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Autore: Yu_Kanda    05/03/2011    5 recensioni
Kanda, uno studente delle superiori di una scuola privata, si trova a scontrarsi con un gatto invadente mentre medita in un parco, ritrovandoselo appiccicato suo malgrado.
[AU, CAT!Lavi (sì, avete letto bene, Lavi è un gatto, un autentico micio DOC), LaviYuu]
[Fanfiction Classificata 2° al Contest "Neko Lovers" indetto da SweetTDemly e giudicato da ro-chan sul Forum di EFP]
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D. Gray-man, PURTROPPO è tutto in mano a quella pazza della Hoshino... Perchè, se fosse stato altrimenti... Il manga non sarebbe diventato un'accozzaglia informe di assurdità, e Lavi sarebbe insieme a Kanda da un bel pezzo!

ATTENZIONE YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!




Poiché la gente non ha di meglio da fare che mettersi a colorare le tavole del manga e poi pubblicarle su Deviant Art, non ho potuto evitare di vedere l'unica pagina in cui compare Lavi, da che ho smesso di leggere il manga, caricata nel fan club di Lavi in DA, di cui IO ricevo purtroppo gli ALERT... >_<

Ora a questo proposito ho una sola cosa da dire: è stato un caso. Ho scelto quel particolare Noah assolutamente a caso, nemmeno mi ero accorta che fosse lui quello nella microscopica vignetta apparsa secoli fa in cui si vedevano Lavi e Bookman incontrare il Noah di turno. Odio avere ragione u_u

Ebbene, sappiate che il veterinario ha provveduto a sverminare il Lavimicio, mettendogli per buona misura una bella dose di antiparassitario... =_=

Uffa.




Il Gatto sulla Panchina


Capitolo 4: Vera Prigionia


 

La parte difficile si rivelò somministrare al gatto la medicina, scoprì Kanda al suo ritorno. L'animale non ne voleva assolutamente sapere, e lui temeva di fargli male se l'avesse stretto troppo; era una situazione di stallo, entrambi sul pavimento aggrovigliati peggio che in un match di wrestling.

"Infilagli la pastiglia in gola, è facilissimo! Fottuto veterinario, dovrebbe provarci lui!" pensava Kanda, mentre con entrambe le mani cercava di aprire le fauci del felino e quest'ultimo invece faceva di tutto per allontanarlo da sé, usando tutte e quattro le zampe. Ad un certo punto decise di usare anche i denti.

- ARRGH! Dannata bestiaccia! - tuonò Kanda prima di potersi trattenere, agitando il pugno verso il gatto, il quale gli soffiava contro sdegnato.

- Miauuuuu! - si lamentò sonoramente, tossendo subito dopo per lo sforzo. Kanda, pentito, si adoperò per calmarlo, quando una voce gli giunse dal corridoio.

- Era un gatto quello che ho sentito? - chiese il patrigno attraverso la porta, il tono quasi divertito, cosa che avrebbe dovuto mandare Kanda immediatamente in bestia.

Tuttavia, questa volta il panico ebbe il sopravvento sull'orgoglio e il giovane smise immediatamente di muoversi, tappando la bocca al povero gatto.

- N-No, ho solo sbattuto contro il letto. - mentì in maniera molto plateale, sperando che l'uomo lasciasse correre. La risposta che ricevette lo spiazzò completamente.

- Se vuoi puoi tenerlo, Yuu-kun. - gli giunse attraverso la porta appena socchiusa.

La voce di Froi Tiedoll, l'uomo che aveva adottato Kanda quando era rimasto orfano all'età di nove anni, giunse calma e amorevole dallo spiraglio creato per affacciarsi nella stanza. Kanda per riflesso nascose il micio dietro la schiena, fingendo di cadere dalle nuvole.

- Non so di che parli. - rispose in tono piatto, sopportando stoicamente il dolore del secondo morso appena ricevuto.

