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Autore: _lily_luna_    01/03/2011    2 recensioni
“Che vuoi fare da grande Reg?”
“L’eroe” “Come Sirius!”
Piccola storia su uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, Regulus Black, un eroe.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Le tre sorelle Black varcarono elegantemente la soglia di casa di Orion e Walburga Black, tutte e tre con tre atteggiamenti ben distinti. Bellatrix con la solita aria sprezzante e superiore, aveva i capelli neri e ricci, così come gli occhi, neri come una notte senza luna e senza stelle. Andromeda invece aveva un’aria più dolce e comprensiva, nonostante anche lei possedesse quell’eleganza innata che contraddistingueva i Black, aveva i capelli castani e gli occhi color nocciola che, quando sapeva che la madre non la osservava, rilucevano gentili. Infine Narcissa, anche lei elegante come non mai, aveva un’aria altezzosa, che nascondeva un animo curioso e a tratti incerto. A differenza delle sorelle, vantava una folta chioma biondo chiaro e occhi color del ghiaccio. Le accolse la zia, era una donna arcigna e superba, mentre lo zio, Orion, era un tipo gelido e distaccato, Andromeda non capiva ancora, dopo anni di attente riflessioni, come diamine fosse possibile che Sirius e Regulus fossero i figli di Walburga, erano bellissimi! Dalle scale scese velocemente un bimbetto di nove anni, che vedendole sorrise allegro «Meda! Cissy! Bella!» esclamò, abbracciando le cugine
«Regulus! Abbassa la voce!» lo rimproverò aspramente la madre dal grande salone. Il bimbo abbassò lo sguardo mortificato «Vecchiette, bentrovate!» rise Sirius, raggiungendole. Assomigliava tanto al fratellino minore,  stessi capelli neri e occhi grigi, solo che a differenza di Regulus, Sirius li aveva ondulati, e il suo sguardo era costantemente animato da una fiamma ribelle e beffarda.
«Attento a chi chiami vecchietta, moccioso» ghignò Bellatrix
«Sai che paura Bella» replicò strafottente, facendole la linguaccia
«Non mi abbasserò ai tuoi livelli, se è questo che speri, poppante, ora scusatemi.» disse, voltando le spalle e dirigendosi nel salotto dove gli adulti stavano discutendo.
«E’ sempre così scorbutica?» domandò il moro, storcendo il naso
«Sempre» rispose Narcissa sorridendo
«Se continua così rimarrà zitella. Vabbè che tanto c’è quel mammalucco di Lestrange che se la prende» osservò, mentre le due ragazze e il fratello scoppiavano a ridere. 
«Ragazze» sorrise Regulus «Volete venire di sopra, o rimanete con i grandi?» le due si guardarono
«Io con quelli non ci rimango anche a Natale» sussurrò la mora, facendosi sentire solo dalla sorella.
«Ok, allora veniamo con voi» rispose la bionda.
Dopo qualche decina di minuti, il gruppo si divise: Regulus e Narcissa decisero di andare in camera del bambino a leggere qualcosa, Andromeda e Sirius invece rimasero nella stanza del primogenito

