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Autore: ekslytherin    13/01/2006    12 recensioni
chiedo perdono, l'ho ripostato ed ora si legge... "Non ero più la Bambola Assassina, per il mondo. Non più la Piccola Morte. Ero la Morte stessa. Ed avevano ragione, tutti quelli che mi chiamavano così. Perché questo è ciò che sono. Questo è ciò che porto. Morte. Con il mio regno bello e dannato." Eccovi il sequel di BAMBOLA ASSASSINA... potete tranquillamente leggere senza aver letto l'altra... BaX ek
Genere: Romantico, Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un nuovo Signore Oscuro

Un nuovo Signore Oscuro

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Oh… si….

Mi piacerà molto questo nuovo paese dei balocchi!

“Bambola assassina”

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Il nuovo regno oscuro era iniziato ormai da sei mesi.

Dopo la presa di Hogwarts erano seguite quella di Dursmang e di tutte le altre fortezze della resistenza.

Ormai il potere assoluto lo aveva il mio burattinaio.

E di conseguenza lo avevo io.

La mia casa delle bambole era diventata quella che fu la scuola di magia e stregoneria più famosa di Londra, come del resto Tom mi aveva promesso.

Lui spesso era in missione, soprattutto affari di burocrazia, così capitava sovente che stessimo separati per giorni interi.

Proprio per via di quella situazione finimmo per fare una divisione di locazione.

Avevamo creato due eserciti separati, uno con me che viveva ad Hogwarts, l’altro con Tom al Riddle Manor, anche se naturalmente spesso ci riunivamo per discutere, tutti assieme, mentre io e il mio bel marionettista.. bè.

Eravamo amanti, ci incontravamo ovunque fossimo tutte le notti.

A me erano stati affidati i nuovi Mangiamorte, per intenderci i miei compagni di scuola e tutti i ragazzi che erano entrati tra le fila del Signore Oscuro; Tom guidava i “veterani”.

Spesso capitava che ci mettessero alla prova, per vedere di che pasta eravamo fatti… erano fatti. Di me sapevano già tutto il necessario.

E io li guidavo nei nascondigli segreti dell’Ordine della Fenice, che ancora resisteva, ed in tutti quei posti dove dovevamo uccidere, o prendere prigionieri.

Erano passati solo sei mesi, ma ero più che soddisfatto dell’evoluzione che i “miei” avevano subito.

Certo, erano già al principio dei geni nelle arti oscure, o per vera e propria indole, o perché erano stati iniziati a quelle arti sin da piccoli, ma dopo aver passato con me quel tempo… oh, erano diventati delle vere e proprie macchine da guerra.

Ma al contrario delle macchine loro pensavano, il che li rendeva molto più pericolosi.

Insegnai loro le arti bianche, quelle che erano state insegnate a me da Silente per battere il mio amore.

Certo, mi ci volle un po’ di tempo per far capire a tutti che vantaggio sarebbe stato impararle.

Ricordo come se fosse stato ieri quella riunione.

FLASH BACK

- E’ una cosa assurda…-

- Modera i toni, Rodolfus, ricorda con chi stai parlando!-

- Chiedo scusa, mio signore, ma quello che il principe dice è…-

- Lo so anche io che quello che vi ho appena chiesto di fare suona strano, Lastrange, ma vi assicuro, perché l’ho provato sulla mia pelle, che la magia bianca potrà aumentare in modo stratosferico il potere delle arti oscure!-

Era una riunione in cui tutti i mangiamorte dovevano essere presenti, dal più anziano al novizio.

Era una cosa importante che avevo intenzione di mettere in moto non appena mi avessero dato tutti il loro consenso.

Già.

Ero il loro Principe, il più in alto nella gerarchia dopo Tom, ma volevo avere l’approvazione di tutti.

Quella di Tom già l’avevo ottenuta… ma la persuasione che usavo sul mio signore non potevo certo sfruttarla con le figure vestite di nero che mi si presentavano davanti!

Erano tutti seduti nell’immensa stanza che una volta era stata la Sala Grande, gli adulti alla destra di Tom, i nuovi alla mia sinistra.

Io e lui a capotavola, anche se io ero in piedi e lui seduto.

Vedevo i volti basiti di quasi tutti i presenti, tranne quelli di tre persone.

Tom e i due Malfoy.

Avevo trovato ben presto nel mio ex nemico un fidato compagno e, come era suo padre per Tom, Draco era divenuto il mio braccio destro.

Non metteva mai in dubbio qualcosa che proponevo, e non perché non pensasse con la sua testa, semplicemente io e lui viaggiavamo sulla stessa lunghezza d’onda.

- Ma è, se mi permette mio principe, una cosa assurda… come è possibile che la magia bianca potenzi quella oscura?-

Artemis Zabini.

Era un bravo Mangiamorte, come del resto il figlio Blaise, ma una sua pecca era che cercava di usare la logica con la magia… due cose completamente agli angoli opposti.

Era anche vero però che tutti erano della sua idea… come fare, allora?

Cosa poteva essere meglio di una dimostrazione pratica?

Sorrisi, anzi ghignai.

La maggior parte tremarono.

Draco mi diceva speso che avevo lo stesso ghigno del mio burattinaio… anche lo sguardo ogni tanto era simile.

Tom alzò le sopracciglia, voleva vedere cosa avrei organizzato, Draco intuì e ghignò anche lui, Lucius abbassò la testa in segno di approvazione.

- Te lo permetto, Zabini… ed i tuoi dubbi sono i dubbi di tutti…. Perché non facciamo una prova, volete?-

- In che modo, mio signore?-

Azazel McNair.

Lui era uno dei “miei”.

Faceva parte dello stesso anno di Draco e Blaise, a scuola. E naturalmente della stessa casa.

Il padre non mi stava molto simpatico, mentre il figlio si.

- Prendiamo a caso qualcosa… due prigionieri per le cruciatus. Oppure due oggetti per l’incendio.-

Al nome cruciatus furono tutti ben disposti ad osservare un esempio.

Mi faceva sorridere quel loro comportamento davanti alle torture ed al dolore altrui.

Sembravano dei bambini che avevano scoperto che il loro compleanno era arrivato in anticipo.

- Opterei per due ostaggi, mia bella bambola assassina….-

Mi girai sorridendo in direzione del mio manovratore, i suoi occhi scintillavano divertiti.

Come potevo non assecondarlo?

- E sia. Allora portate qui due persone. Poi voglio un volontario… chi è il più potente con le cruciatus?-

In quel momento si guardarono tutti in giro, poi pian piano gli sguardi si puntarono su un ragazzo.

Neville Paciok.

Incredibile da credere, era l’unico che mi aveva seguito dalla parte del male, del potere.

Era giunto alla mia stessa conclusione: fare i buoni non porta a nulla, solo alla sofferenza ed al dolore.

Così, inaspettatamente era diventato un vero e proprio maestro specifico della maledizione che gli aveva reso la vita un inferno facendo diventare pazzi i suoi genitori.

Senza contare poi che si era reso conto lui stesso di cosa significasse essere usato come marionetta inconsapevole. Lo sapeva e sapeva anche che sarebbe potuto succedere a lui, se solo Tom avesse lanciato l’Avada a lui invece che a me.

Si avvicinò sorridendo.

La più grande differenza tra me e lui era quella che mentre io ora ero a tutti gli effetti, anche esteriormente, il principe di quel regno oscuro, lui sembrava ancora un grifone.

Non più impacciato dalla timidezza, solo grifone, con i suoi sorrisi aperti e sinceri, caldi.

Come lo erano stati i miei tempo addietro ma che ora appartenevano solo più a una persona.

Neville dal sorriso, così lo avevano soprannominato scherzosamente una volta Draco e Blaise, e così era rimasto per tutti.

Dal sorriso perché anche mentre torturava qualcuno, il suo bel sorriso radioso non scompariva dalle sue labbra.

- Bene, vieni, Nevi.-

Accennò con il capo e si mise di fianco a me, avanti alla tavolata di Mangiamorte, di modo che tutti ci potessero vedere.

Dopo poco arrivarono i prigionieri che avevo chiesto.

Uno lo feci posizionare di fronte a me, l’altro di fronte a Neville, che sorrideva come sempre.

