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Autore: Fluxx    06/03/2011    6 recensioni
E se dopo che Desmond ha pugnalato Lucy, l'Abstergo riuscisse a rintracciarli?
Cosa succederebbe se Rebecca riuscisse a scappare con la Mela e se Desmond e Shaun venissero catturati? E della sorte di Lucy? Che ne sarà?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Desmond Miles , Lucy Stillman , Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La fine




Il neo assassino rilesse la lettera un paio di volte, in silenzio. Avrebbe fatto meglio ad andarsene alla svelta, prima che qualcuno si fosse svegliato. Che stupido, aveva davvero intenzione di lasciare scritta una roba simile? Non era il tipo, lui... E poi magari era vero che erano troppo pessimisti, forse sarebbe tornato senza nemmeno un graffio. Forse...
Si passò una mano tra i corti capelli neri, arrivando fino alla nuca e massaggiandola lievemente, con l'altra mano strinse il foglio di carta, appallottolandolo alla bell'e meglio e scrivendo un nuovo biglietto, identico al primo.
Si alzò dalla sedia sulla quale era seduto e, spostandosi, diede accidentalmente una botta al tavolo, facendo cadere dal ciglio di esso la lettera appallottolata che rotolò a terra.
Desmond con passo veloce uscì, una volta fuori da Villa Auditore corse via, fino alla stazione. Voleva allontanarsi il prima possibile da quei tre, non voleva farsi male né tanto meno fare del male a loro. Forse era autodifesa ma, in cuor suo, sapeva che se li avesse rivisti prima di andare via gli avrebbe fatto del male.
Arrivò alla fermata dell'autobus di fronte le mura di Monteriggioni, quell'autobus l'avrebbe portato alla stazione di Firenze e da lì a Roma. Sarebbe arrivato molto prima di sera... Ne avrebbe approfittato per fare un giro per la città eterna.
L'autobus si fermò di fronte l'assassino che raggiunse la porta e salì, dopo essersi seduto si tirò su il cappuccio bianco della felpa e appoggiò il capo contro il finestrino, guardando di fuori, Monteriggioni.

Era circa mezzogiorno quando Desmond mise piede fuori dal treno. Si ritrovò a stazione termini e non poté fare a meno di cercare di immaginare come fosse quel posto alla fine del '400.
Non aveva la minima idea di dove andare né cosa fare. Era ancora presto per andare a Castel Sant'Angelo, mancavano dodici ore all'incontro con Altair. Si infilò le mani in tasca e decise di andare a mangiare come prima cosa. Si fermò in centro in uno dei tanti ristorantini pieno di turisti. Era veramente caotico il centro di Roma durante il giorno. Aveva sempre voluto farci un giro, purtroppo la sera che andarono a prendere La Mela non ebbe modo di vederla molto in quanto erano diretti solamente al Colosseo. Vide alcune cose solo di sfuggita.
Dopo pranzo passò la giornata in giro per Roma. Durante il tramonto si ritrovò al Colosseo. Voleva vederlo per bene, con gli occhi da turista...
Il neo assassino teneva gli avambracci appoggiati sul muretto, guardava il centro di quella grande struttura che era il Colosseo, in ricostruzione chissà da quanto tempo.. Desmond era circondato da tanta gente, centinaia di turisti eppure... Eppure non si era mai sentito così solo. C'era gente di tutti i tipi, da tutti i posti: cinesi, giapponesi, americani, italiani... Famiglie, coppie, bambini... Lui era lì, da solo. Si chiedeva se la gente intorno a lui avesse la benché minima idea di cosa gli aspettasse. Già, chissà cosa pensava la gente intorno a lui, di lui. Non erano al corrente di nulla, di cosa aveva passato, di cosa stava passando e di chissà cosa avrebbe passato in futuro. Non avevano idea che da una parte Desmond, così come Lucy, Shaun e Rebecca, stavano preservando il diritto alla vita di quelle persone.
Desmond sospirò, alzando lo sguardo verso la parte più alta del Colosseo, non poté fare a meno che immaginare Ezio cadere di lì, trafitto dalla spada di Altair. Ezio... Poverino. Scosse il capo e decise di cominciare ad avviarsi a Castel Sant'Angelo... Voleva un po' di tempo d'anticipo, non sapeva quanto ci avrebbe messo ad arrivare in cima e il traffico di Roma era tremendo.

“Non state in pensiero, ci rivediamo domani. In ogni caso... Grazie di tutto.”

