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Autore: Kaimy_11    04/03/2011    7 recensioni
[Dal prologo] Il vampiro tornò sui suoi passi e, inginocchiandosi, rimase a guardare il viso di quella ragazza dal sorriso dolce capace di scaldare perfino il suo cuore immobile. Quella ragazza che lo aveva guardato negli occhi senza timore, che aveva saputo rispondergli a tono, che era arrossita per lui, che lo aveva ammaliato e poi sorpreso, era la stessa che adesso giaceva al suolo in una pozza di sangue. -Mi senti?- sussurrò. Le palpebre della ragazza tremarono appena prima di aprirsi. Quelle iridi di cioccolato si fissarono in quelle ghiacciate del vampiro. -Io posso salvarti. Posso darti la vita eterna- Spiegò lui, la voce suadente. -In cambio, però, tu mi apparterrai. Sarò il tuo unico signore, mi sarai per sempre fedele e devota. Per sempre mia.- Le palpebre della giovane si chiusero e si riaprirono come un battito di ciglia, ed Eric capì che si trattava della sua risposta. Sorrise assetato e soddisfatto mentre i suoi canini si allungavano. Si chinò su di lei mentre questa chiudeva gli occhi e si abbandonava completamente a lui. “Non temere mia piccola veggente, sarà solo un lungo sogno e, quando ti sveglierai, sarà tutto diverso.” [Eric, Pam e una nuova vampira vegetariana! Piccole scene di vita quotidiana che seguono il reale corso della storia e gli incontri con Sookie e Bill, visti da un punto di vista diverso]
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La riunione fra vampiri si era conclusa, Bill, Jessica e Sookie erano tornati a casa, il nuovo arrivato di nome Nate si era allontanato con due guardie e si sarebbe accampato per il giorno per conto suo

La riunione fra vampiri si era conclusa, Bill, Jessica e Sookie erano tornati a casa, il nuovo arrivato di nome Nate si era allontanato con due guardie e si sarebbe rintanato per il giorno per conto suo.

Eric, invece, aveva deciso di rimanere al FangTasia, per sicurezza. Pam era rimasta nella sala bar, mentre il biondo si era rifugiato nel suo ufficio, non prima di essersi trascinato dietro la più piccola delle sue progenie.

Asia si era seduta sulla scrivania ed osservava Eric passeggiarle avanti e indietro, tanto che a poco avrebbe creato un solco sul pavimento.

-Eric?- chiamò con un sorriso, dondolando i piedi.

Il vampiro, in tutta risposta, le lanciò un’occhiataccia.

Asia alzò gli occhi al cielo. –Eric?-

-Devi dirmi chi è quello!-

-Il re del Texas!-

Eric la guardò seriamente e lei sospirò.

-Cosa c’è che non va?-

Eric si fermò di colpo davanti a lei, scrutandola in cagnesco.

-Cosa c’è che non va? Il modo in cui vi siete salutati, ad esempio!-

-Ci siamo abbracciati!- costatò lei tranquillamente.

-Lo definirei un abbraccio molto intimo. E cosa mi dici del modo in cui ti guardava?-

-Che vuoi dire?- chiese lei, seria per la prima volta.

Eric sogghignò. –So come funzionano certe cose, il suo sguardo era famelico ed anche… dolce, nei tuoi confronti. Cosa c’è che non so? Cosa hai fatto mentre eri via?-

-Eric!- sbottò lei, indignata. –Questo non è un interrogatorio, tu non sei un giudice ed io non ho fatto proprio niente. Anche se…-

-Cosa?- esclamò il biondo voltandosi di scatto, quasi spaventato.

Asia fece un sorrisetto furbo ed abbassò lo sguardo. –Forse io, magari…avrei anche potuto… fare…-

-Cosa?- insistette lui, avvicinandola.

Asia gli lanciò uno sguardo eloquente e fece un sorriso imbarazzato.

-Dannazione! Cazzo! Ma come hai potuto?- urlò Eric, allontanandosi all’istante per calmarsi, peccato che dovette voltarsi quando sentì Asia scoppiare a ridere. La guardò ad occhi sbarrati e rimase senza parole.

