cucchiaio nella tazza. Non aveva fame,sentiva un nodo allo stomaco,ma voleva riprendere da dove il messaggio lo aveva interrotto,cancellare la chiamata e la voce di Ronnie.
 


  
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