«Meda» la chiamò qualche secondo dopo «Sì Sirius?» «Mi parli di Hogwarts?» lei sorrise, portandosi i capelli castani dietro le orecchie «Allora, cosa vuoi sapere?»
«E’ vero che quelli della nostra famiglia sono sempre stati a Serpeverde?» «Sì»
«Anche io sarò un Serpeverde?» «Non lo so Sir, dipende da cosa vedrà il Cappello dentro di te»
«Andromeda» «Sì?» «A me, di quelle cose su Purosangue e compagnia bella, non me ne frega niente» confessò
«Non lo dire alla mamma però» «Certo Sir» «Ma che vuol dire? Che sono fatto male, che sono sbagliato?»
«Assolutamente no Sirius, non pensarlo neanche per scherzo, anzi, vuoi sapere una cosa?»
«Cosa?» «Che me ne frego anche io» ammise, facendogli l’occhiolino
«Sirius, sii sempre te stesso, capito?» lui annuì, leggermente confuso 
«Bene» sorrise, alzandosi e lisciandosi le pieghe del vestito
«Io scendo un attimo a vedere cosa stanno combinando gli adulti lì sotto» Il bimbo si alzò, entrando nella stanza del fratello: Regulus era seduto a gambe incrociate sul letto, e parlava con la cugina
«Che vuoi fare da grande Reg?» gli chiese la bionda a un tratto, attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno al dito, con aria curiosa «L’eroe» rispose, sorridendo «Come Sirius!» aggiunse
«Non sarebbe bellissimo Cissy?» lei sorrise di rimando, mentre Sirius scoppiò a ridere
«Che ti ridi?» s’imbronciò, facendo l’offeso «Niente Reg» si affrettò a dire
«Io sarò un eroe» esclamò, saltando in piedi sul letto, gli occhi grigi brillanti di felicità
«Padron Sirius, padron Regulus, padroncina Narcissa» gracchiò il loro elfo, comparendo all’improvviso
«La padrona dice che è ora di cena e che dovete scendere» il moro sbuffò, guardando l’elfo con astio, mentre il più piccolo scese dal letto

«Bene Kreacher, dille che stiamo scendendo» quello annuì, scomparendo davanti ai loro occhi
«Non lo sopporto, un giorno di questi mi farò venire un infarto» sibilò Sirius scendendo le scale «Ma perché non schiatta?» 
«Sirius, Regulus, siete sempre i soliti ritardatari» esordì la madre, vedendoli entrare. Il secondo abbassò lo sguardo, mentre il primo alzò la testa con fierezza, ignorandola e sedendosi accanto alla cugina prediletta.
«Bellatrix» disse la voce tagliente di Druella «Questa estate ti sposerai con Rodolphus Lestrange» la ragazza sgranò leggermente gli occhi neri come il carbone, limitandosi ad annuire, come se la cosa non la riguardasse. Le altre due invece la fissarono con un’espressione indifferente, che solo la sorella avrebbe saputo interpretare come un’espressione scioccata.
«Andromeda, per te invece, abbiamo già provato a fare una lista di rampolli di potenti famiglie Purosangue, e probabilmente ti sposerai con Evan Rosier» la mora rimase in silenzio, lo sguardo puntato a terra
«Madre, ma Evan Rosier non è il cugino di Andromeda?» domandò innocentemente Regulus, rivolto a Walburga, che lo gelò con lo sguardo «Sì Regulus» rispose

«Ma non uscirtene più con queste domande, sono sconvenienti» lui chinò il capo dispiaciuto, mentre il fratello le lanciò uno sguardo di fuoco. Era anche per quello che Sirius non vedeva l’ora di andare a Hogwarts: così si sarebbe liberato della madre, una volta per tutte. Quella donna era sempre stata fredda, sia con lui che con Regulus, dalla finestra della sua stanza vedeva le altre madri abbracciare i loro figli, lei mai, non li aveva mai abbracciati, come loro zia d’altronde, entrambe erano due madri che non potevano ritenersi tali.