- Il gatto, Yuu-kun. Puoi tenerlo, non serve che lo nascondi. - Tiedoll gli sorrise, posando in terra una ciotola con cibo e acqua. - Tieni, avrà fame. - detto questo scomparve, richiudendo l'uscio dietro di sé.

Kanda fissò incredulo il contenitore colmo di carne, posando il gatto in terra e inginocchiandosi accanto a lui.

- Sembra che la tua cena sia migliore della mia. - commentò, raccogliendo la pastiglia da terra. - Adesso vuoi o no prendere la medicina? - brontolò poi, facendo vedere all'animale il palmo della mano con la compressa al centro.

Lavi restò colpito, non si era reso conto del motivo per cui Yuu insisteva nel volergli propinare quella roba. Si avvicinò, strusciando la testa per metà coperta di garza contro le dita del giovane, quindi prese in bocca la medicina, deglutendo, per poi dedicarsi al cibo. Kanda sedette in terra sopraffatto, appoggiandosi alla spalliera del letto, sospirando.

I giorni seguenti furono più tranquilli e il piccolo malato migliorava a vista d'occhio, tanto che Kanda vedeva avvicinarsi il momento della separazione. Tiedoll guardava con favore la presenza del gatto, trovava che il figliastro si fosse aperto un poco da quando la bestiola era in casa con loro; il suo comportamento era persino un tantino più accomodante, e questo era un bene. Che il giovane imparasse a non vergognarsi dei propri sentimenti era molto importante, ma soprattutto aveva bisogno di abituarsi a esprimerli, dopo che il trauma dovuto alla perdita improvvisa di entrambi i genitori lo aveva completamente bloccato.

 

 

Mentre Kanda era a scuola, Tiedoll si intrufolò sul grande balcone che girava attorno a tutto il piano, raggiungendo alla chetichella l'esterno della camera appartenente all'amatissimo figliolo e sbirciando dentro con cautela. Il gatto dormiva tranquillo, ma per sicurezza gli lasciò una ciotola aggiuntiva con acqua e cibo vicino alla pianta che sapeva aver eletto a bagno privato (temporaneo, sperava). Al suo rientro in casa il tocco di una mano, accompagnata da una voce profonda, lo fece trasalire.

- Sapevi che aveva portato a casa un gatto? - si meravigliò Marie, facendo sussultare il patrigno per la paura.

Tiedoll si voltò verso il giovane, passandosi una mano fra i capelli incolti con fare imbarazzato.

- Ah, sei tu, mi ha spaventato a morte, Marie. Temevo fosse Yuu-kun... - ammise candidamente l'uomo e sorrise al figliastro, pur sapendo che questi non era in grado di vederlo. - Certamente, sono andato anche a controllare che stesse bene mentre Yuu-kun era a scuola, come ora. - confessò subito dopo, mentre riponeva il rimanente cibo per gatti in frigorifero. - Sono sicuro che per lui è solo un bene.

Marie annuì, anche a suo avviso Kanda non poteva che giovare della compagnia del simpatico micetto. Non l'avrebbe mai confessato, ma era andato a giocare con lui mentre il fratellastro si trovava fuori casa. La bestiola era adorabile. Sperò che Kanda decidesse di tenerla con sé.

 

 

Dentro la grande e antica Biblioteca c'era molto movimento quel giorno, o meglio, nei sotterranei della stessa, il luogo abitato dal clan dei gatti presente nella ridente cittadina. L'anziano che capeggiava la casta degli storici aveva sconfinato nella zona abitata dai gatti comuni e chiamava a gran voce l'altra anziana, il tono del suo miagolio assai contrariato.

- Hevlaska! Perché mi si nascondono le cose! - sbraitava un gatto glabro, sollevando il muso in aria affinché tutta la comunità lo udisse. - Ho saputo che hai visto Lavi! Mostrati Hevlaska!

- Salute a te, Sommo Storico. - esordì in tono provocatorio la gatta bianca che rispondeva al nome di Hevlaska, presentandosi al cospetto di colui che fra loro era chiamato Bookman. - Sì, ho visto il tuo allievo. - confermò con voce calma.

