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Autore: Kiki Stewart    03/03/2011    0 recensioni
Questo è Twilight raccontato dal mio punto di vista.
Come reagireste se Bella fosse la sorella di Jasper?
La storia d'amore con Edward sarà sempre la stessa?
In una piovosa Forks, venite a scoprire come ho vissuto io Twilight!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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CAPITOLO 1

 
La mia vita nuova fra poco avrà inizio.
Io sono Bella, una ragazza di 17 anni che vive a Phoenix, posto caldo e soleggiato che io adoro!!!
Vivo con mio padre Charlie, un restauratore molto avvilito e con mio fratello gemello Jasper, lui frequenta la mia stessa scuola, fra noi c'è un rapporto unico e inimitabile, ci capiamo con un solo sguardo, alle volte sentiamo quello che prova l'altro anche se distanti.
La prima volta che successe eravamo piccoli, avevamo 6 anni, lui era andato a scuola invece io ero rimasta a casa a causa dell'influenza, mi ricordo che a metà mattinata mi si alzò la febbre e stavo sempre peggio, dopo 10 minuti lui arrivò a casa sconvolto chiedendomi cosa fosse successo, infatti mentre era a scuola ebbe una brutta sensazione, come se stesse male anche lui e capì che mi era successo qualcosa! Adoro questo rapporto unico che ci lega.
Gli voglio un bene dell'anima e lui ne vuole a me!
Questi giorni sono molto caotici per noi, infatti fra 3 giorni ci trasferiremo a Vancouver, scelta presa da mio padre, col nostro consenso, dopo essere tornato a casa da lavoro per l'ennesima volta triste, deluso e avvilito! Quella stessa sera si era messo a cercare su internet un nuovo lavoro.
Dopo circa un'ora di ricerche venne da me e mio fratello con un sorriso che illuminava tutta la casa....
Ci spiegò che aveva messo il suo curriculum su internet e dopo pochi istanti gli arrivò un messaggio da una ditta di restauri di Vancouver, dove dicevano che conoscevano bene come lavorava e che lo avrebbero voluto molto volentieri nella loro squadra, lui non ci pensò due volte e si misero d'accordo per incontrarsi e mettere a posto il nuovo contratto. Dopo quello che ci disse con tanta gioia e felicità che non vedevamo da anni, io e Jasper non abbiamo esitato nemmeno un attimo e abbiamo deciso che ci saremmo trasferiti appena era tutto a posto.
Infatti a Vancouver abita mia cugina Rosalie, tutta sola in una casa enorme che i suoi genitori, dopo la loro morte, le hanno lasciato, Rosalie era sempre  molto sola e appena mio padre gli spiegò le nostre intenzioni, lo bloccò prima che potesse continuare, dicendogli che sarebbe stata felicissima di averci fra i piedi in casa sua.
Così mio padre il giorno dopo andò a Vancouver a incontrare il capo di questa ditta e intanto portò alcuni dei nostri bagagli a casa di Rosalie.
Quando tornò a casa noi eravamo in camera a studiare, sentimmo un urlo liberatorio che proveniva dalla cucina, io e Jasper ci precipitammo di sotto e scoprimmo nostro padre sdraiato per terra a ridere come un matto.
Io e mio fratello ci guardammo con gli occhi pieni di gioia, sapevamo già com'era andata così ci buttammo per terra insieme a Charlie a urlare come matti e ridere tutti insieme.
E' stato uno dei momenti più belli dopo la morte di nostra madre 6 anni fa.
Morì per un brutto male improvvisamente, lui non si perdonò mai il fatto di non aver potuto fare niente per salvarla.
Infatti dopo la scomparsa di Renee mio padre smise di vivere, fisicamente era presente, ma la sua anima, il suo cuore e la sua mente erano volati via con lei. Per fortuna grazie al nostro aiuto riuscì a riprendersi piano piano, anche se tuttora ogni tanto ha momenti di tristezza immensa, ma con me e Jasper vicino riesce sempre a passare quei brutti istanti.
Come ci dice sempre, siamo la luce della sua vita, vive per noi ed esclusivamente per noi e per la nostra felicità.
Guardarlo ora, così felice e spensierato, mi riempie il cuore di gioia!
La mattina dopo la mia sveglia suonò, sempre puntuale purtroppo, aprii un occhio, la spensi e mi rimisi giù a dormire, dopo pochi minuti però ecco che il mio adorato Jasper venne a svegliarmi cantando come un matto una delle sue canzoni preferite e anche mia devo ammetterlo «The paranoia is in bloom, the PR. The transmissions will resume
They'll try to push drugs. Keep us all dumbed down and hope that. We will never see the truth around.(So come on)" ogni mattina una canzone diversa, oggi era il turno dei Muse, lo guardai e mi misi a ridere.
