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Autore: _ninive_    02/03/2011    2 recensioni
Ray, occhi azzurri, sguardo serio. Sulle labbra ancora il ricordo di quella ragazza, Maya, che l'ha tradito e poi è partita... Eppure è passato un anno. Lui è sempre lo stesso, irriverente, sfrontato, ma sente la mancanza di qualcosa che è volata via nel vento. E poi, il bacio di quella ragazza misteriosa, coperta da una maschera, perfetto, unico, fascinoso, ma senza nome o volto. Solo due occhi lontani, grigi, e un braccialetto d'argento. Nuove amicizie, sensazioni, ma sempre lo stesso passato che ritorna. E allora cosa scegliere? IL SEGUITO DI "TRA MARE E CIELO" ma capibile anche per chi non ha seguito la storia. Gruppo su Facebook CON GLI OCCHI DI RAY. FATEMI SAPERE SE VI PIACE!
"Si può essere attratti da qualcuno in maniera così incondizionata da non preoccuparsi delle conseguenze?
Le sue labbra cercano quelle di Ray, le trovano, le stringono, le mordono, dolci. Le lingue lottano, indomabili, al tempo coi respiri, coi profumi, con la voglia…
Poi, veloce come era arrivata, si allontana da lui, corre via. Lui cerca di afferrarla per un polso, ma il suo braccio scivola via.
La vede sparire dietro le porte di un ascensore, rivolgergli un ultimo sguardo d’argento oltre i buchi della maschera.
Ray non ricorda di aver mai visto occhi così belli, eppure così tremendamente lontani. " leggete e commentate!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tra mare e cielo'
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Morena ha un vero talento per i fornelli. Anche meglio di mio fratello.
“Cazzo che buono” dico, mangiando l’ultimo boccone dal mio piatto.
Lei ride e sembra soddisfatta. Si guarda intorno. Sembra quasi una bambina alle giostre. Una bambina seria e malinconica.
“Quanto è bella casa tua. Vorrei viverci. C’è un sacco di luce.”
Le rubo un pennetta dal piatto. “E ci sono io.” Ammicco un po’.
 “La prendo senza di te se me la regali.”
Io faccio finta di offendermi. Ma non resisto. “Non ci credo che non mi vorresti. Tutte mi vogliono.”
Morena alza gli occhi al cielo e mi fissa. “Ceeerto che ti voglio! In un’altra vita.”
Io sporgo sul tavolo per guardarla meglio, ma lei si alza e comincia a sparecchiare.
Mi schiva, forse perché vuole evitare un contatto troppo diretto con me. Previdente la ragazza.
“Comunque…”Mi lancia una rapida occhiata, tra i capelli biondi che la nascondono e continua:

“Io non capisco come fanno certe tipe a non saperti resistere. Voglio dire, non ci vuole mica molto… e poi dove le trovi tutte queste ragazze da portarti a letto? Secondo me sono tutte cazzate. Mica siamo così sceme noi donne…”
Morena armeggia coi piatti nel lavandino. Da le spalle a Ray e non lo sente neppure arrivare dietro di lei finché non la tocca, spostandole i capelli su una spalla sola, leggerissimo, appoggiando il petto alla schiena di lei.
Morena trattiene il respiro e non sa bene che fare. La cinge per i fianchi prima che lei possa pensare qualcosa di sensato, e comincia a baciarle il collo, lentamente, sensuale. Morena sente i brividi percorrerle la schiena, abbandona il piatto nel lavandino; la mano calda di Ray finisce sotto la maglietta, le accarezza la pelle, e contemporaneamente continua a percorrerla con le labbra e arriva vicino all’attaccatura dei capelli, ne assapora il profumo.
La volta deciso, e lei se lo trova a un centimetro dal viso, i corpi che si toccano. Si perde per un secondo nei suoi occhi, che la fissano, cercando qualcosa che lei non riesce ad identificare. Morena percorre con una mano il petto sopra la maglietta, ogni solco ben marcato, fino a fermarsi sul cuore. Ray riprende a baciarle la pelle nuda, questa volta più passionale, attaccando il suo corpo a quello di Morena che più vicino non si può, le mani sulla schiena, poi più giù, sul sedere, determinato a farle perdere la testa. Lei lo sente avvicinarsi sempre più alle sue labbra, e gliele sfiora con le sue, per farla desiderare ancora.
Ma non la bacia. Si accosta all’orecchio e le sussurra: “Piccolina, ti ha salvato il campanello.”
Morena riapre gli occhi che nemmeno credeva di aver chiuso. Ray le da una pacca sul sedere, e si allontana verso la porta, con una risata soddisfatta sul viso.

