Un nuovo Signore Oscuro
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Oh…
si….
Mi
piacerà molto questo nuovo paese dei balocchi!
“Bambola assassina”
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Il nuovo
regno oscuro era iniziato ormai da sei mesi.
Dopo la
presa di Hogwarts erano seguite quella di Dursmang e di tutte le altre fortezze
della resistenza.
Ormai il
potere assoluto lo aveva il mio burattinaio.
E di
conseguenza lo avevo io.
La mia
casa delle bambole era diventata quella che fu la scuola di magia e stregoneria
più famosa di Londra, come del resto Tom mi aveva promesso.
Lui
spesso era in missione, soprattutto affari di burocrazia, così capitava
sovente che stessimo separati per giorni interi.
Proprio
per via di quella situazione finimmo per fare una divisione di locazione.
Avevamo
creato due eserciti separati, uno con me che viveva ad Hogwarts, l’altro
con Tom al Riddle Manor, anche se naturalmente spesso ci riunivamo per
discutere, tutti assieme, mentre io e il mio bel marionettista.. bè.
Eravamo
amanti, ci incontravamo ovunque fossimo tutte le notti.
A me
erano stati affidati i nuovi Mangiamorte, per intenderci i miei compagni di
scuola e tutti i ragazzi che erano entrati tra le fila del Signore Oscuro; Tom
guidava i “veterani”.
Spesso
capitava che ci mettessero alla prova, per vedere di che pasta eravamo
fatti… erano fatti. Di me sapevano già tutto il necessario.
E io li
guidavo nei nascondigli segreti dell’Ordine della Fenice, che ancora
resisteva, ed in tutti quei posti dove dovevamo uccidere, o prendere
prigionieri.
Erano
passati solo sei mesi, ma ero più che soddisfatto dell’evoluzione che
i “miei” avevano subito.
Certo,
erano già al principio dei geni nelle arti oscure, o per vera e propria
indole, o perché erano stati iniziati a quelle arti sin da piccoli, ma
dopo aver passato con me quel tempo… oh, erano diventati delle vere e
proprie macchine da guerra.
Ma al
contrario delle macchine loro pensavano, il che li rendeva molto più
pericolosi.
Insegnai
loro le arti bianche, quelle che erano state insegnate a me da Silente per
battere il mio amore.
Certo, mi
ci volle un po’ di tempo per far capire a tutti che vantaggio sarebbe
stato impararle.
Ricordo
come se fosse stato ieri quella riunione.
FLASH
BACK
-
E’
una cosa assurda…-
-
Modera
i toni, Rodolfus, ricorda con chi stai parlando!-
-
Chiedo
scusa, mio signore, ma quello che il principe dice è…-
-
Lo
so anche io che quello che vi ho appena chiesto di fare suona strano,
Lastrange, ma vi assicuro, perché l’ho provato sulla mia pelle,
che la magia bianca potrà aumentare in modo stratosferico il potere
delle arti oscure!-
Era una
riunione in cui tutti i mangiamorte dovevano essere presenti, dal più
anziano al novizio.
Era una
cosa importante che avevo intenzione di mettere in moto non appena mi avessero
dato tutti il loro consenso.
Già.
Ero il
loro Principe, il più in alto nella gerarchia dopo Tom, ma volevo avere
l’approvazione di tutti.
Quella di
Tom già l’avevo ottenuta… ma la persuasione che usavo sul
mio signore non potevo certo sfruttarla con le figure vestite di nero che mi si
presentavano davanti!
Erano
tutti seduti nell’immensa stanza che una volta era stata
Io e lui
a capotavola, anche se io ero in piedi e lui seduto.
Vedevo i
volti basiti di quasi tutti i presenti, tranne quelli di tre persone.
Tom e i
due Malfoy.
Avevo
trovato ben presto nel mio ex nemico un fidato compagno e, come era suo padre
per Tom, Draco era divenuto il mio braccio destro.
Non
metteva mai in dubbio qualcosa che proponevo, e non perché non pensasse
con la sua testa, semplicemente io e lui viaggiavamo sulla stessa lunghezza
d’onda.
-
Ma
è, se mi permette mio principe, una cosa assurda… come è
possibile che la magia bianca potenzi quella oscura?-
Artemis
Zabini.
Era un
bravo Mangiamorte, come del resto il figlio Blaise, ma una sua pecca era che
cercava di usare la logica con la magia… due cose completamente agli
angoli opposti.
Era anche
vero però che tutti erano della sua idea… come fare, allora?
Cosa
poteva essere meglio di una dimostrazione pratica?
Sorrisi,
anzi ghignai.
La
maggior parte tremarono.
Draco mi
diceva speso che avevo lo stesso ghigno del mio burattinaio… anche lo
sguardo ogni tanto era simile.
Tom
alzò le sopracciglia, voleva vedere cosa avrei organizzato, Draco
intuì e ghignò anche lui, Lucius abbassò la testa in segno
di approvazione.
-
Te
lo permetto, Zabini… ed i tuoi dubbi sono i dubbi di tutti….
Perché non facciamo una prova, volete?-
-
In
che modo, mio signore?-
Azazel
McNair.
Lui era
uno dei “miei”.
Faceva
parte dello stesso anno di Draco e Blaise, a scuola. E naturalmente della
stessa casa.
Il padre
non mi stava molto simpatico, mentre il figlio si.
-
Prendiamo
a caso qualcosa… due prigionieri per le cruciatus. Oppure due oggetti per
l’incendio.-
Al nome
cruciatus furono tutti ben disposti ad osservare un esempio.
Mi faceva
sorridere quel loro comportamento davanti alle torture ed al dolore altrui.
Sembravano
dei bambini che avevano scoperto che il loro compleanno era arrivato in
anticipo.
-
Opterei
per due ostaggi, mia bella bambola assassina….-
Mi girai
sorridendo in direzione del mio manovratore, i suoi occhi scintillavano
divertiti.
Come
potevo non assecondarlo?
-
E
sia. Allora portate qui due persone. Poi voglio un volontario… chi
è il più potente con le cruciatus?-
In quel
momento si guardarono tutti in giro, poi pian piano gli sguardi si puntarono su
un ragazzo.
Neville
Paciok.
Incredibile
da credere, era l’unico che mi aveva seguito dalla parte del male, del
potere.
Era
giunto alla mia stessa conclusione: fare i buoni non porta a nulla, solo alla
sofferenza ed al dolore.
Così,
inaspettatamente era diventato un vero e proprio maestro specifico della
maledizione che gli aveva reso la vita un inferno facendo diventare pazzi i
suoi genitori.
Senza
contare poi che si era reso conto lui stesso di cosa significasse essere usato
come marionetta inconsapevole. Lo sapeva e sapeva anche che sarebbe potuto
succedere a lui, se solo Tom avesse lanciato l’Avada a lui invece che a
me.
Si
avvicinò sorridendo.
La
più grande differenza tra me e lui era quella che mentre io ora ero a
tutti gli effetti, anche esteriormente, il principe di quel regno oscuro, lui
sembrava ancora un grifone.
Non
più impacciato dalla timidezza, solo grifone, con i suoi sorrisi aperti
e sinceri, caldi.
Come lo
erano stati i miei tempo addietro ma che ora appartenevano solo più a
una persona.
Neville
dal sorriso, così lo avevano soprannominato scherzosamente una volta
Draco e Blaise, e così era rimasto per tutti.
Dal
sorriso perché anche mentre torturava qualcuno, il suo bel sorriso
radioso non scompariva dalle sue labbra.
-
Bene,
vieni, Nevi.-
Accennò
con il capo e si mise di fianco a me, avanti alla tavolata di Mangiamorte, di
modo che tutti ci potessero vedere.
Dopo poco
arrivarono i prigionieri che avevo chiesto.
Uno lo
feci posizionare di fronte a me, l’altro di fronte a Neville, che
sorrideva come sempre.
-
Perché
non ci illustri cosa vuoi fare, mio bel burattino?-
-
Si…
ora io e Neville lanceremo le nostre Cruciatus. Lui quella evoluta dalla magia
nera occulta, io quella mischiata alla magia bianca. Non ci sarà bisogno
di parole. Le vostre orecchie faranno da giudici….-
Il senso
della metafora era molto chiaro, come dimostrarono i ghigni sulle facce di
tutti.
Quando
fummo tutti e due pronti e quando vidi Draco e Tom che osservavano attenti,
diedi il via.