- Perché non ci illustri cosa vuoi fare, mio bel burattino?-

- Si… ora io e Neville lanceremo le nostre Cruciatus. Lui quella evoluta dalla magia nera occulta, io quella mischiata alla magia bianca. Non ci sarà bisogno di parole. Le vostre orecchie faranno da giudici….-

Il senso della metafora era molto chiaro, come dimostrarono i ghigni sulle facce di tutti.

Quando fummo tutti e due pronti e quando vidi Draco e Tom che osservavano attenti, diedi il via.

La parte iniziale delle formule non si sentirono, a parte il classico Crucio e la differenza sostanziale che si vide furono gli schizzi neri scaturire dalla bacchetta di Neville mentre quelli bianchi e neri dalla mia.

Ma quando gli incantesimi giunsero ai prigionieri… ah, lì si che ci fu la differenza!

L’urlo straziato che si sentì uscire dalla gola della cavia di Nevi fece rabbrividire persino molti Mangiamorte. Ogni volta che vedevamo il mio caro ex compagno di stanza lanciare una cruciatus a qualcuno, ci rendevamo conto che diventava sempre più potente.

Il mio uomo… oh….

Il suono che uscì dalla sua bocca non sembrava nemmeno procurato da un essere umano, nemmeno da un essere vivente.

Gridò per nemmeno cinque secondi, poi svenne.

Avevo osservato per tutto il tempo il mio uomo ma quando questo svenne spostai lo sguardo verso gli spettatori.

Erano tutti sbiancati, alcuni dei novizi arrivati da poco più di un paio di mesi si erano dovuti tenere al tavolo per non cadere dal terrore, persino i più anziani e potenti avevano una nota di terrore negli occhi spalancati.

Poteva non sembrare vero, o impossibile da credere per i “buoni”, ma i mangiamorte erano empatici, molte volte.

E quella loro reazione ne fu la prova.

Ci fu silenzio per alcuni minuti, in cui il sangue ricominciò a circolare in quei corpi vestiti di nero, poi questo venne interrotto da Neville, che continuava a sorridere, ora lievemente.

- Incredibile, Harry…. Il tuo incantesimo è di una potenza sconfinata! Perché una cruciatus, anche delle peggiori, faccia svenire il torturato, bisogna lanciarne almeno tre… e sto parlando di me.-

Sorrisi in sua direzione.

Lui riusciva, ed era uno dei pochi, a farmi sorridere sul serio, senza malizia o ghigni.

Solo sorridere.

Mi voltai verso i mangiamorte, verso il mio Signore.

- E’ questo che vi propongo: magie potenziate ad un livello stratosferico, senza dover spendere più energie di quelle che ci si mettono con gli incantesimi normali!-

- Come… come è possibile?-

- Ora vi spiego, per esempio, la mia cruciatus, Artemis. Ho usato la magia bianca per rendere il corpo forte, con una magia di medicazione…-

- Come quella che hai usato con me ad Hogwarts?-

- Si Draco.-

- Ma perché?-

- Perché, McNair, per rendere il corpo di nuovo forte, rivitalizzato, le cellule devono lavorare in fretta, con l’aiuto dell’incantesimo che ho lanciato. E così la cruciatus ha colpito due, tre volte più forte.-

Gli sguardi erano ancora incerti e interrogativi… forse non mi ero spiegato molto bene.

- Immaginate quando il corpo si abilita a chiudere una ferita…- e qui feci apparire con un colpo di bacchetta una ipotetica ferita grande quanto il mio braccio a mezz’aria – le piastrine e tutte le varie unità addette lavorano ininterrottamente fino a quando non si forma la crosta, giusto?- qui creai la crosta sulla ferita –Bene. Immaginate ora una scossa fortissima di energia che distrugge tutte le cellule nuove che hanno appena formato la crosta…- fu il turno di un piccolo lampo che distrusse la crosta e fece sanguinare l’ipotetica ferita riaperta.

- Ho capito! Rivitalizzando il corpo, si accentuano tutti i sensori del dolore e si distruggono tutte le cellule sane che si sono appena create grazie alla magia bianca!-

- Esatto, Azazel!-

Quando osservai le facce pensierose e i sorrisi che poco dopo si formarono sui visi di tutti, capii che il mio progetto stava per prendere inizio.

FINE FLASH BACK

Da quel giorno per parecchio tempo ci allenammo nelle arti bianche e non in quelle oscure.

Il risultato fu davvero spettacolare.

In breve i “miei” capirono come si facesse e quali fossero le accoppiate più distruttrici di magia bianca e nera e poco dopo Tom ci mandò a combattere contro una fazione di resistenza in Francia.

Naturalmente vincemmo noi, ma con una velocità incredibile.

Nemmeno io credevo che i “miei” fossero diventati così forti.

Io non feci nulla, me ne stai su una collina ad osservare l’azione di distruzione che i nuovi mangiamorte stavano creando.

Faceva parecchio freddo, ricordo, ed ero ben avvolto nel mio mantello nero, con il cappuccio tirato in testa dal quale uscivano solo i ciuffi di capelli più lunghi.

Ad un certo punto vidi una persona che non vedevo dal quarto anno e in battito di ciglia fui a fianco della figura.

Questa stava duellando contro uno degli ultimi arrivati, un ragazzo tedesco di cui non riuscivo mai a dire il cognome.

Quando lui mi vide dietro alla figura si girò e se ne andò.

Lo facevano sempre, i “miei”; quando io andavo affianco a qualche persona in campo, loro si dileguavano, andavano ad uccidere da qualche altra parte.

Io non gli avevo mai chiesto niente, ma all’unisono erano arrivati alla conclusione che se io mi avvicinavo a qualcuno e me ne interessavo voleva dire o morte sicura o un nuovo alleato.

Già, in battaglia avevo portato parecchie new entry tra le nostre fila.

E sinceramente l’unica cosa bella che ricordo di quella battaglia fu l’incontro con la bella mezza veela Fleur Delacour.

- Ehi! Dove scappi?!-

- Non scappa, Fleur. I miei non scappano mai. Ha solo voluto lasciarci soli…-

Si girò di scatto, forse incredula di sentire la mia voce che sussurrava al suo orecchio.

Non appena si trovò me di fronte cominciò a piangere e mi gettò le braccia attorno al collo.

I mangiamorte che erano vicino a me ci guardarono basiti e preoccupati.

Feci cenno loro di non preoccuparsi, da lei scaturiva solo dolore, tristezza e felicità.

L’ultima emozione non la capivo.

- Harry! Sono così contenta di vederti! Credevo.. che non ti avrei rivisto mai più….-

Le accarezzai piano i capelli argentati, mentre Draco, Blaise ed Azazel si misero in cerchio con noi nel mezzo.

Davvero bravi i “miei” ragazzi!

- Sono felice anche io di vederti ancora viva, Fleur… ma mi sorge un dubbio… sai da che parte sono, vero?-

Si staccò un poco da me, per guardarmi in faccia e sorrise.

Il primo sorriso che ricevevo da uno dei miei ex amici, a parte Neville, era logico.

- Certo che lo so…. Sai come ti chiamano, Harry? La Petit Mort…. La Piccola Morte. Ti hanno dato questo soprannome, qui in Francia, ed ora quanto ho sentito usano solo più questo appellativo per riferirsi a te, in ogni parte del Mondo….-

- La Piccola Morte, dici? Mi piace…. Ma dimmi, Fleur… perchè sei qui abbracciata alla Piccola Morte, allora?-

- Perché non dovrei? Sono ancora in debito con te per aver salvato mia sorella al torneo tremagli e sento che non sei cambiato poi molto, dall’ultima volta che ci siamo visti.-

La guardai basito.

Era vero, però.

Non ero realmente cambiato molto.

- Perchè non vieni via con me, Fleur?-

Ora fu il turno dei “miei” di restare basiti.

- Vuoi dire venire con te dalla parte del male, Harry?-

- Non del male. Del potere. Della Forza.-

- Che è comunque il male….-

- Il male ed il bene sono due concetti astratti, trovo. Dimmi, cosa è giusto e cosa è sbagliato? E chi lo ha deciso?-

- Hai ragione, sono due concetti astratti, ma sicuramente uccidere è un male. Nessuno, che sia uomo o Dio, ha il diritto di decidere della vita degli altri.-

Le sorrisi e la staccai piano da me.

