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Autore: Lady Gardenia    06/03/2011    2 recensioni
A Hogwarts non ci sono solo buoni o solo cattivi o solo professori. Ci sono anche tutti gli altri. Quelli a cui non importa proprio nulla delle battaglie di Potter contro Voldemort e che anzi sperano proprio che si sia inventato tutto. Gente che non è solo buona nè solo cattiva, persone che hanno cose più importanti a cui pensare. Come i gufo, il quidditch e...i ragazzi
Due grinfondoro e una serpeverde: tre amiche e croniste d'eccezione che raccontano la loro straordinaria esistenza normale!
Probabilmente, pensò Martha con un sorrisetto, le quotazioni dell’eroe di Grifondoro erano scese di qualche tacca dopo la faccenda del Torneo Tremaghi.
Lei non aveva un grande interesse negli avvenimenti dell’anno precedente, si limitava a sperare che Voldemort non fosse davvero tornato e che Potter si fosse inventato tutto. In ogni caso non provava simpatia per quei tre per motivi molto più futili. Potter giocava troppo all’eroe tragico, la Granger era una secchiona insopportabile (nonché orrenda!) e Weasley era semplicemente un povero tonto. Comunque erano Grifondoro, e lei li rispettava (più o meno).
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, George e Fred Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Note: non tiene conto degli eventi dal sesto libro in poi e tiene parzialmente conto del quinto.

 

Hogwarts: Il nostro mondo ti piacerà

 

SETTEMBRE- parte 1

 

Che tremenda confusione! Come ogni anno a Hilary Alexandrine de Lonval stava per venire una crisi di nervi. Detestava trovarsi pigiata, schiacciata, assediata da decine di irritanti studenti con i loro ingombranti bauli, costretta a spingere un carrello DA SOLA! (roba da elfi domestici insomma). E poi tutti quegli strepiti “Ciao mammina” “Ciao papino” “tesoro ricordati di comportarti bene”. Roba da poppanti. Ovviamente nessun suo compagno di Casa si portava i genitori fino al treno, avevano tutti abbastanza dignità da evitarlo. Ma quegli sfigatissimi Tassorosso, gli irritanti Grifondoro e gli insopportabili Corvonero avevano bisogno di mantenere fino all’ultimo secondo il contatto con le ansiose unità parentali. Avvilente.

Sospirando, superò un ingorgo di ragazzini petulanti e mamme ansiose, evitò per un pelo un ombroso Corvonero oberato da una pila di libri e si divertì a passare in mezzo ad una ridicola coppietta in procinto di baciarsi “Permesso!” la ragazza le lanciò un’occhiata omicida, e il giovane Romeo commentò finemente “Che cazzo!”

Hilary gli sorrise placida “Stavate in mezzo alla mia traiettoria, non potevo certo deviarla a causa dei vostri ormoni impazziti!”

“Stronza Serpeverde!”

Ah no. Le offese alla sua casa non poteva sopportarle. “Vaffanculo, Tassorosso.” Gli voltò le spalle e proseguì.

Scorgeva in quella massa informe alcuni volti amici, ma non volendo complicarsi la vita optò saggiamente per salutarli una volta che si fosse sistemata sul treno. Era la quinta volta che viveva quella bolgia infernale. Aveva imparato ad orientarsi. Con uno sbuffo esasperato strattonò il carrello e il suo amato manico di scopa nuovo rotolò giù dalla pila. Imprecò sottovoce. Se qualche imbecille lo avesse calpestato, sarebbe stata capace di cruciarlo.

Prima che potesse raccoglierlo, una mano si insinuò nel suo campo visivo e lo afferrò, porgendoglielo. Una mano candida quasi quanto la sua. Inconfondibile. “Il grande Malfoy che si china ad aiutarmi. Che galante.”

Draco Malfoy. Compagno di Casa, di ottima famiglia, non particolarmente simpatico ma con un certo stile. E, cosa ancora più importante, suo compagno di squadra.

“Questo ti serve, de Lonval. Faccio solo i miei interessi. Se si rompesse dovresti accontentarti di una delle Cometa 5 della scuola. Sei già abbastanza lenta senza che ci si metta pure una scopa scadente”.

Cancellare il non particolarmente simpatico. Uno stronzo di prima categoria. E cancellare pure con un certo stile. “Dovevo immaginarlo che non fossi diventato un cavaliere durante l’estate. Sei il solito cafone.”

Draco rise “Ho colpito nel segno però!”

Hilary sorrise soavemente “Crepa. Ti farei mangiare la polvere, Cercatore fallito, se non fosse che siamo in squadra insieme.” Gli strappò di mano la scopa. “Ho di meglio da fare che star qui a conversare con te. Con permesso.” Se ne andò impettita. Quel…quel…

Hei, de Lonval! Felice di averti rivisto!”

Non si curò di rispondergli. La cosa assurda era che, schermaglie a parte, si stimavano vicendevolmente. Lei era l’unica Serpeverde che non gli sbavasse dietro come un’idiota. Lui era un nobile purosangue che quando voleva sapeva fare dei deliziosi commenti acidi. Sublime, quando non erano rivolti a lei. Finalmente raggiunse lo sportello del treno, ma non salì. Si meritava una sigaretta, dopo quella snervante fatica.

 

Martha Lyxianne Sheridan scoppiò a ridere, meritandosi un’occhiataccia risentita da parte di Eleanor Fowlerian. “Non ridere Lyx!”

La ragazza si allontanò i capelli dal viso e alzò le spalle “Ma è ridicolo! È già la terza volta che inciampi! Inizio a pensare che tu lo faccia apposta!”

Eleanor grugnì “Magari…senti quante volte ti ho detto che la mia mancanza di coordinazione non è argomento di conversazione? Quando fai così sei tale e quale alla Vipera!”