Lucy sospirò, leggendo per l'ennesima volta il fogliettino, seduta sul letto. Che voleva dire quel 'In ogni caso... Grazie di tutto.'? Sicuramente non era sicuro nemmeno lui che sarebbe tornato. Era così in pensiero...
“Dai Lucy...” Sentì la voce di Rebecca alle sue spalle, entrare dentro la stanza. “Non essere così pessimista..” Disse sedendosi accanto all'amica.
La ragazza bionda sorrise appena. “No.. E' che.. Altair ha La Mela..” Guardò Rebecca. “E questo è tutto ciò che ci ha lasciato Des...” Si riferiva al biglietto.
“Cosa ti aspettavi? Un poema?” Chiese Rebecca, ridendo.
“No.. Però... Pensarlo che potrei non rivederlo più...”
“Ohhh, suvvia Lucy!” Disse Rebecca dandole una botta sulla spalla. “Non essere così pessimista!!! Altair non ha detto che vuole ucciderlo mica..”
“Non esplicitamente.” Controbatté Lucy.
“...” Reby sospirò, “Sul serio, non c'è alcun motivo che tu stia così in pensiero... Desmond se la saprà cavare.”
“Per quanto tempo credi ancora che la fortuna sarà dalla nostra parte, Rebecca? Sono sopravvissuta io, è sopravvissuto Shaun... Ma la fortuna non starà per sempre dalla nostra parte.”
“Lucy, smettila ora. Basta. Tornerà. Desmond tornerà.” Disse l'amica appoggiandole una mano sulla sua e stringendogliela.
“.... Lo spero... Lo spero tanto.” Mormorò Lucy.