"Dai dormigliona è ora di prepararsi per questo bellissimo giorno di scuola" disse facendo una smorfia. "Sì Jasper lo so, ora mi alzo dai, ancora un minutino" risposi.
Lui mi osservò con uno sguardo di sfida, si lanciò sul mio letto e iniziò a farmi il solletico!
Io scattai in piedi come una molla "Ok ok sono pronta, mi preparo e vengo a fare la colazione pazzoide" presi i miei vestiti e mi chiusi in bagno, una bella doccia per svegliarmi meglio e sarei stata pronta.
Scesi di sotto e trovai mio padre e Jasper imbambolati davanti a dei progetti, mi avvicinai per guardare meglio, "Papà sono i progetti della ditta per cui lavorerai?"
"Sì Bella, non li trovi stupendi? Mi piace come lavorano, quello che fanno è magnifico e lo spirito che ci mettono è quello giusto" mi rispose.
Lasciai perdere quei progetti di cui non capivo granché e mi misi a preparare uova e bacon per i miei uomini di casa e una bella tazza di latte e caffè per me....
Andai in bagno di nuovo per lavarmi i denti e mettermi a posto un po' meglio i miei capelli lunghi, ma troppo ribelli e scesi di sotto per una giornata di scuola, l'ultima qui a Phoenix.
Stamattina era il turno di Jasper a guidare la nostra macchina in comune, un bel Pick up nero, regalo di nostro padre per il 17simo compleanno.
Mentre ci dirigevamo a scuola, Jasper iniziò a farmi domande, sull'imminente partenza e su come avrei fatto con i miei amici.
"Beh qua di amici ne ho pochissimi, sai che sono molto selettiva" risposi " mi spiace lasciare Steph, so già quanti pianti ci faremo quando sarà il momento di andarsene" il mio viso si fece triste "invece per quanto riguarda la vita là, credo che non ci farà male cambiare, ho sentito dire che Vancouver è molto bella, sicuramente non vedremo più tutto questo sole e caldo, ma credo che ce la caveremo comunque, faremo nuove amicizie, non credi?" gli chiesi "Hai perfettamente ragione e poi nessuno dei due ha qualcosa di importante che lo lega qui, per cui sinceramente non vedo l'ora, chissà che sport praticano là, come si divertono, come sono le ragazze e le persone...."
Bene mio fratello era partito per uno dei suoi soliti viaggi mentali in cui si fa domande e si risponde da solo.
Arrivati a scuola ci salutammo, avevamo lezioni diverse, ad aspettarmi la mia migliore amica Steph, subito il mio sorriso scomparve al solo pensiero di allontanarmi da quella persona perfetta per me,diventata subito mia amica dai tempi dell'asilo.
Steph si accorse subito del mio cambiamento di umore e così si diresse verso di me.
"Ehi Bella, che ti succede stamattina ti vedo particolarmente giù, è tutto a posto?" mi chiese
"Steph, ora siamo in ritardo, a pranzo te ne parlerò ok? Comunque ora non fare la solita ansiosa come sempre" le dissi, dandole un buffetto in testa.
Le ore passarono svelte cercando di trovare le parole giuste per far meno male a Steph, alla fine decisi che le dovevo dire tutta la verità, senza riserve, in fondo avrebbe capito.
Così in mensa ci sedemmo al nostro tavolo preferito, vicino alle finestre, adoravamo guardare gli alberi mossi dal vento e le montagne in lontananza.
"Allora Bella" disse Steph addentando un pezzo di pizza "che succede?"
Io iniziai a spiegarle tutto, senza mai fermarmi.
Lei mi guardò con quei suoi occhioni verdi e iniziò a piangere.
Bene, pensai, questo non ci voleva, non così presto almeno.
La abbracciai forte, dicendole che ci saremmo sentite e sicuramente riviste e che l'avrei tenuta aggiornata su tutto quello che mi succedeva.
"Bella ti conviene, devi dirmi tutto, tutti i giorni.....oddio, come farò qui senza di te!!!"
Rimanemmo abbracciate, finché non arrivò Jasper a dirmi che dovevamo passare dalla segreteria per le varie comunicazioni della scuola...
Steph mi guardò e disse "Domani è sabato, voglio vederti tutto il giorno, devi concedermelo...a che ora partite domenica?"
"Abbiamo l'aereo alle 9.15" risposi
"Ok allora direi di fare così, sabato mattina andiamo a fare un po' di shopping, non vorrai mica partire con i soliti vestiti! Poi mangiamo insieme e nel pomeriggio che ne dici di andare un po in spiaggia?" disse sorridente.
Ecco la mia amica del cuore, è tornata lei, con tutta la sua allegria e euforia "certo Steph, ti passo a prendere verso le 10, ok?" le dissi ridendo
"Ti aspetto e guai a te se ritardi di un solo minuto" mi disse con la faccia da professoressa arrabbiata.
