Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Hinata_S_I_TT 4EVER    07/03/2011    5 recensioni
Tutto può succedere molto rapidamente, la vita come la conosciamo può cambiare in un batter d'occhio. Possono sbocciare amicizie improbabili, possono essere gettate al vento importanti carriere, speranze a lungo sopite possono essere riaccese e relazioni della durata di una vita possono crollare.
Sì, dobbiamo essere riconoscenti per qualunque cambiamento la vita ci offra, perché arriverà il giorno, sempre troppo presto, in cui nessun cambiamento sarà più possibile...
Il mio giorno era arrivato troppo presto, senza che potessi prevederlo in alcun modo, senza che riuscissi a percepirne la presenza, non sussurro, non un bisbiglio, nessun maledettissimo avviso che potesse prepararmi, anche solo un poco, a quello che avrei dovuto affrontare.
Invece, ma questo lo capii solo dopo, i segnali c'erano eccome... ma li avevo interpretati nel modo sbagliato. Tutte quelle volte in cui mio padre mi diceva di andare a correre, io pensavo che fosse perché mi vedeva grassa; tutte le volte che mio cugino sputava quanto sarà bello non avermi più tra i piedi, io credevo che si riferisse a quando avrei avuto il coraggio di andare a vivere in un appartamento tutto mio. Ma il segnale più luminoso di tutti me lo mostrava la mia sorellina ogni volta che, con la scusa di farmi una sorpresa, mi regalava cosmetici e creme emollienti per il corpo.
Che sciocca sono stata... io pensavo che tutti quegli atti e quelle attenzioni da parte di mio padre e di mia sorella fossero delle deboli dimostrazioni di affetto; Neji era tutto tranne che ipocrita.
Non avevo capito che l'andare a correre era una scusa per tenermi fuori di casa il più a lungo possibile mentre lui prendeva parte ad un affare tutto particolare che metteva in gioco unicamente il mio futuro, non avevo capito che tutte quelle speranze erano reali e più vicine di quanto pensassi, non avevo la benché minima idea che tutti quei prodotti erano per abituarmi a farne un uso quotidiano e per far piacere a qualcuno che non ero io.
Sono stata una stupida, non avevo capito niente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Sabaku no Gaara
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'immagine qui riportata è stata creata per questa fandom da Aching4perfection, mia stimata amica e collega su efp.

Me lo ricordo

-Confido che il Kazekage trovi Hinata una ragazza attraente- la voce particolarmente speranzosa dell'uomo che gli era accanto giunse come una supplica, come se fosse disposto a qualunque cosa per convincerlo ad accettare quella che non faticava a considerare una follia, ma era necessario che accettasse... o coloro che lo temevano avrebbero presto cercato qualcuno di più ubbidiente a cui dare la sua carica.
-Naturalmente, Hiashi Hyuuga- rispose garbatamente, senza distogliere lo sguardo dalla ragazza che s'aggirava senza meta nel parco di quella villa immensa quanto silenziosa. Sì, era davvero una giovane molto attraente.
-È una giovane compita, piena di qualità e devota ai suoi doveri. Oltre all'abilità oculare che contraddistingue la nostra stirpe da tutte le altre conosce l'inglese ed molto versata nella danza, nel canto e...
-Sì, ne sono a conoscenza... vi fa certamente onore- i consiglieri non avevano fatto altro che elencare i pregi di quella ragazza da quando l'avevano eletta tra le centinaia di possibili spose. -Non vedo che cosa potrebbe essere di ostacolo a un matrimonio singolarmente felice...
In quel momento il fratello maggiore del Kazekage alzò lo sguardo dal contratto che aveva appena finito di stilare di proprio pugno, mettendo in luce il vero obiettivo di quel matrimonio
-Ehm... non è questo a dare pensiero al Quinto Kazekage, nobile Hyuuga. È dovere di mio fratello generare un erede; per contro, vostra figlia può aspettarsi una generosa ricompensa quando questo accadrà...
-...sì, grazie Kankuro- lo interruppe il giovane, quell'argomento era diventato particolarmente spinoso e di rado permetteva che se ne parlasse, persino ai suoi fratelli maggiori.
-Il Kazekage può starne certo, le donne della mia famiglia non hanno mai deluso sotto quest'aspetto- esordì assumendo un'espressione raggiante ed orgogliosa. Il capo-casata Hyuuga sapeva che quella era la sua unica speranza per affermare il potere della propria famiglia una volta per tutte, e non poteva di certo lasciarsela sfuggire dalle mani senza prima aver tentato qualsiasi soluzione possibile.
