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Autore: Esther Sparks    05/03/2011    6 recensioni
Essere parte della coppia più chiaccherata, seguita e perseguita del momento non è facile e non è nemmeno tutto oro quello che luccica. Robert è stanco ma sembra che qualcuno che si confonde e nasconde nelle nebbie del passato abbia voglia di aiutarlo regalandogli un po' di... Speranza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FAITH
You see time, time is our friend
'Cause for us there is no end
And all you gotta do is have a little faith in me
I said I will hold you up, i will hold you up
Your love gives me strength enough
So have a little faith in me
J.Hiatt - Have a little faith in me


Lui ha il cappellino calato sugli occhi e il bavero della giacca che gli nasconde parte del viso. Lei ha la testa reclinata sulla sua spalla, il sorriso sulle labbra e un'epressione di totale abbandono nel sonno sereno che l'ha colta.
Le loro mani sono intrecciate.
Un'immagine senza tempo dove si può scorgere passato presente e futuro. Loro due sembrano esistere nel sempre.
Bianca li osserva dal sedile di fronte e non può che essere immensamente felice per Hope. E l'unica cosa che vuole fare è vegliare sulla felicità dell'amica più speciale che la vita potesse offrirle.
La macchina di Robert li sta riportando a Barnes. Prenderanno un piccolo aereo privato più tardi. La cosa risulta alquanto incredibile solo al pensarci ma questo è uno degli aspetti positivi di conoscere un attore. Che alla fine per Bianca non è poi sta gran cosa. A lei importa solo che sia un bravo ragazzo perchè Hope si merita solo il meglio. Decide che lo terrà d'occhio ma che è sicuramente ri-partito con il piede giusto. Il secondo passo giusto sarà chiarire tutta la situazione con la tipa che sta dall'altra parte dell'oceano. Sa di essere di parte e affatto obbiettiva. Ma a lei la Stewart non piace. Non che la odi o esagerazioni simili. Solo non le piace. In particolare non le piace se pensa alla posizione che ha rispetto ad Hope. Però non può fare altro che tenere occhi e orecchi bene aperti e magari qualche calcio di riserva qualora la situazione lo richiedesse. Ridacchia tra sè pensando a lei che prende a calci il culetto da milioni di dollari dell'attrice. Il suono di un messaggio la desta dai suoi vagheggiamenti. Paul. Lui ha il pomeriggio libero e lei ha giusto in mente un buon modo per occuparglielo mentre lascia spazio a Hope e Robert.

Quando arrivano a casa delle due ragazze Robert è nuovamente sorpreso di come la vita si diverta a mescolare i fili delle esistenze, a intrecciarli e poi dipanarli e poi farli soltanto sfiorare fino a farli incontrare nuovamente. Più o meno in linea d'aria abitano a 5 minuti dalla casa dov'è cresciuto e dove ancora vivono i suoi genitori.
Hope pare intuire i suoi pensieri.
- Abbiamo sempre vissuto qui. La proprietaria è una cara amica di mia nonna e ci ha affittato l'appartamento praticamente per nulla altrimenti dubito che potremmo permetterci di vivere qui.
In effetti Barnes non era certo famoso per i suoi affitti economici pur non essendo considerato parte della Central London.
- Non è necessario che tu mi dia spiegazioni su ogni cosa Hope. Sono solo stupito. Ma è uno stupore soprattutto piacevole.
Lei gli sorride in risposta e lui le posa un bacio sulla fronte. Non vorrebbe limitarsi a quello ma prima deve sistemare le cose con Kristen. Vuole fare le cose in modo corretto per tutti. Sa che comunque non può evitare la sofferenza e per lui non è certo uno scherzo ma è l'unica via che conosce: l'onestà. E poi ha la necessità di proteggere Hope. Il mondo in cui si muove è peggio di una gabbia per criceti. Tu sei lì che giri e tutti ti guardano aspettando solo il momento in cui cadrai, in cui farai una mossa falsa per poterti denigrare. I gladiatori almeno venivano sbranati dalle fiere sul momento ma a lui toccava una lenta tortura tutti i santi giorni.
Due braccia esili lo strinsero da dietro.
- Andrà tutto bene.
- Dimmi la verità sei tu quella dotata di poteri soprannaturali.
- Mmmm. Li vorrei solo se mi aiutassero a togliere quell'espressione addolorata e preoccupata dal tuo viso.
Robert si voltò e l'abbracciò a sua volta.
- Non potevi che essere tu. Non potevi essere che tu a leggermi così bene anche tra le righe dei giornali e tra i silenzi delle cose taciute. Oltre le stupide copertine dei giornali e con un oceano in mezzo.
- Entriamo in casa.
Gli sussurrò Hope. Lo prese per mano e lo condusse dentro. Bianca si era già dileguata.