- E non mi hai avvisato? Perché!? - accusò l'anziano storico, incredulo di fronte a una simile notizia.

- Perché potrebbe essere morto. Era gravemente ferito. - chinò la testa con aria triste, incontrando gli occhi allibiti di Bookman. - Mi dispiace, non ho potuto avere sue notizie. Il gatto che vive con il veterinario cui Lavi era stato affidato non è riuscito a sapere se qualcuno l'ha preso con sé o se sia morto per le ferite ricevute.

Il gatto glabro indietreggiò di un passo, frastornato. Impossibile, Lavi non poteva essere stato tanto stupido da lasciarsi catturare dagli umani, tantomeno da farsi uccidere da loro! No, non ci poteva credere.

- Tutto questo è assurdo, lo farò cercare per mio conto. - annunciò con sdegno; quindi si voltò, tornandosene nel suo regno, fra i libri.

- Fa' come credi, Bookman. - si udì fra l'apprensione generale, ma l'ultima risposta di Hevlaska echeggiò nella grande stanza sotterranea restando senza replica.

La gatta arricciò i baffi soddisfatta, tornando da dove era venuta con passo felpato, incontrando altri due suoi simili che l'aspettavano con impazienza.

Avrebbe protetto Lavi finché le fosse stato possibile, se aveva scelto di restare con un umano riguardava soltanto lui. Che gli storici pretendessero di costringerlo a una vita che non desiderava era follia pura e lei non condivideva affatto il loro comportamento. Finché Lavi fosse rimasto con quell'umano non gli sarebbe accaduto alcun male. Si raccomandò ai suoi fedelissimi di essere informata di qualunque cambiamento, quindi scomparve nelle sue stanze.

 

 

Tre settimane dopo, Lavi si sentiva pronto a tornare a casa, dal suo clan e i suoi simili; tuttavia, voleva farlo solo per una questione di correttezza, perché intendeva annunciare loro che lasciava la comunità dei gatti per motivi personali.

Aveva sviluppato sentimenti per un umano, e già questo era una grave trasgressione. In aggiunta, desiderava restare con l'umano in questione, e quest'ultima cosa aveva buone probabilità di essere considerata tradimento. Un crimine ben più grave che poteva costargli la morte, e ciononostante aveva deciso di presentarsi ugualmente agli anziani.

Avrebbe cercato di raggiungere la Biblioteca appena si fosse sentito sicuro di riuscire a orientarsi, ma soprattutto di essere in grado di muoversi col solo ausilio di un occhio. Aveva ampiamente sperimentato in quel periodo quanto fosse difficile ora mettere a fuoco la profondità delle cose, valutare la loro posizione rispetto alla sua o saltarvi sopra con precisione, e un po' ne era spaventato.

A sorpresa però Yuu gli diede l'opportunità perfetta per evitare tutti i problemi di un viaggio verso l'ignoto, con una proposta davvero singolare. Soprattutto provenendo da lui, tanto che Lavi avrebbe voluto poter ridere come un umano in quel momento. E potergli rispondere a parole.

- Ehi, gatto. - esordì il giovane quasi con aria imbarazzata, nemmeno potesse sapere che l'interessato capiva quel che gli stava dicendo. Ormai pareva che 'gatto' fosse diventato il suo nome; Yuu era davvero senza speranza, nemmeno si era disturbato a scegliergliene uno! Lavi voltò il musetto verso di lui, rivolgendogli un grazioso 'Miao' di saluto. - Mi chiedono di te a scuola... vogliono... bé, vedere se stai bene. Se ti porto a scuola con me oggi starai buono? - concluse Kanda, e appena pronunciata quella frase si portò una mano al viso, scuotendo la testa. - Che stupido sono, ti parlo come se tu comprendessi. - mormorò in tono ironico, quasi ridesse di sé stesso e della propria ingenuità.

