Chi dice che il tempo non muta, che nonostante il suo perenne scorrere non lo si possa fermare o accelerare?
Il tempo lo si può controllare, peccato che il suo scorrere non rispecchi i nostri desideri bensì i nostri incubi.
Rende i secondi ore quano nota in noi agitazione, ansia, paura.
Rende le ore secondi quando nota in noi felicità, serenità, amore.
Beffardo il tempo, vero?
Come il destino, come la vita.
Si prende gioco di noi, miseri umani che ci crediamo padroni del mondo.
Ma non siamo padroni nemmeno di noi stessi, delle nostre emozioni.
Perché ci sarà sempre qualcuno a criticare.
E il tempo è beffardo anche in questo, perché solo chi possiede un tempo tanto vasto lo sprecherebbe per trovare difetti nel prossimo invece di piccoli particolari da amare.
E dunque il tempo si veste di infinito, si fa credere eterno e gli umani, poveri stolti, stanno al suo gioco.
E si sentono potenti, quasi dei, quasi perfetti.
E vogliono che tutto intorno a loro sia perfetto nel medesimo modo.
Perfetto secondo il loro essere.
Ma su questa terra siamo sette miliardi, qual è dunque la giusta perfezione?
Difficile rispondere, trovandocene davanti tante.
Ma la perfezione non è unica e immutabile?
E tu, piccolo essere in questo universo immenso, tu piccolo atomo di questo pianeta infinito, tu lo sai che nulla di te può abbracciare quei parametri.
E dunque cosa siamo, cos'è che davvero rincorriamo.
E la risposta viene, immediata, fredda, glaciale.
L'inesistente.
Un utopia concepita ma mai partorita, perché privi dei mezzi necessari, perché privi di quelle condizioni.
Eppure io ti dico, uomo che come me vivi su questa Terra, respiri quest'aria, e ti disseti con quest'acqua, che se ascolterai il tuo prossimo, se lo aiuterai invece di criticarlo, se gli regalerai sorrisi invece di urla, allora sappi che sarai perfetto.
Perché la perfezione di uomo appartiene già all'uomo stesso.
Perché l'uomo non è nato per odiare, uccidere o criticare.
Perché l'uomo è nato per amare.
Perché la perfezione di un uomo è figlia del suo amore.