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Autore: Unsub    28/02/2011    1 recensioni
Il nuovo team è finalmente tornato a casa. Ognuno di loro ha preso la propria decisione. Ma saranno tutte rose e fiori ? Avranno fatto la scelta giusta? Perchè questo nuovo caso sembra mettere in discussione tutte le loro vite?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emily Prentiss, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Profiler'
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13 Rieccomi qui, in ritardo mostruoso. Fra nausee e giramenti (non solo di testa) ero rimasta veramente indietro... prometto di continuare a pubblicare (anche se non giornalmente, mi impegno a farvi avere almeno un capitolo a settimana)^^
Buona lettura

Capitolo XIII. Ideas

Isabel fu svegliata dal profumo di caffè appena fatto. Si tirò su e si stiracchiò, rammaricandosi che Chris non l’avesse aspettata come faceva sempre, ma oggi non potevano fare tardi, dovevano fermare un S.I.
Si mise addosso la camicia di Chris che giaceva in terra, dove era finita la sera prima durante la loro “litigata”. Sorrise sentendo l’odore del ragazzo sulla stoffa e si permise di chiudere gli occhi ed assaporare ancora un po’ quella sensazione di benessere che accompagnava sempre il risveglio con lui.
Entrando in cucina lo vide di spalle, intento ad armeggiare ai fornelli, mentre fischiettava. Sorrise pensando che era bello vederlo così di buonumore, aggrottò le sopracciglia rendendosi conto che lui era sempre allegro la mattina. Possibile che non si alzasse mai con il piede sbagliato come succedeva a tutti i comuni mortali?
-    Rimani lì sulla porta o vieni a fare colazione?
-    Come hai capito che ero qui? – chiese lei sorpresa.
Reid picchiettò con il dito sulla pentola di rame che teneva attaccata sopra l’isola della cucina.
-    Sei un’imbroglione, lo sai?
-    Mai detto di essere uno che segue le regole – si girò verso di lei con le braccia aperte.
-    Cosa mi hai preparato di buono? – disse mentre si stringeva a lui.
-    Frittelle, caffè e spremuta d’arancia. Va bene, principessa?
-    Mi accontenterò per stavolta – si sciolse dall’abbraccio e andò verso il tavolo.
-    Quale onore – Chris la superò e le tenne la sedia mentre si sedeva – Ci organizzeremo meglio la prossima volta.
-    Dovresti smetterla di viziarmi così, finirò col diventare grassa.
-    Sei tutta pelle e ossa, un po’ di peso non ti farebbe male.
-    Già, peccato che non ingrasso sulle tette – rispose alzando un sopracciglio.
-    In compenso hai il sedere più straordinario che abbia mai visto.
-    Porco!
Alzò un braccio per colpirlo, ma lui prontamente le afferrò il polso e poi si chinò a baciarla.
-    Buongiorno anche a te – si allontanò per prendere i piatti.

