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Autore: Arukochan    13/01/2006    7 recensioni
Konichi-wa a tutti!!! io sono Aruko, ma potete benissimo chiamarmi Aru-can o Acchan ( che adoro !OP) cmq cercate di non essere troppo cattivi, è la mia prima fic perciò cercate di essere comprensivi! questo è tutto, buona lettura Acchan "Non amerò mai nessuno nella mia vita... l'amore è una cosa così stupida, sol o i debli provando un sentimento capace di rintontirti così... poi una stolta nigen, non se ne parla nemmeno... però i suoi occhi... i suoi occhi sono così belli... così fragili..."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Commento al capitolo: Ola gente, come ve la passate

Commento al capitolo: Ola gente, come ve la passate? Io sono depressissima, perché è ricominciata quella palla di scuola… ma non è tutto, come se non bastasse qll brutta …beep… della mia prof di greko non solo ci ha caricati come dei muli fra versioni lunghe una pagina e montagne di testi da studiare, ma qll cara donna ha deciso persino di interrogare, di GRAMMATICA, su TRE(e ci tengo a sottolineare la parole TRE) versioni diverse!!! Le venisse un colpo apoplettico!!!

Cmq, ecco a voi il finale mieloso e tremendamente dolce che tutti mi avete chiesto con modi più o meno carini(Si cara KK, mi riferisco proprio a te e alla tua Yamato, che mi auguro tu riporrai nella sua custodia alla fine della lettura… no sto ske, anzi i tuoi commenti mi hanno fatto sorridere tvtrb ^.^) e ringrazio tutti, ma proprio tutti per i commenti. Dopo questo cap ci sarà l’epilogo e la fic finalmente si chiuderà nel modo che spero vi piaccia.

Ora vi lascio al cap

Ps: Francy ti voglio troppo bene!!! Appena posso ti risp alla mail!!!

 

Cap. 33 Dimmi che mi ami

 

Sesshoumaru rimase immobile a fissare la sagoma di Shaorin sparire nel buio, gli occhi vuoti, le lacrime di disperazione che scendevano incessantemente lungo il viso pietrificato.

Fissava il nulla, incapace di dire o fare qualsiasi cosa se non rimanere bloccato come una statua.

-Te ne sei andata…

Gemette.

Il silenzio cadde fra i ragazzi, rotto soltanto dai singhiozzi convulsi di Kagome e Sango, che piangevano forte abbracciate ad Inuyasha e Miroku.

-Perché?!? PERCHÉ?!?

Gridò Kagome, stringendosi all’hanyou che l’abbracciò più stretto che poteva, piangendo anche lui assieme alla ragazza.

-S… So-chan…

Sango piangeva talmente forte che il suo respiro si era fatto irregolare e le parole uscivano dalle sue labbra sottoforma di deboli e confusi balbettii.

-Te ne sei andata davvero…

La voce dello youkai era piatta, priva di alcuna forma di emozione; chi non lo avesse visto in volto avrebbe tranquillamente affermato che non fosse successo nulla.

-Mi hai lasciato solo Shaorin, mi hai lasciato solo…

Si alzò in piedi, avvicinandosi di nuovo all’orlo del baratro.

Per qualche istante rimase fermo a guardare il vuoto, dopodichè un fremito scosse le sue spalle e i suoi occhi diventarono completamente rossi.

-ME LO AVEVI PROMESSO!!!

Urlò disperato.

-MI AVEVI PROMESSO CHE NON MI AVRESTI MAI LASCIATO SOLO!!!! SEI UNA BUGIARDA SHAORIN!!!

Il demone si lasciò cadere a terra, iniziando a piangere forte, stringendo i pugni talmente forte da far diventare bianche le nocche.

-Sei una dannatissima bugiarda!!!

Singhiozzò, affondando il viso fra le braccia.

-Se… se tu me lo avessi detto… se tu mi avessi detto di amarmi… perché me lo hai nascosto Shao?

I suoi singhiozzi aumentarono.