- Miao? - Lavi si alzò dal letto, scendendo con cautela dal lato in cui era il giovane e posandogli le zampe anteriori contro un ginocchio. Kanda lo prese in braccio di riflesso, ormai si era abituato che quello era il segnale col quale il gatto rosso chiedeva la sua attenzione, se l'appoggiò contro il petto. Lavi gli assestò una leccatina sulla guancia, strofinandosi a lui, ma Kanda si ritrasse sorpreso.

- Ehi! Che ti prende? - esclamò, chiudendogli il musetto col palmo della mano. - Era un sì?

- Miao!

- D'accordo, lo prendo per un sì; anche se mi sento un idiota a parlare così con un gatto. - borbottò il giovane fra sé e posò il suo piccolo amico in terra, accingendosi a radunare le cose che gli sarebbero servite per le lezioni di quel giorno. - Andiamo? - disse poi, afferrando la cartella e la borsa da ginnastica in cui teneva la divisa di Kendo, quindi aprì la cerniera di quest'ultima e si voltò indietro. - Salta dentro. - invitò Lavi con un cenno della mano; il gatto non se lo fece ripetere due volte, facendo subito capolino col musetto dall'apertura.

- Miao. - Lavi avrebbe voluto poter dire 'Sono pronto', ma 'Miao' era tutto quel che era in grado di articolare, purtroppo. Se solo avesse potuto diventare umano! Ecco, con quel desiderio l'elenco di cose proibite nel suo clan che lui aveva invece trasgredito era completo. Avrebbe fatto meglio a tenerlo per sé mentre parlava con gli anziani, se non voleva farsi condannare a morte su quattro zampe. O su due piedi, come dicevano gli umani.

 

 

Arrivati in classe Yuu gli permise di uscire dalla borsa con una certa riluttanza. Si vedeva che era teso come una corda di violino ed estremamente a disagio di avere su di sé l'attenzione di tutta la classe (e di molti studenti di quelle vicine, accorsi apposta appena saputo). Soprattutto per una cosa che lo faceva apparire così sentimentale e debole come essersi preso cura di un gatto. Lavi balzò fuori agilmente, fra le esclamazioni estasiate dei presenti, sbadigliò e si stiracchiò con grazia prima di mettersi seduto composto accanto al banco di Yuu. A prima vista, il giovane dava l'impressione di essere arrossito appena, ascoltando i commenti su come (secondo i compagni) lo avesse curato bene e quanto lui gli fosse affezionato.

Il mucchio di studenti che premeva per vedere il gatto metteva addosso a Kanda un'ansia terribile. Temeva che l'insegnante della prima ora entrasse in classe da un momento all'altro, sorprendendoli con un animale portato a scuola, ma anche e soprattutto che qualcuno dei compagni potesse fargli male. Oppure spaventarlo in qualche modo, facendolo scappare. Lavi invece lasciava che lo toccassero, purché le loro carezze non interessassero il suo occhio cieco, riguardo al quale era estremamente protettivo. Yuu lo prese improvvisamente in braccio, sottraendolo alle attenzioni della classe.

- Fate piano, lo spaventate. - disse in tono seccato, mettendolo poi sul banco in modo che almeno non rischiassero di calpestarlo.

In quel momento entrò la professoressa Lotto. Restò per un attimo ferma sulla porta nel vedere lo spettacolo che le si presentava davanti, poi batté le mani per attirare l'attenzione della folla di studenti che improvvisamente riempiva la sua classe. Era curiosa di scoprirne la ragione, e come parte dei ragazzi si scansò, voltandosi verso di lei restò di stucco.

Il gatto! Kanda si era arrischiato a venire a scuola con il gatto rosso per far vedere che era guarito, dopo che lei gli aveva chiesto più volte notizie della bestiola.

- Oh, Kanda, l'hai portato! - esclamò con gioia, raggiungendo la cattedra. Erano parecchi giorni che sentiva domandare anche dai ragazzi delle condizioni dell'animale, dopotutto avevano contribuito alle sue cure, era logico che volessero sapere come stava.