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«Grifondoro?! GRIFONDORO!? MIO FIGLIO, SIRIUS ORION BLACK, EREDE DELLA NOBILE E ANTICHISSIMA CASATA DEI BLACK, PUROSANGUE DALL’INIZIO DEI TEMPI, FINITO A GRIFONDORO!? IN QUELLA CASA DI BABBANOFILI, LURIDI SANGUESPORCO E SPORCHI TRADITORI DEL LORO SANGUE?!» Walburga sembrava impazzita, urlava come una matta, strepitava e gesticolava furiosamente, lo sguardo omicida. Orion invece leggeva la lettera che era stata mandata loro dal primogenito, ancora incredulo, anche sei il disgusto e la delusione occuparono subito il suo volto. «ABOMINIO! UNO SPORCO GRIFONDORO!» Regulus era rintanato in camera sua, ma le urla di sua madre erano così forti e penetranti che sembrava stesse gridando nel suo orecchio.
«REGULUS!» lo chiamò. Si affrettò a scendere le scale, raggiungendola: aveva il viso rosso dalla rabbia e dalla vergogna, e gli occhi spalancati, sembrava impazzita.
«Mi avete chiamato madre?» «SI’» ringhiò «Quando andrai a Hogwarts, vedi di non darci una delusione come tuo fratello!» «Perché madre, cosa ha fatto Sirius di male?» A quel nome la donna strinse gli occhi infuriata
«Sirius è finito in quella topaia di Grifondoro, quel covo di babbanofili, Sanguesporco, Traditori del loro sangue e Mezzosangue!»
«Regulus» lo chiamò il padre, la voce fredda e indifferente «Vedi di non deluderci anche tu»
«Speriamo che almeno si ricordi che è un Black, e che non deve abbassarsi ai loro livelli!» continuò a strepitare la donna, poco ci mancasse che si strappasse anche i capelli.

«Puoi andare Regulus» lo liquidò in fretta Orion, il disgusto dipinto sul suo volto. Il bambino annuì, mormorando un buonanotte veloce e correndo in camera sua.

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«Uffa Sir! Non mi hai mai scritto!» si lamentò Regulus, stringendo le labbra e fissando il fratello
«Reg, ho avuto tanto da fare, scusa tanto» sbuffò di rimando il fratello, mentre appendeva uno stendardo di Grifondoro sopra la testata del suo letto «Sirius! Non farlo, o la mamma ti ammazzerà!» esclamò il moro, bloccandogli la mano
«Ascoltami bene Regulus» disse Sirius «Di quello che pensa la mamma me ne sbatto, Grifondoro è la mia casa, che lo voglia o no, e io mi trovo bene» «Con i Sanguesporco, i Mezzosangue e i Filo-Babbani?» domandò, arricciando il naso
«Sì Regulus, hai capito allora. Io mi trovo bene con loro, non sono per niente diversi da noi, anzi, alcuni di loro sono anche più simpatici dei Purosangue» replicò tagliente. Il fratellino arretrò di scatto, come se si fosse scottato
«Ma che ti succede? Da quando sei andato ad Hogwarts sei cambiato... non t’importa più di questa famiglia? Non t’importa più di me?» «Sì fratello, hai detto bene, sono cambiato. Hogwarts mi ha aperto gli occhi, ho capito finalmente cosa è giusto e cosa è sbagliato»
«Ma ciò non t’impedisce di ignorare tuo fratello» Eccolo il nocciolo del problema, ecco cosa affliggeva Regulus: non tanto il fatto che Sirius avesse cominciato a frequentare Sanguesporco e compagnia bella, ma il fatto che non gli avesse mai scritto. «E’ questo che ti disturba, vero?»
«SI’ SIRIUS! È questo! Da quando sei partito ti sei scordato di me!» «Non fare il bambino Reg»
«Perché te ti senti adulto vero?» sputò «E per inciso, io sono un bambino» aggiunse gelido, prima di uscire dalla camera del fratello. Quella fu la prima crepa nel rapporto fra Sirius e Regulus, che da lì in poi andò deteriorandosi.

