Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ZAITU    04/03/2011    9 recensioni
Seguito della one-shot “ Venga tu dal cielo o dall’inferno cosa importa?”. Draco Malfoy è scampato al Bacio dei Dissennatori grazie ad Hermione ma quello che è successo dopo la sua fuga è ancora tutto un mistero. Hermione è andata avanti con la sua vita e Draco pure. Cosa li porterà ad incontrarsi di nuovo dopo tre anni? E cosa c’entra un locale babbano all’ultimo grido nel centro di Londra? Tra ispezioni a sorpresa, ritorni in società e qualche grande sporco segreto, cosa accadrà?
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per riscuotersi dall’ovattato torpore in cui la rabbia, meschina traditrice, ormai sbollita ma sempre fastidiosamente calda, l

22- AND THEN COMES THE TRUTH

 

 

L’aria che stava respirando le sembrava nebbia per quanto era pesante e densa.

Ad Hermione, per riscuotersi dall’ovattato torpore in cui la rabbia -meschina traditrice- ormai sbollita ma sempre fastidiosamente calda, l’aveva impietosamente lasciata, occorse un bel whisky incendiario. Doppio.

Liam le porse il pesante e spesso bicchiere, che aveva riempito quasi fino all’orlo, con estrema cortesia ma Hermione lo prese di malagrazia ingoiando il liquido ambrato come se fosse un magico analgesico.

Lo sbatté poi con veemenza sul tavolo di cristallo di fronte a lei scoccando con gli occhi vagamente arrossati dall’ebbrezza veloce ed effimera dell’alcool una corrosiva occhiata al licantropo.

Liam strinse le spalle con aria innocente, attento però a non apparire troppo sarcastico.

L’aveva obbligata a restare, le aveva garbatamente impedito di andarsene.

Lei, con la mano già stretta sul pesante pomo del portone d’ingresso di Malfoy Manor -dannati fossero tutti i Malfoy e i loro Manor!- aveva imprecato contro tutte le progenie animalesche che infettavano il mondo quando Liam se l’era letteralmente caricata in spalla e l’aveva posata lì sul divano come un sacco di patate.

- Allora?-

Era la terza volta che ripeteva quell’allora spazientito e carico di veleno -d’argento pensava Liam- e lui non aveva accennato a rispondere, limitandosi a commiseranti occhiate fugaci lanciate a lei, ai suoi capelli arruffati e ai suoi vestiti sporchi di polvere e cenere, macchiati qua e là da minuscole gocce di sangue già rappreso.

Dannanti lupi.

Più lui restava in silenzio più lei aveva il tempo per costruirsi pericolosi castelli in aria in cui ogni mattone avevo inciso sopra la disgustosa parola Horcrux.

Avevano un Horcrux di Voldemort. Bene. Anzi grandioso. Perché? E Draco aveva fatto quello che aveva ipotizzato nel ricordo che lei aveva visto? Ne aveva creato uno anche lui? E perché non usciva da quella maledetta camera da letto e non le dava delle spiegazioni?

Hermione fece per alzarsi in piedi, forte di una determinazione che infondo, almeno in quel momento, non aveva affatto. Fu l’istinto di sopravvivenza, la fisiologica volontà di districarsi una volte per tutte da quella situazione che si era rivelata troppo grande e troppo bugiarda a muovere i suoi piedi stanchi e le sue gambe graffiate. Il Ministero, era lì che l’Auror che era doveva andare.

Liam stavolta non fece nulla per fermarla ma anzi stese le braccia all’indietro sulla spalliera della poltrona  e vi poggiò la testa, gli occhi ostinatamente chiusi.

Quando i suoi sensi, leggermente sovrasviluppati, percepirono che lei era ormai arrivata alla porta osò sollevare una palpebra.

- Pansy tornerà domani sera- disse ad alta voce.

Hermione si bloccò come se una mano invisibile l’avesse tirata per il di dietro del suo abito rosso ormai stracciato.

