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Autore: koukla    04/03/2011    12 recensioni
La guerra è ormai finita da sette anni e tutti hanno ripreso la loro vita. C'è chi si è buttato anima e corpo nel lavoro, chi ha messo su famiglia e chi ha viaggiato in lungo e largo per il mondo. C'è anche chi non è cambiato affatto e passa ancora il tempo ad organizzare grandi pranzi di famiglia e a sferruzzare maglioni da regalare a Natale. Non sempre, però, tutto ciò che avevamo programmato è destinato ad accadere ed è proprio questo che la Signora Weasley deve capire. Tra due persone di nostra conoscenza completamente recalcitranti all'idea del matrimonio ed un piccolo imprevisto che stravolgerà le cose, riuscira Molly a veder realizzato il suo piccolo, innocuo desiderio?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Un po' tutti | Coppie: Arthur/Molly, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Credo di aver toccata il fondo, davvero! Ormai ho battuto ogni mio record, non aggiornando per quasi un mese, un mese! Sono terribilmente mortificata e spero possiate perdonarmi per questo, ma sul serio è stato un periodo di inferno.

Ho appena vissuto il mio primo febbraio da studentessa universitaria con tutto ciò che ne consegue: cioè esami, esami e ancora esami!

Come se ciò non bastasse ho avuto la geniale idea di iscrivermi ad un contest, il mio primo contest!, e quindi questa storia aveva una certa priorità dal momento che la scadenza era abbastanza vicina.

Ora però vi prometto che non mi farò mai più aspettare così a lungo.

A questo punto sono d’obbligo i miei ringraziamenti per voi, tutti voi, che con pazienza e costanza continuate a seguirmi nonostante i miei fastidiosi e purtroppo consueti ritardi!

Sperando che questo capitolo riuscirà a farmi perdonare e aspettando la vostra opinione, che è sempre graditissima, vi saluto, assicurandovi che mi impegnerò per essere più veloce!:)

 

 

 

 

 

 

This is our last dance
This is ourselves
Under pressure
Under pressure
Pressure

(Under pressure - Queen)


 

Per Ron Weasley il weekend era sacro.

Due giorni da trascorrere nell’ozio più totale, tenendo lontano qualunque tipo di dovere o responsabilità.

Se fosse stato per lui avrebbe volentieri passato ogni sabato e domenica comodamente stravaccato in poltrona a sonnecchiare, a mangiare e a lasciarsi coccolare da Hermione.

Peccato però che la sua dolce metà non fosse dello stesso avviso.

Hermione Granger era conosciuta per la sua grinta e dinamicità e niente, neanche i fastidiosi sintomi iniziali di una gravidanza, avrebbe potuto cambiarla.

A ciò bisognava aggiungere anche la straordinaria testardaggine della ragazza che, unita ad un pizzico di astuzia ed alla giusta dose di tenacia, costringeva Ron a fare tutto quello che voleva.

Il ragazzo sospirò sconsolato, non poteva credere che anche quella volta gliela aveva data vinta.

Certo, bisognava ammettere che Hermione, spesso, troppo spesso, ricorreva a dei bassi trucchetti e a delle minacce non troppo velate che avrebbero fatto soccombere chiunque.

Andare a trovare i signori Granger quel sabato pomeriggio rientrava, per il ragazzo, nella lista delle occupazioni altamente incresciose e tediose.

Umettandosi il labbro con un’espressione afflitta in volto, Ron tirò fuori dalla tasca dei jeans il Deluminatore che gli aveva lasciato Silente.

Ogni volta che si sentiva particolarmente agitato e nervoso, faceva scattare incessantemente quell’eccentrico oggetto che fungeva, per lui, da perfetto antistress.

Per fortuna, in quel momento si trovava da solo nel salotto suo appartamento, aspettando pazientemente che Hermione finisse di prepararsi, dato che il particolare marchingegno emetteva un seccante suono metallico che faceva profondamente irritare tutti coloro che gli stavano attorno.

La ragione della sua preoccupazione era proprio l’imminente visita dai Granger; presto, infatti, sarebbero dovuti andare nell’accogliente ed elegante villetta dei genitori della sua, ormai ufficiale, fidanzata per comunicare loro le sconvolgenti e piacevoli novità che avrebbero cambiato radicalmente la loro vita.

Il ragazzo non aveva nulla contro Edward e Jean Granger, stimati dentisti e persone deliziose; però  trovava che fossero troppo diversi da lui e per questo gli mettevano addosso una sgradevole sensazione di ansia.

Già il fatto che abitassero a South Kensington, uno dei quartieri signorili di Londra, non migliorava le cose, anzi!

Quella raffinata schiera di case tutte uguali, con le colonne di marmo bianco nel portico e le pesanti porte di legno scuro con le targhe dorate, lo faceva sentire a disagio.

Lui era abituato al vivace ed accogliente caos della Tana, con il suo tripudio di colori, le assi scricchiolanti, il giardino incolto e disordinato, il profumo di buon cibo in cucina e il trambusto che regnava sovrano.