I miei tre compagni mi affiancarono.

- E se fosse il Diavolo, Fleur?-

Mi guardò senza paura, senza odio.

Solo, mi guardava.

- Se fosse il Diavolo, dici? Non lo so. Io non credo in queste cose Harry. So solo che uccidere è un male.-

- Ma anche tu uccidi. Anche i buoni uccidono. Non mi dire che voi lo fate per la sopravvivenza. Perché prima di essere la Petit Mort sono stato la Speranza. E so come si trattano i mangiamorte, i prigionieri. Vedi, Fleur? Prova a fare un confronto e noterai come queste due fazioni che noi stessi abbiamo creato sono molto simili. Mettile sotto la stessa luce e vedrai morte e distruzione sia da una parte che dall’altra. Ma vedrai anche pace e serenità, in ogni gruppo.-

- Non riesco a immaginare i mangiamorte sereni e tranquilli, Harry. E’ impossibile.-

- Solo se si hanno pregiudizi. Anche i mangiamorte sono umani, maghi, uomini e ragazzi. Che amano, e vogliono divertirsi…. Perché non vieni a vedere, Fleur? Vieni nella tana del lupo e osserva la faccia del male, come lo chiami tu, che nessuno immagina.-

Pensò un attimo, poi rispose, con un sopracciglio alzato.

- Se venissi mi uccidereste.-

- No. Se venissi scopriresti che è questa – e mostrai con un cenno della mano me e i “miei” – la parte giusta.-

- E se non cambiassi idea? Se volessi tornare indietro?-

- Non potresti. A quel punto ti ucciderebbero.-

- Se dici così non mi invogli a venire….-

- Ma è la verità. Non posso dirti bugie, alle quali ti aggrapperesti perché più belle della cruda realtà. Non hai molta scelta, in realtà. Se non vieni ora morirai qui sul campo. Se vieni con me, hai una possibilità di trovare un nuovo posto dove stare, nuovi compagni.-

Sorrise.

- Vedi, Harry? Sei ancora un Grifondoro, in fondo. Non vuoi dire bugie anche se ti farebbero comodo….-

- Confido nel fatto che tu sei intelligente e capisci qual è la cosa più conveniente per la tua vita. La differenza di morire qui sul campo o eventualmente se verrai con me, è un fatto di coscienza.-

Le allungai una mano ed aspettai che prendesse la sua decisione.

E scelse me.

Come le avevo accennato e predetto scoprì la faccia più “umana” dei mangiamorte, della quale s’innamorò e presto divenne anch’essa una dei “miei”.

Da quella battaglia la nostra vita al castello divenne abbastanza noiosa.

Il fatto di esserci potenziati con le altri bianche ebbe un riscontro per nulla voluto: eravamo troppo forti.

Bastavano pochi di noi per sterminare e dissimulare ogni tentativo di resistenza.

Ed eravamo in una posizione di stallo.

Noi al potere.

E il resto del mondo magico che se ne stava facendo una ragione, ormai.

Così a noi non restava molto da fare, se non fare la nostra vita al castello come se non fossimo in un periodo oscuro.

Al culmine, del periodo oscuro.

Purtroppo però successe una cosa che avrebbe portato ad un nuovo mutamento del mondo intero.

Ma noi, in quei giorni relativamente piatti e calmi, non potevamo nemmeno immaginarlo.

Passarono dei mesi, in cui lo stallo rimase intaccato ed in cui io e Tom avevamo molto più tempo per noi, da passare da soli.

Era bellissimo, non avevo mai nemmeno immaginato che la semplice presenza di una persona nella tua vita potesse renderti così… felice anche solo di vedere il sole alto nel cielo, o sentire la pioggia accarezzarti la pelle.

Una volta eravamo soli in un castello in Scozia, uno dei tanti Manieri a nostra disposizione perché lo avevamo preso, anche con la forza.

Pioveva, come spesso capitava in quel periodo, e noi eravamo sdraiati in un letto con lenzuola di seta nera e con una coperta calda rossa, il fuoco acceso e scoppiettante nel camino.

- Allora, Harry… come ti senti?-

- Bene, Tom, perché? Non sono mai stato così felice in tutta la mia vita, ed è grazie a te. Mi sembri strano… qualcosa non va? C’è della resistenza che ti preoccupa? Se tu vuoi vado in qualunque posto ad uccidere chiunque ti dà fastidio!-

Mi sorrise e mi accarezzò una guancia.

I suoi due rubini erano offuscati da un pesante velo.

Mi si stringeva il cuore, se ancora lo avevo, a vedere quegli occhi sofferenti.

- No, mia bella bambola assassina. Mia Piccola Morte, come ti chiama il mondo…. Non c’è nessun uomo che mi preoccupa, con te al mio fianco. Lo sai, vero, Harry?, che se ora siamo a questo punto è solo grazie a te? Sono diventato così potente da poter sfidare chiunque solo perché tu mi hai insegnato quel sentimento che io avevo denigrato… mi hai insegnato ad amare. E ciò mi ha reso praticamente invincibile. Ma nel contempo mi ha reso più debole….-

Ero preoccupato, a quel punto.

Certo, Tom mi parlava di amore, qualche volta, e ci perdevamo in parole dolci, ma non era mai stato così… aperto.

Nemmeno con me, che ero il suo amante.

- Mi stai preoccupando, mio burattinaio. Perché ti ho reso più debole? Richiedo scusa, non lo immaginavo….-

- Oh, non pesare male, Harry. Sono più debole solo perché amando te provo anche paura. No ho mai avuto paura nella mia vita, nemmeno quando iniziai il mio viaggio per diventare Lord Voldemort, ma ora ho paura. Di perdere te, Piccola Morte. Te, che sei il motivo per cui faccio ciò che faccio, e lo faccio, certo.-

- Ma tu non rischi di perdermi! Ti ho promesso che ti avrei seguito in ogni posto, Tom e ti giuro che lo farò!-

- Lo so, ma c’è un posto in cui io andrò prima di te ma tu non dovrai seguirmi, intesi?-

- Ma….-

- Niente ma. E’ un ordine, mia Piccola Morte, mia bellissima e oscura bambola assassina. Ma ora parliamo d’altro, vuoi? Dimmi di chi ti fidi, dei tuoi seguaci.-

- Dei nostri seguaci, Tom, non sono solo miei….-

- Oh, no. I nuovi mangiamorte sono fedeli a te, Harry. Non a me. La nuova generazione di mangiamorte ha te come signore oscuro, non me. E io ne sono felice. Ora dimmi, dei tuoi, di chi ti fidi?-

- Io… bè. Draco, naturalmente, poi Blaise, Azazel, Neville, Fleur e Pansy sono i più vicini a me. Ma mi fido di tutti…. Perché questa domanda?-

- A dopo le spiegazioni. E dei miei? Dimmi chi ti ispira fiducia.-

Mi stavo preoccupando sempre di più, il suo comportamento era davvero strano ed io avevo una brutta sensazione.

Mi sforzai di rispondere normalmente.

- Dunque…. Lucius, Zabini, Lastrange, Piton, Nott e Goyle. Mi sembrano i più fedeli e forti, ma perchè?-

- Perché devo andare a fare una missione molto importante ed ho bisogno dei più forti e leali sia con me che con te.-

- Di cosa si tratta? Perché non mandi me?-

- Perché è una questione che devo risolvere io. Domattina torneremo ad Hogwarts. Tu chiamerai le persone che mi hai elencato, sia dei miei che dei tuoi, io arriverò poco dopo.-

- Dove andrai?-

- Non ti preoccupare, devo solo andare a prendere una cosa, un regalo per te, prima che io parta.-

Volevo chiedergli ancora mille cose, come il motivo per cui io non ne sapevo nulla di quella spedizione importante, o perché aveva fatto quel discorso, ma Tom mi baciò con un amore ed una passione che mi fece dimenticare ogni cosa, anche il presentimento che pian piano cresceva in me.

Il giorno seguente feci come mi aveva detto il mio marionettista, arrivato ad Hogwarts richiamai i due Malfoy, i due Zabini, Azazel, Neville, Fleur, Pansy, Lastrange, Piton, Nott e Goyle nella Sala Grande.

