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Autore: Ellens    05/03/2011    5 recensioni
Juliet Sunders non ha paura di nessuno: si caccia nei guai, se li va a cercare come suo unico divertimento, ne è attratta tanto quanto un'ape è attratta dal suo stesso miele.
Chase Turner la odia: lei tende a rovinargli la vita giorno per giorno, per il semplice fatto che l'odio è reciproco.
Passano il tempo a minacciarsi, squarciarsi gomme e umiliarsi a vicenda, giusto per imporsi a far capire chi è che comanda alla Bellflower High School.
Due tipi così non possono che continuare ad odiarsi, o no?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Juls si passò una mano sugli occhi, lasciandosi scappare uno sbadiglio devastante; quella non era decisamente giornata

 

 

 

Juls si passò una mano sugli occhi, lasciandosi scappare uno sbadiglio devastante; quella non era decisamente giornata.

Strisciò giù dal letto, appollaiandosi sulla tazza del gabinetto.

- Juls, fai presto in bagno, devo andarci io - Elijah Sunders, gli occhi appestati e la camicia aperta, si abbandonò appoggiandosi alla porta del gabinetto.

- Elijah, non rompere, sono in coma- borbottò lei, lasciandosi pendere verso i piedi.

- Se aspetto ancora vomiterò qui sul posto- biascicò il fratello, il cui colorito, se Juls l'avesse visto in quel momento, variava dal verde al giallo.

La ragazza si tirò su e a piccoli passi arrivò alla porta, aprendola.

Il ventenne Elijah Sunders, bello come sempre nella sua aria post sbronza super forte, la fissava barcollante.

- Grazie a Dio- sussurrò, scansandola e chiudendosi nel bagno.

- La prossima volta che ti ubriachi coi tuoi amici evita di tornare a casa- urlò lei, consapevole di essere solo in casa, fratello a parte - E dovresti proprio smetterla di scolarti bottiglie di birra dicendo a mamma che sei da Eloise, perchè inizia a non crederci- continuò - Ah, è un'altra cosa, la prossima volta che ti becco così mi dai  dieci dollari per tenermelo per me- concluse.

Ondeggiò quindi fino in camera sua, gettandosi sul letto e abbandonandosi alla disperazione pre scuola; era decisamente stremata: ormai da due settimane lei e Turner non facevano altro che rovinarsi le giornate.

Un giorno lui le faceva trovare l'armadietto pieno di schiuma da barba, l'altro giorno lei gli bucava le gomme della macchina; una volta lui le buttava i vestiti che lei depositava con noncuranza nell'armadietto aperto negli spogliatoi, la volta dopo lei gli gettava la cartella con tanto di chiavi di casa nella spazzatura.

Il giorno prima, Juls aveva avuto la brillante idea di incidere sull'armadietto del ragazzo "Ti puoi permettere solo ragazze troie"; quando Alice aveva chiesto spiegazioni, Juls non aveva fatto altro che riferirle l'accoppiamento ufficiale tra Penelope e Chase.

Per risposta, a fine giornata, lei aveva trovato la porta del suo armadietto scardinata, con all'interno fango.

Fango.

Sudicio fango che imbrattava i suoi quaderni.

Quel giorno Turner avrebbe avuto la lezione finale, decisamente.

Sospirò, tirandosi su e prendendo a vestirsi alla velocità di una lumaca ferita.

 

* * *

 

Alice, i capelli dello stesso colore del sole raccolti in una coda, aspettava l'amica nell'autovettura di Barker, parcheggiata davanti a casa Sunders.

Il rapporto creatosi tra quei due era diventato decisamente strano: non parlavano, ma stavano perennemente attaccati.

In qualunque momento la gente li vedesse, erano all'incirca a un metro di distanza l'un dall'altro, senza rivolgersi la parola; eppure restavano vicini.

Juls aveva passato due pomeriggi interi a chiedersi che ci fosse di strano in quei due, che si comportavano come delle cozze mute, ma non aveva capito un bel niente; si era quindi arresa all'evidenza che prima o poi si sarebbero sposati, o giù di lì.