Lyx le lanciò un’occhiata di rimprovero “La ‘Vipera’ è nostra amica…a proposito, dove si sarà cacciata?”

Eleanor guardò ironicamente la calca “Impossibile. C’è troppa gente. La troveremo sul treno. Abbiamo fatto bene a venire insieme.”

“Si. Strano però. Non so perché, ma Hilary riesce a farsi notare anche in mezzo alla folla.”

“Perché se la tira.” Commentò Eleanor lapidaria.

Di solito, Eleanor Fowlerian non era antipatica. Un po’ acida, forse, ma non sgradevole. Era una Grifondoro, dopotutto. Era però affetta da una colossale, totale sfortuna che rendeva la sua vita una tragicomica roulette russa. E quel giorno, ne aveva già avute abbastanza. Inciampare tre volte non era che la punta dell’iceberg. Era anche riuscita a non centrare la barriera del binario 9 e 3/4 a causa di un diabolico deragliamento del carrello, investendo un controllore babbano che l’aveva ricoperta di improperi. E prima ancora si era rovesciata del caffè (bollente, e quando mai) sulla veste, che la madre di Martha Lyxianne aveva risolto con un provvidenziale ma imbarazzante gratta e netta. Imbarazzante perché, se non fosse stato per quello stupido Decreto sulla restrizione delle Arti Magiche fra i Minorenni, sarebbe stata capacissima di rimediare al danno da sola. Prima ancora, comunque, per il colmo della sfiga, il cane di Martha aveva rosicchiato il suo manico di scopa e, sempre causa Decreto (accidenti a quel dannato Ministro!) non era ancora riuscita a ripararlo, guadagnandosi un sacco di risate imbarazzanti specialmente da parte di quei maledetti Serpeverde.

Il pensiero dei Serpeverde portò con sé il viso del principino di quella casa. Draco… dannazione, doveva odiarlo. Ma… non c’era mai riuscita. Era così… così… Si voltò orripilata verso Martha “E se Draco mi vedesse adesso, con il manico di scopa rosicchiato? Potrei morire! Ti prego, se succede spingimi sotto il treno!”

Martha scosse la testa “non capisco perché non hai chiesto a mia madre di riparartelo!”

Eleanor assunse una buffissima espressione derelitta “Dopo il caffè? Sarei morta di vergogna. Lo sai che mi mette in soggezione tua madre…

Martha sbuffò “Tu sei matta. E comunque non è stata colpa tua, ma del cane…

Eleanor alzò le spalle. “Tanto ormai è fatta. E, con la mia sfiga, adesso spunterà sicuramente un Serpeverde…

L’amica scrutò al di sopra della sua spalla e ridacchiò. “infatti!”

Eleanor si voltò orripilata “Dove? Dove?”

“Lì!”

Appoggiata al treno, con un’espressione tra il disgustato e il superiore, c’era Hilary. Fumava una sigaretta bianca e sottile con l’aria più nobile del mondo e sorvegliava i suoi bauli e un lucido manico di scopa nuovo fiammante. Eleanor si voltò furiosa verso Martha “Mi hai fatto prendere un colpo!”

La ragazza assunse un’aria candida e innocente “Perchèèèè? È una Serpeverde no?”

Eleanor aprì la bocca per protestare, ma non riuscì a dire nulla perché Hilary, abbandonata momentaneamente la sua prosopopea serpeverdiana, si era lanciata con uno strillo al collo di Martha “Lyyyyyyx! Che bello vederti! Stavo per impazzire, speravo proprio di trovarti! Detesto tutta questa gente inutile! Vuoi una sigaretta?”

“Certo”, rispose ironicamente Martha, che detestava il fumo.

Hilary si voltò verso Eleanor “Ciao carissima! Che è successo alla tua scopa?”

“Come mai la prima cosa che mi dici è sempre una critica?”

“Perché sei una Grifondoro, ovviamente!”

“E Martha no?”

Hilary alzò le spalle “è una Serpeverde mancata…

La chiamata in causa si inalberò “Non penso proprio!”

Hilary alzò le mani in segno di resa “Era un complimento!”

Eleanor diede manforte all’amica “Un insulto, vorrai dire!”

Hilary mise il broncio “L’anno non è ancora iniziato e già vi coalizzate contro di me…

Martha le fece notare “Quando si parla di Case, fino alla morte.”

Un fischio interruppe le loro chiacchiere. Era il momento di salire sul treno. Eleanor si lamentò “maledizione, volevo fumare!”

Le amiche, dimostrandole come al solito un’alta considerazione, la ignorarono, troppo impegnate a caricare il baule sul treno. Hilary si lamentò “Almeno qui potrebbero farci usare la magia però! Così anche Eleanor non dovrebbe andarsene in giro con quel manico di scopa agghiacciante!”

Matha rise e Eleanor grugnì. Eh si, era ufficialmente iniziato un altro anno.

 

Cinque anni prima, una piccola Hilary dai lunghi capelli castani e una piccola Martha dal sorriso sbarazzino si erano sedute nello scompartimento n.21, emozionate e impaurite dal loro primo anno a Hogwarts ma contente di essere insieme. Avevano fatto amicizia con una piccola Eleanor dall’espressione diffidente e avevano deciso di stare in camera insieme, in banco insieme…beata ingenuità! Qualche ora dopo, Hilary era stata smistata a Serpeverde.

 

Cinque anni dopo, le tre stanche quindicenni si accasciarono nello scompartimento n.21, il loro preferito da sempre.

“Sigaretta?”, mugugnò Eleanor.

“No!”, scandì Martha, “dai, fumate all’arrivo!”

