01/03/2011
1 recensioni
Nessie pov.
Fortunatamente le presentazioni sono state veloci. Fortunatamente perchè odio stare al centro dell'attenzione.
Naturalmente, mi sono arrivate molte occhiate, sia curiose sia invidiose, di quel grandissimo figo di un licantropo che mi stava accanto.
Ma adesso sono felicissima di essere uscita da scuola, finalmente respiro aria fresca e non respirata da almeno un centinaio di persone diverse da me; mi sento libera, libera di essere quello che voglio, quello che, in realtà, sono.
-Allora signorina Nessie, com'è andata la giornata, nella terribile e lugubre scuola di Forks?
-Daii! Non prendermi in giro! Ero solo un po' spaventata.. come tutti, in fondo..
-E allora, mi cara Nessie, che ne dice di pausa merenda per festeggiare? Dolce o salato?
-Umh.. Voto a favore del dolce!
* * *
La cioccolata era fantastica. Jake l'aveva divorata sotto i miei occhi, mentre io ci avevo messo un po' di più. Volevo assaporarla. Non ho mai mangiato nulla del genere. Già, non sapevo che esistesse la "cioccolata". Devo dire, comunque, che è straordinariamente buona.
Anche la compagnia è ottima. Jake mi ha accompagnato a La Push, vicino a casa sua, voleva farmi vedere il mare, secondo lui, fantastico, perfetto per abbandonarci ogni piccolo pensiero che lo tormenta.
-Cavoli Jake! E'-è stupendo!
-Già! E' il mio posto preferito.
Ci troviamo su una scogliera, abbastanza alta. Il mare è perfetto, neanche una piccola onda frastaglia la linea dell'orizzonte, che si distingue a malapena dal cielo, nuvoloso.
-Questo posto mi aiuta. Vedi quella panchina?- mi dice, indicando una panchina di legno, sulla scogliera- l'ho costruita io. Quando vengo qui, mi siedo sempre lì. Il mare mi tranquillizza quando sono arrabbiato con me stesso, quando sono nervoso o quando pensieroso. Qui posso sfogarmi, e ti giuro, che mi aiuta moltissimo.
-Ne sono sicura. D' altronde, come potrei non fidarmi? Sai, io so pochissimo di te.. e tu di me.. che ne dici di una bella chiacchierata?- dico. Il sangue, quello che mi rimane (dato che sono una mezza-vampira) mi tinge le guance di un rosino, che pian piano diventa rosso. Già, sono imbarazzata; forse non imbarazzata, più che altro sono.. Emozionata. Emozionata.. che parola! E' da tantissimo che non provo emozioni, ma.. Jake ha risvegliato il mio cuore, ne sono sicura.
-Uh, hai ragione. Non sai niente di me.
Ci sendiamo. Incrocio le gambe e mi volto verso di lui, guardandolo dritto negli occhi.
-Tutto è cominciato da quando mia madre, mi ha fatto venire al mondo, mi ha fatto il regalo più grande che mi avrebbe potuto fare: mi ha donato una famiglia, mio padre Billy e le mie due sorelle, mi ha donato la sua presenza, il suo cuore, mi ha insegnato a essere felice. Ma non fui per molto così felice.. - si ferma un attimo, abbassa lo sguardo, lo rialza, con gli occhi lucidi- mia madre morì poco dopo la mia nascita, lasciandoci soli..
-Oh, Jake, mi dispiace! Dai..- poso una mano sul suo viso, caldo- non piangere! Vieni qui.
Lo accolgo tra le mie braccia. Appoggia la testa sulla mia spalla.
Restiamo fermi per qualche minuto. Vorrei fermare il tempo. Lui è così caldo, è piacevole stargli accanto; mi sento bene, mi sento al posto giusto, come se fossi un pezzo di puzzle, che si incastra perfettamente, qui dove sono.
Ma si stacca.
-Scusami, non posso lasciarmi andare così.. dovrei essere io a consolarti, proteggerti.. invece, sembra il contrario. Scusa.
-Figurati!
Lo guardo.
-Ehi Jake. Dovrei chiederti un favore.
-Dimmi qualsiasi cosa.
-Sai, io non so niente della mia famiglia..E' da tanto che mi martella in testa la frase " E chissà chi è mio padre, e mia madre." E' grazie a loro che sono in vita e..Volevo sapere chi fossero. Sei l'unico di cui sono sicura di potermi fidare. L'unico. P-puoi aiutarmi?
-Oh, ne sarei.. onorato. Ecco.
Onorato. Cavoli, è la risposta migliore che mi avrebbe mai potuto dare.
Onorato, come se fosse così importante per lui, anche se i genitori sono i miei..
-Dio, veramente?
-Si, veramente.
-Oh, grazie Jake!
Lo abbraccio. di nuovo il calore mi invade, di nuovo quella sensazione di essere al posto giusto. Come la tessera di un mosaico. Ma Jake è ancora solo un amico. Almeno credo. Forse è qualcosa di più, ma è troppo presto, troppo presto per diventare qualcosa di più. La nostra breve relazione è come una scalinata, ho solo bisogno di un po' di tempo per salire quel gradino che mi porterebbe definitivamente alla felicità.
Ho forse ho paura, paura di perderlo, come ho perso Jared?
Possibile.
Lo perderò?
Non ne ho la minima idea, ma spero, vivamente, nel contrario.
