Il
neo assassino rilesse la lettera un paio di volte, in silenzio.
Avrebbe fatto meglio ad andarsene alla svelta, prima che qualcuno si
fosse svegliato. Che stupido, aveva davvero intenzione di lasciare
scritta una roba simile? Non era il tipo, lui... E poi magari era
vero che erano troppo pessimisti, forse sarebbe tornato senza nemmeno
un graffio. Forse...
Si passò una mano tra i corti capelli neri,
arrivando fino alla nuca e massaggiandola lievemente, con l'altra
mano strinse il foglio di carta, appallottolandolo alla bell'e meglio
e scrivendo un nuovo biglietto, identico al primo.
Si alzò dalla
sedia sulla quale era seduto e, spostandosi, diede accidentalmente
una botta al tavolo, facendo cadere dal ciglio di esso la lettera
appallottolata che rotolò a terra.
Desmond con passo veloce uscì,
una volta fuori da Villa Auditore corse via, fino alla stazione.
Voleva allontanarsi il prima possibile da quei tre, non voleva farsi
male né tanto meno fare del male a loro. Forse era
autodifesa ma, in
cuor suo, sapeva che se li avesse rivisti prima di andare via gli
avrebbe fatto del male.
Arrivò alla fermata dell'autobus di
fronte le mura di Monteriggioni, quell'autobus l'avrebbe portato alla
stazione di Firenze e da lì a Roma. Sarebbe arrivato molto
prima di
sera... Ne avrebbe approfittato per fare un giro per la
città
eterna.
L'autobus si fermò di fronte l'assassino che raggiunse la
porta e salì, dopo essersi seduto si tirò su il
cappuccio bianco
della felpa e appoggiò il capo contro il finestrino,
guardando di
fuori, Monteriggioni.
Era circa mezzogiorno quando Desmond
mise piede fuori dal treno. Si ritrovò a stazione termini e
non poté
fare a meno di cercare di immaginare come fosse quel posto alla fine
del '400.
Non aveva la minima idea di dove andare né cosa fare.
Era ancora presto per andare a Castel Sant'Angelo, mancavano dodici
ore all'incontro con Altair. Si infilò le mani in tasca e
decise di
andare a mangiare come prima cosa. Si fermò in centro in uno
dei
tanti ristorantini pieno di turisti. Era veramente caotico il centro
di Roma durante il giorno. Aveva sempre voluto farci un giro,
purtroppo la sera che andarono a prendere La Mela non ebbe modo di
vederla molto in quanto erano diretti solamente al Colosseo. Vide
alcune cose solo di sfuggita.
Dopo pranzo passò la giornata in
giro per Roma. Durante il tramonto si ritrovò al Colosseo.
Voleva
vederlo per bene, con gli occhi da turista...
Il neo assassino
teneva gli avambracci appoggiati sul muretto, guardava il centro di
quella grande struttura che era il Colosseo, in ricostruzione
chissà
da quanto tempo.. Desmond era circondato da tanta gente, centinaia di
turisti eppure... Eppure non si era mai sentito così solo.
C'era
gente di tutti i tipi, da tutti i posti: cinesi, giapponesi,
americani, italiani... Famiglie, coppie, bambini... Lui era
lì, da
solo. Si chiedeva se la gente intorno a lui avesse la benché
minima
idea di cosa gli aspettasse. Già, chissà cosa
pensava la gente
intorno a lui, di lui. Non erano al corrente di nulla, di cosa aveva
passato, di cosa stava passando e di chissà cosa avrebbe
passato in
futuro. Non avevano idea che da una parte Desmond, così come
Lucy,
Shaun e Rebecca, stavano preservando il diritto alla vita di quelle
persone.
Desmond sospirò, alzando lo sguardo verso la parte
più
alta del Colosseo, non poté fare a meno che immaginare Ezio
cadere
di lì, trafitto dalla spada di Altair. Ezio... Poverino.
