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Autore: coshicoshi    01/03/2011    3 recensioni
"Restiamo io e te, Ron!" Esclamò Tonks allegra.
Ron non pareva soddisfatto quanto Hermione.
Da Harry Potter e i Doni della Morte.
Com'è andato il volo di Tonks e Ron la notte del trasferimento di Harry e la Tana? Con questa One-Shot ecco la mia versione.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il fischio di Malocchio arrivò all’improvviso e si alzarono in volo tutti insieme.
Si separarono, e i sensi di Tonks si acuirono, pronti a captare ogni singolo pericolo.
La gara in cui la loro stessa vita era in gioco era iniziata e lei era decisa ad arrivarci in fondo.
Non avevano neanche sorvolato Little Whinging quando arrivarono.
L’attacco fu improvviso e fulmineo, almeno trenta figure incappucciate in sella ad una scopa sbucarono fuori dal nulla e li circondarono, ma quello che avrebbe potuto essere un assalto letale si bloccò, dando loro il tempo di prendere terreno.
Tonks li sentiva urlare dietro di sé, evidentemente non si aspettavano la presenza di sette Harry Potter e sorrise tra sé: almeno l’effetto sorpresa aveva funzionato.
Ma i Mangiamorte non si misero molto a organizzarsi e subito si divisero, almeno quattro dietro ad ogni coppia, e il sorriso di Tonks svanì non appena lampi di incantesimi iniziarono a saettare verso di loro.
Tentò immediatamente una planata cercando di seminarli, ma erano troppo veloci e troppo superiori di numero, e lei non riusciva a passare al contrattacco mantenendo contemporaneamente il controllo della scopa.
“Ron!” Urlò sopra l’ululato del vento. “Prendi il controllo della scopa, io non ce la faccio ad attaccarli!”
“C-che cosa? E come faccio?” Chiese lui smarrito.
Non fece in tempo a finire la frase che una saetta verde passò a pochi centimetri dalle loro nuche, facendo sterzare la scopa.
“Metti le mani davanti a me e tieni la rotta! Siamo diretti da tua zia Muriel, ma muoviti!”
“M-ma non posso!” balbettò e Tonks vide con stupore il suo viso diventare di un acceso color papavero.
“L-la fine del manico è p-proprio in mezzo alle tue.. g-gambe!”
“Oh, per le mutande di Merlino!” Fece lei esasperata e gli afferrò le mani con forza, portandogliele sul manico, dove dovevano stare.
La mossa la portò a lasciare la presa per qualche secondo, ma tanto bastò a far perdere loro l’equilibrio e si ritrovarono a volteggiare impazziti nel cielo notturno per almeno mezzo minuto prima che Ron riuscisse a riportarli ad un’andatura ragionevole.
“Per fortuna che giocavi a Quidditch, eh?” Sbottò lei, passando al contrattacco.
Poteva anche essere uno dei membri più giovani dell’Ordine, ma di certo Ninfadora Tonks non era un’inesperta.
Stava duellando con tre Mangiamorte nello stesso momento in sella ad una scopa, ma non provava paura.
Quello era il suo elemento, il motivo per cui aveva scelto la carriera di Auror e ora doveva solo mettere in pratica ciò che le era stato insegnato.
Terminò due duelli, schiantando una corpulenta  figura incappucciata e colpendone un’altra con un incantesimo di Ostacolo, ma ne rimaneva  un’altra, che non sembrava per niente intenzionata ad arrendersi.
La ragazza pensò che si trattasse di un nemico davvero formidabile: bastava vedere con che velocità straordinaria duellasse e con quale prontezza rispondesse agli attacchi; un’abilità, si rese conto improvvisamente, di molto superiore alla sua, ma di certo non gliel’avrebbe data vinta facilmente.
 Così i colpi tra i due si fecero serrati, gli incantesimi lanciati sempre più letali e Tonks si stupì della ferocia del suo avversario: non sembrava puntare a Ron-Harry, ma solamente a lei.
Un sospetto iniziò a farsi strada nella sua mente e quando il Mangiamorte lanciò un alto urlo di rabbia e frustrazione e la ragazza sentì confermarsi tutte le sue peggiori teorie.
