Regime
“Le persone non dovrebbero aver paura dei propri governi.
Sono i governi che dovrebbero aver paura delle persone.”
(Thomas Jefferson)
Dovrei scappare.
Fuggire il prima possibile, lontano da loro.
Portare via Mary, e soprattutto Maisie, Alfred ed Ellie.
Mia moglie. I miei bambini.
Qualsiasi posto andrebbe bene, per loro, ma non questo.
“La magia è potere.” Troneggia sulla base della nuova statua in pietra nera.
Lancio occhiate timorose ai volti di quei Babbani raffigurati schiacciati dalle ricche e belle vesti dei maghi, mentre la voce di Dolores Umbridge -in uno dei suoi inquietanti tailleur rosa confetto- si disperde nell’enorme buio Atrium.
Non sono mai stato un uomo dal cervello brillante -decisamente il cappello parlante non ha pensato di smistarmi a Corvonero-, ma so cosa significhi tutto questo.
I sorrisi malvagi della Umbridge, la smorfia di piacere di Yaxley, lo sguardo vuoto del nuovo Ministro e quella statua –orribile e dal significato diretto- sono facilmente traducibili.
È il nuovo regime. Quello della paura, quello del fanatismo, quello della follia.
“Commissione per il censimento dei Nati Babbani.” Sento mormorare da un collega.
Non è difficile, immaginare i giorni che seguiranno.
Streghe e maghi convocati apparentemente con tono gentile, processi insensati e dall’esito già previsto, sparizioni improvvise, morti.
Presto arriveranno anche a Mary.
Dovrei fuggire, dovrei farlo.
L'angolino dell'autrice:
Ringrazio la giudiciA per aver (involontariamente) permesso ciò ;)
Il protagonista di questa breve flash è Reginald Cattermole; ho cercato d’immaginare quali potessero essere i suoi pensieri mentre il regime di Voldemort prendeva potere. Da quel poco che si legge, Reg non sembra un tipo molto sveglio. Immagino che non lo sia, ma credo che avesse intuito fin dall’inizio le conseguenze di quel regime. Riguardo le ultime righe della fic, per me non è incompleta, semplicemente si conclude così. Con l’incapacità di Reginad di riuscire a prendere una decisione: forse per paura, forse perché non accettava cosa stava succedendo, forse perché credeva di essere al sicuro essendo un dipendente del Ministero, forse perché credeva di avere più tempo.