Scosse il
capo e decise di cominciare ad avviarsi a Castel Sant'Angelo...
Voleva un po' di tempo d'anticipo, non sapeva quanto ci avrebbe messo
ad arrivare in cima e il traffico di Roma era tremendo.
“Non
state in pensiero, ci rivediamo domani. In ogni caso... Grazie di
tutto.”
Lucy
sospirò, leggendo per l'ennesima volta il fogliettino,
seduta sul
letto. Che voleva dire quel 'In ogni caso... Grazie di tutto.'?
Sicuramente non era sicuro nemmeno lui che sarebbe tornato. Era
così
in pensiero...
“Dai Lucy...” Sentì la voce di Rebecca
alle
sue spalle, entrare dentro la stanza. “Non essere
così
pessimista..” Disse sedendosi accanto all'amica.
La ragazza
bionda sorrise appena. “No.. E' che.. Altair ha La
Mela..” Guardò
Rebecca. “E questo è tutto ciò che ci
ha lasciato Des...” Si
riferiva al biglietto.
“Cosa ti aspettavi? Un poema?” Chiese
Rebecca, ridendo.
“No.. Però... Pensarlo che potrei non
rivederlo più...”
“Ohhh, suvvia Lucy!” Disse Rebecca
dandole una botta sulla spalla. “Non essere così
pessimista!!!
Altair non ha detto che vuole ucciderlo mica..”
“Non
esplicitamente.” Controbatté Lucy.
“...” Reby sospirò,
“Sul serio, non c'è alcun motivo che tu stia
così in pensiero...
Desmond se la saprà cavare.”
“Per quanto tempo credi ancora
che la fortuna sarà dalla nostra parte, Rebecca? Sono
sopravvissuta
io, è sopravvissuto Shaun... Ma la fortuna non
starà per sempre
dalla nostra parte.”
“Lucy, smettila ora. Basta. Tornerà.
Desmond tornerà.” Disse l'amica appoggiandole una
mano sulla sua e
stringendogliela.
“.... Lo spero... Lo spero tanto.”
Mormorò
Lucy.
Mezzanotte. Desmond si trovava in cima a Castel
Sant'Angelo. Era seduto a gambe incrociate e guardava dritto davanti
a sé Roma. Attendeva Altair. Aveva avuto modo di pensare in
quelle
due ore passate lì sopra. Modo di calmarsi e prepararsi
psicologicamente a qualsiasi evenienza. Era pronto, qualsiasi cosa
sarebbe accaduta.
C'era un vasto spiazzo intorno a lui, tirava un
fresco venticello notturno. Seppur l'ora tarda si sentivano parecchie
macchine giù per la strada. Roma era sempre così,
in centro, anche
di notte. Si potevano vedere ancora persone e turisti aggirarsi per
la città eterna che, di notte, aveva un qualcosa di magico.
“Sei
venuto, allora.” Sentì Desmond, la voce di Altair
alle sue
spalle.
“Perché non avrei dovuto?” Chiese il neo
assassino
alzandosi, senza voltarsi. “Non ti temo.. E non temo le
conseguenze
che porterà il fatto che io sia venuto qui. Voglio sapere
ora.”
“Non
pensavo di certo che tu mi temessi, anche se dovresti farlo. Dalla
mia ho La Mela... E molti anni in più di
esperienza.”
“Già...
Ma non sempre l'esperienza aiuta, serve anche una buona
testa.”
“Se
la pensi così, Desmond..” Rispose Altair,
guardando il cielo. Il
vento si stava pian piano alzando, spostando la sua veste bianca. Il
cielo si stava coprendo di nuvole nere.
“Vuoi farmi fuori, vero?
Proprio come hai fatto con Ezio.” Disse Desmond voltandosi.
“Quello
che ho visto era reale... Hai ucciso tu Ezio Auditore, non è
così?”
Chiese incrociando lo sguardo dell'assassino di fronte a lui.
“Sì.
