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Autore: Astrid 5E    02/03/2011    3 recensioni
Chi non ha mai pensato al fatto che Peach si faccia prendere troppe volte da quel furbone di Browser? Ebbene, non siamo gli unici. C'è anche un' altra persona che la pensa allo stesso modo. Una persona con uno strano cappello in testa ...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti! … Ah e se è notte … Buonanotte a tutti! …. Ehm, ehm, so che chi non si aspettava niente di nuovo, ora si starà leggermente distruggendo la testa, a furia di sbatterla sulla scrivania. E va bene, scusate. Non lo faccio apposta, lo giuro, è tutta colpa della genio-demenzialità! (più demenziale che geniale) e delle bob-ombe! (ebbene sì, lo ammetto, sono loro che mi ispirano!)…..

Camminano ormai da ore.
Il caffè preso alla torre non era dei migliori, ma meglio di niente per tenersi svegli.
Luigi sbuffa.
<< Uffa! Ma è mai possibile che per arrivare ad un benedetto castello dobbiamo fare tutta ‘sta strada?! >> .
Mario si tira su i pantaloni, cercando disperatamente di riallacciarli alle fibbie delle bretelle, dopo la pausa alla toilet.
L’idraulico verde si ferma a fissare il fratello che, zampettando su una gamba, avanza goffo, con la lingua a penzoloni, cercando di allacciare il bottone destro.
<< … Mario? >> . Gli fa poi, dubbioso.
<< Sì? >> risponde l’altro, a fatica, con il fiato corto.
<< Se fai ancora così, presto o tardi, quelle fibbie si romperanno >> taglia corto, Luigi.
<< Naah! >> scuote la testa Mario, fiducioso.
<< Capirai! Sarò ingrassato al massimo di qualche chiletto! Non c’è nulla di cui preoccuparsi! >> .
<< Sicuro? >>
<< Sicuro! >> .
Piomba per pochi secondi un silenzio opprimente.
<< Io non credo >> .
<< E su, Luigi! Che pessimista che sei! >>
<< Non pessimista, ma realista, fratello. Guardati >> precisa l’idraulico dal cappello verde, indicando al fratello l’unico bottone allacciato e che, se avesse potuto parlare, avrebbe urlato di salvarlo.
Mario lo fissa un po’.
Riflette.
Poi sbuffa.
Al diavolo il realismo di Luigi! Non sarà più il sempliciotto di prima – e infatti mi chiedo perché quelli del contratto l’abbiano fatto rimanere – ma qui il protagonista rimango sempre io! E sono io che decido per me stesso! Sì!
Così, spese altri cinque buoni minuti ad allacciarsi anche l’altro bottone, il quale  non si sarebbe astenuto dal fare anche lui la sua dose di strilli.
<< Ecco fatto! Visto? Avevo ragione io, non preoccuparti! >> esclama poi, risistemandosi il cappello rosso sulla fronte, gronda di sudore.
<< Sicuro che vada bene? >>
<< Sicurissimo, andiamo! >> .
E i due ricominciano il viaggio.
 