-Perché amore mio?!? Io ti amo Shaorin, io ti amo davvero…

L’ennesima lacrima si staccò dal suo viso, cadendo all’interno del burrone e svanendo in quella voragine senza ritorno come la ragazza.

-Ti amo…

 

Continuava a cadere, ininterrottamente, senza trovare una fine, avvolta da un buio che non poteva essere dissolto.

Aveva gli occhi chiusi, ma non per paura di vedere ciò che le stava attorno, bensì perché non le importava più nulla.

Era riuscita a confessare a Sesshoumaru di amarlo, era riuscita a dirglielo guardandolo negli occhi ed era felice.

Forse poteva sembrare ingiusto che proprio ora che si era dichiarata dovesse morire, ma per lei non era così.

Non aveva aspettato la sua risposta, sicuramente negativa e perciò le era rimasto il beneficio del dubbio, non aveva dovuto affrontare la realtà e il dolore che essa avrebbe comportato.

Era una codarda.

Però andava bene così, a lei andava bene così…

Poi qualcosa comparve attraverso la coltre di buio e polvere e le cadde sul viso; era una goccia d’acqua, una goccia calda, una lacrima…

La ragazza aprì appena le palpebre ed allora si accorse di essersi fermata, sospesa nel vuoto, avvolta da una luce bianca.

-Cosa succede?

Chiese con voce stanca.

-Non è ancora giunto per te il momento di morire…

Shimuni comparve poco sopra di lei, con un sorriso angelico sulle labbra rosee e morbide.

-Lui ti ama… non puoi andare via da lui ora…

Shaorin la guardò confusa.

-Mi ama?

L’angelo le rivolse uno sguardo dolcissimo, guardandola con lo stesso amore con cui una madre guarda la propria figlia.

-Si piccola, ti ama più della vita e tu devi tornare da lui… a meno che tu non voglia…

Shaorin sorrise colma di gioia.

-Io voglio andare da lui, non voglio lasciarlo…

Shimuni annuì col capo, dopodichè le porse una mano candida.

-Vieni…

Shaorin allungò la propria verso quella dell’angelo, riuscendo questa volta a prenderla.

-Torna da lui…

Dal corpo dell’angelo si sprigionò una luce chiara, molto simile a quella che pochi minuti prima aveva dissolto i due spettri gemelli.

Shao si sentì sollevare verso l’alto, a velocità sempre più forte, mentre percepiva di nuovo l’aria pulita dentro i polmoni.

La velocità aumentò ancora, facendole perdere i sensi; l’unica cosa che riuscì a vedere prima di svenire fu il cielo.

 

Sesshoumaru piangeva, ancora inginocchio sul terreno umido.

Le lacrime non volevano sapere di smettere di scendere dai suoi occhi e singhiozzi sempre più intensi gli mozzavano il respiro.

-Shao…

Gemette, stringendo una manciata di fili d’erba con le mani sporche del sangue che usciva da tagli che si era procurato con i propri artigli e bagnandoli con il proprio pianto.

-Shaorin…

Ripeté sempre più piano, come se le forze lo stessero abbandonando.

Improvvisamente un fascio di luce scese dal cielo limpido, inoltrandosi all’interno della voragine.

Lo youkai alzò appena il capo, guardando con gli occhi annebbiati dalle lacrime quella colonna bianca.

Gli sembrava che ci fosse qualcuno al suo interno… era frutto della sua immaginazione o era solo un brutto scherzo del suo cuore, che ancora si rifiutava di accettare che Shaorin fosse morta?

Ma mano a mano che i secondi passavano quella che all’inizio sembrava solo un ombra, una sagoma senza limiti ben definiti iniziò a comparire sempre più chiara, più reale, più vera.

-Shao?

Chiamò piano, ancorandosi di nuovo ad una stupida speranza che gli diceva che lei era ancora viva.

In quel momento Shimuni uscì da quel bagliore quasi accecante, tenendo Shaorin priva di sensi fra le braccia candide.

