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Autore: Franky91    05/03/2011    3 recensioni
un'attrazione tra due persone che quando sono insieme una mette in soggezione l'altra... perchè un semplice regalo cambia le cose?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il babydoll

 

Fu così che si addormentò, con i pensieri che vorticavano morbosamente su una cameriera.

Durante la notte, i suoi pensieri e sogni erano tutti concentrati sulla ragazza, Rin.

Perché nel suo inconscio sognava di stringerla a sé, accarezzare quel corpo che al solo pensiero lo faceva impazzire? Non aveva fatto altro che sognare di fare l’amore con lei, di farla sua e ….

Si svegliò di soprassalto, era in un bagno di sudore; stringeva ancora tra le dita quel ciondolo. Quel regalo era stato il più fantastico di tutti quelli ricevuti fino a ora.

Guardò la sveglia sul comodino e vide che erano solo le otto; sarebbe dovuto andare a lavoro alle undici e ne avrebbe potuto approfittare per dormire ancora un po’, ma tutto nella sua mente gli ricordava che doveva escogitare un modo per ringraziare Rin White.

In casa di Rin intanto. Sango era tornata da un paio di minuti dalla sua notte brava con Miroku, quando sentì dei rumori provenire dalla stanza di Rin.

“Rin, tutto bene?”, chiamò la ragazza mentre bussava lievemente alla porta.

Rin era scossa, ma che razza di sogno aveva fatto. Sesshomaru nel suo letto, che la stringeva. Assurdità, non era possibile che lui, il demone più famoso del Giappone grazie alle sue straordinarie doti culinarie si potesse mai interessare a lei, una minuta ragazza che si manteneva facendo la cameriera in un ristorante.

Aveva il respiro affannato, il corpo impregnato di sudore. Ma che razza di sogni aveva fatto? Sesshomaru Tashio, che la stringeva con tenerezza, che con dolcezza si insinuava dentro di lei, che la faceva impazzire al solo contatto con il suo corpo scolpito ….

Sango continuava a bussare alla porta, “Rin, stai bene?”, il suo tono era un po’ ansioso.

“Si, sto bene, ma se ti racconto che ho sognato mi prenderesti per pazza”, disse Rin, mentre si alzava e andava in cucina.

“Adesso parli. Uffa però, prima fai venire la curiosità e poi ti stai muta. Tu non esci da qui se prima non racconti che cosa ti è preso ieri sera”, il tono di Sango era perentorio, non ammetteva repliche.

Mentre Rin si preparava la colazione, cominciò a spiegare il suo comportamento della sera precedente.

“Ieri sera, sono andata via, perché, oltre a sentirmi strana, è successa una cosa pazzesca. Hai presente Sesshomaru Tashio?”.

“Il festeggiato intendi? Che è successo? Perché ogni volta ti devo tirare le cose con le pinze dalla bocca?”, si lamentò Sango.

“Si, proprio lui. Ok, mentre noi due stavamo ballando, Sesshomaru mi ha trafitto la schiena con il suo sguardo”, Rin lo disse diventando rossa come un peperone.

“Che cosa?”, urlò Sango a tutto spiano. “ Ma che stai dicendo? Lui, dico, proprio lui ti ha fissata?”.

“Si, però quando mi sono accorta del suo sguardo ha distolto gli occhi. E poi … stanotte …”, era diventata molto più rossa di prima. Che stranezza.

“Adesso capisco perché quando ha aperto il tuo regalo era così strano. Ha perfino sorriso …”, disse l’amica soprapensiero.

“Che ha fatto?”, stavolta era Rin ad urlare.

“Ha sorriso e non ha permesso a nessuno di guardare il regalo, ne tanto meno la busta, che subito si è messo nella tasca della giacca”, spiegò lei.

‘Mamma mia, allora gli era piaciuto.’ Rin sorrise, era felice di aver trovato il regalo giusto.

“Rin, perché sorridi come un’ebete? Mi racconti il sogno?”, curiosa, totalmente divorata dalla curiosità.

“Ehm … stanotte ho fatto un sogno a dir poco strano ed impossibile …”, cominciò Rin.

“Continua, perché ti fermi? Per fare crescere ancora di più la mia curiosità?”, Sango era impaziente di sapere.

“Ehm … ho sognato Sesshomaru T …”, come al solito, prima vuole sapere e poi non  mi fa nemmeno finire di parlare.

“Che hai sognato? Il cuoco? Il demone cane famoso per la sua cucina?”, Sango era già partita con la fantasia, infondo si era innamorata di uno che aveva fama di fare il cascamorto con tutte. Non mi stupisce che alla fine si sia messo con lei.

“Si, ma vuoi sapere oppure posso andarmi a fare una doccia?”, disse Rin.

