Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Fog_    01/03/2011    3 recensioni
Il principe Caspian, rincorso dai soldati di suo zio Miraz, si trova in difficoltà e suona il conrno della regina Susan per chiedere aiuto.
E se il corno non richiamasse sono gli antichi re e le antiche regine? se altri quattro ragazzi venissero catapultati a Narnia?
Nick, Marc, Elena e Rachel dovranno affrontare da soli i pericoli che Narnia nasconde per poi combattere al fianco dei fratelli Pevensie e del principe Caspian.
Avventura, intrighi, amori, odio e battaglie aspettano i nostri protagonisti e le creature di quel magico mondo.
Commenti e recenzioni sono bene accetti :)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Edmund Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 7 – notturni

Elena si tormentava una ciocca di capelli da più di un quarto d’ora.
Non riusciva a dormire.
La fioca luce della luna filtrava dalla finestrella della stanza, era una bella serata, sprecato restare chiusa lì dentro.
Si aggiustò il vestito che non aveva ancora tolto e uscì in punta di piedi dalla stanza, per non farsi sentire dagli altri.
Vide Edmund, in fondo al corridoio, che spegneva la sua torcia e rientrava nella sua stanza, intravide Caspian sostare indeciso davanti alla porta della regina Susan per poi tornare col capo chino nella sua stanza.
Peccato, se avesse avuto un po’ più di coraggio avrebbe passato una serata stupenda.
Si piacevano, questo era evidente.
Elena prese una fiaccola dal muro e uscì nella fresca aria
Passeggiò per qualche minuto, poi si sdraiò sull’erba ad osservare la luna.
Un po’ come faceva con Nick, ma Nick in quel momento non c’era.
Non c’era lui,
non c’era Rachel,
non c’era neanche Marc.
Gli mancavano, gli mancavano incredibilmente.
Non che la compagnia di Peter, Susan, Lucy, Edmund e Caspian non le piacesse, ma preferiva gli abbracci di Rachel e quel modo di fare di Nick, anche se egocentrico e presuntuoso, che le faceva sciogliere il cuore come cera al sole.
«non riesci a dormire?» chiese una voce dietro di lei
«no» rispose mettendosi a sedere
«posso farti compagnia?»
«mi piacerebbe» Peter le si sedette accanto, gli occhi risplendevano nella luce fioca
«tutto ok?»chiese
«prova a metterti nei miei panni Peter, cosa proveresti se rimarresti solo in una terra sconosciuta?» le tremò la voce mentre esponeva per la prima volta ciò che provava
«Elena, tu non sei sola!» Peter le sorrise
«Peter…»
«So cosa intendi, ci si può sentire soli anche in un luogo affollato se non ci sono le persone giuste con te… ma per qualsiasi cosa io e i miei fratelli… e Caspian ci siamo»
«in questo caso grazie» anche lei sorrise di rimando, Peter si stese su un fianco
«Elena, so come ci si sente la prima volta a Narnia… a noi andò a anche peggio»
«cosa successe?» Peter aveva scatenato la curiosità della ragazza, infondo non le avevano ancora raccontato della loro prima volta lì
«Diciamo che grazie a una profezia ci ritrovammo a guidare un esercito contro la strega bianca senza la minima idea di come si combattesse e, subito dopo, venimmo incoronati re e regine di Narnia» Peter aveva un’espressione soddisfatta sul volto
«Strega bianca?»
«era una perfida strega che prima governava Narnia, se non fosse stato per Aslan saremmo morti tutti»
«Aslan? Anche Lucy me ne ha parlato … »
«è lui il padrone di questa terra, se ti ha fatto venire qui, se ci ha fatto incontrare… devi dire grazie lui, è lui a far girare tutto»
«mi piacerebbe incontrarlo»
«prima o poi lo troveremo, lui è fatto così! Appare e scompare quando meno te lo aspetti»
Ci fu un momento di silenzio.
Passarono secondi?minuti? Ore? Non lo sapevano.
Se ne stavano lì, nell’erba umida, ad ammirare nuove costellazioni e la luna splendente
Non servivano parole inutili, avrebbero rovinato quel momento perfetto.
