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Autore: harua_96    03/03/2011    7 recensioni
FF ispirata ad un sogno. Una RxS proposta in un modo un po' diverso. Molto, molto tempo fa, nel regno Solare nacquero due sorelle, completamente diverse tra loro. Queste, però, furono allevate dai sovrani di altri due regni di Wonder. Finalmente, arrivò l'anno del loro 15° compleanno, al loro primo ballo, le belle principesse si conoscono e possono farsi ammirare in tutta la loro grazia dai futuri sudditi. Ma due occhi di un magico viola intenso, non riescono a staccarsi dalla principessa blu. Di chi saranno queste iridi? Chi sarà la nuova regina del pianeta Wonder? Spero di avervi incuriosito, almeno un pochino :P Ciaooo
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Rein, Shade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BlueMoon 10 Ciao a tutti! *valanga di pomodori le cadono addosso* vi prego non uccidetemi ora! È passato solo un po’ di tempo dal mio ultimo aggiornamento... ma poco eh!
A parte gli scherzi, sono davvero imperdonabile e mi dispiace avervi fatto attendere così tanto.
Comunque, bando alle ciance vi lascio al capitolo, spero vi piacerà (:



10. I want your mouth



Passarono alcuni giorni da allora.
Giorni in cui Angel aveva ripreso il suo bel sorriso e stava imparando a vivere nel castello della Luna.
D’altro canto, però, Eclipse non l’aveva più toccata.
Dopo aver ballato e averle parlato contro le sue labbra, non c’era stato più niente.
Certo, continuava a sorriderle e aiutarla, ma si vedevano poco,
Prima le sarebbe potuto andar bene, ma, ora, sentiva che averlo solo come amico, non le bastava più.
Voleva le sue labbra.
Le desiderava come non aveva mai desiderato nient’altro prima d’ora.

I sovrani erano tornati quella mattina tardi dal Regno dei Gioielli per un incontro tra reali al fine di riassumere la situazione.
Ovviamente, avevano anche parlato della, per così dire, natura libertina dei due principi.
Non doveva assolutamente accadere nulla o l’equilibrio di Wonder sarebbe stato gravemente compromesso.
Non che non avessero fiducia nei loro figli, ma in situazioni come quelle era molto meglio stare attenti.
Era quindi importante che non nascesse alcun sentimento tra le coppie.

Dopo il pranzo, in cui i principi della Luna e Angel avevano aspettato il ritorno dei reali, Eclipse era stato chiamato da Damion (il nome del re u.u ndH) che gli aveva fatto una serie di raccomandazioni e sottolineato l’importanza del destino del pianeta, tutte cose che gli avevano fatto venire il mal di testa, a furia d’esser ripetute.
Suo padre a volte era di una pesantezza unica, come tutti i genitori d’altronde.
Un po’ di fiducia doveva pur concedergliela... o forse no.
Effettivamente, l’attrazione che provava per Angel era forte e l’avrebbe volentieri baciata.
Però, santo cielo aveva 22 anni!
Ovviamente l’aveva fatto notare anche a quel vecchiaccio! Che re Damion non fosse affatto avanti con l’età, le donne del Regno lo sapevano bene, e Dio solo sapeva come quella santa donna di sua madre avesse fatto per tenerselo stretto e, soprattutto, averlo retto per tutti quegli anni insieme. Un po’ invidiava i genitori... avevano un rapporto così stabile e si erano innamorati a prima vista! Da quel giorno, da quanto gli era stato raccontato da piccolo, niente li aveva più potuti separare, nemmeno i nonni, che non avevano mai pensato di unire le loro corone e avevano altri progetti.
Comunque sia, quel fantastico di un padre gli aveva risposto che era ora che trovasse moglie, lo succedesse al trono (forse era meglio pensare che fosse un giovane nel fiore degli anni, allora) e avesse degli eredi.
Gli si accapponò la pelle al pensiero di avere dei figli! Lui voleva essere libero per ancora molto tempo! Non aveva spazio per cose come la famiglia! Aveva ancora troppe donne che lo aspettavano.
Tanto, sapeva bene che quelli del padre erano solo discorsi a vuoto ed era esattamente la stessa cosa che aveva pensato quando, con espressione scocciata, aveva staccato le iridi ametista da quelle del genitore, così simili alle sue.
Come se non bastasse, se avesse combinato qualche casino con Angel sicuramente sarebbe rimasto solo a vita.
In sintesi, da quel momento il sesso era un peccato.
“Siamo messi bene” si disse sarcastico mentalmente.

