Note: non
tiene conto degli eventi dal sesto libro in poi e tiene parzialmente conto del
quinto.
Hogwarts: Il nostro mondo ti
piacerà
SETTEMBRE-
parte 1
Che
tremenda confusione! Come ogni anno a Hilary Alexandrine
de Lonval stava per venire una crisi di nervi.
Detestava trovarsi pigiata, schiacciata, assediata da decine di irritanti
studenti con i loro ingombranti bauli, costretta a spingere un carrello DA
SOLA! (roba da elfi domestici insomma). E poi tutti quegli strepiti “Ciao
mammina” “Ciao papino” “tesoro ricordati di
comportarti bene”. Roba da poppanti. Ovviamente nessun suo compagno di Casa si
portava i genitori fino al treno, avevano tutti abbastanza dignità da evitarlo.
Ma quegli sfigatissimi Tassorosso, gli irritanti Grifondoro e gli insopportabili Corvonero
avevano bisogno di mantenere fino all’ultimo secondo il contatto con le ansiose
unità parentali. Avvilente.
Sospirando,
superò un ingorgo di ragazzini petulanti e mamme ansiose, evitò per un pelo un
ombroso Corvonero oberato da una pila di libri e si
divertì a passare in mezzo ad una ridicola coppietta in procinto di baciarsi
“Permesso!” la ragazza le lanciò un’occhiata omicida, e il giovane Romeo
commentò finemente “Che cazzo!”
Hilary
gli sorrise placida “Stavate in mezzo alla mia traiettoria, non potevo certo
deviarla a causa dei vostri ormoni impazziti!”
“Stronza
Serpeverde!”
Ah
no. Le offese alla sua casa non poteva sopportarle. “Vaffanculo,
Tassorosso.” Gli voltò le spalle e proseguì.
Scorgeva
in quella massa informe alcuni volti amici, ma non volendo complicarsi la vita
optò saggiamente per salutarli una volta che si fosse sistemata sul treno. Era
la quinta volta che viveva quella bolgia infernale. Aveva imparato ad
orientarsi. Con uno sbuffo esasperato strattonò il carrello e il suo amato
manico di scopa nuovo rotolò giù dalla pila. Imprecò sottovoce. Se qualche
imbecille lo avesse calpestato, sarebbe stata capace di cruciarlo.
Prima
che potesse raccoglierlo, una mano si insinuò nel suo campo visivo e lo afferrò,
porgendoglielo. Una mano candida quasi quanto la sua. Inconfondibile. “Il
grande Malfoy che si china ad aiutarmi. Che galante.”
Draco Malfoy. Compagno di Casa, di ottima famiglia, non
particolarmente simpatico ma con un certo stile. E, cosa ancora più importante,
suo compagno di squadra.
“Questo
ti serve, de Lonval. Faccio solo i miei interessi. Se
si rompesse dovresti accontentarti di una delle Cometa 5 della scuola. Sei già
abbastanza lenta senza che ci si metta pure una scopa scadente”.
Cancellare
il non particolarmente simpatico. Uno stronzo di prima categoria. E cancellare
pure con un certo stile. “Dovevo immaginarlo che non fossi diventato un
cavaliere durante l’estate. Sei il solito cafone.”
Draco
rise “Ho colpito nel segno però!”
Hilary
sorrise soavemente “Crepa. Ti farei mangiare la polvere, Cercatore fallito, se
non fosse che siamo in squadra insieme.” Gli strappò di mano la scopa. “Ho di
meglio da fare che star qui a conversare con te. Con permesso.” Se ne andò
impettita. Quel…quel…
“Hei, de Lonval! Felice di averti
rivisto!”
Non
si curò di rispondergli. La cosa assurda era che, schermaglie a parte, si
stimavano vicendevolmente. Lei era l’unica Serpeverde
che non gli sbavasse dietro come un’idiota. Lui era un nobile purosangue che
quando voleva sapeva fare dei deliziosi commenti acidi. Sublime, quando non
erano rivolti a lei. Finalmente raggiunse lo sportello del treno, ma non salì.
Si meritava una sigaretta, dopo quella snervante fatica.
Martha
Lyxianne Sheridan scoppiò a
ridere, meritandosi un’occhiataccia risentita da parte di Eleanor
Fowlerian. “Non ridere Lyx!”
La
ragazza si allontanò i capelli dal viso e alzò le spalle “Ma è ridicolo! È già
la terza volta che inciampi! Inizio a pensare che tu lo faccia apposta!”
Eleanor
grugnì “Magari…senti quante volte ti ho detto che la
mia mancanza di coordinazione non è argomento di conversazione? Quando fai così
sei tale e quale alla Vipera!”
Lyx
le lanciò un’occhiata di rimprovero “La ‘Vipera’ è nostra amica…a
proposito, dove si sarà cacciata?”
Eleanor guardò
ironicamente la calca “Impossibile. C’è troppa gente. La troveremo sul treno.
Abbiamo fatto bene a venire insieme.”
“Si.
Strano però. Non so perché, ma Hilary riesce a farsi notare anche in mezzo alla
folla.”
“Perché
se la tira.” Commentò Eleanor lapidaria.