-Oh Eric, sei geloso!-

Il biondo strabuzzò gli occhi. –Sei fuori di testa?-

-Sì, sei geloso. Ma guardati!- continuò lei ridendo.

Eric scosse il capo ed avanzò con le mani alzate, avvicinandole ai lati del viso di Asia senza però toccarla.

-Tu… tu?-

-No Eric, ma che vai pensando?-

Il biondo sospirò profondamente e a quel punto le prese il viso fra le mani.

-Perché tu sei mia, chiaro? Sei mia in ogni circostanza e, per la precisione, ogni tua parte mi appartiene!-

-La smetti?- le disse guardandolo negli occhi.

Eric sogghignò, appoggiò la propria fronte su quella della ragazza ed infine le scoccò un piccolo bacio a fior di labbra.

-Ma allora dimmi come fai ad essere così “intima” con il re del Texas-

Eric andò a sedersi sul divanetto ed Asia iniziò il suo racconto:

-Quando sono scappata mi sono rifugiata nel suo stato e un giorno ho avuto una visione su di lui. Era in pericolo, volevano attaccarlo e impadronirsi di un oggetto molto importante che custodisce nel suo castello. Il mio sesto senso mi ha spinto a cercarlo ed aiutarlo, sapevo già come convincerlo sfruttando i miei poteri e, quando ha capito che non mentivo, si è fidato di me-

-Come hai fatto a convincerlo?-

-Nate ha predisposto delle strane trappole intorno al suo castello, in verità sono dei sensori che non vanno fatti scattare, è come un labirinto in cui se sbagli dove voltare sei finito. Era una specie di scienziato da umano, ha creato quel congegno in modo tale che nessuno possa entrare in casa sua senza conoscere il vero percorso da seguire. Il fatto di essergli arrivata dritta in salotto, era la prova migliore delle mie capacità-

Eric fece un cenno ed Asia continuò:

-Ho vissuto nel suo castello per un po’, per aiutarlo con le mie visioni a risolvere il suo problema e ci siamo conosciuti. Lui è molto gentile e non aveva mai conosciuto una come me, semplice, dolce, simpatica, solare e…-

-Quando hai finito di vantarti dimmelo!-

-In altre parole tutti gli ronzavano intorno per i suoi soldi. La sera ci raccontavamo le nostre vite e, ad essere sincera, mi ha aiutato dato che… , non avevo dove altro andare…-

Eric fece un’espressione che Asia preferì non studiare a lungo, sapendo la rabbia che gli aveva procurato il discorso che stava facendo. Forse però, Eric non era solo arrabbiato, ma anche triste.

-Siamo diventati amici, poi però io sono andata via perché non volevo essere un peso.-

-Dimmi la verità-

-Cosa?-

Eric intensificò lo sguardo.

-Se eri sola, ed io so quanto odi la solitudine, perché sei fuggita da lui se lo ritenevi un amico? Un povero re solo e depresso, non poteva trovare fastidiosa la tua presenza in casa. Oh, scusa, castello!- 

Asia abbassò lo sguardo. –Non potevo restare o illuderlo, dovevo mettere le cose in chiaro…-

-Avevo ragione-

Asia lo guardò senza aggiungere altro.

-Il modo in cui ti guarda non lascia spazio ai dubbi- disse con voce tetra.

-Eric, lui si è innamorato di me, è vero. Io gli volevo davvero bene ma…-

-Ma cosa? Non era abbastanza bello? O ricco?-

-No!- sbottò guardando altrove, offesa.

-Cosa allora?-

-Lui non mi ha mai forzata, si è subito rassegnato e si è comportato da vero amico-

-Ma che dolce!- disse con sarcasmo.

-Perché… ecco vedi, lui sapeva che…-

-Sapeva che cosa?- sbraitò.

-Che io amavo solo te…-

Eric sbarrò gli occhi.

La sua piccola Asia era ancora seduta sulla scrivania, stretta nelle spalle e con lo sguardo basso.

Sorrise e scosse il capo. Si alzò e le si avvicinò mettendole le mani sulle spalle e chinandosi per farsi guardare negli occhi.

-Scusa- le disse.

Asia fece un piccolo sorriso.