Hilary ridacchiò estraendo il pacchetto “Non c’è niente come una bella sigaretta vietata…

Eleanor lanciò un’occhiata di scuse a Martha “Mi va tantissimo…

“Siete due drogate…

Hilary si accomodò a gambe incrociate sul sedile “è il momento dei tre propositi per l’anno nuovo!”

Un’altra tradizione. Ogni anno le amiche si davano degli obiettivi da raggiungere entro la fine dell’anno. Fino ad allora, non era andata male. Eleanor esalò una boccata di fumo “Primo: superare i GUFO con tutte E”

Le altre due insorsero “Noiaaaa!”

Secondo…ahaha Hilary, il secondo non ti piacerà per niente…si avvera tutti gli anni!”

Hilary sbuffò nervosamente il fumo “Stronza!”

“Ovviamente è vincere la coppa del Quidditch! E terzo…

Martha la interruppe “Io lo so! Inizia con D…

Hilary proseguì “…e finisce con Y”

“E di mezzo ci sono nove lettere di perfidia, antipatia e supponenza.” Concluse Martha soddisfatta.

Eleanor diventò di un bel rosso Grifondoro. “E allora dite i vostri, visto che i miei vi fanno tanto ridere!”

Hilary buttò la cicca dal finestrino. “Primo: vincere la coppa del Quidditch…e quest’anno vedrai che si avvererà!”

Martha e Eleanor si scambiarono un’occhiata scettica “Sogna…

Hilary le ignorò “Secondo: imparare almeno cinque incantesimi proibiti…

Martha le lanciò un’occhiata disincantata “Questo fa il paio con i GUFO riguardo alla noia…

Eleanor arricciò il naso ma non commentò. “E terzo…” Hilary rise maliziosamente “…perdere la verginità!”

Le due amiche scoppiarono a ridere. Martha indagò “Con chi?”

Hilary alzò le spalle “Non lo so ancora. Vedremo…non tergiversare, adesso tocca a te!”

Martha si concentrò “Bè…il primo…entrare nella Foresta Proibita!”

Le altre due le lanciarono un’occhiata stupita “Da quando in qua?”

“Da sempre! Ho sempre desiderato entrarci, ma non ce n’è mai stata l’occasione. Quest’anno però ci andrò, costi quel che costi! E voi due mi accompagnerete, vero?”

Eleanor annuì con entusiasmo. Era sempre pronta per avventure, guai e imprevisti. Sconsideratezza Grifondoro! Hilary sospirò “Perché mi sa tanto di domanda retorica?”

Martha esultò “Perché lo è! Poi…il secondo è noioso quanto i vostri. Recuperare il debito in Pozioni. Che palle, odio Piton.”

Hilary sghignazzò “e perché mai? È così…

Eleanor prese la parola “…odioso, insopportabile, di parte, disgustoso, viscido…

“Esagerata! Con me è sempre così gentile…

Martha rincarò “E certo! Sei una delle sue adorate serpentelle…

Hilary decise di cambiare prudentemente discorso “Vabbè. E il terzo obiettivo?”

Lo sguardo di Martha si fece al contempo sognante e circospetto “Riderete.”

“La cosa non ti ucciderà. Allora?” la Serpeverde era impaziente. Qualunque cosa fosse, sembrava succosa.

Bè…innamorarmi. Un amore intenso, appassionato e travolgente.”

Hilary trasse le sue conclusioni “Insomma, come me. Perdere la verginità.”

Martha arrossì “Non necessariamente. Non parlo di sesso. Parlo di amore!”

“Platonico? Che cosa inutile!”

Eleanor scosse la testa “Come sei prosaica!”

Martha fu d’accordo “Davvero. Senti, quando sarà il momento giusto, lo saprò. Non ho certo intenzione di programmare data e ora della mia prima scopata!”

“Peccato! Mi sarei prenotato per allora!” Una voce decisamente maschile fece capolino dalla porta, suscitando l’allarme delle tre amiche. Allarme che subito si placò, quando la voce fu seguita da due teste di capelli rosso acceso, due corpi scattanti, due visi ridenti e due vesti rattoppate.

Martha protestò “Che cretino che sei!” Ma sorrideva. I gemelli Weasley, Fred e George, erano due adorabili canaglie con le quali era assolutamente impossibile arrabbiarsi. Martha e Eleanor li adoravano. Hilary…molto meno. Anzi. Per nulla.

Palesando con un’espressione seccata il suo disappunto per l’interruzione, si accese un’altra sigaretta. Uno dei due stupidi spilungoni (non era di alcun interesse per la Serpeverde capire chi fosse) non si fece scappare l’occasione di infastidirla “De Lonval! È vietato fumare sul treno!”

“è per questo che lo faccio, Weasley…

Il ragazzo assunse un’espressione fintamente pensierosa “MMm…puro desiderio di infrangere le regole, eh? , niente da dire, ti rispetto molto per questo. Permettimi di contribuire alla nobile causa…” tese una mano verso il pacchetto sogghignando.

Hilary fu lapidaria “Scordatelo Weasley.”

Eleanor gli tese una delle sue “Tieni, Fred.”

Il gemello la respinse con un sorriso di scuse “No, Eleanor, da te non la posso accettare. Sto cercando di costringere la tua amica Serpeverde ad essere gentile, per una volta in vita sua! Adoro le sfide impossibili…

Tutti risero, eccetto Hilary, che incenerì il tizio con uno sguardo prima di lanciargli il pacchetto con un velenoso “Serviti pure.”

L’altro gemello tese la mano “Allora anche io ne voglio una. Due gemelli, due sigarette. Logico no, de Lonval?”