Sono stato io.” Come da accordo gli avrebbe detto tutto
ciò che
Desmond avrebbe voluto sapere.
“Lo immaginavo.. Ma perché?
Dimmi, perché hai ucciso Ezio? Cosa ti ha spinto a
farlo?” Lo
sguardo di Desmond percorse il corpo di Altair, la sua veste, fino ad
arrivare al sacchetto rosso di stoffa che teneva La Mela.
“Già...
Per questa.” Rispose Altair, appoggiando una mano sul
sacchetto.
“Per La Mela? Ma tu... Tu non sei come Al Mualim...
Tu hai ucciso lui perché voleva prendere il pieno controllo
grazie
alla Mela.. E poi cosa fai? Uccidi per essa?”
“No. Hai detto
bene, io non sono come Al Mualim. Non ho intenzione di avere il pieno
controllo su qualsiasi cosa e qualunque persona. Voglio solo il pieno
controllo della mia vita.”
Desmond sembrò non capire, aveva
un'espressione confusa sul volto. “Che vuoi dire?”
“Dopo che
Al Mualim morì, La Mela finì nelle mie mani. E'
grazie ad essa che
sono riuscito a vivere fino al '400, negli anni in cui ha vissuto
Ezio.”
“Ed è grazie ad essa se sei riuscito a vivere fino
ai
giorni nostri, no? Ma cosa centra Ezio?”
“Ezio era uno di
quelli che avrebbe potuto controllarla.. Il che era una minaccia, per
me.”
“Credo di non seguirti... Hai ucciso Ezio solo
perché
volevi La Mela per te? Perché volevi continuare a vivere
negli
anni?”
Altair espirò e sorrise lievemente.
“Più o meno.
Certo, detto così mi fa sembrare un mostro.”
“Ma tu... Tu non
avevi La Mela con te quando noi siamo andati all'altare, era
lì.”
“Sì... Semplicemente perché non ho
bisogno di tenerla
sempre stretta a me, inoltre è più sicura sotto
terra, in uno dei
templi, invece che nelle mani delle persone.”
Desmond annuì.
“Quindi... Immagino sia stato un puro caso che le nostre
strade si
siano incrociate.”
“Già. Non avevo intenzione di salvare la
vostra amica... Ma visto che La Mela era sparita e che quel luogo
brulicava di Templari ho capito che se avessi rivoluto La Mela tra le
mie mani, prendere insieme a me Lucy avrebbe reso più
semplice
ritrovarla.”
“Ah, bene.. Dunque così sei risalita a Rebecca..
E infine a me e a Shaun.. E perché... Perché hai
cercato di
infondermi fiducia in me stesso quando Shaun stava per morire?
Perché
hai salvato la vita di Shaun?”
“Ahhh, Desmond...” Altair
sospirò, “Non sono il tale mostro che tu credi io
sia.”
“Dovrai
uccidere anche me, allora. Anche io rappresento una minaccia per te..
O sbaglio? Anche io potrei essere in grado di maneggiare La
Mela.”
“Esattamente.” Si limitò a rispondergli
Altair.
“E
allora perché non l'hai fatto prima? Prima che ne venissi a
conoscenza?”
“Sai... Quando mi ritrovai di fronte a Re
Riccardo e gli dissi che Roberto De Sable lo tradiva, lui non seppe a
chi credere. Decise dunque che dovessero essere le armi a decidere..
E che la decisione di credermi o meno spettava a chi era più
saggio
di lui. Disse che di certo Dio avrebbe favorito la lama di chi
seguiva una giusta causa..”
Desmond rise appena, “E credi che
di star seguendo una giusta causa, Altair?”
“No. Ma ciò mi ha
insegnato che da allora in poi sarebbe stato il caso a scegliere.
Bisogna comunque dare una possibilità al proprio avversario.
Dunque
sarà il destino a scegliere.. Come ti ho detto, non sono un
mostro.”