- Ciao- salutò, entrando in macchina.

- Ciao- risposero quelli, all'unisono.

Tirò un sospiro, ravviandosi i capelli mossi con le dita - Elijah è tornato di nuovo sbronzo a casa- biascicò - Prima o poi mio padre lo becca e lo fa nero-

- Poverino. Sta ancora male per Eloise?- chiese Alice, voltandosi a guardarla.

- Penso proprio di sì, ma non lo ha detto né a nostra madre né a nostro padre. Prima o poi ci resta secco... Immagina che continua a dir loro che passa le serate con lei-

Alice non rispose, e Juls lanciò un'occhiata fuori dal finestrino abbassato, osservando gli studenti che iniziavano ad entrare nell'istituto.

A Bellflower raramente pioveva o faceva freddo e, nonostante fossero ad ottobre inoltrato e nelle altre città dell'emisfero nord le persone s'imbacuccassero, da loro una maglietta a maniche lunghe era peggio di una sauna; una mandria di adolescenti accaldati, quindi, accolse come ogni giorno la ragazza che, sempre senza sgomitare, arrivò scortata dalla sua migliore amica all'aula di lettere.

Quella, compresa matematica, era una delle sue ore preferite: la professoressa Thompson, una giovane donna di all'incirca trent'anni, sedeva sorridente alla cattedra nell'attesa che i suoi alunni raggiungessero l'aula.

Quando Juls entrò in classe, il sorriso della professoressa si sbiadì un attimo - Juliet, c'è una comunicazione per lei- le disse, sporgendosi verso la ragazza con un foglietto in mano.

La Sunders era una delle poche alunne che le davano soddisfazioni, in realtà, nonostante fosse un po' troppo senza freni.

Juls afferrò il foglietto e lo lesse a bassa voce:

 

Juliet Sunders è attesa nell'ufficio del preside alla prima ora.

La si prega di non far ritardo.

La presidenza

 

 

Stranamente, quel giorno Juls non aveva proprio voglia di vedere la faccia del preside Wilson, soprattutto perché non aveva ancora portato a termine la sua vendetta nei confronti di Turner.

Sospirò, svogliata, e restituì il foglio alla donna che, dinanzi a lei, le sorrideva incoraggiante - Professoressa Thompson, vado e torno- gracchiò, rivolgendo poi una scrollata di spalle ad Alice che la guardava interrogativa - Ti spiego dopo- le sussurrò.

S'incamminò quindi verso la presidenza a grandi passi, mentre la noia andava sfumando e la curiosità crescendo.

Ciò che accrebbe di più quest'ultima, fu il constatare che il povero Chase Turner arrivava dall'ala opposta del corridoio, decisamente diretto anche lui dal preside Wilson.

Il ragazzo le lanciò un'occhiata, chiedendosi se non fosse finito nei guai per quella stupida teppistella da quattro soldi.

- Turner, risparmiati il fiato, non so perché io sia stata convocata, né so perché ci sia anche tu- gli disse lei, entrando nell'ufficio, abbandonandosi nella poltroncina d'attesa e mettendo le mani avanti, per zittire il tipo.

La segretaria fece loro segno di entrare, e Sunders, ormai abituata, s'alzò istintivamente, avviandosi da sola.

- Il preside vuole che entri anche il signor Turner - disse la tizia, i capelli rossi raccolti in una crocchia e gli occhiali spessi che le coprivano il viso.

Quando entrambi i ragazzi si trovarono accomodati nell'ufficio, Wilson alzò lo sguardo sui loro visi, squadrandoli in ogni minimo neo.

- Vi ho fatti convocare per un motivo ben preciso: m'è giunta voce che da qualche settimana il vostro comportamento sia degenerato totalmente- fissò prima la ragazza, dritto negli occhi color nocciola, poi il ragazzo, osservando i suoi occhi color dell'erba fresca- sto parlando di armadietti pieni di schiuma, scardinati, quaderni nel cassonetto della spazzatura e chi più ne ha, più ne metta-

- Anche gomme squarciate, allora, se vogliamo essere precisi- sottolineò Sunders.