Che stronzo che sono. Lo so, lo so. Però ho una scommessa in corso. E comunque non mi sento attratto così tanto da lei per perdere cinquecento euro. È troppo maschiaccio, l’ho già detto. Anche se è bella, cazzo. C’è stato un punto in cui non credevo nemmeno di potermi controllare. La sua mano, dritta lì, sopra i battiti del mio cuore. Che cosa strana.
Apro la porta e mi trovo Fabio. “Ehi, fraté”
“Che ci fai qui?”
“Ma che gentile, sono venuto a farti una proposta e tu mi mandi via!”
“Non ti sto mandando via. Infatti…”
M sposto e quasi mi inchino per fargli segno di entrare.
“Spero che la tua proposta non sia indecente.”
Faccio segno a Fabio di seguirmi in cucina. “Fabio, lei è Morena.”
Morena sorride senza nemmeno guardarmi e gli tende la mano. È incredibile la sua capacità di fare finta di nulla. Fabio guarda me con lo sguardo tipico di quando vuol chiedermi se me la sono portata a letto, perché se non l’ho fatto è un vero peccato.
“More lascia i piatti, dai. Li fa Sere stasera. Devo già ringraziarti se ho mangiato oggi.”
Lei mi sorride e si siede sul tavolo. È proprio un maschiaccio. Peccato.
Fabio si stravacca come sempre sul divano. “Belle notizie. Partiamo!”
“Chi?”
“Io te e gli altri.”
“E dove scusa?”
“In montagna. Trentino. Tre settimane.”
“Ma chi l’ha deciso? E chi sono gli altri?”
“Oh, che palle queste domande. E io che credevo che avresti saltato dalla gioia! Comunque tutti noi della comitiva, i maschi e le rispettive ragazze. Fede non ci sarà sicuro, visto che sono giorni che non mi cerca, e Nikko porta una tipa nuova. Quindi io e te saremo gli unici scapoli. Ci divertiremo.”
“Tutto questo divertimento quando sarebbe? Non mi piace molto la sagra della salsiccia, lo sai.”
Morena ridacchia, poi cerca di trattenersi. Fabio sbuffa e le lancia un’occhiataccia. “Partiamo il 22.”
“Agosto?”
“Luglio.”
“Sono fuori.”
“Perché?”
“Mio fratello si sposa! Eri invitato pure tu ma visto che non ci sei… fottiti.”
Porto un braccio dietro le spalle di Morena e la spingo verso di me. “Sei invitata anche tu al matrimonio, piccolina.”
Morena mi sorride e annuisce. Tra me e me mi chiedo se riuscirà a vestirsi da donna…

Guido tranquillo, fino a casa di Morena. Lei è una frana con le indicazioni.
“Ecco alla prossima giri a sinistra. L’altra sinistra!”
“More, cazzo, ce n’è una sola!”
“Eh, dai un po’ di inventiva… comunque metti la freccia da questa parte.”
Con un braccio indica a destra. “Ecco siamo arrivati.”
Parcheggio e scendo. La zona non è per nulla paragonabile a quella dove vivo io. Il mare è lontanissimo. Ora capisco perché le piace casa mia...
Entro a casa sua da un vecchio portone marrone. La prima stanza è la cucina, che fa anche da salotto. Sul tavolo ci sono rimasugli di un pranzo al volo, molto diverso da quello che abbiamo fatto noi.
Sopra le mensole diverse foto. Una bambina piccola e bionda sul triciclo, sempre la stessa più grande sopra una giostra. Sembrano fatte da una persona dalla mano non molto ferma, perché luci e movimenti si sovrappongono, sfuocati entrambi. La bambina non sorride quasi mai sinceramente, ma in maniera timida, come la Morena cresciuta che sta accanto a me. Sembra che abbia paura di essere troppo felice.
“Sei figlia unica?”
“No, ma mio fratello odia essere fotografato. Le sue uniche foto sono in camera di mia madre. Non c’è nessuno ora però…”
Lei indica un primo piano di una donna. All’inizio l’avevo scambiata per Morena, ma guardandola meglio è più grande, e il colore degli occhi è diverso, le labbra sono più sottili. È molto bella.
“Questo chi è?”
Indico un tizio vestito di bianco vicino al mare di chissà quale spiaggia. Sorride quasi forzatamente, o forse è solo il sole che lo acceca.
“Mio padre.”
“Ma mi avevi detto che…”
“Infatti mia mamma non si è mai sposata. Ma questo non impedisce mica di avere un uomo. Dai, ho preso tutto. Andiamo.”

La accompagno a lavoro, il solito ristorante. Mi saluta con un bacio sulla guancia e io con una pacca sul sedere. Lei ride e mi fa il ghigno.
A questo punto la scommessa la vincerò sicuro…


“Morena che fai stanotte?”
“Che palle, Vera! Sono stanca morta, ho finito ora di lavorare…”
“Cavolo è vero che lavori tre giorni a settimana in quella merda di ristorante!”
Morena passa il telefono da un orecchio all’altro cercando di mettersi il pigiama. Per un secondo è tentata di dire all’amica con chi ha passato tutto il giorno, però bloccata da chissà cosa non lo fa. Saluta Vera che sbuffa.
Si lava i denti e si pettina i capelli, canticchiando una canzoncina in francese che le cantava la madre quando era piccola. Entra nella sua stanza e nota un pacco blu sul letto che non c’era al pomeriggio e che prima non aveva notato, forse perché non aveva acceso la luce. Si avvicina e lo apre. Dentro trova lo skateboard che le piaceva, e un biglietto con su scritta solo la lettera R. Pensa a Ray e al fatto che sia completamente pazzo. E dolce anche.
Si affaccia alla porta e urla verso la cucina: “Vado a letto, a domani!”
Nessuno le risponde. Non fa nulla. Tanto ormai c’è abituata.