Ma una domanda tormentava Elena da quella mattina, una domanda alla quale risposta non voleva neanche pensare, una domanda che le faceva sentire il sapore amaro delle lacrime in bocca.
Sentiva che stava per esplodere, così decise di porgliela
«Peter» disse, lui girò piano la testa verso di lei, pronto ad ascoltarla
«dimmi»
«secondo te troveremo mai i miei amici?» chiese quasi in un sussurro, ma lui riuscì a captarlo
«se c’è una cosa che ho imparato qui è che la speranza è l’ultima a morire»
Staccò un filo d’erba dal terreno e poggiò la sua mano accanto a quella della ragazza
«Peter» Elena sentì l’impulso di stringerla, ma racimolò tutte le sue forze per non farlo
«si?»
«ho paura» e a quel punto esplose.
Si, aveva paura! Aveva paura dell’ignoto, aveva paura di quel posto, aveva paura di non ritrovare mai più i suoi amici, aveva paura di non tornare a Londra, aveva anche paura che Peter si stancasse delle sue lamentele e l’abbandonasse all’ignoto, aveva paura di tante cose.
«tranquilla» rispose Peter abbracciandola dolcemente, le sue lacrime correvano leggere come ruscelli sul petto lui, le sue braccia la proteggevano dal buio che sentiva tutt’intorno a se.
«ti fidi di me?»
«si»
«allora credimi, andrà tutto bene»
                                                       ***
Peter non credeva a ciò che stava facendo.
Si, non ci credeva perché non era una cosa da lui!
Lui era sempre freddo, distaccato, perché avrebbe dovuto iniziare proprio ora a essere buono?
Elena si era addormentata tra le sue braccia, lì fuori, in quella fresca brezza notturna e lui le stava accarezzando dolcemente i capelli.
Le aveva assicurato che tutto sarebbe andato per il verso giusto, ma non ne era sicuro neanche lui. Con gli uomini di Telmar che governavano Narnia niente era più sicuro. Poi c’era la questione Aslan. Dov’era Aslan? Che fine aveva fatto? Perché non andava ad aiutarli? Insomma, con il suo aiuto avrebbero sicuramente vinto la battaglia contro gli uomini di Miraz e avrebbero restituito Narnia alle sue creature… ma Aslan non c’era, li aveva abbandonati in balia delle onde e non sapevano che fare.
Elena farfugliò qualcosa nel sonno per poi stringersi contro il petto del ragazzo, Peter sorrise lievemente e sfiorò i capelli castani di lei con le sue labbra morbide.
Sapeva come ci si sentiva la prima volta a Narnia, lo sapeva e avrebbe tanto voluto qualcuno che l’avesse trattato così. Che qualcuno l’avesse rassicurato, coccolato e magari l’avesse aiutato a guidare l’esercito di Aslan, ma questo qualcuno non era mai arrivato.
Quando l’aveva vista così fragile e indifesa mentre si spogliava delle sue paure gli si era sciolto il cuore, cosa più unica che rara…
Strinse un po’ di più il corpo della ragazza, sia per proteggerla dal freddo che piano piano scendeva, si per sentire il calore del suo corpo contro il suo, per avere un po’ di conforto, per sapere di avere qualcuno su cui contare.
Il freddo si faceva sentire sempre più, dovevano rientrare.
Peter si mise in pidi e si caricò Elena sulle braccia possenti, la sua scontrosità, la sua aria da sottuttoio, la sua voglia di comandare avevano lasciato il posto a un sorriso spensierato sul suo volto e il suo corpo fragile sembrava chiedere solo un po’ di dolcezza in più.
Scese nella cavità della fortezza silenziosamente, poi entrò in camera della ragazza. La adagiò piano sul letto e si girò per andarsene
«Peter» sussurrò e lui si voltò di scatto, Elena riuscì ad afferrare una sua mano
«non te ne andare» continuò e Peter non poté che esaudire il suo desiderio.
Si sdraiò al suo fianco e socchiuse gli occhi
«buona notte» disse, ma lei già dormiva profondamente.
Peter poggiò la sua mano sulla sua e la strinse leggermente, per non svegliarla, poi scivolò velocemente nel mondo dei sogni.
   
 
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