Quello che aveva sentito era il grido di una donna. Il grido di Bellatrix Lestrange.
Presa dal panico scagliò un incantesimo a caso, che naturalmente mancò il bersaglio.
Ora datti, una calmata Tonks! Pensò la ragazza disperatamente.Se vuoi salvare la pellaccia ti conviene mantenere il sangue freddo.
Poi una voce stranamente simile a quella di Malocchio le risuonò nella testa.
Vigilanza costante!
Si era concentrata troppo su Bellatrix e ormai era troppo tardi.
Un Mangiamorte non ben identificato sbucò fuori come un fantasma dalla notte buia e le fu addosso; non servì a niente neanche disarmarlo, la mole dell’uomo fu più che sufficiente a farle perdere il controllo e in un attimo l’attacco si trasformò in un corpo a corpo serrato.
La stretta rude dell’uomo le bloccò il polso, tenendole la mano con la bacchetta in alto, dove non poteva colpirlo con incantesimi.
“Avanti, arrenditi, mocciosa. Non hai speranze contro di me.”
Tonks cercava in tutti i modi di liberarsi quando arrivò anchelei. Aveva scalciato via la scopa e stava sospesa in aria senza bisogno di nessun sortilegio: semplicemente volava e la sua lunga bacchetta era puntata su di lei.
Era in trappola.
“Tu sgualdrina!” Urlò. “Tu hai disonorato il tuo sangue, già sporco dalla tua nascita e ti sei accoppiata con bestie!”
“Fottiti!” Le urlò in risposta lei, incapace di trattenersi. “L’unica bestia qui sei tu, e il tuo padrone assassino è l’animale peggiore di tutti!”
“Tonks!” esclamò Ron, terrorizzato. Poteva sentire il suo corpo irrigidito per il terrore e la fatica di manovrare la scopa in una posizione così scomoda.
I lineamenti della donna si contrassero orribilmente e ogni traccia di bellezza svanì dal suo viso, sostituita da una cieca follia, riflessa nei suoi grandi occhi scuri.
Gli stessi occhi di Tonks.
“COME – OSI!”
La Maledizione Cruciatus che scagliò la mancò di poco, ma ormai erano al round finale.
Avvicinò il viso al suo, il suo corpo ancora sospeso nell’aria e notò che non era più furiosa, ma un sorriso malvagio la illuminava. Quando parlò lo fece con voce vellutata.
“La tua nascita è stata solamente un sciocco errore. E ora io ci porrò rimedio e potrò guardare di nuovo il Signore Oscuro a testa alta. Muori.”
Ecco. Era finita.
Ancora bloccata dal Mangiamorte, Tonks si limitò a guardarla dritta negli occhi con aria di sfida.
Non si rese conto delle luci delle auto che sfrecciavano sotto di loro, della risata sguaiata dell’incappucciato e neanche delle frasi sconnesse che Ron le gridava.
Non sarebbe potuta tornare da Remus, non l’avrebbe mai più rivisto.. e lui non avrebbe mai saputo del loro bambino..
Ma quella sera il destino la risparmiò.
Stupeficium!”
Una scia rossa colpì all’improvviso Bellatrix, che incassò il colpo con espressione stupefatta e precipitò, la bacchetta ancora levata.
Ripresosi dalla sua catalessi, Tonks sferrò un calcio fulmineo all’inguine del Mangiamorte , che stava guardando la sua compagna precipitare e quello la lasciò andare urlando di dolore e non li inseguì.
Erano entrati all’interno del perimetro degli incantesimi di protezione: erano salvi.
Ron eseguì una planata incerta sull’immensa distesa di prato all’inglese, atterrò sgraziatamente a pochi metri dal muro in mattoni rossi che attorniava la villa di Muriel e rotolò giù dalla scopa seguito a ruota da Tonks.
Per diversi minuti rimasero entrambi riversi nell’erba umida, ansimando in silenzio.
Poi si guardarono e si resero conto all’improvviso che ce l’avevano fatta. Era finita per davvero.
