Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: lilyblack    01/03/2011    17 recensioni
Ammettere di aver sbagliato è difficile; per ogni essere umano ritornare sui propri passi e mettersi dietro il banco degli imputati è una prova alla quale si rinuncia volentieri, ma per Harry Potter, lo era ancora di più.
Cresciuto nel dolore, abituato a confrontarsi con aguzzini e nemici di vario genere e a ritrovarsi sempre dalla parte del buono, non era affatto avvezzo ad essere colui che sbagliava.

---
Il mio primo, forse unico per il resto della mia vita, esperimento di Harry/Hermione.
Terzo classificato al contest 'All you need is love' indetto da Joey Potter.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Autore:LilyBlack 
-Titolo: Breaking Point
-Pairing scelto:Harry Hermione
-(Eventuali) personaggi secondari:/
-Citazione scelta:Numero 8
-Genere: Romantico/ Commedia
-Rating: Giallo
-Avvertimenti: One Shot/ What if?
-Introduzione: Idealmente, San valentino è la festa dei cuoricini, dell'amore e del miele puro; nella mia visione ho voluto dare a sanvalentino un'impostazione più ampia: festa dell'amore, in tutte le sue forme. Festa anche dell'amore che finisce, davanti magari a dei problemi oggettivamente insormontabili, anche se visti solo da uno dei due componenti della coppia.  Divertente, stranamente per i miei canoni.
-NdA: 
Ho trattato la citazione da due differenti punti di vista. Non solo, è citata nel testo e viene quasi ripresa fedelmente, con un cambio di battute ed ispira un passaggio fondamentale, ma è il punto di partenza di tutta la storia: l'amore dovrebbe sorpassare i difetti, ma lei non ci riesce, ed è per questo, che il finale è quello che è. Spero ti piaccia **


Storia arrivata terza al contest ALL YOU NEED IS LOVE, premio Anti-Sanvalentino, premio Bianconiglio e premio Miglior personaggio femmnile



Lo so di aver sbagliato, e sono qui
ma chi non sbaglia mai?

La Crus-Io confesso.

San Valentino 2000
Londra
Diagon Alley. Ore 06,00



Ammettere di aver sbagliato è difficile; per ogni essere umano ritornare sui propri passi e mettersi dietro il banco degli imputati è una prova alla quale si rinuncia volentieri, ma per Harry Potter, lo era ancora di più.

Cresciuto nel dolore, abituato a confrontarsi con aguzzini e nemici di vario genere e a ritrovarsi sempre dalla parte del buono, non era affatto avvezzo ad essere colui che sbagliava.

Il colore nero non gli stava bene addosso, tentava sempre, disperatamente, di trovare una giustificazione ad ogni suo gesto, inciampando costantemente in gaffe di ogni tipo e nell'etichetta di egocentrico.

Lei però, nonostante tutto, l'aveva da sempre amato.
L'aveva difeso nonostante i suoi difetti e, a volte, aveva creduto di amarlo proprio per i suoi difetti, per quel coraggio non comune che nasceva anche dalla sua immensa autostima.
Hermione l'aveva amato e difeso, sempre, durante quei cinque anni di storia insieme, ma quella volta il vaso si era colmato e non c'era riuscita, a perdonare; il risultato era Harry James Potter seduto fuori la porta del suo appartamento, ben deciso a rimanere lì finché lei non si fosse decisa ad aprirlo. Lei, ovviamente, dall'alto della sua testardaggine e convinta, come sempre, di avere ragione, non aveva nessuna intenzione di riprenderlo nella sua vita, nonostante quel dolore sordo che sentiva in fondo al cuore.

Ferma, dietro la porta di ciliegio che lui tanto amava, gli rubava degli attimi dallo spioncino, indecisa sull'essere o meno preoccupata per lui, nonostante la ragione le indicasse una strada ben precisa.

L'aveva offesa, l'aveva derisa e denigrata, il tutto per un attimo di ilarità.
Aveva permesso ad altri di offenderla e di deriderla, di denigrarla,
tutto per sentirsi ancora una volta forte, leader.

Avrebbe dovuto odiarlo, ma nonostante non fosse bendisposta nei suoi confronti, non riusciva a non preoccuparsi per lui. Era sempre stata così: profondamente convinta delle sue idee, che seguiva fedelmente a costo di sembrare ottusa e testarda, ma finiva spesso, troppo spesso, in crisi per colpa del cuore.

Stupido, stupidissimo cuore che soffriva a causa altrui; in fondo, cosa poteva mai fare lei, contro dei difetti insiti negli altri?

Con la maturità aveva capito che tentare di cambiare le persone, non serve a niente: le persone, e soprattutto i fidanzati, non cambiano mai.

L'unica cosa da fare, era convivere con i difetti del proprio compagno, esprimere il proprio amore nonostante tutto, ma non era mai stato il suo forte, scendere a compromessi.


'Hermione ti prego, perdonami!'

'Hermione, non l'ho fatto apposta!'

'Herm, amore, lo sai, i ragazzi sono così, un po' guasconi, ma non sono cattivi! Non volevano offenderti!'


Tutte frasi che lui le aveva detto nel tempo e alle quali lei aveva sempre risposto picche, salvo poi riaccoglierlo. Lo riaccoglieva, ma non lo perdonava veramente, faceva solo finta di dimenticare; qualche amica diceva che questo suo modo di essere era troppo rigido, che non era vero amore, in quanto il vero amore era un qualcosa di generoso e immeritato e che non bada ai difetti o ai pregi. Lei, purtroppo per la sua storia con il salvatore del mondo magico, la pensava in modo diverso.


