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Autore: Hayley Lyn    04/03/2011    3 recensioni
Rieccomi con la mia ultima Ron\Hermione: una rivisitazione flash dei fatidici "diciannove anni dopo",vista dal mio melenso punto di vista ;) Spero vi piaccia,mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mean memories.

 

 


Le zanne del Basilisco caddero con un gran fragore dalle braccia di Hermione. Corse da Ron, lo abbracciò e lo baciò sulla bocca. Ron gettò via le zanne e il manico di scopa e rispose con tanto entusiasmo che sollevò da terra Hermione. "Vi pare il momento?" gemette Harry debolmente. Ma quando non successe nulla, anzi Ron e Hermione si strinsero  più forte e cominciarono a dondolare sul posto, alzò la voce. "Ehi! C'è una guerra la fuori!"

[Harry Potter e i Doni della morte.]


 

 

 

Hermione fu gradualmente svegliata dalla luce accecante del sole che filtrava dalle finestre della vecchia casa australiana dei suoi genitori. Per la prima volta aveva trasgredito una regola. Poteva permetterselo, a diciotto anni contati. Si era smaterializzata lì il giorno prima con Ron per una breve vacanza dal lavoro al Ministero. Si girò imbarazzata verso l'altro corpo disteso sul letto disordinato. Sorrise e sprofondò il viso candido in quel petto ritmicamente rilassato. - Vedo che sei sveglia, occhi dolci.- sussurrò il ragazzo dai capelli scarlatti, ammiccando scherzoso. Hermione gli tirò una finta gomitata nelle costole. Adorava quel suo soprannome, ma non voleva sembrare così sdolcinata.

-Si, mister 'do i soprannomi migliori del mondo'. Su, andiamo in spiaggia a far colazione.- mormorò divertita, mollandogli un veloce bacio sulle labbra. Afferrò la t-shirt abbandonata sul pavimento e i pantaloncini e corse in bagno a prepararsi. Ron gettò indietro la testa, fissando il soffitto beato.

Il vetro luminoso del bagno principale rifletteva la sua immagine radiosa mentre si pettinava i capelli scarmigliati. Non poté far a meno di sorridere di nuovo. Lei Hermione Granger aveva fatto l'amore con Ron Weasley. Per la prima volta.

 

                                                       

~

 

Mancava solo mezz'ora all'inizio della cerimonia. Ron aspettava ansioso al fianco di Harry, gettando di tanto in tanto occhiate disperate agli invitati. Il prete che avrebbe presieduto la celebrazione stava già cominciando a verificare che tutto fosse a posto. Gli anelli erano nel taschino del testimone, niente doveva andare storto. Tutti conoscevano il nervosismo di Hermione quando qualcosa non andava come previsto.

 

Ginny era arrivata a casa sua già da un po', voleva assicurarsi che il vestito che avevano scelto insieme fosse perfetto. Mandò via malamente il truccatore e chiuse la porta della stanza di Hermione. Non era cambiata per nulla, solo che ora sulla sedia giaceva il suo vestito da sposa, non più uno dei suoi  soliti maglioncini. La rossa rimase sorpresa.

-Cosa aspetti ad indossarlo, tesoro?- chiese, tastando cautamente l'umore di Hermione. L'amica scosse la testa rassegnata, smuovendo la semplice ed elegante crocchia fresca di parrucchiere. Ginny non l'aveva mai vista così bella, quel trucco le conferiva un'aria molto romantica.

- Ho paura, Gin.- sussurrò, con uno sguardo troppo debole per essere suo. Non era da lei essere così insicura.

Non ci pensò due volte, Ginny le venne in contro e l’abbracciò. Era raro che Hermione si lasciasse andare a queste dimostrazioni di affetto, era sempre stata molto rigida. Riusciva ad aprirsi davvero solo con i suoi libri. E con Ron.

-      Hermione, andrà tutto bene. Lui ti ama, tu sei perfetta.- bisbigliò dolcemente, carezzandole la schiena coperta da una canotta rossa.