L'appartamento è piccolo e raccolto. Una piccola cucina a vista sul salottino con una grande porta finestra che da sul mini giardino, un bagno e due camere la cui dimensione fa supporre fossero una all'inizio. Risultava comunque gradevole e molto luminoso. Le pareti tinte di un giallo chiaro, il bianco dei mobili e il divano colorato dai tanti cuscini. Era sorprendentemente ordinato. O forse era Robert sorprendentemente disordinato a confronto.  
Tante foto appese o poggiate qui e là a testimonianza di un'amicizia lunga più di un decennio e di una vita di cui Robert aveva udito qualche scorcio e di cui non aveva fatto parte ma di cui voleva disperatamente fare parte. Volti di chi l'aveva avuta vicina spesso. Sorrisi che lui si era perso. Non sarebbe successo più promise a se stesso.

Hope si affacendava a preparare del caffè. All'italiana gli aveva offerto in una domanda che era più un'affermazione. Era decisamente strano, rifletteva. Tutto era strano in particolare la calma con cui lo stava vivendo. Avere Robert per casa era normale era... giusto. Quello era il suo posto. Ed era pronta a dar battaglia a chiunque. Il rumore dei suoi passi e il suo odore l'avvolsero ancora prima del suo abbraccio.
- E' pronto?
- Quasi. Dobbiamo solo aspettare che il caffè salga.
- Salga?
- Si... Beh. Lo sentirai quando è pronto.
- Che affari strani usate per il caffè in Italia.
- Non più di quelle assurde infusiere o terribili macchinette che usate qui.
Gli fece una piccola linguaccia ridacchiando e lo portò sul divano.
Provava il desidierio assoluto di toccarlo continuamente di stringerlo per essere sicura che non fosse l'ennesimo sogno ad occhi aperti. Lui però fu più veloce e la strinse a se passandole un braccio sulle spalle e poggiando la testa sulla sua. La sua voce era bassa e calda, rilassata.
- Non so bene da dove iniziare forse... un grazie. Si un grazie mi sembra doveroso. Mi hai preso per mano senza che me ne rendessi conto regalandomi una nuova direzione da seguire. Mi hai aiutato a tirarmi su e a rimettere tutta la follia che mi circonda nella giusta prospettiva. Ho realizzato che continuare a recitare la parte dell'incompreso anche quando non sono sul set è una follia. Io non lo so se farò l'attore per sempre. Ma so che ho una condizione privilegiata e che continuare a lamentarmi non giova a me per primo. Mi deprimo, mi rinchiudo e smetto di vivere. Quindi... grazie.
- Non devi...
- Si che devo. Si che te lo devo. Soprattutto visto chi sei ora che lo so. Mi sento talmente idiota. Mi tormentavo per Kristen, mi struggevo per te e alla fine pensavo anche a un'altra che pensavo di non conoscere non avendoti riconosciuta. Questo io lo chiamo essere un idiota.
- Questo io lo chiamo essere confuso. E in questo non c'è niente di sbagliato. Tutti affrontiamo momenti del genere tu non fai eccezione. Sei un essere umano Robert, prima di qualsiasi altro ruolo o posizione tu ricopra. Non peccare di presunzione o arroganza come molti fanno. Il tuo lato umano, così fragile e imperfetto, è questo che mi è piaciuto sin dall'inizio di te. E quando l'ho visto venire a mancare mi sono spaventata e ho reagito infuriandomi. E la rabbia era amplificata dalla frustazione perchè non avevo alcuna possibilità di potertele dire di persona queste cose. Quanto mi sono maledetta per non averti chiesto a mia volta il numero di telefono.
- A proposito di questo. Volevo davvero mettermi in contatto con te ma sono stato letteralmente scaraventato in un vortice assurdo di cambiamenti e poi...
