Commento al capitolo:
Ola gente, come ve la passate? Io sono depressissima,
perché è ricominciata quella palla di scuola… ma non è
tutto, come se non bastasse qll brutta …beep… della mia prof di greko non solo
ci ha caricati come dei muli fra versioni lunghe una pagina e montagne di testi
da studiare, ma qll cara donna ha deciso persino di interrogare, di GRAMMATICA,
su TRE(e ci tengo a sottolineare la parole TRE) versioni diverse!!! Le
venisse un colpo apoplettico!!!
Cmq, ecco a voi il finale
mieloso e tremendamente dolce che tutti mi avete
chiesto con modi più o meno carini(Si cara KK, mi riferisco proprio a te e alla
tua Yamato, che mi auguro tu riporrai nella sua custodia alla fine della
lettura… no sto ske, anzi i tuoi commenti mi hanno fatto sorridere tvtrb ^.^) e
ringrazio tutti, ma proprio tutti per i commenti. Dopo questo cap ci sarà
l’epilogo e la fic finalmente si chiuderà nel modo che spero vi piaccia.
Ora vi lascio al cap
Ps: Francy ti voglio
troppo bene!!! Appena posso ti risp alla mail!!!
Cap. 33 Dimmi che mi ami
Sesshoumaru rimase immobile a fissare la sagoma di Shaorin
sparire nel buio, gli occhi vuoti, le lacrime di disperazione che scendevano
incessantemente lungo il viso pietrificato.
Fissava il nulla, incapace di dire o fare qualsiasi cosa
se non rimanere bloccato come una statua.
-Te ne sei andata…
Gemette.
Il silenzio cadde fra i ragazzi, rotto soltanto dai
singhiozzi convulsi di Kagome e Sango, che piangevano
forte abbracciate ad Inuyasha e Miroku.
-Perché?!? PERCHÉ?!?
Gridò Kagome, stringendosi all’hanyou che l’abbracciò più
stretto che poteva, piangendo anche lui assieme alla ragazza.
-S… So-chan…
Sango piangeva talmente forte che il suo respiro si era
fatto irregolare e le parole uscivano dalle sue labbra sottoforma di deboli e
confusi balbettii.
-Te ne sei andata davvero…
La voce dello youkai era piatta, priva di
alcuna forma di emozione; chi non lo avesse visto in volto avrebbe
tranquillamente affermato che non fosse successo nulla.
-Mi hai lasciato solo Shaorin, mi hai
lasciato solo…
Si alzò in piedi, avvicinandosi di nuovo all’orlo del
baratro.
Per qualche istante rimase fermo a guardare il vuoto,
dopodichè un fremito scosse le sue spalle e i suoi
occhi diventarono completamente rossi.
-ME LO AVEVI PROMESSO!!!
Urlò disperato.
-MI AVEVI PROMESSO CHE NON MI AVRESTI
Il demone si lasciò cadere a terra, iniziando a piangere
forte, stringendo i pugni talmente forte da far
diventare bianche le nocche.
-Sei una dannatissima bugiarda!!!
Singhiozzò, affondando il viso fra le braccia.
-Se… se tu me lo avessi detto… se tu mi avessi
detto di amarmi… perché me lo hai nascosto Shao?
I suoi singhiozzi aumentarono.
-Perché amore mio?!? Io ti amo Shaorin, io ti amo davvero…
L’ennesima lacrima si staccò dal suo viso, cadendo
all’interno del burrone e svanendo in quella voragine senza ritorno come la
ragazza.
-Ti amo…
Continuava a cadere, ininterrottamente, senza trovare una
fine, avvolta da un buio che non poteva essere dissolto.
Aveva gli occhi chiusi, ma non per paura di vedere ciò che
le stava attorno, bensì perché non le importava più nulla.
Era riuscita a confessare a Sesshoumaru di amarlo, era
riuscita a dirglielo guardandolo negli occhi ed era felice.