Di
solito, Eleanor Fowlerian
non era antipatica. Un po’ acida, forse, ma non sgradevole. Era una Grifondoro, dopotutto. Era però affetta da una colossale,
totale sfortuna che rendeva la sua vita una tragicomica roulette russa. E quel
giorno, ne aveva già avute abbastanza. Inciampare tre volte non era che la
punta dell’iceberg. Era anche riuscita a non centrare la barriera del binario 9
e 3/4 a causa di un diabolico deragliamento del carrello, investendo un
controllore babbano che l’aveva ricoperta di
improperi. E prima ancora si era rovesciata del caffè (bollente, e quando mai)
sulla veste, che la madre di Martha Lyxianne aveva
risolto con un provvidenziale ma imbarazzante gratta e netta. Imbarazzante
perché, se non fosse stato per quello stupido Decreto sulla restrizione delle
Arti Magiche fra i Minorenni, sarebbe stata capacissima di rimediare al danno
da sola. Prima ancora, comunque, per il colmo della sfiga, il cane di Martha
aveva rosicchiato il suo manico di scopa e, sempre causa Decreto (accidenti a
quel dannato Ministro!) non era ancora riuscita a ripararlo, guadagnandosi un
sacco di risate imbarazzanti specialmente da parte di quei maledetti Serpeverde.
Il
pensiero dei Serpeverde portò con sé il viso del
principino di quella casa. Draco… dannazione, doveva
odiarlo. Ma… non c’era mai riuscita. Era così… così… Si voltò orripilata verso Martha “E se Draco
mi vedesse adesso, con il manico di scopa rosicchiato? Potrei morire! Ti prego,
se succede spingimi sotto il treno!”
Martha
scosse la testa “non capisco perché non hai chiesto a mia madre di
riparartelo!”
Eleanor
assunse una buffissima espressione derelitta “Dopo il caffè? Sarei morta di
vergogna. Lo sai che mi mette in soggezione tua madre…”
Martha
sbuffò “Tu sei matta. E comunque non è stata colpa tua, ma del cane…”
Eleanor
alzò le spalle. “Tanto ormai è fatta. E, con la mia sfiga, adesso spunterà
sicuramente un Serpeverde…”
L’amica
scrutò al di sopra della sua spalla e ridacchiò. “infatti!”
Eleanor
si voltò orripilata “Dove? Dove?”
“Lì!”
Appoggiata
al treno, con un’espressione tra il disgustato e il superiore, c’era Hilary.
Fumava una sigaretta bianca e sottile con l’aria più nobile del mondo e
sorvegliava i suoi bauli e un lucido manico di scopa nuovo fiammante. Eleanor si voltò furiosa verso Martha “Mi hai fatto
prendere un colpo!”
La
ragazza assunse un’aria candida e innocente “Perchèèèè?
È una Serpeverde no?”
Eleanor
aprì la bocca per protestare, ma non riuscì a dire nulla perché Hilary,
abbandonata momentaneamente la sua prosopopea serpeverdiana,
si era lanciata con uno strillo al collo di Martha “Lyyyyyyx!
Che bello vederti! Stavo per impazzire, speravo proprio di trovarti! Detesto
tutta questa gente inutile! Vuoi una sigaretta?”
“Certo”,
rispose ironicamente Martha, che detestava il fumo.
Hilary
si voltò verso Eleanor “Ciao carissima! Che è
successo alla tua scopa?”
“Come
mai la prima cosa che mi dici è sempre una critica?”
“Perché
sei una Grifondoro, ovviamente!”
“E
Martha no?”
Hilary
alzò le spalle “è una Serpeverde mancata…”
La
chiamata in causa si inalberò “Non penso proprio!”
Hilary
alzò le mani in segno di resa “Era un complimento!”
Eleanor
diede manforte all’amica “Un insulto, vorrai dire!”
Hilary
mise il broncio “L’anno non è ancora iniziato e già vi coalizzate contro di me…”
Martha
le fece notare “Quando si parla di Case, fino alla morte.”
Un
fischio interruppe le loro chiacchiere. Era il momento di salire sul treno. Eleanor si lamentò “maledizione, volevo fumare!”
Le
amiche, dimostrandole come al solito un’alta considerazione, la ignorarono,
troppo impegnate a caricare il baule sul treno. Hilary si lamentò “Almeno qui
potrebbero farci usare la magia però! Così anche Eleanor
non dovrebbe andarsene in giro con quel manico di scopa agghiacciante!”
Matha
rise e Eleanor grugnì. Eh si, era ufficialmente
iniziato un altro anno.
Cinque
anni prima, una piccola Hilary dai lunghi capelli castani e una piccola Martha
dal sorriso sbarazzino si erano sedute nello scompartimento n.21, emozionate e
impaurite dal loro primo anno a Hogwarts ma contente
di essere insieme. Avevano fatto amicizia con una piccola Eleanor
dall’espressione diffidente e avevano deciso di stare in camera insieme, in
banco insieme…beata ingenuità! Qualche ora dopo,
Hilary era stata smistata a Serpeverde.
Cinque
anni dopo, le tre stanche quindicenni si accasciarono nello scompartimento
n.21, il loro preferito da sempre.
“Sigaretta?”,
mugugnò Eleanor.
“No!”,
scandì Martha, “dai, fumate all’arrivo!”
Hilary
ridacchiò estraendo il pacchetto “Non c’è niente come una bella sigaretta vietata…”
Eleanor
lanciò un’occhiata di scuse a Martha “Mi va tantissimo…”
“Siete
due drogate…”
Hilary
si accomodò a gambe incrociate sul sedile “è il momento dei tre propositi per
l’anno nuovo!”
Un’altra
tradizione. Ogni anno le amiche si davano degli obiettivi da raggiungere entro
la fine dell’anno. Fino ad allora, non era andata male. Eleanor
esalò una boccata di fumo “Primo: superare i GUFO con tutte E”
Le
altre due insorsero “Noiaaaa!”
“Secondo…ahaha Hilary, il secondo non ti piacerà per niente…si avvera tutti gli anni!”
Hilary
sbuffò nervosamente il fumo “Stronza!”
“Ovviamente
è vincere la coppa del Quidditch! E terzo…”
Martha
la interruppe “Io lo so! Inizia con D…”
Hilary
proseguì “…e finisce con Y”
“E
di mezzo ci sono nove lettere di perfidia, antipatia e supponenza.” Concluse
Martha soddisfatta.