- Poi hai trovato Kristen.
- Già... E la cosa assurda è che mica me lo ricordo quando è cominciata tra noi. O come. So solo che a un certo momento eravamo soli entrambi e bisognosi di qualcuno cui appoggiarci. E lei è talmente fragile. Talmente piccola che mi è venuto naturale tentare di proteggerla.
- Sei tu che non mi devi spiegazioni Robert in questo caso. Io alla fine che ero per te? Io non ero n...
La mano di lui le impedì di concludere la frase.
- Non lo dire. Non è vero che non eri nessuno. Tu eri tutto. Tu eri come le mie fantasie di ragazzino sul primo amore. Talmente perfetta per me da farmi tremare di paura e da farmi rimandare fino all'inverosimile quella dannata chiamata che non ho fatto fino a che non è stato troppo tardi, fino a quando mi sono accorto di non avere perso il cellulare chissà dove dopo aver cominciato ad usare quello della produzione. Fino a che il vortice non è diventato una valanga e io sono stato trascinato sotto e rimasto sepolto fino a che la tua lettera non è arrivata e mi ha tirato fuori. Due volte su due mi hai sconvolto la vita Hope. Due volte su due mi sono scoperto coinvolto da te. Due volte su due ho la possibilità di essere felice. Questa volta starò ben attento a non sprecarla.
Hope era senza fiato, senza parole, senza gravità nello stomaco. La testa rimbombava del battito cardiaco accelerato.
- Ma prima di tutto devo sistemare le cose con Kristen. E so che nuovamente ti sto chiedendo tanto. Ti prego, abbi un po' di fiducia in me. Ti prometto che...
- Va bene. Non serve che prometti.
-  Ma...
- Va bene così Robert. E' troppo presto per le promesse ma non per la fiducia. Quando devi vederla?
- Per capodanno. Dovrebbe raggiungermi il 30 di dicembre qui a Londra. Però... Non so se è meglio tornare prima a Los Angeles e darle così modo di decidere quello che vuole fare.
- Qualsiasi cosa tu decida per me va bene.
- Finirai in un casino. Tu te ne rendi conto vero?
- Si. Ma lo sto decidendo io.
- Come fai a prenderla così con calma?
- Il mio nome vorrà pur dire qualcosa no?!
Hope gli strizzò l'occhio e sorrise. Resistere si prospettava sempre più difficile per Robert.
- Adesso capisco decisamente il vampiro.
- Mh?
- Si sai desiderio represso, voglie represse e quant altro. E' da impazzirci qui.
- Mmm... Com'era... Ah si: "Stai fermo. Voglio solo provare una cosa..."
Robert riconobbe le battute e stette al gioco.
- Ora chiudi gli occhi.
Sentì il respiro di Hope farsi sempre più vicino. Il suo profumo farsi più intenso e poi la pressione di due labbra morbide sull'angolo della bocca e sulla guancia. Era struggente ed esasperante. Era la promessa di un bacio. Rilasciò il fiato che non s'era accorto di aver trattenuto. Spalancò gli occhi trovando i suoi a pochi centrimetri.
- Parto adesso faccio tutto e torno domani.
Sussurrò tra il frustrato e l'eccitato insieme.
- Non ci provare Pattinson. Il Natale è nostro e tu sei il mio regalo quindi preparati a essere sequestrato se solo ci provi.
Robert la strinse forte.
- Non vado da nessuna parte. Resto con te.

Yaketi Yak
Ecco. Spiegazioni date. Io... sto iniziando ad agitarmi e non so bene perchè. Comunque bando alle mie ciarle da esaurita. Grazie grazie grazie per le belle parole e grazie per chi si interessa a questo mio personale delirio mentale. E un abbraccio. With Love. S.
  
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