La parte
iniziale delle formule non si sentirono, a parte il classico Crucio e la
differenza sostanziale che si vide furono gli schizzi neri scaturire dalla
bacchetta di Neville mentre quelli bianchi e neri dalla mia.
Ma quando
gli incantesimi giunsero ai prigionieri… ah, lì si che ci fu la
differenza!
L’urlo
straziato che si sentì uscire dalla gola della cavia di Nevi fece
rabbrividire persino molti Mangiamorte. Ogni volta che vedevamo il mio caro ex
compagno di stanza lanciare una cruciatus a qualcuno, ci rendevamo conto che
diventava sempre più potente.
Il mio
uomo… oh….
Il suono
che uscì dalla sua bocca non sembrava nemmeno procurato da un essere
umano, nemmeno da un essere vivente.
Gridò
per nemmeno cinque secondi, poi svenne.
Avevo
osservato per tutto il tempo il mio uomo ma quando questo svenne spostai lo
sguardo verso gli spettatori.
Erano
tutti sbiancati, alcuni dei novizi arrivati da poco più di un paio di
mesi si erano dovuti tenere al tavolo per non cadere dal terrore, persino i
più anziani e potenti avevano una nota di terrore negli occhi
spalancati.
Poteva
non sembrare vero, o impossibile da credere per i “buoni”, ma i
mangiamorte erano empatici, molte volte.
E quella
loro reazione ne fu la prova.
Ci fu
silenzio per alcuni minuti, in cui il sangue ricominciò a circolare in
quei corpi vestiti di nero, poi questo venne interrotto da Neville, che
continuava a sorridere, ora lievemente.
-
Incredibile,
Harry…. Il tuo incantesimo è di una potenza sconfinata!
Perché una cruciatus, anche delle peggiori, faccia svenire il torturato,
bisogna lanciarne almeno tre… e sto parlando di me.-
Sorrisi
in sua direzione.
Lui
riusciva, ed era uno dei pochi, a farmi sorridere sul serio, senza malizia o
ghigni.
Solo
sorridere.
Mi voltai
verso i mangiamorte, verso il mio Signore.
-
E’
questo che vi propongo: magie potenziate ad un livello stratosferico, senza
dover spendere più energie di quelle che ci si mettono con gli
incantesimi normali!-
-
Come…
come è possibile?-
-
Ora
vi spiego, per esempio, la mia cruciatus, Artemis. Ho usato la magia bianca per
rendere il corpo forte, con una magia di medicazione…-
-
Come
quella che hai usato con me ad Hogwarts?-
-
Si
Draco.-
-
Ma
perché?-
-
Perché,
McNair, per rendere il corpo di nuovo forte, rivitalizzato, le cellule devono
lavorare in fretta, con l’aiuto dell’incantesimo che ho lanciato. E
così la cruciatus ha colpito due, tre volte più forte.-
Gli
sguardi erano ancora incerti e interrogativi… forse non mi ero spiegato
molto bene.
-
Immaginate
quando il corpo si abilita a chiudere una ferita…- e qui feci apparire
con un colpo di bacchetta una ipotetica ferita grande quanto il mio braccio a
mezz’aria – le piastrine e tutte le varie unità addette
lavorano ininterrottamente fino a quando non si forma la crosta, giusto?- qui
creai la crosta sulla ferita –Bene. Immaginate ora una scossa fortissima
di energia che distrugge tutte le cellule nuove che hanno appena formato la
crosta…- fu il turno di un piccolo lampo che distrusse la crosta e fece
sanguinare l’ipotetica ferita riaperta.
-
Ho
capito! Rivitalizzando il corpo, si accentuano tutti i sensori del dolore e si
distruggono tutte le cellule sane che si sono appena create grazie alla magia
bianca!-
-
Esatto,
Azazel!-
Quando
osservai le facce pensierose e i sorrisi che poco dopo si formarono sui visi di
tutti, capii che il mio progetto stava per prendere inizio.
FINE
FLASH BACK
Da quel
giorno per parecchio tempo ci allenammo nelle arti bianche e non in quelle
oscure.
Il
risultato fu davvero spettacolare.
In breve
i “miei” capirono come si facesse e quali fossero le accoppiate
più distruttrici di magia bianca e nera e poco dopo Tom ci mandò
a combattere contro una fazione di resistenza in Francia.
Naturalmente
vincemmo noi, ma con una velocità incredibile.
Nemmeno
io credevo che i “miei” fossero diventati così forti.
Io non
feci nulla, me ne stai su una collina ad osservare l’azione di
distruzione che i nuovi mangiamorte stavano creando.
Faceva
parecchio freddo, ricordo, ed ero ben avvolto nel mio mantello nero, con il
cappuccio tirato in testa dal quale uscivano solo i ciuffi di capelli
più lunghi.
Ad un
certo punto vidi una persona che non vedevo dal quarto anno e in battito di
ciglia fui a fianco della figura.
Questa
stava duellando contro uno degli ultimi arrivati, un ragazzo tedesco di cui non
riuscivo mai a dire il cognome.
Quando
lui mi vide dietro alla figura si girò e se ne andò.
Lo
facevano sempre, i “miei”; quando io andavo affianco a qualche
persona in campo, loro si dileguavano, andavano ad uccidere da qualche altra
parte.
Io non
gli avevo mai chiesto niente, ma all’unisono erano arrivati alla
conclusione che se io mi avvicinavo a qualcuno e me ne interessavo voleva dire
o morte sicura o un nuovo alleato.
Già,
in battaglia avevo portato parecchie new entry tra le nostre fila.
E
sinceramente l’unica cosa bella che ricordo di quella battaglia fu
l’incontro con la bella mezza veela Fleur Delacour.
-
Ehi!
Dove scappi?!-
-
Non
scappa, Fleur. I miei non scappano mai. Ha solo voluto lasciarci soli…-
Si
girò di scatto, forse incredula di sentire la mia voce che sussurrava al
suo orecchio.
Non
appena si trovò me di fronte cominciò a piangere e mi
gettò le braccia attorno al collo.
I
mangiamorte che erano vicino a me ci guardarono basiti e preoccupati.
Feci
cenno loro di non preoccuparsi, da lei scaturiva solo dolore, tristezza e
felicità.
L’ultima
emozione non la capivo.
-
Harry!
Sono così contenta di vederti! Credevo.. che non ti avrei rivisto mai
più….-
Le
accarezzai piano i capelli argentati, mentre Draco, Blaise ed Azazel si misero
in cerchio con noi nel mezzo.
Davvero
bravi i “miei” ragazzi!
-
Sono
felice anche io di vederti ancora viva, Fleur… ma mi sorge un
dubbio… sai da che parte sono, vero?-
Si
staccò un poco da me, per guardarmi in faccia e sorrise.
Il primo
sorriso che ricevevo da uno dei miei ex amici, a parte Neville, era logico.
-
Certo
che lo so…. Sai come ti chiamano, Harry?
-
-
Perché
non dovrei? Sono ancora in debito con te per aver salvato mia sorella al torneo
tremagli e sento che non sei cambiato poi molto, dall’ultima volta che ci
siamo visti.-
La
guardai basito.
Era vero,
però.
Non ero
realmente cambiato molto.
-
Perchè
non vieni via con me, Fleur?-
Ora fu il
turno dei “miei” di restare basiti.
-
Vuoi
dire venire con te dalla parte del male, Harry?-
-
Non
del male. Del potere. Della Forza.-
-
Che
è comunque il male….-
-
Il
male ed il bene sono due concetti astratti, trovo. Dimmi, cosa è giusto
e cosa è sbagliato? E chi lo ha deciso?-
-
Hai
ragione, sono due concetti astratti, ma sicuramente uccidere è un male.
Nessuno, che sia uomo o Dio, ha il diritto di decidere della vita degli altri.-
Le
sorrisi e la staccai piano da me.
I miei
tre compagni mi affiancarono.
-
E
se fosse il Diavolo, Fleur?-
Mi
guardò senza paura, senza odio.
Solo, mi
guardava.
-
Se
fosse il Diavolo, dici? Non lo so. Io non credo in queste cose Harry. So solo
che uccidere è un male.-
-
Ma
anche tu uccidi. Anche i buoni uccidono. Non mi dire che voi lo fate per la
sopravvivenza. Perché prima di essere
-
Non
riesco a immaginare i mangiamorte sereni e tranquilli, Harry. E’
impossibile.-
-
Solo
se si hanno pregiudizi. Anche i mangiamorte sono umani, maghi, uomini e
ragazzi. Che amano, e vogliono divertirsi…. Perché non vieni a
vedere, Fleur? Vieni nella tana del lupo e osserva la faccia del male, come lo
chiami tu, che nessuno immagina.-
Pensò
un attimo, poi rispose, con un sopracciglio alzato.