Strinse i denti per non lasciarsi sfuggire un’imprecazione che sarebbe risultata molto più appropriata sulle labbra di uno scaricatore di porto che sulle sue.

- La cosa dovrebbe interessarmi?-

La interessava eccome. Anzi, la terrorizzava.

Liam fiutò la sua paura, paura di un nemico contro il quale lei non poteva o non sapeva combattere. Lì le bacchette e la strategia Auror non servivano. Lì era questione di cuori.

Quello di Hermione, dopo la rivelazione del licantropo, prese subito a pompare sangue più velocemente, come per accumulare le energie necessarie per andarsene al più presto da quella casa.

Liam si alzò in piedi avvicinandosi a lei.

- Credo di sì. Se tu te ne vai, e magari vai pure a denunciarci, senza stare a sentire tutta la storia, domani non potrai tornare indietro. Se tu te ne vai, lo perderai per sempre-

I suoi occhi scuri, che conservavano qualcosa di animalesco anche mentre era in forma umana, esprimevano una grande pena.

Hermione sentì le lacrime salirle agli occhi per quella pietà ostentata sul volto del licantropo che non era altro che il riflesso del suo dolore.

- Bè sarebbe meglio, no? Lo hai detto tu stesso, Draco non me lo merito …- sussurrò lei abbassando gli occhi, piena di un’incondizionata vergogna.

Liam fece spallucce.

- Non conta quello che penso io ma quello che pensa il biondastro. Se lui deciderà di darti la sua fiducia vuol dire che te la meriti- le prese poi inaspettatamente una mano riconducendola docilmente verso il divano.

- Hermione, non lo so davvero che intenzioni ha ora Draco con te. So però che è stato male per te e che in quel momento c’era Pansy…lei lo ha tenuto a galla quando tu invece l’hai lasciato affogare. Le voglio bene, ma è Draco che deve decidere-

Le stava velatamente dicendo che le lasciava campo libero. E impedendole di andarsene le impediva di escludere per sempre e avventatamente Draco dalla sua vita.

Hermione gli fu immensamente grata, malgrado avesse capito che Liam la riteneva comunque, e forse a buon ragione considerati i precedenti, una scelta sbagliata.

Doveva attendere.

Liam le aveva spalancato la porta della possibilità a cui lei non aveva mai osato pensare. Una scelta.

Non sapeva se Draco l’avrebbe mai fatta, ma si rese improvvisamente conto che non voleva essere lei ad impedirgli a prescindere di farla. Il suo essere donna stava lentamente prendendo il sopravvento sul suo essere Auror. La salvezza del mondo magico, che suo malgrado dipendeva anche da lei, non era più al primo posto. Hermione rimase quindi per puro egoismo.

Aspettò che lui aprisse quella porta.

Aspettò fin quando la testa le diventò davvero troppo pesante per continuare a tenerla dritta e il divano troppo comodo per non accomodarcisi meglio.

Aspettò finché tutto non divenne piacevolmente buio e silenzioso.

 

**********

 

- Dorme?-

La voce roca e cavernosa di Draco destò Liam dalle sue intricate elucubrazioni mentali che comprendevano una bistecca al sangue e la sua giornaliera dose di coccole da Cassandra…più qualche cupo pensiero sul suo futuro, legato inevitabilmente a quello che i due idioti lì presenti avevano intenzione di fare da quel momento in poi.

Lanciò un’occhiata per nulla sorpresa al divano su cui Hermione respirava pesantemente sotto una calda e pesante coperta di lana.

- Direi di sì- gli rispose l’amico alzandosi in piedi.

Si fissarono studiandosi a vicenda.

- Sono un idiota- fece poi Draco sospirando.

Liam ci pensò su.

- Sì, decisamente lo sei-

- Ha dato di matto?- chiese poi il biondo con aria un po’ più distesa.

Liam rise per andare poi a riempire due bicchieri dal carrello dei liquori. Ne tese uno a Draco e ne tenne uno per sé.