-Non sapevo che il tuo amore per me ti avesse impedito di ricambiare le attenzioni di un re!- Disse Eric sghignazzando, ancora più soddisfatto nel vedere l’espressione della sua vampira.

Asia voltò il capo, lasciando Eric e percorrerle la linea elegante del collo con piccoli baci.

-Non darti troppe arie, avrei anche potuto cedere, se avessi voluto. Potevo anche…-

Non riuscì a finire di parlare perché Eric le tappò la bocca con un bacio.

Quando si staccarono lui la guardò negli occhi accarezzandole il viso.

-Andiamo a dormire, è già giorno e il tuo sangue non dura in eterno su di me. vorrei avere tutta l’energia che hai tu, ma non ce l’ho!-

Detto ciò la prese per mano e la guidò verso il divano.

Ma a quelle parole Asia lo guardò preoccupata, e poi, con un cambio troppo rapido d’espressione, gli fece un sorriso ammaliante.

-Puoi sempre mordermi…-

-Non è necessario-

-Mordimi!- insistette lei, guardandolo quasi con rabbia.

Eric fraintese, pensò di averla offesa e la baciò ancora. –Non posso morderti sempre, il tuo sangue è prezioso-

-Ma io voglio essere morsa da te, adesso!-

Il vampiro inarcò un sopracciglio, non capiva perché fosse tanto arrabbiata e decisa a farsi mordere. Ghignò furbo.

-Vuoi farmi eccitare, Asia?-

La vampira si mise in punta di piedi e gli baciò sensualmente il collo, scendendo verso la muscolatura pressante. Eric la bloccò prendola dai polsi.

-Tu mi fai impazzire. Se bevo il tuo sangue sai cosa succederà dopo, vero?-

Asia sorrise furba e lo attirò a sé dalla canottiera nera che indossava.

-Forse inizi a capire cosa voglio realmente…-

Eric ghignò e in un secondo la vampira si ritrovò distesa sul divano con Eric su di lei, già intendo a spogliarsi.

Lei gli offrì il collo, ma lui si fermò.

-Ti piace così tanto farti mordere?- Le chiese con arroganza.

-No!- squittì lei, imbarazzata.

Eric sogghignò soddisfatto, in quel suo modo a metà fra l’arrogante e il divertito. La immobilizzò tenendole le mani ai lati del viso e si chinò sfiorandole la guancia con le labbra, spostandosi verso il suo orecchio.

-Dillo che ti faccio impazzire…- le sussurrò con voce rauca.

Asia rimase ostinatamente in silenzio, bloccata dal vampiro che la sovrastava.

-Dillo o non ti mordo-

Asia chiuse gli occhi e gemette: -Eric mi fai impazzire-

Travolto dall’eccitazione, Eric la morse.

 

Nonostante il sole fosse già alto nel cielo, Asia si svegliò con facilità, d'altronde, aveva imparato a dosare il sonno fra giorno e notte e, come diceva Eric, lei non cadeva in uno stato di coma quando arrivava il giorno.

Si mise a sedere sul piccolo divanetto e si voltò lentamente per osservare il suo Eric, il suo bellissimo creatore biondo e forte, che rimaneva immobile senza emettere un solo respiro.

La vampira fece scorrere le sue dita su quel viso perfetto e marmoreo, soffermandosi sulle labbra abilmente disegnate e lasciandovi sopra una carezza più delicata.

Si chinò in fine a baciargli prima la fronte e poi le labbra, con delicatezza. Lo guardò per diversi secondi ma non pianse, doveva essere forte.

Sapeva ciò che doveva fare, e non poteva ripensarci.

Infondo, nelle sue visioni, il suo piano avrebbe funzionato.

Ma, se per caso si fosse tirata indietro dalla paura, sapeva già ciò che sarebbe accaduto. Aveva visto Russell arrivare, uccidere, sterminare. Aveva visto Eric morire, ancora. Aveva visto Pam ferita, Nate ferito, le sue guardie atterrate e distrutte.

Non potevano farcela contro quel vampiro di tremila anni, neppure unendo le forze.

Jessica era stata incatenata, Bill era sparito e Sookie tremava davanti al re del Mississippi.