Hilary era al culmine dell’esasperazione “Prendetevi anche tutto il pacchetto, basta che spariate! Quattro Grifondoro in due metri quadrati sono decisamente troppi da sopportare.”

I gemelli apparivano molto divertiti. Uno dei due (come sopra, Hilary non aveva nessun interesse di attribuirgli un’identità definita) si fece scivolare il pacchetto in tasca “Molto generoso da parte sua, Madamigella…

La Serpeverde gli regalò un sorriso tagliente “Ma figurati, Fred-o-George. Mi è stato insegnato che fare la carità è sempre positivo…” Per un istante l’espressione agghiacciata delle sue amiche e quella ferita dei gemelli la colpirono. Forse-forse-aveva esagerato. Poi si riscosse. Odiava le seghe mentali da Grifondoro.

L’altro indistinto gemello commentò freddamente “Noi andiamo, allora. Martha, Eleanor, ci vediamo.” Si dileguarono come erano arrivati.

Per qualche istante, nessuno fiatò. Hilary guardava ostentatamente fuori dal finestrino. Finalmente si decise ad affrontarle “Che c’è?”

Eleanor aveva un’aria basita “Tu a volte non ti rendi davvero conto di quello che dici…

“E che cosa gli avrò detto mai! Era una battuta. E poi hanno incominciato loro!”

Martha si accigliò “Eh no, non sei giusta! Loro stavano palesemente scherzando, tu sei stata pesante, cattiva e offensiva.”

La ragazza scosse le spalle “Quanto esagerate voi due! Chissene frega! Li conosco a stento…

Martha sbottò “Sono nostri amici!”

Hilary ribattè, anche io, fino a prova contraria!”

“è proprio perché sei nostra amica che dobbiamo dirti quando esageri!”

“Molto interessante. Ora che me l’avete detto, cambiamo argomento? O preferite un taglio delle vene catartico?”

Eleanor intervenne “Niente di così drammatico. Però devi chiedergli scusa.” Martha annuì.

La Serpeverde sobbalzò “Cosa? Ma non esiste proprio. Non ci penso minimamente! Io ho fatto solo una battuta di spirito. Non è colpa mia se quei due cretini l’hanno presa male. Non hanno alcun senso dell’umorismo, è evidente, e non è certo un problema mio.”

Martha ed Eleanor si lanciarono un’occhiata esasperata. Martha commentò “è come discutere con un muro! Senti, Hilary, chiudiamola qui. Sappi solo che quando fai così, non hai niente dell’amica che apprezziamo.”

La Serpeverde si alzò di scatto “oh, al diavolo! Accidenti a voi! E va bene, vado a cercarli. Siete peggio di mia madre quando vi mettete in testa una cosa, comunque, sappiatelo!” uscì sbattendo violentemente la porta dello scompartimento.

Le due Grifondoro si scambiarono un’occhiata soddisfatta. “Sbaglio, Lyx, o l’abbiamo convinta?”

“c’è del buono in lei, il guaio è che si sta guastando in quel covo di serpi…

“Fortuna che ha noi che la riportiamo sulla retta via!” si strinsero la mano con fare cospiratorio.

 

Hilary era alquanto furibonda. Odiava quello che stava per fare, e tra l’altro non aveva idea di dove fossero quei due idioti dai capelli rossi. Non aveva voglia certo di cacciare la testa dentro tutti gli scompartimenti, facendo la figura della stupida e rischiando di fare brutti incontri. Sperò solo di trovarli in fretta, e che quando si fosse scusata non fosse presente nessuno che la conoscesse. Sarebbe stato davvero troppo, orribilmente umiliante.

Mentre passeggiava su e giù per il corridoio, captò una lunga chioma rossa. Aguzzando la vista capì che si trattava di Ginevra Weasley, una troietta del quarto anno di Grifondoro nonché sorella dei gemelli. Detestando dal profondo il momento, le amiche, i Grifondoro e l’umanità in generale le si avvicinò, costringendosi ad assumere un’espressione quantomeno cordiale “Scusa, Ginevra…ti chiami Ginevra, giusto?”

La ragazza la scrutò con diffidenza “Si…che vuoi? Scusa, non mi ricordo il tuo nome.”

Hilary ignorò la frecciatina “Sto cercando i tuoi fratelli, Fred e George…o anche solo uno dei due, tanto sono interscambiabili. Mi sai dire dove sono?”

“Interscambiabili?”

La pazienza era in via di esaurimento “Lo sai o no?”

“Ne hai uno alle spalle. Ma visto che sono ‘interscambiabili’-calcò la parola con disprezzo- non ti dirò chi è.” Con un’arietta supponente da sberlona in piena faccia e un frusciare di ciocche rosse la mocciosa sparì all’interno di uno scompartimento.

Hilary si voltò fino a incontrare il viso del tizio Weasley. Impossibile stabilire chi fosse. “Senti, Weasley…

Lui la interruppe “Fred. Sono Fred.”

Pazienza, aiutami tu. “Fred…sei più contento? Riguardo a prima, io…ecco…insomma… sappi che io non volevo, mi hanno costretta quelle due, io non ne avevo intenzione, non ne vedevo il motivo…insomma…oh, diavolo. Scusa. Ok? Scusa.”

Il ragazzo le regalò un sorriso. Un sorriso enorme. “Queste sono le scuse più dolci e sentite che abbia mai ricevuto. Manca solo un bacio con la lingua…

Hilary si ritrasse disgustata “Weasley, vai all’inferno. Basta. Quello che dovevo fare l’ho fatto.” “Fred. Ti ho detto che mi chiamo Fred.”

“Quello che è. Dillo anche a quell’altro, se vuoi. E sennò, lascia perdere. Questa cosa è davvero molto stupida.”