“Beh, grazie Altair, sono certo che lottare con un
assassino con ottocento anni di esperienza in più della mia
e La
Mela.. Favorirà di certo la mia lama!” Disse
Desmond,
sarcastico.
“Dunque... Preferisci che ti uccida qui e
subito?”
“No.” Rispose il neo assassino fermamente.
“Lotterò
per la mia vita, se è ciò che devo fare.. Ma non
voglio ucciderti.
Pensaci prima, non arriviamo a tanto...”
“Ci ho già
pensato.”
“Va bene. Se è questo quello che vuoi,
Altair.”
Desmond sospirò.
“Sei venuto senza armi?”
“No.” Il neo
assassino si tirò su la manica, rivelando la lama celata.
“E
pensi di battermi solo con quella?” Chiese Altair, staccando
una
delle due fodere contenenti una spada dal cinturone. La
lanciò ai
piedi di Desmond.
L'uomo abbassò lo sguardo sulla spada, poi la
raccolse, sguainandola dalla fodera. Inspirò, cominciava a
sentire
una lieve agitazione assalirlo.
“Dunque... Che vinca il
migliore, suppongo...” Mormorò Desmond.
“No. Che vinca colui
a cui la fortuna favorirà la lama.” Rispose
Altair, portando una
mano alla spada, sguaninandola.
Il vento si era alzato parecchio,
il cielo era ormai completamente nero. Il rumore del traffico i due
assassini nemmeno lo percepivano più. C'erano solo loro due
ad
alcuni metri di distanza l'uno dall'altro mentre si fissavano negli
occhi. Il tempo sembrava essersi fermato fin quando un lampo,
susseguito da un forte fragore, diede il via alla battaglia.
Altair
corse contro il neo assassino che si preparò a sfoderare le
abilità
apprese da Ezio. Il leggendario assassino tentò subito un
affondo
che venne deviato dalla lama della spada di Desmond.
Altair
sorrise, scansando la lama della spada di Desmond con la sua poi, con
uno scatto rapido quanto calcolato, ferì l'assassino di fronte a lui all'addome
che fece
appena in tempo a fare uno scatto all'indietro per non subire danni
gravi.
Il neo assassino provò dolore, sentì il taglio
sull'addome bruciargli e gli venne l'istinto di abbassare lo sguardo
per vedere quanto grave fosse la ferita... Ma non lo fece. Era
sopportabile quindi non era un problema. Un solo momento di
distrazione e sarebbe finito tra le braccia della morte.
Desmond
decise di partire all'attaccò così
cercò di colpire Altair con la
sua lama ma, il leggendario assassino, eluse il colpo con una
cavazione: fece roteare la propria spada contro la lama di quella di
Desmond, deviandone il colpo. Contrattaccò a sua volta ma
il neo assassino fu
abbastanza abile e veloce da deviare anche quell'attacco,
indietreggiando ulteriormente. Non poteva continuare a schivare gli
attacchi e ad indietreggiare, prima o poi sarebbe arrivato al ciglio
e il rischio di cadere di sotto era ampio. Sentì alcune
lievi gocce
bagnarli il viso, stava cominciando a piovere...
Desmond cominciò
a camminare di lato, girando attorno ad Altair per guadagnare un po'
di terreno, rimanendo in difesa.
Il neo assassino partì
nuovamente all'attacco, cercò di eludere le difese di Altair
che
schivò il colpo, dopodiché Desmond
tentò una botta dritta che
venne deviata nuovamente dal leggendario assassino.
I due
continuarono per parecchio tempo senza che nessuno dei due avesse la
meglio, entrambi schivavano i colpi dell'altro e provavano nuovi
attacchi, senza successo.
Quello che era in lieve vantaggio era
Altair, era riuscito a colpire Desmond alcune volte, anche se
superficialmente.. Ma intanto era riuscito a ferirlo. Il neo assassino, oltre
che danneggiare la veste di Altair, non era riuscito ad infliggergli
alcun tipo di danno.