-Eclipse- lo chiamò una voce femminile dietro di sé.
Si voltò e trovò la regina Moon Marianna che sorrideva dolcemente. I capelli castani le ricadevano in bellissimi ricci sul vestito nero e blu che, armoniosamente, toccava terra. Ferma e composta, teneva le mani unite sull’abito.
-ah, ciao mamma-
-come stai?- sua madre era sempre stata una donna dolce e gentile che, prima di chiedere qualsiasi cosa, domandava se era tutto a posto.

-sì, tu?-

-anch’io- rispose mantenendo il sorriso :-com’è andata con tuo padre?-

-uhm- scrollò le spalle socchiudendo gli occhi :-bene, sempre le solite raccomandazioni- continuò con fare annoiato.

-cerca di capirlo, è preoccupato per il tuo futuro-

-più che per me, mi pare preoccupato per il regno-

-oh sciocchezze Eclipse, è sempre tuo padre!- esclamò, accennando una risata.
Di tutta risposta, lui le rivolse un’occhiata torva :-sarà- disse solamente, per poi voltarsi e incamminandosi per il corridoio vuoto.

-dove vai?-

-da Angel- rispose provocatorio, alzando una mano in segno di saluto.

“Eclipse è sempre il solito!” Si disse la donna, senza poter contenere un sorriso divertito.


Qualcuno bussò alla porta del re, che diede il permesso di entrare nello studio.

-mi aveva fatto chiamare, sire?- domandò il servitore, facendo un inchino.

-sì- fece una pausa guardandolo con i suoi occhi penetranti.
All’uomo, sembrò che lo stesse valutando, cercando di capire se sarebbe stato in grado del compito.
Deglutì sotto pressione, anche se non era la prima volta, quando accadeva, suscitava sempre un forte effetto.
Riprese :-ho bisogno che tu controlli mio figlio Eclipse e la principessa del Regno Solare quando sono insieme. Sappi solo che da te potrebbe dipendere il nostro futuro-

Rimase basito sotto lo sguardo severo del re, mentre la tensione cominciava a salire.

-allora?- lo spronò, in attesa di una risposta.

-sarà fatto, sire-

Damion annuì e gli fece cenno di andare.
Ora doveva solo incrociare le dita.


Angel, armata di libro, entrò nel giardino del castello attraverso una porticina, trovandosi sotto ad un porticato retto da colonne di forma circolare.
Lo spazio attorno era ricco di alberi, cespugli potate da formare le più svariate figure, fiori, colori e profumi.
Un paradiso per lei che amava la tranquillità.
I soli suoni che si udivano erano lo zampillare dell’acqua nelle bianche fontane e il cinguettio degli uccellini.
S’incamminò per una delle vie ciottolate, ammirando le mille bellezze che la circondavano, rimanendone totalmente abbagliata.
Trovò poi una panchina di marmo ombreggiato da un salice piangente, decise che era il posto giusto per leggere e vi si sedette.
Il venticello tiepido le scompigliò un poco i capelli mossi blu, le cui ciocche erano legate dietro la nuca.
Dovevano essere circa le 16, era dalla fine del pranzo che non incontrava Selene o Eclipse.
Solitamente lui la veniva a cercare... perché non era ancora arrivato?
L’espressione sul volto della principessina si fece triste.
Aveva forse fatto qualcosa di male per meritarsi questo distacco da parte sua?

Nel frattempo, Eclipse la spiava da una finestra del palazzo.
La poteva scorgere da dietro, ma aveva notato che stava leggendo un libro.
Dio solo sapeva quanti libri si era divorata da quando era arrivata fino ad ora!
L’aveva cercata praticamente ovunque e, quando l’aveva scorta dopo aver dato per caso un’occhiata fuori, finalmente l’aveva trovata.
Come poteva essere stato così stupido da non aver pensato che potesse essere in giardino?!
Questo dimostrava quanto poco la conoscesse.
Scacciò via quei pensieri che, stranamente, lo infastidivano e si diresse verso le imperiose scale.
Quando fu giù, imboccò il corridoio.

