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Autore: Harisontour    06/03/2011    3 recensioni
Ho scritto questo racconto l'anno scorso basandomi sulle mie esperienze sportive... Spero che qualcuno condivida le mie emozioni!
Lo stile, visto che questo non è un mio brano recente, è un po' diverso da quello attuale, ma ho lasciato perdere le imprecisioni e ho utilizzato il testo così com'era per rendere al meglio l'idea dei sentimenti che provavo al momento della scrittura... Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In gara con te stessa
“Forse era meglio non venire” pensi già durante il viaggio. In fondo, chi te lo fa fare? Sei tesa, preoccupata e un po’stanca. Pensi che non è esattamente un divertimento allenarsi, passare settimane faticose dominando l’ansia, svegliarsi presto in una mattina piovosa d’inverno e gareggiare con un gruppo di pazzi come te. Cerchi di distrarti ascoltando un po’ di musica. Infili le cuffie e inizi a canticchiare una delle tue canzoni preferite, ma smetti dopo poche note, perché la voce fatica ad uscire e il fiato vuole essere conservato per dopo. Non è una tua scelta, ma è così. Cambi genere musicale e fai penetrare nella tua anima, prima che nella tua mente, le note limpide di un pianoforte. I tuoi pensieri, lasciati liberi, vagano lontani da tutto, ma poi, involontariamente, prendono la direzione sbagliata: la gara. Sai benissimo che non puoi vincere se non per un colpo di fortuna, perché la prime sono più forti, ad un altro livello. Tutto quello che puoi fare, e che vuoi fare, e che  secondo tutti devi fare, è ottenere il risultato per cui competi cercando di accorciare le distanze. Tra l’altro, la competizione non è una tua priorità, no? Cerchi di convincerti del fatto che non te ne importa niente di battere la tua diretta avversaria, ma non è così e lo sai. Non serve più a niente fingere, è arrivato il momento di tirare fuori la grinta e “dare l’anima”, come dice il tuo allenatore. Forse esagera, ma deve spingerti a fare del tuo meglio. Intanto tu ti senti spaccata in due:una metà è viva, impaziente di mettersi in gioco, mentre l’altra è impaurita e cerca già di trovare inutili scuse, immaginando un eventuale fallimento. Stai cercando di allontanare di nuovo questi pensieri quando la macchina si ferma... devi ritrovare il tuo equilibrio ed una relativa calma apparente e non è facile... Apri lo sportello e ti guardi intorno alla ricerca della squadra. Eccoli, sono laggiù! Li raggiungi di corsa e ti aggiornano su chi è già arrivato e chi non verrà. Quando qualcuno fa una battuta ridi più del solito, come sempre quando sei nervosa, ma gli altri non se ne accorgono, per fortuna. Sei la più grande del gruppo in questo periodo, anche se non te ne eri mai resa conto, quindi l’allenatore ti dice di guidare il gruppo: bella sfortuna! È difficile fare un riscaldamento decente quando hai la testa avanti di oltre un’ora! Mentre corri gli altri ti parlano, ma tu non capisci le loro parole. La gara che ti aspetta è il tuo unico pensiero. Inaspettatamente inizi a scioglierti: così va meglio! La tensione ritorna non appena iniziano a gareggiare i più piccoli: li osservi, facendo per tutti un tifo appassionato, ma le gare, una volta iniziate, procedono spedite. Tra poco tocca a te... Respiri profondamente... “Le cadette alla partenza!” dice la voce dello speaker. Sei presa dal panico: ma dov’è la partenza?! La trovi all’ultimo momento, va sempre a finire così, la raggiungi senza avere ancora chiaro il percorso e... BANG! Lo sparo della partenza ti riporta alla realtà. Un solo sparo che sembra distruggere tutte le tue ambizioni... Ma subito dopo l’angoscia diminuisce: sei partita, e nemmeno troppo male. Puoi farcela. Sfoderi tutto il tuo coraggio e la tua scarsa competitività. Ti regoli sulla velocità ascoltando il passo ed il respiro della ragazza che, come al solito, ti sta dietro... A causa del vento non senti più nessuno per qualche secondo, ma non per questo abbassi la guardia... la tua avversaria, che compete con te per il terzo posto, è sempre in agguato. La gara procede a un ritmo sempre più incalzante, incominci a divertirti... qualcuno fa il tifo per te e il tuo allenatore, come al solito, ti segue minuto per minuto urlando suggerimenti e facendo fotografie indesiderate. Eppure ad un certo punto senti che non ne puoi più. Fatichi a mantenere la concentrazione. Per alcuni terribili secondi ti convinci che non puoi farcela. Dal tuo atteggiamento l’allenatore se ne accorge e ti dice di non mollare mai. Infatti ti fai forza e non molli mentre il traguardo si avvicina velocemente, sempre più velocemente... Ce la fai. Non sei arrivata prima, ma hai battuto te stessa. L’insicurezza della tua metà introversa è stata sconfitta. Stringi la mano alla tua diretta avversaria e scherzi con lei, perché vi detestate soltanto in gara. Raggiungi i tuoi amici ancora senza fiato e vieni invasa da una gioia sconfinata ed unica, in un attimo che ricorderai per sempre. Certo che vale la pena di… correre la vita!
   
 
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