Desmond ispirò, aveva il respiro accorciato,
gli bruciavano le lievi ferite che l'assassino davanti a lui gli
aveva procurato.
“Sei stanco?” Chiese Altair. “Possiamo
anche finirla qui.”
“Neanche per sogno!” Disse Desmond
lanciandosi a capofitto su di lui, Altair deviò un altro
colpo e
ferì Desmond sul fianco. Il neo assassino gemette per il
dolore
provato... Se continuava così non avrebbe fatto una bella
fine.
La
pioggia scendeva fitta ed aveva bagnato gli abiti dei due assassini,
il sangue sui vestiti di Desmond era sbiadito e mischiato con
l'acqua. I lampi squarciavano il cielo e i tuoni spezzavano il
silenzio nell'aria.
“Va bene così. E' ora di concludere.”
Mormorò Altair.
Prima che il leggendario assassino potesse fare
la sua mossa finale, Desmond decise di lanciarsi nuovamente contro di
lui... Fu solo fortuna, probabilmente. La fortuna decise di favorire
la lama di Desmond che, dopo essere stata deviata dalla spada di
Altair, trovò aperta la difesa dell'assassino in quanto,
quest'ultimo, accidentalmente inciampò. Proprio mentre stava
per
predere l'equilibrio e dopo essersi sbilanciato all'indietro, Desmond
colse l'attimo e attaccò il leggendario assassino con un
fendente,
dalla spalla destra al fianco sinistro. La lama della spada
arrivò
fino al laccio che teneva legato il sacchetto della mela, tagliandolo
di netto. Il manufatto cadde a terra, la veste di Altair sul petto di
aprì in due ed il sangue schizzò addosso a
Desmond. Era
finita....
Altair lasciò cadere a terra la spada. Desmond
aveva avuto la meglio. Non capì di preciso ciò
che stava accadendo
intorno a lui ma sentiva il dolore della sconfitta. Barcollò
all'indietro e senza renderesene conto si ritrovò al ciglio.
“No!!”
Gridò Desmond, lasciando cadere la sua spada. Fu in un
attimo che
Altair fece l'ultimo passo indietro, scivolando giù. Desmond
si
slanciò in avanti, afferrando l'assassino per un braccio ed
inginocchiandosi a terra. Lo aveva preso per un pelo, l'assassino si
ritrovò con metri e metri di vuoto sotto.
“L-lasciami! Che
c-cosa fai?!” Gli domandò Altair, sentendosi privo
di forze,
sospeso nel nulla.
“E' assurdo tutto questo!” Disse Desmond.
“Perché deve per forza morire qualcuno? Tu puoi
aiutarci a
combattere contro i templari! Non c'è bisogno che tu
muoia!”
“...”
Altair rise appena, stanco ed interrotto da un colpo di tosse.
“...
S-sono... Stanco.. Di vivere... Desmond... Lasciami andare..”
Il
neo assassino deglutì, guardandosi intorno.
“No.”
“Desmond!”
Altair alzò lo sguardo. Sentì la pioggia fitta
bagnargli il viso.
“... Ormai sono io.. I-il maestro degli.. Assassini... Quando
il
m-maestro... Da un target... D-da eliminare.. Bisogna farlo... Senza
chiedersi perché... O per come.. Desmond...”
Lui lo guardò
negli occhi, mantenendo salda la presa.
“... L-lasciami andare..
Uccidimi.. Te lo ordino.. Da maestro. Uccidi il tuo
maestro.....”
Il
neo assassino rimase in silenzio. Forse doveva dargli ascolto...
Altair non era più la stessa persona di secoli fa. Forse
sarebbe
stato meglio per tutti. Chi era Desmond per andare contro la sua
volontà?
“D'accordo... Va bene, così sia...”
Mormorò.
Proprio quando Desmond stava per allentare la presa,
Altair azzardò l'ultima mossa: allungò il braccio
fino all'addome
del neo assassino che poté sentire solamente lo scatto della lama
celata,
poi un immenso dolore, lancinante, all'addome....