Forse poteva sembrare ingiusto che proprio ora che si era
dichiarata dovesse morire, ma per lei non era così.
Non aveva aspettato la sua risposta, sicuramente negativa
e perciò le era rimasto il beneficio del dubbio, non
aveva dovuto affrontare la realtà e il dolore che essa avrebbe comportato.
Era una codarda.
Però andava bene così, a lei andava
bene così…
Poi qualcosa comparve attraverso la coltre di buio e
polvere e le cadde sul viso; era una goccia d’acqua, una goccia
calda, una lacrima…
La ragazza aprì appena le palpebre ed allora si accorse di
essersi fermata, sospesa nel vuoto, avvolta da una luce bianca.
-Cosa succede?
Chiese con voce stanca.
-Non è ancora giunto per te il momento di morire…
Shimuni comparve poco sopra di lei, con un sorriso
angelico sulle labbra rosee e morbide.
-Lui ti ama… non puoi andare via
da lui ora…
Shaorin la guardò confusa.
-Mi ama?
L’angelo le rivolse uno sguardo dolcissimo, guardandola
con lo stesso amore con cui una madre guarda la
propria figlia.
-Si piccola, ti ama più della vita e tu devi
tornare da lui… a meno che tu non voglia…
Shaorin sorrise colma di gioia.
-Io voglio andare da lui, non voglio
lasciarlo…
Shimuni annuì col capo, dopodichè le
porse una mano candida.
-Vieni…
Shaorin allungò la propria verso quella dell’angelo,
riuscendo questa volta a prenderla.
-Torna da lui…
Dal corpo dell’angelo si sprigionò una luce chiara, molto
simile a quella che pochi minuti prima aveva dissolto
i due spettri gemelli.
Shao si sentì sollevare verso l’alto, a velocità sempre
più forte, mentre percepiva di nuovo l’aria pulita dentro i polmoni.
La velocità aumentò ancora, facendole perdere i sensi;
l’unica cosa che riuscì a vedere prima di svenire fu il cielo.
Sesshoumaru piangeva, ancora inginocchio
sul terreno umido.
Le lacrime non volevano sapere di
smettere di scendere dai suoi occhi e singhiozzi sempre più intensi gli
mozzavano il respiro.
-Shao…
Gemette, stringendo una manciata
di fili d’erba con le mani sporche del sangue che usciva da tagli che si era
procurato con i propri artigli e bagnandoli con il proprio pianto.
-Shaorin…
Ripeté sempre più piano, come se le forze lo stessero
abbandonando.
Improvvisamente un fascio di luce scese dal cielo limpido,
inoltrandosi all’interno della voragine.
Lo youkai alzò appena il capo, guardando con gli occhi
annebbiati dalle lacrime quella colonna bianca.
Gli sembrava che ci fosse qualcuno al suo interno… era
frutto della sua immaginazione o era solo un brutto
scherzo del suo cuore, che ancora si rifiutava di accettare che Shaorin fosse
morta?
Ma mano a mano che i secondi
passavano quella che all’inizio sembrava solo un ombra, una sagoma senza limiti
ben definiti iniziò a comparire sempre più chiara, più reale, più vera.
-Shao?
Chiamò piano, ancorandosi di nuovo ad una stupida speranza
che gli diceva che lei era ancora viva.
In quel momento Shimuni uscì da quel
bagliore quasi accecante, tenendo Shaorin priva di sensi fra le braccia
candide.
Sesshoumaru scattò in piedi, fissando le due donne con le
iridi ambrate piene di gioia e lacrime.
L’angelo gli sorrise dolcemente,
atterrando leggera come un uccello davanti a lui, ripiegando le ali bianche.
-Tu l’hai amata davvero, anche sapendo ciò che si celava
nel suo cuore… hai lottato, ti sei battuto affinché lei tornasse da te, anche a
costo della tua stesa vita…
Gli diede la ragazza, che subito lui afferrò e strinse
quasi possessivamente, guardando quel viso che tanto amava con occhi ancora
increduli.