Mezzanotte. Desmond si trovava in cima a Castel Sant'Angelo. Era seduto a gambe incrociate e guardava dritto davanti a sé Roma. Attendeva Altair. Aveva avuto modo di pensare in quelle due ore passate lì sopra. Modo di calmarsi e prepararsi psicologicamente a qualsiasi evenienza. Era pronto, qualsiasi cosa sarebbe accaduta.
C'era un vasto spiazzo intorno a lui, tirava un fresco venticello notturno. Seppur l'ora tarda si sentivano parecchie macchine giù per la strada. Roma era sempre così, in centro, anche di notte. Si potevano vedere ancora persone e turisti aggirarsi per la città eterna che, di notte, aveva un qualcosa di magico.
“Sei venuto, allora.” Sentì Desmond, la voce di Altair alle sue spalle.
“Perché non avrei dovuto?” Chiese il neo assassino alzandosi, senza voltarsi. “Non ti temo.. E non temo le conseguenze che porterà il fatto che io sia venuto qui. Voglio sapere ora.”
“Non pensavo di certo che tu mi temessi, anche se dovresti farlo. Dalla mia ho La Mela... E molti anni in più di esperienza.”
“Già... Ma non sempre l'esperienza aiuta, serve anche una buona testa.”
“Se la pensi così, Desmond..” Rispose Altair, guardando il cielo. Il vento si stava pian piano alzando, spostando la sua veste bianca. Il cielo si stava coprendo di nuvole nere.
“Vuoi farmi fuori, vero? Proprio come hai fatto con Ezio.” Disse Desmond voltandosi. “Quello che ho visto era reale... Hai ucciso tu Ezio Auditore, non è così?” Chiese incrociando lo sguardo dell'assassino di fronte a lui.
“Sì. Sono stato io.” Come da accordo gli avrebbe detto tutto ciò che Desmond avrebbe voluto sapere.
“Lo immaginavo.. Ma perché? Dimmi, perché hai ucciso Ezio? Cosa ti ha spinto a farlo?” Lo sguardo di Desmond percorse il corpo di Altair, la sua veste, fino ad arrivare al sacchetto rosso di stoffa che teneva La Mela.
“Già... Per questa.” Rispose Altair, appoggiando una mano sul sacchetto.
“Per La Mela? Ma tu... Tu non sei come Al Mualim... Tu hai ucciso lui perché voleva prendere il pieno controllo grazie alla Mela.. E poi cosa fai? Uccidi per essa?”
“No. Hai detto bene, io non sono come Al Mualim. Non ho intenzione di avere il pieno controllo su qualsiasi cosa e qualunque persona. Voglio solo il pieno controllo della mia vita.”
Desmond sembrò non capire, aveva un'espressione confusa sul volto. “Che vuoi dire?”
“Dopo che Al Mualim morì, La Mela finì nelle mie mani. E' grazie ad essa che sono riuscito a vivere fino al '400, negli anni in cui ha vissuto Ezio.”
“Ed è grazie ad essa se sei riuscito a vivere fino ai giorni nostri, no? Ma cosa centra Ezio?”
“Ezio era uno di quelli che avrebbe potuto controllarla.. Il che era una minaccia, per me.”
“Credo di non seguirti... Hai ucciso Ezio solo perché volevi La Mela per te? Perché volevi continuare a vivere negli anni?”
Altair espirò e sorrise lievemente. “Più o meno. Certo, detto così mi fa sembrare un mostro.”
“Ma tu... Tu non avevi La Mela con te quando noi siamo andati all'altare, era lì.”
“Sì... Semplicemente perché non ho bisogno di tenerla sempre stretta a me, inoltre è più sicura sotto terra, in uno dei templi, invece che nelle mani delle persone.”
Desmond annuì. “Quindi... Immagino sia stato un puro caso che le nostre strade si siano incrociate.”
“Già. Non avevo intenzione di salvare la vostra amica... Ma visto che La Mela era sparita e che quel luogo brulicava di Templari ho capito che se avessi rivoluto La Mela tra le mie mani, prendere insieme a me Lucy avrebbe reso più semplice ritrovarla.”
“Ah, bene.. Dunque così sei risalita a Rebecca.. E infine a me e a Shaun.. E perché... Perché hai cercato di infondermi fiducia in me stesso quando Shaun stava per morire? Perché hai salvato la vita di Shaun?”
“Ahhh, Desmond...” Altair sospirò, “Non sono il tale mostro che tu credi io sia.”
“Dovrai uccidere anche me, allora. Anche io rappresento una minaccia per te.. O sbaglio? Anche io potrei essere in grado di maneggiare La Mela.”
“Esattamente.” Si limitò a rispondergli Altair.
“E allora perché non l'hai fatto prima? Prima che ne venissi a conoscenza?”
“Sai... Quando mi ritrovai di fronte a Re Riccardo e gli dissi che Roberto De Sable lo tradiva, lui non seppe a chi credere. Decise dunque che dovessero essere le armi a decidere.. E che la decisione di credermi o meno spettava a chi era più saggio di lui. Disse che di certo Dio avrebbe favorito la lama di chi seguiva una giusta causa..”
Desmond rise appena, “E credi che di star seguendo una giusta causa, Altair?”
“No. Ma ciò mi ha insegnato che da allora in poi sarebbe stato il caso a scegliere. Bisogna comunque dare una possibilità al proprio avversario. Dunque sarà il destino a scegliere.. Come ti ho detto, non sono un mostro.”
“Beh, grazie Altair, sono certo che lottare con un assassino con ottocento anni di esperienza in più della mia e La Mela.. Favorirà di certo la mia lama!” Disse Desmond, sarcastico.
“Dunque... Preferisci che ti uccida qui e subito?”
“No.” Rispose il neo assassino fermamente. “Lotterò per la mia vita, se è ciò che devo fare.. Ma non voglio ucciderti. Pensaci prima, non arriviamo a tanto...”
“Ci ho già pensato.”
“Va bene. Se è questo quello che vuoi, Altair.” Desmond sospirò.
“Sei venuto senza armi?”
“No.” Il neo assassino si tirò su la manica, rivelando la lama celata.
“E pensi di battermi solo con quella?” Chiese Altair, staccando una delle due fodere contenenti una spada dal cinturone. La lanciò ai piedi di Desmond.
L'uomo abbassò lo sguardo sulla spada, poi la raccolse, sguainandola dalla fodera. Inspirò, cominciava a sentire una lieve agitazione assalirlo.
“Dunque... Che vinca il migliore, suppongo...” Mormorò Desmond.
“No. Che vinca colui a cui la fortuna favorirà la lama.” Rispose Altair, portando una mano alla spada, sguaninandola.
Il vento si era alzato parecchio, il cielo era ormai completamente nero. Il rumore del traffico i due assassini nemmeno lo percepivano più. C'erano solo loro due ad alcuni metri di distanza l'uno dall'altro mentre si fissavano negli occhi. Il tempo sembrava essersi fermato fin quando un lampo, susseguito da un forte fragore, diede il via alla battaglia.
Altair corse contro il neo assassino che si preparò a sfoderare le abilità apprese da Ezio. Il leggendario assassino tentò subito un affondo che venne deviato dalla lama della spada di Desmond.
Altair sorrise, scansando la lama della spada di Desmond con la sua poi, con uno scatto rapido quanto calcolato, ferì l'assassino di fronte a lui all'addome che fece appena in tempo a fare uno scatto all'indietro per non subire danni gravi.
Il neo assassino provò dolore, sentì il taglio sull'addome bruciargli e gli venne l'istinto di abbassare lo sguardo per vedere quanto grave fosse la ferita... Ma non lo fece. Era sopportabile quindi non era un problema. Un solo momento di distrazione e sarebbe finito tra le braccia della morte.
Desmond decise di partire all'attaccò così cercò di colpire Altair con la sua lama ma, il leggendario assassino, eluse il colpo con una cavazione: fece roteare la propria spada contro la lama di quella di Desmond, deviandone il colpo. Contrattaccò a sua volta ma il neo assassino fu abbastanza abile e veloce da deviare anche quell'attacco, indietreggiando ulteriormente. Non poteva continuare a schivare gli attacchi e ad indietreggiare, prima o poi sarebbe arrivato al ciglio e il rischio di cadere di sotto era ampio. Sentì alcune lievi gocce bagnarli il viso, stava cominciando a piovere...
Desmond cominciò a camminare di lato, girando attorno ad Altair per guadagnare un po' di terreno, rimanendo in difesa.
Il neo assassino partì nuovamente all'attacco, cercò di eludere le difese di Altair che schivò il colpo, dopodiché Desmond tentò una botta dritta che venne deviata nuovamente dal leggendario assassino.
I due continuarono per parecchio tempo senza che nessuno dei due avesse la meglio, entrambi schivavano i colpi dell'altro e provavano nuovi attacchi, senza successo.
Quello che era in lieve vantaggio era Altair, era riuscito a colpire Desmond alcune volte, anche se superficialmente.. Ma intanto era riuscito a ferirlo. Il neo assassino, oltre che danneggiare la veste di Altair, non era riuscito ad infliggergli alcun tipo di danno.
Desmond ispirò, aveva il respiro accorciato, gli bruciavano le lievi ferite che l'assassino davanti a lui gli aveva procurato.
“Sei stanco?” Chiese Altair. “Possiamo anche finirla qui.”
“Neanche per sogno!” Disse Desmond lanciandosi a capofitto su di lui, Altair deviò un altro colpo e ferì Desmond sul fianco. Il neo assassino gemette per il dolore provato... Se continuava così non avrebbe fatto una bella fine.
La pioggia scendeva fitta ed aveva bagnato gli abiti dei due assassini, il sangue sui vestiti di Desmond era sbiadito e mischiato con l'acqua. I lampi squarciavano il cielo e i tuoni spezzavano il silenzio nell'aria.
“Va bene così. E' ora di concludere.” Mormorò Altair.
Prima che il leggendario assassino potesse fare la sua mossa finale, Desmond decise di lanciarsi nuovamente contro di lui... Fu solo fortuna, probabilmente. La fortuna decise di favorire la lama di Desmond che, dopo essere stata deviata dalla spada di Altair, trovò aperta la difesa dell'assassino in quanto, quest'ultimo, accidentalmente inciampò. Proprio mentre stava per predere l'equilibrio e dopo essersi sbilanciato all'indietro, Desmond colse l'attimo e attaccò il leggendario assassino con un fendente, dalla spalla destra al fianco sinistro. La lama della spada arrivò fino al laccio che teneva legato il sacchetto della mela, tagliandolo di netto. Il manufatto cadde a terra, la veste di Altair sul petto di aprì in due ed il sangue schizzò addosso a Desmond. Era finita....