Sarebbero morti tutti, le visioni di Asia non sbagliavano mai.

E lei lo sapeva.

Lo sapeva anche quando suo fratello l’aveva uccisa, spingendola accidentalmente contro un’asta appuntita dopo averla definita una strega. E, ovviamente, lo sapeva anche in quel momento, mentre stava per separarsi dal suo amato Eric per la seconda volta.

Si alzò in piedi e si sentì cento volte più pensate, ogni suo muscolo sembrava di cemento, non aveva neppure la forza per rivestirsi. Era come se tutto il suo corpo le dicesse di cambiare idea, ma non era possibile.

Prese un foglietto che aveva già scritto, lo piegò e lo mise nella mano di Eric. Il vampiro dormiva ignaro di ciò che stava per accedere, il petto pallido e scolpito lasciato scoperto dalla trapunta rossa.

Asia lo guardò un ultima volta, prese un bel respiro e poi, in silenzio, se ne andò.

 

Russell Edgington sedeva davanti al camino, il vaso con ciò che rimaneva del suo unico amore lì di fianco, sul tavolo.

Quando sentì quei passi che si avvicinavano il re si votò appena, incuriosito, vedendo avanzare verso di lui una graziosa giovane con lunghi capelli d’ebano ed occhi scuri e profondi. Era molto carina, esile, la pelle appena dorata e le labbra sottili.

La giovane avanzò con disinvoltura guardandolo dritto negli occhi. Con la punta delle dita accarezzò un mobile e vi si appoggiò con la schiena per poter guardare l’uomo.

-A cosa devo la vostra visita, di grazia?- chiese lui, stranamente ironico.

Lei fece un sorriso freddo ed incrociò le braccia. –Talbot vi amava molto, più di sé stesso. Il vostro vero rimpianto è quello di non avergli potuto dire che anche voi lo amavate, e di averlo lasciato mentre era ancora arrabbiato con voi, di averlo lasciato a divertirsi… nelle mani del suo assassino-

Russell assottigliò lo sguardo, fissando i suoi occhi in quelli profondi della ragazza.

-Siete cosciente, signorina, che vi siete introdotte in casa mia e, come se questo non bastasse per darmi il diritto di staccarvi la testa, state parlando di cose che non conoscete e di cui non avete il diritto di intromettervi? Potrei davvero uccidervi, sapete?-

Asia sorrise. –Uccidere una ragazzina? E dove le mettiamo le buone maniere?-

Russell ricambiò il sorriso con una vena sinistra nello sguardo. –Ci sono ancora, sono pur sempre un gentiluomo e, infatti, non mi sono ancora mosso. Volete accomodarvi qui con me?-

Le disse indicando la sedia di fronte a lui.

Asia rimase immobile. –Non sarà necessario. Volevo solo dirvi che, anche se cinque minuti fa avete deciso di andare a fare un giro sulla vostra vecchia Porsche, ve lo sconsiglio: si fermerà in mezzo alla strada lasciandovi a piedi. È davvero vecchia quell’auto!- Fece una pausa avvicinandosi lentamente al tavolo. –Volevo anche dirvi che la decisione che avete preso un minuto fa, ovvero quella di andare a trovare la regina della Louisiana domani notte per chiederle come stanno i suoi amati pappagalli e aggiornarla sugli ultimi fatti avvenuti, sarà inutile. La regina Sophie-Anne è partita per un breve viaggio-

Russell scoppiò in una sonora risata, battendo le mani.

-Mia cara, ne ho visti di talenti nei miei tremila anni, ma tu li batti tutti. Cosa sei, una veggente?-

-Credo di sì signore, volete altre prove?-

-Stupiscimi!-

Asia lo guardò intensamente e si fermò solo quando arrivò al tavolo.

-Il giorno dopo che Eric Northman è venuto qui, avete avuto una discussione con Talbot, il quale vi ha espresso chiaramente tutto il suo rancore. Non c’eravate mai per lui e, per farvi perdonare, gli avete promesso un viaggio nella sua amata Cina. Quando vi siete ritrovato davanti ai resti del vostro amato, la prima cosa a cui avete pensato, è stato di raccogliere ciò che ne rimaneva e custodirlo da qualche parte per poterlo comunque portare in Cina-

Russell rimase immobile, lo sguardo vuoto e la mascella contratta.