Eleanor
diventò di un bel rosso Grifondoro. “E allora dite i
vostri, visto che i miei vi fanno tanto ridere!”
Hilary
buttò la cicca dal finestrino. “Primo: vincere la coppa del Quidditch…e
quest’anno vedrai che si avvererà!”
Martha
e Eleanor si scambiarono un’occhiata scettica “Sogna…”
Hilary
le ignorò “Secondo: imparare almeno cinque incantesimi proibiti…”
Martha
le lanciò un’occhiata disincantata “Questo fa il paio con i GUFO riguardo alla noia…”
Eleanor
arricciò il naso ma non commentò. “E terzo…” Hilary
rise maliziosamente “…perdere la verginità!”
Le
due amiche scoppiarono a ridere. Martha indagò “Con chi?”
Hilary
alzò le spalle “Non lo so ancora. Vedremo…non
tergiversare, adesso tocca a te!”
Martha
si concentrò “Bè…il primo…entrare
nella Foresta Proibita!”
Le
altre due le lanciarono un’occhiata stupita “Da quando in qua?”
“Da
sempre! Ho sempre desiderato entrarci, ma non ce n’è mai stata l’occasione.
Quest’anno però ci andrò, costi quel che costi! E voi due mi accompagnerete,
vero?”
Eleanor
annuì con entusiasmo. Era sempre pronta per avventure, guai e imprevisti.
Sconsideratezza Grifondoro! Hilary sospirò “Perché mi
sa tanto di domanda retorica?”
Martha
esultò “Perché lo è! Poi…il secondo è noioso quanto i
vostri. Recuperare il debito in Pozioni. Che palle, odio Piton.”
Hilary
sghignazzò “e perché mai? È così…”
Eleanor
prese la parola “…odioso, insopportabile, di parte,
disgustoso, viscido…”
“Esagerata!
Con me è sempre così gentile…”
Martha
rincarò “E certo! Sei una delle sue adorate serpentelle…”
Hilary
decise di cambiare prudentemente discorso “Vabbè. E
il terzo obiettivo?”
Lo
sguardo di Martha si fece al contempo sognante e circospetto “Riderete.”
“La
cosa non ti ucciderà. Allora?” la Serpeverde era
impaziente. Qualunque cosa fosse, sembrava succosa.
“Bè…innamorarmi. Un amore intenso, appassionato e
travolgente.”
Hilary
trasse le sue conclusioni “Insomma, come me. Perdere la verginità.”
Martha
arrossì “Non necessariamente. Non parlo di sesso. Parlo di amore!”
“Platonico?
Che cosa inutile!”
Eleanor
scosse la testa “Come sei prosaica!”
Martha
fu d’accordo “Davvero. Senti, quando sarà il momento giusto, lo saprò. Non ho
certo intenzione di programmare data e ora della mia prima scopata!”
“Peccato!
Mi sarei prenotato per allora!” Una voce decisamente maschile fece capolino
dalla porta, suscitando l’allarme delle tre amiche. Allarme che subito si
placò, quando la voce fu seguita da due teste di capelli rosso acceso, due
corpi scattanti, due visi ridenti e due vesti rattoppate.
Martha
protestò “Che cretino che sei!” Ma sorrideva. I gemelli Weasley,
Fred e George, erano due adorabili canaglie con le quali era assolutamente
impossibile arrabbiarsi. Martha e Eleanor li
adoravano. Hilary…molto meno. Anzi. Per nulla.
Palesando
con un’espressione seccata il suo disappunto per l’interruzione, si accese
un’altra sigaretta. Uno dei due stupidi spilungoni (non era di alcun interesse
per la Serpeverde capire chi fosse) non si fece
scappare l’occasione di infastidirla “De Lonval! È
vietato fumare sul treno!”
“è
per questo che lo faccio, Weasley…”
Il
ragazzo assunse un’espressione fintamente pensierosa “MMm…puro
desiderio di infrangere le regole, eh? Bè, niente da
dire, ti rispetto molto per questo. Permettimi di contribuire alla nobile causa…” tese una mano verso il pacchetto sogghignando.
Hilary
fu lapidaria “Scordatelo Weasley.”
Eleanor
gli tese una delle sue “Tieni, Fred.”
Il
gemello la respinse con un sorriso di scuse “No, Eleanor,
da te non la posso accettare. Sto cercando di costringere la tua amica Serpeverde ad essere gentile, per una volta in vita sua!
Adoro le sfide impossibili…”
Tutti
risero, eccetto Hilary, che incenerì il tizio con uno sguardo prima di
lanciargli il pacchetto con un velenoso “Serviti pure.”
L’altro
gemello tese la mano “Allora anche io ne voglio una. Due gemelli, due
sigarette. Logico no, de Lonval?”
Hilary
era al culmine dell’esasperazione “Prendetevi anche tutto il pacchetto, basta
che spariate! Quattro Grifondoro in due metri
quadrati sono decisamente troppi da sopportare.”
I
gemelli apparivano molto divertiti. Uno dei due (come sopra, Hilary non aveva
nessun interesse di attribuirgli un’identità definita) si fece scivolare il
pacchetto in tasca “Molto generoso da parte sua, Madamigella…”
La
Serpeverde gli regalò un sorriso tagliente “Ma
figurati, Fred-o-George. Mi è stato insegnato che
fare la carità è sempre positivo…” Per un istante
l’espressione agghiacciata delle sue amiche e quella ferita dei gemelli la
colpirono. Forse-forse-aveva esagerato. Poi si
riscosse. Odiava le seghe mentali da Grifondoro.