Fortunatamente le presentazioni sono state veloci. Fortunatamente perchè odio stare al centro dell'attenzione.
Naturalmente, mi sono arrivate molte occhiate, sia curiose sia invidiose, di quel grandissimo figo di un licantropo che mi stava accanto.
Ma adesso sono felicissima di essere uscita da scuola, finalmente respiro aria fresca e non respirata da almeno un centinaio di persone diverse da me; mi sento libera, libera di essere quello che voglio, quello che, in realtà, sono.
-Allora signorina Nessie, com'è andata la giornata, nella terribile e lugubre scuola di Forks?
-Daii! Non prendermi in giro! Ero solo un po' spaventata.. come tutti, in fondo..
-E allora, mi cara Nessie, che ne dice di pausa merenda per festeggiare? Dolce o salato?
-Umh.. Voto a favore del dolce!
* * *
La cioccolata era fantastica. Jake l'aveva divorata sotto i miei occhi, mentre io ci avevo messo un po' di più. Volevo assaporarla. Non ho mai mangiato nulla del genere. Già, non sapevo che esistesse la "cioccolata". Devo dire, comunque, che è straordinariamente buona.
Anche la compagnia è ottima. Jake mi ha accompagnato a La Push, vicino a casa sua, voleva farmi vedere il mare, secondo lui, fantastico, perfetto per abbandonarci ogni piccolo pensiero che lo tormenta.
-Cavoli Jake! E'-è stupendo!
-Già! E' il mio posto preferito.
Ci troviamo su una scogliera, abbastanza alta. Il mare è perfetto, neanche una piccola onda frastaglia la linea dell'orizzonte, che si distingue a malapena dal cielo, nuvoloso.
-Questo posto mi aiuta. Vedi quella panchina?- mi dice, indicando una panchina di legno, sulla scogliera- l'ho costruita io. Quando vengo qui, mi siedo sempre lì. Il mare mi tranquillizza quando sono arrabbiato con me stesso, quando sono nervoso o quando pensieroso. Qui posso sfogarmi, e ti giuro, che mi aiuta moltissimo.
-Ne sono sicura. D' altronde, come potrei non fidarmi? Sai, io so pochissimo di te.. e tu di me.. che ne dici di una bella chiacchierata?- dico. Il sangue, quello che mi rimane (dato che sono una mezza-vampira) mi tinge le guance di un rosino, che pian piano diventa rosso. Già, sono imbarazzata; forse non imbarazzata, più che altro sono.. Emozionata. Emozionata.. che parola! E' da tantissimo che non provo emozioni, ma.. Jake ha risvegliato il mio cuore, ne sono sicura.
-Uh, hai ragione. Non sai niente di me.
Ci sendiamo. Incrocio le gambe e mi volto verso di lui, guardandolo dritto negli occhi.
-Tutto è cominciato da quando mia madre, mi ha fatto venire al mondo, mi ha fatto il regalo più grande che mi avrebbe potuto fare: mi ha donato una famiglia, mio padre Billy e le mie due sorelle, mi ha donato la sua presenza, il suo cuore, mi ha insegnato a essere felice. Ma non fui per molto così felice.. - si ferma un attimo, abbassa lo sguardo, lo rialza, con gli occhi lucidi- mia madre morì poco dopo la mia nascita, lasciandoci soli..
-Oh, Jake, mi dispiace! Dai..- poso una mano sul suo viso, caldo- non piangere! Vieni qui.
Lo accolgo tra le mie braccia. Appoggia la testa sulla mia spalla.
Restiamo fermi per qualche minuto. Vorrei fermare il tempo. Lui è così caldo, è piacevole stargli accanto; mi sento bene, mi sento al posto giusto, come se fossi un pezzo di puzzle, che si incastra perfettamente, qui dove sono.
Ma si stacca.
-Scusami, non posso lasciarmi andare così.. dovrei essere io a consolarti, proteggerti.. invece, sembra il contrario. Scusa.
-Figurati!
Lo guardo.
-Ehi Jake. Dovrei chiederti un favore.
-Dimmi qualsiasi cosa.
-Sai, io non so niente della mia famiglia..E' da tanto che mi martella in testa la frase " E chissà chi è mio padre, e mia madre." E' grazie a loro che sono in vita e..Volevo sapere chi fossero. Sei l'unico di cui sono sicura di potermi fidare. L'unico. P-puoi aiutarmi?
-Oh, ne sarei.. onorato. Ecco.
Onorato. Cavoli, è la risposta migliore che mi avrebbe mai potuto dare.
Onorato, come se fosse così importante per lui, anche se i genitori sono i miei..
-Dio, veramente?
-Si, veramente.
-Oh, grazie Jake!
Lo abbraccio. di nuovo il calore mi invade, di nuovo quella sensazione di essere al posto giusto. Come la tessera di un mosaico. Ma Jake è ancora solo un amico. Almeno credo. Forse è qualcosa di più, ma è troppo presto, troppo presto per diventare qualcosa di più. La nostra breve relazione è come una scalinata, ho solo bisogno di un po' di tempo per salire quel gradino che mi porterebbe definitivamente alla felicità.
Ho forse ho paura, paura di perderlo, come ho perso Jared?
Possibile.
Lo perderò?
Non ne ho la minima idea, ma spero, vivamente, nel contrario.