Sesshoumaru scattò in piedi, fissando le due donne con le iridi ambrate piene di gioia e lacrime.

L’angelo gli sorrise dolcemente, atterrando leggera come un uccello davanti a lui, ripiegando le ali bianche.

-Tu l’hai amata davvero, anche sapendo ciò che si celava nel suo cuore… hai lottato, ti sei battuto affinché lei tornasse da te, anche a costo della tua stesa vita…

Gli diede la ragazza, che subito lui afferrò e strinse quasi possessivamente, guardando quel viso che tanto amava con occhi ancora increduli.

-E per questo meriti di poterla tenere con te… lei ti rimarrà accanto, crescerà con te, ti amerà più della vita… non abbandonarla, non lo merita…

Sesshoumaru annuì, sollevando anche se controvoglia lo sguardo dalla ragazza per posarlo sugli occhi blu cielo dell’angelo.

-Non lo farò mai…

Lei sorrise di nuovo, dopodichè si abbassò verso Shao.

-Tu sarai felice, lo so

Le baciò le labbra, donandole così rinnovata vita e liberandola nuovamente dalla sua maledizione, questa volta per sempre.

I tagli, i graffi e il sangue che la sporcavano si dissolsero come i tatuaggi che portava su entrambe le braccia.

Una nuova e più grande forza la pervase, ridandole il respiro e il sorriso.

Due righe rosa si disegnarono sulle guance, una stella dorata le comparve sulla fronte e le unghie sulle dita si allungarono.

Shimuni si sollevò dal suo viso e spiegò le ali bianche, allontanandosi dai due ragazzi.

-Ora lei è uno youkai, proprio come te… te la affido con tutto il mio cuore principe dei demoni, non deludermi…

Sesshoumaru sorrise grato.

-Ti ringrazio angelo.

Disse con voce rotta dall’emozione; lei sorrise.

-No… sono io che ringrazio te… hai insegnato l’importanza dell’amore a mia sorella, non avresti potuto farmi regalo più grande.

Così dicendo si alzò in volo, addentrandosi nuovamente nella colonna di luce e sparendo al suo interno.

-Addio Sesshoumaru…

Disse, dopodichè alzò il capo d’oro verso il cielo e scomparì definitivamente dietro una nuvola.

L’inu-youkai la guardò andare via, perdersi all’interno della volta celeste e un sorriso gli comparve sulle labbra sottili.

-Sesshoumaru…

Una voce, la sua voce, la voce della cosa che gli era più cara al mondo gli fece abbassare lo sguardo.

-Shaorin…

Sussurrò, iniziando di nuovo a piangere.

La vide sorridere fra le sue braccia, mentre lo guardava attraverso gli occhi blu dalla pupilla verticale.

-Sei viva.

Annuì col capo.

-Si…

Il demone la sollevò verso il cielo, tenendola stretta fra le braccia, facendola girare nell’aria.

-SEI VIVA!!!

Urlò di nuovo, piangendo, facendo scintillare i capelli e gli occhi blu come il cielo della ragazza sotto la luce del sole calda.

Un grido di spavento misto a gioia le uscì dalla gola mentre reclinava il capo all’indietro e si lasciava girare, piangendo di felicità.

Era vero allora, lui voleva davvero che lei tornasse da lui.

-Mi gira la testa…

Disse con voce rotta dall’emozione, tenendosi saldamente alle spalle del demone e consentendosi di essere trasportata da quei volteggi nell’aria fresca e ancora umida di pioggia.

Lui rallentò lentamente l’intensità dei propri giri, ridendo assieme alla ragazza sino a fermarsi.

Lentamente la lasciò scendere nel proprio abbraccio come acqua fresca, sollevandole appena i vestiti, sino a farle toccare l’erba bagnata con la punta dei piedi.

-Shaorin.

Ripeté, quando il viso della ragazza fu ad appena un soffio di distanza dal suo; la vide sorridere fra le lacrime.