-
Se
venissi mi uccidereste.-
-
No.
Se venissi scopriresti che è questa – e mostrai con un cenno della
mano me e i “miei” – la parte giusta.-
-
E
se non cambiassi idea? Se volessi tornare indietro?-
-
Non
potresti. A quel punto ti ucciderebbero.-
-
Se
dici così non mi invogli a venire….-
-
Ma
è la verità. Non posso dirti bugie, alle quali ti aggrapperesti
perché più belle della cruda realtà. Non hai molta scelta,
in realtà. Se non vieni ora morirai qui sul campo. Se vieni con me, hai
una possibilità di trovare un nuovo posto dove stare, nuovi compagni.-
Sorrise.
-
Vedi,
Harry? Sei ancora un Grifondoro, in fondo. Non vuoi dire bugie anche se ti
farebbero comodo….-
-
Confido
nel fatto che tu sei intelligente e capisci qual è la cosa più
conveniente per la tua vita. La differenza di morire qui sul campo o
eventualmente se verrai con me, è un fatto di coscienza.-
Le
allungai una mano ed aspettai che prendesse la sua decisione.
E scelse
me.
Come le
avevo accennato e predetto scoprì la faccia più
“umana” dei mangiamorte, della quale s’innamorò e
presto divenne anch’essa una dei “miei”.
Da quella
battaglia la nostra vita al castello divenne abbastanza noiosa.
Il fatto
di esserci potenziati con le altri bianche ebbe un riscontro per nulla voluto:
eravamo troppo forti.
Bastavano
pochi di noi per sterminare e dissimulare ogni tentativo di resistenza.
Ed
eravamo in una posizione di stallo.
Noi al
potere.
E il
resto del mondo magico che se ne stava facendo una ragione, ormai.
Così
a noi non restava molto da fare, se non fare la nostra vita al castello come se
non fossimo in un periodo oscuro.
Al
culmine, del periodo oscuro.
Purtroppo
però successe una cosa che avrebbe portato ad un nuovo mutamento del
mondo intero.
Ma noi,
in quei giorni relativamente piatti e calmi, non potevamo nemmeno immaginarlo.
Passarono
dei mesi, in cui lo stallo rimase intaccato ed in cui io e Tom avevamo molto
più tempo per noi, da passare da soli.
Era
bellissimo, non avevo mai nemmeno immaginato che la semplice presenza di una
persona nella tua vita potesse renderti così… felice anche solo di
vedere il sole alto nel cielo, o sentire la pioggia accarezzarti la pelle.
Una volta
eravamo soli in un castello in Scozia, uno dei tanti Manieri a nostra
disposizione perché lo avevamo preso, anche con la forza.
Pioveva,
come spesso capitava in quel periodo, e noi eravamo sdraiati in un letto con
lenzuola di seta nera e con una coperta calda rossa, il fuoco acceso e
scoppiettante nel camino.
-
Allora,
Harry… come ti senti?-
-
Bene,
Tom, perché? Non sono mai stato così felice in tutta la mia vita,
ed è grazie a te. Mi sembri strano… qualcosa non va?
C’è della resistenza che ti preoccupa? Se tu vuoi vado in
qualunque posto ad uccidere chiunque ti dà fastidio!-
Mi
sorrise e mi accarezzò una guancia.
I suoi
due rubini erano offuscati da un pesante velo.
Mi si
stringeva il cuore, se ancora lo avevo, a vedere quegli occhi sofferenti.
-
No,
mia bella bambola assassina. Mia Piccola Morte, come ti chiama il mondo….
Non c’è nessun uomo che mi preoccupa, con te al mio fianco. Lo
sai, vero, Harry?, che se ora siamo a questo punto è solo grazie a te?
Sono diventato così potente da poter sfidare chiunque solo perché
tu mi hai insegnato quel sentimento che io avevo denigrato… mi hai
insegnato ad amare. E ciò mi ha reso praticamente invincibile. Ma nel
contempo mi ha reso più debole….-
Ero
preoccupato, a quel punto.
Certo,
Tom mi parlava di amore, qualche volta, e ci perdevamo in parole dolci, ma non
era mai stato così… aperto.
Nemmeno
con me, che ero il suo amante.
-
Mi
stai preoccupando, mio burattinaio. Perché ti ho reso più debole?
Richiedo scusa, non lo immaginavo….-
-
Oh,
non pesare male, Harry. Sono più debole solo perché amando te
provo anche paura. No ho mai avuto paura nella mia vita, nemmeno quando iniziai
il mio viaggio per diventare Lord Voldemort, ma ora ho paura. Di perdere te,
Piccola Morte. Te, che sei il motivo per cui faccio ciò che faccio, e lo
faccio, certo.-
-
Ma
tu non rischi di perdermi! Ti ho promesso che ti avrei seguito in ogni posto,
Tom e ti giuro che lo farò!-
-
Lo
so, ma c’è un posto in cui io andrò prima di te ma tu non
dovrai seguirmi, intesi?-
-
Ma….-
-
Niente
ma. E’ un ordine, mia Piccola Morte, mia bellissima e oscura bambola
assassina. Ma ora parliamo d’altro, vuoi? Dimmi di chi ti fidi, dei tuoi
seguaci.-
-
Dei
nostri seguaci, Tom, non sono solo miei….-
-
Oh,
no. I nuovi mangiamorte sono fedeli a te, Harry. Non a me. La nuova generazione
di mangiamorte ha te come signore oscuro, non me. E io ne sono felice. Ora
dimmi, dei tuoi, di chi ti fidi?-
-
Io…
bè. Draco, naturalmente, poi Blaise, Azazel, Neville, Fleur e Pansy sono
i più vicini a me. Ma mi fido di tutti…. Perché questa
domanda?-
-
A
dopo le spiegazioni. E dei miei? Dimmi chi ti ispira fiducia.-
Mi stavo
preoccupando sempre di più, il suo comportamento era davvero strano ed
io avevo una brutta sensazione.
Mi
sforzai di rispondere normalmente.
-
Dunque….
Lucius, Zabini, Lastrange, Piton, Nott e Goyle. Mi sembrano i più fedeli
e forti, ma perchè?-
-
Perché
devo andare a fare una missione molto importante ed ho bisogno dei più
forti e leali sia con me che con te.-
-
Di
cosa si tratta? Perché non mandi me?-
-
Perché
è una questione che devo risolvere io. Domattina torneremo ad Hogwarts.
Tu chiamerai le persone che mi hai elencato, sia dei miei che dei tuoi, io
arriverò poco dopo.-
-
Dove
andrai?-
-
Non
ti preoccupare, devo solo andare a prendere una cosa, un regalo per te, prima
che io parta.-
Volevo
chiedergli ancora mille cose, come il motivo per cui io non ne sapevo nulla di
quella spedizione importante, o perché aveva fatto quel discorso, ma Tom
mi baciò con un amore ed una passione che mi fece dimenticare ogni cosa,
anche il presentimento che pian piano cresceva in me.
Il giorno
seguente feci come mi aveva detto il mio marionettista, arrivato ad Hogwarts
richiamai i due Malfoy, i due Zabini, Azazel, Neville, Fleur, Pansy, Lastrange,
Piton, Nott e Goyle nella Sala Grande.
Quando
arrivarono le loro facce erano tutte interrogatorie per via di quel richiamo
limitato solo a loro che avevo fatto in fretta e furia.
-
Ah,
non mi chiedete niente, io non ne so nulla…. Tra poco arriverà Tom
e vi dirà, anzi CI dirà tutto.-
-
Bene.
Allora, com’è il castello in Scozia, Harry?-
Ghignai
in direzione di Azazel.
Mai che
si facesse i fatti suoi quel ragazzo, come del resto tutti i
“miei”, che mi guardavano speranzosi di sapere qualcosa su quello
che era successo il giorno, o meglio la notte prima.
-
Mi
spiace, Aza. Ho un vuoto di memoria e non ricordo nulla!-
-
Sempre
la solita scusa! Inventane un’altra, una volta ogni tanto!-
-
Perché,
Bla? E’ così comoda quella…. Tanto è sempre una
scusa, no?-
Sbuffarono,
mentre le due ragazze sorridevano divertite nella mia direzione e Draco e
Neville scuotevano al testa.
