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Autore: DrCox    04/03/2011    1 recensioni
Una storia di bullismo, amore, sacrificio ed esseri senza scrupoli.
Una storia che se amate Federico Moccia, sconsiglio vivamente di leggere.
KEITA HIGH SCHOOL Vive...
Genere: Introspettivo, Mistero, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Finalmente il giorno del grande incubo terminò.
Una chiara alba si stava levando ad est della metropoli.
Già i primi lavoratori si affacciavano fuori di casa, vestiti di tutto punto, con la solita ventiquattrore di pelle nera in mano, pronti ad iniziare una nuova, stressante, monotona giornata.
Molti studenti, come loro solito, iniziavano a maledire qualcuno o a tirare giù tutti i santi presenti sul calendario.
La causa?
Eppure pare tanto ovvio.
La sveglia aveva decretato la fine del sonno, segno che qualcuno doveva adempire al proprio dovere.
Per molti si prospettava una giornata tipo.
I soliti visi noti, i professori stressati a causa della loro vita sociale pari a quella di un mollusco, i secchioni, gli impreparati e tutta la banda (non musicale, ma formata dai buon vecchi teppisti) al completo. Eppure quel giorno ben due banchi sarebbero rimasti vuoti nella terza effe della Keita High School.
Quel giorno per Ashura e Kotonoha non sarebbe affatto stata una giornata tipo.

Le palpebre, quel giorno, parevano macigni.
Il corpo, nonostante fosse abituato a ben più spazio in cui riposare rispetto a quello che si trovava ora, non era mai stato tanto rilassato.
Una sensazione di assoluta goduria.
I raggi del sole, che debolmente entravano dalle persiane, erano percepiti come una confortevole carezza.
Quasi materna.
Un tipo di contatto che mancava da tanto tempo.
Decise di rimanere lì, a bearsi di quella quiete per un'altra decina di minuti buoni.
Era tutto, troppo perfetto.
Cercò la perfezione, spostando leggermente di lato la mano, che però incontro un ostacolo.
Al tatto, era qualcosa di morbido, vellutato.
Caldo.
Era stupendo poter toccare quella cosa, qualunque fosse la sua natura.
Voleva continuare a serrare le palpebre, per non rompere quella magia.
Ma si sa, la curiosità, è una brutta bestia.
Decise di sbirciare appena, tenendo le palpebre socchiuse.
Era troppo curioso.
Le dischiuse appena, le palpebre, e, dopo aver messo ben a fuoco la vista, la aguzzò e vide finalmente cosa stava toccando.
A due centimetri dal suo viso c’era, quello di Katsura Kotonoha, beatamente addormentata.
E quel oggetto, tanto morbido al tatto, era il seno di lei.
Si sa, la curiosità è una brutta bestia.
Ma anche gli ormoni non scherzano affatto.
Il viso di Ashura divenne di mille ed uno colori, segno che l’imbarazzo era estremo.
Tentennante, staccò la sua mano dal seno di Katsura.
Si mise a sedere, ancora imbarazzato.
La pece di cui stava beando prima, quella magia, quella sensazione di benessere.
Tutto offuscato dall’imbarazzo.
Così, rosso come un pomodoro, Ashura si levò dal letto, facendo ben attenzione a non svegliare la sua compagna di classe.
-Addio sonno.- Si disse.
Poco male, avrebbe fatto una sorpresa a Katsura.
Fissò l’orologio, che segnava le nove ed un quarto.
A pensare che a quest’ora, sia lui che Katsura dovevano essere sopra un banco di scuola sul compito di matematica, sospirò.
Si di sollievo.
Ma più per contenere la gioia.
Lo aspettava una magnifica giornata in compagnia della sua Katsura.
Alla faccia del Bonzo e gli altri.