- Direi che poteva fare di peggio. Io avrei sicuramente fatto di peggio. Voleva andarsene però…ma le ho suggerito di restare-

Draco non aveva dubbi su quanto i suoi suggerimenti fossero stati persuasivi.

Ma ora era arrivato il momento della resa dei conti.

Finì il confortante contenuto del bicchiere e poi lo lasciò evanescere.

- Ok Dracuzzo bello, vado a sbarazzarmi del cadavere di sotto- fece Liam sorridendogli sornione.

-  Fai pure, ma cerca di non sporcare troppo!- gli urlò dietro Draco prima che lui scomparisse oltre la porta.

 

*********

 

La mano che la scosse per una spalla era dolce e delicata.

Hermione sentì come un tocco d’ali sulla fronte, una farfalla che si fermava a riposare, ma quando aprì gli cocchi capì che si trattava solo delle labbra di Draco.

Non ebbe la forza, malgrado tutto, di scacciarlo via.

Al bacio si sostituì la mano che le scostò poi lentamente i capelli dal viso.

- Ti senti bene?- le chiese lui  insolitamente premuroso, con il tono incerto di chi ha paura di sentirsi inveire contro.

Hermione fu tentata di rispondere di no, come in effetti era, ma si trattenne.

Rimase immobile sotto la coperta, lasciando che Draco si sedesse accanto a lei sul ciglio del divano e le circondasse le spalle con un braccio.

Quel contatto al momento le dava fastidio. Si mosse a disagio stringendosi la coperta più addosso e Draco, come percependo i suoi pensieri spostò il braccio sulla spalliera. Fissava il camino senza muovere un muscolo.

Credeva forse che spettasse a lei iniziare il discorso?

- Mi credi un mostro?-  chiese infine lui, rompendo il silenzio.

Hermione sorrise amara.

- Se hai creato un Horcrux decisamente lo sei…chi hai ucciso per poterlo fare?-

Lui seguì a ruota il suo amaro sorriso.

- Mi credi capace di tanto?-

- Non sarebbe la prima volta che mi stupisci con inaspettati effetti speciali- controbatté lei acida, priva di qualsiasi tatto di fronte all’evidente spossatezza di Draco -Comunque non conta quello che credo io ma quello che hai fatto tu. Nei ricordi che ho visto nel tuo pensatoio non hai escluso questa possibilità-

Draco si alzò di colpo, le mani dietro la schiena, e prese a camminare avanti e dietro dinanzi al camino.

Hermione si tirò su.

- No, non ho creato nessun Horcrux, anche se ci sono andato vicino. Però ho un Horcrux di Voldemort-

Hermione sbuffò.

- Me lo hai già detto, Draco- fece una pausa carica d’aspettativa poi riprese – e sebbene questo sarebbe sufficiente per permettermi di incarcerarti a vita, e godere schifosamente nel farlo, non è questo il punto…voglio sapere i come e i perché. Tutto. E per una buona volta non rifilarmi degli stupiti contentini.-

Draco chiuse gli occhi. Stava perdendo il controllo su ogni cosa…una scopata in una notte di pioggia era stata l’inevitabile preludio della fine. Proprio perchè doveva sapere bene che non sarebbe mai stata solo una scopata con lei...ma la fine di ogni certezza, di ogni sicurezza, degli anestetizzati e pacati sentimenti che fino ad allora gli erano bastati, di quella tranquillità piatta in cui si era crogiolato negli ultimi anni.

Il tornado Granger, vestito di rosso carminio come nell’incubo che l’aveva tormentato qualche notte prima, voleva il suo sangue, la sua vita. E lui, come sempre, non avrebbe fatto nulla per impedirgli di prendersela.

- Allora vieni con me-

 

 

Il pensatoio di Draco era molto diverso da quello che aveva Silente. Hermione prima dello scontro non ci aveva fatto caso, ma stavolta notò con stupore le parole a caratteri dorati che erano incise sul bordo di marmo nero striato di bianco…“Oh creatura, Venga tu dal cielo o dall’inferno che importa?”