-E per questo meriti di poterla
tenere con te… lei ti rimarrà accanto, crescerà con te, ti amerà più della
vita… non abbandonarla, non lo merita…
Sesshoumaru annuì, sollevando anche se controvoglia lo
sguardo dalla ragazza per posarlo sugli occhi blu cielo dell’angelo.
-Non lo farò mai…
Lei sorrise di nuovo, dopodichè si abbassò verso Shao.
-Tu sarai felice, lo so…
Le baciò le labbra, donandole così rinnovata vita e
liberandola nuovamente dalla sua maledizione, questa volta per sempre.
I tagli, i graffi e il sangue che la sporcavano si
dissolsero come i tatuaggi che portava su entrambe le braccia.
Una nuova e più grande forza la
pervase, ridandole il respiro e il sorriso.
Due righe rosa si disegnarono sulle guance, una stella
dorata le comparve sulla fronte e le unghie sulle dita si allungarono.
Shimuni si sollevò dal suo viso e spiegò le ali bianche,
allontanandosi dai due ragazzi.
-Ora lei è uno youkai, proprio come te…
te la affido con tutto il mio cuore principe dei demoni, non deludermi…
Sesshoumaru sorrise grato.
-Ti ringrazio angelo.
Disse con voce rotta dall’emozione; lei sorrise.
-No… sono io che ringrazio te… hai insegnato l’importanza
dell’amore a mia sorella, non avresti potuto farmi
regalo più grande.
Così dicendo si alzò in volo, addentrandosi nuovamente
nella colonna di luce e sparendo al suo interno.
-Addio Sesshoumaru…
Disse, dopodichè alzò il capo d’oro verso il cielo e
scomparì definitivamente dietro una nuvola.
L’inu-youkai la guardò andare via, perdersi all’interno
della volta celeste e un sorriso gli comparve sulle labbra sottili.
-Sesshoumaru…
Una voce, la sua voce, la voce della cosa che gli era più cara al mondo gli fece abbassare lo sguardo.
-Shaorin…
Sussurrò, iniziando di nuovo a piangere.
La vide sorridere fra le sue braccia, mentre lo guardava
attraverso gli occhi blu dalla pupilla verticale.
-Sei viva.
Annuì col capo.
-Si…
Il demone la sollevò verso il cielo, tenendola stretta fra
le braccia, facendola girare nell’aria.
-SEI VIVA!!!
Urlò di nuovo, piangendo, facendo scintillare i capelli e
gli occhi blu come il cielo della ragazza sotto la luce del sole calda.
Un grido di spavento misto a gioia le uscì dalla gola mentre reclinava il capo all’indietro e si lasciava
girare, piangendo di felicità.
Era vero allora, lui voleva davvero che lei tornasse da
lui.
-Mi gira la testa…
Disse con voce rotta dall’emozione, tenendosi saldamente
alle spalle del demone e consentendosi di essere trasportata da quei volteggi
nell’aria fresca e ancora umida di pioggia.
Lui rallentò lentamente l’intensità dei propri giri,
ridendo assieme alla ragazza sino a fermarsi.
Lentamente la lasciò scendere nel proprio abbraccio come
acqua fresca, sollevandole appena i vestiti, sino a farle toccare l’erba
bagnata con la punta dei piedi.
-Shaorin.
Ripeté, quando il viso della ragazza fu ad appena un
soffio di distanza dal suo; la vide sorridere fra le lacrime.
-Ti amo…
La baciò con amore, gioia, passione, stringendola più che
poteva a sé quasi sino a farle mancare il respiro.
Lei chiuse gli occhi, lasciandosi baciare, rispondendo con
tenera passione e angelica dolcezza.
Ora era veramente felice.
Le sue mani percorsero il capo della ragazza, la schiena,
il bacino, le braccia, come a voler concretizzare quell’immagine attraverso le
proprie dita, accarezzandole la pelle bianca e morbida.