Gli voltò le spalle sentendosi una melensa Tassorosso. Che disastro. La voce del fastidioso essere la richiamò “Hilary! Scuse accettate.”

Non si voltò. Le stava venendo mal di testa. E il desiderio di arrivare a scuola si faceva sempre più forte.

 

Martha si guardò intorno soddisfatta e contenta. Il banchetto di inizio anno scolastico l’aveva sempre affascinata, fin dal primo anno. Trovarsi immersa nella luce soffusa della sala grande, sotto quella luminosa volta stellata, le procurava ogni volta una sensazione di ebbrezza. Bevve un sorso di succo di zucca e si guardò intorno. Eleanor era seduta accanto a lei, intenta a divorare con metodo una montagna di pollo e patate, i suoi cibi preferiti. Tipico.

Era in grado di riconoscere, ovviamente, tutti i volti dei ragazzi seduti al tavolo di Grifondoro, fatta eccezione per i novellini appena smistati. Calì Patil e Lavanda Brown stavano confrontando le rispettive abbronzature, proprio di fronte a lei, e le procurarono un senso di fastidio. L’eccessiva frivolezza di quelle due oche le aveva sempre dato sui nervi. Erano attorniate dalle loro mille amiche intente a squittire come topi. Martha invece non aveva voglia di fare conversazione, adorava guardarsi intorno e ritrovare tutti i volti che conosceva, amici e meno amici. Le dava la proporzione di quello che c’era da aspettarsi per il nuovo anno scolastico. Sbirciò di sottecchi Eleanor, ma non c’era pericolo. Era ancora impegnata ad ingozzarsi.

Proseguì la sua esplorazione. Poco più lontano rispetto alle Grifondoro squittenti, stazionava il gruppetto di Harry Potter, i cui co-fondatori rispondevano ai nomi di Ron Weasley e Hermione Granger, stranamente non intenti a chiacchierare come loro solito con i fedelissimi Dean Thomas, Seamus Finnigan e Neville Paciock. Probabilmente, pensò Martha con un sorrisetto, le quotazioni dell’eroe di Grifondoro erano scese di qualche tacca dopo la faccenda del Torneo Tremaghi.

Lei non aveva un grande interesse negli avvenimenti dell’anno precedente, si limitava a sperare che Voldemort non fosse davvero tornato e che Potter si fosse inventato tutto. In ogni caso non provava simpatia per quei tre per motivi molto più futili. Potter giocava troppo all’eroe tragico, la Granger era una secchiona insopportabile (nonché orrenda!) e Weasley era semplicemente un povero tonto. Comunque erano Grifondoro, e lei li rispettava (più o meno).

Guardando verso i ragazzi più grandi, che lei trovava molto più interessanti, individuò i gemelli con il loro migliore amico, Lee Jordan, cronista delle partite di Quidditch. Stavano confabulando come al solito con espressione cospiratoria. Chissà che avevano in mente…

Il Caposcuola di Grifondoro, lo scozzese Chris MacNamara, stava spiegando qualcosa ad una delle Cacciatrici della squadra di Quidditch, Alicia Spinnett. Correva voce che tra quei due ci fosse qualcosa. Le altre due Cacciatrici, Angelina Johnson e Katie Bell, erano intente a discutere animatamente con un gruppetto eterogeneo di ragazzi e ragazze del loro anno. Il resto del tavolo era occupato da tanti altri studenti più o meno interessanti, più o meno carini, più o meno popolari, tutti accomunati, se si doveva dar retta al Cappello Parlante, da coraggio, lealtà e sventatezza.

Finito l’esame del suo tavolo, la ragazza spostò l’attenzione su quelli delle altre Case. Conoscere tutti era impossibile, erano troppi, ma era comunque in grado di riconoscere qualche faccia. Il tavolo di Serpeverde era come al solito molto animato, probabilmente ginepraio di cattiverie e pettegolezzi. Hilary stava chiacchierando con una delle persone che Eleanor e Martha detestavano di più, Clarice Avery. Non esisteva, a parere di Martha, una ragazza più stupida, crudele, perfida e falsa. Hilary, stranamente, sembrava trovarla piuttosto simpatica. Erano compagne di dormitorio dal primo anno, dopotutto, assieme ad Astoria Greengrass e Pansy Parkinson…

Clarice aveva un fratello, Eric, anche lui Serpeverde, amico per la pelle del gruppetto di Draco Malfoy, Blaise Zabini, Theodore Nott, Franck de Vries e il pettegolo per eccellenza Andrew Riverson. Martha non gli aveva mai parlato, ad una prima occhiata non sembrava della stessa pasta di sua sorella. Aveva spesso un’aria trasognata, parlava poco. Per quanto ne sapeva lei, poteva essere tanto una persona meravigliosa quanto un deficiente matricolato. Essendo un Serpeverde, molto più probabilmente la seconda.

Esaurite le sue conoscenze serpeverdiane, Martha spostò l’attenzione, sui seri, studiosi, intelligenti Corvonero. Ne conosceva pochi, e quei pochi erano abbastanza insopportabili: Richard Canterville, un vanesio Serpeverde mancato, che spesso passava il suo tempo con Franck e Andrew, la grassa e fetida Ursula Cole, che aveva fatto dello studio un sostituto del sesso che nessuno le avrebbe concesso, e le due insapore, incolore e inodore (fortunatamente) Julie Penguin e Mary Stanton. Tutti gli altri le apparivano come un gruppo indistinto in blu e nero, come ce ne sono tanti.