Cercò di non mostrare alcuna reazione di fronte a quelle parole antiche che invece le facevano tremare le ginocchia. Draco distolse lo sguardo, forse per vergogna o per la palese consapevolezza di essersi di nuovo scoperto troppo.

Le prese una mano e per poco meno di un secondo di fissarono negli occhi. Hermione indurì i lineamenti. Presero un bel respiro e infilarono la testa nel pensatoio.

 

“You let me in to your life unaware that there was

magic and fire in the night
And back then I was just a little boy
I made mistakes that caused you so much pain
All I know is that I’m older now”

 

Finirono molto indietro nel passato, ad anni in cui una testa bionda per Hermione Granger significava solo una cosa: insulti ed umiliazioni.

Davanti a lei un Draco dodicenne la guardava senza vederla concentrato a fissare un esserino spaurito che si stringeva fieramente i suoi libri al petto.

Lì accanto un Harry Potter dal sorriso solare, che Hermione non gli vedeva da anni, scherzava e rideva con un piccolo Ron che invece era sempre uguale.

Il Ghirigoro non era cambiato a più di dieci anni da quel ricordo ma quando l’Hermione adulta notò sulle iridi di quel Draco ancora troppo piccolo l’odio rivolto alla se stessa bambina capì che tutto il resto era cambiato eccome. Draco, quello adulto, quello così uguale e diverso dal bimbetto che aveva davanti, le strinse forte la mano come a ricordarle la sua presenza.

Le indicò con un cenno del capo una figura ammantata di nero alle loro spalle.

Lucius Malfoy l’aveva sempre messa in soggezione, suo malgrado. Così algido nei modi e nel tono, sembrava veramente avere un qualcosa che lo ergeva sopra gli altri. Stava sfogliando un vecchio libriccino con dita leggere, gli occhi quasi trasparenti che sembravano vedere oltre le parole che dovevano esserci stampate.

Malfoy Senior, notando che il figlio nel frattempo stava rivolgendo la sua purosangue attenzione a dei soggetti poco degni, gli sibilò qualcosa con arroganza, facendo abbassare gli occhi ad un Draco sorprendentemente mortificato.

Hermione alzò un sopracciglio con aria interrogativa, ma il Draco adulto le fece segno di continuare a guardare.

- Mi aspetto che mio figlio non si abbassi ad un tale livello- aveva intanto ripreso l’uomo, ad un tono sufficientemente alto che Hermione stavolta riuscì a sentire.

- Ma padre…- tentò una timida replica mentre torturava con le mani quello che Hermione riconobbe come il manuale scolastico, nuovo di zecca, di difesa contro le arti oscure di Gilderoy Allock. Stando a quello e ai suoi ricordi quello doveva essere il giorno di spese a Diagon Alley prima dell’inizio del secondo anno ad Hogwarts.

- Esigo che tu la smetta di fissare  quel trio di miserabili come un barbone in cerca di elemosina - riprese il padre interrompendo il figlio – Buon Merlino, quella mezzosangue di cui mi hai parlato è oltremodo irritante…non la smette un minuto di ciarlare!-

Hermione inevitabilmente arrossì d’indignazione. Draco accanto a lei si concesse una risatina ironica.

I due Malfoy si diressero poi verso l’uscita del negozio, passando volutamente di fianco al trio di amici e alla chiassosa e colorata famiglia Weasley che li accompagnava.

Ora Hermione ricordava bene, senza bisogno di seguire la scena. Quando aveva vissuto quel momento non sapeva che sarebbe stato il principio di un anno di terrore ad Hogwarts, né che il suo essere mezzosangue le avrebbe fatto rischiare la vita. Osservò passiva l’algido Lucius fermarsi precisamente di fronte al trio e alla famiglia Weasley lì riunita, trascinandosi dietro il figlio. Assistette ai velati insulti rivolti ad Arthur e ascoltò con un sorriso la rivelazione scandalo di Lucius che a sentirla ora aveva più risvolti di quanto avrebbe mai potuto credere a quel tempo.