-Ti amo da morire…
Le sussurrò, sollevandosi per un attimo dalle labbra di lei e guardandola innamorato attraverso le stille
d’ambra liquida.
-Ridimmelo…
Mormorò la ragazza, mordendosi il labbro inferiore.
-Ti amo…
Lei lo abbracciò con forza, stringendosi a lui e
affondando il viso nella lunghissima chioma argentea.
-Ai shiteru Sesshy-chan!!! Ai
shiteru con tutta l’anima!!!
Il demone sorrise di nuovo,
respirando più che poteva del profumo di Shaorin, rinchiudendola nelle sue
braccia per non lasciarla andare mai più.
Kagome la abbracciava talmente forte da soffocarla,
piangendo come una bambina.
-Oddio che paura che mi hai fatto prendere!!!
Urlò singhiozzando, macchiandole la maglietta con i grossi
lacrimoni che le scendevano lungo il viso.
-Credevo fossi morta!!!
Shao sorrideva felice, stringendo l’amica con affetto.
-Non puoi sbarazzarti di me così
facilmente… lo sai…
La ragazza continuava a piangere, sorridendo e
singhiozzando allo stesso tempo, ringraziando i Kami per aver salvato una delle
sue migliori amiche.
Rimasero così, abbracciate l’una all’altra, per lunghi minuti
durante i quali Shao tentò di tranquillizzare l’amica.
-Dai Ka-chan, sto bene ora.
Kagome annuì con il capo d’ebano, allontanandosi da lei di
qualche passo e asciugandosi i lacrimoni con la manica della divisa.
-Si, hai ragione, è stupido piangere quando
non ce n’è motivo.
Scoppiò di nuovo in singhiozzi e subito le braccia di Inuyasha la accolsero in un caldo e tenero abbraccio.
-Su amore, So-chan è salva, non devi piangere.
La ragazza si rinchiuse all’interno di esse,
nascondendo il viso nell’haori scarlatto.
-Lo so che è una cosa senza senso, ma io non riesco a
smettere di piangere… è che quando l’ho vista volare giù, Sesshoumaru che
urlava, era tutto talmente triste che ora mi sembra
impossibile che lei sia salva!
L’hanyou le prese il volto con una mano, alzandole lo
sguardo verso il proprio e guardandola con infinita dolcezza.
-Su piccola, è tutto a posto.
Le baciò le labbra.
-Ora mi prometti che cercherai di calmati? Sai bene che
non sopporto quando piangi.
La ragazza sforzò un sorriso e fece cenno di assenso con la testa.
-Va bene…
Inuyasha le diede un secondo bacio, questa volta più lungo
del precedente e più profondo.
Quando le loro labbra si allontanarono la
vide finalmente rasserenarsi e sentiva chiaramente il suo respiro che tornava
pian piano regolare.
-Brava la mia Kagome.
La ragazza fece un secondo sorriso, riempiendo l’anima del
mezzo demone con un’ondata di forte calore e di gioia di vivere.
-Lo sai che ti amo vero?
Lui storse per un attimo la bocca.
-Si… credo che tu me lo abbia detto un paio di volte…
Kagome gli tirò un lieve pugno sul torace.
-CATTIVO!
Gridò fingendosi arrabbiata e tentando di sciogliersi
dall’abbraccio del mezzo demone.
-Gomen ne koi, Ka-chan, sono seriamente pentito…
La ragazza sorrise e gli baciò le labbra.
-Sarà meglio per te che sia la
verità.
Kagome infilò anche l’ultima cosa nello zaino giallo,
dopodichè si passò una mano sulla fronte, scostando da davanti agli occhi viola
alcune fastidiose ciocche nere.
Inuyasha la guardava in silenzio, limitandosi a
contemplarla in quei gesti così semplici.
-Per quanto tempo ancora hai intenzione di rimanere lì a
fissarmi senza dire una parola?
La ragazza si alzò in piedi, voltandosi verso l’hanyou.