Il tavolo di Tassorosso meritava un discorso a parte. Alcuni dei ragazzi sembravano recuperabili, ma la vera speranza di quella Casa di affrancarsi dal bollino di ‘casa degli sfigati’ aveva risposto al nome di Cedric Diggory. Tanto bello da sembrare finto, somigliava in maniera allucinante alla star di un fotoromanzo del Settimanale delle Streghe che parlava di un vampiro luccicante innamorato di una maganò. Tutte le ragazzine tra gli undici e i quindici anni erano state innamorate perse di lui quanto lo erano dell’eroe dei loro fumetti, di cui seguivano maniacalmente le avventure settimana dopo settimana. A spuntarla con la ‘star’ della scuola, che non aveva neanche il difetto di essere vanesio o superbo, era stata la fortunata Corvonero Cho Chang. Purtroppo, alla morte di Diggory, le speranze dei miti Tassorosso erano morte con lui.

Martha non aveva mai fatto parte del fan club del Principe Giallonero, e si vantava di non aver mai letto il fotoromanzo del tizio che gli somigliava, ma era stata, come tutta la scuola, sconvolta dalla sua morte improvvisa ed apparentemente immotivata. Dicevano che era stato un incidente. Potter diceva che era stato ucciso da un Mago Oscuro resuscitato dalla tomba. Qualunque fosse la verità, per tutti la morte di Diggory era stata un duro colpo, e il nome del ragazzo non mancava di far spuntare negli occhi adoranti delle ragazzine qualche luccicone desolato.

I Tassorosso erano veramente gentili, per la maggior parte, ed erano un gruppo piuttosto eterogeneo, con caratteristiche meno spiccate degli altri tre tavoli. C’era però un tizio, un… coso (non era possibile definirlo altrimenti) che tutta la scuola conosceva di fama: Perry. Apparentemente non aveva nome, o cognome, visto che nessuno era mai riuscito a capire se Perry fosse l’uno, o l’altro, o nessuno dei due. Stilare una lista dei suoi difetti era impossibile. Brutto, appiccicoso, viscido, strisciante, sfigato…apparivano tutti termini troppo miti per descrivere il soggetto in questione. Provava un’evidente ammirazione per i Serpeverde, ai quali tentava spesso di accollarsi con risultati avvilenti, ma non disdegnava di ammorbare con discorsi disarticolati chiunque gli capitasse a tiro. Per assurdo, era anche pettegolo, adorava impicciarsi dei fatti altrui e rivenderseli come se fossero grandi segreti…peccato che non fosse mai riuscito a battere sul tempo il professionista delle chiacchiere Andrew Riverson, che aveva già trasformato la ghiotta maldicenza in un fatto di pubblico dominio.

Malgrado tutto, Martha sorrise soddisfatta. Ammetteva che se la scuola fosse stata popolata solo di persone buone, dolci e simpatiche si sarebbe annoiata. Quel quinto anno prometteva di essere interessante quanto gli altri…

Marthaaaaa…mi ascolti?”

La ragazza si riscosse. Eleanor doveva aver finito di rimpinzarsi. “Si…scusa, ero sovrappensiero.”

“Che stavi guardando?”

Martha alzò le spalle “Niente di particolare. I nostri compagni, cose così…

Eleanor sbuffò “Sai che spettacolo…bè, non prendi il dolce?”

Martha si servì una fetta di torta al cioccolato, imitata dall’amica. Improvvisamente aveva sonno. “Sai, sono felice di essere a scuola. Dopotutto l’estate è noiosa…

Eleanor era d’accordo “Se non fosse che quest’anno abbiamo i GUFO…

Martha sobbalzò “Sono lontani, non li nominare neanche!” per ora, voleva solo godersi la torta. E, ancora dopo, un bel sonno ristoratore nel suo letto rosso e oro…

 

“Dannazione!” sbottò Eleanor aggrappandosi al corrimano. Un gradino delle scale magiche aveva deciso di rientrare proprio sotto i suoi piedi, facendole quasi spezzare l’osso del collo. Quasi.

La professoressa Cooman adorava, a lezione di Divinazione, prevedere a lei e a Potter una morte prematura e raccapricciante. Finora, non aveva indovinato circa nessuno dei due, ma avevano entrambi alte possibilità di soddisfare le sue deliranti profezie.

Era il primo giorno di scuola, doveva riprendere il ritmo e rientrare nella routine. Ovviamente, qualunque cosa potesse andare storta non aveva mancato di farlo. La mattina aveva aperto il baule e aveva scoperto con suo sommo orrore che una bottoglietta di inchiostro si era aperta, spargendo equamente il suo contenuto su tutti i suoi averi. Aveva perso più di mezz’ora a ripulire ogni singolo oggetto con l’incantesimo gratta e netta, e si era dovuta preparare in tre secondi. Il nodo della cravatta non voleva saperne di riuscire (e quando mai) e così se l’era dovuta praticamente avvitare al collo con un incantesimo che per poco non l’aveva strangolata. Ovviamente era talmente tardi che la colazione era fuori questione, aveva quindi tentato di trasfigurare il calamaio ormai vuoto in un panino, ma il formaggio era riuscito di un inquietante blu inchiostro che l’aveva fatta desistere dall’assaggiarlo. Dulcis in fundo, la lezione della prima ora era Pozioni, frequentata congiuntamente da Grifondoro e Serpeverde (Draco!!!), alla quale si stava presentando assonnata, scapigliata, spettinata e affamata. Welcome to my life!

Varcò la porta della classe soffiando come un mantice, e notò che tutti gli altri studenti avevano già occupato le loro postazioni. Erano sempre le stesse, con pochissime variazioni sul tema, dal primo anno. Hilary, che stava intrattenendo una fitta conversazione con Clarice Avery, le strizzò un occhio in cenno di saluto. Eleanor ricambiò alzando semplicemente la mano, non era mai stata capace di fare l’occhiolino. L’amica le sorrise e riprese la sua chiacchierata.