-Ti amo…

La baciò con amore, gioia, passione, stringendola più che poteva a sé quasi sino a farle mancare il respiro.

Lei chiuse gli occhi, lasciandosi baciare, rispondendo con tenera passione e angelica dolcezza.

Ora era veramente felice.

Le sue mani percorsero il capo della ragazza, la schiena, il bacino, le braccia, come a voler concretizzare quell’immagine attraverso le proprie dita, accarezzandole la pelle bianca e morbida.

-Ti amo da morire…

Le sussurrò, sollevandosi per un attimo dalle labbra di lei e guardandola innamorato attraverso le stille d’ambra liquida.

-Ridimmelo…

Mormorò la ragazza, mordendosi il labbro inferiore.

-Ti amo…

Lei lo abbracciò con forza, stringendosi a lui e affondando il viso nella lunghissima chioma argentea.

-Ai shiteru Sesshy-chan!!! Ai shiteru con tutta l’anima!!!

Il demone sorrise di nuovo, respirando più che poteva del profumo di Shaorin, rinchiudendola nelle sue braccia per non lasciarla andare mai più.

 

Kagome la abbracciava talmente forte da soffocarla, piangendo come una bambina.

-Oddio che paura che mi hai fatto prendere!!!

Urlò singhiozzando, macchiandole la maglietta con i grossi lacrimoni che le scendevano lungo il viso.

-Credevo fossi morta!!!

Shao sorrideva felice, stringendo l’amica con affetto.

-Non puoi sbarazzarti di me così facilmente… lo sai

La ragazza continuava a piangere, sorridendo e singhiozzando allo stesso tempo, ringraziando i Kami per aver salvato una delle sue migliori amiche.

Rimasero così, abbracciate l’una all’altra, per lunghi minuti durante i quali Shao tentò di tranquillizzare l’amica.

-Dai Ka-chan, sto bene ora.

Kagome annuì con il capo d’ebano, allontanandosi da lei di qualche passo e asciugandosi i lacrimoni con la manica della divisa.

-Si, hai ragione, è stupido piangere quando non ce n’è motivo.

Scoppiò di nuovo in singhiozzi e subito le braccia di Inuyasha la accolsero in un caldo e tenero abbraccio.

-Su amore, So-chan è salva, non devi piangere.

La ragazza si rinchiuse all’interno di esse, nascondendo il viso nell’haori scarlatto.

-Lo so che è una cosa senza senso, ma io non riesco a smettere di piangere… è che quando l’ho vista volare giù, Sesshoumaru che urlava, era tutto talmente triste che ora mi sembra impossibile che lei sia salva!

L’hanyou le prese il volto con una mano, alzandole lo sguardo verso il proprio e guardandola con infinita dolcezza.

-Su piccola, è tutto a posto.

Le baciò le labbra.

-Ora mi prometti che cercherai di calmati? Sai bene che non sopporto quando piangi.

La ragazza sforzò un sorriso e fece cenno di assenso con la testa.

-Va bene…

Inuyasha le diede un secondo bacio, questa volta più lungo del precedente e più profondo.

Quando le loro labbra si allontanarono la vide finalmente rasserenarsi e sentiva chiaramente il suo respiro che tornava pian piano regolare.

-Brava la mia Kagome.

La ragazza fece un secondo sorriso, riempiendo l’anima del mezzo demone con un’ondata di forte calore e di gioia di vivere.

-Lo sai che ti amo vero?

Lui storse per un attimo la bocca.

-Si… credo che tu me lo abbia detto un paio di volte…

Kagome gli tirò un lieve pugno sul torace.

-CATTIVO!

Gridò fingendosi arrabbiata e tentando di sciogliersi dall’abbraccio del mezzo demone.

-Gomen ne koi, Ka-chan, sono seriamente pentito…

La ragazza sorrise e gli baciò le labbra.

-Sarà meglio per te che sia la verità.

 

Kagome infilò anche l’ultima cosa nello zaino giallo, dopodichè si passò una mano sulla fronte, scostando da davanti agli occhi viola alcune fastidiose ciocche nere.