-Volevo solo guardarti prima che tu te ne vada da me per sempre.
Gli occhi ambrati di Inuyasha
divennero profondamente malinconici, mentre chinava appena il capo d’argento
verso il pavimento, nascondendo sotto la folta frangia quelle che a parere di
Kagome erano sicuramente lacrime.
-Cosa vuoi dire?
Domandò lei confusa, avvicinandosi al mezzo demone.
-VOGLIO DIRE CHE TU TE NE VAI E
MI LASCI SOLO, ECCO COSA VOGLIO DIRE!!!
Gridò nella speranza di sembrare duro e distaccato, ma si
lasciò tradire da una chiara nota di tristezza nella voce.
Kagome sorrise con amore, dopodichè gli si accostò e lo
abbracciò da dietro, cingendogli le spalle con le braccia chiare e calde.
-Io non me ne vado e non ti lascerei
per nulla al mondo! Io ti amo Inuyasha e l’ultima cosa che vorrei sarebbe andare via da te per sempre.
L’hanyou la guardava con la coda dell’occhio.
-Ma come farai con la Shikon no
Tama? Tu stessa hai detto di volerla distruggere e senza di essa
non potresti più tornare qui…
Il tono di voce di lui si era fatto più calmo, più dolce,
anche se ancora si ostinava a voler sembrare freddo.
-Lo so, ma a questo ho già pensato io. E poi, ora che
So-chan è uno youkai e che ha deciso di rimanere con Sesshoumaru qui nella
Sengoku Jidai oltre che lasciare te, Sango, Miroku, Shippo, Koga e tutti mi toccherebbe anche separarmi dalla mia migliore amica, perciò
non credi anche tu che io abbia probabilmente trovato un’altra soluzione?
Inuyasha si voltò verso Kagome, guardandola finalmente in
viso.
-Allora non te ne vai?
Domandò; la sua voce si era ormai completamente arresa
alla dolcezza della ragazza.
-Inuyasha no baka!!! Certo che
non me ne vado!!!
Gli schioccò un tenero bacio sulle labbra.
-Allora direi che posso anche
darti una mano con il tuo bagaglio.
Risero.
Erano tutti in piedi attorno al pozzo Mangiaossa.
Gli occhi erano fissi sull’inquietante buio che regnava al
suo interno, rendendo quasi impossibile credere che quello potesse essere il
portale per un’altra epoca.
Kagome venne avanti, tenendo fra le mani la Shikon no Tama
che splendeva di luce violetta e limpida.
-Io chiedo alla protettrice della sfera di concedermi la
possibilità di parlare.
Un forte bagliore si sprigionò dalla piccola palla di un
materiale molto simile al quarzo.
Kagome venne avvolta da un
chiarore viola e, grazie ad una forza estranea a coloro che si trovavano
intorno a lei, si sollevò dal suolo.
La ragazza chiuse gli occhi, sentendo una strana quiete
colmarle l’anima.
Improvvisamente il mondo attorno a lei scomparve, mutando
in una sorta di salone dalle pareti che andavano dal viola scuro al bianco.
-Chi chiede di conferire con la somma Midoriko?
Una voce di donna le arrivò alle orecchie.
-Io sono Kagome Higurashi… la reincarnazione della
sacerdotessa Kikyou e sono qui per parlare con Midoriko-sama.
Una sorta di vento la investì, scompigliandole i capelli.
-Apri gli occhi, nigen…
Anche se con un po’ di timore, Kagome
sollevò lentamente le palpebre e davanti a sé vide la sagoma evanescente di
Midoriko.
Istintivamente fece un profondo e
rispettoso inchino, evitando accuratamente di guardarla negli occhi.
-Somma Midoriko…
Sussurrò emozionata e spaventata.
La sacerdotessa le prese il mento con una mano e le
sollevò il volto, riportando gli occhi di lei nei
propri.