Lo sguardo di Wilson lampeggiò un istante, poi continuò - Ho perciò deciso di prendere dei provvedimenti- Turner, accanto alla ragazza, deglutì - Da oggi, lei, Sunders, e lei, Turner, farete parte del gruppo di pittura- concluse.

Juls strabuzzò gli occhi, decisamente sorpresa: non le pareva una di quelle punizioni esemplari, da far passare la voglia di fare le sue solite visitine al preside.

- Tutto qui?- Turner sorrise, sollevato.

- Ovviamente no, signor Turner - un sorriso s'andava aprendo sul volto dell'uomo - Lei e la signorina Sunders dovrete lavorare in coppia cinque giorni su cinque ai lavori del laboratorio, dai quali dipenderà la vostra promozione e il vostro diploma. Il venerdì pomeriggio aiuterete i bidelli con la manutenzione della palestra, il giovedì con la pulizia delle aule e il martedì con quella dei bagni. La signorina Sunders, ogni lunedì, sarà tenuta a presentarsi dalle due alle tre e mezza in refettorio, per aiutare la cuoca con il cibo, mentre lei, signor Turner, dovrà presentarsi dal giardiniere per contribuire al mantenimento delle aiuole nel giardino dietro la palestra. Il mercoledì, infine, entrambi darete una mano alla signorina Allen, la segretaria, con i fascicoli delle iscrizioni e altri documenti vari- il preside tirò un sospiro - vi ricordo, inoltre, che il laboratorio di pittura si tiene nell'aula n 74 dalle cinque e mezza alle sette del giovedì e del lunedì- Turner fece per aprir bocca - Non m'importa se uno di voi due ha altri impegni nei giorni e nelle ore stabilite: si liberi al più presto- concluse, perentorio.

Juls deglutì - Per tutto l'anno?-

- No, signorina Sunders. O per meglio dire, non tutto: il corso di pittura, infatti, lo porterete a termine agli inizi di giugno. Per il resto, tre mesi possono bastare- si sfregò le mani, poi fece segno ai due ragazzi di alzarsi - Comincerete oggi stesso. La cuoca, la signora Morgan, la aspetta alle due in punto in mensa, signorina Sunders, e lo stesso vale per lei con il giardiniere, Turner. Ora vi prego di lasciare l'ufficio, ho varie cose da sistemare-  regalò loro uno dei suoi sorrisi raccapriccianti, poi li congedò.

Juls si passò per la seconda volta in quella giornata la mano sugli occhi: quella era la prima punizione che il preside riusciva ad appiopparle.

 

* * *

 

Juls uscì dalla mensa con una grossa macchia di asparagi sul grembiule; se lo slacciò con odio e lo gettò nel sacco dei grembiuli sporchi che si trovava dietro il bancone.

Alice e Liam l'aspettavano poco lontano, le braccia conserte, appoggiati al muro.

- Come è andata?- chiese l'amica, preoccupata dalla sua espressione.

- Mi sono bruciata due volte- Juls le mostrò le scottature sulle mani - gli asparagi mi hanno invasa e il pomodoro altrettanto! La Morgan è una strega cicciona, non faceva altro che criticare a destra e a manca. All'uscita da scuola ricordami di farle perdere le chiavi di casa-

- Ora che devi fare?- chiese Liam, trattenendo una risata.

- C'è poco da ridere, Baker, si prospetta un inferno. Alle cinque e mezza mi devo presentare nell'aula n 74 per il corso di pittura. Ah, ma questa Wilson me la paga- digrignò - E anche quel tonto di Turner. Sarà andato in giro per tutta la scuola a spifferare il fatto che mi ha riempito l'armadietto di schiuma, così qualche altro deficiente ha pensato bene di dire tutto al preside-

- Guarda, non penso che Turner l'abbia presa molto bene, comunque. Siete sulla stessa barca- Liam scrollò le spalle lasciando le due ragazze e dirigendosi verso l'aula di scienze.

