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Autore: Arwun91    04/03/2011    0 recensioni
Gli uomini li considerano leggenda. Le bestie sono consce della loro esistenza. La natura ha assistito alla loro caduta, ma assisterà alla loro rinascita
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Prologo. Ater X A.Moonar Era il decimo anno di Re Moonar, il più grande condottiero mai esistito che sia esistito. Era un uomo di bell’aspetto alto di statura con un corpo slanciato è muscoloso. Il suo viso era pallido e incavato. Le sue labbra pallide e molto sottili. Aveva capelli scuri come la notte anche i primi capelli bianchi iniziavano a comparire nella grande foresta nera. La cosa che rendeva Re Moonar più temuto rispetto ai suoi predecessori erano i suoi occhi grigi. Essi erano freddi e penetranti, incapaci di provare alcuna pietà per gli uomini. La storia del libro inizia nella periferia della capitale Ater. Dan aveva solo dieci anni e correva per tutto il borgo svolgendo le solite commissioni che la mamma gli affidava. Nel borgo era conosciuto come “Il Bastardo” perché nessuno conosceva l’identità di suo padre. Quel giorno era una giornata splendida e il panettiere Mosno sfornava migliaia di ottimi panini il loro odore si poteva percepire già a distanza di metri <> gli chiese il panetterie. <> disse il bambino mentre prese il pane ritornando per la via di casa. Quel giorno il viottolo che portava alla propria casa era affolatissimi. Numerosi cavalli e cavalieri vi sostavano in cerchio mentre per sbarrare il passaggio. Tutte le persone del borgo erano fuori dalle proprie case per vedere quello strano evento. Nessuno dei cavalieri attraversava quel posto, ma quest’oggi c’erano più di venti cavaliere del re. Indossavano tutti delle armature scure come la notte. Ai fianchi avevano una spada lunga inserita nel fodero, ma tenevano una mano sull’elsa della spada pronta a estrarla in qualsiasi momento. Osservavano tutti i cittadini nelle loro vicinanze e alzavano il capo per controllare la presenza di qualche intruso. Era una barriera impenetrabile. Nessuno poteva passare inosservato inoltrarsi in quel viale dove loro sostavano. Dan rimase sorpreso dalle loro enormi figure e rimase a fissare gli enormi cavalli Neri che sbuffavano per la strada. Una guardia fissò il ragazzo e gli si avvicinò. <> disse in tono arrogante mentre altri cavalieri incominciavano a fissarlo. <> disse gonfiando il petto e le guance. Il silenzio calò nel posto. Tutti i cittadini lo guardavano con paura e preoccupazione. La legge vigente puniva molto duramente chiunque rispondeva male o mancasse di rispetto agli ufficiali del re, ma questi dopo qualche secondo scoppiarono tutti in una sonora risata. <> disse un cavaliere alla sua destra mentre continuavano a fissare il bambino. Un rumore di un cavallo si avvicinò ai cavaliere. Un enorme stallone nero con il pelo lungo e lo sguardo penetrante fissò il ragazzo un istante. Il suo cavaliere indossava un lungo mantello scuro. I suoi grigi lo fissarono per qualche secondo poi avanzarono per la strada. I cavalieri si disposero in cerchio attorno a quello strano cavaliere avanzando per il viale. Quegli occhi grigi e quel volto incava gli avevano trasmesso una sensazione strana. Dan non sapeva se era paura o curiosità ma non ci pensò più di tanto perché la via era libera. Corse pieno di allegria e felicità verso la propria madre. Il suo nome era Clara. Era una donna dai capelli castano ramati che portava raccolto con un codino. Aveva un viso tondo. I suoi occhi grandi color nocciola e le sue labbra pallide e rosate la rendeva una donna bellissima. Quando Dan la vide rimase impietrito. Era diversa. Il suo volto non era sorridente e i suoi mostravano uno strano senso di inquietudine, ma appena lo vide ritorno a sorridere. Con brevi passi avanzava verso Dan che continuava a rimanere fermo intento a guardarla. Quando la madre fu a pochi passi da lui lo strinse a sé con le sue lunghe braccia. <> domando con tono molto dolce. Il figlioletto annuì con il capo e poi entrambi rientrarono in casa per preparare il pranzo della giornata. Dan era seduto a tavola e fissava il grosso tavolo di legno. La sua preoccupazione era svanita e con gran foga raccontava alla propria madre ciò che aveva fatto nella sua mattinata. Il racconto fu scorrevole e la madre ascoltava con molto interesse ogni aspetto o racconto che Dan le descriveva, ma quando l’argomento di spostò sui quei cavalieri neri lei non pose più domande. <> disse Dan con tono eccitato. Il mestolo da cucina cadde per terra. <> gli gridò la madre. <> concluse la madre accarezzando i capelli neri del figlioletto. Il pranzo fu consumato lentamente mentre Clara raccontava le proprie avventura al figlioletto cercando di aumentare il mistero. Dan rimaneva sempre colpito dal mondo in cui la mamma gli raccontava le storie, quasi da sembrare un canto antico. Non si stancava ma di sentirla e poteva rimanere per ore intere sul tavolo ad ascoltare i