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Autore: Flaine    01/03/2011    2 recensioni
Una Genesis più forte che mai. La Alius non perde colpi. Una minaccia si presenta ad Axel Blaze, una tranquilla sera mentre è all'ospedale per vedere come sta la sorellina. Tre uomini lo ricatteranno, chiedendogli di far parte della misteriosa accademia.
Una ragazza della Alius, nel frattempo, sta attraversando un brutto periodo, proprio per colpa della partita contro la Raimon...
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Axel/Shuuya, Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Prologo;

 Parità.
La partita era finita in parità. Uno shock per tutta la squadra.
Le tremavano i pugni. Cadde sulle proprie ginocchia, asciugandosi le lacrime che le si erano formate negli occhi col dorso della mano, sempre stretto a pugno. Riusciva a malapena a non cadere sdraiata sul suolo.

 “Gazelle.”

 ‘Non dirmi che sono già arrivati. Ti prego… dimmi di no…’

 “Che cosa vuoi?!” quasi urlando, la ragazza si girò, con violenza, rialzandosi.
La rabbia che nutriva la sua debolezza.

 Ma davanti a lei non c’era Torch, non c’era Xavier.
Quella voce, però, non le era nuova.
I complimenti sprezzanti che si erano fatti durante la partita, lo stupore della potenza delle sue mosse, le risposte e le finte. Il battito accelerato quando le parlava, anche solo per difendere la propria metà.

 “Blaze?”
Lui sorrise e basta.
Lo fissava, sbalordita. Sbalordita di qualcosa che neanche lei avrebbe potuto spiegare, ma lo sentiva forte dentro di lei.

 “Un giorno mi auguro di rivederti, Blaze. E non sarà un giorno felice per te. Voglio rivedere quella Tormenta di fuoco che causerà la mia rovina, ma la voglio rivedere.”
Nonostante la durezza delle parole, sorrideva determinata.

 Si allontanò da lui.
Sì, sorrideva. Uno dei primi sorrisi sinceri che la vita le avesse mai regalato.

 Un bagliore azzurro li fece scomparire, mentre lei fissava con la coda dell’occhio Axel.
La sua visuale cambiò del tutto.  Buio. Tetro. Normale, per lei, dire che era la Alius Academy. Un nome che avrebbe fatto tremare tante altre persone.

 “Allora il freddo ghiaccio siderale ha perso.” Era una voce fredda, sprezzante. “Non mi stupisco.” L’assistente del Signor Shiller. Che odio.

 Lei non rispondeva. Sentiva il calore dell’unico suo sorriso andare via, mentre le si spegneva in viso, con delle semplici parole. Faceva sparire quello che un gesto così comune come un sorriso le aveva donato.

 “La Diamond Dust…”
Alzò lo sguardo, al cambio improvviso di voce. Odiosa, assetata di vendetta.
Lei diceva che in quel corpo c’era solo rancore.

 “È sciolta.”

 Un fulmine di stupore le cambiò l’espressione. Le tremavano le labbra, quasi incapace di parlare. Un incontro… con una squadra di nulla rispetto alla loro. Le aveva causato la perdita proprio di quella squadra che ne era così superiore.

 “Se non ne formi una entro un mese che sia forte minimo il doppio, sei esiliata.”

 Inspirò, amaramente. Un nodo le cingeva la gola, ma lei lo trattenne.
Si chinò, come saluto, scura in volto, glaciale. Un brivido di dolore le solleticò la spina dorsale. A passi lenti, trascinati, andò verso la propria stanza.

 Aveva un letto matrimoniale, ma il posto accanto a lei era vuoto. Era sempre stato vuoto da quando era arrivata. Sarebbe sempre stato vuoto. Ma ora come mai quel vuoto, sempre le era rimasto indifferente, ora le faceva veramente male.

 Si girò debolmente verso lo specchio. Non aveva mai avuto un’espressione sconvolta come quella che vedeva riflessa in quella superficie.
Silenzio.

 “Gazelle.”
Risuonò nella sua mente la voce di Axel.
“No… non ci incontreremo più…”

 Cadde sul letto, singhiozzando. Si teneva il viso tra le mani.
Disperata, cercava argomenti che la distraessero, ma nulla sembrava aiutarla.
Ogni gesto, ogni oggetto, ogni pensiero, peggiorava la situazione.

Accese la radio. Forse la musica l’avrebbe calmata.
Iniziò una melodia malinconica e noiosa, da far venire il latte alle ginocchia.

 Quella ‘musica’ riuscì perfettamente a farle sferrare un pugno deciso alla radio, “Taci, lagna!” per poi notare la sua stessa presa che si indeboliva, uccisa dalla voce sconvolta. Tremava. Come non aveva mai tremato.

 La musica prendeva una piega metallica, andando sul rauco e man mano si indeboliva.

 Buttò da un lato la divisa della Diamond Dust. Si morse il labbro inferiore.

Avvolse le braccia attorno alle proprie ginocchia, cercando invano una luce in tutto il buio che la circondava. “Voglio rivedere quel sorriso.”

 ‘Perché sta succedendo proprio a me…?!’

 Non seppe di aver condiviso questo pensiero che, un giorno dopo, apparve nella mente di un ragazzo. Due voci all’unisono. Stessa, forte, amara tristezza.

  
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