L’altro
indistinto gemello commentò freddamente “Noi andiamo, allora. Martha, Eleanor, ci vediamo.” Si dileguarono come erano arrivati.
Per
qualche istante, nessuno fiatò. Hilary guardava ostentatamente fuori dal finestrino.
Finalmente si decise ad affrontarle “Che c’è?”
Eleanor
aveva un’aria basita “Tu a volte non ti rendi davvero conto di quello che dici…”
“E
che cosa gli avrò detto mai! Era una battuta. E poi hanno incominciato loro!”
Martha
si accigliò “Eh no, non sei giusta! Loro
stavano palesemente scherzando, tu sei stata pesante, cattiva e
offensiva.”
La
ragazza scosse le spalle “Quanto esagerate voi due! Chissene
frega! Li conosco a stento…”
Martha
sbottò “Sono nostri amici!”
Hilary
ribattè “Bè, anche io, fino
a prova contraria!”
“è
proprio perché sei nostra amica che dobbiamo dirti quando esageri!”
“Molto
interessante. Ora che me l’avete detto, cambiamo argomento? O preferite un
taglio delle vene catartico?”
Eleanor
intervenne “Niente di così drammatico. Però devi chiedergli scusa.” Martha
annuì.
La
Serpeverde sobbalzò “Cosa? Ma non esiste proprio. Non
ci penso minimamente! Io ho fatto solo una battuta di spirito. Non è colpa mia
se quei due cretini l’hanno presa male. Non hanno alcun senso dell’umorismo, è
evidente, e non è certo un problema mio.”
Martha
ed Eleanor si lanciarono un’occhiata esasperata.
Martha commentò “è come discutere con un muro! Senti, Hilary, chiudiamola qui.
Sappi solo che quando fai così, non hai niente dell’amica che
apprezziamo.”
La
Serpeverde si alzò di scatto “oh, al diavolo!
Accidenti a voi! E va bene, vado a cercarli. Siete peggio di mia madre quando
vi mettete in testa una cosa, comunque, sappiatelo!”
uscì sbattendo violentemente la porta dello scompartimento.
Le
due Grifondoro si scambiarono un’occhiata
soddisfatta. “Sbaglio, Lyx, o l’abbiamo convinta?”
“c’è
del buono in lei, il guaio è che si sta guastando in quel covo di serpi…”
“Fortuna
che ha noi che la riportiamo sulla retta via!” si strinsero la mano con fare
cospiratorio.
Hilary
era alquanto furibonda. Odiava quello che stava per fare, e tra l’altro non
aveva idea di dove fossero quei due idioti dai capelli rossi. Non aveva voglia
certo di cacciare la testa dentro tutti gli scompartimenti, facendo la figura
della stupida e rischiando di fare brutti incontri. Sperò solo di trovarli in
fretta, e che quando si fosse scusata non fosse presente nessuno che la
conoscesse. Sarebbe stato davvero troppo, orribilmente umiliante.
Mentre
passeggiava su e giù per il corridoio, captò una lunga chioma rossa. Aguzzando
la vista capì che si trattava di Ginevra Weasley, una
troietta del quarto anno di Grifondoro
nonché sorella dei gemelli. Detestando dal profondo il momento, le amiche, i Grifondoro e l’umanità in generale le si avvicinò, costringendosi
ad assumere un’espressione quantomeno cordiale “Scusa, Ginevra…ti
chiami Ginevra, giusto?”
La
ragazza la scrutò con diffidenza “Si…che vuoi? Scusa,
non mi ricordo il tuo nome.”
Hilary
ignorò la frecciatina “Sto cercando i tuoi fratelli, Fred e George…o
anche solo uno dei due, tanto sono interscambiabili. Mi sai dire dove sono?”
“Interscambiabili?”
La
pazienza era in via di esaurimento “Lo sai o no?”
“Ne
hai uno alle spalle. Ma visto che sono ‘interscambiabili’-calcò la parola con
disprezzo- non ti dirò chi è.” Con un’arietta supponente da sberlona
in piena faccia e un frusciare di ciocche rosse la mocciosa sparì all’interno
di uno scompartimento.
Hilary
si voltò fino a incontrare il viso del tizio Weasley.
Impossibile stabilire chi fosse. “Senti, Weasley…”
Lui
la interruppe “Fred. Sono Fred.”
Pazienza,
aiutami tu. “Fred…sei più contento? Riguardo a prima,
io…ecco…insomma… sappi che io non volevo, mi hanno
costretta quelle due, io non ne avevo intenzione, non ne vedevo il motivo…insomma…oh, diavolo. Scusa. Ok? Scusa.”
Il
ragazzo le regalò un sorriso. Un sorriso enorme. “Queste sono le scuse più
dolci e sentite che abbia mai ricevuto. Manca solo un bacio con la lingua…”
Hilary
si ritrasse disgustata “Weasley, vai all’inferno.
Basta. Quello che dovevo fare l’ho fatto.” “Fred. Ti ho detto che mi chiamo
Fred.”
“Quello
che è. Dillo anche a quell’altro, se vuoi. E sennò, lascia perdere. Questa cosa
è davvero molto stupida.”
Gli
voltò le spalle sentendosi una melensa Tassorosso.
Che disastro. La voce del fastidioso essere la richiamò “Hilary! Scuse
accettate.”
Non
si voltò. Le stava venendo mal di testa. E il desiderio di arrivare a scuola si
faceva sempre più forte.
Martha
si guardò intorno soddisfatta e contenta. Il banchetto di inizio anno
scolastico l’aveva sempre affascinata, fin dal primo anno. Trovarsi immersa
nella luce soffusa della sala grande, sotto quella luminosa volta stellata, le
procurava ogni volta una sensazione di ebbrezza. Bevve un sorso di succo di
zucca e si guardò intorno. Eleanor era seduta accanto
a lei, intenta a divorare con metodo una montagna di pollo e patate, i suoi
cibi preferiti. Tipico.