 

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«Black Regulus» un ragazzino dai capelli neri e ondulati si diresse con passo elegante e annoiato verso il Cappello Parlante, l’espressione altera e fredda.
“Bene bene bene, un altro Black”
Siamo finiti tanto, se la cosa ti fa star meglio pensò Regulus, sarcastico e pungente
“Ma che caratterino che abbiamo piccolo Black! Vendicativo, astuto, diffidente, degno di un Serpeverde, ma sei leale con i pochi che riescono a guadagnarsi la tua fiducia, e non concedi una seconda possibilità a chi invece la perde. Sei piuttosto introverso, calcolatore, con un innato spirito di sopravvivenza, ma nel profondo sei molto coraggioso. Però... c’è un però” il Cappello rimase in silenzio per un bel po’, poi fece una cosa che non aveva mai fatto con nessun altro
“Ascoltami giovane Black: da una parte troverai amici leali, imboccherai sin da subito la giusta via, ma deluderai la tua famiglia, dall’altra invece sbaglierai, ma alla fine ti renderai conto dei tuoi errori e cercherai di redimerti, ma non finirà bene... cosa vuoi fare?”
Il ragazzo stette a pensarci per un bel po’, poi si aprì in un sorriso amaro, che aveva radici in un antico dolore.

Ho capito che la scelta è fra Grifondoro e Sepreverde, non sono stupido, ma se Grifondoro mi farà diventare come quell’ipocrita di mio fratello, allora preferisco sbagliare e poi redimermi rispose
“E così sia, allora SERPEVERDE!” Lo sguardo di Regulus cadde inevitabilmente sul fratello, lo guardò un millesimo di secondo, ma in quel breve lasso di tempo lo vide storcere il naso e guardare con disprezzo e astio la tavolata verde-argento, mentre quel Potter e quel Lupin gli davano delle pacche sul braccio, come se il poverino avesse bisogno di conforto. Il moro scossa impercettibilmente la testa, sul volto ancora quel sorriso amaro, no, se Grifondoro voleva dire diventare come lui, allora no.

“Che vuoi fare da grande Reg?” 
“L’eroe” “Come Sirius!”


No, non come Sirius, non più.

 

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Sirius uscì con fare furtivo dalla sua stanza, con un borsone in mano, trascinando il baule della scuola. Non riusciva più a sopportare quella situazione, quella famiglia che non poteva definirsi tale, quella madre maledetta, che non faceva altro che guardarlo con disprezzo e gridare e inveire contro di lui, quel padre che lo ignorava bellamente, e che le rare volte che lo osservava lo guardava con sdegno e delusione, non poteva farcela, non più ormai. Ne aveva piene le scatole di insulti, Strillettere, Cruciatus... ora basta. Stava per scendere le scale, quando da un’altra stanza uscì suo fratello. Si stropicciò gli occhi con aria assonnata, come faceva da bambino, per poi sgranarli quando vide cosa stava facendo
«Sirius, cosa stai facendo?» sussurrò
«Allora sai ancora il mio nome, pensavo ti fossi scordato» ghignò amaro e sarcastico

«Cosa stai facendo?» ripeté, ignorando il commento del fratello
«Me ne vado, non si vede? Mi sono scocciato di questa vita» il fratello lo guardò scioccato
«Non stai dicendo sul serio, vero?» «Altroché se sono serio» replicò duro
«Ma non puoi andartene! Noi siamo la tua famiglia!»
«SBAGLIATO! Famiglia è quella che ti accetta per quello che sei, famiglia è quella che ti sostiene sempre, famiglia è quella che rimane sempre unita, questa non è una famiglia! E loro non sono i miei genitori!»