Quando arrivarono le loro facce erano tutte interrogatorie per via di quel richiamo limitato solo a loro che avevo fatto in fretta e furia.

- Ah, non mi chiedete niente, io non ne so nulla…. Tra poco arriverà Tom e vi dirà, anzi CI dirà tutto.-

- Bene. Allora, com’è il castello in Scozia, Harry?-

Ghignai in direzione di Azazel.

Mai che si facesse i fatti suoi quel ragazzo, come del resto tutti i “miei”, che mi guardavano speranzosi di sapere qualcosa su quello che era successo il giorno, o meglio la notte prima.

- Mi spiace, Aza. Ho un vuoto di memoria e non ricordo nulla!-

- Sempre la solita scusa! Inventane un’altra, una volta ogni tanto!-

- Perché, Bla? E’ così comoda quella…. Tanto è sempre una scusa, no?-

Sbuffarono, mentre le due ragazze sorridevano divertite nella mia direzione e Draco e Neville scuotevano al testa.

Li guardai pensieroso e mi resi conto che quelle persone, tutte quelle che erano nella stanza con me, più il mio Signore, mi avevano reso la vita un inferno, ma l’inferno con loro era come fosse stato il paradiso.

Interruppi il filo dei miei pensieri quando avvertii l’arrivo di Tom.

Mi sedetti al mio posto, lo stesso fecero gli altri, seduti nei loro posti perennemente più vicini a noi.

Quando arrivò, il mio burattinaio osservò soddisfatto le nostre figure sedute a tavola.

- Bene, miei signori. Vi ho fatti chiamare qui oggi con tanta urgenza perché abbiamo da parlare di cose delicate, e secondo la nostra Piccola Morte voi siete i più fidati tra tutti i mangiamorte.-

Tutti gli sguardi si volsero verso di me, stupiti.

Qualche tempo prima sarei arrossito, ora sorrisi solamente in loro direzione.

Forse non si aspettavano che li tenessi davvero così in considerazione.

- Bè, che c’è? E’ quello che penso e credevo si fosse anche capito…. Tzè.-

I “miei” risero, gli altri sorrisero.

Tom era serio, cosa che mi preoccupò e che mi fece ricordare del brutto presentimento che avevo dalla sera prima.

- Dunque. Il fatto è questo. Come alcuni di voi sapranno, c’è una missione da portare a termine, ed è di vitale importanza che siamo noi a vincere. Partiremo non appena farà buio, io e i miei mangiamorte. I ragazzi invece dovranno stare sempre con la nostra Piccola Morte….-

Si girò verso i “miei”, li guardò uno per uno, facendoli rabbrividire tutti, poi parlò, con una voce così fredda e tagliente che ricordavo aveva usato solo con me quando ancora ero manovrato da Silente.

Ero preoccupato da morire, volevo dirgli, anzi urlargli, di non andare o quantomeno di dirmi cosa doveva fare di così importante, ma sapevo che se lo avrei fatto si sarebbe solo infuriato.

Serrai la mascella dalla preoccupazione e mi morsi la lingua per non parlare. Per non interrompere.

Draco mi vide ed essendo al mio fianco mi strinse per un secondo la mano che avevo lasciato cadere dal tavolo.

Lo guardai, feci un mezzo sorriso, poi ascoltai quello che il mio burattinaio diceva.

- E’ di vitale importanza questo, perché ho scoperto che abbiamo delle spie tra i nostri mangiamorte. Una cosa che m’infastidisce parecchio, ma non è così pericolosa, presto scoprirò chi è e gli farò pentire la scelta di avermi come nemico.-

- Come sai che c’è qualcuno contro di noi? Chi te lo ha detto?-

Mi guardò torvo, non li andava che usassi tutta quella confidenza con lui quando c’erano i suoi mangiamorte. Io mi ero opposto ed avevo vinto, lui poteva baciarmi quando gli andava ed io non potevo avere confidenza con lui? Eravamo pazzi?!

- Mia bellissima bambola assassina, dovresti sapere che sono sempre all’erta. L’informatore è uno che lavora dalla parte della resistenza ed ha sentito che c’è una persona che passa informazioni su di noi.-

- Mio signore, non sapevo avessimo di nuovo delle spie fuori dal castello.-

- Lo so, Piton, non lo sapeva nessuno, solo io. Ma è giunto il momento che vi metta al corrente di alcune cose. Questa notte andremo dalla tribù dei giganti, che sta avendo dei ripensamenti, non possiamo rischiare di averli come nemici. C’è subbuglio tra le creature magiche, per qualche strano motivo stanno avendo tutti assieme dei ripensamenti. Sarebbe sconveniente averli tutto ad un tratto dall’altra parte.-

Ci fu silenzio, in cui tutti pensavamo allo strano comportamento dei nostro precari alleati.

- Ci deve essere qualcuno… qualcuno che gli sta offrendo un nuovo futuro… qualcuno come….-

- Come te, Harry.-

Tutti guardammo Neville, che aveva parlato con voce pacata, il suo perenne sorriso sulle labbra.

- Và avanti, Paciok, m’interessa quello che stai dicendo.-

- Grazie mio signore. Dicevo che ci deve essere qualcuno che sta cercando di fare quello che sta facendo Harry.-

- E cosa starei facendo io, Nevi?-

- Stai portando tante persone d questa parte, come hai fatto con me e Fleur, per esempio. Solo che questo qualcuno ci sta provando con le creature magiche.-

- Già. Probabilmente penserà che le creature magiche siano più forti delle persone…. Mh, interessante. Ma come possiamo fare in modo che non ci tradiscano?-

- E’ per questo motivo che questa notte andremo dai Giganti, mia Piccola Morte.-

Guardai il mio amante negli occhi.

Brillavano di sfida e malizia.

Si sarebbe divertito in quella missione.

Sorrisi e accennai il mio consenso con la testa.

- Bene, allora è tutto deciso. Ora andate a fare quello che stavate facendo prima, non parlate nemmeno tra di voi di quanto è stato detto qui. Con voi…- e si voltò verso i “suoi” –ci vedremo al calar del sole davanti alla foresta proibita.-

Come aveva parlato fu segno che l’assemblea era finita lì.

Tutti si alzarono e si smaterializzarono, tranne io, che ero andato ad una finestra, Tom che era ancora seduto, e Draco.

- Perché mi ha fatto rimanere, mio Signore?-

- Perché ho un compito da affidarti, Draco.-

- Mi dica, mio Signore.-

- Non devi MAI, per nessun motivo lasciare solo Harry, siamo intesi? Se gli capiterà qualcosa, anche la minima cosa, ne risponderai tu.-

- Come vuole mio signore. Posso andare ora?-

- Si. Vai Draco. E ricorda quanto ti ho detto.-

Abbassò la testa bionda, fece un inchino e sparì.

Mi girai a guardare Tom in faccia.

- Perché gli hai detto quelle cose? Che rischi corro, Tom?-

- Te l’ho detto, Harry…-

- No, mio burattinaio, non me lo hai detto. Sei preoccupato, seriamente. E non è solo una preoccupazione astratta. Qualcosa di concreto ti turba. Dimmi cos’è e la distruggerò.-

Mi sorrise, uno dei suoi rari sorrisi, si alzò e mi venne ad abbracciare.

- Non puoi, mia Piccola Morte… questa volta non puoi….-

Restammo assieme fino a quando non dovette partire per la missione, io non gli dissi che avevo da un giorno un brutto presentimento, non volevo sembrare paranoico.

Quando lo vidi sparire, con i mangiamorte al suo seguito, mi sentii vuoto.

Mi appoggiai allo stipite del portone e strinsi le braccia, avevo freddo.

Ad un certo punto sentii caldo, mi voltai e vidi Draco che mi copriva con un mantello.

- Grazie, Dra. Vuoi proprio fare come ti ha detto Tom, eh?-

- Già. Non voglio nemmeno immaginare cosa mi farebbe se ti facessi male, anche per sbaglio! Su, andiamo dentro, sua signoria. Non hai un regalo da aprire?-

Spalancai la bocca.

Me n’ero dimenticato!

Tom mi aveva detto che avrei dovuto aprire il regalo solo quando e non prima lui se ne fosse andato.