Lavi balzò giù dal banco raggiungendo la professoressa, che lo prese in braccio, coccolandolo qualche istante, per poi posarlo sul piano della sua postazione.

- Miao! - esclamò Lavi facendo le fusa, cosa che irritò Kanda più di quello che si aspettava. Vedere come si lasciava toccare da chiunque lo disturbava, quel gatto era senza vergogna.

- Coraggio, ora che il nostro piccolo amico è qui sulla cattedra ogni studente potrà passare ad accarezzarlo e poi tornerà subito alla sua aula. - stabilì la donna, rivolgendo uno sguardo eloquente agli intrusi. - Gli alunni di questa classe invece potranno fare la stessa cosa subito dopo. Avete visto che sta bene, è sufficiente no? - sorrise ai presenti. - Poi dovrai portarlo in cortile. - disse infine rivolta a Kanda, il quale annuì con riluttanza.

Non gli piaceva l'idea di lasciare il gatto da solo in balia degli inservienti o di eventuali amici dei teppisti che aveva pestato. Ma non poteva opporsi.

 

 

Lavi si strusciò contro la mano di Kanda appena questi lo posò vicino alle aiuole del cortile, leccandogli delicatamente un dito. Il giovane fremette alla sensazione ruvida della lingua contro la sua pelle, concedendo al gatto una carezza che Lavi quasi si sentì di definire affettuosa, e questo gli rendeva il compito assai più arduo. Non voleva lasciare Yuu, ma doveva farlo se ci teneva a poter un giorno tornare da lui.

- Miao... - chiamò piano mentre il giovane umano si allontanava. Questa volta Yuu si voltò verso di lui, lanciandogli un'occhiata che avrebbe potuto essere un saluto.

Lavi sentì vacillare i suoi propositi a quella vista, ma si costrinse ugualmente a fare ciò che doveva. Qualche minuto dopo usciva dal cancello della scuola diretto nel parco, per poi raggiungere da lì la Biblioteca.

L'accoglienza che ricevette entrando nei sotterranei del luogo che usavano come casa dapprima lo lasciò perplesso, poi lo sconvolse non appena si rese conto di essere già stato condannato da quelli del suo clan. Il suo mentore in testa.

- Lavi! - lo chiamò Hevlaska in tono urgente, comparendo da uno dei passaggi; scambiò occhiate preoccupate con i due gatti che l'accompagnavano. - Perché sei tornato? È pericoloso per te restare qui adesso! - miagolò quasi in un sussurro, guardandosi sospettosamente intorno e notando due degli storici che s'infilavano in un altro tunnel. - Sarai imprigionato, ti considerano un traditore. Torna dal tuo umano!

Lavi non capiva perché non potesse semplicemente spiegare la situazione, dimostrare la propria innocenza raccontando come erano andate le cose in realtà, ma non ebbe nemmeno il tempo di chiedere chiarimenti all'anziana. Bookman comparve accompagnato da due guardie, gli occhi duri e spietati che gli rivolgevano uno sguardo accusatore.

- Lavi! - lo apostrofò mentre gli si avvicinava. - Così sei tornato, stupido inetto! Guarda come ti sei ridotto per un umano! - gli girò intorno annusandolo e osservando ogni minimo dettaglio del suo stato; poi fece cenno alle due guardie di affiancarlo. - Hai disobbedito per l'ultima volta. Questo tradimento non sarà perdonato.

- Maestro, lascia che ti spieghi! - supplicò Lavi, vedendosi ormai perduto. - Non è stato affatto un tradimento! Sono rimasto ferito, non potevo tornare! Ti prego ascoltami! - insisté, ma Bookman lo ricompensò con una zampata sul lato cieco del muso, ringhiandogli impietosamente contro.

- Credi che io non sappia? Ti sei fatto ferire perché seguivi un umano! - tuonò il gatto glabro, e lanciò un'occhiata rovente ad Hevlaska, intimandole in tal modo di non interferire. L'anziana gatta indietreggiò di qualche passo, sapeva di non poter intervenire in alcun modo per il momento e il rischio di scatenare una guerra fra le caste era troppo grande per poterlo ignorare. - Ora ne pagherai le conseguenze. - Bookman annunciò poi a Lavi, in tono solenne; i due gatti che gli erano accanto lo forzarono ad alzarsi, trascinandolo con loro.