"hahahaha ok sarò puntualissima, ma tu non metterci troppo a prepararti, ok?" dissi mentre mi incamminavo verso l'uscita con mio fratello.
Guardai Jasper sorridente.
"Beh sorellina, sembra l'abbia presa bene, non trovi?" mi disse Jasper con un tono felice
"sì pare di sì, del resto è una ragazza intelligente e ha capito che purtroppo non ci sono alternative e che non ci perderemo mai di vista"
Anche Jasper aveva organizzato una mega festa per salutare tutti i suoi amici, proprio il giorno dopo.
Così nel pomeriggio lo dovetti accompagnare a cercare un posto adatto per la festa, trovò una sala abbastanza grande, con uscita sulla spiaggia.
Perfetta pensai io!
"ok Jasper, ora però riaccompagnami a casa che devo iniziare a preparare le valige mie, tue e anche quelle di papà" dissi un po' arrabbiata visto che queste cose toccavano sempre me.
"ok sorellina non ti agitare, tanto ora dovrò fare altri giri, devo portare gli strumenti in quella sala e sentire gli altri del gruppo per fare qualche prova" disse
Ebbene sì, mio fratello era un musicista decisamente bravo, con una voce stupenda e una predilezione per la musica fin da quando aveva 3 anni.
Arrivata a casa andai subito in camera mia, misi la musica ad un volume esagerato e cantando iniziai a svuotare armadi, cassetti e chi più ne ha più ne metta!
Nell'arco di 4 ore avevo preparato tutte le valige, avevo lasciato fuori solo le cose più importanti e di ultimo utilizzo.
Scesi con le cuffie nelle orecchie e la musica sempre a balla, non potevo vivere senza musica e senza cantare!
Iniziai a preparare la cena mentre mio fratello e mio padre erano davanti alla tv a guardare delle partite di rugby.
Solo a cena mi sfilai il lettore e lo misi in tasca, mio padre non era un tipo che parlava tanto, ma quella sera nessuno lo avrebbe fermato, non vedeva l'ora di partire, di andarsene da questa casa, troppo piena di ricordi.
Così intanto che mangiavamo ci fece vedere foto di Vancouver, guide turistiche di tutto e di più.
Infatti sebbene io e Jasper andassimo spesso a Vancouver da piccoli a trovare gli zii, non ci ricordavamo praticamente niente.
Finito di cenare lavai i piatti e misi nella scatole anche quelli, tanto il giorno dopo nessuno avrebbe mangiato a casa, e tornai in camera.
Accesi il pc e iniziai a guardare immagini della scuola che avremmo frequentato e di altri posti che mi sembravano interessanti.
Trovai anche foto dell'azienda per cui sarebbe andato lavorare mio padre, si chiamava Cullen Face Lift, il nome mi ispirava e a guardare le foto dei loro lavori e delle persone che avrebbero lavorato con mio padre, capii che non saremmo mai più andati via da Vancouver.
La mattina dopo mi svegliai di buon umore, senza bisogno di sveglie o di canzoni da parte di mio fratello, mi preparai per bene per una giornata tutta dedicata a Steph, presi dall'armadio i miei immancabili jeans, e una bella canottiera arancione, andai in bagno, mi preparai e poi scesi per preparare la colazione a quei due dormiglioni
e per me.
Lasciai un biglietto a mio padre in cui dicevo che sarei tornata di sera.
Presi la macchina e andai a prelevare la mia dolce amica, lei era già fuori che mi aspettava
"Ehi non sono in ritardo, anzi sono in anticipo di 5 minuti" dissi.
Steph rise di gusto "lo so, infatti sapendo che sei sempre molto puntuale, per una volta ho voluto esserlo anch'io" disse
La giornata passò in fretta, fra negozi, centri commerciali, fast food, spiaggia  e tante tante chiacchiere e risate...
Arrivate sotto casa sua, mi lasciò un regalo sul sedile e mi diede un grosso abbraccio dicendomi che mi avrebbe chiamata domani per sapere com'era andato il viaggio e qual'era la prima impressione della città.
Io le risposi che non si sarebbe liberata facilmente di me e che l'avrei chiamata appena finito di mettere le valige a posto.
Lei si voltò sorridente, ma mi resi conto comunque che grosse lacrime stavano solcando il suo dolce viso, così scesi dalla macchina, corsi da lei e l'abbracciai forte forte.
Tornai a casa e aprii il regalo, era una macchina fotografica digitale, di quelle super, insieme ad un album, nel bigliettino c'era scritto
"Ecco un pensiero per la tua partenza, qui ci metterai tutte le foto della tua nuova vita, con affetto Steph".
Che dolce ragazza pensai con un sorriso pieno di ricordi, misi il regalo in borsa, e mi infilai subito sotto le lenzuola, ero distrutta e poi la mattina dopo si partiva ed ero elettrizzata al solo pensiero, ma dovevo dormire se no l'indomani sarei stata uno zombie!!!
   
 
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