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Autore: Frayx9    02/03/2011    8 recensioni
Dal PRIMO CAPITOLO:
"Sbuffo. “Che cosa ti è saltato in mente? Rapirmi?!”
Rotea gli occhi. “Non fare la melodrammatica. Un giorno al mare non ha mai ucciso nessuno.”
Lo fisso. “…M…Mare?”
Fa un suo solito mezzo sorriso. “Già. Mare.”
“Non…ci vado da quando…” la voce si rompe.
Diventa serio. “Da quando sono i morti i tuoi genitori?”
Sospiro e muovo il capo in cenno di assenso."
Inspired Fan Fiction DELENA.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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{Hic Et Nunc.

 

Primo capitolo.
 
Le lacrime scendono deliberatamente sulle mie guance, tracciando profonde cicatrici.
Di nuovo. Cosa ricavi, Elena, se decidi di farti condizionare dall’amore? Solo danni. Ecco cosa.
Della serie: Segui il tuo cuore, lui non sa mentirti. Oppure: Ascolta il tuo cuore e fatti guidare dall’istinto.
Ma ora il mio cuore è muto. Non pompa sangue, non ragiona.
Sono paralizzata. Tu Mi hai paralizzata.  
Ormai sono da mesi che va avanti questa storia e solo ora riesco ad affrontarla.
Una piccolissima parte di me, lo sapevo, ama anche lui. Il fratello cattivo buono come un agnello, stronzo come un gentiluomo, bello e irresistibile come l’impossibile.
L’altra parte, invece, ama anche l’altro lui. Il dolce, premuroso, altro fratello. Quello di cui mi sono innamorata ciecamente un anno prima, appena l’ho visto entrare nell’atrio della scuola. Appena l’ho visto in segreteria. Appena l’ho guardato negli occhi per pochi secondi. Lui è l’amore giusto. Sensato. Che non mi farà mai soffrire.
Ma l’altro tipo di amore, se così si può definire, è un’attrazione letale. E’ alchimia, un’intesa. E’ tutta un’altra cosa che non si può spiegare.
I miei occhi sono gonfi e rossi. Singhiozzo. Il mio corpo viene scosso da interminabili tremolii.
Tutto è cambiato da quando Katherine è ritornata in città. L’ho sempre saputo che la mia sosia cattiva sarebbe stata un guaio per tutta la popolazione di Mystic Falls. Eppure ci sta aiutando, si sta offrendo a portare a termine il nostro piano. O forse il suo piano: vuole uccidere Klaus, tutti noi lo vogliamo. Ma devo anche ringraziarla: dopotutto mi ha aperto gli occhi. Però chi mi assicura che una volta finita questa storia lei non mi ringhi contro e mi spezzi il collo per starsene con Stefan? O con Damon? O forse con entrambi, come una volta nel 1864?
Rabbrividisco. No, non glielo posso permettere.
Ritorno alla realtà, mentre mi accorgo di una frase incompleta scritta a metà della pagina aperta di oggi del mio diario. La rileggo.
 
“Caro diario,
Tutto sta cambiando. Tutto è cambiato. Tutto cambierà. Lo sento. Sento che Damon fa parte della mia vita. Sento che forse tra lui ed io non ci sia semplice amicizia. Ma questo lo so da mesi. Perché l’ho rinnegato per così tanto tempo? Avevo paura di…di…di cosa? Di dire a me stessa la realtà? Bene. La realtà è…”
Prendo la penna stilografica appoggiata sul comodino e costringo i muscoli indomabili a completare.
“…Che lo amo.”
Fisso scioccata quelle tre parole: finalmente l’avevo detto a qualcuno. Al mio amico affidabile. A colui che non lo rivelerà mai a nessuno.
Metto una penna in mezzo per tenere il segno. Avrei continuato non appena mi sarei svegliata. Pur essendo pomeriggio, avevo bisogno di riposare.
Mi stendo sotto una coperta, accanto alla finestra e appoggiando la testa al vetro chiudo gli occhi. Mille ricordi mi irrompono nella mente.
Miss Mystic Falls. Il grimorio. La Cripta. Il “perché è innamorato di te” della mia vera madre, il ciondolo di verbena che indosso tutti i giorni per non rischiare di essere soggiogata, quando mi tirò fuori dalla macchina appena prima di rimanere sbranata da un altro vampiro. Il pub in Georgia. Bree e il suo “E’ un campione a letto, non è vero?”. Quando l’ho salvato. Quando capì che Katherine non sarebbe mai tornata per lui. Quando ero lì accanto a lui in quel periodo. Quando mi guardava e capiva che si era innamorato di me.
Alla fine, la stanchezza ha la vinta su di me e il buio copre il mio spettacolo mentale, facendomi addormentare.
 
