Mean
memories.
Le zanne del Basilisco caddero con un gran fragore dalle
braccia di Hermione. Corse da Ron, lo abbracciò e lo
baciò sulla bocca. Ron gettò via le zanne e il manico di scopa e rispose con
tanto entusiasmo che sollevò da terra Hermione.
"Vi pare il momento?" gemette Harry debolmente. Ma quando non
successe nulla, anzi Ron e Hermione si strinsero più forte e cominciarono a dondolare sul
posto, alzò la voce. "Ehi! C'è una guerra la fuori!"
[Harry
Potter e i Doni della morte.]
Hermione fu gradualmente svegliata
dalla luce accecante del sole che filtrava dalle finestre della vecchia casa
australiana dei suoi genitori. Per la prima volta aveva trasgredito una regola.
Poteva permetterselo, a diciotto anni contati. Si era smaterializzata lì il
giorno prima con Ron per una breve vacanza dal lavoro al Ministero. Si girò
imbarazzata verso l'altro corpo disteso sul letto disordinato. Sorrise e
sprofondò il viso candido in quel petto ritmicamente rilassato. - Vedo che sei
sveglia, occhi dolci.- sussurrò il ragazzo dai capelli scarlatti, ammiccando
scherzoso. Hermione gli tirò una finta gomitata nelle
costole. Adorava quel suo soprannome, ma non voleva sembrare così sdolcinata.
-Si,
mister 'do i soprannomi migliori del mondo'. Su,
andiamo in spiaggia a far colazione.- mormorò divertita, mollandogli un veloce
bacio sulle labbra. Afferrò la t-shirt abbandonata sul pavimento e i
pantaloncini e corse in bagno a prepararsi. Ron gettò indietro la testa,
fissando il soffitto beato.
Il
vetro luminoso del bagno principale rifletteva la sua immagine radiosa mentre
si pettinava i capelli scarmigliati. Non poté far a meno di sorridere di nuovo.
Lei Hermione Granger aveva
fatto l'amore con Ron Weasley. Per la prima volta.
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Mancava
solo mezz'ora all'inizio della cerimonia. Ron aspettava ansioso al fianco di
Harry, gettando di tanto in tanto occhiate disperate agli invitati. Il prete che
avrebbe presieduto la celebrazione stava già cominciando a verificare che tutto
fosse a posto. Gli anelli erano nel taschino del testimone, niente doveva
andare storto. Tutti conoscevano il nervosismo di Hermione
quando qualcosa non andava come previsto.
Ginny era arrivata a casa sua già da
un po', voleva assicurarsi che il vestito che avevano scelto insieme fosse
perfetto. Mandò via malamente il truccatore e chiuse la porta della stanza di Hermione. Non era cambiata per nulla, solo che ora sulla
sedia giaceva il suo vestito da sposa, non più uno dei suoi soliti maglioncini. La rossa rimase sorpresa.
-Cosa
aspetti ad indossarlo, tesoro?- chiese, tastando cautamente l'umore di Hermione. L'amica scosse la testa rassegnata, smuovendo la
semplice ed elegante crocchia fresca di parrucchiere. Ginny
non l'aveva mai vista così bella, quel trucco le conferiva un'aria
molto romantica.
- Ho
paura, Gin.- sussurrò, con uno sguardo troppo debole
per essere suo. Non era da lei essere così insicura.
Non ci
pensò due volte, Ginny le venne in contro e
l’abbracciò. Era raro che Hermione si lasciasse
andare a queste dimostrazioni di affetto, era sempre stata molto rigida.
Riusciva ad aprirsi davvero solo con i suoi libri. E con Ron.
- Hermione, andrà tutto bene. Lui ti ama,
tu sei perfetta.- bisbigliò dolcemente, carezzandole la schiena coperta da una
canotta rossa.
- Grazie ,Ginny.- le rispose sorridendo. Poi si avviò verso il suo vestito e lo indossò.
Ron si
girò di colpo. Il pianista aveva cominciato a suonare la marcia nuziale, ma non
riusciva quasi a sentirla. I battiti frenetici del suo cuore gli facevano eco
fino a far svanire tutto. Hermione aveva voluto una
cerimonia tradizionale, come quella dei babbani. Come
previsto il signor Granger la stava accompagnando per
la navata.
-Miseriaccia se è bella!- pensò.
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L’ingresso buio del Ministero fu attraversato di corsa da una donna sulla trentina. Il rumore dei suoi tacchi rimbombava per l’atrio vuoto, era in ritardo. Non le era mai capitato, era sempre stata scrupolosamente puntuale. -Ecco cosa succede a vivere con Ronald Weasley- pensò sconfortata. Arrivò a casa tutta trafelata e cercò di aggiustarsi alla meno peggio i capelli ricci nell’ascensore. Girò la chiave nella toppa e scorse suo marito in cucina, intento ai fornelli.
-Ron, sono a casa!- chiamò
dall’ingresso dell’appartamento. Fece scivolare lo sguardo sul bancone in marmo
affollato di scodelle e residui di farina. – Ecco, ci risiamo. Cosa gli avevo
detto dell’improvvisarsi cuoco?- si rimproverò mentalmente, ridendo però al
ricordo del disastro della sua cena per il loro primo anniversario. Suo marito
le si avvicinò e sporse il suo viso infarinato verso le sue labbra. Hermione gli concesse un lieve bacio e si avviò verso il
forno acceso, lasciando Ron palesemente deluso. – Ho pensato di cucinare la
cena, Hermione. Tu eri in ritardo e… Certo, non sarà
come quelle di mia madre, ma almeno ci ho provato.- sorrise, tutto orgoglioso
alla sua opera. Il timer del forno trillò e l’uomo tirò fuori una specie
deforme di torta alla melassa.
– Torta alla melassa? Come cena?- chiese
scettica Hermione,
cominciando a raggruppare gli ingredienti per una veloce cotoletta di pollo. –
E’ l’unica cosa che mia madre mi ha insegnato a fare…- sospirò abbattuto,
cingendo i fianchi della moglie. – A proposito, stamattina volevi dirmi
qualcosa in ufficio?- le rammentò, con un luccichio curioso negli occhi
azzurri. Le era parsa strana quella mattina, troppo nervosa. Sentì Hermione irrigidirsi tra le sue braccia. Si voltò e
sospirò, mordendosi il labbro. – C’è qualcosa che non va, tesoro? Sai che puoi
dirmi tutto.- le sussurrò Ron ad un orecchio, baciandoglielo delicatamente.
Puntò alle sue labbra, giusto per allentare un po’ la tensione, ma lei si
scostò sorridendo non appena i suoi tocchi cominciarono a farsi più irruenti.
–
Ron, sono incinta.- scandì, cercando di riprendere la fredda calma che la
caratterizzava. Si lasciò sfuggire una lacrima, emozionata.
Lo sguardo del marito corse al suo ventre. Vi
posò una mano sopra, in attesa. Poi sorrise e l’abbraccio, lasciandola a bocca
aperta. – Amore ma è fantastico!- esclamò gioioso, tenendola delicatamente tra
le braccia.
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