Li
guardai pensieroso e mi resi conto che quelle persone, tutte quelle che erano
nella stanza con me, più il mio Signore, mi avevano reso la vita un
inferno, ma l’inferno con loro era come fosse stato il paradiso.
Interruppi
il filo dei miei pensieri quando avvertii l’arrivo di Tom.
Mi
sedetti al mio posto, lo stesso fecero gli altri, seduti nei loro posti
perennemente più vicini a noi.
Quando
arrivò, il mio burattinaio osservò soddisfatto le nostre figure
sedute a tavola.
-
Bene,
miei signori. Vi ho fatti chiamare qui oggi con tanta urgenza perché
abbiamo da parlare di cose delicate, e secondo la nostra Piccola Morte voi siete
i più fidati tra tutti i mangiamorte.-
Tutti gli
sguardi si volsero verso di me, stupiti.
Qualche
tempo prima sarei arrossito, ora sorrisi solamente in loro direzione.
Forse non
si aspettavano che li tenessi davvero così in considerazione.
-
Bè,
che c’è? E’ quello che penso e credevo si fosse anche
capito…. Tzè.-
I
“miei” risero, gli altri sorrisero.
Tom era
serio, cosa che mi preoccupò e che mi fece ricordare del brutto
presentimento che avevo dalla sera prima.
-
Dunque.
Il fatto è questo. Come alcuni di voi sapranno, c’è una
missione da portare a termine, ed è di vitale importanza che siamo noi a
vincere. Partiremo non appena farà buio, io e i miei mangiamorte. I
ragazzi invece dovranno stare sempre con la nostra Piccola Morte….-
Si
girò verso i “miei”, li guardò uno per uno, facendoli
rabbrividire tutti, poi parlò, con una voce così fredda e
tagliente che ricordavo aveva usato solo con me quando ancora ero manovrato da
Silente.
Ero
preoccupato da morire, volevo dirgli, anzi urlargli, di non andare o quantomeno
di dirmi cosa doveva fare di così importante, ma sapevo che se lo avrei
fatto si sarebbe solo infuriato.
Serrai la
mascella dalla preoccupazione e mi morsi la lingua per non parlare. Per non
interrompere.
Draco mi
vide ed essendo al mio fianco mi strinse per un secondo la mano che avevo
lasciato cadere dal tavolo.
Lo
guardai, feci un mezzo sorriso, poi ascoltai quello che il mio burattinaio
diceva.
-
E’
di vitale importanza questo, perché ho scoperto che abbiamo delle spie tra
i nostri mangiamorte. Una cosa che m’infastidisce parecchio, ma non
è così pericolosa, presto scoprirò chi è e gli
farò pentire la scelta di avermi come nemico.-
-
Come
sai che c’è qualcuno contro di noi? Chi te lo ha detto?-
Mi
guardò torvo, non li andava che usassi tutta quella confidenza con lui
quando c’erano i suoi mangiamorte. Io mi ero opposto ed avevo vinto, lui
poteva baciarmi quando gli andava ed io non potevo avere confidenza con lui?
Eravamo pazzi?!
-
Mia
bellissima bambola assassina, dovresti sapere che sono sempre all’erta.
L’informatore è uno che lavora dalla parte della resistenza ed ha
sentito che c’è una persona che passa informazioni su di noi.-
-
Mio
signore, non sapevo avessimo di nuovo delle spie fuori dal castello.-
-
Lo
so, Piton, non lo sapeva nessuno, solo io. Ma è giunto il momento che vi
metta al corrente di alcune cose. Questa notte andremo dalla tribù dei
giganti, che sta avendo dei ripensamenti, non possiamo rischiare di averli come
nemici. C’è subbuglio tra le creature magiche, per qualche strano
motivo stanno avendo tutti assieme dei ripensamenti. Sarebbe sconveniente
averli tutto ad un tratto dall’altra parte.-
Ci fu
silenzio, in cui tutti pensavamo allo strano comportamento dei nostro precari
alleati.
-
Ci
deve essere qualcuno… qualcuno che gli sta offrendo un nuovo
futuro… qualcuno come….-
-
Come
te, Harry.-
Tutti
guardammo Neville, che aveva parlato con voce pacata, il suo perenne sorriso
sulle labbra.
-
Và
avanti, Paciok, m’interessa quello che stai dicendo.-
-
Grazie
mio signore. Dicevo che ci deve essere qualcuno che sta cercando di fare quello
che sta facendo Harry.-
-
E
cosa starei facendo io, Nevi?-
-
Stai
portando tante persone d questa parte, come hai fatto con me e Fleur, per
esempio. Solo che questo qualcuno ci sta provando con le creature magiche.-
-
Già.
Probabilmente penserà che le creature magiche siano più forti
delle persone…. Mh, interessante. Ma come possiamo fare in modo che non
ci tradiscano?-
-
E’
per questo motivo che questa notte andremo dai Giganti, mia Piccola Morte.-
Guardai
il mio amante negli occhi.
Brillavano
di sfida e malizia.
Si
sarebbe divertito in quella missione.
Sorrisi e
accennai il mio consenso con la testa.
-
Bene,
allora è tutto deciso. Ora andate a fare quello che stavate facendo
prima, non parlate nemmeno tra di voi di quanto è stato detto qui. Con
voi…- e si voltò verso i “suoi” –ci vedremo al
calar del sole davanti alla foresta proibita.-
Come
aveva parlato fu segno che l’assemblea era finita lì.
Tutti si
alzarono e si smaterializzarono, tranne io, che ero andato ad una finestra, Tom
che era ancora seduto, e Draco.
-
Perché
mi ha fatto rimanere, mio Signore?-
-
Perché
ho un compito da affidarti, Draco.-
-
Mi
dica, mio Signore.-
-
Non
devi MAI, per nessun motivo lasciare solo Harry, siamo intesi? Se gli
capiterà qualcosa, anche la minima cosa, ne risponderai tu.-
-
Come
vuole mio signore. Posso andare ora?-
-
Si.
Vai Draco. E ricorda quanto ti ho detto.-
Abbassò
la testa bionda, fece un inchino e sparì.
Mi girai
a guardare Tom in faccia.
-
Perché
gli hai detto quelle cose? Che rischi corro, Tom?-
-
Te
l’ho detto, Harry…-
-
No,
mio burattinaio, non me lo hai detto. Sei preoccupato, seriamente. E non
è solo una preoccupazione astratta. Qualcosa di concreto ti turba. Dimmi
cos’è e la distruggerò.-
Mi sorrise,
uno dei suoi rari sorrisi, si alzò e mi venne ad abbracciare.
-
Non
puoi, mia Piccola Morte… questa volta non puoi….-
Restammo
assieme fino a quando non dovette partire per la missione, io non gli dissi che
avevo da un giorno un brutto presentimento, non volevo sembrare paranoico.
Quando lo
vidi sparire, con i mangiamorte al suo seguito, mi sentii vuoto.
Mi
appoggiai allo stipite del portone e strinsi le braccia, avevo freddo.
Ad un
certo punto sentii caldo, mi voltai e vidi Draco che mi copriva con un mantello.
-
Grazie,
Dra. Vuoi proprio fare come ti ha detto Tom, eh?-
-
Già.
Non voglio nemmeno immaginare cosa mi farebbe se ti facessi male, anche per
sbaglio! Su, andiamo dentro, sua signoria. Non hai un regalo da aprire?-
Spalancai
la bocca.
Me
n’ero dimenticato!
Tom mi
aveva detto che avrei dovuto aprire il regalo solo quando e non prima lui se ne
fosse andato.
Draco
rise alla mia faccia.
Ci
smaterializzammo nella mia stanza privata che avevano il privilegio di avere
visto solo, oltre a Tom naturalmente, i “miei” che avevo chiamato
per il consiglio.
C’era
un pacco rivestito di seta verde smeraldo sul letto, oltre a due mazzi di rose,
nere e rosse.
Draco si
andò a sedere nella poltrona davanti al camino, il più lontano
possibile dal letto dove i mi ero seduto.
Davvero
gentile.
C’era
un biglietto con scritto “Alla mia preziosa e bellissima bambola
assassina”.
Aprii il
pacco e vi trovai un anello, che Tom aveva sempre portato, da quanto
ricordassi, al mignolo sinistro.