- Tu devi essere Hermione Granger. Draco mi ha detto tutto di te-

Hermione rise suo malgrado vedendo la se stessa bambina stringere gli occhi minacciosamente e Draco rispondere con lo stesso gesto di sfida.

- Arthur, ho sentito che è un momento di superlavoro al ministero, spero che paghino gli straordinari- sibilò poi Malfoy senior per poi avvicinarsi al calderone di Ginny estraendone una copia consunta ed evidentemente già usata di Guida pratica alla trasfigurazione per principianti -Ovviamente no- proseguì -a che serve essere un’onta stessa al nome di mago se non la pagano neanche a sufficienza?-

Ginny lì di fianco, piccolissima sotto la pila di libri e il calderone che reggeva a fatica,  rischiò di sbilanciarsi per quelle parole offensive rivolte a suo padre. Lucius non perse l'occasione. Hermione si diede dell’idiota: se fosse stata meno impegnata a guardarsi in cagnesco con quell’odioso di Draco Malfoy, avrebbe sicuramente visto Lucius far scivolare con mano scaltra dentro il calderone di Ginny il consunto libro che prima sfogliava con tanto interesse.

Il diario di Tom Ridde

Prima che i due padri di famiglia perdessero il loro autocontrollo dandosele di santa ragione, come Hermione ricordava che era accaduto, Draco aveva già cambiato ricordo. Arrivò una nebbia biancastra a portarsi via quel passato e si diradò poco dopo su una scena che Hermione non ricordava di aver vissuto in prima persona.

Il Draco che aveva ora di fronte era nel pieno della sua adolescenza, quando aveva cominciato a far battere il cuore di mezza Hogwarts.

Era chino su una poltrona di velluto verde di fronte all'austero camino in quella che, a ben vedere, Hermione riconobbe come la sala comune di Serpeverde. Lei non c'era mai stata ma sapeva dai racconti di altri studenti come doveva essere e capì quanto vicina alla realtà fosse arrivata la sua immaginazione di ragazzina Grifondoro, che temeva quel luogo come l'inferno ma ne aveva sempre subìto comunque il malefico fascino.

Non c'era nessun altro lì a parte Draco e loro due spettatori impalpabili senonché, facendola sussultare, dalle fiamme verdi del camino -ogni dannata cosa doveva ricordare i colori di quella casata, anche il fuoco- non comparve il viso spigoloso e gelido di Lucius Malfoy.

Il freddo padre di Draco doveva essere stato un pensiero piuttosto ricorrente nella mente del biondo adolescente, “e per nulla piacevole” si disse Hermione.

Il giovane Draco scattò subito in piedi, quasi sull'attenti, di fronte all'apparizione del padre. Batteva insistentemente un piede a terra, l'unico segnale di quanto fosse agitato.

- Draco, spero che il nostro piano stia funzionando a dovere-

Il giovane rampollo si limitò ad annuire. Sembrava che l'intero peso del mondo gli gravasse sulle spalle curve e ancora magre.

- Il Signore Oscuro è stato clemente con noi. Ci ha offerto una seconda possibilità, uccidi Silente e saremmo di nuovo liberi, Draco-

Il ragazzo sembrava sconvolto. Erano mesi che sentiva ripetersi quelle raccomandazioni. Erano mesi che sua madre piangeva pensando a cosa era destinato il figlio, ed erano mesi che suo padre cercava di convincerla che quello fosse il meglio per tutti loro.

- Il nostro Signore ci ha garantito la sua rinnovata fiducia. E per dimostrarcelo ci ha onorato della custodia di un altro suo Horcrux, capisci?-

Il Draco adolescente sembrò risvegliarsi di colpo. Dopo il diario di Tom Riddle, dopo il basilisco e la camera dei Segreti, la sua famiglia non aveva più custodito alcun Horcrux. Il privilegio era passato a Bellatrix che era stata la persona più felice del mondo nel custodire la coppa di Tassorosso nella sua camera blindata alla Gringott. “E li si trova ancora” pensò il Draco adulto, mandando un'occhiata colpevole verso Hermione.