-principessa Angel-

La ragazza quasi si spaventò sentendosi chiamare, assorta com’era nei pensieri.
-si?- domandò al servo ancora chino.

-le andrebbe di fare un giro per il resto della reggia? Ci sono ancora molte cose che deve vedere- spiegò.
In realtà il suo vero scopo era quello di non far incontrare i due ragazzi e, così facendo, avrebbe sicuramente evitato di farla raggiungere da Eclipse in un posto così appartato.

-io... veramente- rispose incerta.
Forse se fosse andata con l’uomo avrebbe incontrato il moro, quindi effettivamente le conveniva accettare la proposta.
-sì, va bene!- esclamò alla fine sorridente.
E i due se ne andarono.

In due minuti fu in giardino e si recò nel posto in cui l’aveva vista.
Si guardò in giro spaesato.
Che avesse sbagliato?
Angel non poteva essersene di già andata!
Eppure lì intorno non c’era...
La sua attenzione fu catturata da qualcosa.
Qualcosa di rettangolare e beige.
Si voltò verso la panchina azzurra accanto al salice.
Su di essa vi era un libro.


Angel, splendida nel suo abito azzurro con ricami in argento, entrò nell’ampio salone.
-buonasera re Damion e regina Moon Marianna- disse facendo un inchino.

-buonasera principessa Angel- salutò formale l’uomo chinando lievemente il capo.

-ben arrivata mia cara- rispose invece la regina alzandosi e venendole incontro.
Era davvero una donna incantevole Marianna.
Selene aveva preso molto da lei.
Così come Eclipse assomigliava al padre.

-padre! Madre!- esclamò una voce.
Selene si fermò sulla soglia, piegandosi per riprendere fiato dalla corsa.
-scusate il ritardo, ci ho messo molto a prepararmi- spiegò.

-Selene!- la rimproverò brusco Damion :-cerca di comportarti come una brava principessa della Luna!- poi borbottò a voce bassa :-tra te e tuo fratello non si sa chi è peggio-
Al ché Angel trattenne a stento un sorrisino.

-Eclipse!- ribatté subito la castana che aveva sentito.

-dai siediti bambina mia- la invitò amorevolmente Marianna.
“È davvero una madre dolce” pensò colma di felicità la blu.
E pensare che lei non aveva nemmeno mai visto in faccia i suoi genitori.
A stento se li ricordava dai dipinti che aveva potuto ammirare.

-mamma! Ho l’età di Angel!-

-hai proprio ragione figlioletta- e dalla sua bocca uscì una risata cristallina.

-sai dove sia Eclipse?- chiese Damion a Selene.

-io è da dopo pranzo che non lo vedo...- rispose sedendosi a tavola insieme alla regina e alla principessa.

-mi farà impazzire un giorno o l’altro quel ragazzo!-


Più tardi, la ragazza chiuse la porta in legno della sua camera e vi si appoggiò contro sospirando e abbassando gli occhi malinconici.
Dov’era Eclipse?
Aveva sperato così tanto che la venisse a cercare nel pomeriggio, ma non era successo.
Infondo, era ovvio che per lui fosse solo una bambolina usa e getta.
Scartata ancor prima di esser pienamente valutata.
Non era nemmeno all’altezza di essere assaggiata dalle sue labbra.
Maledetto Eclipse!
Maledetto!
Conficcò così tanto le unghie nella pelle, che le nocche diventarono pallide.
Per lui era sempre stato solo un gioco! Solamente quello.
Non gli era mai importato veramente di lei come persona.
Pensava davvero solo a sé stesso!
E dire che Erick l’aveva avvisata...
Gli occhi si fecero più lucidi, ma si rifiutò di piangere.
Non si meritava nemmeno una delle sue lacrime.
Sarebbe dovuta rimanere giù con gli altri reali, almeno non avrebbe pensato al principe.
Al suo principe.
Negò prepotentemente con la testa.
No!
No dannazione, no!
Lui non era mai stato il suo principe, lui era un principe.
Ed era il principe più bello che avesse mai visto.
Ma non era più importante ormai.

