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Autore: ClaireTheSnitch    07/03/2011    12 recensioni
Regulus Arcturus Black.
Tre parole - le più importanti.
Dal primo capitolo, Lampade.
Orion si allungò sulla poltrona e accese la lampada. -Portami del vino elfico. Festeggio un nuovo Black, che ci porterà onore.
Genere: Drammatico, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Regulus Black, Sirius Black, Sorelle Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Magie e bacchette

 
 

Anno 1962
Londra, Grimmauld Place numero 12
 

 

 
-Bella, voglio tenerlo anch’io in braccio!
-No. Abbiamo deciso di fare a turno, Cissy.- sbottò una ragazzina dai lunghi capelli castani, sollevando le sopracciglia e stringendo un bambino in lacrime.
-Ma sta piangendo! Non vuole stare con te!
Una donna, che fino ad un attimo prima stava sorridendo amabilmente a Walburga, si voltò con espressione corrucciata e tuonò: -Narcissa. Lascia stare tua sorella.
Quel rimprovero rimbombò nella stanza e Cissy si morse un labbro per non replicare; mise il broncio e prese a giocherellare con i suoi capelli biondi, prima di essere interrotta da Andromeda.
-Cissy...- esordì lei, sorridendo conciliante. -Perché non giochiamo con Regulus?
-Perché no!- esclamò l’altra bambina, mentre la vista le si offuscava a causa delle lacrime imminenti.
Bellatrix si avvicinò alle sorelle tenendo per mano Sirius, che le strattonava il braccio nel convulso tentativo di staccarsene. Aveva l’aria un po’ stropicciata dei bambini che hanno ricevuto coccole indesiderate.
-Reg sta imparando a camminare.- sussurrò Andromeda, accovacciandosi a qualche metro dall’altro cugino e allargando le braccia, pronta ad accoglierlo nel caso fosse caduto.
Ma Regulus sembrava totalmente disinteressato ad Andromeda; o almeno, pareva completamente assorbito dal compito di mantenere ben dritte le proprie gambe.
Barcollò, si protese verso la parete a denti stretti, appoggiandovi le mani.
Era una parete morbida.
Una bella parete, ricoperta da un antico arazzo.
-Regulus!
Lui si voltò verso sua madre, che gli correva incontro facendo ticchettare le scarpe lucenti sul pavimento. -Regulus, l’arazzo-non-si-tocca.
Lo prese in braccio e lo portò più lontano, dove poté ricominciare a fare i suoi tentativi, ma non gl’interessava più.
Fissava il muro.
Regulus, l’arazzo-non-si-tocca.
Si sollevò distrattamente in piedi, cadde e pianse.
Pianse con tutto il fiato che aveva, perché non poteva toccare l’arazzo.
“Non si tocca.”
Ora l’arazzo era una macchia sfocata dietro il velo di lacrime.
Singhiozzò sempre meno, finché non tacque nuovamente: piangere non serviva.
Erano tutti attorno a Sirius.
 
 

Anno 1966, Novembre
Londra, Grimmauld Place numero 12
 

 

Prima che la famiglia si riunisse a cena, Sirius e Regulus avevano l’abitudine di rinchiudersi in una vecchia camera stipata di mobili inutilizzati e tarlati, e lì di inscenare duelli magici durante i quali ripetevano - con una pronuncia teneramente sgrammaticata - tutti gli incantesimi che sentivano quotidianamente.
Sirius, quella volta, aveva volontariamente scelto il ruolo del “cattivo” che, come ogni malvagio che si rispetti, si era subito affrettato a rapire e imprigionare quanti più maghi possibili.
-Ora chiuderò la porta e tu non potrai più fuggire!- gridò, puntando l’indice contro il fratello.
Entrambi avevano un’aria molto seria e, come tutti i bambini, erano così concentrati sul gioco che persino l’espressione di terrore di Regulus poteva sembrare reale.
-No!- ribatté Regulus, scattando in piedi.
-E invece sì!-
Sirius si voltò verso la porta, ed esclamò: -Colloportus!-
E accadde.
Con uno schiocco sorprendentemente reale e sonoro, la serratura scattò.
-Ho fatto una magia!- esclamò. -Mamma! Mamma, la magia!-
Sentirono il rumore dei tacchi di Walburga e i suoi passi frettolosi lungo il corridoio, mentre Regulus fissava con aria assorta le mani di Sirius, il suo atteggiamento trionfante, quel sorriso sorpreso che tanto avrebbe voluto avere anche lui.
-Mamma dice Alohomora.- sussurrò pochi secondi dopo, ancora incredibilmente concentrato sulla porta, il pollice a metà strada tra il mento e le labbra, come se fosse indeciso se succhiarlo o meno.
E la porta si spalancò.
Quel giorno Regulus non fu adombrato da Sirius.
Quel giorno entrambi compirono la loro prima magia, ed entrambi compresero cosa significasse portare il cognome Black con onore.
Orion permise ai suoi figli di prendere in mano la sua bacchetta, per poi strappargliela bruscamente e sibilare, con un sorriso sghembo illuminato da occhi duri e profondi: -Avrete una bacchetta, un giorno. E sarete dei Serpeverde.
 