“Voglio sapere, ma che domande!”, disse lei.

“Bene, l’ho sognato dentro il mio letto …”, sospirò la ragazza.

“Nel … nel tuo letto? Mentre …. Mentre facevate l’amore?”, Sango da quando frequentava assiduamente Miroku era diventata molto più maliziosa del solito.

“Si, era come se percepissi il suo respiro sulla pelle, le sue mani su di me …”, confessai, non poteva nascondere nulla a Sango, perché prima o poi l’avrebbe scoperta.

“Oh, oh”, lei non disse altro, quelle due semplici parole erano molto più eloquenti che se ne avesse usato mille.

 

Intanto Sesshomaru era intento ad escogitare qualcosa per ringraziare a dovere la persona che gli aveva fatto quel regalo stupendo. Ma come doveva fare? Non gli veniva in mente nulla.

I suoi pensieri vennero interrotti dal suono del suo cellulare. Guardò infastidito il display e vide lampeggiare il nome di suo fratello Inuyasha.

“Pronto”, rispose con un pezzo di brioche in bocca.

“Ehi, fratellone, come stai?”, chiese l’hanyou.

“Bene, perché me lo chiedi?”, rispose il demone.

“No, niente. Era solo perché ieri sera eri molto strano, e volevo assicurarmi che tu stessi bene”, rispose.

“Sto benissimo, però vorrei chiederti una cosa”, disse lo youkai.

“Dimmi”. “Ehm … secondo te come bisognerebbe ringraziare una persona che ti ha fatto un regalo stupendo ma che non è rimasta alla festa di compleanno per motivi a me sconosciuti?”, chiese tutto d’un fiato Sesshomaru.

“Sinceramente non lo so. Tutto dipende dalla persona che devi ringraziare”, Inuyasha rispose al fratello.

“Si tratta di una ragazza. Non la conosco da molto però … con il suo regalo è riuscita ad esprimere delle sensazioni che io non riuscivo a tirare fuori. Mentre lei con un solo gesto …”, cercò di spiegare.

“Ah, ti riferisci forse all’amica di Kagome?”, si informò Inuyasha.

“Eh, l’amica di Kagome? Non mi riferisco a Sango …” cercò di dire Sesshomaru.

“Intelligente di un fratello, io mi riferivo a Rin, l’altra damigella di Kagome e sua migliore amica oltre a Sango”, spiegò logicamente il mezzo demone.

‘Oh no. Ma come è possibile che tutto giri intorno a quella ragazza?’, pensava Sesshomaru.

“Comunque si. Mi daresti una mano? Io non la conosco da molto quindi non so come comportarmi …”.

“Sesshomaru, ma come tu che sei il principe dei demoni, non sai come ringraziare una ragazza umana che per di più stravede per te?”, sussurrando riprese “Oh no, questo non dovevo proprio dirtelo, se lo viene a sapere Kagome mi uccide”, il tono di Inuyasha nel completare la frase era totalmente impaurito, ‘chissà che cosa riusciva ad escogitare Kagome per mettergli così tanta paura.’ Pensava Sesshomaru.

‘Quindi Rin stravedeva per me? E adesso che cosa mi invento?’, Sesshomaru era confuso, più confuso di prima che suo fratello lo chiamasse.

“Inuyasha, ti ringrazio lo stesso ma qualcosa mi inventerò e comunque non dirò nulla alla tua fidanzata, non vorrei assolutamente sapere che cosa è capace di farti per tu avere così tanta paura”, Sesshomaru si aprì in un sorriso.

“Ma che dici Sesshomaru. Io paura di Kagome? Ma quando mai ….”, la sua voce aveva cominciato a cambiare e Sesshomaru scoppiò in una risata. Era divertito, avrebbe davvero voluto sapere.

Salutò il fratello e si dedicò alla sua colazione.

Rin era già uscita di casa, aveva delle commissioni da fare prima di andare a lavoro. Era in giro quando si fermò davanti ad un negozio di biancheria intima. Rimase lì, ferma, immobile ad osservare la vetrina perché vi era un capo che le sembrava molto familiare. In effetti era lo stesso che si era vista addosso mentre ….

‘Ma che vado a pensare. Meglio che mi sbrighi. E poi devo togliermi Sesshomaru Tashio dalla testa, non sono alla sua altezza perciò ….’, Rin si tormentava con questi pensieri, non riuscendo a muovere un passo ed osservare quel babydoll color lilla, doveva essere meraviglioso indossarlo.

Rin era in giro, Sesshomaru dopo aver fatto una doccia, e aver fatto colazione uscì di casa, sinceramente non sapeva dove andare, ma aveva bisogno di schiarirsi le idee, non poteva continuare a pensare a Rin White. La sua mente vorticava su quei pensieri quando, svoltato l’angolo, vide l’oggetto della sua ossessione, ferma davanti una vetrina.