Era
in grado di riconoscere, ovviamente, tutti i volti dei ragazzi seduti al tavolo
di Grifondoro, fatta eccezione per i novellini appena
smistati. Calì Patil e
Lavanda Brown stavano confrontando le rispettive
abbronzature, proprio di fronte a lei, e le procurarono un senso di fastidio.
L’eccessiva frivolezza di quelle due oche le aveva sempre dato sui nervi. Erano
attorniate dalle loro mille amiche intente a
squittire come topi. Martha invece non aveva voglia di fare conversazione,
adorava guardarsi intorno e ritrovare tutti i volti che conosceva, amici e meno
amici. Le dava la proporzione di quello che c’era da aspettarsi per il nuovo
anno scolastico. Sbirciò di sottecchi Eleanor, ma non
c’era pericolo. Era ancora impegnata ad ingozzarsi.
Proseguì
la sua esplorazione. Poco più lontano
rispetto alle Grifondoro squittenti, stazionava il
gruppetto di Harry Potter, i cui co-fondatori rispondevano ai nomi di Ron Weasley e Hermione Granger, stranamente non intenti a chiacchierare come loro
solito con i fedelissimi Dean Thomas, Seamus Finnigan e Neville Paciock.
Probabilmente, pensò Martha con un sorrisetto, le quotazioni dell’eroe di Grifondoro erano scese di qualche tacca dopo la faccenda
del Torneo Tremaghi.
Lei
non aveva un grande interesse negli avvenimenti dell’anno precedente, si
limitava a sperare che Voldemort non fosse davvero
tornato e che Potter si fosse inventato tutto. In ogni caso non provava
simpatia per quei tre per motivi molto più futili. Potter giocava troppo
all’eroe tragico, la Granger era una secchiona
insopportabile (nonché orrenda!) e Weasley era
semplicemente un povero tonto. Comunque erano Grifondoro,
e lei li rispettava (più o meno).
Guardando
verso i ragazzi più grandi, che lei trovava molto più interessanti, individuò i
gemelli con il loro migliore amico, Lee Jordan, cronista delle partite di Quidditch. Stavano confabulando come al solito con
espressione cospiratoria. Chissà che avevano in mente…
Il
Caposcuola di Grifondoro, lo scozzese Chris MacNamara, stava spiegando qualcosa ad una delle
Cacciatrici della squadra di Quidditch, Alicia Spinnett. Correva voce che tra quei due ci fosse qualcosa.
Le altre due Cacciatrici, Angelina Johnson e Katie
Bell, erano intente a discutere animatamente con un
gruppetto eterogeneo di ragazzi e ragazze del loro anno. Il resto del tavolo
era occupato da tanti altri studenti più o meno interessanti, più o meno
carini, più o meno popolari, tutti accomunati, se si doveva dar retta al
Cappello Parlante, da coraggio, lealtà e sventatezza.
Finito
l’esame del suo tavolo, la ragazza spostò l’attenzione su quelli delle altre
Case. Conoscere tutti era impossibile, erano troppi, ma era comunque in grado
di riconoscere qualche faccia. Il tavolo di Serpeverde
era come al solito molto animato, probabilmente ginepraio di cattiverie e
pettegolezzi. Hilary stava chiacchierando con una delle persone che Eleanor e Martha detestavano di più, Clarice
Avery. Non esisteva, a parere di Martha, una ragazza
più stupida, crudele, perfida e falsa. Hilary, stranamente, sembrava trovarla
piuttosto simpatica. Erano compagne di dormitorio dal primo anno, dopotutto,
assieme ad Astoria Greengrass e Pansy
Parkinson…
Clarice
aveva un fratello, Eric, anche lui Serpeverde, amico
per la pelle del gruppetto di Draco Malfoy, Blaise Zabini, Theodore Nott, Franck de Vries e il pettegolo per eccellenza Andrew Riverson. Martha non gli aveva mai parlato, ad una prima
occhiata non sembrava della stessa pasta di sua sorella. Aveva spesso un’aria
trasognata, parlava poco. Per quanto ne sapeva lei, poteva essere tanto una
persona meravigliosa quanto un deficiente matricolato. Essendo un Serpeverde, molto più probabilmente la seconda.
Esaurite
le sue conoscenze serpeverdiane, Martha spostò
l’attenzione, sui seri, studiosi, intelligenti Corvonero.
Ne conosceva pochi, e quei pochi erano abbastanza insopportabili: Richard Canterville, un vanesio Serpeverde
mancato, che spesso passava il suo tempo con Franck e
Andrew, la grassa e fetida Ursula Cole, che aveva fatto dello studio un
sostituto del sesso che nessuno le avrebbe concesso, e le due insapore,
incolore e inodore (fortunatamente) Julie Penguin e Mary Stanton.
Tutti gli altri le apparivano come un gruppo indistinto in blu e nero, come ce
ne sono tanti.
Il
tavolo di Tassorosso meritava un discorso a parte.
Alcuni dei ragazzi sembravano recuperabili, ma la vera speranza di quella Casa
di affrancarsi dal bollino di ‘casa degli sfigati’ aveva risposto al nome di Cedric Diggory. Tanto bello da
sembrare finto, somigliava in maniera allucinante alla star di un fotoromanzo
del Settimanale delle Streghe che parlava di un vampiro luccicante innamorato
di una maganò. Tutte le ragazzine tra gli undici e i
quindici anni erano state innamorate perse di lui quanto lo erano dell’eroe dei
loro fumetti, di cui seguivano maniacalmente le
avventure settimana dopo settimana. A spuntarla con la ‘star’ della scuola, che
non aveva neanche il difetto di essere vanesio o superbo, era stata la
fortunata Corvonero Cho Chang. Purtroppo, alla morte di Diggory,
le speranze dei miti Tassorosso erano morte con lui.