Il neo assassino
sbarrò gli occhi, lasciando istintivamente la presa: Altair
precipitò giù e con lui la sua lama si ritrasse
dal suo stomaco.
Era davvero finita così? Desmond si portò
entrambe le
mani allo stomaco, il sangue usciva copioso dalla ferita profonda. Si
accasciò al suolo, di lato, in posizione ricordante quella
fetale.
Era davvero quella la sua fine? Sarebbe morto dissanguato, lontano da
tutto e da tutti? Era così ingiusto...
La Mela era a pochi metri
distante da lui che riusciva a malapena a respirare. Sentiva i rumori
attorno a lui ovattati, di perdere la sensibilità al tatto.
La
pioggia che gli batteva addosso la sentiva sempre meno distinta e,
con le ultime forze, cercò di chiamare qualcuno.
“A....
A-aiuto...” Cercò di gridare, ma tutto quello che
uscì dalle sue
labbra fu solo un sussurro.
Al santuario un foglio
appallottolato giaceva a terra, recante queste parole:
"Buongiorno
ragazzi. Ho preferito andarmene mentre dormivate, non volevo di certo
saluti strappalacrime, no? Noi non siamo i tipi, ehehe...
Non
voglio che vi preoccupiate per me per tutto il giorno, fate altro,
non sprecate una giornata così.. Forse siamo noi che siamo
troppo
pessimisti, paranoici ed apocalittici, magari non mi
succederà
nulla, chi lo sa?
Non vorrei dilungarmi troppo ma nemmeno
andarmene via senza la certezza di tornare e senza avervi detto di
quanto io abbia imparato da voi, di quanto vi debba e di quanto vi
voglia bene. Siamo una bella squadra tutti e quattro.. Con
incomprensioni e momenti no, certo, ma quelli si affrontano e si
superano.
Sì, beh, ora sto andando veramente oltre e non ho
intenzione di fare un poema strappalacrime, non è quella la
mia
intenzione. No, anche perché tornerò, da domani
mi avrete di nuovo
tra i piedi e troveremo quei dannatissimi frutti dell'Eden..
In
caso contrario, Shaun, prenditi cura di quelle due splendide donne,
eh? Ci conto.
Vorrei anche ringraziarvi perché in tutti questi
anni, finalmente, mi sono sentito qualcuno di.. Reale. E' difficile
da spiegare ma per la prima volta non mi sono sentito solamente una
persona con un nome, ma qualcosa di più.
Non state in pensiero,
ci rivediamo domani... In ogni caso, grazie di tutto. Siete grandi e
vi voglio bene. Davvero.
Con tutto l'affetto di cui dispongo,
Desmond"
Nessuno
l'avrebbe mai letto. Nessuno avrebbe mai saputo che cosa Desmond
pensava e cosa avrebbe voluto dire ai suoi tre compagni in caso fosse
morto. Era stato uno sciocco.
Lucy, Shaun,
Rebecca.... Mi dispiace...
Fu
l'ultimo pensiero di Desmond, prima di cadere in un tiepido torpore.
Mi sento ufficialmente una stronza, yeeee!!!
T___T Oddio, che finale.. Oddio, oddio, oddio... Strappalacrime, io potrei anche piangere, pure se sono l'autrice.
Qui finisce questa fic.
Chiedo venia a tutti quanti per la battaglia tra Altair e Desmond non descritta nel dettaglio ma non sono bravissima con i termini 'spadaccini' ehehehe.. Spero che vi sia piaciuto ugualmente e...
Vi ringrazio tuttissimi voi per avermi seguita in questa fic, grazie grazie grazie *-* spero mi seguirete anche nelle prossime, per ora ho in mente una bella one-shot... Staremo a vedere!
Come ho detto a qualcuno forse forse forse questa avrà un seguito, vedremo insomma... Ehehe, se troverò qualcosa di valido.
Grazie a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Tchussssssssssss!!!!