Eleanor ammirò per un istante, con un pizzico di invidia, i boccoli castano ramato della ragazza artisticamente scompigliati, ben diversi dal suo cespuglio bruno che non vedeva una spazzola dalla sera prima. La divisa di Hilary, così come quella di tutte le Serpeverde, era stata ingentilita da piccoli dettagli, come un paio di nuovi stivali di camoscio verde cupo. Il primo bottone della camicia era slacciato, la cravatta lievemente allentata. La cosiddetta moda della “Cravatta alla de Lonval”, adottata da quasi tutti i Serpeverde dopo che Hilary, al primo anno, aveva dichiarato senza peli sulla lingua al Professor Piton che detestava l’idea di sentirsi “impiccare da una striscia di stoffa, sebbene dei suoi colori preferiti”.

Ovviamente i pochi Grifondoro che avevano tentato di seguire il suo esempio per ragioni di comodità si erano visti strizzare la cravatta al collo con un incantesimo dallo stesso professore che aveva lodato Hilary per la sua sagacia. Piccole storie di favoritismo quotidiano.

Eleanor raggiunse Martha alla loro solita postazione e biascicò un ‘ciao’ sfiatato. “Ce l’hai fatta prima del prof, meno male!”

Eleanor si contentò di annuire, prima di voltare masochisticamente la testa verso i Serpeverde, in cerca di una bionda testa luccicante. Draco stava fumando, in barba alle regole, unico passatempo babbano ritenuto accettabile anche dal più integerrimo dei purosangue. Quando lo sbattere della porta annunciò l’arrivo del temuto insegnante di Pozioni, il biondino fece volare la sigaretta ancora accesa con una schicchera perfetta nel calderone di Harry Potter, che in quel momento si era chinato a prendere un libro. Lo stolto non si accorse di nulla.

Nel suo sobrio mantello nero, Piton si accomodò alla cattedra e avvolse gli studenti nel suo solito sguardo sadico. Il suo naso uncinato fiutò subito un odore strano nell’aria “Chi è lo studente autolesionista che vuole far perdere trenta punti alla sua casa il primo giorno di scuola, permettendosi di fumare in classe?” fu il suo ‘bentornati a scuola’.

I Serpeverde mantennero un aplomb impassibile. Hermione Granger alzò la mano.

“Lei, signorina Granger? Rea confessa, molto bene…

“No, professore, io non fumo. Volevo dirle che so chi è stato!”

“Chi, di grazia?”

Draco Malfoy”.

I Serpeverde insorsero con una serie di insulti che Piton interruppe con un secco battito di mani. “Silenzio, branco di indisciplinati! Malfoy, sei stato tu?”

Draco assunse una perfetta espressione innocente “Io? Nossignore. Non mi permetterei mai…

Piton si accigliò “Mi vedo costretto a risolvere questa questione alla vecchia maniera” puntò la bacchetta verso la classe “Accio mozzicone di sigaretta!” come un piccolo proiettile, l’infamante reperto schizzò fuori dal calderone di Harry Potter, che pigolò flebilmente “No…non è possibile, non sono stato io, prof, glielo giuro!”

Piton trionfò “E chi poteva essere, se non tu! Bugiardo e spergiuro della peggior specie! Trenta punti in meno per aver trasgredito, dieci per aver giurato il falso e altri venti a te, Granger, per aver accusato un altro studente per coprire le sue malefatte!” Questa sentenza scatenò un putiferio, trionfo in verde-argento, indignazione in oro-rosso. “Silenzio! Il prossimo che fiata finirà in infermeria con la gola recisa, per Merlino!” Nessuno dubitò che avrebbe posto in essere il suo proposito, per cui tutti tacquero terrorizzati. Piton sorrise soddisfatto “Bene, vedo che se l’educazione non è il vostro forte, quantomeno avete istinto di sopravvivenza.”

I Grifondoro continuarono a digrignare i denti in silenzio. La classe era pervasa da una fortissima tensione. Eleanor non sapeva se essere disperata o gioire. La sua fedeltà verso la sua amatissima Casa la portava a condividere la furia dei suoi compagni, ma…Draco! Quanto le sarebbe dispiaciuto se fosse finito nei guai! E poi tutto sommato la colpa non era stata di Dracuccio Puccio (sarebbe potuta morire se qualcuno avesse anche solo sospettato che nei suoi sogni lo chiamava così), ma di Potter, sempre lui! Se si fosse accorto di quel maledetto mozzicone e lo avesse fatto evanescere nessuno si sarebbe fatto male.

Martha non era del suo stesso avviso. Stava detestando profondamente e senza riserve tutte le Serpi Venefiche, compresa Hilary e i suoi stivali verde cupo, così, per par condicio.

La voce di Piton relegò ad un angolino i pensieri degli studenti “Ora, dopo questo deprimente inizio, non che mi fossi aspettato di meglio comunque, ho smesso da anni di essere ottimista, vediamo se siete solo capaci di trasgredire stupidamente le regole o sapete anche combinare qualcosa di vagamente decente. Consegnate immediatamente le ricerche che vi avevo assegnato. Chi non lo fa, si pentirà di essere al mondo!”

Tutti si chinarono a rovistare nelle borse, tirando fuori plichi di pergamene più o meno voluminosi. Quello di Hermione Granger somigliava a un’enciclopedia. Anche Eleanor era soddisfatta della sua. Piton a parte, a lei pozioni piaceva. Moltissimo. Forse la sua ricerca non era verbosa quanto quella di Hermione, ma altrettanto buona, perfino migliore. Non vedeva l’ora di consegnarla. Infilò la mano in borsa pregustando la sua prossima, certa e sicura E…E…e che diavolo! No! No no no, per Merlino no! Eleanor si sentì mancare la terra sotto i piedi, mentre un sudore freddo le imperlava la fronte. La sua ricerca, la sua adorata, sudata, agognata ricerca…era rimasta su nel dormitorio, dopo essere stata sapientemente smacchiata.