-Beh, con questa assicurazione...- concordò Kankuro porgendo il contratto ultimato al fratello minore, il diretto interessato di quella conversazione, insieme alla giovane Hinata naturalmente.
Gaara diede un ultimo sguardo alla ragazza prima di annuire a sua volta, senza sapere di aver appena alleggerito la coscienza di Hiashi Hyuuga di un peso consistente.
Perché era così.
Sua figlia era solo un peso.
-Ebbene sia allora.

“Io sono la dottoressa che ha dato il via alla pubblica circolazione delle seguenti memorie, ma di psico-analisi non parlerò perché qui dentro parlerà solo colei che rimase seduta al mio divano per molti anni. Debbo scusarmi di aver indotto la mia paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di psico-analisi arricceranno il naso a tanta novità. Ma ella era una donna molto impegnata e di poche parole ed io sperai che, in questo modo, avremmo potuto accelerare le sedute, senza dover ripescare man mano nei ricordi ogni qualvolta ve ne fosse il bisogno. Questo era il desiderio del Kazekage ed io stessa ritenni che fosse un buon preludio alla terapia a cui avevamo sottoposto la sua sposa. Oggi ancora la mia idea mi pare buona perché mi ha dato dei risultati insperati, che sarebbero stati maggiori se la ragazza sul più bello non si fosse sottratta alla cura truffandomi del frutto della mia lunga e paziente analisi di queste memorie. Sembrava tanto curiosa di sé stessa! Se sapesse quante sorprese potrebbero risultargli dal commento delle tante verità e bugie ch'ella ha qui accumulate! Per non parlare della vergognosa quantità di segreti che si è ritrovata a custodire alla sua giovane età.
Se ripenso al nostro primo incontro mi sale tanta malinconia, era una creatura così chiusa e riservata! Ero a malapena riuscita a farle pronunciare il proprio nome, non che già non la conoscessi, ma è sempre un buon incipit per una conversazione. Lei sollevò gli occhi tristi e spenti nonostante la luminosità argentea delle iridi e mosse appena le labbra per rispondermi, indecisa se aggiungere o no il cognome del nostro signore al proprio per timore di mancargli di rispetto o dell'accettazione del proprio nuovo status sociale.
Oggi posso dire con certezza che mi ha resa orgogliosa del mio lavoro, ero riuscita a ricreare completamente la psiche quasi morta di Hinata Hyuuga, con molta pazienza e fatica, lo ammetto, ma la mia terapia è stata in grado di donarle la serenità in una realtà quotidiana che avrebbe potuto far impazzire chiunque, persino la sottoscritta.”

Tutto può succedere molto rapidamente, la vita come la conosciamo può cambiare in un batter d'occhio. Possono sbocciare amicizie improbabili, possono essere gettate al vento importanti carriere, speranze a lungo sopite possono essere riaccese e relazioni della durata di una vita possono crollare.
Sì, dobbiamo essere riconoscenti per qualunque cambiamento la vita ci offra, perché arriverà il giorno, sempre troppo presto, in cui nessun cambiamento sarà più possibile...
Il mio giorno era arrivato troppo presto, senza che potessi prevederlo in alcun modo, senza che riuscissi a percepirne la presenza, non sussurro, non un bisbiglio, nessun maledettissimo avviso che potesse prepararmi, anche solo un poco, a quello che avrei dovuto affrontare.
Invece, ma questo lo capii solo dopo, i segnali c'erano eccome... ma li avevo interpretati nel modo sbagliato. Tutte quelle volte in cui mio padre mi diceva di andare a correre, io pensavo che fosse perché mi vedeva grassa; tutte le volte che mio cugino sputava quanto sarà bello non avermi più tra i piedi, io credevo che si riferisse a quando avrei avuto il coraggio di andare a vivere in un appartamento tutto mio. Ma il segnale più luminoso di tutti me lo mostrava la mia sorellina ogni volta che, con la scusa di farmi una sorpresa, mi regalava cosmetici e creme emollienti per il corpo.
Che sciocca sono stata... io pensavo che tutti quegli atti e quelle attenzioni da parte di mio padre e di mia sorella fossero delle deboli dimostrazioni di affetto; Neji era tutto tranne che ipocrita.
Non avevo capito che l'andare a correre era una scusa per tenermi fuori di casa il più a lungo possibile mentre lui prendeva parte ad un affare tutto particolare che metteva in gioco unicamente il mio futuro, non avevo capito che tutte quelle speranze erano reali e più vicine di quanto pensassi, non avevo la benché minima idea che tutti quei prodotti erano per abituarmi a farne un uso quotidiano e per far piacere a qualcuno che non ero io.