Le passò accanto, e notò, riflesso sul vetro, l’espressione che aveva in viso; sembrava imbarazzata per qualcosa. Sesshomaru si concentrò su ciò che la ragazza osservava e con un sorriso che gli sfiorava le labbra osservò incuriosito il babydoll esposto.

In quel preciso istante, la ragazza si riprese dal suo stato assente e vide riflesso il profilo del cuoco che se ne andava.

‘Oh mio Dio … Proprio ora lo dovevo incontrare? Ferma davanti un negozio di biancheria intima?’, pensò Rin.

Velocemente si allontanò e continuò il suo giro di commissioni, a pranzo aveva un appuntamento con le sue amiche per mangiare in un chiosco dove facevano dei panini fantastici, perciò doveva sbrigarsi, aveva un sacco di cose da fare, e non poteva perdere tempo a pensare al demone.

Sesshomaru continuò la sua tranquilla passeggiata, e come se una lampadina si fosse accesa nel suo cervello, gli venne in mente qualcosa per poter ringraziare la signorina White.

Tornò indietro, ora che aveva una meta e in modo calmo entrò nel negozio davanti al quale si era fermato prima, aveva capito che cosa comprare perciò diede indicazioni precise alla commessa che lo guardava con occhi sognanti e, facendosi un calcolo mentale, ricavò la misura per il completo.

Con quel sacchetto in mano, si avviò verso casa, ora doveva solo pensare a come farglielo avere. Tragedia. Beh, poteva pensarci mentre preparava qualcosa per un suo vecchio amico che quel giorno si trovava in città, Naraku.

Giunto a casa, cominciò velocemente ad stendere la pasta sfoglia per lo sformato, preparare una mousse al lampone, la preferita del suo amico, ma si era dimenticato di una semplicissima cosa.

Alle undici doveva essere al ristorante. Prese il telefono e cercando il numero di Miroku.

“Ehi, bonzo, sono io. Ascolta arriverò con due ore di ritardo, ha importanza?”, disse il demone senza permettere all’altro di rispondere. Quando glielo permise.

“Sesshomaru, va bene, sei o no il cuoco più famoso che ci sia? Se arrivi tardi che cosa potrebbe succedere? E poi lo sai che Kagura è brava, anche se non è al tuo livello. Per un po’ ce la potremmo cavare. Goditi le tue ore libere”, e Miroku chiuse così la chiamata.

Alleggerito da questo peso, si accinse nuovamente a dedicarsi alla sua cucina. In poco più di un’ora e mezza aveva finito e preparato tutto per il suo amico, il quale non tardò ad arrivare.

“Ehi, Naraku, quanto tempo …” lo salutò Sesshomaru, facendolo entrare in casa.

“Già, ma vedi sono stato impegnato con la mia fidanzata e quindi …”, Naraku lasciava sempre le frasi in sospeso quando si trattava della sua fidanzata.

“Una cosa, ma quando me la fai conoscere?”, chiese il demone all’amico.

“Poi, poi … probabile che già la conosci”. “E come la dovrei conoscere se quando ti incontro sei sempre solo?”, chiese Sesshomaru.

“Tranquillo, questo weekend sono ancora in città, se si organizza qualcosa ti faccio sapere”.

“Ok”, guardando l’orologio, il demone si accorse che già si era fatto mezzogiorno.

“Che ne dici di mangiare? Tra un’ora dovrei essere a lavoro. E non vorrei che pensassero che io sia così altezzoso, arrivando in ritardo”.

“Ok, ma cosa hai preparato? C’è un profumino ….”, disse Naraku, già con l’acquolina in bocca.

“Se te lo dico, ti rovinerei la sorpresa, quindi meglio metterci a tavola”, lo incuriosì ancora di più il demone.

Si sedettero a tavola e parlando del più e del meno pranzarono.

Intanto Rin non riusciva a smettere di pensare all’incontro fortuito con il protagonista maschile dei suoi sogni. Che vergogna che provava per essersi fatta trovare davanti un negozio di biancheria intima, totalmente imbambolata a fissare un babydoll.

In fretta si diresse verso il luogo dell’appuntamento, perché se avesse fatto tardi, Sango avrebbe pensato a male, come di norma. Arrivò tutta trafelata e salutò Sango e Kagome.

“Ehilà ragazze”, disse Rin.

“Ehi, ciao”, risposero entrambe. “Ma che hai? Perché sei così rossa?”, Kagome, con il suo sguardo da perenne innamorata fissava l’amica, non potendo immaginare chi popolasse i suoi sogni.

“Ehm … Niente, solo che ho corso fino a qui”, cercò una scusa veloce la ragazza.