Altair lasciò cadere a terra la spada. Desmond aveva avuto la meglio. Non capì di preciso ciò che stava accadendo intorno a lui ma sentiva il dolore della sconfitta. Barcollò all'indietro e senza renderesene conto si ritrovò al ciglio.
“No!!” Gridò Desmond, lasciando cadere la sua spada. Fu in un attimo che Altair fece l'ultimo passo indietro, scivolando giù. Desmond si slanciò in avanti, afferrando l'assassino per un braccio ed inginocchiandosi a terra. Lo aveva preso per un pelo, l'assassino si ritrovò con metri e metri di vuoto sotto.
“L-lasciami! Che c-cosa fai?!” Gli domandò Altair, sentendosi privo di forze, sospeso nel nulla.
“E' assurdo tutto questo!” Disse Desmond. “Perché deve per forza morire qualcuno? Tu puoi aiutarci a combattere contro i templari! Non c'è bisogno che tu muoia!”
“...” Altair rise appena, stanco ed interrotto da un colpo di tosse. “... S-sono... Stanco.. Di vivere... Desmond... Lasciami andare..”
Il neo assassino deglutì, guardandosi intorno. “No.”
“Desmond!” Altair alzò lo sguardo. Sentì la pioggia fitta bagnargli il viso. “... Ormai sono io.. I-il maestro degli.. Assassini... Quando il m-maestro... Da un target... D-da eliminare.. Bisogna farlo... Senza chiedersi perché... O per come.. Desmond...”
Lui lo guardò negli occhi, mantenendo salda la presa.
“... L-lasciami andare.. Uccidimi.. Te lo ordino.. Da maestro. Uccidi il tuo maestro.....”
Il neo assassino rimase in silenzio. Forse doveva dargli ascolto... Altair non era più la stessa persona di secoli fa. Forse sarebbe stato meglio per tutti. Chi era Desmond per andare contro la sua volontà?
“D'accordo... Va bene, così sia...” Mormorò.
Proprio quando Desmond stava per allentare la presa, Altair azzardò l'ultima mossa: allungò il braccio fino all'addome del neo assassino che poté sentire solamente lo scatto della lama celata, poi un immenso dolore, lancinante, all'addome....
Il neo assassino sbarrò gli occhi, lasciando istintivamente la presa: Altair precipitò giù e con lui la sua lama si ritrasse dal suo stomaco.
Era davvero finita così? Desmond si portò entrambe le mani allo stomaco, il sangue usciva copioso dalla ferita profonda. Si accasciò al suolo, di lato, in posizione ricordante quella fetale. Era davvero quella la sua fine? Sarebbe morto dissanguato, lontano da tutto e da tutti? Era così ingiusto...
La Mela era a pochi metri distante da lui che riusciva a malapena a respirare. Sentiva i rumori attorno a lui ovattati, di perdere la sensibilità al tatto. La pioggia che gli batteva addosso la sentiva sempre meno distinta e, con le ultime forze, cercò di chiamare qualcuno.
“A.... A-aiuto...” Cercò di gridare, ma tutto quello che uscì dalle sue labbra fu solo un sussurro.