Guidava lui come sempre, mentre Isabel continuava a rimuginare sui dossier che Puka aveva procurato. Con l’I-pad continuava a fare avanti ed indietro con i dati raccolti dalla polizia, senza riuscire ad approdare a nulla di concreto. Quel tipo era maledettamente in gamba, visto che con quattro omicidi era riuscito a non lasciare la più piccola traccia.
Continuavano a brancolare nel buio, essendo riuscita a lavorare solo sulla vittimologia. Peccato che i bar del centro pullulassero di ragazze che corrispondevano al profilo. Si mise a pensare che nonostante quei bar fossero pieni di quel genere di ragazze, lei non ne conosceva neanche una che rientrasse nel tipo prediletto dall’S.I.
Kathy era una bellissima ragazza, anche molto disinibita, ma decisamente elegante non era un aggettivo che si poteva usare con lei. Lizzie era bella ed elegante, ma decisamente non era disponibile. Della squadra poi non c’era nessuna che rientrasse nel profilo, a parte Prentiss che comunque non rispettava la fascia d’età che era stata presa di mira.
Impossibile tenere sotto controllo tutti i bar, ma una soluzione doveva pur esserci. Cominciò a giocherellare nervosamente con una ciocca di capelli, rimproverandosi di non riuscire a trovare un modo per restringere il campo. Non ricordava molto degli uomini presenti al bar quella sera…
Improvvisamente sgranò gli occhi e diede un pugno sul cruscotto.
-    Quando fai così significa che hai avuto un idea – Chris continuava a concentrarsi sulla guida – Spara, prima di scoppiare dalla voglia di dirmelo.
-    Carlo’s.
-    Sì, sappiamo che probabilmente è lì che va a caccia. Mica possiamo metterci a seguire tutti quelli che frequentano quel posto.
-    Ma sappiamo anche che era presente la sera della cena di famiglia.
-    E allora?
-    Dici che Puka riesce ad avere l’elenco delle persone che hanno usato la carta di credito lì quella sera?
-    Potrebbe aver pagato in contanti – le fece notare Reid.
-    In un posto del genere darebbe troppo nell’occhio… e comunque da qualche parte dobbiamo pur iniziare, no? E poi vediamo se la nostra cara Puka è un’hacker abile quanto dice.
-    Che vuoi dire?
-    C’è un altro modo per sapere chi era presente lì quella sera.
-    I verbali della polizia! – la prevenne lui – Sei un genio!
-    Guarda che quello con il Q.I. stratosferico sei tu. Io mi accontento di essere nella media.
-    Tu non sarai mai nella media, sei troppo speciale.
-    Ruffiano!
-    Modesta!

Erano tutti attenti ai movimenti di Cassandra, che da circa mezz’ora continuava a manipolare le informazioni sui monitor. Sebbene fosse entrata nel mainframe della polizia di Washington il giorno prima, sembrava un problema trovare i nomi dei testimoni di Morelli e Lavigne.
Intanto Prentiss era in cucina che preparava il caffè, non trovando il coraggio di dire quello che le frullava in testa da un po’ di tempo. Chris sarebbe andato su tutte le furie e di sicuro non avrebbe potuto biasimarlo, anche lei avrebbe reagito male a quello che stava per dire. Ma doveva fare qualcosa per portare la sua squadra fuori da quel casino e non vedeva altre soluzioni.
Decise di aspettare che Puka terminasse la sua ricerca, forse non sarebbe stato necessario attuare il piano che le era venuto in mente durante la notte. Sperava che ci fosse qualcosa di rilevanti in quegli incartamenti che stavano cercando con tanto affanno. Comunque anche l’idea di trovare l’elenco di chi aveva usato la carta quella sera non era male, doveva ammettere che la ragazza aveva una testolina che sfornava idee in continuazione, tutte abbastanza buone tra l’altro.
Jack si allontanò dagli altri e la raggiunse, era visibilmente teso e preoccupato. Chiuse la porta alle sue spalle e fronteggiò il suo capo, in completo silenzio si studiarono cercando di capire le reciproche intenzioni.
-    Tu hai un piano – esordì il ragazzo – Ma non vuoi dirci di che si tratta.
-    Mi complimento, sei diventato un bravo profiler.
-    Ti conosco da sempre – disse non distogliendo il contatto visivo – Quando hai quello sguardo, vuol dire che hai un’idea, che è pericolosa e che forse qualcuno di noi si arrabbierà.
-    Quindi?
-    Credo di sapere cosa stai pensando. Per quello che vale, per me potrebbe essere un buon piano, ma Chris…
-    Non la prenderà bene – sospirò lei afferrando la caraffa di caffè appena fatto – Vediamo prima cosa trova Puka e poi decidiamo come procedere. Spero di non dover litigare con lui, sa essere altamente indisponente quando vuole.
-    Strano, suo padre non è così.
-    Infatti, quel lato del suo carattere la preso tutto dalla madre.
-    Sarah?
-    Le litigate tra lei e tuo padre per lavoro erano all’ordine del giorno. Carattere di ferro e testardaggine da vendere, chi ti ricorda?
-    Suo figlio, fatto e finito – rispose con un sorriso scuotendo la testa.
-    Magari avessi a che fare con il più malleabile Reid padre – sospirò la donna – Raggiungiamo gli altri.

Continua…
   
 
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