La casa di Hermione, al contrario, era intrisa di una perfezione e di un ordine quasi innaturali.

Era agitato e riluttante e non poteva certo essere biasimato. 

In cuor suo sapeva bene che i signori Granger sarebbero stati felicissimi  di diventare nonni.

Forse, però, avrebbero gradito di più se le cose fossero andate secondo la tradizione: un matrimonio prima e dei figli poi.

Ron era sicuro che avrebbero iniziato a vederlo con occhi diversi, Edward Granger in modo particolare.

In fondo era stato lui a rovinare la reputazione della sua bambina, ingravidandola prima del tempo.

Aveva cercato di spiegare le sue preoccupazioni ad Hermione, che lo aveva liquidato alzando gli occhi al cielo e mormorando una cosa del tipo: “Questo discorso è privo di alcun fondamento, Ronald. Non siamo più nel Medioevo e ognuno è libero di fare ciò che vuole! Ti assicuro che non hai nulla da temere.”

Comunque, volente o nolente, Ron non aveva potuto fare altro se non acconsentire e ora si sentiva terribilmente sotto pressione.

Perso nelle sue divagazioni mentali, non si era accorto che Hermione, appoggiata allo stipite della porta e con le braccia incrociate, lo stava fissando da circa una decina di minuti.

All’anulare della sua mano sinistra faceva bella mostra di sé un anellino semplice ed elegante, ricoperto di piccoli e lucenti diamantini: alla fine Ron era riuscito a farle una proposta come si deve; anche se la ragazza non avrebbe mai potuto dimenticare la bizzarra ed eccitante esperienza nell’ascensore del Ministero.

Con uno sguardo malizioso e un sorrisetto beffardo, decise di porre fine all’immeritato ozio del ragazzo: “Ehm ehm- iniziò avvicinandosi sempre di più a lui- hai intenzione di stare seduto, in modo totalmente scomposto e fuori luogo tra l’altro, ancora per molto? Non ti pare che sia arrivato il momento di andare? Si sta facendo tardi e sai quanto mio padre odi i ritardatari.”

E va bene, forse gli aveva tirato un colpo basso, ma era così bello stuzzicarlo!

Ron, accortosi appena della presenza di Hermione nella stanza, sussultò deglutendo rumorosamente, per poi alzarsi di scatto.

“Be-bene, allora andiamo, no? Comunque, Hermione, sappi che se non sopravvivrò a questa giornata lo hai voluto tu, eh!”

“Avevo decisamente dimenticato che fossi così melodrammatico e tragico, cosa sarà mai!”  esclamò lei esasperata, infilandosi il cappotto.

“La fai facile tu! Non puoi neanche immaginare come mi senta io adesso.”

Hermione ridusse gli occhi a due fessure e, appoggiandogli una mano sulla spalla, costrinse Ron a voltarsi per poter guardarlo in faccia: “Come ti senti tu? Fino a prova contraria quella incinta sono io, io! E’ un mese che sono sottoposta a dei ricorrenti e micidiali bombardamenti ormonali che mi fanno cambiare continuamente umore, mi provocano un incessante senso di nausea – e per inciso il tuo dopobarba non aiuta!- e stanno radicalmente trasformando il mio corpo! Il mio seno è aumentato di una taglia e mi fa un male cane, per tutte le sottovesti sdrucite di Morgana!”

Ron la guardò con aria mortificata ed afflitta, ormai era avvezzo a quel tipo di scenate ed erano soltanto all’inizio della gravidanza!

Su consiglio dei suoi fratelli maggiori e di Harry, che non poteva certo essere invidiato dal momento che ora si ritrovava con una donna isterica e con un bambino pestifero che incominciava a fare i primi passi, provocando una montagna di pasticci, aveva deciso  di adottare una linea di neutralità e comprensione e, soprattutto, aveva imparato a proprie spese che non bisognava mai, mai, contraddire una donna incinta.

Si accostò alla ragazza e, prendendole il viso fra le mani sorridendo goffamente, le disse: “Hermione lo so. Posso solo immaginare cosa tu stia passando in questo momento però sappi che puoi sempre contare su di me. Ci sono io qui con te.”

Hermione alzò lo sguardo su di lui e, prima di impossessarsi delle sue labbra,  aggiunse ridacchiando: “E ci mancherebbe! Le devo forse ricordare Signor Weasley che ha contribuito al 50 % a quest’opera?”

Ancora abbracciati uscirono dall’appartamento e prima che la porta di casa si chiudesse si poté udire Ron che bisbigliava con fare suadente nell’orecchio della ragazza: “Ma davvero ti è cresciuto il seno?”

 

 

Jean Granger si aggirava nell’elegante salotto della sua villetta come una tigre in gabbia.

Ormai stava percorrendo lo stesso tragitto, compiendo i medesimi gesti, da circa un quarto d’ora.

Si avvicinava alla finestra che dava sulla strada, scostando leggermente una delle tendine di mussola per sbirciare fuori, poi si fermava davanti al caminetto  passando un dito sul ripiano di marmo, alla ricerca di un qualche inesistente granello di polvere e, infine, guardava apprensiva il grande orologio a pendolo che stava in un angolo della stanza.