Inuyasha la guardava in silenzio, limitandosi a contemplarla in quei gesti così semplici.

-Per quanto tempo ancora hai intenzione di rimanere lì a fissarmi senza dire una parola?

La ragazza si alzò in piedi, voltandosi verso l’hanyou.

-Volevo solo guardarti prima che tu te ne vada da me per sempre.

Gli occhi ambrati di Inuyasha divennero profondamente malinconici, mentre chinava appena il capo d’argento verso il pavimento, nascondendo sotto la folta frangia quelle che a parere di Kagome erano sicuramente lacrime.

-Cosa vuoi dire?

Domandò lei confusa, avvicinandosi al mezzo demone.

-VOGLIO DIRE CHE TU TE NE VAI E MI LASCI SOLO, ECCO COSA VOGLIO DIRE!!!

Gridò nella speranza di sembrare duro e distaccato, ma si lasciò tradire da una chiara nota di tristezza nella voce.

Kagome sorrise con amore, dopodichè gli si accostò e lo abbracciò da dietro, cingendogli le spalle con le braccia chiare e calde.

-Io non me ne vado e non ti lascerei per nulla al mondo! Io ti amo Inuyasha e l’ultima cosa che vorrei sarebbe andare via da te per sempre.

L’hanyou la guardava con la coda dell’occhio.

-Ma come farai con la Shikon no Tama? Tu stessa hai detto di volerla distruggere e senza di essa non potresti più tornare qui…

Il tono di voce di lui si era fatto più calmo, più dolce, anche se ancora si ostinava a voler sembrare freddo.

-Lo so, ma a questo ho già pensato io. E poi, ora che So-chan è uno youkai e che ha deciso di rimanere con Sesshoumaru qui nella Sengoku Jidai oltre che lasciare te, Sango, Miroku, Shippo, Koga e tutti mi toccherebbe anche separarmi dalla mia migliore amica, perciò non credi anche tu che io abbia probabilmente trovato un’altra soluzione?

Inuyasha si voltò verso Kagome, guardandola finalmente in viso.

-Allora non te ne vai?

Domandò; la sua voce si era ormai completamente arresa alla dolcezza della ragazza.

-Inuyasha no baka!!! Certo che non me ne vado!!!

Gli schioccò un tenero bacio sulle labbra.

-Allora direi che posso anche darti una mano con il tuo bagaglio.

Risero.

 

Erano tutti in piedi attorno al pozzo Mangiaossa.

Gli occhi erano fissi sull’inquietante buio che regnava al suo interno, rendendo quasi impossibile credere che quello potesse essere il portale per un’altra epoca.

Kagome venne avanti, tenendo fra le mani la Shikon no Tama che splendeva di luce violetta e limpida.

-Io chiedo alla protettrice della sfera di concedermi la possibilità di parlare.

Un forte bagliore si sprigionò dalla piccola palla di un materiale molto simile al quarzo.

Kagome venne avvolta da un chiarore viola e, grazie ad una forza estranea a coloro che si trovavano intorno a lei, si sollevò dal suolo.

La ragazza chiuse gli occhi, sentendo una strana quiete colmarle l’anima.

Improvvisamente il mondo attorno a lei scomparve, mutando in una sorta di salone dalle pareti che andavano dal viola scuro al bianco.

-Chi chiede di conferire con la somma Midoriko?

Una voce di donna le arrivò alle orecchie.

-Io sono Kagome Higurashi… la reincarnazione della sacerdotessa Kikyou e sono qui per parlare con Midoriko-sama.

Una sorta di vento la investì, scompigliandole i capelli.

-Apri gli occhi, nigen…

Anche se con un po’ di timore, Kagome sollevò lentamente le palpebre e davanti a sé vide la sagoma evanescente di Midoriko.

Istintivamente fece un profondo e rispettoso inchino, evitando accuratamente di guardarla negli occhi.