Prima di rendersene conto si ritrovarono abbracciati, tremando e ridendo istericamente allo stesso tempo e quando riprese il proprio autocontrollo a Tonks venne in mente una cosa.
“Ron, ma lo Schiantesimo che ha colpito Bellatrix.. sei stato tu?”
“Oh, sì. Sono stato io.” Affermò lui, tentando di dissimulare il proprio orgoglio. “Mi eri sembrata un po’ in difficoltà, allora ho pensato ‘io ci provo a centrarla, o la va o la spacca..’ “
“Sei stato grande!” Strillò lei, e lo abbracciò di nuovo. “Mi avrebbe fatta secca se non ci fossi stato tu! E pensare che mi avevi tanto irritato alla partenza con quella storia del manico di scopa..”
Ron non replicò,ma le sue orecchie si arrossarono per l’imbarazzo.
E quello che accadde dopo fu come una specie di sogno ad occhi aperti.
L’arrivo di Muriel, la ramanzina che gli fece per il ritardo e per quello che avevano fatto passare al suo povero cuore, la nuova partenza per raggiungere la Tana..
Tutto fu irreale finché non si ritrovò tra le braccia di Remus, dove finalmente si sentì al sicuro. Era stata una lunga notte e aveva temuto di non poterlo rivedere, ma ora lui era lì con lei, la stringeva e poteva sentire il calore che emanava il suo corpo.
Non badò alla rigidezza del suo abbraccio, né alla sua dura reazione al suo racconto; il sollievo di avere ancora tanto tempo da passare con lui e il.. bambino era troppa.
Per una volta, pensò Tonks, non ci sarebbero state morti orribili e lacrime di perdita, e se l’orecchio del povero George era stato l’unica vittima di quella sera, avrebbe potuto dire che tutto era andato quasi liscio.
Ma naturalmente non fu così.
Perché il dolore ti colpisce all’improvviso e quando meno te lo aspetti, riuscendo così a farti più male, e sbriciola con violenza ogni piccolo attimo ti felicità che ti sei guadagnato.
Questo pensò Tonks quando la notizia arrivò, annunciata dalla voce atona di Bill Weasley.
“Malocchio è morto.”
E mentre le terribili parole facevano il loro impatto le sembrò così surreale pensare che lei ci era andata così vicina quella sera, ma era riuscita a scamparla.
E quando tra le lacrime che le appannavano la vista, si chiese per quale motivo fosse toccato a Malocchio e non a lei, un pensiero irrazionale, come è solito in certe situazioni, le balzò in mente.
Era quindi questo il prezzo da pagare perché lei era sfuggita alla morte? Una vita per una vita? Il più giovane per il più vecchio? Le era stata data un’occasione in più per vivere, ma non le sfuggiva il criterio per cui l’aveva ottenuta.
Prima Sirius, ora Moody.
Tonks non poteva sapere che il destino l’aveva graziata quella sera, ma sapeva che ormai il suo era segnato.
Non poteva sapere che avrebbe faticato e lottato per poi cadere a un passo dalla vittoria, ma decise di impegnarsi ancora più a fondo per l’Ordine, perché per quanto fosse difficile sentirsi sempre sull’orlo di un baratro l’importante era continuare, e rialzarsi sempre.
Perché anche se lei non avrebbe potuto godere delle gioie della vittoria, qualcun altro avrebbe potuto farlo.
E quel qualcun altro era ancora invisibile a occhio nudo, ma Tonks sapeva che stava crescendo dentro di lei.












N.D.A Vorrei precisare che questa è la prima storia che scrivo ed è una specie di esperimento. ^^ Ho scelto come protagonista Tonks perchè insieme a Remus è uno dei personaggi che preferisco. (anzi diciamo pure che sono la mia coppia preferita. ) 
Per quanto riguarda la One-shot.. nel libro si dice che Ron ha colpito un Mangiamorte in testa, ma non si dice quale. Mi piace pensare che sia andata così e che il Mangiamorte in questione fosse Bellatrix.
Fatemi sapere che ne pensate!
 
 
 
  
   
 
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