«Ma... Ma... Dove andrai? Dove credi di andare!?» «Da James, lui è la mia famiglia»
«E io!? Io cosa sono!?» sbottò all’improvviso, non poteva andare via, lui era la sua ancora.
«Regulus, te non hai mai avuto il coraggio di ribellarti a quella strega, non hai mai avuto le palle per difendere me» sibilò «Sono tuo fratello! Sono tuo fratello, Sirius!» stava quasi urlando «Io sono tuo fratello, non Potter! Non Lupin! Io!»
 «Mi dispiace, addio Reg» detto questo scese le scale rapidamente, per poi sparire, inghiottito dal buio. Regulus lo seguì fino al soggiorno, poi si accasciò a terra
«Sono io tuo fratello» mormorò, mentre una lacrima gli solcava il viso
«Perché non vuoi capire che ho bisogno di te?» Sirius era il suo scoglio, era il suo porto sicuro, era l’unico che lo facesse sentire amato in quella casa, nonostante non si parlassero più da anni, ma Regulus era convinto che almeno il fratello gli volesse bene. In quel momento però, in quella notte, quella convinzione fu brutalmente spazzata via. Abbandonato... lo aveva abbandonato. Ora chi lo avrebbe salvato da quella famiglia?
«Sono io tuo fratello» sussurrò piangendo. Molte ore dopo si alzò da quel pavimento freddo, asciugandosi le lacrime, non si sarebbe mai più concesso un momento di simile debolezza, non avrebbe più pianto, mai più, dai suoi alteri occhi grigi non sarebbe più uscita una lacrima, mai più. E Regulus Black mantenne quella promessa, la mantenne fino alla fine, da quella notte d’estate del suo quindicesimo anno di vita non pianse mai più, quell’acqua salata e piena di dolore non bagnò mai più le sue guance.

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Si toccò il braccio: era tiepido, ma una zona dell’avambraccio invece era fredda, gelida, come la morte. Si alzò lentamente la manica: il Marchio Nero spiccava sulla sua pelle nivea, come una macchia sul tessuto candido, come il peccato sull’anima. Regulus scosse la testa, ormai era fatta, era uno di loro, era un Mangiamorte. Quando i suoi lo avevano scoperto, avevano fatto i salti di gioia, figuratamente, ovviamente. Sua madre non aveva fatto altro che ripetere quanto fosse fiera di lui, non aveva fatto altro che ripetere che lui era l’orgoglio dei Black, non come Sirius. Sirius... quella era un’altra differenza, l’ennesima: Grifondoro/Serpeverde, rinnegato/onore della famiglia, Ordine della Fenice/Mangiamorte, una famiglia di amici leali/.… il vuoto.

“Che vuoi fare da grande Reg?”
“L’eroe” “Come Sirius!”

 

Un sorriso amaro increspò le sue labbra: lui non era l’eroe, non lo sarebbe mai potuto essere, lui era il cattivo, il malvagio, colui destinato a soccombere. Non sarebbe mai potuto essere come il fratello, quella era un’altra differenza: Sirius era coraggioso, lui invece era solo un codardo.

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Ormai era arrivato al capolinea, se ne rendeva conto, eppure sapeva che era la cosa giusta, la prima cosa giusta di tutta la sua vita. La sua vita... pensò amaramente, sarebbe stato meglio dire 'la vita che avevano scelto per lui', la vita della quale non aveva mai sentito il sapore, la vita che non aveva mai realmente vissuto. Di solito nei libri, quando uno dei personaggi era in punto di morte, faceva strani e complessi pensieri filosofici, ma Regulus in quel momento non ne era capace, in quel momento milioni di frasi, ricordi, sensazioni, lo avvolsero, anzi, travolsero. Non aveva particolari rimpianti, se si esclude quello di non aver mai mandato a quel paese sua madre, solo uno, uno che si portava dietro da quando aveva dieci anni, uno che si sarebbe portato dietro anche nella tomba, che non avrebbe avuto però. In quel momento desiderò solo che Sirius fosse con lui, desiderò averlo al suo fianco, un'ultima volta, in veste di fratello maggiore, fratello che perse a undici anni. Lo avrebbe voluto accanto, avrebbe voluto che lo stringesse in uno dei suoi abbracci calorosi, così poco da Black, avrebbe voluto che lo confortasse, che lo rassicurasse
 
“Tranquillo Reg, andrà tutto bene”