Juls gemette, ricordandosi che avrebbe dovuto trovare una scusa da rifilare ai genitori.

 

* * *

 

- ragazzi, oggi abbiamo due nuovi compagni. Juliet Sunders e Chase Turner si sono uniti a noi e resteranno nel laboratorio per tutto l'anno- la professoressa Shultz presentò i due alunni, tutt'altro che sconosciuti, al resto della classe - Potete accomodarvi a quel tavolo lì- disse poi, indicandone uno in disparte.

- Come degli appestati,professoressa? Non contageremo gli altri con la nostra cattiveria, non so preoccupi- Juls alzò le mani, in segno di resa.

La professoressa Shultz strinse le labbra, continuando ad indicare il tavolo - Dovrete ricopiare il disegno che ho fatto stampare, ve l'ho lasciato lì. Buon lavoro- disse, e voltò loro le spalle per rivolgere un allegro sorriso al resto della classe.

Turner, sedutosi sul tavolo, prese il foglio e lo squadrò, decisamente orripilato. - Fammi vedere- disse lei, strappandoglielo dalle mani - la Guernica di Picasso?! ma è impazzita, forse?!- gracchiò, dopo aver riconosciuto il quadro.

Turner le strappò a sua volta il foglio di mano - Dammi qua, fa vedere-

- Non c'è molto da vedere, no? E' la Guernica, non è che se la vedi tu cambia immagine- le gli strappò per la seconda volta il foglio di mano.

- Sunders, abbassa i toni. Se voglio riguardare l'immagine la riguardo, e non provare a strapparmi un'altra volta il foglio di mano-

- Io ti strappo la testa, deficiente-

- Sunders, non mi sto di certo divertendo, sai? Voglio restare in tua compagnia tanto quanto lo vuoi tu-

- Certo che se non fosse stato per te, ora non saremmo qui a dipingere cagate con un branco di sfigati, no? Cos'hai fatto? Ti sei vantato di avermi scardinato l'armadietto?- lei lo fissò negli occhi, cercando d'incenerirlo.

Se solo non ci fosse stata la professoressa Shultz, che appariva più un incrocio tra uomo e cane, che una donna, lei gli sarebbe saltata addosso e lo avrebbe disintegrato.

- Ascoltami bene, Sunders, io non ho detto proprio niente a nessuno. Sei tu che attiri l'attenzione come il giallo attira i moscerini. E ti ripeto, non alzare la voce con me, la prossima volta ti faccio nera-

- Troppo facile, io sono già nera- disse, indicando i capelli corvini - Certo, ho la pelle abbastanza chiara, ma hai già il gioco mezzo fatto, non trovi sia scorretto?-

- Io trovo che tu debba tacere, per una buona volta-

Juls strinse le labbra, osservando il ragazzo che prendeva a disegnare qualcosa sul foglio.

- Da' qui, sei un incapace- gracchiò infine, strappandogli per l'ennesima volta qualcosa (in tal caso la matita) di mano, e iniziando a disegnare per conto suo.

 

 

 

 

 

Salve, gente!

Allora, ho aggiornato abbastanza in fretta, sono decisamente orgogliosa di me stessa :D

Non ho molto tempo, quindi ringrazierei innanzitutto le 5 stupende persone che hanno inserito la storia tra le preferite e le 13 che l'hanno inserita tra le seguite.

Inoltre, ringrazio le 2 magnifiche è dir poco ragazze che hanno recensito il precedente capitolo :D

Siete sempre tanto buoni *_*

Spero davvero che anche questo capitolo vi piacerà.

Nell'attesa delle vostre recensioni (perché ci saranno, vero? T_T) mi diletterò nello studio dei Promessi Sposi che, a dire il vero, è proprio letale.

Grazie a tutti quelli che leggeranno e recensiranno, a chi non calcolerà la storia ma penserà che ho scelto un bel carattere per la scrittura, a chi la leggerà in silenzio, ora e per sempre, e a chi penserà che devo smettere di fumarmi canne. Vi voglio sempre bene!

Un bacio

 

 

~Ellens

   
 
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