“Tu non me la conti giusta”, il tono perentorio di Sango, faceva notare a Rin che la sua balla non aveva funzionato.

“Ma non c’è nulla da raccontare …”, Rin si fece rossa in viso.

“Come no! E il sogno di stanotte? Sango mi ha raccontato tutto. Quindi ti sei presa una cotta per mio cognato?”, disse Kagome, tutta eccitata, pensando che forse Rin, oltre ad essere sua amica avrebbe potuto diventare come una sorella, se solo Sesshomaru non fosse così preso dalla sua cucina.

‘Sostengo che un giorno potrebbe sposarsi con la sua cucina, piuttosto che con una come Rin. Grande scemo che non è altro’, Kagome voleva bene al cognato, ma se avesse lasciato per un po’ i fornelli sarebbe stato meglio.

“Sango … Ma perché glielo hai raccontato? E se adesso tutto questo andasse a finire nelle orecchie del diretto interessato?”, si lamentò Rin, comprando un bel panino.

“Non ci finirà, tranquilla. A proposito di cuoco, a che ora devi essere al lavoro?”, chiese Kagome.

“Alle cinque, perché?”, incuriosita dalla domanda.

“Perché volevo stupire Inuyasha con un completino …. E volevo un consiglio”, rispose Kagome, arrossendo vistosamente.

“Ok, e dove vorresti andare?”, Sango, curiosa fino al midollo di sapere che cosa sconcia avrebbe escogitato l’amica per il fidanzato.

“Poco lontano da qui c’è un negozio di biancheria intima. Se non mi sbaglio è aperto ad orario continuato”, rifletté Kagome.

‘Oh Dio, lo stesso dove ho incontrato Sesshomaru. Aiuto!’, Rin stava per entrare in crisi.

Si avviarono, anche perché per Rin sarebbe venuto di passaggio per andare a casa a cambiarsi. Giunti davanti alla vetrina, Rin si accorse di qualcosa.

‘Non c’è più il babydoll che ammiravo prima!’, pensò la ragazza con un lieve sospiro.

“Rin, che hai? Entriamo?”, fecero Sango e Kagome. “Si, certo”.

Dentro il negozio vi era un vasto assortimento di capi che avrebbero fatto impazzire qualunque uomo.

Dopo aver provato un paio di completino, neri, rossi,  fucsia, finalmente Kagome si decise a comprare un reggiseno viola di pizzo, con abbinato un perizoma dello stesso colore e una vestaglietta trasparente che dava sul blu.

‘Di sicuro Inuyasha lo farà impazzire”, pensò Rin con un sorriso.

Sango per non essere da meno e tenersi stretta il suo cascamorto, acquistò un completo di reggiseno push up rosso vivo con abbinato una mutandina, leggermente striminzita e una vestaglietta dello stesso coloro.

‘Anche lei farà impazzire qualcuno. Miroku perderà letteralmente la testa appena la vede vestita così’.

“Rin, ma tu non compri nulla?”, fece Sango.

“No, ma io sto bene così e poi dovevo solo accompagnare e consigliare Kagome, non comprare qualcosa”, terminò la frase osservando la vetrina, dove non c’era più il babydoll lilla.

Sango intercettò il suo sguardo e chiese alla commessa “Senta, mi scusi, ma cosa c’era in vetrina prima?”.

“Un babydoll lilla, ma è stato acquistato stamattina da un uomo sexy, con lunghi capelli argentati e occhi dorati”, rispose la commessa, sospirando al pensiero del demone.

Rin stava bevendo un sorso d’acqua, quando sentendo la descrizione, cominciò a tossire.

‘Sesshomaru Tashio è stato qui. Ha acquistato il capo che fissavo stamattina’, Rin non si sentiva più le gambe, ‘Ma perché gira tutto intorno a lui? I miei sogni, i miei pensieri e adesso anche questo’.

Sango e Kagome, videro l’amica sbiancare e cominciare ad accasciarsi a terra. Correndo verso di lei e sorreggendola l’una disse all’altra “Ma cosa le è preso? È stata la descrizione?”, “Sango non chiedere a me, perché non lo so. Quella sembrava la descrizione di mio cognato, ma non ne sono sicura al 100%”.

Le ragazze pagarono e portarono Rin fuori dal negozio. Lei piano piano aveva cominciato a riprendere i sensi. “Oh no …. Me lo ritrovo dappertutto. Non è possibile …”, Rin bisbigliava ancora con la mente annebbiata.

“Rin, parla …”, la sollecitavano le amiche.

“Stamattina ho incontrato Sesshomaru, mentre ero ferma davanti la vetrina di quel negozio. Stavo osservando il babydoll che tuo cognato, Kagome, ha acquistato”, confessò alle amiche.

 

  
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