-      Grazie ,Ginny.- le rispose sorridendo. Poi si avviò verso il suo vestito e lo indossò.

 

 

Ron si girò di colpo. Il pianista aveva cominciato a suonare la marcia nuziale, ma non riusciva quasi a sentirla. I battiti frenetici del suo cuore gli facevano eco fino a far svanire tutto. Hermione aveva voluto una cerimonia tradizionale, come quella dei babbani. Come previsto il signor Granger la stava accompagnando per la navata.

-Miseriaccia se è bella!-  pensò.

 

 

                                                        

~

L’ingresso buio del Ministero fu attraversato di corsa da una donna sulla trentina. Il rumore dei suoi tacchi rimbombava per l’atrio vuoto, era in ritardo. Non le era mai capitato, era sempre stata scrupolosamente puntuale. -Ecco cosa succede a vivere con Ronald Weasley-  pensò sconfortata. Arrivò a casa tutta trafelata e cercò di aggiustarsi alla meno peggio i capelli ricci nell’ascensore. Girò la chiave nella toppa e scorse suo marito in cucina, intento ai fornelli.

-Ron, sono a casa!- chiamò dall’ingresso dell’appartamento. Fece scivolare lo sguardo sul bancone in marmo affollato di scodelle e residui di farina. – Ecco, ci risiamo. Cosa gli avevo detto dell’improvvisarsi cuoco?- si rimproverò mentalmente, ridendo però al ricordo del disastro della sua cena per il loro primo anniversario. Suo marito le si avvicinò e sporse il suo viso infarinato verso le sue labbra. Hermione gli concesse un lieve bacio e si avviò verso il forno acceso, lasciando Ron palesemente deluso. – Ho pensato di cucinare la cena, Hermione. Tu eri in ritardo e… Certo, non sarà come quelle di mia madre, ma almeno ci ho provato.- sorrise, tutto orgoglioso alla sua opera. Il timer del forno trillò e l’uomo tirò fuori una specie deforme di torta alla melassa.

 – Torta alla melassa? Come cena?- chiese scettica  Hermione, cominciando a raggruppare gli ingredienti per una veloce cotoletta di pollo. – E’ l’unica cosa che mia madre mi ha insegnato a fare…- sospirò abbattuto, cingendo i fianchi della moglie. – A proposito, stamattina volevi dirmi qualcosa in ufficio?- le rammentò, con un luccichio curioso negli occhi azzurri. Le era parsa strana quella mattina, troppo nervosa. Sentì Hermione irrigidirsi tra le sue braccia. Si voltò e sospirò, mordendosi il labbro. – C’è qualcosa che non va, tesoro? Sai che puoi dirmi tutto.- le sussurrò Ron ad un orecchio, baciandoglielo delicatamente. Puntò alle sue labbra, giusto per allentare un po’ la tensione, ma lei si scostò sorridendo non appena i suoi tocchi cominciarono a farsi più irruenti.

– Ron, sono incinta.- scandì, cercando di riprendere la fredda calma che la caratterizzava. Si lasciò sfuggire una lacrima, emozionata.

 Lo sguardo del marito corse al suo ventre. Vi posò una mano sopra, in attesa. Poi sorrise e l’abbraccio, lasciandola a bocca aperta. – Amore ma è fantastico!- esclamò gioioso, tenendola delicatamente tra le braccia.

 

 

                                                                          ~

Quel corridoio del San Mungo risuonava di gridolini. Rose Weasley, di appena due anni, stava rincorrendo suo cugino maggiore James. I suoi capelli rossicci svolazzavano irrequieti da una parte all’altra del locale illuminato da lampade a neon.

