Era il 14 febbraio.
Noto a tutti per la smielata ricorrenza che assilla fidanzati e non. I primi per trovare un regalo, i secondi per sfuggire i luoghi pubblici o trovare un partner almeno per quel giorno. Non saprei qual è la situazione più invidiabile…
Fatto sta che, anche essendo un martedì, i professori di Hogwarts (con una piccola eccezione costituita dal tenebroso Piton, intento a nascondersi da qualche adolescente in preda agli ormoni che lo cercava per dargli una torta al cioccolato fatta dalle sue dolci manine apposta per lui) avevano evitato di dare compiti e spiegare, cosicché tutti gli studenti potessero dedicarsi agli appuntamenti e alla spasmodica ricerca del regalo giusto. D’altronde erano stati giovani e innamorati anche loro (con qualche dubbio su Ruf) e capivano i loro studenti.
Madama Rosmerta era indaffaratissima e, stranamente, anche Aberforth. Le due note locande di Hogsmeade erano aperte e piene di decorazioni rosa e cuoricinose.
In un tavolo appartato della Testa Di Porco, due giovani stavano seduti in un angolino buio, lontano dagli occhi di tutti.
Quei due ragazzi erano Ron Weasley e Harry Potter, che da quasi un anno avevano scoperto che la loro amicizia era qualcosa di più e che Ginny e Hermione, pur essendo loro amiche, non potevano essere le loro compagne di vita.
Erano stati entrambi un po’ restii a uscire a festeggiare – non che tenessero la loro relazione segreta, ma non gli piaceva essere al centro dell’attenzione-  ma le loro ex-ragazze, che sembravano condividere anche loro qualcosa di più di un legame di amicizia, li avevano letteralmente spediti fuori dal cancello della scuola con un fattura Orcovolante e caldamente invitati ad andare a bersi qualcosa.
E così, si erano ritrovati al pub del fratello di Silente, che riservava sempre loro un posto e, cosa più importante, stoviglie pulite.
A vederli sembravano due baccalà: infatti non si dicevano niente, non si sussurravano paroline dolci, non si baciavano, neanche si sfioravano. Solo, si guardavano, in un modo tale da escludere il resto del mondo, erano così immersi nel loro amore, come due palombari che, ostinati, non ritornavano a galla per prendere fiato.
E pensando in un angolino recondito della loro mente impegnata a perdersi l’uno negli occhi dell’altro che sì, forse le ragazze avevano avuto ragione a cacciarli fuori dal castello e obbligarli a uscire.





Quinta a pari merito: San Valentino- di MarchesaVanzetta

Grammatica: 9,43/10
-0,35 (ripetizione)
-0,223 (errore nell’uso della punteggiatura)

Nel complesso non ho riscontato errori gravi: solo una piccola ripetizione e una virgola di troppo.

Attinenza tema/citazione: 8,5/10
Il tema è presente; la citazione inserita e ben contestualizzata.
Avrei solo approfondito il tema dell’isolamento, ma non ci sono altre pecche, in questo senso.

Caratterizzazione: 7,25/10
∙ introspezione: 2/5,5
∙ credibilità: 1/1
∙ IC: 3/3.5

L’introspezione dei personaggi è appena accennata, ma questi risultano credibili e per niente al di fuori dai loro caratteri, malgrado sia una coppia non Canon e slash.


Originalità: 3/5
La tua è esattamente la storia che mi aspettavo di leggere in questo contest, per questo il punteggio dell’originalità forse ne risente un po’. Insomma, l’equazione San Valentino, cuoricini e Hogsmeade era abbastanza scontata, ma la storia non cade comunque nel banale. E questo non è così facile come si potrebbe credere.

Giudizio personale: 9/15
∙ stile: 3,5/5
∙ trama: 2 /5
∙ caratterizzazione 3,5/5

Hai trattato il tema della festa con giusta ironia, ma senza rinunciare alla dolcezza, in un modo spaventosamente efficace.
Scalda i cuori e strappa anche una risata. I miei complimenti, non credo che potrei mai riuscire a fare una cosa del genere!
Non c'è grande azione, da qui il punteggio basso nella trama.

Totale: 37,18