Draco rise alla mia faccia.

Ci smaterializzammo nella mia stanza privata che avevano il privilegio di avere visto solo, oltre a Tom naturalmente, i “miei” che avevo chiamato per il consiglio.

C’era un pacco rivestito di seta verde smeraldo sul letto, oltre a due mazzi di rose, nere e rosse.

Draco si andò a sedere nella poltrona davanti al camino, il più lontano possibile dal letto dove i mi ero seduto.

Davvero gentile.

C’era un biglietto con scritto “Alla mia preziosa e bellissima bambola assassina”.

Aprii il pacco e vi trovai un anello, che Tom aveva sempre portato, da quanto ricordassi, al mignolo sinistro.

Era il simbolo dei mangiamorte.

Il simbolo del capo, di Lord Voldemort.

Ancora la mia sensazione venne a galla, sempre più prepotente.

Poi c’era una lettera.

Lui non aveva mai scritto lettere, da deboli, diceva sempre.

Cosa poteva avere da dirmi, per passare da debole?

Cominciai a leggere, le mani tremavano leggermente.

Mia Piccola Morte… bellissima bambola assassina… Harry.

Ti chiederai cosa ho di così urgente da dirti se mi sono addirittura ridotto a scrivere una lettera….

Bè.

Ormai non mi riconosco più.

Tu mi hai cambiato, Harry. Anche se fosse non te ne sei accorto.

Non avevo mai sorriso. Non avevo mai scherzato con i miei mangiamorte. Non avevo mai permesso loro di rivolgersi a me in modo naturale.

Ma poi sei arrivato tu, con il tuo cuore da grifone traditore.

Ed hai scherzato con i mangiamorte.

Ti ho visto far crollare tutti i muri che avevo creato tra me e loro.

Gli hai permesso di farti chiamare come volessero, di trattarti come se tu fossi stato uno di loro.

Ma tu sei uno di loro.

E questo tuo comportamento, lo ammetto, è più efficace del mio.

Gli hai dato libertà, mio bel amante, e loro potendo scegliere tra la vita e te scelgono te.

Hai la loro fiducia più completa, ti seguiranno dove vorrai, e lo faranno, stanne certo.

Io ho imposto col terrore ai miei mangiamorte ed al mondo magico di chiamarmi Lord Voldemort, tu gli hai permesso di chiamati Harry e loro ti chiamano Piccola Morte.

E ci hanno visto giusto.

Perché tu SEI la morte, Harry.

Tu porti la nera signora con te. Forse perché ci sei nato assieme e ci hai vissuto per tutta la vita.

Così tu non hai paura della morte.

Nemmeno io, una volta.

Ma da quando ho conosciuto te ho dovuto rivedere parecchie convinzioni che avevo e che tu con i tuoi occhi, il tuo sorriso, il tuo cuore oscurato dall’odio e dal potere, hai distrutto.

Così ho paura di morire, adesso, Harry.

Ho paura di lasciarti da solo.

Ho paura di non stare più con te.

E’ per questo che ti ho scritto questa lettera passando da debole.

Ma ho un debole per te, quindi è la verità, no?

La verità che tu ami tanto.

Ma la verità fa male a volte, mia bella bambola assassina.

E con questa lettera ti dico di tagliare ogni filo che ti tiene legato a me.

Non dovrai mai più essere la bambola di nessuno, mio bel Harry.

Voglio essere io l’ultimo tuo burattinaio.

Quindi, Harry, d’ora in poi dovrai essere la bambola di te stesso, niente più fili legati a qualcuno.

A presto, mia Piccola Morte.

O almeno lo spero.

Tuo Tom.

Le mani mi tremavano spaventosamente e Draco se ne accorse, perché mi venne vicino di fretta, mi toccò la fronte e mi coprì con una coperta.

- Cosa succede, Harry?-

- …-

- Dai, Harry, parla!-

- Lui… lui… sta per morire…-

- Lui chi? Spiegati Harry, dai! Bla! Aza! Fleur! Nevi! Pansy! Muovetevi a venire qui!-

Nel giro di poco tempo arrivarono tutti e preoccupati dalla mia faccia stravolta e da quella inquieta di Draco, ci vennero subito vicino.

- Cosa succede?-

- Non lo so, Pansy… non dice nulla, solo che lui sta per morire.-

- Lui chi? Oh mio Dio, Harry non vorrai dire il Lord?!-

Mi voltai di scatto verso Fleur.

Riuscii solo ad annuire.

Un gesto che mise il panico addosso a tutti.

- E ora che facciamo?!-

- Non ne ho la più pallida idea, Draco.-

- Come fai a stare così tranquillo, Aza?-

Prima che Azazel potesse rispondere a Blaise io mi alzai.

- Dobbiamo andare dai Giganti. Forse arriviamo in tempo.-

- Ma come facciamo Harry? Non possiamo lasciare il castello senza qualcuno che ci faccia attenzione!-

- Giusto…. Chiamatemi McNair.-

- Mio padre? Ma se non ti sta simpatico!-

- Che c’entra, Aza? Però mi fido di lui. Muovetevi, dobbiamo fare in fretta.-

Annui solamente, poi l’ex serpeverde dai capelli castani e dagli occhi viola sparì.

Nel frattempo mi ripresi dallo choc, andai a recuperare la mia bacchetta e mi misi il classico mantello da Mangiamorte nero.

Lo stesso avevano fatto gli altri e, quando i due McNair apparvero nella stanza, videro sei figure nere pronte a partire.

- Cosa succede, Signore?-

- Bando alle ciance, McNair, so quanto fai fatica a chiamarmi così, quindi per questa volta non ti sforzare. Aza ti ha accennato qualcosa?-

- No, mi ha solo ordinato- occhiata di fuoco al figlio –di venire qui immediatamente.-

Feci un sorriso tirato verso il castano, mentre questo faceva apparire con un sorrisino il suo mantello.

- Allora il fatto è questo. Tom sta per morire.-

Ci fu silenzio per un attimo, nel quale l’uomo dagli occhi anch’esso viola parve pietrificato.

- COSA?!-

- Non è uno scherzo, McNair. Alexander. Ho bisogno, un bisogno disperato se volgiamo dirla tutta, che tu faccia la guardia al castello. Mi fido di te, anche se non riusciamo a sopportarci per molto tempo, e ti dico che il Signore Oscuro ha motivo di credere che ci sia una spia tra di noi.-

- Una spia? Com’è possibile?-

- Questo è più complicato da spiegare ed ora il tempo manca. Ti chiedo quindi di non dire a nessuno quello che io ho detto a te. Non credo tu abbia bisogno di aiuto, ma se lo riterrai necessario informa solo del bisogno di coprire Hogwarts a due persona massimo. Intesi?-

- Si, ma… voi dove andate?-

Sorrisi triste, Draco mi mise una mano sulla spalla.

- A riprendere ciò che è mio.-

Subito non capì, ma quando comprese, nel suo sguardo vidi una sorta di ammirazione mista a rispetto che da lui non avevo mai ricevuto.

Forse, in quell’occasione così tetra, qualcosa di buono era nato.

- Allora buon viaggio, mio Signore.-

E s’inchinò.

Annuii con la testa. Poi sparii, seguito dai “miei”.

Riapparimmo di fronte ad una caverna, la caverna che portava alla città dei giganti, sulle montagne.

- Come pensi di fare, Harry?-

- Mh… non saprei. Entriamo?-

Mi guardarono e sorrisero divertiti. Certo, il piano non era dei più elaborati, ma non avevo il tempo di pensarci.

Così entrammo, dopo esserci fatti un incantesimo di invisibilità, che ci fece raggiungere in fretta il posto dove Tom e i mangiamorte erano giunti.

Lo spettacolo non fu esattamente incantevole.

C’erano giganti morti qua e la, un mangiamorte, che coperto di sangue non riconoscevo, steso a terra, ed in fondo alla stanza immensa c’era lui.

Tom era per terra, accerchiato dai “suoi” mangiamorte, che lo proteggevano da non capivo cosa.

Facendo un rapido calcolo notai che mancava uno all’appello. Erano partiti in sette, compreso Tom.

Contando l’uomo a terra erano sei.

Cominciai a capire.

E la verità fu davvero sconvolgente.

Avevo mandato con il mio Lord la spia!