-Non temere il mio sguardo, ragazza del futuro, non sono qui
per farti del male…
Kagome fece un intenso respiro, cercando di infondersi
coraggio.
“Per Inuyasha… è per Inuyasha”
Pensò fermamente, dopodichè prese la parola.
-So bene che lei non mi farà del male e io sono venuta qui per parlarle di una questione molto importante.
Midoriko ritornò seria.
-Parla pure, io ti ascolterò.
-Io ho invocato il suo nome perché volevo chiederle di
poter usare la Shikon no Tama… come lei sa io vengo dal futuro e i frammenti
della sfera sono l’unica cosa che mi permettono di viaggiare attraverso la mia
epoca e la vostra, però vorrei poter usare la sfera
per aprire un varco attraverso le due epoche…
La miko continuava a guardarla con aria attenta, gli occhi
nocciola scrutavano il volto di Kagome alla ricerca di un qualcosa che le confermasse che ciò che stava dicendo fosse effettivamente
la verità.
-So bene che così facendo la Shikon no
Tama andrebbe distrutta, però non è una cosa così cattiva: demoni e uomini
hanno compiuto stragi per questo gioiello e la sua distruzione non potrebbe che
essere una cosa buona, non è forse così?
Fra le due cadde il silenzio: la sacerdotessa la guardava
dritta negli occhi con espressione severa, ma Kagome sosteneva
il suo sguardo, decisa ad andare sino in fondo.
Passarono alcuni attimi, che alla ragazza sembrarono ore,
poi Midoriko parlò di nuovo, questa volta con un
sorriso sulle labbra.
-Mia piccola Kagome, il tuo desiderio è forse il più
nobile fra tutti quelli mai espressi da coloro che sono
stati a contatto con la sfera. Tu vuoi usare gli enormi poteri della Shikon no Tama solo per amore, senza secondi fini come il potere o
la cupidigia.
La ragazza la guardò con occhi speranzosi.
-Allora vuole dire che posso?
Midoriko sorrise di nuovo.
-Se tu lo facessi io non avrei nulla da ridire, però sono
io ora a fare a te una proposta: piuttosto che distruggerla e disperdere quindi
il suo grande potere saresti disposta ad inglobare dentro al
tuo spirito tutti i poteri della sfera?
Kagome assunse un’espressione incredula.
-Io? Ma se a malapena riesco a
scoccare una freccia, come posso contenere questo potere senza rischiare di
fare del male a chi mi sta accanto?
La miko le si avvicinò, le prese
una mano e la posò in corrispondenza del cuore della giovane.
-Ora che il tuo spirito è finalmente completo e che le ombre
dal tuo cuore si sono definitivamente dissolte sei in grado di
essere la mia erede, colei che merita di avere i miei poteri…
Kagome scosse il capo sconvolta.
-Ma come posso io usare un potere così
grande con giudizio? E se per caso commettessi degli sbagli?
Midoriko le fece cenno di tacere.
-Tu sei la mia erede, la persona che io ho scelto per prendere il mio posto come miko su questa terra e già il
fatto che tu ti ponga questi problemi significa che sei in grado di
affrontarli.
Kagome vi rifletté per qualche secondo.
-Se accetto, se inglobo dentro di me la Shikon no Tama, potrò lo stesso attraversare il pozzo?
-Certo bambina, non sarai mai privata né
dell’amore dei tuoi amici né dell’affetto della tua famiglia… anche loro ti serviranno
per poter crescere. Allora, qual è la tua risposta?
Kagome chiuse gli occhi per un attimo,
dopodichè annuì decisa.
-Accetto Midoriko-sama e vi prometto che mi impegnerò al massimo per non deludervi.
La miko sorrise felice e pian piano quella sorta di varco spazio temporale iniziò a dissolversi.
-Grazie a te sono finalmente libera, il mio spirito ha
vinto su quello del grande demone e ora posso andare
in cielo.
La ragazza non capiva.
-Come è possibile? Io non ho fatto nulla.