- Hevlaska, che si fa? - chiese uno dei membri del suo seguito. - Lo uccideranno.

- Non possiamo fare nulla per ora. - stabilì l'anziana in tono abbattuto. - Scoprite dove lo rinchiudono, poi penseremo a come toglierlo dai guai.

Era la prima volta nella sua lunga vita che le capitava un caso del genere. Un gatto che si mescolava di sua volontà agli umani e che si era legato a uno di loro in particolare, non da prigioniero ma da libero ospite. Chissà, forse quell'umano era veramente speciale se rispettava la vita di un gatto quanto la propria, e questo meritava il suo aiuto, rifletté Hevlaska, anche se andava contro le regole.

 

 

Lavi fissava le sbarre davanti a sé con sguardo triste. Come prevedeva gli eventi erano precipitati, e Yuu non lo avrebbe mai più rivisto. Il suo cuore si spezzò al pensiero di quanto il giovane si sarebbe preoccupato, non vedendolo in attesa a fine lezioni davanti all'uscita della scuola e del dolore che la sua scomparsa gli avrebbe causato. Avrebbe pensato che lui l'avesse abbandonato.

Si sentiva terribilmente colpevole per questo, l'ultima cosa che desiderava era di far soffrire Yuu. Posò il musetto a terra, coprendolo con le zampine nel vano tentativo d'impedirsi di pensare.

Una delle sue orecchie si mosse, reagendo a un rumore improvviso proveniente dall'esterno della sua piccola cella, e una voce a lui ben nota pronunciò il suo nome. Risollevò la testa di scatto, riconoscendo colei cui apparteneva.

- Lavi. Come stai? - chiese Hevlaska, e infilò il collo fra le sbarre, leccandogli la fronte con fare materno. - So che sei spaventato, ma abbi fiducia in me. - gli raccomandò mentre si ritraeva.

- Sono conscio di cosa mi aspetta e so di meritarlo. - ammise Lavi fissandola con aria rassegnata. - Non rischiare la tua posizione per me.

Hevlaska scosse il capo, quel gatto rosso era davvero troppo buono per il suo bene. Avrebbe fatto l'impossibile per farlo fuggire da lì, alla faccia degli storici senza cuore che sfruttavano le conoscenze degli umani pur disprezzandoli. Quale falsità dimostravano in questo.

- Lavi, non lascerò che ti facciano del male. Non mi è mai piaciuto il loro comportamento. Questa volta non intendo avallarlo. - promise invece l'anziana, lo sguardo severo delle sue iridi azzurre fisso nell'unico occhio del piccolo prigioniero. - Riposa, tornerò presto da te.

Lavi era davvero combattuto fra la fedeltà al suo clan e l'amore che sentiva per Yuu. Per quello aveva deciso di ripresentarsi a casa nonostante temesse ciò che poi si era verificato, e ora invece desiderava soltanto di poter tornare dal giovane umano.

Doveva tentare il tutto per tutto, Hevlaska se ne stava andando e se non chiedeva ora non avrebbe potuto farlo mai più. Lei era l'unica che gli avrebbe mai concesso una risposta a un tal genere di domanda.

- Aspetta, grande anziana, ti prego! - implorò; il tono così urgente del povero gatto convinse Hevlaska a fermarsi e tornare davanti alla prigione. - Conosci la leggenda del vecchio pozzo sotterraneo?

La gatta sgranò gli occhi. Come poteva... Oh, bè, era uno storico dopotutto, anche se giovanissimo. E data la situazione, la sua domanda non era poi così strana.