Un forte aroma di caffé le perforò il cervello, interrompendo quella notte tormentata dagli incubi.
Giganteschi mostri abitavano nella sua mente, si riflettevano nei suoi sogni, e la violavano uno per volta.
Tutti in fila indiana.
Dal gigante ciclope, con la pelle di uno strano colore rosso ed un corno sulla fronte, a Frankestein, al gobbo di notre dame (che sappiamo non essere esattamente un fusto), Dracula, Plankton (proprio lui, quello di Spongebob) e tanti, tanti altri.
Probabilmente ci vorrebbero almeno tre fogli di word per elencarli tutti.
Ma noi non abbiamo tutto questo spazio, vero?
Improvvisamente spalancò gli occhi, esattamente nella stessa posizione in cui si era addormentata.
Non doveva essersi agitata molto, nonostante l’incubo.
Si tirò in piedi a sedere, nonostante un emicrania da guinnes dei primati.
Si guardò intorno, muovendo la testa molto lentamente.
Ci sarebbe mancata l’emicrania, alla lista delle disgrazie.
Improvvisamente il sibilo di una teiera (o caffettiera?) risuonò in tutta la stanza.
La ragazza si tappò istintivamente le orecchie, mentre una voce, estranea, imprecava.
Una volta cessato il fastidioso fischio, la ragazza si tolse le coperte di dosso, e si avviò, accigliata, verso la cucina.
Rimase sconvolta nel vedere quanto fosse imbranato Ashura Kamizashi ai fornelli.
Ecco a chi apparteneva la voce di prima.
-Educato come uno scaricatore di porto.- Disse, appoggiandosi allo stipite della porta.
Ashura si bloccò sul posto.
Completamente rosso in viso.
-Ehm, volevo farti una sorpresa.- Disse, in imbarazzo.
-Non si era capito.- Lo schernì lei, ignorando l’emicrania.
Ci provava troppo gusto a farlo impazzire.
Era più forte di lei.
-Lascia, faccio io.- Concluse infine, avvicinandosi all’angolo cucina.
Ashura si rassegnò all’ennesima figuraccia, mentre Katsura sorrideva.
E lui si incantò di fronte a quel sorriso tanto semplice quanto bello.
-Muoviti, Baka. O vuoi restare lì tutto il giorno?- Chiese lei, ancora per celia.
-S-si.- Balbetto il Kamizashi in tilt, seguendola ai fornelli.
Improvvisamente, quanto inaspettatamente, Ashura si sentiva bene.
Da quando aveva lasciato Osaka, mesi prima, per la prima volta, Ashura era felice.
Tutto grazie a Katsura.
Ma un’ombra si celava infondo al cuore della ragazza.
Un ombra oscura e maligna.
Che ti divora dentro.
Che ti logora.
Che ti risucchia, nel buio.

Erano le undici quando i due uscirono di casa, diretti altrove.
Ignari, però qualcuno li stesse seguendo.


Angolo della sclero:
Devo dirlo, questo capitolo mi ha dato più soddisfazioni del previsto.
Mi scuso per l’inserimento di quel santo del gobbo di Notre Dame e di Plankton, ma volevo dare uno stacco ad un momento angosciante.
Per quello basta il prossimo capitolo.
E dire che siamo a quasi 3\4 della storia.
Ormai manca davvero poco alla conclusione.
E altrettanto poco manca al momento in cui qualcuno riceverà il suo benamato premio, che ricordo essere ancora in palio.
Mancano solo quattordici recensioni, e qualcuno si porta a casa il primo capitolo di Keita High School V.M. 18.
Lo so, sono terribilmente sadico.
Ma mancano ancora 3 capitoli oltre a questo.
Spero proprio di arrivarci.
Vi lascio con le anticipazioni dell’ottavo e terzultimo capitolo.
Sperando, che quando avrò il tempo di scriverlo, voi sarete ancora tutti qui.
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che mi seguono.
Un saluto cordiale.
Un gesto della mano.
Mo me ne vado.
At salut ma tut (Vi saluto tutti).
Reds92.


Anticipazioni:
Capitolo ottavo:
Ombre.

Non poteva essere vero.
Non poteva crederci.
Era tutto tanto, troppo assurdo.
  
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