-E Mamma?- chiese poi dubbiosa a sua zia Ginny, bagnandosi le guance di lacrime. Era dalla sera precedente che cercava Hermione, le era molto legata. – Tesoro, la mamma sta bene. Stai per avere un fratellino!- esclamò estasiata la vecchia signora Weasley, malamente appoggiata al braccio del marito. Rose scoppiò a piangere , aggrappandosi spasmodicamente alla gonna di Ginny. Harry la prese in braccio e la fece accoccolare sulla sua spalla. – Rosie, non preoccuparti. Ora andiamo dalla mamma.- le sussurrò, entrando nella stanza dove riposava Hermione. La luce fioca del sole mattutino illuminava il viso radioso della donna che aveva in braccio un fagotto dai capelli rossi, come il padre. Appariva stanca e provata, era stato un travaglio difficile. Ma Harry ne era sicuro, non l’aveva mai vista così felice. Ron le cingeva le spalle con fare protettivo, baciandole i capelli e sorridendo a Hugo. Rose si mosse tra le braccia dello zio e saltò giù decisa. Attraversò la piccola folla venutasi a creare intorno al letto e corse ad abbracciare la madre. – Ciao, Rose.- sussurrò Hermione, carezzandole quei capelli così simili ai suoi. Ron la prese in braccio e la sporse verso Hugo. – Rose, tesoro, di ciao al tuo nuovo fratellino. Ecco Hugo.- bisbigliò alla figlia maggiore, stringendola emozionato fra le braccia. La bambina allungò una manina esitante e la posò sulla testa del neonato. – Hugo.- ripeté, faticando non poco per pronunciare quel nome.

                                                                   ~

 

L’Espresso per Hogwarts era come vent’anni prima: stessi sbuffi familiari, stesso rumore di rotaie arrugginite. Hermione porse a Hugo la gabbia del suo piccolo gufo, lanciando una fugace occhiata a sua figlia. – Chi è quello?- chiese torvo Ron, alludendo ad un giovane alto e moro che parlottava con Rose. – E’ Alex Smith, Rose ne è cotta. Oops, ora mi ucciderà!- esclamò Hugo, mimando un’espressione spaventata. I suoi genitori si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi Hermione si sciolse in un sorriso. – Vai, Hugo. Il treno sta per partire. Scrivici e fa il bravo, non voglio nessuna lamentela dal professor Paciock!- disse dolcemente, abbracciando il figlio ormai quattordicenne. Ron gli scompigliò i capelli e bonfochiò un divertito tieni d’occhio quell’Alex. Hugo sorrise e si avviò verso il treno.

Hermione raggiunse Rose per salutarla, lasciando volutamente indietro suo marito. – Rose, forse è meglio che segui tuo fratello. Per te nessuna raccomandazione, tesoro. O forse una…- disse, suscitando lo sguardo incuriosito della ragazza. – Se ti piace quell’Alex Smith non aspettare che scoppi la terza guerra magica per dirglielo!- le consigliò, ridendo alle sue gote arrossate. – Alex!? Ma tu come fai a… Hugo!- esclamò isterica. Più cresceva e più assomigliava nei modi di fare alla madre. Hermione l’abbracciò, raggiunta finalmente da Ron. – Ti voglio bene, mamma.- sussurrò Rose, per poi dedicarsi a suo padre. – Anche noi te ne vogliamo!- urlarono i genitori, sovrastando il vociare della folla. Rose si avviò spedita dietro Alex verso il vagone dei Prefetti, voltandosi appena in tempo per vedere una lacrima solcare il volto emozionato di sua madre.

-Mi mancheranno, Ron.- sussurrò impercettibilmente, guardando il treno allontanarsi per le campagne inglesi. – Anche a me, occhi dolci.- Ron le baciò una tempia e le asciugò la lacrima con la manica della giacca. La strinse forte a se quando si vide passare davanti il vagone in cui si erano incontrati per la prima volta.

 

 

 

 

 Note dell'autrice ( se così mi posso definire u.u)

Eccomi tornata con l'ennesima Ron\Hermione. Io amo questa coppia, credo sia l'unica veramente riuscita. Che dire, recensite e ditemelo subito se sono da internare al manicomio così magari lascio stare la carriera di scrittrice di fan-fiction u.ù ;)

Grazie ragazzi, anche solo per averla letta!

Hayley

 

 

  
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