- È solo un'antica storia, Lavi. - affermò in tono comprensivo, cosa che diede al giovane felino la sensazione che l'anziana avesse pietà di lui, sia per l'inflessione nella voce sia per lo sguardo che gli rivolse. Hevlaska vide la speranza scemare dall'occhio di Lavi, sostituita da un velo di dolore. - Vuoi davvero diventare umano? - gli chiese a sorpresa, fissandolo intensamente. Lavi annuì, imbarazzato di aver fatto una richiesta simile. - Vedrò cosa posso scoprire del pozzo, allora.

La promessa appena ricevuta lasciò il gatto rosso allibito. Hevlaska l'avrebbe davvero aiutato a diventare umano? A tradire definitivamente la sua razza? Avrebbe voluto ringraziarla, raccomandarle di non rischiare troppo, ma era già svanita prima che lui avesse potuto anche solo trovare la forza di dar voce alle emozioni che gli si agitavano dentro in quel momento.

Appoggiò nuovamente il muso sul pavimento della cella, sperando che quell'attesa snervante durasse il meno possibile.

 

 

In casa Tiedoll tirava aria di funerale da qualche giorno. Sia Marie e Daysha che il loro patrigno erano molto in pensiero per Kanda, il quale si comportava come un fantasma tormentato. Andava a scuola e rientrava tardissimo, per rinchiudersi subito nella sua stanza senza quasi toccare cibo, e non parlava più con nessuno. Si chiedevano cosa mai facesse fuori di casa fino a quell'ora, ma l'assenza del gattino rosso la diceva lunga sul perché di quel modo di fare e sul come mai Kanda restasse fuori casa così a lungo.

Tiedoll era quasi certo che il figlio adottivo lo stesse disperatamente cercando. Come mai il gatto fosse scappato, poi, era un mistero per tutti; pareva così affezionato a Kanda, così affettuoso con lui che non c'era motivo desiderasse di andarsene.

Lo stato di Kanda non era passato inosservato nemmeno a scuola, a giudicare dalle numerose telefonate che il giovane aveva ricevuto da Lenalee e a cui si era rifiutato di rispondere. Come anche oggi.

- Casa Tiedoll, chi parla? Ah, sei tu, Lenalee. - disse l'uomo, riconoscendo la voce di lei. - Mi dispiace, Yuu non è ancora rincasato.

- Gli può dire che ho chiamato? - chiese Lenalee, sperando che almeno quella volta le ritelefonasse.

- Ah, eccolo che rientra, aspetta un momento. Yuu-kun! - chiamò Tiedoll, alzando la voce per farsi sentire. - Ti vogliono al telefono, è Lena...

Si udì un sonoro 'slam', e il discorso dell'uomo fu stroncato nel mezzo.

- Signor Tiedoll? Che succede? - Lenalee aveva un'idea piuttosto chiara di quel che era appena accaduto, ma per sicurezza aspettò la conferma del patrigno di Kanda.

- Oh, Lenalee, davvero, non so che gli è preso. - si scusò Tiedoll. - È di nuovo scappato a chiudersi in camera sua, senza rispondermi.

- Non importa, Signor Tiedoll, io penso di sapere cosa gli stia succedendo. - confidò la ragazza.

Se Kanda non voleva il suo aiuto forse il patrigno poteva convincerlo a confidarsi, magari per sfinimento... Così Lenalee aveva parlato con Tiedoll, mettendolo a parte dei suoi sospetti e delle sue preoccupazioni riguardo la salute di Kanda.

- Grazie, Lenalee. Sospettavo una cosa del genere, ma non volevo rattristarti. - disse Tiedoll non appena la ragazza ebbe finito di raccontare. - Non devi prendertela, Yuu ha solo bisogno di tempo. Ti prometto che gli starò più dietro e farò in modo che anche i suoi fratelli lo spronino.

Purtroppo però, era chiaro a tutti che non potevano fare nulla per cambiare la situazione, conoscendo Yuu come padre, Tiedoll sapeva bene quanto potesse essere cocciuto e ostinato. Non restava che sperare se ne facesse presto una ragione.

Tra l'altro, era davvero incredibile come si fosse legato al gattino in così poco tempo, tanto da risentire a quel modo della sua scomparsa.