 

 

Anno 1968, Natale
Londra, Grimmauld Place numero 12
 

 

-Narcissa, ti prego, posso provare la tua bacchetta?- gridò Sirius, allontanando il pollo ripieno con espressione disgustata.
-No. Questa è soltanto mia. Fra tre anni ne avrai una tua.
-Ma non voglio aspettare. Voglio fare magie. E andare a Hogwarts.
Regulus sorrise. -Anch’io voglio andare a scuola, Cissy.
-Non credere che sia così bello.- sbottò, corrucciata.  -Io mi annoio, e poi devi studiare.
-Giocare a Quidditch dev’essere bello.- disse Sirius, raggomitolato sul divano, mentre Kreacher si faceva strada tra di loro per raccattare dal pavimento le carte dei regali e i cracker magici esplosi.
Regulus annuì e si protese verso la cugina Andromeda, che gli fece un buffetto e disse: -Dovrete superare le selezioni.
-Infatti.- ribatté Bellatrix, sprezzante. -Dubito che qualcuno di voi sia in grado di fare una buona impressione sul Capitano dei Serpeverde.
-Non scoraggiarli! Quando saranno a Hogwarts, ci sarà qualcun altro come Capitano!
Sirius porse un cracker a Regulus e ne tirarono insieme le estremità; nel momento in cui un lucido mantello blu notte schizzava in alto in mille drappeggi, disse: -Be’, e poi io mica ci voglio andare, a Serpeverde.
Andromeda sollevò le sopracciglia, Narcissa dilatò le narici, soffiando come un gatto, e Bellatrix scoppiò in una lunga risata. Era la figlia più grande di Cygnus e Druella: nei suoi diciassette anni brillava un orgoglio duro e spietato che aveva sempre spaventato Regulus e adirato Sirius.
-Sirius, sei un bambino.- disse, guardando il cugino che si fissava le scarpe senza dar segno di averla sentita. -Un bambino non sa quello che deve fare.
-Però so quello che posso fare.
-Mamma ha detto di non rispondere male.- intervenne Regulus.
-Sta’ zitto, non capisci niente.- lo rimproverò il fratello.
-Ma… Sirius! Mi avevi promesso di non dirlo! Non dovevi dire che non vuoi essere Serpeverde!
Bellatrix rise ancora e si appoggiò al bracciolo della poltrona, ghignando sorniona.
-Sentiamo, allora, in quale Casa vuole essere Smistato il piccolo e stupido Sirius?
Le labbra infantili di Sirius tremarono a quell’insulto, ma alzò lo sguardo.
-N... non lo s…so. Grifondoro, penso.
Nessuno parlò per qualche minuto e rimasero immersi in un silenzio glaciale, finché la voce squillante di Walburga non li richiamò verso la sala da pranzo per un’ultima fetta di dolce prima di andare a letto.
Tutti si sollevarono mormorando, e nessuno si accorse del fugace sorriso di incoraggiamento che Andromeda lanciò a Sirius, né delle lacrime frustrate che annacquavano lo sguardo di Regulus.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Aggiorno in ritardo, ne sono consapevole, ma ho avuto parecchio da fare.
La cosa più sorprendente è stata… be’, la quantità di recensioni!
Tredici recensioni per il primo capitolo?
Accidenti se continuo! **
L’avrei fatto comunque, lo ammetto, questa storia mi solleticava da parecchio tempo e sicuramente non avrei rinunciato ad una long-fic tutta su di Lui.
Come avrete notato, mi piace parlare di Regulus da bambino e del rapporto che ha con Sirius: ho sempre pensato che abbia cominciato ad incrinarsi nel momento in cui Sirius decide di non voler seguire i dettami della propria famiglia.
Per evitare di far confusione con i tempi, ho messo le date per ogni paragrafo: ognuno corrisponde, infatti, ad un salto temporale.
Per chi si trovasse un po’ disorientato, vorrei informare che Bellatrix è presumibilmente nata nel 1951, Narcissa nel 1953 e Andromeda nel 1955.
Sirius è del 1960, mentre Regulus ci degna della Sua nascita nel 1961.
 
Grazie davvero a tutti quelli che hanno commentato; spero che lo rifacciate!
E un grazie va soprattutto a Julia, che mi ha dato consigli importanti: vi assicuro che nessuno ama Regulus più di lei, e nessuno ne sa di più.
 
Al prossimo capitolo!
 
 
Chiara

 

   
 
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