Era il
simbolo dei mangiamorte.
Il simbolo
del capo, di Lord Voldemort.
Ancora la
mia sensazione venne a galla, sempre più prepotente.
Poi
c’era una lettera.
Lui non
aveva mai scritto lettere, da deboli, diceva sempre.
Cosa
poteva avere da dirmi, per passare da debole?
Cominciai
a leggere, le mani tremavano leggermente.
“ Mia Piccola Morte… bellissima bambola assassina… Harry.
Ti chiederai cosa ho di
così urgente da dirti se mi sono addirittura ridotto a scrivere una
lettera….
Bè.
Ormai non mi riconosco più.
Tu mi hai cambiato, Harry. Anche
se fosse non te ne sei accorto.
Non avevo mai sorriso. Non avevo
mai scherzato con i miei mangiamorte. Non avevo mai permesso loro di rivolgersi
a me in modo naturale.
Ma poi sei arrivato tu, con il tuo
cuore da grifone traditore.
Ed hai scherzato con i
mangiamorte.
Ti ho visto far crollare tutti i
muri che avevo creato tra me e loro.
Gli hai permesso di farti chiamare
come volessero, di trattarti come se tu fossi stato uno di loro.
Ma tu sei uno di loro.
E questo tuo comportamento, lo
ammetto, è più efficace del mio.
Gli hai dato libertà, mio
bel amante, e loro potendo scegliere tra la vita e te scelgono te.
Hai la loro fiducia più
completa, ti seguiranno dove vorrai, e lo faranno, stanne certo.
Io ho imposto col terrore ai miei
mangiamorte ed al mondo magico di chiamarmi Lord Voldemort, tu gli hai permesso
di chiamati Harry e loro ti chiamano Piccola Morte.
E ci hanno visto giusto.
Perché tu SEI la morte,
Harry.
Tu porti la nera signora con te.
Forse perché ci sei nato assieme e ci hai vissuto per tutta la vita.
Così tu non hai paura della
morte.
Nemmeno io, una volta.
Ma da quando ho conosciuto te ho
dovuto rivedere parecchie convinzioni che avevo e che tu con i tuoi occhi, il
tuo sorriso, il tuo cuore oscurato dall’odio e dal potere, hai distrutto.
Così ho paura di morire,
adesso, Harry.
Ho paura di lasciarti da solo.
Ho paura di non stare più
con te.
E’ per questo che ti ho
scritto questa lettera passando da debole.
Ma ho un debole per te, quindi
è la verità, no?
La verità che tu ami tanto.
Ma la verità fa male a
volte, mia bella bambola assassina.
E con questa lettera ti dico di
tagliare ogni filo che ti tiene legato a me.
Non dovrai mai più essere
la bambola di nessuno, mio bel Harry.
Voglio essere io l’ultimo
tuo burattinaio.
Quindi, Harry, d’ora in poi
dovrai essere la bambola di te stesso, niente più fili legati a
qualcuno.
A presto, mia Piccola Morte.
O almeno lo spero.
Tuo Tom.”
Le mani
mi tremavano spaventosamente e Draco se ne accorse, perché mi venne
vicino di fretta, mi toccò la fronte e mi coprì con una coperta.
-
Cosa
succede, Harry?-
-
…-
-
Dai,
Harry, parla!-
-
Lui…
lui… sta per morire…-
-
Lui
chi? Spiegati Harry, dai! Bla! Aza! Fleur! Nevi! Pansy! Muovetevi a venire
qui!-
Nel giro
di poco tempo arrivarono tutti e preoccupati dalla mia faccia stravolta e da
quella inquieta di Draco, ci vennero subito vicino.
-
Cosa
succede?-
-
Non
lo so, Pansy… non dice nulla, solo che lui sta per morire.-
-
Lui
chi? Oh mio Dio, Harry non vorrai dire il Lord?!-
Mi voltai
di scatto verso Fleur.
Riuscii
solo ad annuire.
Un gesto
che mise il panico addosso a tutti.
-
E
ora che facciamo?!-
-
Non
ne ho la più pallida idea, Draco.-
-
Come
fai a stare così tranquillo, Aza?-
Prima che
Azazel potesse rispondere a Blaise io mi alzai.
-
Dobbiamo
andare dai Giganti. Forse arriviamo in tempo.-
-
Ma
come facciamo Harry? Non possiamo lasciare il castello senza qualcuno che ci
faccia attenzione!-
-
Giusto….
Chiamatemi McNair.-
-
Mio
padre? Ma se non ti sta simpatico!-
-
Che
c’entra, Aza? Però mi fido di lui. Muovetevi, dobbiamo fare in
fretta.-
Annui
solamente, poi l’ex serpeverde dai capelli castani e dagli occhi viola
sparì.
Nel
frattempo mi ripresi dallo choc, andai a recuperare la mia bacchetta e mi misi
il classico mantello da Mangiamorte nero.
Lo stesso
avevano fatto gli altri e, quando i due McNair apparvero nella stanza, videro
sei figure nere pronte a partire.
-
Cosa
succede, Signore?-
-
Bando
alle ciance, McNair, so quanto fai fatica a chiamarmi così, quindi per
questa volta non ti sforzare. Aza ti ha accennato qualcosa?-
-
No,
mi ha solo ordinato- occhiata di fuoco al figlio –di venire qui
immediatamente.-
Feci un
sorriso tirato verso il castano, mentre questo faceva apparire con un sorrisino
il suo mantello.
-
Allora
il fatto è questo. Tom sta per morire.-
Ci fu
silenzio per un attimo, nel quale l’uomo dagli occhi anch’esso
viola parve pietrificato.
-
COSA?!-
-
Non
è uno scherzo, McNair. Alexander. Ho bisogno, un bisogno disperato se volgiamo
dirla tutta, che tu faccia la guardia al castello. Mi fido di te, anche se non
riusciamo a sopportarci per molto tempo, e ti dico che il Signore Oscuro ha
motivo di credere che ci sia una spia tra di noi.-
-
Una
spia? Com’è possibile?-
-
Questo
è più complicato da spiegare ed ora il tempo manca. Ti chiedo
quindi di non dire a nessuno quello che io ho detto a te. Non credo tu abbia
bisogno di aiuto, ma se lo riterrai necessario informa solo del bisogno di
coprire Hogwarts a due persona massimo. Intesi?-
-
Si,
ma… voi dove andate?-
Sorrisi
triste, Draco mi mise una mano sulla spalla.
-
A
riprendere ciò che è mio.-
Subito
non capì, ma quando comprese, nel suo sguardo vidi una sorta di
ammirazione mista a rispetto che da lui non avevo mai ricevuto.
Forse, in
quell’occasione così tetra, qualcosa di buono era nato.
-
Allora
buon viaggio, mio Signore.-
E
s’inchinò.
Annuii
con la testa. Poi sparii, seguito dai “miei”.
Riapparimmo
di fronte ad una caverna, la caverna che portava alla città dei giganti,
sulle montagne.
-
Come
pensi di fare, Harry?-
-
Mh…
non saprei. Entriamo?-
Mi
guardarono e sorrisero divertiti. Certo, il piano non era dei più
elaborati, ma non avevo il tempo di pensarci.
Così
entrammo, dopo esserci fatti un incantesimo di invisibilità, che ci fece
raggiungere in fretta il posto dove Tom e i mangiamorte erano giunti.
Lo
spettacolo non fu esattamente incantevole.
C’erano
giganti morti qua e la, un mangiamorte, che coperto di sangue non riconoscevo,
steso a terra, ed in fondo alla stanza immensa c’era lui.
Tom era
per terra, accerchiato dai “suoi” mangiamorte, che lo proteggevano
da non capivo cosa.
Facendo
un rapido calcolo notai che mancava uno all’appello. Erano partiti in
sette, compreso Tom.
Contando
l’uomo a terra erano sei.
Cominciai
a capire.
E la
verità fu davvero sconvolgente.
Avevo
mandato con il mio Lord la spia!
Il
traditore era in quella stanza con noi, il disertore che stava incitando le
creature magiche contro di noi aveva
teso una trappola a Lord Voldemort.
I
“miei” capirono come me e corremmo verso il gruppo più in
fretta che potemmo.
A fianco
a loro un mangiamorte avvertì la presenza dei “miei”, non
della mia.
-
Chi
va là?!-
-
Siamo
noi, padre.-
E si
fecero vedere, Draco, Azazel, Blaise, Fleur, Neville e Pansy.