Martha
non aveva mai fatto parte del fan club del Principe Giallonero,
e si vantava di non aver mai letto il fotoromanzo del tizio che gli somigliava,
ma era stata, come tutta la scuola, sconvolta dalla sua morte improvvisa ed
apparentemente immotivata. Dicevano che era stato un incidente. Potter diceva
che era stato ucciso da un Mago Oscuro resuscitato dalla tomba. Qualunque fosse
la verità, per tutti la morte di Diggory era stata un
duro colpo, e il nome del ragazzo non mancava di far spuntare negli occhi
adoranti delle ragazzine qualche luccicone desolato.
I Tassorosso erano veramente gentili, per la maggior parte,
ed erano un gruppo piuttosto eterogeneo, con caratteristiche meno spiccate
degli altri tre tavoli. C’era però un tizio, un… coso
(non era possibile definirlo altrimenti) che tutta la scuola conosceva di fama:
Perry. Apparentemente non aveva nome, o cognome, visto che nessuno era mai
riuscito a capire se Perry fosse l’uno, o l’altro, o nessuno dei due. Stilare
una lista dei suoi difetti era impossibile. Brutto, appiccicoso, viscido,
strisciante, sfigato…apparivano tutti termini troppo
miti per descrivere il soggetto in questione. Provava un’evidente ammirazione
per i Serpeverde, ai quali tentava spesso di
accollarsi con risultati avvilenti, ma non disdegnava di ammorbare con discorsi
disarticolati chiunque gli capitasse a tiro. Per assurdo, era anche pettegolo,
adorava impicciarsi dei fatti altrui e rivenderseli come se fossero grandi segreti…peccato che non fosse mai riuscito a battere sul
tempo il professionista delle chiacchiere Andrew Riverson,
che aveva già trasformato la ghiotta maldicenza in un fatto di pubblico dominio.
Malgrado
tutto, Martha sorrise soddisfatta. Ammetteva che se la scuola fosse stata
popolata solo di persone buone, dolci e simpatiche si sarebbe annoiata. Quel
quinto anno prometteva di essere interessante quanto gli altri…
“Marthaaaaa…mi ascolti?”
La
ragazza si riscosse. Eleanor doveva aver finito di
rimpinzarsi. “Si…scusa, ero sovrappensiero.”
“Che
stavi guardando?”
Martha
alzò le spalle “Niente di particolare. I nostri compagni, cose così…”
Eleanor
sbuffò “Sai che spettacolo…bè, non prendi il dolce?”
Martha
si servì una fetta di torta al cioccolato, imitata dall’amica. Improvvisamente
aveva sonno. “Sai, sono felice di essere a scuola. Dopotutto l’estate è noiosa…”
Eleanor
era d’accordo “Se non fosse che quest’anno abbiamo i GUFO…”
Martha
sobbalzò “Sono lontani, non li nominare
neanche!” per ora, voleva solo godersi la torta. E, ancora dopo, un bel sonno
ristoratore nel suo letto rosso e oro…
“Dannazione!”
sbottò Eleanor aggrappandosi al corrimano. Un gradino
delle scale magiche aveva deciso di rientrare proprio sotto i suoi piedi,
facendole quasi spezzare l’osso del collo. Quasi.
La
professoressa Cooman adorava, a lezione di
Divinazione, prevedere a lei e a Potter una morte prematura e raccapricciante.
Finora, non aveva indovinato circa nessuno dei due, ma avevano entrambi alte
possibilità di soddisfare le sue deliranti profezie.
Era
il primo giorno di scuola, doveva riprendere il ritmo e rientrare nella
routine. Ovviamente, qualunque cosa potesse andare storta non aveva mancato di
farlo. La mattina aveva aperto il baule e aveva scoperto con suo sommo orrore
che una bottoglietta di inchiostro si era aperta,
spargendo equamente il suo contenuto su tutti i suoi averi. Aveva perso più di
mezz’ora a ripulire ogni singolo oggetto con l’incantesimo gratta e netta, e si
era dovuta preparare in tre secondi. Il
nodo della cravatta non voleva saperne di riuscire (e quando mai) e così se
l’era dovuta praticamente avvitare al collo con un incantesimo che per poco non
l’aveva strangolata. Ovviamente era talmente tardi che la colazione era fuori
questione, aveva quindi tentato di trasfigurare il calamaio ormai vuoto in un
panino, ma il formaggio era riuscito di un inquietante blu inchiostro che
l’aveva fatta desistere dall’assaggiarlo. Dulcis in fundo, la lezione della prima
ora era Pozioni, frequentata congiuntamente da Grifondoro
e Serpeverde (Draco!!!),
alla quale si stava presentando assonnata, scapigliata, spettinata e affamata.
Welcome to my life!
Varcò
la porta della classe soffiando come un mantice, e notò che tutti gli altri
studenti avevano già occupato le loro postazioni. Erano sempre le stesse, con
pochissime variazioni sul tema, dal primo anno. Hilary, che stava intrattenendo
una fitta conversazione con Clarice Avery, le strizzò un occhio in cenno di saluto. Eleanor ricambiò alzando semplicemente la mano, non era mai
stata capace di fare l’occhiolino. L’amica le sorrise e riprese la sua
chiacchierata.