Nel frattempo suo marito Edward fumava la pipa leggendo il “Times”, comodamente seduto davanti al fuoco.

“Non credi che sarà successo qualcosa? Hermione è sempre così puntuale di solito!” gli chiese tamburellando con le dita sul tavolino da tè apparecchiato di tutto punto.

“Jean, è la terza volta che mi fai questa domanda. Staranno arrivando, vedrai; in fondo sono in ritardo di appena 15 minuti!” rispose lui laconico, togliendosi gli occhiali da lettura e riponendo con calma il giornale.

La signora Granger stava per aprire la bocca, pronta a ribattere qualcosa, quando uno scampanellio forte e chiaro riempì l’aria, annunciando che gli ospiti erano arrivati.

L’uomo si alzò per andare ad aprire, non prima di aver rivolto un’espressiva ed eloquente occhiata a sua moglie.

Come previsto, sua figlia, infagottata in un pesante cappotto grigio e saldamente attaccata al braccio del suo fidanzato Ronald Weasley, fece il suo ingresso nel vestibolo dalle pareti azzurrine della casa.

“Oh papà, sono così felice di vederti!” affermò liberandosi del pesante indumento, per poi abbracciarlo con dolcezza.

Il signor Granger li condusse in salotto, dopo aver ricevuto una vigorosa e poderosa stretta di mano dal suo futuro genero.

Jean salutò i ragazzi con affetto e li fece accomodare sul divano, porgendo loro le candide tazze di porcellana ricolme di tè fumante.

“Ero leggermente in pensiero, sapete? Fuori nevica da morire e voi tardavate ad arrivare. Comunque ora siete qui e non vedo l’ora di conoscere le novità di cui dovete parlarci! Ma prima godiamoci questo tè, a proposito servitevi pure da soli dei muffin e degli scones, non sapevo quali preferivate e così li ho fatti entrambi!”

Ron non se lo fece ripetere due volte e, ringraziando più volte impacciato la madre di Hermione, si fiondò sul vassoio d’argento straripante dei gustosi dolcetti.

La ragazza, intanto, sorseggiava pensierosa il bollente liquido ambrato, riflettendo su come affrontare l’argomento che li aveva portati lì.

Alzò gli occhi e si ritrovò a fissare sua madre che con uno sguardo furbo e perspicace stava osservando l’anello che portava alla mano sinistra.

Decise che era giunto il momento di fare il grande annuncio ( o meglio i grandi annunci).

Appoggiò la tazza sul tavolino e, dopo aver fatto un respiro profondo, esclamò con voce chiara e sicura: “Allora, come mamma ha ricordato poco fa, io e Ron abbiamo una cosa importante, molto importante di cui parlarvi.”

Riuscì ad attirare l’attenzione di tutti i presenti, Edward inforcò gli occhiali con aria interessata, Jean la guardava incoraggiante e Ron si era quasi strozzato con il tè.

Si strinse di più al ragazzo e stringendogli una mano, si schiarì la gola prima di ricominciare a parlare.

“Sapete bene da quanto tempo io e Ron stiamo insieme e, soprattutto, come stiamo bene insieme. Così avevamo pensato che è giunto il momento di, come dire, ufficializzare la nostra unione, ecco. Ci sposiamo!”

Un sorriso a trentadue si aprì sul suo volto, mentre il ragazzo continuava ad annuire in modo concitato, convinto che questa partecipazione da parte sua fosse più che sufficiente.

I suoi genitori, nel frattempo, sorridevano felici, ignorando che le sorprese non fossero finite lì.

Hermione, allora colse la palla al balzo e, senza dare a nessuno il tempo di proferire parola, aggiunse fulminea: “In realtà ci sarebbe anche un’altra cosa, non è vero Ron?”

Il ragazzo le rivolse un’occhiata supplichevole e deglutendo rumorosamente boccheggiò per una frazione di secondo, incapace di dire alcunché.

Poi, assumendo nuovamente un contegno e attingendo al coraggio che solo un vero Grifondoro poteva possedere, dichiarò: “Effettivamente Hermione ha ragione, ci sarebbe un’altra piccola, anzi direi quasi insign-“ Fu bloccato da un calcio della ragazza che con uno sguardo omicida, assomigliava terribilmente ad un Basilisco pronto a colpire una sua preda.

I signori Granger, confusi e leggermente spaesati, seguivano quella particolare e, per certi aspetti, comica  scenetta, senza sapere bene cosa aspettarsi.

Finalmente Ron, incitato dalla minacciosa espressione di Hermione, disse tutto d’un fiato, certo che così sarebbe stato meno doloroso: “Oh e va bene, aspettiamo un bambino!”

La reazione dei signori Granger non tardò ad arrivare.

Jean batté una volta le mani e risoluta a mostrare tutta la sua gioia, corse dalla figlia avvolgendola in un caloroso abbraccio, mentre Edward, pallido come un cencio e in iperventilazione, fece inavvertitamente cadere la sua tazza sul pavimento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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