La pensava in modo diverso e la pensò così anche per tuto quel tristissimo giorno, quel tristissimo San Valentino; non pensò ad altro.


Lei, Harry e i loro numerosi momenti felici.


Lei, Harry e le loro numerose litigate.


I tempi di Hogwarts, in cui gli perdonava tante cose, erano oramai finiti e con loro anche la sua pazienza. Forse era stato il passaggio da amici a coppia, forse erano stati i sacrifici che aveva fatto per stare con lui, gli amici che aveva perso a causa di quella scelta contro corrente: fatto stava che non era più disposta a lasciar correre, nonostante fosse una scelta che la faceva penare molto.

I pensieri frenetici erano sempre stati fonte di consapevolezze, per lei, e quella volta non fu diversa. Ci mise del tempo, ma realizzò che per lei il dolore, come la gioia, non aveva prezzo e sicuramente non si poteva pagare con le scuse.
Forse aveva sbagliato lei, negli anni, nello sperare che lui capisse e maturasse, per amor suo, per riempire quei vuoti che lei si era creata nel cuore, per poter stare con lui. Evidentemente aveva sbagliato lei, ma non voleva sbagliare ancora.

In quegli anni, aveva sistematicamente mandato a quel paese la sua buona stella, che solitamente le era stata vicina, rifiutando testardamente ogni occasione di liberarsi da quel legame, perché in fondo non accettava nemmeno lei, di poter fare qualcoda di 'cattivo'.

Aveva impiegato circa due anni, per rendersi conto che sfuggire dall'etichetta di stronza, significava appiccicarsi addosso quella di perdente, di sofferente e depressa.

Lei era una Grifondoro, non sarebbe mai stata né perdente, né sofferente e nemmeno depressa: l'aveva capito la sera prima, quando i compagni del Quidditch della domenica, avevano offeso per l'ennesima volta il suo proggetto per gli elfi domestici e lui, per l'ennesima volta, aveva ridacchiato sotto i baffi senza difenderla, nemmeno per un istante.

Non era pignoleria, come aveva detto la sua compagna di ufficio al Ministero, bensì era istinto di sopravvivenza: o moriva lei o, metaforicamente, moriva lui con tutta la loro storia e da brava donna pragmatica qual'era, era sempre più convinta di scegliere la seconda.

Quando tornò a casa da lavoro e lo trovò ancora fuori dalla porta, scioccamente convinto che lei, la strega più brillante della sua età, non avesse altro mezzo che la porta per uscire di casa, ne fu ancora più convinta.

Nella testa rimbombavano ancora le frasi delle sue colleghe, che urlicchiavano entusiaste quanto lei fosse fortunata ad avere un uomo che, pur di farsi perdonare ,aspettava seduto fuori dalla sua porta per ore; lei, purtroppo per se stessa, riusciva solamente a pensare che lui avrebbe potuto evitare, di mettersi nelle condizioni che l'avevano portato a passare l'intera giornata del loro sesto san valentino su un pianerottolo. Più passavano i minuti, le ore, più era convinta di quello che faceva e riacquistava sicurezza a danno di colui che aveva abusivamente occupato il palazzo. Letteralmente, occupato.

Quando, verso mezzanotte, aprì lo spioncino per accertarsi che non fosse morto assiderato, dato il mese in cui si trovavano e l'acume che lui si ritrovava, dovette constatare con uno sconcerto incalzante, che lo spazio fra la sua porta e quella difronte era totalmente cosparso di rose rosse. Rose rosse. Lei odiava le rose rosse, troppo volgari,preferendo loro le più delicate rose bianche o, al limite, rosa; ovviamente non c'era l'ombra del più piccolo petalo candido, su quell'immenso postribolo condominiale che era diventato il secondo piano del numero 18 di Flamel Road, Diagon Alley, Londra.

Andò a letto spedita, tentando di dimenticare quella distesa rossa decisamente inopportuna, ovviamente non prima di aver cacciato i tre gufi che sostavano sul suo davanzale, depredandoli del cioccolato che offrivano in segno di scusa. Un buon libro nuovo e il cioccolato erano gli unici motivi per il quale aveva mai accettato di trasgredire le proprie regole personali, in passato, ed era ora che tornasse ai cari vecci canoni che l'avevano accompagnata per tutta l'infanzia e l'adolescenza. Sarebbe andata a lavorare usando costantemente la smaterializzazione per mesi, nonostante le piacesse camminare, se fosse stato necessario; aveva impiegato un tempo indeterminato più una giornata intera di arrovellamenti mentali per capirlo, ma finalmente aveva deciso che lei e Harry James Potter non avrebbero più avuto nessun punto di contatto e tutto quello che poteva concedergli, in quel momento, era un posto nei suoi incubi.

Nei suoi incubi, non nei suoi sogni: fu per questo motivo che circa 24 ore dopo il suo approdo davanti la porta del domicilio di Hermione, il salvatore del mondo magico fu colpito da un potente getto d'acqua: la pessima serenata in cui si era lanciato, aveva interrotto il sogno in cui Richard Gere-versione giovane, l'attore babbano preferito da sua madre, la andava a salvare su un cavallo bianco a quattro ruote. Pessimo tempismo.


San Faustino 2000
Londra
Diagon Alley. Ore 06,00


Harry James Potter, addormentato e fradicio, aveva probabilmente appena stabilito un record: riusciva festeggiare San Valentino e San Faustino nello stesso anno, tutto esclusivamente a causa sua, senza nemmeno rendersene conto.

   
 
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lilyblack