suoi racconti, ma l’ora del sonno pomeridiano era giunta e Dan andò di corsa sul proprio giaciglio dove si addormentò dolcemente mentre la madre gli accarezzava la fronte. Al suo risveglio Dan vide una grossa sacca piena di vivere. <> domandò Dan curioso mentre si stropicciava gli occhi per svegliarsi. Clara gli sorrise. <> disse lei mentre il volto del ragazzo si accese di allegria e di speranza. Dan era eccitatissimo non vedeva l’ora di partire per visitare quel luogo lontano e di scegliere due cavalli enormi proprio come quello stallone nero che aveva visto questa mattina. Per tutto il pomeriggio aiutò la propria madre a inserire le ultime cose nella sacca. La sera Dan era talmente stanco da addormentarsi nel suo giaciglio prima di cena, ma un sorriso era dipinto sul suo viso. Lux lo attendeva. <> disse la mamma mentre il ragazzino si alzò dal suo giaciglio incamminandosi verso la porta. Fuori il cielo era ancora buio, ma l’aria fresca che circolava quella mattino lo svegliò rapidamente. Con passo svelto Dan seguì la propria madre e salutava le insegne dei negozi che conosceva tra cui il panificio di Mosno e la pasticceria di Angela. Il grosso portone che portava all’esterno della città era sorvegliato da dieci guardi suddivise nelle due torri molto ampie e larghe. Esse appena videro delle persone avvicinarsi al cancello gridarono di fermarsi. Una guardia scese per chiedere informazione. Indossava un armatura pesante nera e al fianco aveva cinta la spada. <>chiese tono sospetto. <> disse la mamma mentre la guardia senza si accingeva ad ispezionare il nostro zaino. L’ispezione dura circa una decina di minuti. Il sole iniziava a sorgere e il cielo iniziava ad illuminarsi. Dan osservava estasiato lo spettacolo della natura, mentre la madre gli sorrideva e guardava assieme a lui il cielo. La guardia si alzò e pose lo zaino a mia madre. <> disse mentre gridava ai suoi compagni di aprire il grosso portone. Il portone cigolò e dopo qualche istante la grossa pianura si rivelò agli occhi del piccolo Dan. Con foga il ragazzino iniziò a correre mentre sua madre lo seguiva a breve distanza. Entrambi canticchiavano e il vento fresco del mattino unito al dolce suono degli usignoli rendeva la loro marcia molto piacevole. Ad un tratto però entrambi sentirono un grande rumore di cavalli che cavalcarono dietro di loro. Clara velocizzò il passo mentre Dan si girò per guardarsi indietro. Da lontano si vedevano delle strane figure a cavallo che si avvicinavano verso di loro. <> disse Dan mentre la madre lasciò cadere lo zaino. <> disse Clara prendendogli la madre. Correvano entrambi a massima velocità quando la loro corsa fu fermata da un lupo dal pelo albino. Aveva gli occhi grigi e fissava entrambi con i suoi grandi occhi magnetici. Alle sue spalle un grosso stallone apparve. Dan lo riconobbe immediatamente. <> disse Dan mentre il cavallo si impennò emettendo un nitrito fortissimo. il cavaliere che lo montava indossava un elmo Nero che gli copriva il volto. Scese da cavallo e avanzò verso di loro. Clara si mise dinanzi al proprio figlio per proteggerlo. Il cavaliere si tolse la maschera e fissò Dan con quei suoi occhi grigi simili a quelli del lupo albino. <<È il cavaliere di ieri!>> disse il ragazzo mentre il misterioso cavaliere continuava a guardarlo incessantemente. <> disse la madre lasciandogli la mano. Il ragazzino quando si voltò vide la cerchia dei cavalieri neri che aveva visto ieri. Li avevano circondati e non c’era alcun via di scampo. <> le chiese con tono serio. <> disse lei con tono agitato. Il cavaliere rise e poi tornò a fissare i due fuggitivi. <> disse mentre si avvicinò a lei. Con la mano destra le accarezzò il viso mentre lei rimase immobile. <> disse Clara con tono freddo come il ghiaccio. Il viso del cavaliere divenne più serio. <> disse con tono freddo. Dan non capiva ciò che quel cavaliere e sua madre si dicevano ma poteva sentire una strana energia provenire dal cavaliere. <> domandò alla madre. <> disse lei con tono freddo. Moonar si inginocchiò fissando il ragazzino con i suoi magnetici occhi grigi. <> chiese il re. <> rispose il piccolo subendosi un occhiataccia dalla madre. <> domandò ai cavalieri mentre prese tra le braccia il ragazzino. Con passò lento si avvicinò al suo stallone nero e pose Dan sull’enorme destriero. Sua madre aveva un espressione strana. Era impietrita dal terrore esattamente com’era ieri. Moonar raggiunse il piccolo sulla sella. << Si vi assomiglia Re Moonar!>> dissero i cavaliere all’unisono. <> domandò il re al ragazzino. Clara si avvicinò al possente stallone e si gettò in ginocchio. <> disse lei piangendo. <> disse Dan piangendo. Il re fissò negli occhi il ragazzino e rimase in silenzio per qualche attimo. <> disse Moonar con tono glaciale. Dan rimase senza parole mentre lo stallone nero si avviava verso la città <> disse mentre si allontanava con il proprio figlio. Quel giorno la storia del mondo cambiò.
  
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