Sono stata una stupida, non avevo capito niente.
Nessuna dimostrazione d'affetto, nessun gesto gentile, nessuna cortesia. Il loro unico obiettivo era quello di prepararmi.
La sera in cui fui testimone del mio primo grande cambiamento venni chiamata d'urgenza nello studio in cui mio padre era solito avere dei colloqui d'affari con altra gente del suo stesso stampo: nobili, benestanti, mercanti e, talvolta, artisti. Picchiettai un paio di volte le nocche sul legno della porta, in attesa del suo permesso ad entrare.
-Avanti.
Trovai mio padre seduto alla scrivania, circondato da una quantità di fogli straordinariamente vasta, non credevo che conducesse tanti affari... su cosa poi...
-P-padre, mi avete c-chiamata?- domandai con voce flebile, senza però avere il coraggio di avvicinarmi ulteriormente. Anche se era un mio genitore, quell'uomo mi incuteva troppo timore, non ho mai neanche avuto il coraggio di chiamarlo papà, sarebbe stato troppo personale.
-Hinata, siediti pure...
-Certo p-padre
-Figlia mia, è giunto il momento di farti prendere parte al mio affare più riuscito. Tutti i fogli che vedi qui sopra porteranno onore, gloria e protezione a questa famiglia per molte generazioni a venire.
-Sono felice p-per voi- raramente mi era stato concesso di vedere quell'espressione così lieta sul suo volto, e non era mai stata rivolta a me, solo mia sorella Hanabi e mio cugino Neji godevano di quel privilegio. Non erano mai stati per me. Io, semmai, potevo ritenermi la causa di tutte le rughe che comparivano ad ogni sua espressione corrucciata o delusa. Quello che disse dopo mi fece rimanere di sasso.
-E io invece lo sono per te. Tutto quello che ti ho appena elencato ci verrà riconosciuto grazie a te.
-...a me?- per un momento credetti di non aver capito bene il senso delle sue parole, pensai ad un lapsus o, al limite, ad una contusione di cui non ero a conoscenza.
-Grazie a te, la famiglia Hyuuga diventerà intoccabile. Da qualche giorno sta circolando una notizia...- proseguì assumendo un tono, se possibile, ancora più serio. A quel punto non sapevo che cosa pensare, non ero più sicura di niente. Che cosa dovrò fare per dare tanto al mio clan?
-Sì?
-...che presto mi rivolgerò a mia figlia come sua Grazia, la signora di Suna.
Sgranai gli occhi, sbalordita, sebbene meno confusa di prima -...è vero p-padre?
-Sì.
-Il Kazekage di Suna?
-Mh mh... speravo di non separarmi da te prima dei tuoi diciott'anni, ma di fronte a un tale partito sarei solo un egoista a non lasciarti andare- spiegò cercando di sembrare rammaricato, purtroppo senza riuscirci. Lui non era mai stato in grado di provare certe emozioni, era pur sempre mio padre e certe cose ormai le sapevo. Quello che non sapevo e che, al momento, mi importava di più era altro.
-...ma lui mi ama?- domandai incredula, possibile che un uomo del suo status politico e della sua potenza si sarebbe abbassato a sposare una perfetta sconosciuta? Di sicuro non da solo, qualcun altro deve averlo convinto.
-Sì, naturalmente- eppure sentivo che davanti a certe domande nemmeno lui avrebbe saputo darmi una risposta, magari neanche gli importava. Ero diventata solo una merce di scambio.
-Ma non l'ho incontrato che due volte!
-Quando si ama davvero non occorre conoscersi per esserne certi Hinata, è una cosa che senti, immediata! La tua povera madre, che riposi in pace, aveva i tuoi stessi pensieri quando ci unimmo in matrimonio. Quelle che vedi su questa scrivania sono le carte del contratto prematrimoniale che ho stipulato col Quinto Kazekage in persona, partirai per Suna la settimana prossima.
Solo sette giorni di preavviso mi erano stati concessi? Dovevo stare zitta e sottomettermi ad una scelta che non era mia e che mi avrebbe allontanata, forse per sempre, dal mio villaggio e dalle poche cose che amavo e alle quali ero affezionata?
Kiba, Shino, il maestro Kurenai... che cosa penseranno?
Dovrei abbandonare definitivamente il mio unico sogno... a Naruto importerà qualcosa?
Io non voglio andarmene da tutto questo.
-Ma perché l'avete fatto?