- Ci ha affidato un nuovo Horcrux, padre? E di quale magnifico gioiello si tratta stavolta?-

A questa semplice domanda il volto di Malfoy Senior si irrigidì leggermente.

- Tieni a freno la tua curiosità Draco. Questa non è una cosa che ti riguarda, tu pensa solo al tuo compito, esercitati con l'armadio svanitore finché non sarà tutto perfetto. Ricordati che le sorti della nostra famiglia dipendono da te-

E senza nemmeno un saluto il volto sparì, tra gli scoppiettii di un fuoco morente.

- E delle sorti di tutto il mondo magico che ne sarà?-

Ma non c'era più nessuno ad ascoltare quel giovane, ignaro del vero peso delle sue azioni future, solo loro due, piccoli testimoni di quel futuro che lui avrebbe contribuito a creare.

 

 

I due riemersero dal pensatoio boccheggiando come se fossero stati in apnea per diversi minuti.

Hermione si tenne aggrappata al bordo della piccola vasca, le incisioni sotto i palmi erano una delle poche cose reali che riusciva a sentire.

[mai come in quel momento era importante capire chi venisse dal cielo e chi dall'inferno]

Draco riprese subito il controllo, sapeva bene che non era finita lì, sapeva bene che quei ricordi erano solo una piccola parte della spiegazione. Avrebbe potuto fargliene vedere altri, farle vedere cosa aveva dovuto fare una volta fuggito dalla prigione di Azkaban, farle vedere come quell'Horcrux a pochi passi da loro gli avesse salvato la vita. Ma c'erano cose, condizioni e azioni che lo faceva ancora vergognare.

[aggrappato alla vita grazie ad un vecchio peluche!]

Non c'era dignità in quello che era, non c'era orgoglio.

- La mia famiglia custodisce un Horcrux di Voldemort da molti anni, come avrai capito- iniziò da solo senza che ci fosse bisogno che lei lo forzasse.

Non avrebbe potuto mentirle ancora, nemmeno volendo. E la cosa peggiore era che ormai non voleva più farlo.

- Dopo che Piton ha ucciso Silente la mio posto, Voldemort non aveva più alcun motivo per volermi tenere in vita. Avevo fallito, ero un buono a nulla. Mio padre poteva servigli ancora, lui avrebbe fatto davvero qualunque cosa per lui, ma io e mia madre eravamo solo un peso morto. Ci avrebbe uccisi, senza che mio padre facesse nulla. È lì che ho cominciato capire, è a quel punto che ho deciso di mettere al primo posto me stesso e mia madre, e non più la causa di Voldemort, la causa di mio padre. Voldemort ci avrebbe fatti uccidere quell'estate stessa, prima che io tornassi ad Hogwarts per frequentare l'ultimo anno. Sapevo che tu, la Donnola e Potter volevate distruggere gli Horcrux, avevo capito quanto fossero importanti, e io ne avevo ancora uno in casa, perchè dopo il mio fallimento Voldemort non si era ancora premurato di riprenderselo. Sapeva che comunque sarebbe stato al sicuro, e io sapevo che finchè lui pensava questo lo avrebbe lasciato a Malfoy Manor.

Avevo solo quella possibilità, un orsacchiotto di peluche per barattare la mia vita e quella di mia madre. E l'ho fatto. Prima di tornare ad Hogwarts ho preso l'orsacchiotto e l'ho nascosto. Sia a lui che a voi. Ho ucciso per poterlo fare. Io non volevo ma il custode del Ministero mi aveva quasi scoperto e io...Hermione...-

Draco indietreggiò fino a sbattere contro uno dei suoi tavoli da lavoro. Si prese la testa tra le mani come se avesse paura che potesse scoppiargli le tempie. La nota disperata della sua voce era rimasta sospesa nell'aria tra loro due.

Hermione si allungò e gli strinse un gomito, lasciandogli scivolare il braccio in basso finché non riuscì a catturargli una mano tra le sue. Aveva le dita ghiacciate. Draco non se l'aspettava, non credeva che lo avrebbe toccato ancora dopo quello che gli stava dicendo...e quello che gli avrebbe detto a breve.