Il traditore era in quella stanza con noi, il disertore che stava incitando le creature magiche contro di noi aveva teso una trappola a Lord Voldemort.

I “miei” capirono come me e corremmo verso il gruppo più in fretta che potemmo.

A fianco a loro un mangiamorte avvertì la presenza dei “miei”, non della mia.

- Chi va là?!-

- Siamo noi, padre.-

E si fecero vedere, Draco, Azazel, Blaise, Fleur, Neville e Pansy.

Erano intelligenti quei ragazzi e capirono che era meglio se io restavo invisibile, se non mi avevano scoperto.

Potevo essere l’elemento sorpresa necessario per incastrare il traditore.

- Draco?! E voi cosa ci fate qui?-

- Ci ha mandati Harry…-

Tom alzò di scatto la testa.

- E lui dov’è?! Ti avevo dato una missione, giovane Malfoy.-

- E la sto mantenendo, signore…-

Il mio burattinaio capì.

Si guardò in torno, ma non potevo correre il rischio di farmi vedere.

Sentivo che c’era qualcun altro, con noi.

- Bene… allora perché vi ha mandati qui, la bella e Piccola Morte?-

- Per venire in vostro aiuto, mio Signore.-

Fleur fece un inchino profondo, e notai uno sguardo rivolto a lei, da un paio di occhi viola.

Interessante.

Forse stavano nascendo due cose piacevoli, e non solo una.

- Cosa è successo qui? Perché ci sono dei giganti morti?-

Mentre ascoltavo la spiegazione di Lastrange, di come appena arrivati lì li avevano attaccati, io mi avvicinai al corpo nero che avevo visto prima.

Avevo una spiacevolissima sensazione.

Due persone mancavano all’appello, ed una era riversa a terra.

Senza farmi notare voltai il corpo, che era ancora in vita.

Nott.

Merda.

Quel figlio di puttana…

Lo sapevo che era lui.

Lo sapevo che era troppo incline al volta faccia.

Ma se lo avessi preso… oh.

Lo avrei torturato con le mie mani.

Ad un tratto sentii un rumore forte, una folata di vento fortissima che spazzò via tutti i mangiamorte, lasciando Tom scoperto, per terra e ferito.

Si materializzò un gigante, il capo, dalla stazza.

I giganti non posso materializzarsi o usare magie.

Quel bastardo era nei paraggi.

Cominciai a camminare piano per la stanza, in modo da avvicinarmi il più possibile al mio burattinaio… ex burattinaio, per sua volontà.

A pochi passi da lui il gigante fece per prenderlo nella sua stretta mortale, ma fu scagliato via da tre Expelliarmus lanciati da Draco Lucius e Azazel, gli altri avevano fatto scudo a Tom, mentre si avvicinavano in fretta.

- I giganti non possono usare magie! E dove sono Nott e Piton?!-

- Uno è steso laggiù, lo avrai sicuramente visto, nipote. L’altro è il traditore.-

Quello che pensavo. Quel figlio di un babbano, il Principe Mezzosangue, aveva di nuovo tradito Lord Voldemort.

Il mio odio prepotente voleva uscire dal mio petto, mi ci volle molto auto controllo per non mettere a ferro e fuoco quella stanza di pietra e far bruciare vivo il reietto.

Per mia fortuna si fece vedere, con un sorriso maligno in volto, materializzato a fianco del gigante.

- Ma bene… anche i giovani mangiamorte… che piatto ricco. Peccato che non ci sia anche il nostre prezioso Potter!-

- Aveva di meglio da fare piuttosto che venire a uccidere te!-

- Draco, Draco… te l’ho sempre detto che il tuo debole per quel ragazzo ti avrebbe portato fuori strada. Vieni con me, ragazzo.-

- Neanche morto… con un traditore mezzosangue?!-

Il caro Draco fece infiammare Piton in una maniera incredibile.

E pensare che credevo di riuscirci solo io….

Ma dovevo fare in fretta.

Sicuramente i giganti avevano qualche protezione, altrimenti sarebbero stati sconfitti immediatamente dai mangiamorte.

Quel Piton doveva avergli dato qualche strana pozione.

- Bene. Sarai il primo a morire, allora.-

Altri sette giganti apparvero e presero con la forza i mangiamorte, gettando lontano le loro bacchette.

Solo Draco e Tom erano liberi dalla presa di uno di quei bestioni.

Ma non era un buon segno.

Quando Piton alzò la bacchetta per uccidere il biondo, lo fermai con un incantesimo non vocale.

Il Levicorpus che aveva inventato lui stesso.

Finì appeso all’aria per le caviglie, una visione davvero deliziosa per i miei occhi.

- Che diavolo… Potter! Vieni fuori, piccolo infame! Solo tu puoi aver fatto questo incantesimo!!-

- Già… solo io, che ho avuto per maestro il giovane Principe Mezzosangue, non è così?-

Apparvi al fianco di Draco, che nel frattempo si era tirato su ed era davanti a Tom, che aveva lo sguardo piacevolmente divertito.

Purtroppo Piton fu subito rimesso a terra da sé stesso, con il Liberacorpus.

- Non sei degno di usare questi incantesimi, Potter, come non lo era nemmeno tuo…-

- Mio padre, già. Stano vizio di famiglia appenderti per le caviglie, eh?-

Ghignai.

Il mio odio per quell’uomo rasentava l’impossibile.

E lo stesso valeva per lui.

Così preso dal divertimento non sentii un gigante che mi sbatté dall’altra parte della stanza con uno schiaffo, poi prese Draco e Tom e li portò davanti a Piton.

- Divertiti quanto ti pare, Potter, nel frattempo io porto a termine la mia missione.-

- Ah, non te lo permetterò, Piton, lo sai.-

- Davvero? Ne riparleremo quando avrai abbattuto tutti i giganti, eh?-

E altri cinque giganti si frapposero tra me e quell’essere orripilante.

Ringhiai.

Non erano certo 5 pezzi di pietra che si muovevano a potermi fermare.

- Tzk… Petrificus incendio!-

Il gigante prese fuoco mentre si bloccava… in realtà erano le fiamme a bloccarlo.

Gli altri quattro giganti furono spazzati via come cenere al vento, dal mio potere che ribolliva in tutto il mio essere.

Oh, l’amore è un grande e immenso potere… ma datemi un po’ di odio ed io sarò immortale!

Quando cercai con lo sguardo Draco, Tom e quella nullità di Piton, vidi i “miei” mangiamorte stramazzati a terra, dal primo all’ultimo.

Vidi i giganti che gli facevano a guardia morti.

Bravi i “miei” ragazzi, anche se mi appuntai a mente di ricordare a tutti loro di non fare l’impossibile, perché di corpi morti non ce ne saremmo fatti proprio nulla.

Le tre figure che cercavo erano completamente dall’altra parte della stanza.

L’essere perennemente untuoso aveva la bacchetta puntata verso il mio Tom.

Draco aveva le mani insanguinate, due ferite aperte nei polsi.

Quando vidi partire un lampo di luce colorata, ad un tratto quel posto mi parse lungo chilometri.

Quando fui a fianco del mio Signore m’inginocchiai, nel petto sentivo una pressione dolorosissima.

- Tom… mio signore… mio bel burattinaio…-

Era sdraiato a terra, Piton gli aveva lanciato solo una Crucio, fortunatamente. Cioè, sempre meglio dell’avada.

I capelli neri gli coprivano gli occhi rubini, la pelle era pallida come la neve, le labbra livide.

Lo presi parzialmente tra le mie braccia.

- Harry… hai… letto la lettera, vero?-

- Si, Tom. Non parlare mai più in quel modo. E poi cosa volevi fare, eh?! Lasciarmi, per caso?-

La mia voce era quieta, ma tremava leggermente.

Il mondo intorno a noi due era come arrestato.

Esistevamo solo noi.

Solo io e Tom.

Voldemort e la sua Morte.