Erano
intelligenti quei ragazzi e capirono che era meglio se io restavo invisibile,
se non mi avevano scoperto.
Potevo
essere l’elemento sorpresa necessario per incastrare il traditore.
-
Draco?!
E voi cosa ci fate qui?-
-
Ci
ha mandati Harry…-
Tom
alzò di scatto la testa.
-
E
lui dov’è?! Ti avevo dato una missione, giovane Malfoy.-
-
E
la sto mantenendo, signore…-
Il mio
burattinaio capì.
Si
guardò in torno, ma non potevo correre il rischio di farmi vedere.
Sentivo
che c’era qualcun altro, con noi.
-
Bene…
allora perché vi ha mandati qui, la bella e Piccola Morte?-
-
Per
venire in vostro aiuto, mio Signore.-
Fleur
fece un inchino profondo, e notai uno sguardo rivolto a lei, da un paio di
occhi viola.
Interessante.
Forse
stavano nascendo due cose piacevoli, e non solo una.
-
Cosa
è successo qui? Perché ci sono dei giganti morti?-
Mentre
ascoltavo la spiegazione di Lastrange, di come appena arrivati lì li
avevano attaccati, io mi avvicinai al corpo nero che avevo visto prima.
Avevo una
spiacevolissima sensazione.
Due
persone mancavano all’appello, ed una era riversa a terra.
Senza
farmi notare voltai il corpo, che era ancora in vita.
Nott.
Merda.
Quel
figlio di puttana…
Lo sapevo
che era lui.
Lo sapevo
che era troppo incline al volta faccia.
Ma se lo
avessi preso… oh.
Lo avrei
torturato con le mie mani.
Ad un
tratto sentii un rumore forte, una folata di vento fortissima che spazzò
via tutti i mangiamorte, lasciando Tom scoperto, per terra e ferito.
Si
materializzò un gigante, il capo, dalla stazza.
I giganti
non posso materializzarsi o usare magie.
Quel
bastardo era nei paraggi.
Cominciai
a camminare piano per la stanza, in modo da avvicinarmi il più possibile
al mio burattinaio… ex burattinaio, per sua volontà.
A pochi
passi da lui il gigante fece per prenderlo nella sua stretta mortale, ma fu
scagliato via da tre Expelliarmus lanciati da Draco Lucius e Azazel, gli altri
avevano fatto scudo a Tom, mentre si avvicinavano in fretta.
-
I
giganti non possono usare magie! E dove sono Nott e Piton?!-
-
Uno
è steso laggiù, lo avrai sicuramente visto, nipote. L’altro
è il traditore.-
Quello
che pensavo. Quel figlio di un babbano, il Principe Mezzosangue, aveva di nuovo
tradito Lord Voldemort.
Il mio
odio prepotente voleva uscire dal mio petto, mi ci volle molto auto controllo
per non mettere a ferro e fuoco quella stanza di pietra e far bruciare vivo il
reietto.
Per mia
fortuna si fece vedere, con un sorriso maligno in volto, materializzato a
fianco del gigante.
-
Ma
bene… anche i giovani mangiamorte… che piatto ricco. Peccato che
non ci sia anche il nostre prezioso Potter!-
-
Aveva
di meglio da fare piuttosto che venire a uccidere te!-
-
Draco,
Draco… te l’ho sempre detto che il tuo debole per quel ragazzo ti
avrebbe portato fuori strada. Vieni con me, ragazzo.-
-
Neanche
morto… con un traditore mezzosangue?!-
Il caro
Draco fece infiammare Piton in una maniera incredibile.
E pensare
che credevo di riuscirci solo io….
Ma dovevo
fare in fretta.
Sicuramente
i giganti avevano qualche protezione, altrimenti sarebbero stati sconfitti
immediatamente dai mangiamorte.
Quel
Piton doveva avergli dato qualche strana pozione.
-
Bene.
Sarai il primo a morire, allora.-
Altri
sette giganti apparvero e presero con la forza i mangiamorte, gettando lontano
le loro bacchette.
Solo
Draco e Tom erano liberi dalla presa di uno di quei bestioni.
Ma non
era un buon segno.
Quando
Piton alzò la bacchetta per uccidere il biondo, lo fermai con un
incantesimo non vocale.
Il
Levicorpus che aveva inventato lui stesso.
Finì
appeso all’aria per le caviglie, una visione davvero deliziosa per i miei
occhi.
-
Che
diavolo… Potter! Vieni fuori, piccolo infame! Solo tu puoi aver fatto
questo incantesimo!!-
-
Già…
solo io, che ho avuto per maestro il giovane Principe Mezzosangue, non è
così?-
Apparvi
al fianco di Draco, che nel frattempo si era tirato su ed era davanti a Tom,
che aveva lo sguardo piacevolmente divertito.
Purtroppo
Piton fu subito rimesso a terra da sé stesso, con il Liberacorpus.
-
Non
sei degno di usare questi incantesimi, Potter, come non lo era nemmeno
tuo…-
-
Mio
padre, già. Stano vizio di famiglia appenderti per le caviglie, eh?-
Ghignai.
Il mio
odio per quell’uomo rasentava l’impossibile.
E lo
stesso valeva per lui.
Così
preso dal divertimento non sentii un gigante che mi sbatté
dall’altra parte della stanza con uno schiaffo, poi prese Draco e Tom e
li portò davanti a Piton.
-
Divertiti
quanto ti pare, Potter, nel frattempo io porto a termine la mia missione.-
-
Ah,
non te lo permetterò, Piton, lo sai.-
-
Davvero?
Ne riparleremo quando avrai abbattuto tutti i giganti, eh?-
E altri cinque
giganti si frapposero tra me e quell’essere orripilante.
Ringhiai.
Non erano
certo 5 pezzi di pietra che si muovevano a potermi fermare.
-
Tzk…
Petrificus incendio!-
Il
gigante prese fuoco mentre si bloccava… in realtà erano le fiamme
a bloccarlo.
Gli altri
quattro giganti furono spazzati via come cenere al vento, dal mio potere che
ribolliva in tutto il mio essere.
Oh,
l’amore è un grande e immenso potere… ma datemi un po’
di odio ed io sarò immortale!
Quando
cercai con lo sguardo Draco, Tom e quella nullità di Piton, vidi i
“miei” mangiamorte stramazzati a terra, dal primo all’ultimo.
Vidi i
giganti che gli facevano a guardia morti.
Bravi i
“miei” ragazzi, anche se mi appuntai a mente di ricordare a tutti
loro di non fare l’impossibile, perché di corpi morti non ce ne
saremmo fatti proprio nulla.
Le tre
figure che cercavo erano completamente dall’altra parte della stanza.
L’essere
perennemente untuoso aveva la bacchetta puntata verso il mio Tom.
Draco
aveva le mani insanguinate, due ferite aperte nei polsi.
Quando
vidi partire un lampo di luce colorata, ad un tratto quel posto mi parse lungo
chilometri.
Quando
fui a fianco del mio Signore m’inginocchiai, nel petto sentivo una
pressione dolorosissima.
-
Tom…
mio signore… mio bel burattinaio…-
Era
sdraiato a terra, Piton gli aveva lanciato solo una Crucio, fortunatamente.
Cioè, sempre meglio dell’avada.
I capelli
neri gli coprivano gli occhi rubini, la pelle era pallida come la neve, le
labbra livide.
Lo presi
parzialmente tra le mie braccia.
-
Harry…
hai… letto la lettera, vero?-
-
Si,
Tom. Non parlare mai più in quel modo. E poi cosa volevi fare, eh?!
Lasciarmi, per caso?-
La mia
voce era quieta, ma tremava leggermente.
Il mondo
intorno a noi due era come arrestato.
Esistevamo
solo noi.
Solo io e
Tom.
Voldemort
e la sua Morte.
-
Non
lo farei mai, Harry, lo sai. Lasciare te sarebbe come uccidermi. Non posso
vivere senza di te. Ma tu devi poter vivere senza di me.-
-
Cosa
stai dicendo? Smettila di scherzare!-
-
Non
sto scherzando, mia bella morte dagli occhi smeraldini. Non ti ho mai reputato
uno sciocco, ora non fare finta d’esserlo. Sto morendo, Harry. Lo so io
come lo sai tu. Ma sai… in fondo non è così male, sai?
Morire tra le tue braccia non è una cosa tanto dolorosa, in fondo.-
-
Smettila!