Si staccò camminando incerta verso la scrivania.
Aveva bisogno di svuotare la mente per non annegare nelle lacrime e nel dolore.
Cercò ovunque il libro che stava leggendo, ovunque.
Ma niente... non c’era.
Sbatté un pugno sul tavolo e strinse in denti, mentre la vista le si annebbiava.
Perché? Perché? Perché? Perché?!
Perché oggi non le andava bene niente?
Tutto e tutti sembravano essere contro di lei.
Poi, un barlume di speranza le si accese negli occhi.
Si precipitò fuori dalla stanza e corse a perdifiato verso una meta precisa.


Eclipse camminava a testa bassa per uno dei grandi corridoi.
Indossava i suoi indumenti da principe azzurri con ricami dorati e sui capelli sbarazzini poggiava la corona in oro.
Si era arreso a cercare la sua principessa.
Ella sembrava essersi volatilizzata... sgranò gli occhi spaventato.
E se l’avessero rapita?
No... impossibile, non ora che era pieno di guardie.
Come se non bastasse Angel era tenuta costantemente sotto controllo.
Fiaccamente, strinse la maniglia della porta e l’aprì lentamente.


Vide la sua espressione malinconica tramutarsi in una incredula, come quando non si può credere a quello che si ha realmente davanti; i suoi capelli notturni raccolti in una coda mossa si lasciavano accarezzare dal vento e la luna le baciava la pelle color perla.
La guardò con viso impassibile ma con occhi caldi, incitanti a farlo venire verso di lei.
Intorno si udiva solo l’acqua cristallina della fontana alle sue spalle.

-principessa- sussurrò cadendo ai suoi piedi.
Le prese delicatamente una mano, come se fosse di fragile cristallo.
Era piccola e magra, coperta da un vellutato guanto pallido.

-Eclipse alzatevi, ve ne prego- disse.
Il fresco della serata sembrava averle rubato il rosso che le colorava le gote ogni qual volta il blu si tingeva di viola, facendole provare una naturale difficoltà.

Non distolse mai gli occhi dai suoi, nemmeno quando aprì bocca.
-non posso. La tua bellezza mi schiaccia totalmente a terra. Mi paralizza e mi lascia senza fiato. Non chiedetemi l’impossibile, ma permettete alle mie braccia di stringervi ed io non esiterò ad alzarmi-

-sapete che vi è proibito- gli ricordò volgendo gli occhi da un’altra parte, come a non voler vedere colui che desiderava.

-allora ve ne siete accorta-
Ora capiva perché per tutto il giorno non l’aveva trovata e anche lei aveva capito il motivo per cui era stata portata ovunque.
Si alzò e riprese l’attenzione della giovane posandogli le mani sulle spalle.
Abbassò il viso e le sussurrò :-non mi importa delle regole, non mi importa di nulla. Io voglio solo le tue labbra-
Delicatamente si posò su di esse.
Il contatto fu dolce ma elettrico.
Un bacio che entrambi volevano ma che non era giusto.
Un bacio dalle labbra fredde di lui e quelle calde di lei.
Angel gli circondò il collo con un braccio, mentre con l’altro gli strinse la camicia bianca, mentre Eclipse la strinse forte a sé.
Suo padre avrebbe potuto dargli qualsiasi genere di regola, ma non l’avrebbe separato da lei, dal suo angelo.



Angolino:
allora come vi è parso?
Sicuramente ho corso un po’ nel far baciare quei due, ma è perché non volevo fare trecentomila capitoli e soprattutto seguire un filo che in questi mesi sono riuscita a prefissarmi.
Ammetto inoltre che volevo aggiornare qualche settimana fa, ma a causa degli impegni scolastici mi è stato davvero impossibile, chiedo ancora scusa ):
Ringrazio tutte quelle persone che hanno aggiunto la mia ff tra le preferite, seguite e ricordate!!!^^
Bene non vi tormentò più, solo spero vi sia piaciuto e mi scuso per gli eventuali errori :p
Ciaooo^^
Baciii
  
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