Al santuario un foglio appallottolato giaceva a terra, recante queste parole:
"Buongiorno ragazzi. Ho preferito andarmene mentre dormivate, non volevo di certo saluti strappalacrime, no? Noi non siamo i tipi, ehehe...
Non voglio che vi preoccupiate per me per tutto il giorno, fate altro, non sprecate una giornata così.. Forse siamo noi che siamo troppo pessimisti, paranoici ed apocalittici, magari non mi succederà nulla, chi lo sa?
Non vorrei dilungarmi troppo ma nemmeno andarmene via senza la certezza di tornare e senza avervi detto di quanto io abbia imparato da voi, di quanto vi debba e di quanto vi voglia bene. Siamo una bella squadra tutti e quattro.. Con incomprensioni e momenti no, certo, ma quelli si affrontano e si superano.
Sì, beh, ora sto andando veramente oltre e non ho intenzione di fare un poema strappalacrime, non è quella la mia intenzione. No, anche perché tornerò, da domani mi avrete di nuovo tra i piedi e troveremo quei dannatissimi frutti dell'Eden..
In caso contrario, Shaun, prenditi cura di quelle due splendide donne, eh? Ci conto.
Vorrei anche ringraziarvi perché in tutti questi anni, finalmente, mi sono sentito qualcuno di.. Reale. E' difficile da spiegare ma per la prima volta non mi sono sentito solamente una persona con un nome, ma qualcosa di più.
Non state in pensiero, ci rivediamo domani... In ogni caso, grazie di tutto. Siete grandi e vi voglio bene. Davvero.
Con tutto l'affetto di cui dispongo,

Desmond"

Nessuno l'avrebbe mai letto. Nessuno avrebbe mai saputo che cosa Desmond pensava e cosa avrebbe voluto dire ai suoi tre compagni in caso fosse morto. Era stato uno sciocco.


Lucy, Shaun, Rebecca.... Mi dispiace...
Fu l'ultimo pensiero di Desmond, prima di cadere in un tiepido torpore.


***
Mi sento ufficialmente una stronza, yeeee!!!
T___T Oddio, che finale.. Oddio, oddio, oddio... Strappalacrime, io potrei anche piangere, pure se sono l'autrice.
Qui finisce questa fic.
Chiedo venia a tutti quanti per la battaglia tra Altair e Desmond non descritta nel dettaglio ma non sono bravissima con i termini 'spadaccini' ehehehe.. Spero che vi sia piaciuto ugualmente e...
Vi ringrazio tuttissimi voi per avermi seguita in questa fic, grazie grazie grazie *-* spero mi seguirete anche nelle prossime, per ora ho in mente una bella one-shot... Staremo a vedere!

Come ho detto a qualcuno forse forse forse questa avrà un seguito, vedremo insomma... Ehehe, se troverò qualcosa di valido.
Grazie a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Tchussssssssssss!!!!

   
 
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