Evidentemente, anche se Yuu non lo ammetteva si sentiva solo e l'animale aveva dato un nuovo impulso alla sua vita rompendone la monotonia. Davvero una disdetta che una creatura capace di un simile miracolo fosse sparita nel nulla, abbandonandolo da un giorno all'altro.






@Ermellino:

Immagino che questa volta invece la conclusione sia stata alquanto prevedibile ^^"" Bè, in qualche modo Kanda doveva avere indietro il suo Lavi umano, no? u_u

>>" Ti faccio i complimenti per come hai gestito Kanda, veramente. Sei riuscita a mantenere perfettamente il suo carattere glaciale e, allo stesso tempo, gestire le sue emozioni. "

XD Grazie. Sono sempre stata convinta che gli piacessero di più gli animali che i suoi simili XD Bè, almeno a loro non deve dimostrare nulla, ecco.

>>"Non vedo l'ora di leggere il seguito!"

^^"""  Perdono per averti fatto aspettare, te e tutti gli altri lettori.


@Claws:

>>"devo dire che Lavi micio è qualcosa di favoloso."

Concordo perfettamente XD Lavi ha il caratterino di un micio pestifero! XD Ho accudito per un po' di tempo un micetto rosso, e sebbene buono come il pane, era una cosa indescrivibile quanto a vivacità... Ha fatto più danni lui in casa mia che il terremoto o l'eruzione di un vulcano. O_O

>>"Oh, cavolo, è complicato spiegare, ma hai reso perfettamente la nascita del rapporto Yuu-Lavi/micio e la sua crescita."

Grazie^^ Immagino che solo chi ha fatto appunto questa esperienza di vita che è crescere un micetto fin da cucciolo possa immergersi completamente nel punto di vista di un gatto XDDD

>>"La perdita di un occhietto deve essere stata terribile, non l'ho mai provata"

In realtà nemmeno io, ma credo che sarebbe stato meno difficile di quello che ho invece passato quando il mio povero amatissimo micio (pace all'anima sua, poverino ormai se n'è andato da 7 anni, dopo 14 anni di convivenza) è stato operato di calcoli alla vescica. Ho davvero creduto che sarebbe morto, si è ripreso per miracolo, e la convalescenza è stata terrificante. Non lo auguro a nessuno...

>>"Tutti questi giri di parole per dirti che è davvero una storia coinvolgente, fantastica, davvero."

Grazie =^_^=

*commossa, piange di gioia*

L'ho scritta pensando a tutti coloro che amano i gatti tanto quanto li amo io e sono felicissima che sia piaciuta.


@redseapearl:

>>"In effetti il fatto che Lavi avesse entrambi gli occhi sani era una questione che mi frullava in testa da un po',"

Uffaaa, è una AU, se mi girava li conservava tutti e due gli occhi!

*Immagina Lavi umano con tutti e due gli occhi*

*muore sul colpo*

>>"La scena di Lavi che fa i suoi bisognini sul fiore preferito di Tiedoll mi ha fatto morire dal ridere!"

I gatti al contrario dei cani, amano la privacy XD Nascondersi a fare i propri comodi in mezzo ai fiori/piante nei vasi è un classico del gatto randagio XDD (sì, ho esperienza anche di questo, il randagio nero che bazzicava nella via dove lavoro prendeva di mira i vasi più grandi XD)

Tiedoll è un pezzo di pane quanto lo sono tutti i gatti rossi XDDDD Era piuttosto ovvio che avrebbe adottato il micio XDD

>>"Ovviamente il capitolo è bellissimo e Lavi in versione gatto è sempre più dolce."

Eh... Tu non hai idea di quanto un micio rosso possa essere dolce u_u

*piange pensando che ha dovuto separarsene causa genitore cattivo che lo ha voluto fuori dei piedi *

Lui era esattamente come ho descritto Lavi, mi seguiva ovunque, persino dove lavoro XD Gatto intelligente e senza paura XD

   
 
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