-Somma Midoriko…

Sussurrò emozionata e spaventata.

La sacerdotessa le prese il mento con una mano e le sollevò il volto, riportando gli occhi di lei nei propri.

-Non temere il mio sguardo, ragazza del futuro, non sono qui per farti del male…

Kagome fece un intenso respiro, cercando di infondersi coraggio.

“Per Inuyasha… è per Inuyasha”

Pensò fermamente, dopodichè prese la parola.

-So bene che lei non mi farà del male e io sono venuta qui per parlarle di una questione molto importante.

Midoriko ritornò seria.

-Parla pure, io ti ascolterò.

-Io ho invocato il suo nome perché volevo chiederle di poter usare la Shikon no Tama… come lei sa io vengo dal futuro e i frammenti della sfera sono l’unica cosa che mi permettono di viaggiare attraverso la mia epoca e la vostra, però vorrei poter usare la sfera per aprire un varco attraverso le due epoche…

La miko continuava a guardarla con aria attenta, gli occhi nocciola scrutavano il volto di Kagome alla ricerca di un qualcosa che le confermasse che ciò che stava dicendo fosse effettivamente la verità.

-So bene che così facendo la Shikon no Tama andrebbe distrutta, però non è una cosa così cattiva: demoni e uomini hanno compiuto stragi per questo gioiello e la sua distruzione non potrebbe che essere una cosa buona, non è forse così?

Fra le due cadde il silenzio: la sacerdotessa la guardava dritta negli occhi con espressione severa, ma Kagome sosteneva il suo sguardo, decisa ad andare sino in fondo.

Passarono alcuni attimi, che alla ragazza sembrarono ore, poi Midoriko parlò di nuovo, questa volta con un sorriso sulle labbra.

-Mia piccola Kagome, il tuo desiderio è forse il più nobile fra tutti quelli mai espressi da coloro che sono stati a contatto con la sfera. Tu vuoi usare gli enormi poteri della Shikon no Tama solo per amore, senza secondi fini come il potere o la cupidigia.

La ragazza la guardò con occhi speranzosi.

-Allora vuole dire che posso?

Midoriko sorrise di nuovo.

-Se tu lo facessi io non avrei nulla da ridire, però sono io ora a fare a te una proposta: piuttosto che distruggerla e disperdere quindi il suo grande potere saresti disposta ad inglobare dentro al tuo spirito tutti i poteri della sfera?

Kagome assunse un’espressione incredula.

-Io? Ma se a malapena riesco a scoccare una freccia, come posso contenere questo potere senza rischiare di fare del male a chi mi sta accanto?

La miko le si avvicinò, le prese una mano e la posò in corrispondenza del cuore della giovane.

-Ora che il tuo spirito è finalmente completo e che le ombre dal tuo cuore si sono definitivamente dissolte sei in grado di essere la mia erede, colei che merita di avere i miei poteri…

Kagome scosse il capo sconvolta.

-Ma come posso io usare un potere così grande con giudizio? E se per caso commettessi degli sbagli?

Midoriko le fece cenno di tacere.

-Tu sei la mia erede, la persona che io ho scelto per prendere il mio posto come miko su questa terra e già il fatto che tu ti ponga questi problemi significa che sei in grado di affrontarli.

Kagome vi rifletté per qualche secondo.

-Se accetto, se inglobo dentro di me la Shikon no Tama, potrò lo stesso attraversare il pozzo?

-Certo bambina, non sarai mai privata né dell’amore dei tuoi amici né dell’affetto della tua famiglia… anche loro ti serviranno per poter crescere. Allora, qual è la tua risposta?

Kagome chiuse gli occhi per un attimo, dopodichè annuì decisa.

-Accetto Midoriko-sama e vi prometto che mi impegnerò al massimo per non deludervi.

La miko sorrise felice e pian piano quella sorta di varco spazio temporale iniziò a dissolversi.

-Grazie a te sono finalmente libera, il mio spirito ha vinto su quello del grande demone e ora posso andare in cielo.