Eleanor
ammirò per un istante, con un pizzico di invidia, i boccoli castano ramato
della ragazza artisticamente scompigliati, ben diversi dal suo cespuglio bruno
che non vedeva una spazzola dalla sera prima. La divisa di Hilary, così come
quella di tutte le Serpeverde, era stata ingentilita
da piccoli dettagli, come un paio di nuovi stivali di camoscio verde cupo. Il
primo bottone della camicia era slacciato, la cravatta lievemente allentata. La
cosiddetta moda della “Cravatta alla de Lonval”,
adottata da quasi tutti i Serpeverde dopo che Hilary,
al primo anno, aveva dichiarato senza peli sulla lingua al Professor Piton che detestava l’idea di sentirsi “impiccare da una
striscia di stoffa, sebbene dei suoi colori preferiti”.
Ovviamente
i pochi Grifondoro che avevano tentato di seguire il
suo esempio per ragioni di comodità si erano visti strizzare la cravatta al
collo con un incantesimo dallo stesso professore che aveva lodato Hilary per la
sua sagacia. Piccole storie di favoritismo quotidiano.
Eleanor
raggiunse Martha alla loro solita postazione e biascicò un ‘ciao’ sfiatato. “Ce
l’hai fatta prima del prof, meno male!”
Eleanor
si contentò di annuire, prima di voltare masochisticamente
la testa verso i Serpeverde, in cerca di una bionda
testa luccicante. Draco stava fumando, in barba alle
regole, unico passatempo babbano ritenuto accettabile
anche dal più integerrimo dei purosangue. Quando lo sbattere della porta
annunciò l’arrivo del temuto insegnante di Pozioni, il biondino fece volare la
sigaretta ancora accesa con una schicchera perfetta nel calderone di Harry
Potter, che in quel momento si era chinato a prendere un libro. Lo stolto non
si accorse di nulla.
Nel
suo sobrio mantello nero, Piton si accomodò alla
cattedra e avvolse gli studenti nel suo solito sguardo sadico. Il suo naso
uncinato fiutò subito un odore strano nell’aria “Chi è lo studente
autolesionista che vuole far perdere trenta punti alla sua casa il primo giorno
di scuola, permettendosi di fumare in classe?” fu il suo ‘bentornati a scuola’.
I Serpeverde mantennero un aplomb impassibile. Hermione Granger alzò la mano.
“Lei,
signorina Granger? Rea confessa, molto bene…”
“No,
professore, io non fumo. Volevo dirle che so chi è stato!”
“Chi,
di grazia?”
“Draco Malfoy”.
I Serpeverde insorsero con una serie di insulti che Piton interruppe con un secco battito di mani. “Silenzio,
branco di indisciplinati! Malfoy, sei stato tu?”
Draco
assunse una perfetta espressione innocente “Io? Nossignore. Non mi permetterei mai…”
Piton
si accigliò “Mi vedo costretto a risolvere questa questione alla vecchia
maniera” puntò la bacchetta verso la classe “Accio
mozzicone di sigaretta!” come un piccolo proiettile, l’infamante reperto
schizzò fuori dal calderone di Harry Potter, che pigolò flebilmente “No…non è possibile, non sono stato io, prof, glielo giuro!”
Piton
trionfò “E chi poteva essere, se non tu! Bugiardo e spergiuro della peggior
specie! Trenta punti in meno per aver trasgredito, dieci per aver giurato il
falso e altri venti a te, Granger, per aver accusato
un altro studente per coprire le sue malefatte!” Questa sentenza scatenò un
putiferio, trionfo in verde-argento, indignazione in oro-rosso. “Silenzio! Il
prossimo che fiata finirà in infermeria con la gola recisa, per Merlino!”
Nessuno dubitò che avrebbe posto in essere il suo proposito, per cui tutti
tacquero terrorizzati. Piton sorrise soddisfatto
“Bene, vedo che se l’educazione non è il vostro forte, quantomeno avete istinto
di sopravvivenza.”
I Grifondoro continuarono a digrignare i denti in silenzio.
La classe era pervasa da una fortissima tensione. Eleanor
non sapeva se essere disperata o gioire. La sua fedeltà verso la sua amatissima
Casa la portava a condividere la furia dei suoi compagni, ma…Draco!
Quanto le sarebbe dispiaciuto se fosse finito nei guai! E poi tutto sommato la
colpa non era stata di Dracuccio Puccio
(sarebbe potuta morire se qualcuno avesse anche solo sospettato che nei suoi
sogni lo chiamava così), ma di Potter, sempre lui! Se si fosse accorto di quel
maledetto mozzicone e lo avesse fatto evanescere
nessuno si sarebbe fatto male.
Martha
non era del suo stesso avviso. Stava detestando profondamente e senza riserve
tutte le Serpi Venefiche, compresa Hilary e i suoi stivali verde cupo, così,
per par condicio.
La
voce di Piton relegò ad un angolino i pensieri degli
studenti “Ora, dopo questo deprimente inizio, non che mi fossi aspettato di
meglio comunque, ho smesso da anni di essere ottimista, vediamo se siete solo
capaci di trasgredire stupidamente le regole o sapete anche combinare qualcosa
di vagamente decente. Consegnate immediatamente le ricerche che vi avevo
assegnato. Chi non lo fa, si pentirà di essere al mondo!”
Tutti
si chinarono a rovistare nelle borse, tirando fuori plichi di pergamene più o
meno voluminosi. Quello di Hermione Granger somigliava a un’enciclopedia. Anche Eleanor era soddisfatta della sua. Piton
a parte, a lei pozioni piaceva. Moltissimo. Forse la sua ricerca non era
verbosa quanto quella di Hermione, ma altrettanto
buona, perfino migliore. Non vedeva l’ora di consegnarla. Infilò la mano in
borsa pregustando la sua prossima, certa e sicura E…E…e
che diavolo! No! No no no,
per Merlino no! Eleanor si sentì mancare la terra
sotto i piedi, mentre un sudore freddo le imperlava la fronte. La sua ricerca,
la sua adorata, sudata, agognata ricerca…era rimasta
su nel dormitorio, dopo essere stata sapientemente smacchiata.