- Non lo farei mai, Harry, lo sai. Lasciare te sarebbe come uccidermi. Non posso vivere senza di te. Ma tu devi poter vivere senza di me.-

- Cosa stai dicendo? Smettila di scherzare!-

- Non sto scherzando, mia bella morte dagli occhi smeraldini. Non ti ho mai reputato uno sciocco, ora non fare finta d’esserlo. Sto morendo, Harry. Lo so io come lo sai tu. Ma sai… in fondo non è così male, sai? Morire tra le tue braccia non è una cosa tanto dolorosa, in fondo.-

- Smettila! Smettila, smettila, smettila!!-

- Smettila tu. Stai comportandoti come un bambino. Ricorda chi sei.-

Ero disperato.

Lo sapevo che stava morendo, stava morendo tra le mie mani, ma non potevo accettarlo.

Non potevo in alcun modo.

Se lo avessi fatto sarei crollato.

E non potevo crollare.

Sentii una mano calda sulla mia spalla.

Mi girai con lo sguardo annebbiato dalle lacrime che stavano per scendere prepotenti.

Draco era accanto a me.

Anche lui stava morendo, dissanguato.

Guardai per terra e mi trovai in una pozza di sangue.

Cosa dovevo fare?

Stavo di nuovo per essere abbandonato.

- Harry… ascolta, finché riesco a parlare.-

- Ma…-

- Shh. Ascolta e basta. Puoi guarire Draco. Sono solo tagli. Puoi guarire i nostri… i TUOI mangiamorte… no silenzio ho detto… puoi tornare con il mio corpo ad Hogwarts. Puoi continuare, anzi, costruire un nuovo mondo oscuro, più potente e temibile di quello attuale. Puoi fare tutte queste cose, mia bella Piccola Morte, ma non puoi guarire me. Piton mi ha tolto ogni potere magico, con un incantesimo che solo lui sa. E’ giunto il mio tempo, e questa volta per davvero. Ma come ho già detto non è poi tanto male, morire tra le tue braccia. Ti chiedo solo una cosa, Harry… vuoi ascoltare?-

Provai a rispondere, ma la gola era bloccata.

Annuii e mi accorsi di tremare.

Draco ancora mi teneva la spalla, la stretta più debole per il sangue che stava scorrendo via dal suo corpo.

Tom posò una sua mano gelida sulla mia guancia bagnata.

Stava morendo.

Ed io stavo piangendo.

- No, Piccola Morte, non piangere. Ci rivedremo, un giorno. Ti aspetterò all’inferno. Ma ascolta la mia richiesta. So che è egoistico da parte mia, ma sono sempre Lord Voldemort…. Per favore, Harry, lascia che io muoia qui, tra le tue braccia. Tra le braccia della persona che mi ha reso il più potente mago oscuro di tutti i tempi. Tra le braccia della persona che mi ha insegnato l’amore. Vuoi, mio bel amante?-

Ancora la mia gola era serrata.

Annuii solamente e lo strinsi a me, cercando di scaldarlo, ricevendo solo gelo come risposta.

Ebbe uno spasimo.

- Draco… mi senti?-

- Si, mio Signore…-

- Bene. Ti ordino… anzi, ti chiedo, per favore, di stare sempre con Harry. Non abbandonarlo. So cosa provi per lui, ma tu eri troppo fedele a me e volevi troppo bene a lui, per procurargli sofferenza con la verità che lui tanto ama.-

- Tom cosa stai dicendo?-

- Sei uno sciocco, Harry, quando vuoi. Eri troppo preso da me per accorgerti che altri occhi ti accompagnavano in ogni dove… ma questo non mi riguarda più ormai. Draco, voglio solo che tu stia, assieme agli altri giovani mangiamorte, sempre al fianco di Harry. E’ lui, ora, il Signore Oscuro.-

- Si, mio signore… per me e per gli altri Harry è sempre stato il nostro Signore…-

- Bene… ora mio bel amante… dobbiamo salutarci…-

- No… Tom, non lasciarmi… non anche tu…-

- Non ti sto lasciando da solo, Harry. Hai davanti nelle tue mani un mondo intero. Al tuo fianco persone fidate… e che ti amano…-

- Ma io… io voglio te…-

- Non essere stupido. Pensa anche agli altri e non solo a te… credi che io voglia morire, forse? Ora che avevo raggiunto tutto quello che avevo sempre desiderato nella mai vita?!… no Harry, mio amante bellissimo… ora… sono stanco…ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre…-

Furono quelle le sue ultime parole, prima di chiudere gli occhi di rubino che io avevo imparato molto in fretta ad amare.

Non urlai, quando avvertii la sua anima, o quello che ne restava, volare via, lontano dal suo corpo.

Lo strinsi di più a me, mente una calma gelida fluiva in tutto il mio corpo.

Se il dolore è troppo grande, qualcosa nel nostro corpo si aziona, per creare all’istante delle barriere di contenimento.

Penso sia una forma di sopravvivenza.

Lo adagiai piano al pavimento, sporco del sangue di Draco, che era più bianco della neve fresca, le labbra viola.

Lo guardai negli occhi, nei suoi bellissimi occhi color cielo in tempesta, quel grigio che abbracciava l’azzurro più freddo.

E ciò che vidi, in quella tormenta, azionò in me una nuova scintilla.

C’era amore, speranza, fiducia.

Qualcosa mi balzò nel petto, ma non avevo il tempo di pensare ai miei organi interni che facevano brutti scherza, dovevo guarire lui e gli altri.

Con un incanto curativo e uno di rimpolpa sangue il mio bello e fidato biondo fu come nuovo e lo lasciai sdraiato dov’era, con sopra il mio mantello per fargli calore.

Mi spostai verso i miei mangiamorte.

Miei.

Ora erano davvero miei.

Il mio Signore non c’era più… ma quello non era né il tempo né il luogo adatto per cedere.

Quelli messi un po’ peggio erano Azazel e Fleur, ma in breve sistemai tutti abbastanza bene da non dovermeli trascinare fino al castello in spalla.

- Miei signori…-

Attirai la loro attenzione.

Mentre si alzavano si voltarono verso di me, chi più sano, chi malfermo nelle proprie gambe, ma tutti vivi.

- La missione è conclusa. Non come speravo… ma ora è il momento di tornare tra le mura di casa e di riposarci, non di compatirci per quello che è successo. Aza, Fleur, riuscite a smaterializzarvi? Ci riuscite tutti?-

Tutti assentarono con la testa, o se qualcuno parlò, le mie orecchie non sentirono.

Era tutto ovattato.

Non so che faccia o che sguardo avessi, ma non doveva essere dei migliori, visti i visi preoccupate di tutti.

Ma non importava.

Solo più un incantesimo a Nott, che ebbe comunque il bisogno di una mano da Lucius e Goyle, poi fummo tutti pronti per andarcene.

Mi mossi verso Draco e il corpo di quello che fu Lord Voldemort.

- Andate, miei signori. Io arrivo subito… appena arrivate, chiamate tutti a raccolta in Sala Grande. Una sola comunicazione, poi potremo riposare. Ve lo prometto…-

- Non hai bisogno di una mano per…-

- No, Nevi. Grazie lo stesso. Anzi forse si. Draco, hai bisogno di un appoggio?-

L’interpellato si alzò appoggiandosi al muro.

- No… o forse si…-

- Bene… Blaise, Pansy. Occupatevene voi.-

- Si Harry…. Tu piuttosto… sicuro di voler fare da solo?-

- Si, Blaise. Ora. Andate.-

Sparirono tutti immediatamente, lasciandomi solo con il cadavere.

Mi chiesi dove fosse finito Piton… quel verme.

Quando osservai attentamente la stanza lo vidi, steso a terra.

Prima non me n’ero accorto, troppo preso dagli altri.

Mi avvicinai.

Aveva gli occhi aperti per lo stupore, una ferita a forma di saetta che prendeva tutto il petto.

Era profonda.

Mi chiesi chi lo avesse ucciso e quando, io non me n’ero reso conto.

Avrei chiesto non appena tornato ad Hogwarts.

Lo feci bruciare in una fiammata nera come la pece, poi andai da Tom.

Il mio Tom.

La mia vita se n’era andata via, quando era volata via la sua anima, o quello che era.

M’inginocchiai e gli misi la testa sulle mie ginocchia.

Gli accarezzai il volto, per la prima volta rilassato completamente in ogni punto.

La fronte, che era sempre increspata.

Gli occhi, di solito in un cipiglio superiore e freddo.

Le sopracciglia, che erano perennemente aggrottate.