-Vai avanti- lo esortò. Draco alzò gli occhi incrociando i suoi. Avrebbe preferito non doverlo fare, per non leggerci il biasimo, l'accusa, la pietà...ma non riusciva mai a non guardarla. Era come una stupida falena attirata da quei piccoli fuochi dorati.

- Quando Voldemort l'ha scoperto ha torturato mio padre, mia madre, anche Bellatrix, per sapere dove l'avessi nascosto...ma nessuno di loro sapeva nulla. Avevo agito da solo insieme a Liam. Hogwarts ormai era caduta in mano ai Mangiamorte e non potevo lasciarla, mentre Liam poteva agire indisturbato mentre io ero lì. Siamo sopravvissuti grazie a questo, noi due e i miei genitori. Poi ho combattuto in prima linea con Voldemort, è vero, ed è in prima linea che tu  mi hai sempre trovato quando ci siamo scontrati. Che dire? Il sapore della battaglia mi piaceva, mi è sempre piaciuto. Ma dopo che sono fuggito da Azkaban e dopo che sono tornato, Voldemort si aspettava che tornassi tra le sue fila. Si aspettava che gli giurassi di nuovo fedeltà anche in memoria di mio padre, che nel frattempo era morto in prigione. Non è stato così, e io ora ho il suo Horcrux e lui non ha la mia fedeltà. Per questo ha mandato i Mangiamorte alla festa, e mia zia per convincermi a tornare da lui. Per questo ha mandato quel Mangiamorte a riprendere ciò che gli appartiene. Non mi darà tregua finché non riavrà o l'Horcrux o la certezza della mia fedeltà. Ma io non voglio dargli nessuna delle due, Hermione, e finché riuscirò a proteggere quella parte della sua anima che sta dentro a quel pulcioso peluche, lui può solo minacciarmi, spaventarmi, tentare di recuperare l'Horcurx, ma non può uccidermi. Ho legato la mia vita a quell'Horcrux. E non è una semplice metafora, è la pura realtà. Ho usato una magia sconosciuta perfino al Signore Oscuro. Hai visto il libro che mi ha portato Liam al Bloody Rose, no? Dio, Hermione è un concentrato di magia oscura...è stato straziante. Mi ha fatto male in un modo che non riesco a spiegarti...Ma ha funzionato! Ora se lui uccide me distrugge anche il suo Horcrux...e se qualcuno distruggesse l'Horcrux ucciderebbe anche me... capisci cosa vuol dire, Hermione?-

Lei scosse la testa in segno di assenso, incapace di fare qualsiasi altra cosa. Perché la vita metteva sempre dei baratri immensi tra loro due? Non c'erano più corde, non c'erano più ponti.

- Tu, Potter e la Donnola volete distruggere l'unica cosa che tiene in vita me e Liam e io questo non posso assolutamente permetterlo-

  

 

“And when the water gets high above your head
Darling don’t you see,
While this has been hard enough on you
It’s been hard enough on me”

-Hard Enough, Brandon Flowers-

 

 

 

Spazio autrice: Non ci sono parole...per tutto il tempo che è passato, per la smania che mi è presa improvvisa in questo pomeriggio e che mi ha fatto ritirare fuori questo progetto ormai dimenticato in una cartella sperduta. Non saprei dirvi se ricomincerò a scrivere di nuovo come un tempo o se questa è solo una cometa passeggera, ma mi sento davvero bene ora che ho pubblicato questo 22esimo capitolo...è meraviglioso ritrovare dentro la propria testa le stesse emozioni, le stesse idee, gli stessi personaggi, come se il tempo non fosse passato. Insultatemi, ringraziatemi, biasimatemi, conoscetemi per la prima volta, io sarò felice anche solo di leggere che c'è ancora qualcuno che mi segue. Non vi dirò a presto, ma arrivederci. XOXO

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ZAITU