Midoriko la guardò con occhi sereni.
-Ti sbagli, tu hai usato la sfera per amore, non per brama
di potere o per vendetta e questo ha fatto si che il
grande demone fosse definitivamente sconfitto.
Tutto fu avvolto da un bianco abbagliante e
improvvisamente Kagome si sentì pervadere da un enorme forza
buona.
-Ora sei una miko, ma non una qualsiasi: sei la mia erede
Kagome e come tale ti è affidato il compito di
proteggere gli uomini… la Shikon no Tama ti fornirà tutto il potere che ti
servirà e ti donerà anche l’immortalità…
Kagome sbarrò gli occhi.
-L’immortalità?
Domandò esterrefatta; la sacerdotessa annuì con il capo
dai lunghi capelli neri.
-Si, è così…
Scomparve e in un attimo la ragazza si ritrovò fra le
braccia di Inuyasha, che la guardava con occhi
preoccupati.
-Kagome, stai bene?
Le chiese con apprensione.
-Si… credo di si…
Disse, ancora in stato confusionale.
-Allora, hai ottenuto il permesso?
Shaorin le si avvicinò, tenendo
Sesshoumaru per mano e rivolgendo all’amica uno sguardo ansioso.
-Io… non saprei dire cosa è successo…
Kagome si portò una mano alla testa, come se cercasse di
riportare alla mente gli avvenimenti accaduti poco prima; aveva un gran mal di
testa.
-Non ricordo bene… mi trovavo in una sorta di stanza che però non lo era… poi è arrivata Midoriko ed ha iniziato
a parlare… ma non riesco a ricordare cosa mi ha detto.
Sango si accostò ai due ragazzi.
-Ma la Shikon no Tama non era
nella tua mano?
La ragazza alzò lo sguardo verso quello della tajiya, gli
occhi viola assenti e distanti, come se la sua anima si trovasse da tutt’altra
parte.
-Dentro di me…
Disse, portandosi le mani al petto in corrispondenza del
cuore.
-La sfera ora è dentro di me…
Tutti la guardarono attoniti.
-Dentro di te?
Ripeté incredulo l’hanyou, fissandola con occhi sconvolti mentre si alzava in piedi e saliva sul pozzo
mangiaossa.
-Si… ora lei è parte di me…
Giunse le mani e chiuse gli occhi e improvvisamente un
forte vento avvolse la radura, facendo volare in aria i capelli neri della
giovane, poi si voltò verso Inuyasha.
-E io posso usarla per realizzare il
nostro desiderio… dammi la mano Inuyasha…
Lui continuava a guardarla smarrito, confuso dal suo
comportamento, ma si fidava di lei e le diede la mano.
La ragazza lo fece salire sul pozzo e lo fece posizionare di fronte a lei, guardandolo nelle iridi ambrate
con quello sguardo distratto.
-Cosa stai facendo?
Azzardò inquieto; lei sorrise.
-Non avere paura… io posso…
Lo baciò sulle labbra e un lampo di luce bianca esplose,
invadendo per un attimo tutto il bosco con il proprio bagliore.
L’hanyou si sentì pervadere da nuova energia, come se una
vita nuova e più forte si fosse insinuata dentro di
lui; non riusciva a capire perché, ma percepiva chiaramente che qualcosa in lui
era cambiato.
-E ora anche tu…
Kagome si sollevò dalle sue labbra, sorridendo felice.
Inuyasha aprì gli occhi, lievemente stordito.
-Co… cosa è successo?
Chiese.
-Ho esaudito il nostro desiderio più grande… ho aperto un
varco attraverso la mia epoca e la tua e ti ho
trasmesso un po’ del mio potere… sei più forte ora, proprio come volevi…
Il mezzo demone le rivolse un sorriso, dopodichè le prese
il viso fra le mani e appoggiò la propria fronte su quella di lei.
-Sei unica.
La baciò di nuovo.
-Ed è per questo che ti amo.