La ragazza non capiva.

-Come è possibile? Io non ho fatto nulla.

Midoriko la guardò con occhi sereni.

-Ti sbagli, tu hai usato la sfera per amore, non per brama di potere o per vendetta e questo ha fatto si che il grande demone fosse definitivamente sconfitto.

Tutto fu avvolto da un bianco abbagliante e improvvisamente Kagome si sentì pervadere da un enorme forza buona.

-Ora sei una miko, ma non una qualsiasi: sei la mia erede Kagome e come tale ti è affidato il compito di proteggere gli uomini… la Shikon no Tama ti fornirà tutto il potere che ti servirà e ti donerà anche l’immortalità…

Kagome sbarrò gli occhi.

-L’immortalità?

Domandò esterrefatta; la sacerdotessa annuì con il capo dai lunghi capelli neri.

-Si, è così…

Scomparve e in un attimo la ragazza si ritrovò fra le braccia di Inuyasha, che la guardava con occhi preoccupati.

-Kagome, stai bene?

Le chiese con apprensione.

-Si… credo di si

Disse, ancora in stato confusionale.

-Allora, hai ottenuto il permesso?

Shaorin le si avvicinò, tenendo Sesshoumaru per mano e rivolgendo all’amica uno sguardo ansioso.

-Io… non saprei dire cosa è successo…

Kagome si portò una mano alla testa, come se cercasse di riportare alla mente gli avvenimenti accaduti poco prima; aveva un gran mal di testa.

-Non ricordo bene… mi trovavo in una sorta di stanza che però non lo era… poi è arrivata Midoriko ed ha iniziato a parlare… ma non riesco a ricordare cosa mi ha detto.

Sango si accostò ai due ragazzi.

-Ma la Shikon no Tama non era nella tua mano?

La ragazza alzò lo sguardo verso quello della tajiya, gli occhi viola assenti e distanti, come se la sua anima si trovasse da tutt’altra parte.

-Dentro di me…

Disse, portandosi le mani al petto in corrispondenza del cuore.

-La sfera ora è dentro di me…

Tutti la guardarono attoniti.

-Dentro di te?

Ripeté incredulo l’hanyou, fissandola con occhi sconvolti mentre si alzava in piedi e saliva sul pozzo mangiaossa.

-Si… ora lei è parte di me…

Giunse le mani e chiuse gli occhi e improvvisamente un forte vento avvolse la radura, facendo volare in aria i capelli neri della giovane, poi si voltò verso Inuyasha.

-E io posso usarla per realizzare il nostro desiderio… dammi la mano Inuyasha…

Lui continuava a guardarla smarrito, confuso dal suo comportamento, ma si fidava di lei e le diede la mano.

La ragazza lo fece salire sul pozzo e lo fece posizionare di fronte a lei, guardandolo nelle iridi ambrate con quello sguardo distratto.

-Cosa stai facendo?

Azzardò inquieto; lei sorrise.

-Non avere paura… io posso…

Lo baciò sulle labbra e un lampo di luce bianca esplose, invadendo per un attimo tutto il bosco con il proprio bagliore.

L’hanyou si sentì pervadere da nuova energia, come se una vita nuova e più forte si fosse insinuata dentro di lui; non riusciva a capire perché, ma percepiva chiaramente che qualcosa in lui era cambiato.

-E ora anche tu…

Kagome si sollevò dalle sue labbra, sorridendo felice.

Inuyasha aprì gli occhi, lievemente stordito.

-Co… cosa è successo?

Chiese.

-Ho esaudito il nostro desiderio più grande… ho aperto un varco attraverso la mia epoca e la tua e ti ho trasmesso un po’ del mio potere… sei più forte ora, proprio come volevi…

Il mezzo demone le rivolse un sorriso, dopodichè le prese il viso fra le mani e appoggiò la propria fronte su quella di lei.

-Sei unica.

La baciò di nuovo.

-Ed è per questo che ti amo.

 

  
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