Smettila, smettila, smettila!!-
-
Smettila
tu. Stai comportandoti come un bambino. Ricorda chi sei.-
Ero
disperato.
Lo sapevo
che stava morendo, stava morendo tra le mie mani, ma non potevo accettarlo.
Non
potevo in alcun modo.
Se lo
avessi fatto sarei crollato.
E non
potevo crollare.
Sentii
una mano calda sulla mia spalla.
Mi girai
con lo sguardo annebbiato dalle lacrime che stavano per scendere prepotenti.
Draco era
accanto a me.
Anche lui
stava morendo, dissanguato.
Guardai
per terra e mi trovai in una pozza di sangue.
Cosa
dovevo fare?
Stavo di
nuovo per essere abbandonato.
-
Harry…
ascolta, finché riesco a parlare.-
-
Ma…-
-
Shh.
Ascolta e basta. Puoi guarire Draco. Sono solo tagli. Puoi guarire i
nostri… i TUOI mangiamorte… no silenzio ho detto… puoi
tornare con il mio corpo ad Hogwarts. Puoi continuare, anzi, costruire un nuovo
mondo oscuro, più potente e temibile di quello attuale. Puoi fare tutte
queste cose, mia bella Piccola Morte, ma non puoi guarire me. Piton mi ha tolto
ogni potere magico, con un incantesimo che solo lui sa. E’ giunto il mio
tempo, e questa volta per davvero. Ma come ho già detto non è poi
tanto male, morire tra le tue braccia. Ti chiedo solo una cosa, Harry…
vuoi ascoltare?-
Provai a
rispondere, ma la gola era bloccata.
Annuii e
mi accorsi di tremare.
Draco
ancora mi teneva la spalla, la stretta più debole per il sangue che
stava scorrendo via dal suo corpo.
Tom
posò una sua mano gelida sulla mia guancia bagnata.
Stava
morendo.
Ed io
stavo piangendo.
-
No,
Piccola Morte, non piangere. Ci rivedremo, un giorno. Ti aspetterò
all’inferno. Ma ascolta la mia richiesta. So che è egoistico da
parte mia, ma sono sempre Lord Voldemort…. Per favore, Harry, lascia che
io muoia qui, tra le tue braccia. Tra le braccia della persona che mi ha reso
il più potente mago oscuro di tutti i tempi. Tra le braccia della
persona che mi ha insegnato l’amore. Vuoi, mio bel amante?-
Ancora la
mia gola era serrata.
Annuii
solamente e lo strinsi a me, cercando di scaldarlo, ricevendo solo gelo come
risposta.
Ebbe uno
spasimo.
-
Draco…
mi senti?-
-
Si,
mio Signore…-
-
Bene.
Ti ordino… anzi, ti chiedo, per favore, di stare sempre con Harry. Non
abbandonarlo. So cosa provi per lui, ma tu eri troppo fedele a me e volevi
troppo bene a lui, per procurargli sofferenza con la verità che lui
tanto ama.-
-
Tom
cosa stai dicendo?-
-
Sei
uno sciocco, Harry, quando vuoi. Eri troppo preso da me per accorgerti che
altri occhi ti accompagnavano in ogni dove… ma questo non mi riguarda
più ormai. Draco, voglio solo che tu stia, assieme agli altri giovani mangiamorte, sempre al fianco di
Harry. E’ lui, ora, il Signore Oscuro.-
-
Si,
mio signore… per me e per gli altri Harry è sempre stato il nostro
Signore…-
-
Bene…
ora mio bel amante… dobbiamo salutarci…-
-
No…
Tom, non lasciarmi… non anche tu…-
-
Non
ti sto lasciando da solo, Harry. Hai davanti nelle tue mani un mondo intero. Al
tuo fianco persone fidate… e che ti amano…-
-
Ma
io… io voglio te…-
-
Non
essere stupido. Pensa anche agli altri e non solo a te… credi che io
voglia morire, forse? Ora che avevo raggiunto tutto quello che avevo sempre
desiderato nella mai vita?!… no Harry, mio amante bellissimo…
ora… sono stanco…ti ho amato, ti amo e ti amerò per
sempre…-
Furono
quelle le sue ultime parole, prima di chiudere gli occhi di rubino che io avevo
imparato molto in fretta ad amare.
Non
urlai, quando avvertii la sua anima, o quello che ne restava, volare via,
lontano dal suo corpo.
Lo
strinsi di più a me, mente una calma gelida fluiva in tutto il mio
corpo.
Se il
dolore è troppo grande, qualcosa nel nostro corpo si aziona, per creare
all’istante delle barriere di contenimento.
Penso sia
una forma di sopravvivenza.
Lo
adagiai piano al pavimento, sporco del sangue di Draco, che era più
bianco della neve fresca, le labbra viola.
Lo
guardai negli occhi, nei suoi bellissimi occhi color cielo in tempesta, quel
grigio che abbracciava l’azzurro più freddo.
E
ciò che vidi, in quella tormenta, azionò in me una nuova
scintilla.
C’era
amore, speranza, fiducia.
Qualcosa
mi balzò nel petto, ma non avevo il tempo di pensare ai miei organi
interni che facevano brutti scherza, dovevo guarire lui e gli altri.
Con un
incanto curativo e uno di rimpolpa sangue il mio bello e fidato biondo fu come
nuovo e lo lasciai sdraiato dov’era, con sopra il mio mantello per fargli
calore.
Mi
spostai verso i miei mangiamorte.
Miei.
Ora erano
davvero miei.
Il mio
Signore non c’era più… ma quello non era né il tempo
né il luogo adatto per cedere.
Quelli
messi un po’ peggio erano Azazel e Fleur, ma in breve sistemai tutti
abbastanza bene da non dovermeli trascinare fino al castello in spalla.
-
Miei
signori…-
Attirai
la loro attenzione.
Mentre si
alzavano si voltarono verso di me, chi più sano, chi malfermo nelle
proprie gambe, ma tutti vivi.
-
La
missione è conclusa. Non come speravo… ma ora è il momento
di tornare tra le mura di casa e di riposarci, non di compatirci per quello che
è successo. Aza, Fleur, riuscite a smaterializzarvi? Ci riuscite tutti?-
Tutti
assentarono con la testa, o se qualcuno parlò, le mie orecchie non
sentirono.
Era tutto
ovattato.
Non so
che faccia o che sguardo avessi, ma non doveva essere dei migliori, visti i
visi preoccupate di tutti.
Ma non
importava.
Solo
più un incantesimo a Nott, che ebbe comunque il bisogno di una mano da
Lucius e Goyle, poi fummo tutti pronti per andarcene.
Mi mossi
verso Draco e il corpo di quello che fu Lord Voldemort.
-
Andate,
miei signori. Io arrivo subito… appena arrivate, chiamate tutti a
raccolta in Sala Grande. Una sola comunicazione, poi potremo riposare. Ve lo
prometto…-
-
Non
hai bisogno di una mano per…-
-
No,
Nevi. Grazie lo stesso. Anzi forse si. Draco, hai bisogno di un appoggio?-
L’interpellato
si alzò appoggiandosi al muro.
-
No…
o forse si…-
-
Bene…
Blaise, Pansy. Occupatevene voi.-
-
Si
Harry…. Tu piuttosto… sicuro di voler fare da solo?-
-
Si,
Blaise. Ora. Andate.-
Sparirono
tutti immediatamente, lasciandomi solo con il cadavere.
Mi chiesi
dove fosse finito Piton… quel verme.
Quando
osservai attentamente la stanza lo vidi, steso a terra.
Prima non
me n’ero accorto, troppo preso dagli altri.
Mi
avvicinai.
Aveva gli
occhi aperti per lo stupore, una ferita a forma di saetta che prendeva tutto il
petto.
Era
profonda.
Mi chiesi
chi lo avesse ucciso e quando, io non me n’ero reso conto.
Avrei
chiesto non appena tornato ad Hogwarts.
Lo feci
bruciare in una fiammata nera come la pece, poi andai da Tom.
Il mio
Tom.
La mia
vita se n’era andata via, quando era volata via la sua anima, o quello
che era.
M’inginocchiai
e gli misi la testa sulle mie ginocchia.
Gli
accarezzai il volto, per la prima volta rilassato completamente in ogni punto.
La
fronte, che era sempre increspata.
Gli
occhi, di solito in un cipiglio superiore e freddo.
Le
sopracciglia, che erano perennemente aggrottate.