*strap*
 
<< Te l’avevo detto! Te l’avevo detto o no? Dimmi che te l’avevo detto >> .
Mario sbuffa, seduto a terra. Una mano appoggiata sotto al mento, con il palmo aperto, e l’altra su un ginocchio.
<< M l’avevi detto. … Contento?! >> . Si  volta poi verso al fratello che, a stento, soffoca una risata.
<< E non ridere! >> lo richiama l’idraulico rosso, puntandogli un indice contro.
<< Sì, però avevo ragione io >> continua Luigi, girandosi subito, per ridere di nuovo.
Mario vede le sue spalle sobbalzare e alza gli occhi al cielo.
<< Non importa adesso, chi aveva ragione o meno. L’importante ora è: che si fa? >> .
Luigi ritorna serio.
<< Già, che si fa? >> . si mette una mano sulla visiera verde, per concentrarsi.
In lontananza si sente un fischiettio e una voce nasale che canta qualcosa di incomprensibile.
Entrambi gli idraulici si girano verso quel rumore.
Dalla collina sbuca fuori un essere verde e bianco …
<< Lo so io che si fa! >> schiocca le dita, Luigi, sorridendo pimpante.
<< Aspettami qua, torno subito! >> e detto questo al fratello, si incammina verso quella sagoma.
Mario lo fissa allontanarsi, perplesso.
Lo vede confabulare con quell’ “ essere ” che ora, avvicinandosi sembra un drago.
No … non uno di quelli … !
<< Eccolo qua! >> . Luigi indica il fratello al draghetto bianco e verde spara uova.
Quello squadra dall’alto al basso il povero baffuto, con la lingua rosea per metà penzolante dalla bocca semiaperta.
Poi si gira verso Luigi.
<< Posso darvene metà! Non di più >> .
<< Sentito, Mario? Ecco la soluzione! Prendi metà di questo e la facciamo finita >> .
Mario si gira completamente verso quei due e con occhi sgranati fissa l’oggetto che ha in mano lo Yoshi.
<< Io?! Uno di quelli?! Ma siamo matti? E poi guardalo, guardalo bene! Se non mi stavano i pantaloni, pensi che questo.. ? >>
Luigi scuote la testa.
<< E’ un campione, un campione! Ti sta mostrando i modelli! Poi, per quanto riguarda le dimensioni, ci pensiamo dopo >> .
E poi, rivolto allo Yoshi:
<< Allora, ci sono altri tipi? Ad esempio di un bel rosa? O magari blu? >>
<< Spiacente >> risponde l’altro << Io ne ho solo di questo colore >> .
L’idraulico verde fissa il campione.
 << Mm. E va bene, vada per questo. Dammelo … >> si mette a fissare il fratello per qualche minuto <<  ..Della misura più grande che hai >> termina poi.
<< Ehi! >> . Mario indignato, si alza in piedi. Poi, abbassando lo sguardo, ci ripensa e si rimette a sedere in terra, imbronciato.
<< Va bene ragazzi, ma ad una condizione >> propone lo Yoshi.
<< Parla >> lo incita Luigi.
<< Beh, ecco, sono l’amministratore delle tasse di questi dintorni e c’è un palazzo che non ha ancora pagato le tasse mensili … Se io vi do questo, voi dovrete accompagnarmici >> .
Segue una breve pausa.
<< Dimmi. Qual è il palazzo? >> chiede incuriosito Mario.
<< … Il palazzo di Bowser >> .
Gli occhi di Luigi si illuminano. Mario invece alza i suoi per l’ennesima volta, al cielo.
E ti pareva.
<< Ok, affare fatto! Anche noi andiamo in quella direzione! >>
<< Davvero? Magnifico! Avevo un po’ paura nell’andarci da solo! >> .
Mentre lo Yoshi e l’idraulico dal cappello verde chiacchierano, Mario si alza, alterato.
<< Allora, ce la vogliamo dare una mossa, amico? >> chiede sprezzante, al drago (si fa per dire drago) << Non ho mica tutto il giorno! >> .
Yoshi lo fissa. Poi si sbatte una zampa in testa.  Ma in quella zampa tiene l’oggetto della discussione, che gli fa crescere sulla fronte un enorme bernoccolo.
Scuote la testa e risponde:
<< Giusto! Un attimo e sarà pronto! >>.
 
 
<< Oh, mio Dio! Sto indossando una cosa del genere! >> fa Mario, impacciato, attento a non tagliarsi.
<< Sta zitto e accontentati >> gli risponde il fratello un po’ più avanti, seguito da Yoshi.
<< Ma ti rendi conto?! Una cosa così … enorme! Da quel … minuscolo Yoshi! >> continua, l’idraulico baffuto, afferrandosi la visiera rossa, sconcertato.
Luigi si volta.
<< So che è difficile per te, in tutti i sensi. Ma cerca di resistere, dobbiamo raggiungere il castello di Bowser! >> .
Oh, no. Ora sì che toccherò il fondo. Arriverò là, trionfante e dovrò sconfiggere quella tartaruga OGM … conciato così, indossando …
<< … Un uovo! Un uovo di dimensioni gigantesche appena uscito dal non-so-dove di uno Yoshi! Come posso presentarmi così? Che figura ci faccio? >>
Il cappello verde sospira.
Ma Mario è in preda all’agitazione.
<< E poi è pure mezzo! Ha tutte queste punte che non so come muovermi! Un uovo! A pois! Verde e bianco! Cosa centrano questi colori con i miei?! E poi, guardatemi! Sembro ancora più grosso con questo coso addosso! Come avete minimamente pensato che fosse possibile farmi indossare un uovo! … >> .
Continuò così per un bel pezzo di tragitto, fino a quando non si accorse di essere completamente ignorato.
Allora provò ad aumentare il passo, barcollando come un birillo, con le braccia stese ad aeroplano, per evitare di tagliarsi.
Quel viaggio non prometteva proprio niente di buono. … .
 
Allora! Come vi è sembrato quest’altro capitolo??? Spero vi sia piaciuto almeno un po’, come è piaciuto a me (le bob-ombe hanno fatto un buon lavoro, sì sì!). Beh, ecco, so che è una cosa irrilevante, ma per scrivere questo capitolo mi sono ispirata ad un fatto che è realmente accaduto (ad una persona – non faccio nomi per la privacy- si sono rotti i pantaloni in mezzo alla strada – come a Mario, a cui si rompono i pantaloni); certo, alla persona non hanno messo addosso un uovo, ma qui siamo nel mondo di Mario e co.; è ovvio che succedano cose strane, almeno nella mia ff! ^^
Spero di aver reso bene l’idea  anche questa volta e spero abbiate fatto un sorriso (neanche uno piccolo? Mi accontento anche di mezzo sorriso), un saluto, Astrid 5E. bye-bee!
  
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