La bocca, che sembrava fosse stata scolpita irata nella sua pelle di marmo.

Toccai ogni uno di quei punti lievemente, poi segnai con i polpastrelli i contorni del viso, delle labbra, del naso, degli occhi.

Una goccia cadde proprio all’angolo dell’occhio, le palpebre abbassate a nascondere i sui due rubini, il suo prezioso sguardo.

Così freddo e rovente allo stesso tempo.

La goccia scivolò di lato e sparì in mezzo ai capelli corvini.

Fu come se avesse pianto per un ultima volta, forse anche la prima.

Mi toccai le guance.

Bagnate.

Lacrime agrodolci.

Per ogni lacrima che cadeva sul suo viso un ricordo affiorava nella mia mente.

Lacrime dolciastre, per ogni emozione felice, per ogni momento incantato.

Lacrime amare al ricordo del tempo perduto a combatterci.

Lo abbracciai, il suo viso stretto al mio petto.

Il mio cuore avrebbe battuto per entrambi.

La mia vita sarebbe stata vissuta anche per lui.

Dopo non so quanto tempo smisi di piangere.

Mi asciugai il volto, misi una mano in tasca e tirai fuori il suo regalo.

Lo avevo portato con me, senza volerlo.

Sentii cambiare qualcosa nel mio sguardo, quando misi l’anello al dito, esattamente come lo aveva portato lui, al mignolo.

Lo presi in braccio, poi mi smaterializzai.

Quando fui nella Sala Grande, ogni mangiamorte si voltò verso di me.

Ed io guardai ognuno di loro.

S’inginocchiarono davanti a me ed al corpo stretto nel mio abbraccio possessivo.

- Alzatevi, miei signori… ed ascoltate.-

Fecero come era stato detto, in breve vidi i mangiamorte che erano stati con me nella caverna ed Alexander McNair furono i più vicini a me.

- Lord Voldemort è stato ucciso… c’era un traditore, tra i noi…- bisbigli di stupore -ma ora è morto. Ora vi chiedo cortesemente due cose. La prima è che se ce ne sono altri, che se ne vadano immediatamente, perché quando scoprirò i loro nomi, desidereranno ardentemente essersene andati in questo momento in cui io ho dato loro la possibilità… nessuno? Bene. O siete tutti fedeli, o c’è qualche pazzo tra di noi… presto lo scopriremo. La seconda cosa è questa: voglio, esigo, che chi non crede in questo regno, in questo modo di usare il potere della magia, si faccia avanti e se ne vada. Non gli farò nulla. Ogni uno ha il diritto di avere le proprie idee. Ma vi avverto. Sta per nascere una nuova era… se sarete con me in quel momento, dovrete esserlo per sempre. Non esigo tradimenti… voglio la verità. Quindi vi sto dando la possibilità di scegliere. Di vivere nel mondo che vorrete. Quale che sarà quello che giungerà al nuovo millennio non ci è dato saperlo… fate la vostra scelta. Questa è l’ultima possibilità.-

Guardai gli uomini, i ragazzi, e donne vestite di nero che mi osservavano stupiti.

Lessi nei loro occhi, dopo un memento di disorientamento, la sicurezza, la determinazione.

- Bene, non può che farmi piacere. Allora, miei signori. Brevemente è questo che voglio dirvi: il mio desiderio è di creare il mondo che sognava il Signore Oscuro, anche se ci saranno cose diverse. Non voglio legarvi a me con la paura, il terrore. Se state con me, lo dovete fare perché credete in me, o in quello che faccio. L’ipocrisia viaggia a braccetto con il tradimento. Quindi costruirò per voi il mondo che vogliamo. Creerò con il vostro aiuto, se me lo concederete, un nuovo regno… il più oscuro e potente che sia mai esistito… chi è con me?!-

La risposta fu un boato, pugni alzati in aria in segno di vittoria.

Li guardai e sorrisi.

- Ogni vostro desiderio è un ordine, miei signori… che ci sia il degno saluto che Lord Voldemort si merita… e che si crei assieme il mondo che bramiamo…-

Di nuovo le mie orecchie sentirono solo urla d’assenso.

La prima notte di luna piena ci fu il funerale di Tom.

Il suo corpo arse in fiamme color porpora, le sue ceneri furono portate via dal vento e sparse in ogni luogo.

Al tramonto successivo tutti i mangiamorte mi giurarono fedeltà eterna e mi designarono come il nuovo Signore Oscuro.

Il mio dolore per la perdita di Tom si attenuò grazie alla vicinanza di Draco.

Aveva avuto ragione, il mio ex burattinaio, ero stato uno sciocco a non notare come gli occhi di tempesta di Draco mi seguissero ovunque.

Tutti i mangiamorte che erano stati con me nella caverna, più McNair, furono designati come i cavalieri della morte.

E con loro al mio fianco creai il mio regno oscuro, potente e temuto per tutti quelli che non erano con me.

Con noi.

Non ero più la Bambola Assassina, per il mondo.

Non più la Piccola Morte.

Ero la Morte stessa.

Ed avevano ragione, tutti quelli che mi chiamavano così.

Perché questo è ciò che sono.

Questo è ciò che porto.

Morte.

Con il mio regno bello e dannato.

Anche per te, mio primo amore ed ultimo burattinaio, Tom.

.…Fine….

Or not?

Salve gente!!... mamma mia che capitolo assurdamente lungo… non ne avevo ami fatto uno così… spropositatamente oblungo! Ma come parlo?!

Sarà la fatica!

Dunque, partiamo dal presupposto che ci saranno un’infinità di orrori di battitura perché la fic è davvero troooppo lunga perché io la rilegga di nuovo e la corregga… vorrei vedere un po’ di recensioni per questo super sequel di BAMBOLA ASSASSINA… e vorrei anche dirvi che ho una mezza idea di fare almeno un’altra one-shot, se non due, che si collegano a questa e alla precedente.

Una avrebbe coma protagonista la bella Fleur… che ci racconterebbe dell’ultimo periodo vissuto tra i bravi e del nuovo mondo nel quale si trova grazie ad Harry…

L’altra sarebbe raccontata da Draco… potete immaginare…

In entrambe si svelerebbe anche il seguito di questa one-shot….

Bene. Io le mie idee ve le ho esposte… mi aspetto delle risposte, dei consigli… insomma… recensite, quantomeno per fare felice questa povera scrittrice che si è quasi mangiata i polpastrelli a scrivere questa storia J

Ah, qui rispondo alle recensioni fatte a bambola assassina:.

Mistress Lay:. Allora, che mi dici del mio sequel? E’ carino oppure era meglio9 che lasciassi perdere? E le mie idee? Ne varrebbe al pena?... guarda che con te sono arrabbiata… continui a non recensire la mia fic “amore proibito”! Io comunque ho letto RdS e flores, credo di aver recensito tutte e due… Bè, fatti sentire, ho bisogno del tuo parere! J BaX

Ladykiller:. Bè, cara la mia assassina… se ti piace l’horror e il dark, che per altro amo anche io, dimmi.. che te ne pare di questo seguito? Eh? Eh? Eh?... senti… hai mai letto nulla di Laurell K. Hamilton? Scrive su vampiri e simili ed è abbastanza dark… fammi sapere, ok? BaX

Lucifera82:. Mi fa piacere che Harry cattivo, ma non troppo, ti piaccia… ti piace anche come si è comportato? Scusa se non ho più recensito la tua storia ma sono tornata da poco nel mondo di internet… ti prometto che appena posso leggo tutto in una volta e ti faccio sapere, ok? BaX

Bingo bongo:… bel nome… J bè, lo penso anche io che Harry sia più affascinante da cattivo… e mi pare che questa fic lo dimostri, no? J

Orione:. Si, direi che il concetto l’ho afferrato… e del seguito che te ne pare??? BaX

Bene miei cari lettori… anche se è presto ho un sonno incredibile ma ho ancora un casino di cose da fare, tra cui fare un cd a un’amica… mai un po’ di tempo libero, me tapina!!

Allora, tutto quello che volevo dire l’ho detto, tranne forse che presto posterò un nuovo chap di amore proibito… per chi non l’ha ancora letto… bè, avete appena trovato cosa fare per un po’ di questa sera! J J BaX ek

  
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