“Mi piacerebbe poterlo credere Sirius, però mi piacerebbe ancor di più se fossi con me, da quando il Cappello Parlante ti ha assegnato a Grifondoro, tutto è cambiato, i nostri genitori hanno cominciato a trattarti con disprezzo e astio, ma te non eri da meno, e io? Io, come una marionetta idiota, ho sempre dato ascolto a loro, trattandoti come se fossi uno sconosciuto, anzi peggio, come se tu fossi la peggiore feccia di questa terra, con un'indifferenza e una freddezza da fare invidia ad un iceberg, come se tu non fossi mio fratello. Non puoi capire il dolore che provavo ogni volta che c'incontravamo al castello, quando l'atmosfera diventava improvvisamente gelida, l'aria quasi irrespirabile, tutti se ne accorgevano, tutti erano curiosi di vedere cosa sarebbe successo tra i due fratelli Black. Ricordo che entrambi c'irrigidivamo, come delle statue, stringevamo la mandibola talmente forte da rischiare di rimanere bloccati in quella posizione per l'eternità, e ci guardavamo: io ti lanciavo uno sguardo di rimprovero, al quale rispondevi con uno che trasmetteva un'indifferenza rabbiosa. Ma credo tu non ti sia mai accorto che in quello sguardo si celava tutto il dolore che provavo nel non averti più vicino a me, nel vederti ormai lontano, dolore che mi colpiva con la forza di uno schiaffo in piena faccia quando ti vedevo ridere con quel Potter, quando vedevo gli sguardi complici che vi lanciavate, quando ti vedevo correre a rifugiarti da lui quando eri triste. E non puoi capire quanto soffrivo nel vedere che con lui eri felice, nel vederti considerarlo tuo fratello… tuo fratello.. quello che sarei dovuto essere io. Ma penso, anzi, sono convinto, che te non te sia mai accorto, troppo occupato a goderti quella felicità e quella gioia che io non ho mai provato e che mi è stata preclusa. Sai Sir, ti ho sempre considerato come la persona più coraggiosa che conoscessi, anche se a tutti, in fondo anche a me stesso, ho sempre fatto credere il contrario, vorrei avere io almeno la metà del tuo coraggio, perché in questo momento ho paura, una paura matta, non voglio morire, ma è inevitabile. Mi ha sempre fatto paura l’acqua, ma non lo ha mai saputo nessuno, forse è per quel senso di mistero e potenza, o forse perché è imprevedibile, non lo so, so solo che ho paura. Però è una paura strana, è una paura che mi fa star bene, più aumenta e più sono sicuro di star facendo qualcosa di giusto, me lo sento dentro. Che dici Sirius, è abbastanza coraggioso questo mio atto, sarò mai un vero eroe? Potrò mai essere come te? Spero che un giorno tu scopra quello che ho fatto, così sarai fiero di me, così qualcuno per una volta sarà fiero di me… Accolgo la morte, che si presenta sotto forma di viscide e fredde mani, con un'espressione altera e orgogliosa, perché in fondo non posso farci niente, sono un Black. Il mio ultimo pensiero, prima di essere trascinato in quell'acqua gelida, è rivolto a te, fratello mio.”
«Ti voglio bene Sirius»
 
“Che vuoi fare da grande Reg?” 
“L’eroe” “Come Sirius!” 






 
 Salve a tutti, premetto dicendo che Regulus Black è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, è un vero eroe, nonostante nessuno se lo sia filato più di tanto. E il suo rapporto con Sirius è così complicato, ma secondo me Regulus non ha mai smesso di volergli bene, sin da bambini lo considerava un modello al quale ispirarsi, perchè penso che si sottovalutasse, anche alla fine di questa storia, che probabilmente farà schifo, Regulus non si sente all'altezza, non si sente né coraggioso, né eroico, cosa che secondo me invece è. Mi piace davvero tanto come personaggio, e spero che sia riuscita a farvelo apprezzare almeno un pochino, un abbraccio enorme a tutti!

Fede
Frf  

   
 
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