-Hai quasi 18 anni Hinata, la tua defunta madre aveva pressapoco la tua età quando ti ha data alla luce. Penso che questa sia la migliore soluzione per il nostro clan, e per te naturalmente- in realtà di me non gli importava proprio nulla, calcò sul ricordo della mia amata madre unicamente per spingermi a partire senza fare troppe storie, perché sapeva che nessuna ragazza sana di mente avrebbe acconsentito. Eppure sono sicura che mia madre non avrebbe mai acconsentito, perché lei non avrebbe mai acconsentito... perché, per i pochi anni in cui ho potuto godere del suo affetto e della sua presenza, non l'ho mai vista felice del suo matrimonio. Ma io... io ero troppo debole per replicare e tenergli testa in qualunque modo.
-P-padre, io non credo che q-questa sia una buona idea...
-I membri anziani del nostro clan e l'Hokage hanno approvato l'unione, se ti sposerai in primavera eviteremo la stagione dei monsoni... ora che ci penso sarebbe meglio se ti sposassi il prima possibile...- avvertii subito lo stridio della menzogna, l'Hokage non avrebbe mai permesso una pratica del genere, era ovvio che fosse all'oscuro di tutto. Era tutto accaduto all'interno delle mura di famiglia, si era tutto concluso in famiglia.
-Sposarmi in p-primavera?
-Oh, decidi tu Hinata, non voglio di certo immischiarmi... sono convinto che con lui sarai felice. Ora puoi andare...
Provai ad aggiungere qualcosa, ma il suo sguardo intimidatorio mi fece guardare bene dal farlo, avrei solo peggiorato le cose -Ma... sì, certo... buonanotte padre.

“Talvolta, il lavoro di una psicanalista può risultare davvero penoso e insoddisfacente, trascorrevo le mie giornate a curare adolescenti asociali, donne abbienti deliranti e uomini d'affari bipolari. Ma, ultimamente, la mia paziente più interessante era una giovane sposa dagli occhi candidi e dal viso delicato che aveva avuto un esaurimento nervoso, e allora il mio lavoro mi sembrò molto più necessario; era tornato ad essere il lavoro dei miei sogni, quello che mi avrebbe permesso di fare la differenza in un mondo sbagliato e malato, con leggi che privilegiavano gli uomini e infettavano le donne come un cancro.
-...ero così sola, e poi un giorno arrivò quest'uomo meraviglioso... un uomo che mi faceva ridere, mi dette di nuovo speranza... e che poi se n'è andato con un'altra. Quindi mi sono di nuovo ritrovata da sola, solo che ora era peggio perché non se n'era andato davvero, stava dall'altra parte del palazzo: le stringeva la mano, rideva con lei. Allora un giorno ho fatto finta, solo... per un attimo... che non fosse la sua mano che lui stringeva, ma che fosse la mia...- aveva gli occhi lucidi mentre ne parlava, ma non sono mai riuscita a capire se si trattasse di vergogna o di rimorso.
Perché da un lato c'era la vergogna del tradimento, dall'altro il rimorso dell'abbandono da parte di quell'uomo che, per molto tempo, era stato la sua medicina più efficace.
-Ed è così che sono iniziate le fantasie?
-Quando soffrivo, io... permettevo a me stessa di immaginare che lui fosse lì con me. Ma poi quei momenti hanno iniziato... a diventare più importanti della realtà stessa. Così... mi sono permessa di viverli e di lasciare che prendessero il sopravvento...
-Ed ora? Ha la sensazione che i farmaci la stiano aiutando?
-...beh, ora sono sicuramente più ancorata alla realtà. Riesco a vedere le cose, per la prima volta dopo tanto tempo, molto chiaramente...
-È un'ottima cosa.
-Ehm, no! Veramente no... perché ora posso vedere che cosa ho fatto alla mia vita e... quanto l'abbia rovinata... a partire dal giorno in cui venne firmato quel dannato contratto prematrimoniale.
-Ma non l'ha firmato lei, furono suo padre e il Kazekage Gaara a farlo.
-Ma io non ho fatto niente per impedirlo, avrei potuto scappare, stracciare il contratto, nascondermi dall'Hokage... ma non ho fatto niente. Permettendo che accadesse tutto...
-Quindi pensa di essere la causa di tutto quello che è successo da quel giorno?
-Oh sì, ne sono certa.
-Per quale motivo?
-Tanto per cominciare, perché ero troppo debole per qualsiasi cosa. E gli altri, mio padre e mio marito in primis, hanno sfruttato questa mia debolezza per manovrarmi come una bambolina.”

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Hinata_S_I_TT 4EVER