Entro in camera di Marty e la trovo seduta su una valigia più grande di lei. La aiuto a chiuderla, e sembra soddisfatta, ma dobbiamo riaprirla perché per sbaglio c’è finito dentro il suo cellulare. Sempre la solita Marty.
Rivede la lista delle sue cose da portare, sembra tutto apposto. Tanto dimenticherà qualcosa, sono più che sicuro. Che palle, mi mancherà, odio doverlo ammettere.
Le racconto un po’ della mia giornata con Morena, tralasciando dettagli importanti come il fatto che stavo per baciarla.
Una nostra foto, mia e di Marty, ricopre tutta quanta una parete.
“Le ho comprato lo skateboard, quello che le piaceva, e gliel’ho fatto consegnare dalla tizia del negozio. Dopotutto mi ha aiutato, e l’ho invitata al matrimonio, tanto vi conoscete, no?”
Marty nemmeno mi ascolta, visto che canta guardandosi allo specchio. “Tanto non ci riuscirai a fartela amica! Perderai, Ray!”
Mi ascoltava. Ma non vincerà.

Corro sull’asfalto. Non so perché mi è venuta in mente Maya. Perché sempre tu in testa? Mi ricordo di aver anche dato buca ad una ragazza. Che figura di merda. Ma chi se ne frega dopotutto. Raggiungo la spiaggia dove con Maya ci eravamo baciati, dopo aver litigato, dopo che l’avevo tradita, abbastanza vicino al Chico. Sono quasi le due. Decido di farci un salto, anche se sono solo, tanto per vedere se c’è quella ragazza dalla maschera d’argento. Il bracciale nella mia tasca, come sempre.
La musica impazza. Mi viene subito il mal di testa. Vedo il gruppo dei miei amici dall’altra parte della sala, ma non ho voglia di raggiungerli.
Mi sento apatico, malinconico. Da un lato voglio Maya, o almeno credo, e dall’altro voglio dimenticarla. Ma sono ricordi tristi o gioiosi quei momenti passati assieme?
E finalmente vedo la ragazza. È quella che balla più sensuale tra tutte, la più bella. Nel piedistallo più alto, con tutto il mondo intorno. La canzone finisce ed è rimpiazzata da un’altra …e si perde tra la folla.

Lei scende dalla postazione, e Katy prende il suo posto. Dopotutto non vedeva l’ora. Ammira Katy per il suo modo di comportarsi, di fregarsene, di ballare per il gusto di farlo e sentirsi bella. Lei non si guarda mai allo specchio se non per motivi pratici. Lo fa ogni sera prima di lavorare, ma si vede con occhi diversi, come se fosse affacciata ad una finestra e quello che vede la ripugnasse. Lei bella non si è mai sentita. Cerca con gli occhi quel ragazzo tra mille persone, e finalmente lo trova, ma sembra cercare qualcuno anche lui, qualcuno che sicuramente non è lei. Gli passa davanti facendo finta di nulla,  ma è bloccata per la mano. Si volta, pronta a dimenarsi, quando si accorge che è proprio lui che l’ha fermata, quel dio greco dagli occhi azzurri.
La musica sembra cessare, le persone dileguarsi. Lui le sillaba la parola “Finalmente” senza emettere suono, e le fa segno di seguirlo. Il suo cuore è l’unico rumore che sente. Si allontanano dalla folla, in un posto dove potersi guardare in silenzio.
Lui si avvicina a lei, ma non le toglie la maschera, sicuramente per paura di un suo rifiuto. Le accarezza le labbra, piano, la fissa nei suo occhi chiari sfuggenti, lontani. La bacia, senza paura, dolcemente, e lei… lo guarda, e gli dice “Addio”.
Poi si allontana. Scappa da lui e da tutto quello che comporterebbe stargli vicino. Può solo continuare a desiderarlo da lontano, vivere dei ricordi e delle fantasie accumulate in un cassetto. Lei non merita quella perfezione, quel ragazzo che sembra averla scelta. Non sarebbe dovuto andare così.
Lui è tutto quello che ha sempre voluto. Ed è totalmente irraggiungibile.


EUEUEUEEImage and video hosting by TinyPic GRAZIE MILLE A CHI LEGGERà E APPREZZERà QUESTO CAPITOLO. SPERO VI SIA PIACIUTO...FATEMI SAPERE... =) _NINIVE_

P.S. VI RICORDO IL GRUPPO SU FACEBOOK: CON GLI OCCHI DI RAY. <3

  
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