 
“Jenna, sono in ritardo!” mi lamento scendendo le scale a chiocciola di corsa.
“Non importa. Penso che fare colazione non ti rubi molto tempo.” Controbatte lei cercando di convincermi invana. Ultimamente sosteneva che fossi dimagrita troppo. Forse non sa delle mie scorte segrete di cioccolato.
“Invece mi ruba circa 2 minuti e 35 secondi! A me ogni millesimo di secondo serve per non arrivare tardi a scuola! Quindi: Ci vediamo oggi pomeriggio, zia.” Così la saluto ed esco di casa.    
Mi fermo sulla veranda appena noto una Ferrari gialla parcheggiata nel vialetto. Non ci darei molta importanza se non sapessi chi ci fosse all’interno dell’auto.
Con il cuore in gola, stringo i libri al petto, e mi dirigo verso la vettura sospirando. Indossava quei suoi soliti Rayban, uno dei suoi sghembi e maliziosi sorrisi, e ovviamente il suo immancabile abbigliamento: jeans neri, maglietta aderente bianca ‘ti-faccio-sbavare-il-mio-fisico-scolpito’ e la sua giacca nera di pelle.
LUCIDA! RESTA LUCIDA!
 
“Che cosa è successo?” Chiedo mentre mi metto una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro.
“Hai bisogno di un passaggio?” Mi risponde con voce mielata.  
“No.” Dico con voce seria. ‘Devo rimanere lucida, devo rimanere lucida!’ Continuo a ripetermi.
“Mi pare che Bonnie oggi sia malata.”
“Con questo cosa vorresti dire? Non salirò su…queste quattro ruote costose! Preferisco molto più farmi una passeggiata.”
Ghigna. “Certo! Allora ci vediamo stasera se parti immediatamente!”
Indignata per la sua solita battutina, giro i tacchi e forse riuscirei a partire se non fosse per una mano che mi stringe il braccio.
“Sali, Elena.”
“No.”
“Sali.”
“Non so se capisci il significato della parola NO!”
“Certo che la capisco, ma non voglio lasciarti andare. Ci sono persone pericolose in giro! Tipo vampiri e licantropi!” Dice ironico.
“Damon, lasciami andare.”
“Non se non sali in macchina.”
“Per favore. Lasciami.” L’ultima cosa che volevo era andare a scuola con Damon! Stefan che faccia avrebbe fatto appena mi avrebbe vista con lui? Ah. Dimentico. Stefan è partito con Katherine.
Lentamente allenta la presa, ma dopo pochi istanti lo sento cingermi un fianco e prendermi per le ginocchia facendomi cadere i libri. Mi ha presa in braccio!
“Lasciami giù!” Dico con tono isterico alzando leggermente il tono di voce.  
“Adesso basta, non fare la bambina.” Apre la portiera e mi posa sul sedile passeggero.
“Sei odioso quando fai così!” I miei occhi diventano due fessure. “Raccogli almeno i libri.”
“I libri non ti servono oggi.” Sale anche lui sul sedile del guidatore, e mette in moto la macchina.
“Non frequentiamo le stesse lezioni.”
“Lo so.”
Faccio per scendere, ma mi blocca di nuovo.
“Tranquilla, i libri te li farai prestare da qualcuno. Siamo in ritardo.”
Continuare a ribattere con lui è solo fiato perso.
Annuendo sconfitta, mi metto comoda e accendo la radio.
 
“Damon, abbiamo superato l’uscita per Mystic Falls.”
“Uhn. Hai ragione. Ah, no. Aspetta. Noi non dobbiamo andare a Mystic Falls!”
Volto lo sguardo verso di lui, a bocca semi aperta.
“TORNA INDIETRO.” Ordino
“Sveglia! Siamo su un’autostrada! Non si può, si infrange la legge.”
“E certo. Ora Damon Salvatore rispetta la legge!”
“Bella battuta.”
Sbuffo. “Che cosa ti è saltato in mente? Rapirmi?!”
Rotea gli occhi. “Non fare la melodrammatica. Un giorno al mare non ha mai ucciso nessuno.”
Lo fisso. “…M…Mare?”
Fa un suo solito mezzo sorriso. “Già. Mare.”
“Non…ci vado da quando…” la voce si rompe.
Diventa serio. “Da quando sono i morti i tuoi genitori?”
Sospiro e muovo il capo in cenno di assenso.
 
Due ore dopo siamo vicini. Molto vicini. Mi tolgo le scarpe e per qualche minuto rimango ferma, ad affondare i miei piedi nella sabbia, a guardare le onde del mare infrangersi su degli scogli sporgenti. Non ci sono molte persone: perlopiù sono bambini piccoli, che giocano con la madre a rincorrersi. Cani che corrono.
Distolgo l’attenzione appena vedo una coppia baciarsi animatamente.
“Perché mi hai portata qui?” Chiedo immergendomi in ricordi passati.
Non risponde. Si limita solo a guardarmi. Improvvisamente mi abbraccia, e io rimango inerme.
“Cosa c’è, Damon?”
“Elena…” le sue braccia mi stringono ancor di più a lui.
“Stefan.” Continua.
Lo guardo negli occhi.
“Stefan cosa?”
Fatica a rispondermi “…Stefan…Stefan non tornerà più.”
  
  
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