-Ho scoperto quanto siete abile, complimenti. Ora potete dirmi cosa volete esattamente?-

Asia sospirò ma non si lasciò scoraggiare, al contrario, gli sorrise. 

-Voglio essere al vostro completo servizio. Sarò la vostra veggente personale, la vostra sfera di cristallo-

Russell alzò il capo e sorrise. –Mi piace l’idea. Cosa vuoi in cambio?-

-Niente!-

Per Edgington quelle parole furono peggio di un’offesa, si fece avanti e batté il pugno sulla superficie del tavolo.

-Ti rendi conto che l’ultima persona che si è offerto di servirmi fedelmente senza chiedere nulla in cambio, è la stessa persona che ha ucciso Talbot?-

Asia batte entrambe le mani sul tavolo e si avvicinò a lui.

-Voi sapete che quella stessa persona, è il mio creatore?-

Russell indietreggiò e sul suo volto si delineò un’espressione gelida.

-Siete cosciente del fatto che potrei uccidervi all’istante? Eric ha ucciso il mio creato, io potrei uccidere la sua per pareggiare i conti-

-Dimenticate che sono una veggente? So già che non lo farete-

-Davvero? E perché?-

-Perché sarebbe un vero spreco gettar via così le mia capacità e, soprattutto, perché non siete uno sciocco-

Il re rimase in silenzio.

-Se diventerò vostra Eric ne soffrirà. La sua condanna sarà quella di dover convivere per sempre con la consapevolezza di aver perso la sua progenie e di averla lasciata nelle vostre mani. Se ucciderete prima me e poi lui non otterrete nulla, lui ha ucciso Talbot e voi siete costretto a piangerlo per sempre. Restituitegli il favore, lasciatelo in agonia, sapendo di non potermi salvare-

Russell fece un cenno e guardò il fuoco nel camino, con uno strano sorriso. –Questa vostra idea mi piace, mi soddisfa. Tuttavia, chi vi dice, signorina, che non correrò ad uccidere Eric domani stesso, tenendovi comunque mia prigioniera con la forza?-

-Perché se ucciderete il mio creatore io troverò un modo per suicidarmi oppure non vi dirò mai nulla e, vi garantisco, che torturarmi sarà inutile. Oltretutto ho già previsto la mia morte, volete sapere come avverrà? Domai sera andrete al FangTasia per vendicarvi ma io eluderò le guardie, fuggirò, scapperò via nella notte e non mi fermerò fino al sorgere del sole per poi lasciarmi bruciare. Morirò davanti ad un negozio con un’insegna rosa e verde, un bar. Mi credete?-

Russell scoppiò a ridere battendo le mani. –Mia cara ragazza la tua capacità stuzzica la mia sete di potere. Con te al mio fianco sarò invincibile. Sai, però, quel’è il vero motivo per cui ti lascio in vita?-

Asia indietreggiò, seria. –Perché vi piace l’idea di far soffrire Eric in eterno. Uccidendolo gli risparmiereste le pene, invece volete che viva per sempre con il dolore di non potermi mai più rivedere. Solo così pagherà per Talbot-

-Esatto: in un colpo solo ottengo la mia vendetta e più forza- Detto ciò Russell Edgington tese la mano alla vampira. –Benvenuta nel mio reame, piccola…?-

-Asia- rispose lei accettando la stretta di mano.

-Asia…- Pronunciò il re, con un sorriso maligno fra le labbra.

 

Nel frattempo, in uno stato confinante, un vampiro biondo si risvegliava senza nessuno al suo fianco e si accorgeva, con una fitta al cuore, del pezzo di carta che aveva stranamente in mano.

 

Continua…

 

 

 

Grazie a chi ha letto.

 

Chi ha notato l’anomalia nelle ultime parole di Asia??? Se la trovate fatemelo sapere. Sono bene accette ipotesi su cosa succederà adesso, grazie e a presto ^^

 

Un saluto a chi ha gentilmente recensito:

Laura the vampire slayer

Marti_scanu

ShiroHime

Xtoomuchlove

Ada Wong

Anny45

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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