Alzò
gli occhi sgomenta, guardando passivamente Hilary e Theodore
Nott che erano stati incaricati di raccogliere i
compiti. Martha bofonchiò “Spero di prendere almeno A…”
Guardò interrogativa Eleanor “Bè?
Dov’è la tua?”
L’amica
soffiò disperata “In dormitorio.”
Martha
assunse un’espressione rassicurante “Bè, diglielo, ti
manderà a prenderla con qualche insulto.”
Eleanor
non ne era molto sicura. Hilary ormai le aveva raggiunte “Che palle, non vedo
l’ora che finisca quest’ora” sussurrò quasi in playback “dai, datemi i compiti.”
Martha
le spiegò in due parole il problema di Eleanor, che
dall’espressione si sarebbe detta sotto Incanto Cruciatus.
Hilary capì al volo “Glielo dico io? Magari lo addolcirà un po’…” Eleanor annuì affranta e Martha le strinse la mano sotto il
banco in segno di solidarietà
“Professore?”
“De
Lonval?”
“Fowlerian chiede il permesso di andare a recuperare il suo
compito. È rimasto in dormitorio per errore.”
Piton
aveva la stessa faccia gaudente che avrebbe avuto se fosse stato promosso
Preside. “In dormitorio, eh, Fowlerian? Magari pensi
di essere ancora in vacanza, giusto? Ma si, prendiamocela comoda, tanto c’è
solo il buon vecchio Piton, e quella noiosa materia
in cui non posso dire abracadabra sventolando la mia bella bacchetta…e
questo che hai pensato, eh, Fowlerian?”
Eleanor
pigolò “No, professore. A me Pozioni piace molto. È una delle mie materie
preferite. Vorrei prendere Medimagia dopo la scuola…”
Piton
la interruppe acidamente, tra le risatine stridenti dei Serpeverde
“vieni al dunque, Fowlerian!”
“Stamattina
ho avuto un problema, e per questo il compito è rimasto sul mio letto in
dormitorio. Posso andare a prenderlo? Ci metterò solo cinque minuti…”
Il
sogno della vita di Piton si stava avverando. Se
maltrattare i Grifondoro era il suo passatempo preferito
e maltrattare Harry Potter era addirittura il Paradiso, riuscire a schiacciare
e umiliare un/una Grifondoro che andasse davvero bene
nella sua materia gli procurava un piacere quasi sensuale. Dal primo anno
doveva lottare con Hermione Granger,
che mandava a memoria con il ritmo di una scopa imbizzarrita qualunque nozione,
e Eleanor Fowlerian, che
dimostrava (ma non l’avrebbe ammesso neppure sotto minaccia di castrazione) una
vera attitudine per le materie scientifiche. Nessuna sorpresa che volesse
studiare Medimagia. Da cinque anni aspettava di
prendere in castagna una di quelle due smorfiosette in rosso e oro e finalmente
la sua incrollabile fede nella sbadatezza Grifondoro aveva dato i suoi frutti. “Non penso proprio.
Vuoi fare la Medimaga, eh? Bè,
se ti scorderai una pozione essenziale per il salvataggio del tuo paziente, non
potrai implorare ‘cinque minuti’. Ti ho chiesto di consegnare, non l’hai fatto,
per me il compito non è svolto. Di conseguenza, comincerai l’anno con una bella
T.”
Tutti
i Serpeverde esultarono divertiti. La giornata stava
andando veramente bene! Hilary fulminò le sue amichette ridacchianti con
un’occhiata e prese la parola “Professore, posso parlare? Credo sia un vero
peccato che lei non legga la ricerca di Eleanor. È
davvero interessante, accurata, brillante… non può
darle un’altra possibilità? Ha sempre avuto voti alti con lei…”
Hilary
sbattè le ciglia all’indirizzo del professore, che la
guardò perplesso. Sapeva che la sua preziosa Hilary Alexandrine
de Lonval era amica delle Grifondoro,
ma non sospettava fino al punto di difenderle. Per un istante parve ascoltare
le parole della ragazza e riflettere sulla questione. Eleanor
sentì una sorta di speranzoso calore. Una botta di fortuna, per una volta nella
vita, ti prego, ti prego…
“Se
fosse stata una Serpeverde non si sarebbe comportato
così!” Principe Azzurro Potter, con la sua dannata abitudine di salvare le
damigelle in pericolo, rovinò tutto con questo acuto commento.
Piton
si riscosse dall’ipnosi di Hilary e ringhiò “Potter, dopo quello che hai fatto
ancora pensi di avere il diritto di parlare? Dovresti esserti tagliato la
lingua con l’incantesimo Diffindo. Dieci punti in
meno a Grifondoro! E quanto a te, Fowlerian,
la mia decisione è irrevocabile. T. e se vuoi diventare Medimaga,
ti conviene darti da fare per recuperare questo voto ignominioso, o non ti
ammetterò alla mia classe per i MAGO, cosa che porrà drammaticamente fine alla
tua carriera. Pensaci. E ora, a meno che qualcuno di voi geni abbia quache altra osservazione densa di significato da
sottopormi, facendo perdere alla sua casa cento punti, aprite il nuovo libro di
testo a pagina 4. Signor Avery, per favore,
legga l’introduzione.”
Hilary
lanciò ad Eleanor un’occhiata molto dispiaciuta, ma
non provò nuovamente ad intercedere in suo favore. Sapeva che ormai sarebbe
stato inutile e dannoso. Martha invece fulminò con lo sguardo Potter e aprì il
libro. Visto che Eleanor continuava a fissare
annichilita il bordo del calderone, aprì anche il suo. Il resto dell’ora passò
noiosamente.