Alzò gli occhi sgomenta, guardando passivamente Hilary e Theodore Nott che erano stati incaricati di raccogliere i compiti. Martha bofonchiò “Spero di prendere almeno A…” Guardò interrogativa Eleanor? Dov’è la tua?”

L’amica soffiò disperata “In dormitorio.”

Martha assunse un’espressione rassicurante “, diglielo, ti manderà a prenderla con qualche insulto.”

Eleanor non ne era molto sicura. Hilary ormai le aveva raggiunte “Che palle, non vedo l’ora che finisca quest’ora” sussurrò quasi in playback “dai, datemi i compiti.”

Martha le spiegò in due parole il problema di Eleanor, che dall’espressione si sarebbe detta sotto Incanto Cruciatus. Hilary capì al volo “Glielo dico io? Magari lo addolcirà un po’…” Eleanor annuì affranta e Martha le strinse la mano sotto il banco in segno di solidarietà

“Professore?”

“De Lonval?”

Fowlerian chiede il permesso di andare a recuperare il suo compito. È rimasto in dormitorio per errore.”

Piton aveva la stessa faccia gaudente che avrebbe avuto se fosse stato promosso Preside. “In dormitorio, eh, Fowlerian? Magari pensi di essere ancora in vacanza, giusto? Ma si, prendiamocela comoda, tanto c’è solo il buon vecchio Piton, e quella noiosa materia in cui non posso dire abracadabra sventolando la mia bella bacchetta…e questo che hai pensato, eh, Fowlerian?”

Eleanor pigolò “No, professore. A me Pozioni piace molto. È una delle mie materie preferite. Vorrei prendere Medimagia dopo la scuola…

Piton la interruppe acidamente, tra le risatine stridenti dei Serpeverde “vieni al dunque, Fowlerian!”

“Stamattina ho avuto un problema, e per questo il compito è rimasto sul mio letto in dormitorio. Posso andare a prenderlo? Ci metterò solo cinque minuti…

Il sogno della vita di Piton si stava avverando. Se maltrattare i Grifondoro era il suo passatempo preferito e maltrattare Harry Potter era addirittura il Paradiso, riuscire a schiacciare e umiliare un/una Grifondoro che andasse davvero bene nella sua materia gli procurava un piacere quasi sensuale. Dal primo anno doveva lottare con Hermione Granger, che mandava a memoria con il ritmo di una scopa imbizzarrita qualunque nozione, e Eleanor Fowlerian, che dimostrava (ma non l’avrebbe ammesso neppure sotto minaccia di castrazione) una vera attitudine per le materie scientifiche. Nessuna sorpresa che volesse studiare Medimagia. Da cinque anni aspettava di prendere in castagna una di quelle due smorfiosette in rosso e oro e finalmente la sua incrollabile fede nella sbadatezza Grifondoro aveva dato i suoi frutti. “Non penso proprio. Vuoi fare la Medimaga, eh? , se ti scorderai una pozione essenziale per il salvataggio del tuo paziente, non potrai implorare ‘cinque minuti’. Ti ho chiesto di consegnare, non l’hai fatto, per me il compito non è svolto. Di conseguenza, comincerai l’anno con una bella T.”

Tutti i Serpeverde esultarono divertiti. La giornata stava andando veramente bene! Hilary fulminò le sue amichette ridacchianti con un’occhiata e prese la parola “Professore, posso parlare? Credo sia un vero peccato che lei non legga la ricerca di Eleanor. È davvero interessante, accurata, brillante… non può darle un’altra possibilità? Ha sempre avuto voti alti con lei…

Hilary sbattè le ciglia all’indirizzo del professore, che la guardò perplesso. Sapeva che la sua preziosa Hilary Alexandrine de Lonval era amica delle Grifondoro, ma non sospettava fino al punto di difenderle. Per un istante parve ascoltare le parole della ragazza e riflettere sulla questione. Eleanor sentì una sorta di speranzoso calore. Una botta di fortuna, per una volta nella vita, ti prego, ti prego…

“Se fosse stata una Serpeverde non si sarebbe comportato così!” Principe Azzurro Potter, con la sua dannata abitudine di salvare le damigelle in pericolo, rovinò tutto con questo acuto commento.

Piton si riscosse dall’ipnosi di Hilary e ringhiò “Potter, dopo quello che hai fatto ancora pensi di avere il diritto di parlare? Dovresti esserti tagliato la lingua con l’incantesimo Diffindo. Dieci punti in meno a Grifondoro! E quanto a te, Fowlerian, la mia decisione è irrevocabile. T. e se vuoi diventare Medimaga, ti conviene darti da fare per recuperare questo voto ignominioso, o non ti ammetterò alla mia classe per i MAGO, cosa che porrà drammaticamente fine alla tua carriera. Pensaci. E ora, a meno che qualcuno di voi geni abbia quache altra osservazione densa di significato da sottopormi, facendo perdere alla sua casa cento punti, aprite il nuovo libro di testo a pagina 4. Signor Avery, per favore, legga l’introduzione.”

Hilary lanciò ad Eleanor un’occhiata molto dispiaciuta, ma non provò nuovamente ad intercedere in suo favore. Sapeva che ormai sarebbe stato inutile e dannoso. Martha invece fulminò con lo sguardo Potter e aprì il libro. Visto che Eleanor continuava a fissare annichilita il bordo del calderone, aprì anche il suo. Il resto dell’ora passò noiosamente.

 

   
 
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