La bocca,
che sembrava fosse stata scolpita irata nella sua pelle di marmo.
Toccai
ogni uno di quei punti lievemente, poi segnai con i polpastrelli i contorni del
viso, delle labbra, del naso, degli occhi.
Una
goccia cadde proprio all’angolo dell’occhio, le palpebre abbassate
a nascondere i sui due rubini, il suo prezioso sguardo.
Così
freddo e rovente allo stesso tempo.
La goccia
scivolò di lato e sparì in mezzo ai capelli corvini.
Fu come
se avesse pianto per un ultima volta, forse anche la prima.
Mi toccai
le guance.
Bagnate.
Lacrime
agrodolci.
Per ogni
lacrima che cadeva sul suo viso un ricordo affiorava nella mia mente.
Lacrime
dolciastre, per ogni emozione felice, per ogni momento incantato.
Lacrime
amare al ricordo del tempo perduto a combatterci.
Lo
abbracciai, il suo viso stretto al mio petto.
Il mio
cuore avrebbe battuto per entrambi.
La mia
vita sarebbe stata vissuta anche per lui.
Dopo non
so quanto tempo smisi di piangere.
Mi
asciugai il volto, misi una mano in tasca e tirai fuori il suo regalo.
Lo avevo
portato con me, senza volerlo.
Sentii
cambiare qualcosa nel mio sguardo, quando misi l’anello al dito,
esattamente come lo aveva portato lui, al mignolo.
Lo presi
in braccio, poi mi smaterializzai.
Quando
fui nella Sala Grande, ogni mangiamorte si voltò verso di me.
Ed io
guardai ognuno di loro.
S’inginocchiarono
davanti a me ed al corpo stretto nel mio abbraccio possessivo.
-
Alzatevi,
miei signori… ed ascoltate.-
Fecero
come era stato detto, in breve vidi i mangiamorte che erano stati con me nella
caverna ed Alexander McNair furono i più vicini a me.
-
Lord
Voldemort è stato ucciso… c’era un traditore, tra i
noi…- bisbigli di stupore -ma ora è morto. Ora vi chiedo
cortesemente due cose. La prima è che se ce ne sono altri, che se ne vadano
immediatamente, perché quando scoprirò i loro nomi, desidereranno
ardentemente essersene andati in questo momento in cui io ho dato loro la
possibilità… nessuno? Bene. O siete tutti fedeli, o
c’è qualche pazzo tra di noi… presto lo scopriremo. La seconda
cosa è questa: voglio, esigo, che chi non crede in questo regno, in
questo modo di usare il potere della magia, si faccia avanti e se ne vada. Non
gli farò nulla. Ogni uno ha il diritto di avere le proprie idee. Ma vi
avverto. Sta per nascere una nuova era… se sarete con me in quel momento,
dovrete esserlo per sempre. Non esigo tradimenti… voglio la
verità. Quindi vi sto dando la possibilità di scegliere. Di
vivere nel mondo che vorrete. Quale che sarà quello che giungerà
al nuovo millennio non ci è dato saperlo… fate la vostra scelta.
Questa è l’ultima possibilità.-
Guardai
gli uomini, i ragazzi, e donne vestite di nero che mi osservavano stupiti.
Lessi nei
loro occhi, dopo un memento di disorientamento, la sicurezza, la
determinazione.
-
Bene,
non può che farmi piacere. Allora, miei signori. Brevemente è
questo che voglio dirvi: il mio desiderio è di creare il mondo che
sognava il Signore Oscuro, anche se ci saranno cose diverse. Non voglio legarvi
a me con la paura, il terrore. Se state con me, lo dovete fare perché
credete in me, o in quello che faccio. L’ipocrisia viaggia a braccetto
con il tradimento. Quindi costruirò per voi il mondo che vogliamo.
Creerò con il vostro aiuto, se me lo concederete, un nuovo regno…
il più oscuro e potente che sia mai esistito… chi è con
me?!-
La
risposta fu un boato, pugni alzati in aria in segno di vittoria.
Li
guardai e sorrisi.
-
Ogni
vostro desiderio è un ordine, miei signori… che ci sia il degno
saluto che Lord Voldemort si merita… e che si crei assieme il mondo che bramiamo…-
Di nuovo
le mie orecchie sentirono solo urla d’assenso.
La prima
notte di luna piena ci fu il funerale di Tom.
Il suo
corpo arse in fiamme color porpora, le sue ceneri furono portate via dal vento
e sparse in ogni luogo.
Al
tramonto successivo tutti i mangiamorte mi giurarono fedeltà eterna e mi
designarono come il nuovo Signore Oscuro.
Il mio
dolore per la perdita di Tom si attenuò grazie alla vicinanza di Draco.
Aveva
avuto ragione, il mio ex burattinaio, ero stato uno sciocco a non notare come
gli occhi di tempesta di Draco mi seguissero ovunque.
Tutti i
mangiamorte che erano stati con me nella caverna, più McNair, furono
designati come i cavalieri della morte.
E con
loro al mio fianco creai il mio regno oscuro, potente e temuto per tutti quelli
che non erano con me.
Con noi.
Non ero
più
Non
più
Ero
Ed
avevano ragione, tutti quelli che mi chiamavano così.
Perché
questo è ciò che sono.
Questo
è ciò che porto.
Morte.
Con il
mio regno bello e dannato.
Anche per
te, mio primo amore ed ultimo burattinaio, Tom.
.…Fine….
Or not?
Salve
gente!!... mamma mia che capitolo assurdamente lungo… non ne avevo ami
fatto uno così… spropositatamente oblungo! Ma come parlo?!
Sarà
la fatica!
Dunque,
partiamo dal presupposto che ci saranno un’infinità di orrori di
battitura perché la fic è davvero troooppo lunga perché io
la rilegga di nuovo e la corregga… vorrei vedere un po’ di
recensioni per questo super sequel di BAMBOLA ASSASSINA… e vorrei anche
dirvi che ho una mezza idea di fare almeno un’altra one-shot, se non due,
che si collegano a questa e alla precedente.
Una
avrebbe coma protagonista la bella Fleur… che ci racconterebbe
dell’ultimo periodo vissuto tra i bravi e del nuovo mondo nel quale si
trova grazie ad Harry…
L’altra
sarebbe raccontata da Draco… potete immaginare…
In
entrambe si svelerebbe anche il seguito di questa one-shot….
Bene. Io
le mie idee ve le ho esposte… mi aspetto delle risposte, dei
consigli… insomma… recensite, quantomeno per fare felice questa
povera scrittrice che si è quasi mangiata i polpastrelli a scrivere
questa storia J…
Ah, qui
rispondo alle recensioni fatte a bambola assassina:.
Mistress
Lay:. Allora, che mi dici del mio sequel? E’ carino oppure era meglio9
che lasciassi perdere? E le mie idee? Ne varrebbe al pena?... guarda che con te
sono arrabbiata… continui a non recensire la mia fic “amore
proibito”! Io comunque ho letto RdS e flores, credo di aver recensito
tutte e due… Bè, fatti sentire, ho bisogno del tuo parere! J BaX
Ladykiller:.
Bè, cara la mia assassina… se ti piace l’horror e il dark,
che per altro amo anche io, dimmi.. che te ne pare di questo seguito? Eh? Eh?
Eh?... senti… hai mai letto nulla di Laurell K. Hamilton? Scrive su
vampiri e simili ed è abbastanza dark… fammi sapere, ok? BaX
Lucifera82:.
Mi fa piacere che Harry cattivo, ma non troppo, ti piaccia… ti piace
anche come si è comportato? Scusa se non ho più recensito la tua
storia ma sono tornata da poco nel mondo di internet… ti prometto che
appena posso leggo tutto in una volta e ti faccio sapere, ok? BaX
Bingo
bongo:… bel nome… J bè, lo penso anche io che Harry sia
più affascinante da cattivo… e mi pare che questa fic lo dimostri,
no? J
Orione:.
Si, direi che il concetto l’ho afferrato… e del seguito che te ne
pare??? BaX
Bene miei
cari lettori… anche se è presto ho un sonno incredibile ma ho
ancora un casino di cose da fare, tra cui fare un cd a un’amica…
mai un po’ di tempo libero, me tapina!!
Allora,
tutto quello che volevo dire l’ho detto, tranne forse che presto
posterò un nuovo chap di amore proibito… per chi non l’ha
ancora letto… bè, avete appena trovato cosa fare per un po’
di questa sera! J J BaX ek